CorrieredelWeb.it Arredo&Design Arte&Cultura Cinema&Teatro Eco-Sostenibilità Editoria Fiere&Sagre Formazione&Lavoro Fotografia


IltuoComunicatoStampa ICTechnology Marketing&Comunicazione MilanoNotizie Mostre Musica Normativa TuttoDonna Salute Turismo




Ultime news di Mostre ed Esposizioni

Cerca nel blog

venerdì 4 novembre 2011

GIANCARLO OSSOLA Interni del secolo breve | GALLERIA D’ARTE LA COLOMBA, Lugano (CH)



Comunicato Stampa

GIANCARLO OSSOLA

Interni del secolo breve

TELE, TEMPERE SU CARTA, DISEGNI 1962-2010

sino 20 dicembre 2011

vernice sabato 12 novembre ore 17, 30


Giancarlo Ossola (Milano, 1935) è alle sue origini artistiche un giovane di talento che con originalità e certa immaginifica visione - tra paesaggio di natura e artificio urbano si inscrive nella corrente neoinformale degli anni Sessanta. Si riscatta in itinere dall'imprinting dei maestri dell'ultimo naturalismo lombardo, guardando, nella sua città, all'avventura figurativa in solitario di Franco Francese e all'esperienza del 'realismo esistenziale' - in particolare Vaglieri e Guerreschi - e, in Europa, ai grandi figurativi critici: Bacon, Giacometti, Freud.

Ciò che decide del destino artistico di Ossola e della sua generazione è il definitivo esilio degli oggetti dalla loro origine di materia e di manufazione come atto, sia pure via via ridotto, di creazione. Nell'esilio dell'oggetto, nella sua fluttuazione sradicata, è la fine del residuo senso, della residua creatività e storia del lavoro umano. E dei luoghi del lavoro. Così il lavoro umano giunge al grado zero di estraniazione e alienazione. La pop art - habitat degli oggetti di serie e di consumo - propone un universo oggettuale svincolato da qualsiasi origine e una quotidianità 'liberata' dalle stratificazioni della memoria, dalla Storia. Il secolo breve finisce sancendo l'assenza di senso del lavoro (manuale, intellettuale) e l'inutilità della memoria (fine della Storia). Ossola aggredisce questa condizione generale, attento piuttosto alla predicazione classista e terzomondista degli artisti e degli oggetti dell'arte povera (antagonista della pop art) e orienta la sua pittura non solo a rappresentare l'enigma dell'esilio degli oggetti, ma il vuoto dei luoghi della manufazione, la rovina del lavoro e dei luoghi del lavoro. Gli spazi desolati, in cui la presenza umana è cancellata, che il secolo nel suo declino ci consegna. Le grandi cascine svuotate di una civiltà contadina estinta - gigantesche architetture prive di senso, oggetti mostruosi - le grandi fabbriche svuotate della fine della civiltà industriale e della crisi, geometrie urbane senza funzione. Grande artista del nostro tempo, egli riscatta e intercetta - in questi vuoti e ambiti desolati - voci e tracce dell'umanità collettiva che vi ha transitato. Migrazioni, un'epica. Spazi del lavoro, ma anche della contenzione, della costrizione (le carceri del 'Lissandrino', l'amato Magnasco ne sono un dichiarato antefatto). Remoti, eco di presenze e di umane catastrofi nel secolo delle grandi guerre e dei lager, transiti e porte carraie per una realtà altra da noi, oltre noi. Le sue tele fremono di presenze appena estinte, di tracce di materia e del lavoro dell'uomo, di resti e residui, di fantasmi. Interni che ne sono colmi. Vuoti che lo raccontano. Spazi che ci appartengono, restituiscono un senso, un racconto, figurano la Storia del secolo breve da cui veniamo, fanno da prefazione - da porta - al millennio della Krisis verso cui andiamo.

Giancarlo Ossola Interni del secolo breve, a cura di Piero Del Giudice

GALLERIA D'ARTE LA COLOMBA via al Lido, 9 - CH LUGANO tel. +41 91 972 21 81 orari: da martedì a sabato 14.00 - 18.30 domenica e giorni festivi 14.30 - 18.00




giovedì 3 novembre 2011

ASTRATTOCONCRETO. Il Gruppo degli Otto

A partire da sabato 17 dicembre 2011, il MACA (Museo Arte Contemporanea Acri) presenta un’importante mostra dedicata a una delle esperienze più significative dell’arte italiana del secolo scorso: il Gruppo degli Otto.

