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domenica 1 ottobre 2017

Mario Vespasiani in una grande mostra al Museo Storico dell'Aeronautica Militare

Mario Vespasiani

FLY SKY and AIR

Il Museo Storico dell'Aeronautica Militare in occasione del quarantesimo anniversario della sua fondazione ha il piacere di annunciare la mostra di Mario Vespasiani, uno dei talenti più interessanti della pittura italiana, con un progetto specificatamente pensato per il Museo, dal titolo Fly Sky and Air.

Dopo l'importante esposizione collettiva Our place in space, su iniziativa della NASA e dell'ESA che sta coinvolgendo Vespasiani in un tour mondiale, in dialogo con le immagini dell'universo scattate dal telescopio Hubble, continua il suo interesse verso le altitudini e gli spazi aperti e questa mostra è un ulteriore tassello di una ricerca artistica che ha saputo distinguersi e raggiungere a soli 39 anni una notevole complessità e un particolare rilievo.

A quasi un secolo dal Manifesto dell'Aeropittura Futurista che con i suoi artisti ha oltrepassato quella che fino ad allora era la frontiera terrestre, per celebrare l'entusiasmo per la velocità e il mito della macchina, Vespasiani affronta il medesimo impulso partendo da un altro punto di vista e lo fa smaterializzando il peso dei velivoli, per immergerli in un paesaggio in cui si fondono, in uno spettacolo che è pura natura, nel quale appaiono simili agli scogli, alla montagne, alle tinte delle nuvole, esaltando la lezione di Enrico Prampolini, nel suo riferimento ad una "spiritualità extraterrestre" in cui l'occhio del pittore deve condurre ad una esperienza che non è più fisica ma mentale, in quello che definiva "idealismo cosmico".

Saranno presentate le opere inedite di vario formato, realizzate nel corso 2017, dedicate ad un tema, come quello del volo, che ha sempre appassionato l'autore e che con questa esposizione ne manifesta anche una conoscenza approfondita, nella scelta delle forme e dei modelli, che hanno segnato momenti significativi della storia dell'aeronautica mondiale, dagli albori fino agli ultimi modelli supersonici. 

Vespasiani dichiara di aver affrontato ogni opera lavorando sul particolare stato d'animo che gli ha suscitato ogni velivolo, cercando di mettere in risalto quelle caratteristiche come velocità, potenza, leggerezza e silenzio che contraddistinguono ciascun aereo, come fossero le peculiarità di soggetti umani ritratti, per questo Mario si è avvalso dei preziosi consigli dell'amico Gianluca che con la sua esperienza, gli ha fornito spunti importanti per familiarizzare con alcune caratteristiche note agli esperti. 

L'esposizione accoglie dipinti su tela, acquerelli su carta aeronautica e opere di realizzate su differenti materiali. Un evento che si annuncia di grande interesse sia per l'aspetto artistico che per quello didattico, per conoscere e scoprire come un mezzo meccanico e tecnologico, sia in grado di specchiarsi nell'arte, nel saper unire il viaggio al sogno, le prospettive inaspettate fino alle manovre audaci, tra istinto e preparazione metodica.

Il Museo Storico dell'Aeronautica Militare è il più importante museo nazionale di storia del volo e con i suoi 13.000 mq di superficie coperta, tra i più grandi al mondo. La mostra site-specific del giovane maestro Mario Vespasiani, non fa che confermare la missione dell'Istituzione nella promozione della cultura e della divulgazione storica, celebrando con un evento memorabile il suo Quarantennale.

L'esposizione sarà inaugurata presso l'hangar Badoni, dove sono conservati i Grandi Velivoli Storici, venerdi 20 ottobre alle ore 16,00 e proseguirà sino al 10 novembre 2017.


Autore: Mario Vespasiani

Titolo: Fly Sky and Air

Inaugurazione venerdi 20 ottobre alle ore 16,00

Luogo: Museo Storico dell''Aeronautica Militare

Durata: dal 20 ottobre al 10 novembre 2017

ORARI
Periodo ora legale ore 09.00 - 17.30 - Ultimo ingresso ore 17.00
Periodo ora solare ore 09.00 - 16.30 - Ultimo ingresso ore 16.00
Chiuso tutti i lunedì feriali

INGRESSO GRATUITO

Museo Storico dell''Aeronautica Militare
Aeroporto "Luigi Bourlot"
Strada Circumlacuale, snc - Loc. Vigna di Valle 
00062 - Bracciano (Roma)

