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martedì 6 dicembre 2016

L'artista Daniela Monica e il fotografo Gregory Augendre-Cambon in mostra a Parma

L'artista Daniela Monica e il fotografo Gregory Augendre-Cambon in mostra a Parma 

Una delle opere di Daniela Monica esposte in mostra

"Dare Corpo al Sogno" - con le sue traduzioni "Donner le Corps au Rêve " e "Give Body to the Dream" - questo il titolo evocativo della nuova mostra dell'artista parmigiana Daniela Monica e del fotografo francese Gregory Augendre-Cambon inaugurata nei giorni scorsi a Parma.
Un'unione di intenti e di forze diverse, ma complementari e il cui filo conduttore è il corpo : sospeso nella danza, nell'amore e nella relazione. Questi sono i temi che animano le figure dipinte da Daniela Monica nel loro rilassamento, contrazione e contemplazione.
Daniela Monica, un'artista poliedrica ed eclettica, nasce in Italia, ma ha vissuto a Londra e viaggiato spesso in Giappone. Fra i suoi interessi ci sono la danza, la musica e la fotografia di cui si nutre la sua immaginazione e creatività che si esprimono sulla tela attraverso studi del comportamento umano.  Le opere di questa mostra, con il titolo Sospesa| Schweben, sono state esposte dall’8 ottobre al 6 novembre scorso a Berlino.
Il sogno che fa il corpo, la libertà di dire la verità, il movimento, l'amore, sono anche i temi delle fotografie di Gregory  Augendre-Cambon, fotografo parigino, che ritrae con sensibilità le emozioni, la forza e la vulnerabilità dei suoi soggetti. 
La poetica del teatro giapponese Butoh e il Teatrodanza di Pina Bausch sono parte della sua cifra stilistica. Egli possiede anche un alterego, Monsieur Gac, che con il candore dei clowns, dei bambini e dei poeti ha la libertà di dire sempre la verità.

Una delle fotografie di Gregory Augendre-Cambon esposte in mostra

La mostra rimarrà allestita fino all'11 dicembre in via F. Coppi, 17 a Parma (zona ex Salamini) 
allo Spazio 5/Anon un semplice studio fotografico, ma un luogo di coworking, un posto aperto allo scambio culturale, in cui Andrea Cantini, Pietro Gerboni e Luca Pezzani, prima amici e poi fotografi professionisti, dal 2015 si esprimono e permettono di esprimersi ad artisti anche molto diversi fra loro per soggetti, tecniche e materiali utilizzati.
L'esposizione è liberamente visitabile il sabato e la domenica dalle 16.00 alle 19.00, oppure dal lunedì al venerdì su appuntamento chiamando il numero 333 13 31 581.
Sabato 10 dicembre alle ore 17.30 Adriano Vignali, docente di filosofia, sarà protagonista di un divertissement filosofico ad ingresso libero dal titolo "Dare Corpo al Sogno. L'Arte fra sospensione e realtà".

Francesca Caggiati    

Vibrazioni dell'anima - personale di pittura di Francesca Malatesta

Vibrazioni dell'anima
personale di pittura di Francesca Malatesta 
10/20 dicembre 2016 
Fondazione Palmieri - Lecce
Vernissage sabato 10 dicembre 2016 - ore 18:30 
Introduce Claudia Forcignanò - intervento di Claudio Casalini - Flauto di Valentina Cantelmo
Buffet finale

