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lunedì 14 luglio 2014

Mostra Alessandro Cannistrà “Ascoltare più di uno di me” - Inaugurazione Venerdì 18 Luglio - Alviani ArtSpace, Pescara


SAVE THE DATE:

VENERDì 18 LUGLIO DALLE 19 ALLE 23.30

Alviani ArtSpace è lieta di annunciare la prossima mostra

Alessandro Cannistrà per "Ascoltare più di uno di me" a cura di Marco Izzolino crea un'opera d'arte totale che modifica "concettualmente" il bianco indifferenziato delle pareti della sala creando la sensazione ancestrale di penetrare in un bosco in grado di assorbire elementi interni ed esterni all'ambiente, ma anche la fantasia e le suggestioni di coloro che entrano all'interno dell'installazione.

Cannistrà lavora per sottrazione, predilige il linguaggio della latenza e sfrutta il fumo, il fuoco e la materia per collegarsi alle più avanzate sperimentazioni delle avanguardie del Ventesimo secolo.

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Alviani ArtSpace | Aurum
Largo Gardone Riviera
Pescara



PRESENTAZIONE MOSTRA "RAZIONALISMO A LECCE: STILI ARTE E PROGETTO 1930-1955"

"RAZIONALISMO A LECCE: STILE ARTE E PROGETTO 1930-1950":

DOMANI A PALAZZO ADORNO LA PRESENTAZIONE DELLA MOSTRA

PROMOSSA DA PROVINCIA E ISTITUTO DI CULTURE MEDITERRANEE

 

Domani, martedì 15 luglio alle ore 12, nella sala conferenze stampa di Palazzo Adorno, a Lecce, sarà presentata la mostra "Razionalismo a Lecce: stile arte e progetto 1930 - 1955", promossa da Provincia di Lecce ed Istituto di Culture mediterranee della Provincia di Lecce, in collaborazione con l'Archivio di Stato di Lecce e con l'Archivio Storico Comunale di Lecce, e con i contributi di Regione Puglia, Comune di Lecce, Ordini degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Lecce, Ordine degli Ingegneri di Lecce, Collegio Provinciale dei Geometri e dei Geometri Laureati di Lecce, Camera di Commercio di Lecce, Vetreria Calasso Luigi srl.

 

Illustreranno i dettagli dell'evento la vicepresidente della Provincia di Lecce con delega alla Cultura Simona Manca, il sindaco di Lecce Paolo Perrone, il presidente dell'Istituto di Culture Mediterranee della Provincia di Lecce Mauro Sbocchi, il presidente dell'Ordine degli Architetti della Provincia di Lecce Massimo Crusi e il curatore della mostra Andrea Mantovano.

 

La mostra, che sarà allestita nelle sale dell'ex Chiesa di San Francesco della Scarpa a Lecce, dal 21 luglio (inaugurazione ore 20) al 30 settembre, vuole fornire in modo organico ed interdisciplinare un primo contributo ad un tema inedito, ovvero alla produzione dell'architettura e delle arti decorative nel Salento fra il 1930 ed il 1955 circa: un periodo denso di interessanti esperimenti sul tema dell'abitazione privata e dell'edificio pubblico, fatti oggetto di una vera e propria rivoluzione nelle forme e nelle idee artistiche.

 

Lecce, 14 luglio 2014

Il Ponte degli Artisti presenta “L'Arte è Sacra”, il progetto di Afran Biamba.


Reinterpretazioni di classici religiosi visti con gli occhi dei ragazzi della Casa Don Guanella.


