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martedì 16 giugno 2009

Mostre. Sculture all’aria aperta per riscoprire Porta Nuova

MOSTRE. SCULTURE ALL'ARIA APERTA PER RISCOPRIRE PORTA NUOVA

Milano, 16 giugno 2009 - Saranno gli spazi antistanti l'ottocentesca e monumentale Porta Nuova, in piazza Principessa Clotilde, a ospitare dal 17 al 24 giugno la seconda edizione de "La Porta dell'Arte", la mostra di scultura "en plein air" realizzata dall'Associazione Castelli e Ville Aperti in Lombardia con il patrocinio dell'Assessorato al Turismo, Marketing territoriale e Identità del Comune.

"Un progetto artistico che permette di riscoprire, attraverso l'interazione tra arte e tessuto urbano, il grande patrimonio architettonico della città, raccordando il passato con le nuove visioni del presente – spiega l'assessore Massimiliano Orsatti -. Iniziative come questa consentono ai milanesi di guardare con occhio nuovo e più attento angoli unici della città, luoghi capaci di coniugare le forme dell'architettura con l'identità e la storia della città".

In mostra 40 opere realizzate dallo scultore milanese Matteo Berra, simili a ragni dalle lunghe gambe nere che sembrano muoversi nella piazza e interagire tra loro, aggrovigliandosi le une alle altre, sostenendosi a vicenda. In questo modo l'artista ha immaginato di costruire un apparato scenico di relazione fra le sculture e lo spazio della piazza, che si trasforma in un'insolita scenografia urbana. La disposizione delle sculture verrà modificata più volte: una prima al momento dell'installazione ed altre due in corso d'opera per sottolineare maggiormente l'interazione tra le sculture e le caratteristiche architettoniche della piazza.

Grazie a "La Porta dell'Arte", l'Associazione Castelli e Ville Aperti in Lombardia assieme all'Assessorato al Turismo del Comune, si fanno promotori di un nuovo modo di vivere e fruire la città, che unisce la creatività, la contemporaneità dell'arte con i monumenti storici e gli angoli più identitari della città.

La mostra sarà inaugurata domani, mercoledì 17 giugno, alle ore 18.30.

Immagini



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Redazione del CorrieredelWeb.it
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Domenico Gioia e Sixty Hotel, successo per numero zero.

Il famoso artista di Zelig presenta il suo ultimo corto “IL PROVINO”

Sono stati più di cinque i corti presentati al Sixty hotel, alla presenza di un pubblico selezionato che comprendeva il neo eletto Sindaco Massimo Pironi ed il direttore dell'Associazione Albergatori di Riccione Luca Cevoli.

Dopo una bella giornata di mare, i riccionesi ed i turisti di passaggio per via Milano si sono trovati davanti ad uno spettacolo inaspettato.

Sulla piattaforma antistante l'hotel Sixty si è tenuta la prima di una serie di iniziative culturali volute dalla Direttrice Veronica Paderni e il curatore artistico Domenico Gioia.

“Il provino”, corto presentato in anteprima, ha aperto la sequenza; sia Matteo Giacchella che Niba, hanno raccontato i loro lavori intrattenendosi con il pubblico.

L'operazione diretta e condotta da Domenico Gioia curatore artistico ha come primo obiettivo quello di avviare un dialogo con il turista e l’abitante di Riccione, che abbia contenuti di carattere alternativo tramite un percorso culturale di avanguardia.

Sicuramente ha detto Gioia nel suo intervento non è facilissimo aprire il viatico dell’attenzione all’arte in una città dove l’imperativo è divertirsi, ma secondo il curatore Riccione ha delle potenzialità enormi ed è ora di sfruttarle, in quanto il divertimento ed il benessere hanno diverse facce.

Matteo Giacchella ha evidenziato le tematiche espresse nei corti, tra cui il rifiuto del consumismo e il rapporto tra uomo e tecnologia.

Inoltre, sempre Giachella ha illustrato come sia semplice ottenere ottimi risultati, nella realizzazione di materiale cinematografico con investimenti bassissimi.

Niba, si è simpaticamente intrattenuto con il pubblico dialogando sia con i giovanissimi che con gli adulti.