Sabato 10 dicembre, alle ore 18:30, la storica sede della Fondazione Palmieri, in vico dei Sotterranei a Lecce, aprirà le porte a Vibrazioni dell'anima, mostra personale dell'artista salentina Francesca Malatesta, che debutta nel mondo dell'arte contemporanea, con una selezione di nove tele accomunate da quelli che Claudia Forcignanò definisce "raffinati intrecci di linee ed elaborati disegni dai quali si sprigiona una forza magnetica che è lo specchio di una personalità forte, votata alla totale libertà espressiva ed emotiva, ancorata alle proprie radici, eppure ansiosa di  percorrere nuove strade in un moto perenne che si riflette nei vortici e nelle sovrapposizioni di colore e immagini che animano le tele".
Un percorso visivo fatto di colori, forme celate e libertà espressiva analizzati da Claudio Casalini, che nel suo intervento scrive:"Ècome se lartista, per mezzo di una fiammata di colori che sgorgano purissimi dalla sua anima per venire alla luce attraverso il pennello, volesse tenere per sempre avvinte in un abbraccio infinito tutte le persone a lei care, colorandole di un significato profondo e vero, che non aveva il diritto di pretendere,trasfondendo sulle sue tele lincantevole convergenza di affetti, amicizie e amori che hanno impregnato tutta la sua vita, e che rendono de facto possibile e vera la sua stessa esistenza emotiva.Del resto, le visioni poetiche dellartista, che sono il frutto della fusione della sua personalità vitale ed energica con le sue tele, sgorgano da un purissimo impulso interiore, che vola sopra la mondanità e lesibizionismo strombazzato, per soddisfare semplicemente e puramente una viva esigenza interiore."
Introdurrà la serata Claudia Forcignanò, curatrice dell'evento; interverrà Claudio Casalini, con un suo testo critico e Valentina Cantelmo  accompagnerà gli ospiti con le note del suo flauto.
Al termine della serata gli ospiti saranno invitati a brindare con l'artista e prendere parte al buffet.

La mostra sarà visitabile dal 10 al 20 dicembre 2016
Orari di apertura: 10:30/12:30 - 18:00/20:30 (lunedì mattina chiuso).
Ingresso libero 
Info: 329.4038509

venerdì 2 dicembre 2016

Cristo luce del mondo: fino al 22 dicembre 2016 al Museo San Fedele di Milano

Inaugurata una nuova mostra Cristo luce del Mondo fino al 22 dicembre 2016 al Museo San Fedele di Milano

Un momento della inaugurazione della mostra

Una mostra preziosa, molto particolare, dedicata alla natività e all'adorazione dei pastori, con tre quadri di alto livello storico ed iconografico provenienti da collezioni private normalmente non accessibili al pubblico, questa è la mostra dal titolo: "Cristo, luce del mondo", curata da Alessandro Rossi e padre Andrea Dall'Asta SJ, visitabile fino al 22 dicembre 2016, nella Parrocchia di Santa Maria della Scala in San Fedele a Milano.

Il dipinto di Pietro Della Vecchia

Le tre rappresentazioni pittoriche della natività risalgono al XVII e al XVIII secolo e sono ad opera di Pietro Della Vecchia, detto Pietro Muttoni (Venezia, 1603 - Vicenza, 1678) che nel 1630 ha dipinto una natività (olio su tela, cm 71 x 105,5) , di Giovan Battista Gaulli detto il Baciccio (Genova, 1639 - Roma, 1709) che dipinge un'adorazione dei pastori nel 1690 circa (olio su tela, cm 49x47) e di Paolo De Matteis (Piano Vetrale, 1662 - Napoli, 1728) che nel 1713 dipinge una natività (olio su tela, cm 64,5 x 76,5).

Il dipinto di Giovan Battista Gaulli detto il Baciccio

Una piccola mostra, la cui essenza barocca si manifesta in un uso della luce estremamente simbolico ed evocativo di un'accezione divina. La Creazione stessa, secondo il racconto della Genesi, ha preso forma dall'apparizione della luce che porta con sè il principio complementare della materia. Ancor oggi si usa la perifrasi "dare alla luce", per indicare la nascita di una nuova vita. Come la nascita di Gesù, il Cristo bambino, che evoca la nascita con un'accezione famigliare, domestica, vicina al nostro vissuto quotidiano.

Il dipinto di Paolo De Matteis

Tre immagini pittoriche ricche di significato, in cui la luce permea e trasmette l'essenza Divina. Il gioco luminoso e dei chiaro scuro, che caratterizza le opere in mostra, suggerisce al visitatore tre stadi concomitanti: il buio, la penombra e la luce, accecante delle opere esposte, che al contempo si amalgama alla gestualità dei protagonisti delle natività.

La mostra è visitabile fino al 22 dicembre 2016 al mercoledì, giovedì, venerdì dalle 14.00 alle 18.00, il sabato dalle 10.00 alle 18.00 e la domenica dalle 14.00 alle 18.00. L'ingresso alla mostra non è possibile durante celebrazioni liturgiche e concerti.  