Milano, 14 luglio 2014 - Lo Spazio Seicentro di via Savona 99, a Milano, ospita - dal 22 al 31 luglio - la mostra "L'Arte è Sacra", organizzata dall'Associazione Ponte degli Artisti per divulgare il progetto artistico della Comunità Educativa di Lecco "Casa Don Guanella", progetto diretto da Afran Biamba, raffinato artista africano con un'enorme esperienza nell'utilizzo di tecniche e materiali anche non convenzionali, maestro d'arte presso la stessa Comunità Educativa. L'inaugurazione si terrà martedì 22 luglio, alle ore 19.
"L'Arte è Sacra" è un'occasione in cui i ragazzi della Casa Don Guanella espongono i loro lavori, reinterpretando con gusto moderno temi classici religiosi. Una vetrina artistica importante, che prosegue idealmente proprio gli obiettivi della Comunità.
L'attività della Casa Don Guanella, infatti, accompagna i ragazzi quotidianamente esposti al disagio sociale, verso un recupero prima di tutto di sé stessi e della propria consapevolezza, utilizzando l'arte come percorso di crescita, confronto e, in alcuni casi, come passo verso l'inserimento lavorativo.
Un percorso di grande spessore umano, sostenuto da insegnanti e educatori volontari, come Afran Biamba, grazie al quale i ragazzi apprendono i rudimenti e i trucchi di alcune attività artigianali, come si faceva nelle botteghe d'altri tempi. Questo stimola la creatività e il lavoro di squadra, ma al tempo stesso mette in luce singole peculiarità e capacità.
Obiettivi che sposano perfettamente anche l'idea di "comunione artistica" che il Ponte degli Artisti porta avanti da due anni, custode di quei valori di passaggio, di sviluppo e di aggregazione che una città come Milano rischia di perdere sotto l'onda della globalizzazione.

Il progetto"La pedagogia dei laboratori"

Afran Biamba
Afran, Francis Nathan Abiamba, nasce a Bidjap, in Camerun nel 1987.
Dopo aver frequentato l'Istituto di Formazione Artistica di Mbalmayo, si diploma in ceramica. Coltiva la pittura, sua grande passione, presso gli atelier dei più grandi pittori camerunesi e congolesi. Nel 2006 si apre all'arte contemporanea grazie a Salvatore Falci, professore di arti visive all'Accademia di Belle Arti di Carrara (Bg). Dopo numerosi concorsi ed esposizioni collettive, nel 2008 presenta la sua prima personale al Centro Culturale Spagnolo di Bata, in Guinea Equatoriale, terra nella quale si era recato alla ricerca delle sue radici. Questa mostra apre la porta a tutta
una serie di esposizioni personali e collettive tra Guinea Equatoriale, Camerun, Spagna e Italia, dove ora risiede. La Public Art –installazioni e performance- rappresenta attualmente il linguaggio più coerente ed adeguato alla sua ricerca attorno alla tutela dell'identità culturale nel mondo contemporaneo. Da diversi anni sta riflettendo sul concetto odierno di identità. Tortuoso e complesso risulta definire chi siamo, nel contesto della società dei consumi e dei social network che abbattono le barriere spazio-temporali e partoriscono identità fluide sotto l'ala protettrice della globalizzazione. La sua ricerca è il ritratto di una generazione, in balia di una battaglia tra una tradizione esausta e la modernità che smercia input a profusione; situazione che porta ad indossare fugacemente un'identità senza mai riuscire ad appropriarsene, in una continua ed affannosa metamorfosi.

Il Ponte degli Artisti
Il Ponte degli Artisti e Oltre è una associazione no-profit, formata da artisti e appassionati d'arte che vogliono promuovere l'immagine e le iniziative o performance di artisti contemporanei tramite l'uso del web e tramite l'ideazione, l'organizzazione e la gestione di eventi e manifestazioni sia in spazi pubblici che privati. L'associazione vuole diventare un punto di riferimento per tutti gli artisti "liberi" che vogliono partecipare alle varie iniziative sociali presentando le proprie opere con libera espressione di quello che si vuole!

Ultimi giorni mostra Hogarth, Reynolds, Turner - Palazzo Sciarra Roma fino al 20/07

Hogarth, Reynolds, Turner.
Pittura inglese verso la modernità

15 aprile – 20 luglio 2014
FONDAZIONE ROMA MUSEO 
PALAZZO SCIARRA - ROMA


                                                                                   
Dopo il successo della mostra Roma e l'Antico. Realtà e visione nel '700, realizzata nel 2010, che ha posto l'attenzione sul ruolo svolto dall'antichità classica, quale modello ineludibile per lo sviluppo delle arti, dell'erudizione e del gusto, che dalla capitale pontificia si diffuse in tutta Europa, la mostra Hogarth, Reynolds, Turner. Pittura inglese verso la modernità, intende rivolgere l'attenzione al contesto britannico, dove l'alternativa al linguaggio classicista, porta alla definizione di una propria identità artistica capace di interpretare quella modernità che diventerà nell'Ottocento linguaggio comune per l'intero continente.