Uff. Prenotazioni e Informazioni:
Tel/Fax 06.99887509/8


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COME RAGGIUNGERCI
AUTO: da Roma, seguire la Via Cassia fino a La Storta e inserirsi sulla Braccianese-Claudia da percorrere per 18 chilometri sino al bivio, situato sulla destra, per Vigna di Valle. Sempre lungo la Braccianese-Claudia si può uscire in località Osteria Nuova e proseguire per Anguillara-Sabazia, da dove, percorrendo il lungolago si giunge a Vigna di Valle. Provenendo dalla Via Aurelia o dall'Autostrada A12 (Roma-Civitavecchia), seguire le indicazioni prima per Cerveteri, poi per Bracciano e, successivamente, immettersi sulla Braccianese-Claudia, direzione Roma, da percorrere sino al bivio per il Museo sulla sinistra. Dall'Autostrada A1, prendere l'uscita Magliano Sabina direzione Civita Castellana, proseguire per Nepi, immettersi sulla Via Cassia Veientana, direzione Roma, ed uscire al bivio Settevene-Trevignano-Bracciano. Proseguire per 6.2 km circa fino al bivio per Anguillara Sabazia. Ad Anguillara, seguire il lungolago direzione Bracciano fino a raggiungere l'ingresso del Museo che troverete sulla destra.

TRENO: Linea FM3 con stazione di arrivo Bracciano e stazioni di partenza rispettivamente Roma Ostiense, per chi viene da Roma, e Viterbo Porta Fiorentina, per chi proviene da Viterbo (orari). Giunti a Bracciano è possibile raggiungere il Museo con taxi o bus locale (vedi sotto per gli orari).

AEREO: dall'Aeroporto Leonardo da Vinci (Fiumicino) prendere la ferrovia FM1 fino Roma Trastevere, poi ferrovia FM3 fino a Bracciano. Dall'Aeroporto di Ciampino prendere il bus Cotral fino alla stazione Anagnina, poi prendere la metro A fino a Valle Aurelia e da lì la ferrovia FM3 fino a Bracciano.


Mario Vespasiani (1978) è un artista visivo italiano. Inaugura la prima mostra non ancora ventenne e ad oggi ha esposto su tutto il territorio nazionale, in gallerie, musei e luoghi di culto. Durante la sua carriera le sue opere sono state poste in dialogo diretto con alcuni maestri dall'arte italiana, quali Mario Schifano, Osvaldo Licini, Lorenzo Lotto e Mario Giacomelli. 

La sua ricerca non ha riferimenti analoghi nel panorama contemporaneo per tematiche, scelte espositive e collaborazioni, nel corso del tempo è stato uno dei pochi ad avere interessato anche studiosi di discipline che vanno dalla teologia all'astrofisica, dall'antropologia alla filosofia. 

Si esprime attraverso un alfabeto simbolico che si fonda sulle rivelazioni della mistica cristiana e sulla pratica alchemica della pittura: attento osservatore delle leggi naturali e degli insegnamenti della sapienza orientale il suo lavoro va inteso come continuazione dell'opera creativa universale, da cui cogliere il sentimento spirituale. 

Dal 2013 lavora a Mara as Muse, un progetto composto da dipinti, disegni, fotografie e libri d'arte, che rimette la presenza femminile al centro dell'ispirazione artistica. Ha esposto nel 2011 al Padiglione Italia della Biennale di Venezia curato da Vittorio Sgarbi nella sede di Torino e qui con Imago Mundi alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Di recente è stato in mostra a Venezia e Chiavenna nella collettiva Our place in space, promossa da NASA ed Esa che proseguirà nel 2018 in un tour mondiale. 

Nel 2016 è l'ideatore del primo Festival sul pensiero contemporaneo la Sibilla e i Nuovi Visionari, che nel 2017 si è esteso anche in alcuni centri colpiti dal sisma; sempre nel 2017 è stato il promotore degli incontri interculturali dal titolo: Indipendenti, Ribelli e Mistici, che hanno coinvolto esponenti di vari ambiti a discutere sul presente, tra creazione e condivisione. Trentanove sono ad oggi le pubblicazioni personali, che dall'esordio, hanno documentato in maniera metodica la sua ricerca.