La serata è stata accompagnata da un buffet, offerto da alcune ditte marchigiane aderenti al network di promozione "le marche.it"

Domenico Gioia

marketing@noicultura.it

www.noicultura.it

www.cjac.it

www.myspace.com/domenicogioia

Associazione Culturale Noicultura

Corso Matteotti, 46

60035 Jesi (An)

Tel. 0731 842054

cell. 340 4591021

MOSTRA DI GUIDO STRAZZA

    Guido Strazza

    Opere 1958-2008



    Museo della Grafica

    Pisa, Palazzo Lanfranchi

    16 giugno – 16 ottobre 2009



    Con la mostra Guido Strazza. Opere 1958-2008, il Museo della Grafica presenta l'opera di uno dei maggiori protagonisti dell'arte italiana del secondo '900.

    Dalla prima maturità alla colma stagione odierna: cinquant'anni di pittura, disegno, incisione racconta questa grande mostra antologica che il Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi di Pisa dedica a Guido Strazza, uno dei principali e più rigorosi interpreti della ricerca astratta in Italia nella seconda metà del ventesimo secolo, e certamente il maggiore nostro incisore del tempo, che ha saputo far progredire di conserva la teoresi e la pratica della tecnica incisoria.

    La prima maturità si dà per Strazza a Milano, sullo scadere degli anni Cinquanta: al termine d'un lungo peregrinare che l'ha portato a vivere e ad esporre in Sud America (personali a Lima, Santiago, San Paolo, Rio de Janeiro) e, di ritorno in Italia, al Cavallino di Venezia, città dove ha fissato per alcuni anni la dimora. A Milano, poi, nel clima tardo-informale che prende atto insieme di Wols e di Michaux, viene un linguaggio tutto personale, che affida al segno, nato per autonoma necessità di forma, il compito di svelare la traccia sull'oggi di una memoria, del ricordo di un evento avvistato in prossimità della natura e della storia: come sarà poi durevolmente in Strazza. Preziosi documenti di questo periodo sono anche alcune opere su carta che l'artista dona al Gabinetto Disegni e Stampe dell'Università di Pisa istituito da Carlo Ludovico Ragghianti.

    Vengono allora le Metamorfosi, poi gli Orizzonti olandesi (nati, spogli e silenziosi, in un soggiorno ad Amsterdam che culminerà, nel '61, in una personale allestita allo Stedelijk Museum), quindi – in un ritorno improvviso di vaga allusività naturalistica – il Giardino delle Esperidi: ciclo cui Strazza dà vita a Roma, dove si è trasferito all'inizio degli anni Sessanta e dove, con un assiduo lavoro condotto presso la Calcografia Nazionale, porterà al culmine il suo proposito di trasporre nell'incisione l'assolutezza, l'incontaminata purezza della luce (sono di questo tempo i cicli del Ricercare e della Trama quadrangolare). Allo scadere dell'ottavo decennio, il nascondimento e il peso oscuro del tempo si posano infine su quelle luci caste e purissime: vengono allora i Segni di Roma, in cui la memoria e l'ombra, forse accompagnata da un sentimento di rimpianto e di malessere, tornano a farsi egemoni.

    Tutti questi cicli, fino a quelli suoi forse più noti (i Cosmati) e agli ultimissimi (gli Archi) sono esposti al Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi, in una mostra che si qualifica come una delle più impegnative allestite dall'artista nella ormai lunga carriera.


    Curata da Fabrizio D'Amico, Antonio Pinelli e Alessandro Tosi, la mostra Guido Strazza. Opere 1958-2008 è accompagnata da un catalogo edito dalla casa editrice Plus.

    Nell'occasione sarà proiettato un filmato con un'intervista all'artista.

      Note biografiche

      Guido Strazza nasce a Santa Fiora (Grosseto) nel 1922.

      Inizia l'attività artistica dopo un incontro con F.T. Marinetti che vede i suoi lavori giovanili e lo invita a partecipare a mostre di Aeropittura (a Palazzo Braschi, Roma, e alla Biennale di Venezia, 1942).