Ingresso 2 euro, ulteriori info su www.sanfedeleartefede.it, visite guidate su richiesta.


Francesca Caggiati

Il Salento negli scatti in overing di Bruno Barillari

Il Salento dall'alto colto all'improvviso dal fotografo Bruno Barillari. Al Must la poesia delle immagini di architetture della Natura ma anche tracce di storia e resti indelebili della memoria “Esiste un modo per essere grandi: sembrare più piccoli” la frase, una sorta di traccia nascosta, suggerisce il leitmotiv del nuovo progetto artistico del fotografo Bruno Barillari: "Dal Cielo in esclusiva" che sarà allestita dal 2 dicembre 2016 all’8 gennaio 2017 nelle sale del Must, Museo Storico della Città di Lecce, in Via degli Ammirati, 11. Vernissage il 2 dicembre, ore 19, (con ingresso libero) con le bollicine del prosecco Molìn extra dry di Zardetto. Interverranno Paolo Perrone Sindaco di Lecce, Luigi Coclite assessore alla Cultura del Comune di Lecce, Nicola Elia direttore del Must Museo storico della Città di Lecce, il pilota Enac Roberto Leone. Presenterà la mostra il giornalista e scrittore Raffaele Gorgoni, autore del testo critico nel catalogo, editato da Il Raggio Verde, in doppia lingua con le traduzioni in lingua inglese di Arianna Corvaglia.
LA MOSTRA Il Salento come non lo avete mai visto. Se non a bordo di un aereo, ammesso che esista un volo che penetri nell’entroterra più aspro e quasi inaccessibile o costeggi interamente le coste, dall’Adriatico allo Ionio, modellate da madre Natura dalla notte dei tempi. Ed è un tempo infinitesimale quello per cui l’obiettivo possa catturare la luce, fissare l’inquadratura perfetta del paesaggio che rilascia il monitor, collegato in telemetria, e che in tempo reale trasmette dati, mentre su, tra le nuvole, il drone diventa l’occhio fisico dell’artista che scruta dal cielo in esclusiva. Se con la mostra “Obj” (lo scorso anno alla Galleria Scaramuzza) a finire nelle sue inquadrature erano stati gli oggetti disseminati negli angoli delle nostre case e nelle stanze della memoria riscoprendo con perfetti still-life il fascino della pellicola in bianco e nero, nel nuovo progetto artistico gli scatti sono rubati “Dal cielo in esclusiva”, appunto, grazie alla complicità di un drone cinematografico cogliendo la bellezza della Natura e la potenza del colore. Sedici pannelli di grande formato stampati in fine art troveranno “casa” per oltre un mese nelle sale del Must, Museo storico di Lecce, dove Bruno Barillari ritorna ad esporre dopo i progetti “Dinamiche sul Mediterraneo” e “Mustintime” entrambi realizzati nel 2012. Il focus in questa nuova personale di fotografia è il Salento colto all’improvviso grazie al «Drone / occhio / microscopio che del generale coglie il particolare, dell’immenso il frammento, dell’infinito il finito, della dismisura la misura» spiega in catalogo il giornalista e scrittore Raffaele Gorgoni. Scatti rubati grazie ad un sincronismo perfetto tra chi guida il drone – il pilota Enac Roberto Leone – e il fotografo Bruno Barillari che in remoto comanda la testa alla quale è attaccata la macchina fotografica. «Ogni scatto è frutto o di una singola o al massimo di un paio di esposizioni. La sorpresa è il fattore determinante anche perché non siamo abituati a guardare da cento o più metri di altezza» spiega lo stesso Barillari. Amante della sperimentazione, in questa mostra il fotografo leccese ha realizzato un connubio perfetto con il drone, il Gimbal di Leone, che gli ha consentito di sfidare la gravità, restando immobile nel cielo simulando la sua presenza in alta quota sebbene ben ancorato sulla