Il Museo storico dell'Aeronautica Militare è un museo aeronautico situato a Vigna di Valle nel comune di Bracciano, luogo in cui nel 1908 venne costruito e volò il primo dirigibile militare italiano. L'inaugurazione del museo è avvenuta nel 1977, alla presenza del Presidente della Repubblica Leone. Gestito direttamente dall'Aeronautica Militare, occupa le strutture che furono prima del Centro Sperimentale Aeronautico e quindi, fino al 1945, del Centro Sperimentale per gli idrovolanti e per l'armamento navale, poi sede di un reparto di Caccia Marittima e quindi di un gruppo di volo del soccorso aereo. 

Il museo, oltre ai velivoli e ai motori che rappresentano l'evoluzione dell'aeronautica in Italia, conserva importanti collezioni riguardanti apparecchiature fotografiche, apparati radioelettrici, armi, equipaggiamenti di bordo individuali e collettivi. A completamento è possibile ammirare numerosi oggetti e cimeli legati all'aeronautica gran parte dei quali provenienti da collezioni private. Il Museo pur mantenendo un indirizzo tipicamente tecnico e storico, presenta un'area dedicata all'influenza che ha avuto l'aviazione nell'arte figurativa.

Mario Vespasiani insieme alla moglie Mara

venerdì 29 settembre 2017

Guido Reni District: presentato cartellone autunnale delle Mostre


IL GUIDO RENI DISTRICT PRESENTA IL NUOVO CARTELLONE AUTUNNALE

La location proprietà del Gruppo cassa depositi e prestiti,
 protagonista del progetto di marketing degli usi temporanei
firmato Ninetynine-Urban Value, apre la stagione con 5 nuove mostre


Roma, 29 settembre 2017. La storia e il futuro della conquista dello spazio di "Cosmos Discovery"; i 350 corpi interi e organi plastinati di "Real Bodies"; le coinvolgenti esperienze alla scoperta della scienza proposte dalle 50 stazioni interattive della mostra "Scientopolis"; ma anche l'incredibile emozione di "Dinosaur Invasion" e il fascino immutabile di "Brikmania" con 120 opere di mattoncini LEGO®.

Sono queste le cinque mostre che compongono il cartellone autunnale del Guido Reni District, la location protagonista dell'ambizioso progetto di marketing degli usi temporanei realizzato da Urban Value, la divisione di Ninetynine (società di marketing, advertising ed eventi) che ha recuperato l'ex caserma che il Gruppo Cassa depositi e prestiti ha scelto di mettere al servizio della comunità locale trasformandola - in attesa della sua valorizzazione finale - in un contenitore di eventi capace di generare valore culturale ed economico per la città.

Il cartellone delle mostre - allestite e prodotte da Venice Exhibition, promoter internazionale di eventi culturali, in collaborazione con Time4Fun, società di organizzazione e promozione di entertainment - è stato presentato oggi nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno preso parte il giornalista e divulgatore scientifico, Alessandro Cecchi Paone, il CEO di Ninetynine, Simone Mazzarelli, la Presidente del II Municipio di Roma Capitale, Francesca Del Bello, i rappresentanti di CDP Investimenti Sgr e Claudio Panadisi, Co-Founder di Time4Fun.

"Le cinque mostre presentate oggi - ha dichiarato Simone Mazzarelli, CEO di Ninetynine - sono un'ulteriore dimostrazione del successo ottenuto dal Guido Reni District, un progetto che, a circa 7 mesi dal lancio, ha coinvolto nei lavori 1.000 imprese, generato 283 posti di lavoro, promosso la nascita di 11 nuove realtà imprenditoriali, sviluppando un indotto complessivo per la città stimato in circa 37 milioni di euro". 

La riqualificazione dell'ex Caserma Guido Reni, attraverso usi temporanei, rappresenta tuttavia solo un punto di partenza. Con Urban Value puntiamo a stimolare, non solo a Roma ma in tutta Italia, la valorizzazione immobiliare e la rigenerazione urbana attraverso soluzioni capaci non solo di portare valore economico e culturale, ma anche di riattivare il tessuto sociale, combattere il degrado urbano e richiamare acquirenti finali, grazie al marketing degli usi temporanei."

"Mi sembra di essere tornato alla guida della Macchina del Tempo, quando divertendoci imparavamo tutto sul passato e sul futuro, sulla natura e il corpo umano" – ha raccontato Alessandro Cecchi Paone. 