      Nel 1946 si laurea in Ingegneria a Roma, ma presto abbandona la professione per dedicarsi completamente alla pittura. Nel 1948 parte per il Sud America (Perù, Cile, Brasile), dove dipinge ed espone (Biennale di San Paolo, 1951, 1953). A Lima è tra i promotori della "Agrupación Espacio", associazione di artisti e architetti con i quali partecipa al progetto per la ristrutturazione della città del Callao, distrutta da un terremoto. Si interessa di arte preincaica e cura una mostra della collezione archeologica Larco Herrera. A Rio de Janeiro, nello studio di Fayga Ostrower (1953), ha il suo primo contatto con la tecnica dell'incisione e incide le sue prime lastre.

      Nel 1954, rientrato in Italia, prende studio a Venezia e, nel 1957, a Milano dove risiede fino al 1963. Sono di questo periodo i "Racconti segnici", lunghe pitture in rotolo (Museum Ludwig di Colonia) e "Metamorfosi", studi sulle mutazioni delle forme realizzati nei cicli di pitture a tema: "Balzi Rossi" (Galleria del Naviglio, Milano 1956 – Galleria dell'Ariete, Milano 1958) e "Paesaggio Olandese" (Stedelijk Museum, Amsterdam 1961). Nel 1963, tornato a Roma, frequenta i laboratori della Calcografia Nazionale (1964-67) che il direttore Maurizio Calvesi ha aperto agli artisti interessati al linguaggio dell'incisione, nell'ambito di una rinnovata ricerca sul segno. Nel 1968 presenta alla Biennale di Venezia (sala personale) i risultati di quella esplorazione, impostata sul rapporto cangiante segno-luce (immagini su schermi mobili trasparenti) e in seguito sul rapporto luce-geometria, che troverà piena espressione nel ciclo di pitture e litografie "Ricercare" (1973).

      Nel 1974, chiamato dal Direttore Carlo Bertelli, torna in Calcografia Nazionale per impostare una didattica sull'incisione, che organizza e dirige per tre anni come ricerca di gruppo sul segno. Ne elabora i risultati ne "Il gesto e il segno", pubblicato da Vanni Scheiwiller (Milano 1979). Il rigore analitico degli ultimi lavori lascia progressivamente spazio a una gestualità esemplificata dai cicli di pitture e incisioni: "Trama quadrangolare" (Palazzo Reale, Milano 1979), "Segni di Roma" (Colonne, Muri, Trame, 1980-84) e, con più accentuata interazione tra geometria e colore, dalla serie dei "Cosmati" (Biennale di Venezia, 1984, sala personale), che gli valgono nel 1988 il Premio Feltrinelli per la grafica. Più recenti, le serie di pitture e incisioni "Archi" e "Orizzonti" (Galleria Stamperia Il Bulino, Roma 1998 e 2002), per le quali riceve nel 2003 il premio Feltrinelli per l'incisione, e "Segni" (Galleria Morone, Milano 2009).

      Ha insegnato incisione alla Calcografia Nazionale, all'Accademia di Belle Arti dell'Aquila, alla Wesleyan University (Connecticut USA) e all'Accademia di Belle Arti di Roma, della quale è anche stato direttore. È membro dell'Accademia Nazionale di San Luca e della Koninklijke Vlaamse Academie van België.



Per ulteriori informazioni e per eventuali richieste:

Carlo Allegretti
Comune di Pisa
328 0121481 c.allegretti@comune.pisa.it

Antonio D'Agnelli
Università di Pisa
338 8855730 comunicazione@unipi.it


galleria il bulino artecontemporanea
via Urbana, 148
00184 Roma
Tel./fax +39 06 4742351
Tel. +39 06 47542161
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Mostre. A Palazzo Reale i videoritratti di Robert Wilson

MOSTRE. A PALAZZO REALE I VIDEORITRATTI DI ROBERT WILSON
Finazzer Flory: "Una forma d'arte che va al di là del tempo e dello spazio"

Milano, 16 giugno 2009 - Dopo il grande successo ottenuto in tutto il mondo, da New York a Mosca, da Miami a San Paolo, apre a Milano la mostra VOOM Portraits dell'artista americano Robert Wilson, un progetto promosso dall'Assessorato alla Cultura del Comune in collaborazione con Change Performing Arts, prodotto da Palazzo Reale, VOOM HD e CRT Artificio, in collaborazione con Mediacontech.