In seguito alla spaccatura tra figurativi e astrattisti avvenuta nel 1950 all’interno del Fronte Nuovo delle Arti, due anni dopo, nel 1952, Afro Basaldella, Renato Birolli, Antonio Corpora, Mattia Moreni, Ennio Morlotti, Giuseppe Santomaso, Giulio Turcato e Emilio Vedova, raccolti attorno al critico Lionello Venturi, costituirono il Gruppo degli Otto – una cerchia di artisti non figurativi che intese aprirsi alle ventate di innovazione estetica che giungevano dall’Europa e dagli Stati Uniti, per superare lo sterile scontro innescatosi tra i paladini rispettivamente di figurazione e astrazione.

« Essi non sono e non vogliono essere degli astrattisti – scrisse Venturi nel manifesto del movimento –; essi non sono e non vogliono essere dei realisti; si propongono di uscire da questa antinomia. […] Adoperano quel linguaggio pittorico che dipende dalla tradizione iniziatasi attorno al 1910 e comprendente l'esperienza dei cubisti, degli espressionisti e degli astrattisti […] Non sono astratti puritani, ma seguono i loro bisogni; l'astrazione non rifiuta il rapporto con la natura ».

A 60 anni dalla formazione del Gruppo degli Otto, il MACA, in collaborazione con De Arte progetti e servizi per l’arte, dedica un’ampia retrospettiva ai suoi protagonisti. Le oltre 30 opere di grande formato che la compongono – di cui alcune testimoniano della partecipazione del gruppo alla Biennale di Venezia del 1952 –, ne ripercorrono la vicenda intensa e ricca di importanti sperimentazioni, dal sorgere della stagione astrattista in Italia, di cui furono tra gli iniziatori, sino agli ultimi capolavori realizzati da questi otto grandi maestri. Alle ispirazioni d’oltre confine, questi artisti aggiunsero una spiccata sensibilità e un attaccamento di stampo vitalistico al mondo concreto, traducendolo in opere tra loro eterogenee, ma comunque legate l’un l’altra dall’esigenza di trovare un punto d’equilibrio nella dicotomia tra astratto e concreto, tra la radicalità del gesto informale e la profondità della vita.


astrattoconcreto

Il Gruppo degli Otto

Luogo: MACA (Museo Arte Contemporanea Acri)

Piazza Falcone, - 87041, Acri (Cs)

Curatore della mostra: Marisa Vescovo

Curatore esterno del MACA: Boris Brollo

Vernissage: 17 dicembre 2011, ore 17:30

Periodo: dal 17 dicembre 2011 al 26 febbraio 2012

Orario: dal martedì alla domenica, 9-13 e 15-19; lunedì chiuso

Info: Ufficio stampa tel. 0119422568

maca@museovigliaturo.it, www.museovigliaturo.it

http://www.facebook.com/MACA.Silvio.Vigliaturo

domenica 30 ottobre 2011

Irene Cabiati - L'oro dell'orco

L'oro dell'Orco
di Irene Cabiati
Fotografie
Paragoito - Via Berthollet 9A – Torino
Dal 2 al 6 novembre 2011 Ore 13-15 e 18-23