Promossa dalla Fondazione Roma, in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Roma, e organizzata dalla Fondazione Roma-Arte-Musei, la mostra Hogarth, Reynolds, Turner. Pittura inglese verso la modernità sarà ospitata presso il Museo Fondazione Roma, nella sede di Palazzo Sciarra dal 15 aprile al 20 luglio 2014. 

L'esposizione, curata da Carolina Brook e Valter Curzi, intende offrire al pubblico una visione d'insieme dello sviluppo artistico e sociale, che si definì nel XVIII secolo di pari passo con l'egemonia conquistata dalla Gran Bretagna in ambito storico - politico ed economico.

A tal fine è stato riunito un corpus di oltre 100 opere, provenienti dalle più prestigiose istituzioni museali quali il British Museum, la Tate Britain Gallery, il Victoria & Albert Museum, la Royal Academy, la National Portrait Gallery, il Museum of London, la Galleria degli Uffizi alle quali si unisce il nucleo di opere provenienti dall'importante raccolta americana dello Yale Centre for British Art.

"A seguito del positivo riscontro di pubblico e critica ottenuto dalla mostra dedicata al ruolo che Roma ha svolto quale centro culturale del XVIII secolo – dichiara il Presidente della Fondazione Roma, il Prof. Avv. Emmanuele F.M. Emanuele – ho ritenuto opportuno volgere lo sguardo oltre i confini della nostra Nazione per ripercorrere quelle eccezionali vicende che vedono l'Inghilterra centro di un'evoluzione economica e sociale che le permetterà di sviluppare un proprio originale linguaggio artistico e che nell'Ottocento diventerà modello per tutta l'Europa.
L'esposizione, realizzata grazie alla collaborazione con le più rilevanti istituzioni internazionali, quali il British Museum, la Tate Gallery, il Victoria & Albert Museum, rappresenta una ulteriore testimonianza del mio noto convincimento secondo cui il privato, soprattutto se non profit, costituisce una risorsa ineludibile per lo sviluppo di progetti culturali di alto profilo e al contempo è in grado di fornire un nuovo ed innovativo modello di gestione nel settore della Cultura.
La mostra, che segue quasi mezzo secolo dall'ultima che la città di Roma ha dedicato al Settecento inglese, rappresenta un ulteriore tassello nel progetto culturale che la Fondazione Roma, che mi onoro di presiedere, ha intrapreso a partire dal 1999 e che ha permesso di realizzare oltre 42 esposizioni, arricchendo l'offerta culturale della nostra città con proposte sempre innovative e culturalmente stimolanti."

Nel Settecento Londra era diventata il cuore pulsante dell'impero inglese, con una crescita di oltre 700.000 abitanti nei primi 50 anni del secolo. A tale contesto viene dedicata la prima sezione della mostra in cui sono raccolte le opere di artisti quali Scott, Marlow, Sandby a cui si aggiunge la maestria del veneziano Canaletto, che attraverso le loro vedute si fanno testimoni di una città in costante evoluzione e che presto diverrà l'emblema della metropoli moderna.

La seconda sezione è dedicata al cosiddetto Mondo Nuovo in cui le distinzioni tra aristocrazia e ceto medio si assottigliano, sia a livello sociale sia culturale, e gli artisti possono contare su una nuova classe di mecenati, composta da professionisti interessati a promuovere quei pittori e quelle tematiche in grado di affermare il loro nuovo status. Diventano così protagonisti del percorso espositivo, le effigi realizzate da Zoffany, Hodges, Wright of Derby, che ritraggono figure emergenti di industriali, commercianti, scienziati, esploratori, accanto a musicisti, attori e sportivi, divenuti i beniamini di un pubblico sempre più esigente e partecipe alla vita collettiva. La sezione si fa dunque interprete della passione per le arti e per lo sport, della consacrazione dello sviluppo industriale e dell'interesse per la scienza e infine dell'entusiasmo per l'epopea dell'esplorazione dei nuovi continenti.

Lo sviluppo del mecenatismo borghese e la nascita di un "mercato" dell'arte rivolto a un pubblico sempre più allargato svolgeranno un ruolo fondamentale per la trasformazione radicale del rapporto della cultura nazionale verso le arti visive. Per la prima volta l'Inghilterra concepisce una propria scuola artistica nazionale, in notevole ritardo rispetto agli altri paesi europei.
Nella terza sezione si vuole quindi approfondire il contesto che porterà Verso un'iconografia nazionale. Il contributo di Hogarth e Füssli, il primo inglese di nascita ed il secondo di adozione, risulterà essenziale per l'affermazione di un'arte prettamente britannica. 