"I risultati finora raggiunti dal Guido Reni District sono motivo di grande soddisfazione e dimostrano come la riqualificazione attraverso usi temporanei sia uno strumento formidabile per dare nuova linfa alla nostra città, sia in termini economici che sociali" ha dichiarato Francesca Del Bello, Presidente del II Municipio di Roma Capitale. "Quella che ha preso vita negli spazi dell'ex caserma è una best practice che ha effetti non solo sotto il profilo economico, ma anche dal punto di vista del decoro e della rigenerazione urbana. Un esempio che parte dal II Municipio e che mi auguro possa essere preso a modello per tutta la città".

"Abbiamo voluto concentrare al Guido Reni District di Roma le proposte espositive a carattere edutainment più apprezzate dai visitatori di tutto il mondo, spaziando dai segreti del corpo umano alla sfida delle esplorazioni spaziali, fino alle meraviglie della scienza, della paleontologia e delle costruzioni con i mattoncini, per un'immersione completa dei visitatori che soddisfi a 360 gradi l'esigenza di apprendimento mirato attraverso l'intrattenimento" ha dichiarato Claudio Panadisi, Co-Founder di Time4Fun.

Da domani (30 settembre) dunque la Capitale ospiterà una serie di eventi espositivi, alcuni dei quali in anteprima assoluta in Italia dopo aver riscosso grande successo nelle capitali europee dove sono già stati proposti. 
A cominciare da "Cosmos Discovery" che - con i suoi 250 cimeli delle missioni spaziali di USA ed ex Urss e un enorme planetario con immagini tridimensionali dell'Universo - ha di recente ottenuto a Lisbona il consenso di 200.000 visitatori e che per questa edizione presenterà - per la prima volta - pezzi inediti del settore aerospaziale. 

Attesa anche per "Dinosaur Invasion" che a Parigi ha registrato 180.000 visitatori riproducendo una giungla giurassica popolata da 40 dinosauri a dimensione naturale e in movimento, grazie alla sofisticata tecnologia animatronica. 

Grande ritorno a Roma, invece, di "Real Bodies, scopri il corpo umano", esposizione dal grande appeal che anche a Milano ha registrato un vero e proprio boom con 280.000 ingressi. 

E infine, le mostre interattive "Scientopolis", che aprirà il 1 novembre, e "Brikmania": la prima dedicata alle coinvolgenti esperienze alla scoperta della scienza e dei fenomeni naturalila seconda con 120 opere di mattoncini LEGO® che riproducono l'evoluzione dei mezzi di trasporto (tra cui un transatlantico Titanic lungo oltre 10 metri) e con un'enorme area ludica dove i bambini potranno dare sfogo alla loro fantasia. 

Cinque mostre imperdibili dunque che, sempre nella giornata di oggi, hanno fatto da sfondo ad un'importante iniziativa dalla forte valenza sociale: il Guido Reni District ha infatti aperto le sue porte a 20 ragazzi dell'Istituto Penale Minorile "Casal Del Marmo" di Roma che, accompagnati dalla dott. sa Liana Giambartolomei, hanno avuto la possibilità di visitare in anteprima il percorso espositivo.

Inoltre, sempre al Guido Reni District ha già aperto i battenti Brivido Giallorosso, una mostra di arte digitale, realizzata da Brivido Pop, che racconta fino al 9 ottobre momenti e personaggi che hanno segnato la storia del "tifoso romanista", accostandoli e confrontandoli con i capolavori dell'arte italiana, icone fantastiche e stelle del cinema. E nella stessa location è già visitabile anche Decades, mostra curata da Philobiblion Gallery che propone fino al 22 ottobre un percorso espositivo di opere murali, tele, originali su plexiglass e tutte le tecniche proprie della Street Art.

giovedì 28 settembre 2017

Mostra di Clinton Whiting allo SpazioELLE

Clinton Whiting

Abiding Embrace / Indissolubile Abbraccio

A cura di Domenico Cornacchione

22 settembre – 20 ottobre 2017

SpazioELLE – centro di ricerca e sperimentazione artistica
Castel Gandolfo – Via del Mare 138



Si è aperto, lo scorso 22 settembre 2017, il secondo anno di attività del centro di sperimentazione artistica SpazioELLE

A inaugurare questo nuovo anno è stato l'artista statunitense Clinton Whiting che ha presentato quattordici lavori pittorici realizzati appositamente per l'occasione.

"Abiding Embrace / Indissolubile Abbraccio", questo il titolo della mostra, è la prima esposizione dello SpazioELLE unicamente dedicata alla pittura, ed è anche la prima riservata esclusivamente all'arte figurativa. 