Il torrente Orco è stato fonte di reddito per molte famiglie che setacciando la sua sabbia raccoglievano pazientemente pagliuzze d'oro. Ne sa qualcosa Candida Ricchiardi che da poco ha compiuto 102 anni ed è stata cercatrice d'oro fino al 1943. Oggi suo figlio Giovanni Vautero, 81 anni, insieme con altri appassionati tiene viva la memoria della tradizione nel piccolo museo di Feletto, ma anche continuando la pesca nell'Eva d'or per hobby. Il torrente nel frattempo ha subito la violenza del cemento e degli scavi e non ha esitato a mostrare la sua rabbia incontenibile durante l'alluvione del 2000.
Più a valle l'Orco continua a donare oro.Vicino a Chivasso, Orco Beach da sempre è la spiaggia dei torinesi, approdo di canoisti e pescatori, talvolta di concerti improvvisati. L'oasi di frescura ormai è internazionale: si parlano molte lingue e si vive in pace la vacanza che altrove costerebbe troppo. L'Orco offre l'oro del relax, a bambini e anziani; sudamericani e cinesi; africani e piemontesi.
«È il nostro giardino d'estate – fa sapere una madamin - Puliamo noi la spiaggia e differenziamo i rifiuti. Non tutti sono così precisi. Prima o poi però capiranno perché va fatto. La spiaggia è casa nostra».
C'è un progetto nell'aria che fa discutere: creare un parco con piscina, calcetto, tennis e golf di fianco alla spiaggia.
Contatti irecab@yahoo.com

mercoledì 26 ottobre 2011

Rui Chafes, Entrate per la porta stretta - 26 novembre, Matera


Rui Chafes

Entrate per la porta stretta

A cura di Giacomo Zaza

Sabato 26 Novembre 2011 ore 18:30

Convicinio di Sant’Antonio, Parco della Murgia, Musma – Matera

La mostra personale “Entrate per la porta stretta” di Rui Chafes, consiste in un itineraneo di sculture pensato in conformità con i Sassi di Matera, in particolare per gli spazi del complesso chiesastico “Convicinio di Sant’Antonio” e del Parco della Murgia Materana ed un nucleo di disegni per il MUSMA, Museo della Scultura Contemporanea. Il progetto espositivo a cura di Giacomo Zaza, è promosso dalla Provincia di Matera insieme all’Ambasciata del Portogallo, all’Instituto Camões, e ai Consolati del Portogallo di Napoli e Bari, patrocinato dal Consiglio Regionale della Basilicata.

Le opere di Rui Chafes sottostanno continuamente ad un progetto di dialogo con lo spazio e il contesto architettonico. Esse agiscono in luoghi differenti, dall’antro della galleria e del museo agli scenari naturali del parco o della spiaggia oceanica. Questa volta Chafes concepisce un itinerario progettato al di fuori dei canoni della scultura, secondo una sorta di “anti-scultura”, oscura e indecifrabile, che “prende parte” al luogo espositivo. Le opere per Matera diventano delle anime vaganti, presenze inquietanti all’interno di un sito arcaico, mitico e umano al tempo stesso. Dentro l’architettura liturgica (nicchie e nervature, calotte absidali e volte a crociera, o a tenda) queste “anti-sculture” agiscono in osmosi con l’interno e l’esterno dello spazio, nonché in simbiosi con l’umano e il sacro.

Spesso le sculture eteree e dinamiche di Chafes rammentano dei corpi astratti e organici, avvicinabili alla metamorfosi degli esseri. A volte la loro presenza fisica trasmette la sensazione di un pulsare vivo che stabilisce un legame intimo e magico con lo spazio circostante. Il materiale utilizzato dall’artista è sempre l’acciaio, che, dipinto di nero, conferisce alle opere un aspetto “visionario”, generato da relazioni con un discorso interiore, in controtendenza rispetto alla dimensione fluida del mondo globale in cui prevale la rapidità e la scomparsa dello spazio-tempo.

A Chafes viene in mente il connubio tra divino e terreno setacciato da Pier Paolo Pasolini nel film “Il Vangelo secondo Matteo”. Pensando a Pasolini Chafes intitola la mostra Entrate per la porta stretta (in riferimento alle parole del Cristo: “Quanto é stretta la porta e angusta la strada che conduce alla vita e pochi quelli che la trovano”). Questo progetto chiama in causa da una parte i “principi etici” che Pasolini ha rivendicato nel suo film (il Cristo che, nella sua lotta contro l'ipocrisia religiosa e la brama di potere, si spinge a porsi come “figlio di Dio”, affermazione punita con la morte), dall’altra l’architettura religiosa e civile di Matera, con i suoi antri ancestrali, con i “suoi labirinti umani fatti di sassi e isolamento”. Simile ad un volatile che attraversa il cielo senza lasciare traccia, a Matera l’opera di Chafes diventa divina apparizione così come divino e mitico appare il Cristo di Pasolini.