Robert Wilson è riconosciuto come una delle figure più importanti della nostra epoca nel teatro, nell'opera e nell'arte. Nella sua carriera più che trentennale, con il suo modo di interpretare le arti visive e attraverso l'uso della luce, Wilson non solo ha influenzato il teatro ma ha rivoluzionato con il suo linguaggio design, architettura e media.

"Abbiamo portato a Palazzo Reale Brad Pitt, Winona Ryder, Johnny Depp, Carolina di Monaco, Salma Hayek, Suzushi Hanayagi, Isabella Rossellini. Non sono loro in carne ed ossa, ma i loro ritratti, anzi, meta-ritratti di Robert Wilson che vanno oltre la ripresa – spiega l'assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory -. Si tratta di una forma d'arte che va al di là del tempo e dello spazio e regala emozioni che solo la video-art può dare. Una forma di arte contemporanea nella quale Milano crede fortemente e alla quale il Comune vuole offrire uno spazio d'eccezione: palazzo Dugnani che diventerà sede della video-art. La mostra si inserisce inoltre nel progetto Milano-Mondo che quest'anno si rivolge agli Stati Uniti, alla sua arte, ai suoi artisti, di cui Wilson è un illustre rappresentante".

A metà degli anni '70 Robert Wilson ha iniziato a sperimentare il videoritratto creando una serie di 100 episodi da 30 secondi noti come Video 50. Nel 2007, dopo oltre due anni di lavoro con VOOM HD Networks, compagnia pionieristica nella ricerca sulle tecnologie per la televisione in alta definizione, prendono forma i VOOM Portraits: una serie di video ritratti in alta definizione che ritraggono protagonisti dello star system, gente ordinaria e animali straordinari.
Per l'ideazione dei videoritratti l'artista trae ispirazione da film, arte, avvenimenti storici, quasi a creare una serie di "atti unici" per cui Winona Ryder, ad esempio, è Winnie di Giorni Felici di Beckett; Carolina di Monaco ricorda sua madre, Grace Kelly, in La finestra sul cortile di Hitchcock; Isabelle Huppert allude a un celebre ritratto di Greta Garbo.

La tecnologia rappresenta una componente fondamentale nella realizzazione di questi ritratti del ventunesimo secolo, straordinari per la purezza delle immagini. Partner tecnologico scelto per la mostra di Palazzo Reale è Mediacontech, azienda specializzata nella produzione di contenuti per i digital media; attraverso un sofisticato sistema di ripetizione, le opere possono essere mostrate in un loop infinito, sia che vengano esposte in un museo, sia in uno spazio pubblico o nella casa di un collezionista.
Il mezzo è il video ad alta definizione; la forma si pone tra il video e la fotografia. I ritratti possono essere visti in relazione ai filmati sperimentali di Andy Warhol: riprese frontali, movimenti minimi, con una camera fissa. Diversamente dai ritratti di Warhol però, Wilson si serve di luci, telecamere, apparecchiature per il montaggio e studi di registrazione. I ritratti sono stati filmati in formato orizzontale per gli schermi televisivi e in formato verticale per i monitor piatti al plasma, con una proporzione di 1:1 tra lo spettatore e il soggetto. Sono ripetuti in loop in modo da non avere un inizio e una fine, creando un'opera d'arte in fotogrammi. Quest'immagine senza interruzione è resa possibile dall'utilizzo di sistemi di registrazione computerizzati appositamente creati e integrati negli schermi stessi.

Ad un primo sguardo, i VOOM Portraits sembrerebbero tradizionali ritratti statici. D'improvviso però i personaggi compiono una semplice azione un battere di ciglia, un battito del piede, un'impercettibile modifica della postura – e l'esperienza della percezione cambia radicalmente.