Fa parte della sezione una selezione delle più importanti incisioni di Hogarth, come il ciclo Marriage à-la-mode o l'Election Day in cui l'artista documenta con occhio critico e disincantato scene contemporanee di vita sociale e politica che avranno un grande successo nel corso del secolo.
Nella vita culturale inglese dell'epoca, il teatro occupava una posizione dominante, appassionando tutte le classi sociali. In tale ambito maturerà dunque uno degli indirizzi maggiormente emblematici dell'arte anglosassone, la pittura di genere teatrale. Interpretato per primo da Hogarth, che si soffermerà a raffigurare attori celebri nell'atto di recitare, sarà in seguito sviluppato, in quadri straordinari da Füssli, un giovane artista svizzero trasferitosi a Londra, destinato a divenire uno dei più famosi pittori del teatro shakespeariano.

Nel contesto britannico, fortemente permeato dalla religione protestante che rifiuta la pittura di soggetto religioso, il ritratto raggiunge una popolarità che non avrà eguali in nessun altro paese europeo. L'importanza assunta questo genere in ambito inglese è resa evidente, all'inizio del Settecento, dagli scritti di Jonathan Richardson che assegnano alla ritrattistica il compito di trasmettere ai posteri le virtù dei grandi.
Nella quarta sezione, L'età eroica del ritratto, le opere in particolare di maestri come Gainsborough, Reynolds, Ramsay e Zoffany, esaltano i risultati raggiunti dalla ritrattistica inglese che si esprime con una cifra distintiva, apportando mirabili soluzioni compositive originali. La sezione si compone di una galleria di eleganti nobildonne, generali e gruppi famigliari, che invita all'osservazione di un mondo compiaciuto delle proprie conquiste e dei propri traguardi.

Il ritratto non sarà l'unico genere che troverà fortuna nell'Inghilterra del Settecento. L'amore per il paesaggio da parte degli inglesi, collezionisti di paesaggi italiani ed olandesi fin dal Seicento, favorì infatti l'attenzione degli artisti inglesi verso questo soggetto per tutto il secolo. 

Al pari del ritratto, anche la pittura di paesaggio rifletteva le aspirazioni politiche e pubbliche della committenza, ritraendo castelli, case padronali che si ergono nel mezzo delle loro tenute. A contribuire alla fortuna del genere furono anche gli scritti di Alexander Pope e James Thomson che attraverso liriche ispirate al modello delle georgiche di Virgilio, riuscirono a dare vita ad una visione poetica della campagna inglese come di una moderna Arcadia, custode di bellezza ed armonia.
A tale ambito si riferiscono le opere presenti nella quinta sezione, Paesaggio "on the spot", dedicata alla tecnica dell'acquarello che nel Settecento troverà una diffusione straordinaria proprio in Inghilterra. Gli artisti più rappresentativi dediti a questa tecnica sono presenti nella sezione con raffinate ed intense immagini di paesaggi inglesi ed italiani colti all'alba o al crepuscolo, sotto cieli soleggiati o plumbei.

Nella sesta sezione, Variazioni sul paesaggio, vengono passati in rassegna i dipinti ad olio in grandi formati dei più noti artisti che si confronteranno con questo genere. Troviamo qui presentate opere di Richard Wilson, primo grande esponente della pittura di paesaggio britannica, che si appassionò a tale genere durante gli anni formativi passati in Italia, ma che saprà poi elaborare il suo stile in modo autonomo, fondando le sue composizioni sulle condizioni climatiche e naturalistiche tipicamente inglesi. Il debito verso il paesaggio italiano si ritroverà nella superba veduta della Grotta nel Golfo di Salerno di Wright of Derby, pittore superlativo nell'esprimere effetti luministici in chiari di luna che diventeranno uno dei suoi soggetti preferiti (Snowdon al chiaro di luna, Victoria Gallery, Liverpool).