Clinton Whiting, infatti, ispirandosi al sarcofago etrusco di Arnth Tetnies e Ramtha Vishnai, conservato nel Museum of Fine Arts di Boston, ha realizzato una serie di dipinti in cui la figura umana è il soggetto principale, talmente importante che predomina su tutto, a tal punto da essere l'unico soggetto dipinto. 

Le sue figure si muovono in una dimensione diversa dalla nostra. 

Lo sfondo scompare e al suo posto appaiono campiture colorate che creano un senso di spaesamento. 

La mostra resterà aperta fino al 20 ottobre 2017, tutti i mercoledì e i venerdì dalle 10:30 alle 12:30 e dalle 16:30 alle 19:30. 

L'ingresso è gratuito, e si possono prenotare visite durante gli altri giorni della settimana scrivendo all'indirizzo mail spaziol.lacicala@gmail.com

Mostra "Guerre Stellari – Play" > dal lunedì al venerdì, per tutti i visitatori, costo del biglietto 5 euro > Porto Antico di Genova, Magazzini del Cotone - Modulo1

Guerre Stellari – Play
Porto Antico di Genova, Magazzini del Cotone - Modulo 1

In occasione degli ultimi giorni di apertura della mostra (fino al 15 ottobre 2017) > dal lunedì al venerdì > per tutti i visitatori > costo del biglietto 5 euro




Tina Sgrò SPAZIOLUCE - 4 novembre 2017 Febo e Dafne Torino

TINA SGRÒ

SPAZIOLUCE

Mostra Personale
4 novembre 2017 – 6 gennaio 2018

galleria Febo e Dafne
via della Rocca 17 - Torino

INAUGURAZIONE
 Sabato 4 novembre, dalle ore 18.30
in occasione de
La Notte delle Arti contemporanee di Torino 2017


Inaugura il 4 novembre la mostra personale di Tina Sgrò SpazioLuce
 alla galleria Febo e Dafne di Torino in occasione della
Notte delle Arti Contemporanee 2017
Tina Sgrò luce-vita
100x100 - 2014


Cliccare sull'immagine per scaricarla
Torino, 27 settembre 2017 - La mostra personale SpazioLuce di Tina Sgrò, alla galleria Febo e Dafne di Torino, è un'occasione per approfondire la ricerca stilistica e poetica dell'artista calabrese, classe 1972, che lavora ormai da anni tra Reggio Calabria, sua città natale e di formazione, e Milano. Un excursus che include lavori precedenti e opere espressamente prodotte per l'occasione e che rivela i molteplici aspetti dell'indagine della Sgrò.

Scene d'interni si confrontano con paesaggi urbani, seguendo due ambiti di esplorazione dello spazio, paralleli e complementari, che da tempo l'artista persegue. Minimo comun denominatore è per lei sempre la raffigurazione della luce che, nelle contrapposizioni bilanciate di chiari e scuri e nei contrasti a volte estremi, è la vera protagonista del suo lavoro.

Non sono gli arredamenti, nemmeno gli oggetti di uso quotidiano, tantomeno le strade, ad essere gli autentici significanti di quelle opere che lei preferisce definire "visioni". È la luce ad essere realmente rappresentata, con una tecnica sapientemente esercitata e che fa richiamo inevitabilmente all'insegnamento caravaggesco.

Gli oggetti, gli ambienti fissati nelle sue tele, non sono che un punto di partenza, un pretesto per consentire alla rappresentazione della luminosità di esprimere un messaggio tanto semplice quanto sostanziale: la convinzione che la realtà sia racchiusa essenzialmente in oggetti e luoghi di "uso" quotidiano, dalla fallace consistenza (come in realtà la vita stessa è), che attraverso la luce possano irradiare la loro insita essenza, come se appunto il senso della vita fosse rinchiuso proprio nei dettagli più effimeri.

Un vaso pieno di fiori, un comò carico di oggetti per la toilette, oppure le scie di un'automobile passata così velocemente da non lasciare alcuna traccia nell'istantanea colta dall'artista: la presenza della vita e delle azioni è suggerita dall'assenza dei protagonisti.

Qualcuno ha riempito quei vasi, ha adoperato quei profumi, ma la loro attività è impressa solo nelle testimonianze lasciate dall'uso di quegli "utensili". Senza i protagonisti dell'azione gli strumenti conquistano la ribalta e la scena rimane significativamente vuota.

Solo la luce può rivelare uno scorcio attraverso cui spiare il vero senso della realtà; quelle immagini non narrando apparentemente nulla, si trasformano in evocazione emotiva: la visione di uno stato d'animo.