terra, e scattare praticamente “in overing”. «Quando Roberto porta i miei occhi in quota, mentre i miei piedi sono ancora ben piazzati per terra, accade qualcosa di singolare: smetto di guardare e vedo.» - Scrive il fotografo nel suo testo introduttivo, aggiungendo: «Lascio il mio pessimo elemento senza anestesia il tempo necessario per rendermi conto che è il Cielo a sognare noi… perché la vita sia un sogno. La bellezza sotto l’aria è infinita e, come un eco nello spazio, si propaga in modo dilagante fino a svanire nell’abbraccio fra la roccia e il mare; il sole attraversa le strade rosse di terra in un gioco grafico fatto di pietre e torri senza principesse; gli steli sottili si inchinano al vento e, riversi su specchi d’acqua dimenticati, sembrano bere per trarne profitto».
Ed ecco allora dispiegarsi le immagini di un Salento mozzafiato, inedito, prorompente nella sua bellezza selvaggia che ne fa una meta riconosciuta in tutto il mondo, segnalato dalla nota guida Lonely Planet ai principali tour operator come il luogo da visitare almeno una volta nella vita. E “Dal cielo in esclusiva” Bruno Barillari ha scovato gli angoli e gli scorci più suggestivi scoprendo le geometrie della Strada del pesce che attraversa l’oasi naturale delle Cesine (San Cataldo) o della strada che costeggia la Litoranea Otranto - Santa Cesarea Terme. E il frastagliarsi del mare in mille rivoli nella scogliera a Roca o alla Specchiulla (Otranto) e, quello più dolce insinuarsi tra le dune di Lido Pizzo a Gallipoli o delle spiagge nelle marine leccesi di Torre Chianca e di Frigole. E ancora sorvolando la litoranea Otranto - Santa Cesarea ha sorpreso l’antica Torre Sant’Emiliano, vedetta silenziosa a metà strada tra Punta Palascìa e Porto Badisco, per poi fermarsi ad osservare come la cava di Bauxite diventi una sorta di occhio magico entro il quale si riflette sì, proprio il cielo. «Un manifesto grafico di architetture supreme che con gli occhi in volo ed i piedi per terra ho raccolto» - scrive ancora Bruno Barillari completando con parole poetiche la poesia delle immagini catturate. Immagini che, da un insolito punto di vista, svelano i contorni dei Laghi Alimini (Otranto) e della costa in prossimità di Torre Uluzzo a Porto Selvaggio (Nardò) o di Torre Miggiano (Santa Cesarea Terme) ma anche architetture antiche, diroccate, tracce di storia e resti indelebili della memoria. Come la chiesa di San Mauro sulla litoranea Santa Maria al Bagno – Gallipoli o la Cappella del Crocifisso sulla litoranea per San Cataldo. Ancora geometrie che si rivelano nel momento in cui si addentra nell’entroterra delle campagne di Gallipoli, Lequile, Nardò lasciando scoperto il cuore contadino, vocazione millenaria di questa terra rossa che però sa essere generosa. Nonostante tutto. E ancora visioni che spiazzano all’improvviso con l’esplosione di azzurri e gialli quasi fossero campiture di dipinti di arte contemporanea mentre spia da lontano la Palude del Capitano a Sant’Isidoro (Nardò). Un unico filo unisce in una tessitura ideale tutti i fotogrammi: è l’amore per la propria Terra oltre che per l’Arte. Un viaggio interno ed esterno: «Penso sempre alla mia terra nei viaggi che intraprendo con la mente, alberi bambini giocano con aquiloni di nuvole ed il giorno segue la notte come il segugio la preda, in un gioco di echi e profumi che si propagano nel tempo necessario ad innamorarsi».