A chiudere il percorso espositivo troviamo l'ultima sezione dedicata a due artisti, Constable e Turner, campioni di fama internazionale, rappresentanti mirabili dell'evoluzione della pittura di paesaggio inglese nella prima metà dell'Ottocento.
L'arte dei due grandi maestri paesaggisti è il risultato di una elaborazione della tradizione figurativa del Settecento, ma che al tempo stesso si apre, grazie a un'instancabile sperimentazione, verso quella che potremmo definire l'età della modernità. Tale percorso di ricerca riuscì ad imporre un nuovo linguaggio figurativo che permise per la prima volta, durante tutto l'Ottocento, di guardare l'Inghilterra come modello.

Accompagna la mostra un catalogo edito da Skira in italiano e in inglese



Hogarth, Reynolds, Turner. Pittura inglese verso la modernità.
Roma, Fondazione Roma Museo - Palazzo Sciarra 
(via Marco Minghetti, 22)
15 aprile-20 luglio 2014

Orari
Lunedì 14.00 > 20.00
Dal martedì al giovedì e domenica 10.00 > 20.00
Venerdì e sabato 10.00 > 21.00
Il servizio di biglietteria termina un'ora prima della chiusura

Catalogo Skira

Informazioni e prenotazioni
T. +39 06 69205060

“Visioni Salvataggio Ossidiana”, Franco Fratantonio espone a Palazzo Spadaro (Scicli, RG)


"Visioni Salvataggio Ossidiana", 
Franco Fratantonio espone a Palazzo Spadaro.


Sabato 2 agosto alle ore 20.00 nella raffinata cornice di Palazzo Spadaro (Via Francesco Mormino Penna 34) sarà inaugurata la mostra "Visioni Salvataggio Ossidiana", personale di Franco Fratantonio, a cura di Riccardo Emmolo, organizzata con il patrocinio del Comune di Scicli e dell'assessorato alla Cultura.


"Visioni Salvataggio Ossidiana" sintetizza tre diversi percorsi di una pluriennale ricerca sul linguaggio e sulla tecnica, tra loro dialetticamente intrecciati.


"Visioni" propone opere pittoriche, realizzate a olio, pastello e tecniche miste, raffiguranti paesaggi, volte stellate, marine, spiagge, in cui la parola poetica diventa parte dell'immagine stessa. 


La parola disegnata sulla tela, come spiega Liborio Palmeri nel testo in catalogo, rende esplicito l'intento di riprodurre i processi mentali della creazione artistica: dietro le immagini ci sono sempre le parole, quelle che la mente dell'artista trasforma alla 'luce' della sua volontà creatrice.


Se in "Visioni" la parola è parte della natura, in "Salvataggio" è la natura a farsi parola. Presentato in anteprima nella Biennale di Firenze (2011) dove ha ottenuto il premio della critica, "Salvataggio" è una video-installazione che si serve di video, fotografia e pittura per "smontare" la visione nei suoi frame costitutivi, dilatando lo spazio e il tempo, il silenzio e la percezione dell'osservatore. Ne deriva un invito a ritrovare una profonda pace, a riconciliarsi con la natura e con se stessi: il pattino di salvataggio al centro dell'inquadratura è la metafora di una salvezza possibile solo se l'uomo torna a un rapporto con la natura rispettoso dei suoi ritmi e dei suoi silenzi.


"Ossidiana" è un omaggio a Ruccio Carbone, poeta liparota vissuto tra le Eolie e la Toscana. A lui Fratantonio dedica un video e opere pittoriche (pastelli e tecniche miste), dove la pietra vulcanica che ha dato vita all'isola diventa il simbolo delle radici di una terra che il poeta, novello Ulisse, ha portato con se nel suo viaggio esistenziale.

Franco Fratantonio (Modica, 1962), dopo il diploma all'Accademia di Brera, ha lavorato nell'ambito scenografico nel Teatro "Alla scala" di Milano, perfezionando conoscenze tecniche ed artistiche e frequentando artisti e studiosi come Fabrizio Plessi, Roberto Sanesi, Francesco Leonetti, Piero Quaglino, Giacomo Agosti, Giangiacomo Spadari, Luciano Fabbro, Piero Guccione. L'artista ha all'attivo diverse personali in Italia e all'estero.



La mostra, aperta dal 2 al 30 agosto, potrà essere visitata tutti i giorni dalle ore 10,30 alle 13,00 e dalle ore 19,30 alle 23,00.