Negli interni la raffigurazione rimane intima, raccolta, ravvivata da colori a volte surreali che rivelano il dettaglio di un'unica tonalità estrapolata dallo spettro della luce; sono queste riflessioni sull'attimo che si ferma, come congelato e che ci consente di entrare nella vera essenza delle coseGli esterni al contrario, rappresentano il movimento, lo scorrere disordinato ed inarrestabile del tempo, delle azioni, della totalità.

Qui allora compaiono solo le scie delle luci di un'automobile, le pennellate raffigurano le impronte veloci dei pneumatici sull'asfalto; la scena è congelata, ma paradossalmente il soggetto è proprio il movimento,  ciò che scorre all'interno di uno still life.

Esempi emblematici di quella che l'artista stessa definisce la "poetica dell'insignificante", secondo la Sgrò è infatti sempre il fruitore a dare valore a ciò che vede nel quadro: "I miei dipinti vivono di soggetti fermi, dopo l'immediato movimento/uso. La figura, assente, ha compiuto l'azione, scomparendo repentinamente. Io racconto il dopo-azione. La successione di attimi vitali."

La ricomposizione della storia e del significato spettano quindi allo spettatore, poichè ognuno ha il potere di attribuire alla vita stessa il significato che ritiene più opportuno.
Sirio Schiano lo Moriello
Tina Sgrò Strada della scuola
acrilico su tela - 100x130 - 2016


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Tina Sgrò
Tina Sgrò nasce a Reggio Calabria nel 1972, dove consegue gli studi accademici. È stata vincitrice del Premio Arte Mondadori nel 2006, Premio Galleria 2013 per il concorso Arte Laguna e finalista per il Premio Celeste a cura di Gianluca Marziani nel 2004. Ha partecipato alla 54° Biennale di Venezia, Padiglione Italia/Calabria presso Villa Zerbi a Reggio Calabria.

Sue opere sono nella sede della Corte dei Conti di Potenza (2003) e nella sede della Questura di Grosseto (2011) grazie all'aggiudicazione dei rispettivi concorsi.

domenica 24 settembre 2017

Archetipo: l’idea e l’immagine. La Scultura di Claudio Nardulli

A cura di Barbara Martusciello
Con un’introduzione di Rita Paris - Direttore del Parco Archeologico dell’Appia Antica   

Inaugurazione: sabato 30 settembre  alle ore 16.00  e sino alle 19.15

Si inaugura sabato 30 settembre, alle ore 16.00, negli spazi coperti del sito archeologico di Capo di Bove sulla Via Appia Antica, dove ha anche sede l’Archivio Antonio Cederna, la mostra Archetipo: l’idea e l’immagine. La Scultura di Claudio Nardulli a cura di Barbara Martusciello e introdotta dal Direttore del Parco Archeologico dell’Appia Antica, Rita Paris.

Le sculture sono allestite in questo luogo di grande importanza storico-archeologica discretamente ma con una loro forza e un impatto visivo mirabile; la materia assimila un tempo pressoché infinito per gli esseri viventi, “il tempo geologico” e si dà con minuziosa e raffinata conformazione. Di queste opere si apprezza la perizia manuale, lo studio e la calibrazione del marmo usato e forzato fino al massimo consentito, oltre il quale si spezzerebbe, e l’effetto di leggerezza e dinamicità. 

Sulla scia della  tradizione plastica della Storia dell’Arte, queste sculture lapidee sono però libere di esplorare il mondo della pura forma: analizzando e riproponendo in maniera finissima e mentale la rarefatta astrazione e la sintesi geometrica, non euclidea, le superfici a guscio, i piani a quadrica, le estensioni paraboloidi iperboliche, gli ellissoidi. 

Tali marmoree solidità, che alludono alla malleabilità, alla flessuosità e accolgono la luce nei propri incavi e nelle sporgenze animandosi, quasi vibrando come viva sostanza, richiamano certa preesistenza in natura ma anche nell’antico e nell’architettura ponendosi infine come elemento integrale, autentico e originario: archetipico. 

Vi dimora l’arché, il "principio" di tutto, inizio e dunque modello. Da Filone di Alessandria, Dionigi di Alicarnasso e Luciano di Samosata a Platone sino a Carl Gustav Jung e poi a Jacques Derrida, è lungo l’elenco di chi sviluppò il tema nei suoi diversi segmenti e significati; Nardulli li comprende tutti, perché li conosce, li ha elaborati e ne ha accolta quella frazione a lui fondamentale per definire una lingua tutta sua. 