I videoritratti includono Brad Pitt, Winona Ryder, Johnny Depp, Robert Downey Jr, la Principessa Carolina di Monaco, Mikhail Baryshnikov, Salma Hayek, Isabelle Huppert, Isabella Rossellini, Jeanne Moreau, Steve Buscemi, Macaulay Culkin, Dita Von Teese e sono accompagnati da colonne sonore create per l'occasione da musicisti del calibro di Lou Reed, Tom Waits, Bernard Hermann, Michael Galasso, Big Black, Bach reinterpretato da Glenn Gould, Hans Peter Kuhn, Ethel Merman.

In particolare, la mostra di Palazzo Reale è la più completa presentata fino ad oggi per quantità di ritratti e presenta per la prima volta al pubblico anche le immagini della coreografa giapponese Suzushi Hanayagi, appositamente realizzate da Wilson per questa occasione.

I videoritratti sono stati disposti da Wilson nelle 18 sale degli appartamenti storici, di cui è stato recentemente completato il restauro, secondo un allestimento che mira a enfatizzare il contrasto che viene a crearsi tra l'uso della tecnologia e gli arredi d'epoca delle diverse sale, secondo una sequenza in cui le opere si alternano tra ritratti singoli e installazioni complesse che ritraggono uno stesso soggetto su molteplici schermi.



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Redazione del CorrieredelWeb.it
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domenica 14 giugno 2009

gioia, ae un fotografo per caso


gioia,ae

un fotografo per caso

Mostra collettiva di Fotografia

a cura di Sguardo Contemporaneo

Inaugurazione giovedì 25 giugno 2009, ore 18.30

presso gli spazi della Galleria espositiva EXROMACLUB

dal 25 Giugno al 3 Luglio 2009

In linea con l' VIII edizione di FotoGrafia - Festival Internazionale di Roma la scelta di "declinare la gioia" rappresenta il tentativo di mostrare le diverse gradazioni che questo sentimento è in grado di suscitare.

Non gaudium ma gioia: un sentimento antico reso attraverso una parola moderna.

La prima declinazione latina indica la persistenza di un sentimento che accompagna l'uomo da sempre:

Nominativo: gioia sentita, espressa dal soggetto fotografante;

Genitivo: gioia appartenuta, propria del soggetto fotografato;

Dativo: gioia condivisa tra colui che fotografa e chi è fotografato;

Accusativo: gioia osservata oggettivamente nel reale;

Vocativo: gioia evocata;

Ablativo: gioia colta nella transitorietà, nell'infra-ordinario.

La fotografia come atto artistico (estetico formale), ma anche come strumento per documentare e raccontare la realtà, permette di usare una molteplicità di stili e prospettive; la selezione dei lavori segue la volontà di offrire una stratificazione di modi di vivere, di fotografare e di catturare la gioia.

L'idea di articolare la tematica secondo i casi del latino corrisponde alla diversità di linguaggio che ogni singolo artista ha utilizzato per declinare il proprio concetto di "gioia": sentita nel corpo (Nicol Vizioli), appartenuta al soggetto fotografato (Alessandro Giordani), condivisa da più individui (Tommaso Riva), osservata nel reale (Emanuela Testa), evocata nell'immaginario personale (Serena Facchin), vissuta nel quotidiano (Massimo D'Alessandro).

Si delinea così una collettiva all'interno della quale ogni artista mantiene la propria identità, il proprio spazio, attraverso un allestimento che ne esalta le singole poetiche.

L'evento sarà accompagnato da un video inedito degli Zero_scenE creato appositamente per la mostra.

In occasione della chiusura, venerdì 3 luglio, si terrà il finissage della mostra che terminerà alle ore 22.00.

Il collettivo Sguardo Contemporaneo viene fondato nel 2007 da giovani storici dell'arte e curatori formatisi presso l'Università di Roma "Sapienza". Nato inizialmente come mensile d'informazione online su artisti, mostre ed eventi culturali del panorama romano (con particolare attenzione al circuito galleristico), dal 2008 estende la sua attività anche al campo della curatela espositiva ed all'organizzazione di eventi culturali, impegnandosi nel tentativo di promuovere la giovane arte emergente.

Galleria espositiva EXROMACLUB - via Baccina 66, Roma (Rione Monti)

dal martedì alla domenica – 16.00/20.00


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Valentina Fiore 349 5738690

Simona Mondello 393 9403377

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