Info e contatti
cell: 338 3088181


Roland Osita Nwankwo: "All the Colours of an Artist Soul. Solo Exhibition". Villa Carlotta, 17 – 31 Luglio 2014, Lago di Como



studio Tablinum e Villa Carlotta presentano la mostra personale dell'artista britannico Roland Osita Nwankwo ospite dal 17.07.2014 al 31.07.2014 presso l'atelier 
e la Wunderkammer Saal di Villa Carlotta.


Roland Osita Nwankwo

All the Colours of an Artist Soul. Solo Exhibition


Villa Carlotta, 17 – 31 Luglio 2014

UNA MOSTRA "WORK IN PROGRESS"


Quella proposta ai visitatori sarà una  mostra "work in progress, suddivisa in una primo periodo di performance-work in progress delle opere realizzate nel corso di una settimana di permanenza presso l'atelier di Villa Carlotta adiacente alla Wunderkammer Saal (nuova sala di recente apertura al piano ammezzato della villa). 

Un modo per l'artista per immergersi nei colori e nelle suggestioni del Lago di Como ammirate in uno dei suoi luoghi più suggestivi: Villa Carlotta e il suo lussureggiante giardino botanico.

Una mostra unica nel suo genere anche per i visitatori che potranno visitare l'artista durante il suo lavoro in atelier lasciandosi coinvolgere in tutto il processo creativo, dalle sue prime suggestioni alla condivisione  vera e propria con il pubblico grazie allla mostra della settimana successiva presso la Wunder Kammer Saal dove saranno infine, esposti i frutti del  suo lavoro in atelier congiuntamente ad altre sue opere già storicizzate, realizzate su carta, al materiale interattivo e a un'inedita raccolta di poesie a simboleggiare il profondo legame e la varitetà di ispirazioni che la creatività può assumere nell'esprimere lo stupore dell'animo di un artista di fronte alla bellezza del mondo.


IL PROGETTO CURATORIALE DI STUDIO TABLINUM

Il progetto curatoriale, a cura di Elisa Larese e Camilla Oliveri, vuole esaltare la particolare sensibilità di Roland Osita Nwankwo, dalla quale scaturiscono tele davvero sorprendenti non solo per i soggetti e i colori utilizzati ma soprattutto, per il modo in cui  egli dipinge ispirandosi ai grandi nomi dell'arte contemporanea;  primi fra tutti Cy Twombly, Gerhard Richter, Frank Auerbach, Lucian Freud, Euan Uglow e Julian Schnabel.

Luci ed i colori sono al centro della ricerca artistica di Roland Osita Nwankwo. La sua arte si rivela estremamente influenzata da una vena neoespressionista che trae spunto da un eccezionale e personalissimo background culturale frutto di una vita in sospeso fra le suggestioni migrate dalle proprie origini africane e caraibiche e l'influenza della grande arte europea.

E' solito affermare della propria opera: "I miei quadri tendono a essere figurali e sono catturati nello stesso modo in cui un fotografo cattura e incornicia oggetti e luci: la differenza sta nel potere di astrarre queste immagini e di modificare i colori e l'intensità all'interno di questa luce".


IL CATALOGO ON LINE DELLA MOSTRA E' CONSULTABILE AL LINK: 


L'ARTISTA:
Roland Osita Nwankwo è nato a Liverpool, UK. Artista e poeta, Osita ha riscosso un notevole consenso in territorio britannico, ottenendo l'importante riconoscimento del "Harriett Anstruther".
E' tra i più membri junior della prestigiosa Royal  Accademy Britannica. I quadri di Osita sono una figurazione di colori e texture, astratti come poesie  -dipinge strade, città, la natura e l' interazione umana  in relazione tra l'arte e la poesia  -che crea uno spazio vitale all'interno della società-  come ben  accade in Inghilterra. Per estensione, la pittura di Osita rappresenta una narrazione del proprio senso di benessere, identità e nostalgia, nel contesto della società e dell'individuo.
I suoi lavori riflettono elementi del Cambiamento e della Riflessione. E' la stessa cosa che accade in musica e in letteratura. Questa pittura è poesia; entrambi pezzi unici e separati affluenti da una medesima poetica.