La sua scultura deriva da lì, da quella vastità sapienziale ma anche sensualmente fisica, carnale – senza quest’ultima la scultura non emetterebbe nemmeno i primi vagiti! – tradotta in questi vividi monumenti alla forma/pensiero, in un equilibrio compiuto tra spazio e tempo dimostrando e sottolineando l’archiscrittura e, insomma, i metaconcetti: intensamente connettivi, come potenzialmente è la stessa Arte che questa mostra celebra.

Info mostra
Inaugurazione: sabato 30 settembre, ore 16.00 – 19.30
(ingresso consentito sino alle 19.15)

Archetipo: l’idea e l’immagine. La Scultura di Claudio Nardulli - A cura di Barbara Martusciello; con un’introduzione di Rita Paris, Direttore del Parco Archeologico dell’Appia Antica 

Sito archeologico Capo di Bove, Parco Archeologico dell’Appia Antica - Via Appia Antica 222, Roma

Dal 30 settembre al 28 ottobre 2017; dal lunedì alla domenica 9.00 – 18.30, orario continuato. 

Ingresso gratuito. Accessibilità totale. Contatti: pa-appia.archiviocederna@beniculturali.it

Trasporti: Metro A fermata Colli Albani e proseguire con bus linea 660

Con il Patrocinio:
MiBact-Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo; Parco Archeologico dell’Appia Antica; Casa dell’Architettura di Roma – Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori di Roma e provincia  




sabato 16 settembre 2017

Corte Ospitale, Rubiera (RE) | Calzolari, Mastronardi, Tagliati | A cura di Sandro Parmiggiani | 23 settembre - 29 ottobre 2017



RUBIERA (REGGIO EMILIA) – CORTE OSPITALE
23 SETTEMBRE – 29 OTTOBRE 2017

LE STRADE DELLA PITTURA
CARLO CALZOLARI, CARLO MASTRONARDI, CORRADO TAGLIATI
Opere recenti di tre artisti reggiani
che si misurano con gli strumenti e i valori della pittura