Nel “Convicinio di Sant’Antonio”, complesso composto da quattro chiese rupestri [Sant’Antonio, San Donato, Sant’Eligio, San Primo o Tempe Cadute], Chafes elabora una ricca scena di opere: Inerme, quattro sculture simili a letti di ferro, letti di ospedale, oppure esseri animali, ciascuna nascosta in ogni ambiente sotterraneo - forse cripte o cappelle scavate nella roccia - delle quattro chiese; Mondo misterioso, due coppie di sculture che sembrano strumenti per camminare più in alto, “stampelle” o trampoli; Il tempo è il mio unico amico, quattro “scatole” nere in ferro, o meglio quattro parallelepipedi rettangoli inseriti perfettamente in vasche scavate nel suolo (probabili sepolture). Qui le scatole misteriose che si sollevano di poco dal pavimento non solo esprimono “pulsioni” di morte, ma anche la forma geometrica regolare in dialogo con lo spazio informe delle Chiese, in generale dei Sassi, e il tempo sospeso e fermo, una base meditativa, metafora dell’arte. Ed ancora, tra le navate arcuate e le cavità lenticolari (presbiteri laterali e vestiboli), appaiono Luna morta di freddo, un corpo sferico che si protrae al di là di una vasca in pietra; Il silenzio di Giorgio De Chirico e Il labirinto di Giorgio De Chirico, due sculture sospese dal soffitto, eco del mondo arcaico di De Chirico, Della povertà e della morte, piccole sculture come cucchiai o utensili per mangiare, senza una vera finalità d’uso, dalle sembianze zoomorfe, che intaccano lo spazio, agganciate ad alcune aperture che attraversano le pareti. Il titolo Della povertà e della morte deriva da Rainer Maria Rilke. Queste piccole sculture sembrano forme oniriche ossessive e terrifiche, quanto la malattia e la morte. Invece le tre lamiere di ferro incastonate nelle finestre, intitolate Lama, possiedono dei piccoli fori che “filtrano” la luce e rendono l’ambiente più scuro. Attraverso i piccoli fori delle lamiere si può scrutare la valle calcarea del Parco della Murgia Materana di fronte al Convicinio di Sant’Antonio.

La scena continua con Quel che è virtù per la società è dissolutezza per il santo, una scultura con due elementi concavi verticali simili a cucchiai che, dietro una parvenza di simmetria e regolarità, nasconde squilibrio e scompenso (uno stato di insicurezza), poi segue La vostra allegria è la vostra tristezza senza maschera, opera caratterizzata da una forma organica, ricordo del mondo animale, visione illogica e irrazionale, ed infine, posizionati di fronte al complesso chiesastico, L’oggi così lento e lo ieri così breve, due grandi coni neri, di circa 2,50 metri, posti sulla terra acre e rocciosa della valle. Due coni isolati e “metafisici” da osservare in lontananza: due corpi astratti che diventano forme alchemiche e “neo terrestri” da indagare.

Del progetto di Matera lo interessa quella temperatura metafisica della scultura in relazione al luogo, la connessione della ambigua profondità dello spazio alla sostanza misteriosa dei suoi interventi plastici, per i quali il visitatore giunge a spiare, nel caso di Lama, la steppa della valle esterna quasi fosse un interno segreto da conoscere. L’arte di Chafes innesca un processo di riverberi tra i diversi livelli di lettura e appropriazione da parte del fruitore, costringendolo ad un “viaggio” dall’esistenza ordinaria al mondo fantasticante. Su questa via il luogo espositivo perde i connotati di contenitore ospitante convenzionalmente neutralizzato per divenire esso stesso ambito attivo dell’opera: il luogo, gli artifizi plastici, tutto si fa opera in una trama correlata di rimandi, livelli di memoria subconscia (sogno, morte, dolore) e introiezione.