PREMI E RICONOSCIMENTI:
- MA creative writing MA Fine Art Painting Commendation
- Harriet Anstruther Award for Artistic Excellence
- Fellow of the Royal Society of encouragement for the Arts, Commerce and Manufacture 


INGRESSO LIBERO ALLA MOSTRA E AL MUSEO CONTATTANDO LO STAFF DI STUDIO TABLINUM

EVENTO REALIZZATO IN COLLABORAZIONE CON:

Villa Carlotta
MUSEO GIARDINO BOTANICO
Via Regina 2
22019 Tremezzo
COMO

___

Studio Tablinum
Art Managment

Via Melzi d'Eril
5, 22021 
Bellagio
Lake Como

TEL.
+39  3392181456 - 3456174086
+41 0766208238

sabato 12 luglio 2014

TAOMODA, DOMANI VERNISSAGE MOSTRA PITTORICA


 

 Domenica 13 luglio, ore 18.00 – Sala Di Giovanni, Biblioteca di Taormina (piazza IX aprile)

 

TAOMODA

INAUGURAZIONE CON LA MOSTRA PITTORICA SCIAVARRELLO-TRACIA

 

TAORMINA – L'arte di due grandi pittori etnei dello scorso secolo – il brontese Nunzio Sciavarrello e il catanese Luciano Tracia – celebrata attraverso una inedita mostra congiunta curata da Paolo Giansiracusa. Questo l'evento che inaugura il calendario di iniziative della rassegna "TaoModa": l'appuntamento con il vernissage è per domenica 13 luglio, alle 18.00, nella Sala Di Giovanni della Biblioteca di Taormina (piazza IX aprile).

Un'occasione unica creatasi grazie alla kermesse taorminese – di cui è ideatore e direttore artistico Agata Patrizia Saccone – e fortemente voluta dai figli dei due artisti, i quali hanno deciso di esporre, esclusivamente per questo evento, le opere che hanno reso celebri Sciavarrello e Tracia, già presenti illustri alla Biennale di Venezia negli anni '50.

 

NUNZIO SCIAVARRELLO (Bronte 1918 – Catania 2013), pittore, incisore, scenografo, direttore dell'Accademia di belle arti di Catania, è nato a Bronte, sesto di 8 figli. Ha esposto le sue opere praticamente in tutto il mondo. Oltre alle sue numerose "personali", da citare le partecipazioni alla Biennale di Venezia (1952 e 1954), alla Biennale di San Paolo del Brasile e di Lubiana, alla Quadriennale nazionale d'arte di Roma (1951, '55, '59 e '63) e le tantissime mostre d'arte italiane ed estere organizzate dalla Calcografia nazionale di Roma e da Istituti italiani di cultura. Innumerevoli le recensioni sui suoi lavori, tra queste: "Nella pittura di Nunzio Sciavarrello si avverte fin dal primo contatto una ricerca colta, innervata sulle esperienze della Scuola Romana, il cui tonalismo viene talvolta corretto (soprattutto nei paesaggi) con il pennelleggiare costruttivo della tradizione cezanniana, oltre che da qualche omaggio a Morandi".

 

LUCIANO TRACIA (Catania, 1911 – 1985) attraverso i suoi lavori ha saputo cogliere gli angoli più suggestivi del barocco settecentesco catanese, dagli scorci urbani ai mercati, interessandosi anche alle nature morte, ai paesaggi, alle figure e ai nudi che talvolta hanno fatto pensare a talune scuole tradizionali, nonostante la tecnica pittorica sia di derivazione impressionistica. Di lui i critici scrissero: "Pittura che sulle orme dell'impressionismo francese riesce a esprimere una espressione d'arte garbata e piacevole". Partecipò a numerose mostre di pittura sia nazionali che internazionali, tra queste la XXV Biennale di Venezia del 1950.

 

Anche il vernissage potrà essere seguito attraverso i canali social di TaoModa (Facebook, Twitter, Instagram) e la app gratuita per smartphone e tablet "TaoModa". Per scaricarla è possibile: 1. Cercarla sullo store; 2. Fotografare il QR Code nel sito www.taorminamoda.it; 3. Inviare un sms al 3404399010, in risposta si riceverà il link diretto alla App sullo store.

 

Nella Biblioteca taorminese continuano intanto a essere saranno esposti gli scatti fotografici del gruppo Tauromenium Photo "Scorci e Colori di Taormina", a cura dell'Associazione "Arte & Cultura a Taormina" e all'interno del programma "Spazio al Sud".

 


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