Inaugurazione: sabato 23 settembre, ore 18.00


"Le strade della pittura" di Carlo Calzolari, Carlo Mastronardi e Corrado Tagliati dal 23 settembre al 29 ottobre 2017 alla Corte Ospitale di Rubiera (RE).
La mostra, promossa dal Comune di Rubiera, verrà inaugurata sabato 23 settembre alle ore 18.00. Saranno presenti, oltre agli artisti, Emanuele Cavallaro (Sindaco del Comune di Rubiera), Elena Lusvardi (Assessore alla Cultura del Comune di Rubiera) e Sandro Parmiggiani (curatore).
L'esposizione si tiene in un luogo fortemente simbolico – la cinquecentesca Corte Ospitale di Rubiera, per secoli centro di accoglienza e di incontro, e in questa occasione luogo simbolico in cui si incrociano le strade della pittura – e riunisce e mette a confronto tre artisti reggiani, originari di terre diverse: Calzolari è nato a Parma nel 1944, anche se risiede a Reggio Emilia da quarantacinque anni; Mastronardi è nato a Prepotto (Udine) nel 1940 ed è rubierese di adozione, essendosi qui trasferito il padre medico quando lui aveva dieci anni; Tagliati ha solidi, apparentemente irrecidibili, legami con l'Appennino, essendo nato a Castelnovo ne' Monti nel 1940, e avendovi sempre vissuto.
"Le strade della pittura" è una mostra che, pur di dimensioni contenute – una decina di opere per ciascuno degli autori –, assume significati e valori peculiari. Da un lato, essa getta luce su ciò che tenacemente alcuni artisti continuano quotidianamente a fare, nel silenzio e nella solitudine dei loro studi, interrogandosi su quali possano essere oggi i linguaggi della pittura, capaci di non recidere il legame con la tradizione, di confrontarsi con il nuovo e, soprattutto, di essere fedeli testimoni della loro interiorità, delle tensioni che li animano, delle sfide che sentono di dovere raccogliere. Dall'altro lato, questi artisti dimostrano come la provincia possa essere luogo in cui si può sperimentare, lontano da luci e assedi di ogni genere (compresa la sollecitazione a replicare ciò che il mercato accoglie), un percorso di continui affinamenti e verifiche, con esiti che sono parte di ciò che può definirsi contemporaneo.
Calzolari, Mastronardi e Tagliati non formano certo un gruppo, né mai hanno pensato di dare vita a un sodalizio formale che potesse sostenere il loro percorso. Nutrono, da molti anni, sentimenti di amicizia personale, e di rispetto l'uno per il lavoro dell'altro, che già li hanno portati in passato ad esporre assieme, pure con altri amici artisti, quali i compianti Marco Gerra e Bruno Olivi, oltre a Fausto De Nisco.
Sono assai diverse le strade percorse dai tre artisti – anche se quelle di Mastronardi e Tagliati hanno segrete affinità e convergenze –; la frequentazione costante che da anni intrattengono fa sì che siano sempre aggiornati sugli esiti del lavoro di ciascuno, che questa mostra documenta con opere realizzate negli anni recenti.
Carlo Calzolari traccia bave, fiati di segni, graffiti, grumi e grovigli, numeri e lettere dell'alfabeto, parole nelle quali si condensa il retaggio di una presenza e di un pensiero misterioso, che pare sintonizzarsi sulla meraviglia e sull'estrema sensibilità proprie dell'infanzia; tutto viene percepito da chi guarda come ombre distorte da una lastra trasparente di plexiglass, che, investita dalla luce, proietta e origina sulla tavola retrostante brividi e fluttuazioni delle forme, a conferma che la cangiante presenza della luce è fondamentale nella percezione dell'opera, continuamente generando incupimenti, chiarori, trasalimenti dei toni.
Carlo Mastronardi fa ritorno, in queste opere ultime, al paesaggio delle nostre colline e montagne, in un qualche modo riallacciandosi alle esperienze degli esordi, quando trasfigurava il paesaggio emiliano, per poi rivisitare, sempre con un linguaggio informale sensibile al fascino della materia e del colore, i fienili e le vecchie case contadine, abbandonate a un inesorabile declino, i vecchi strumenti e attrezzi contadini – totem sacrali, tanto che la sua opera potrebbe davvero definirsi un'ininterrotta elegia sulla civiltà contadina ormai inghiottita e dissolta dal tempo. Di Mastronardi non possiamo infine dimenticare la ricerca sulla natura morta, con esiti del tutto personali, di grande felicità tonale e compositiva.
Corrado Tagliati è, fin dagli esordi, un indagatore del paesaggio, dapprima reso con una pittura figurativa, che presto s'inoltra lungo le strade di un'astrazione formalmente rigorosa, modulata su toni e tonalismi lavorati per accordi minimi, per segni, variazioni e sfumature di colore quasi impercettibili, ma che sempre reca l'impronta di emozioni e sentimenti che si rinnovano ogni volta che l'artista getta lo sguardo sulla natura, sia essa quella ancora in gran parte incontaminata sia quella che reca i segni dell'umano intervento. Spira nei suoi dipinti, sia ad olio sia a pastello, una sensibilità estrema, con la capacità di cogliere ogni più estenuato tono, ogni impercettibile frontiera tra forma e vuoto, ogni più recondita vibrazione della luce, che ne fanno un artista di rara qualità, che ha introiettato alcune delle esperienze più alte della pittura del Novecento.
L'esposizione, realizzata con il contributo di Tetra Pak, sarà visitabile il sabato con orario 16.00-19.00 e la domenica ore 9.30-12.30 e 16.00-19.00, oppure su appuntamento (tel. 339 3420557). Ingresso libero. Catalogo disponibile in mostra con riproduzione fotografica delle opere, apparato bio-bibliografico e presentazione di Sandro Parmiggiani, curatore dell'esposizione e del volume. 

Per informazioni: tel. 0522 622238, cultura@comune.rubiera.re.it, www.comune.rubiera.re.it.

  

LE STRADE DELLA PITTURA
Carlo Calzolari, Carlo Mastronardi, Corrado Tagliati
Rubiera (Reggio Emilia), Corte Ospitale, via Fontana 2
23 settembre – 29 ottobre 2017

Orari: sabato 16.00-19.00, domenica e festivi, 9.30-12.30 e 16.00-19.00; per appuntamento: tel. 339 3420557.
Su appuntamento per gruppi: tel. 339 3420557.

Ingresso libero
Catalogo: Euro 5 in mostra

Per informazioni:
Comune di Rubiera - Ufficio Cultura
Via Emilia Est 5, Rubiera (RE)
Tel. 0522 622238
cultura@comune.rubiera.re.it
www.comune.rubiera.re.it

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