Il progetto, partito la scorsa primavera, ha richiesto un lungo periodo di preparazione per individuare i luoghi da fotografare e le condizioni ottimali per scattare le foto. Una trentina di scatti realizzati in pochi mesi, un’accuratissima selezione infine, la stampa diretta in quadricromia su supporto da cm 2 di spessore per una dimensione di cm 180 x 120, tali saranno infatti i pannelli in mostra compreso l’apparecchio aereo con cui sono state realizzate le riprese insieme al suo pilota Roberto Leone ospite della serata inaugurale. In occasione dell’evento espositivo, per i tipi della casa editrice Il Raggio Verde, sarà presentato il libro-catalogo inserito nella collana Libri di Fotografia diretta dallo stesso Barillari. Un volume cartonato, in doppia lingua con i testi tradotti in lingua inglese da Arianna Corvaglia, con gli scatti della mostra raccontata dal testo critico di Raffaele Gorgoni che scrive: «Scatti rubati perché l’ulivo, lo scoglio, il mare, l’onda, la pietra non s’aspettavano di essere colti nella loro intimità da un occhio indiscreto. Sono lì impudicamente distesi al sole, inermi. Tutto dall’alto appare più indifeso, anche la severa torre di guardia, l’aspra scogliera, l’arcigna masseria. È madremare e terrapadre che giacciono nell’abbandono senza tempo sull’ultima soglia oltre la quale o il nulla o il divino.» La mostra, promossa e patrocinata dal Comune di Lecce, sarà visitabile tutti i giorni fino all’8 gennaio 2017, da martedì a domenica, con orario 12-19; lunedì chiuso. Ingresso al museo: 2,50€. Info: 3394487602. CENNI BIOGRAFICI Bruno Barillari nasce a Galatina, Lecce il 3 aprile del 1973. Eredita la passione per la fotografia insieme ad una Rolleiflex biottica GX 2,8 nel 1987. A pochi esami dalla laurea in Economia e Commercio a Parma si diploma invece, nel 1997, all’Istituto Italiano di Fotografia di Milano. “…preferendo lavorare con la luce che vivere di riflesso…” Dedica il tempo libero alla ricerca, nell’accezione pura del termine. Odiando le etichette, soprattutto nel suo settore, ama considerarsi semplicemente un uomo che scatta fotografie. Le sue foto sono pubblicate dalle più prestigiose riviste - tra le quali Vogue, AD, Sposabella, Dove, Times, Vanity Fair - e quotidiani tra cui Il Corriere della Sera, La Gazzetta del Mezzogiorno, Il Sole 24 Ore, XL (La Repubblica). PUBBLICAZIONI E MOSTRE “WALKING” – Edizioni Scientifiche Italiane, 2000 “ANNUARIO GUIDA PER VIVERE IL SALENTO“, 2002 “SEGNALI” – CONTE Edizioni anno, 2003 “7 DAYS” – Autoprodotto, 2004 “PERFETTO/DIFETTOSO” – LUPO Edizioni anno, 2006 “A FORE” – Documentario autoprodotto, 2007 “LECCE CITTA’ D’ARTE E DI ANTICHE TRADIZIONI” – DVD prodotto dal Comune di Lecce e dal Punto Informazioni Duomo, 2008 “NOTES POSTED ON THE REFRIGERATOR” – videoclip di ANDREA PADOVA, 2008 “SALON ART SHOPPING“ – Carrousel Du Louvre di Parigi , 2008 “INCONTRI” – Rassegna d’Arte Contemporanea – Galleria Tracce, 2009 “TRACCE CONTEMPORANEE” – I° Biennale del Salento, – Castello Carlo V, 2010 “PF10” – Collectiva de petit formats – Galleria RED03 – Barcellona, 2010 “COLLECTION” – ADNKRONOS – Roma 2011 “HUMAN” – Cagliostro – Lecce 2011 “DINAMICHE SUL MEDITERRANEO” – Museo MUST – Lecce 2012 “MUSTINTIME” – Museo MUST – Lecce 2012 “OBJ” – Galleria d’arte Scaramuzza -Lecce 2015 Roberto Leone guida un drone certificato dall'Enac, l'ente nazionale dell'aviazione civile. Ha collaborato con grandi registi e musicisti - sue le riprese per le clip di Alessandra Amoroso, di Morandi e Baglioni, oltre a quelle per la presentazione della Ferrari 2015, dei film di Ferzan Ozpetek, di Braccialetti Rossi e I delitti del Barlume (solo per citarne alcune). Recentemente ha guidato le riprese aeree in Sicilia per il film Disney “Tini la Nuova vita di Viletta”.