Cenni Biografici

Rui Chafes è nato a Lisbona nel 1966. Dal 1984 al 1989 frequenta il corso di Scultura della Facoltà di Belle Arti di Lisbona, tra il 1990 e il 1992 studia con Gerhard Merz alla Kunstakademie di Düsseldorf. Chafes entra in contatto con un ground culturale: il Romanticismo tedesco, il medioevo gotico e tardo (il ruolo della luce, del peso/forza, l'equilibrio delle forme, il rapporto con la natura, con lo spazio circostante e con l'Uomo), i romantici tedeschi, quali Novalis, Goethe, Kleist, fino allo scultore gotico Tilman Riemenschneider e Andrej Rubliov. Durante il suo soggiorno in Germania, traduce i Frammenti di Novalis (Novalis’ Fragmentos). Inoltre è affascinato da Andrej Tarkowsky, Friedrich Hölderlin, Rainer Marie Rilke, Nietzsche, Beckett, ecc. Nel 1995 Chafes rappresenta il Portogallo alla Biennale di Venezia (con José Pedro Croft, Pedro Cabrita Reis) e nel 2004 partecipa alla Bienal de Sao Paulo. Tra le mostre personali ricordiamo: Würzburg Bolton Landing, Centro de Arte Moderna da Fundação Calouste Gulbenkian, Lisboa, 1995; Durante o fim, Sintra Museu de Arte Moderna Colecção Berardo, Palácio Nacional da Pena, Parque Histórico da Pena, Sintra, 2000; Kranker Engel, S.M.A.K., Stedelijk Museum voor Actuele Kunst, Gent, 2001; nel 2002, El alma, prisión del cuerpo, Galeria Juana de Aizpuru, Madrid; Leçons de ténèbres, Galerie Cent8- Serge Le Borgne, Paris; Ash flowers, Esbjerg Kunstmuseum, Esbjerg, 2003, nel 2004, Ash flowers, Kunsthallen Nikolaj, Copenhagen, Danmark, nel 2005, Comer o coração (com Vera Mantero), Centro Cultural de Belém, Lisboa; Augenlicht, Museum Folkwang, Essen; Fora! (com Pedro Costa), Museu de Arte Contemporânea de Serralves, Porto; nel 2007, Onde estou?, Fondazione Volume!, Roma, Italia; Nocturno, Fundação Eva Klabin (Projeto Respiração), Rio de Janeiro, Brasil; Eu sou os outros, Galeria Graça Brandão, Lisboa, A mesma origem nocturna, Jardim Botânico, Coimbra, 2008

Luogo espositivo: Sassi di Matera Convicinio di Sant’Antonio, Parco della Murgia, MUSMA - Matera

Ingresso: gratuito

Inaugurazione: sabato 26 novembre 2011- ore 18.30

Periodo espositivo: 26 novembre 2011– 31 gennaio 2012

Cura:Giacomo Zaza

Organizzazione: Respira Puglia s.r.l.

Via Melo da Bari, 70 – 70121 Bari

skype: respira puglia

Ufficio stampa e Comunicazione: Michela Casavola

Oderberger strasse 43 – 10435 Berlin

skype: michelacasavola

Igor Borozan presenta " Las Ventas"


Corrida si corrida no, “Abbozzo pittorico” del maestro Borozan testimonianza artistica delle contemporanee contraddizioni europee.

Con la serie “Las Ventas” ispirata alle corride e catalogata nel libro d’arte Abbozzo pittorico, il maestro Igor Borozan intende rendere omaggio alla cultura europea raffigurata attraverso il toro, da sempre simbolo del “nuovo continente”. “Las Ventas” è sicuramente uno dei capitoli più intriganti che, ispirato alla terra di Spagna, ben si adatta ad un contesto più ampio quale quello europeo.

Sin dall’antichità. si è sentito il bisogno di stabilire dove finiva l’Europa e dove cominciava l’Asia. La terra europea era, come oggi, abitata da gruppi umani che svilupparono una propria civiltà ed è stato inevitabile che venissero a contatto scatenando così conflitti. Agli scontri si è affiancata la consapevolezza dei numerosi elementi comuni, che uniscono le varie popolazioni europee: primi fra tutti l’apporto della civiltà greca, diffusasi in modo uniforme nel bacino mediterraneo, la colonizzazione romana e in seguito nel periodo medievale l’unificazione religiosa e il riconoscersi come una “Respublica Christiana”, che tuttavia verrà meno col passare del tempo e l’avvento degli stati nazionali. Nel corso dei secoli l’Europa ha mantenuto la propria omogeneità culturale, pur con le dovute diversità, e grazie alla consapevolezza di “esistere”, di appartenere ad una medesima civiltà si è giunti a costituire un’unione sovranazionale e ad inserire nella coscienza degli europei l’idea di “Europa”.In questa ottica si inserisce l’opera di Borozan, “Las Ventas”, una serie di dieci opere dove protagonisti sono un toro scuro e una camicia bianca, che traducono in chiave moderna un simbolismo surrealista di rara intensità, riflesso delle moderne contraddizioni che caratterizzano la nostra epoca e delle molteplici conflittualità tra tradizione ed etica che si vanno evidenziando.

Da sempre innumerevoli artisti hanno rappresentato il mito d’Europa raffigurando la principessa fenicia rapita da Zeus trasformatosi appunto in toro, simbolo di vita, nutrimento e fertilità. Eccezionale l’opera di Miguel Barcelò per l’ultima corrida tenutasi a Barcellona lo scorso 25 settembre dove primeggia la figura del toro sull’arena.

Il toro quindi come simbolo di una Europa fatta di storie e tradizioni diverse ma comunque unite da un sottile filo conduttore che la rende poliedrica ed unica al contempo.

martedì 25 ottobre 2011

Fotografie Lenticolare di Karen Graffeo alla SACI Gallery, Firenze

La Galleria SACI in Palazzo dei Cartelloni, via Sant’Antonino 11, Florence, presenta:

“Re:re:fwd:Forward”
Fotografie Lenticolare di Karen Graffeo e Composizioni Musicali di Rusty Banks
25 ottobre – 18 novembre


Inaugurazione: martedì 25 ottobre ore 19:30

La SACI Gallery è orgogliosa di presentare un’installazione ad opera di Karen Graffeo, professoressa associata di fotografia presso l’Università di Montevallo, e del compositore Rusty Banks, insegnante di musica presso la Millersville University.

La mostra presenta una serie di fotografie lenticolari realizzate recentemente da Karen Graffeo. Il processo fotografico lenticolare consiste in una stratificazione tridimensionale che permette di osservare la fotografia come movimento o come una breve animazione. Le fotografie in mostra fondono immagini di paesaggi, cielo, acqua e forme umane.

Karen Graffeo ha fotografato immagini luminose e notturne, catturando scorci di terra e ambienti acquatici durante i suoi viaggi in Italia, Romania, New Mexico, e Turchia. L’installazione testual-fotografica presenta l’impatto del viaggio: il viaggio della luce e del buio attraverso la terra, e l’impatto del viaggio sullo spirito e sulla mortalità umana.

L’installazione fotografica/testuale fonde terra, cielo, notte, giorno e immagini figurative per generare un inventario visivo al contempo spaventoso, meraviglioso e misterioso: i doni dell’età. L’installazione include video, testi e fotografie lenticolari con l’intento di celebrare gli aspetti sacri del viaggiare, focalizzando l’attenzione in particolare sul viaggio che è l’invecchiamento.

Karen Graffeo è un’artista multimediale che lavora con la fotografia sia in modo creativo che per scopi documentaristici – come nel progetto di documentazione fotografica di campi ROM europei, sul quale ha lavorato per oltre otto anni. Lavora inoltre su opere performative e installazioni. Le sue opera sono state esposte in numerose mostre personali, tra cui una residenza per l’insegnamento e la creazione di installazioni presso la Ulster Art Academy a Belfast, Irlanda del Nord ed una mostra presso la SACI nel Marzo 2007. Ha portato la mostra documentaristica continuativa “Let Us Now Praise the Rom” a Parigi, in Italia, Romania, e ad Ithaca, New York. . Ha anche tenuto lezioni riguardo a gruppi ROM costretti alla rilocazione a causa di terribili condizioni umanitarie o per cause politiche. Nel Novembre 2005 i suoi lavori sono stati presentati presso la Miami Basel Art Fair dal curatore Newyorkese Franklin Sirmans all’interno della sua rassegna sull’auto-ritratto fotografico. Sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private, e sono state in mostra in Giappone, a Parigi, New York, San Francisco, in Irlanda e a Birmingham.

Le opere di Karen Graffeo sono apparse sulle seguenti riviste: Aperture Magazine, Contemporary Southern Photographers, Luglio 1989; Number Magazine, The Seven Virtues of Photography, Primavera 1990; Black and White, An Australian journal of contemporary figurative photography, Autunno 1997. Inoltre sono state incluse: nel libro curato da Nelson Blancourt, Visions of Angels, pubblicato nel 1996 dalla S Editions, parte della Smithmark Publishers; nel libro Our Grandmothers, pubblicato nel 1998 da Stewart, Tabori and Chang; e in numerose pubblicazioni scientifiche ed online.

Karen Graffeo ha ricevuto , presso l’Università di Montevallo, il premio University Scholar nel 2005 per il suo progetto sui campi ROM. Oltre a visitare campi ROM in Romania, Francia ed Italia, ha organizzato progetti di cucito per donne e ragazze ROM appartenenti al campo di Poderaccio, vicino a Firenze. Karen Graffeo ha organizzato un collettivo di performance art che include artisti sia emergenti che professionisti, e studenti. I suoi lavori performativi hanno ricevuto 2 borse di studio dal Contemporary Arts Center di New Orleans, nel 1993 e nel 1989.

La SACI Gallery è aperta dal Lunedì al Venerdì ore 9-17, sabato e domenica ore 13-19. La Gallery rimarrà chiusa i giorni 29/30 ottobre e 5/6 novembre. Ingresso gratuito.

SACI Gallery
Palazzo dei Cartelloni
Via Sant’Antonino, 11
Firenze, Italy
T 055 289 948
gallery@saci-florence.edu
www.saci-florence.edu

lunedì 24 ottobre 2011

THE NIGHTMARE BEFORE HALLOWEEN sabato 29 ottobre @ Comics BLVD - Roma


COMICS BOULEVARD

presenta
THE NIGHTMARE BEFORE HALLOWEEN

SABATO 29 OTTOBRE 2011 DALLE ORE 20.00
PARTY IN MASCHERA - HORROR MAKE-UP SU RICHIESTA
Presso la fumetteria
“COMICS BOULEVARD”
via dei Latini 31 (Roma, San Lorenzo)
tel. 06.45.50.42.50


Disclaimer

Protected by Copyscape


Il CorrieredelWeb.it è un periodico telematico nato sul finire dell’Anno Duemila su iniziativa di Andrea Pietrarota, sociologo della comunicazione, public reporter e giornalista pubblicista, insignito dell’onorificenza del titolo di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana.

Il magazine non ha fini di lucro e i contenuti vengono prodotti al di fuori delle tradizionali Industrie dell'Editoria o dell'Intrattenimento, coinvolgendo ogni settore della Società dell'Informazione, fino a giungere agli stessi utilizzatori di Internet, che così divengono contemporaneamente produttori e fruitori delle informazioni diffuse in Rete.

Da qui l’ambizione ad essere una piena espressione dell'Art. 21 della Costituzione Italiana.

Il CorrieredelWeb.it oggi è un allegato della Testata Registrata AlternativaSostenibile.it iscritta al n. 1088 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce il 15/04/2011 (Direttore Responsabile: Andrea Pietrarota).

Tuttavia, non avendo una periodicità predefinita non è da considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 07/03/2001.

L’autore non ha alcuna responsabilità per quanto riguarda qualità e correttezza dei contenuti inseriti da terze persone, ma si riserva la facoltà di rimuovere prontamente contenuti protetti da copyright o ritenuti offensivi, lesivi o contrari al buon costume.

Le immagini e foto pubblicate sono in larga parte strettamente collegate agli argomenti e alle istituzioni o imprese di cui si scrive.

Alcune fotografie possono provenire da Internet, e quindi essere state valutate di pubblico dominio.

Eventuali detentori di diritti d'autore non avranno che da segnalarlo via email alla redazione, che provvederà all'immediata rimozione oppure alla citazione della fonte, a seconda di quanto richiesto.

Per contattare la redazione basta scrivere un messaggio nell'apposito modulo di contatto, posizionato in fondo a questa pagina.

Modulo di contatto

Nome

Email *

Messaggio *