lunedì 28 novembre 2016

ERIX LOGAN: GRANDE SUCCESSO IN CINA

Dal 20 Settembre al 20 Novembre 2016 Erix Logan,  Sara Maya e il loro Magic Team sono impegnati in un tour che tocca 30 città della Cina. L'Asia è da sempre un'area geografica dove Erix è molto attivo, a cominciare dal 1998, quando il suo spettacolo restò in cartellone per un anno in Corea del Sud, a Seul

È però il primo tour così fitto di date in un lasso di tempo così ristretto:  una sola rappresentazione in ogni città, lo spostamento il giorno successivo, la preparazione e la nuova replica il terzo giorno e così via per due mesi.

Esperienza e professionalità distinguono l’illusionista italo-canadese, che si è esibito con successo nei migliori teatri di tutto il mondo e che è spesso approdato alle principali reti televisive nazionali ed estere. 

Gli spettacoli di Erix Logan, affiancato dalla bravissima Sara Maya, sono originali e curati nel dettaglio: il suo stile è caratterizzato dall’azione, dalla ricerca del rinnovamento e da un’estrema attenzione per le scenografie. 


Prima tappa a Hefei, dopo 3 giorni passati a preparare le attrezzature, fissare le scene e settare le luci. 

La collaborazione con l’interprete Mrs. Lee ha funzionato in perfetta sincronia, il gesto del mago è divenuto poesia e la sua bacchetta ha entusiasmato il pubblico di tutti i teatri in cui si è esibito determinando il grande successo che gli è valso una valutazione a 5 stelle da parte della critica.


Per informazioni info@erixlogan.com

venerdì 25 novembre 2016

“DAL CIELO IN ESCLUSIVA” FOTOGRAFIE DI BRUNO BARILLARI

“Esiste un modo per essere grandi: sembrare più piccoli” la frase, una sorta di traccia nascosta, suggerisce il leit motiv del nuovo progetto artistico del fotografo Bruno Barillari: "Dal Cielo in esclusiva" che sarà allestita dal 2 dicembre 2016 all’8 gennaio 2017 nelle sale del Must, Museo Storico della Città di Lecce, in Via degli Ammirati, 11. Vernissage il 2 dicembre, ore 19, (con ingresso libero). Presenterà la mostra il giornalista e scrittore Raffaele Gorgoni, autore del testo critico nel catalogo che accompagna la mostra editato da Il Raggio Verde. La mostra sarà visitabile tutti i giorni fino all’8 gennaio 2017, da martedì a domenica, con orario 12-19; lunedì chiuso. Ingresso: 2,50. Info: 339.4487602 Bruno Barillari nasce a Galatina (Lecce) il 3 aprile del 1973. Eredita la passione per la fotografia insieme ad una Rolleiflex biottica GX 2,8 nel 1987. A pochi esami dalla laurea in Economia e Commercio a Parma si diploma invece, nel 1997, all’Istituto Italiano di Fotografia di Milano. “…preferendo lavorare con la luce che vivere di riflesso…” Dedica il tempo libero alla ricerca, nell’accezione pura del termine. Odiando le etichette, soprattutto nel suo settore, ama considerarsi semplicemente un uomo che scatta fotografie. Le sue foto sono pubblicate dalle più prestigiose riviste - tra le quali Vogue, AD, Sposabella, Dove, Times, Vanity Fair - e quotidiani tra cui Il Corriere della Sera, La Gazzetta del Mezzogiorno, Il Sole 24 Ore, XL (La Repubblica).

giovedì 24 novembre 2016

Dal 26 di novembre il Museo CSAC di Parma si rinnova

Nuovo percorso espositivo per l’Archivio-Museo CSAC 
Il Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma dal 26 novembre 2016  si rinnova 

Cortile CSAC - foto laboratorio fotografico CSAC


Sabato 26 novembre 2016 l’Archivio-Museo CSAC - Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma presenta un nuovo percorso espositivo, rinnovato in sette delle sedici sezioni visitabili all’interno della suggestiva cornice dell’Abbazia cistercense di Valserena, a pochi chilometri da Parma.
Una selezione inedita di oltre 600 opere tratta dallo straordinario patrimonio di oltre 12 milioni di pezzi custoditi dallo CSAC e suddivisi tra le collezioni di Arte, Fotografia, Progetto, Media e Spettacolo. 
A partire dal 26 novembre sarà inoltre disponibile al bookshop del museo anche la nuova guida, edita da All Around Art: una pubblicazione che racconterà la storia dell’Abbazia e introdurrà alle diverse sezioni dell’archivio e del percorso espositivo, pensato per rinnovarsi costantemente, come testimoniano i primi 18 mesi di vita dell’Archivio-Museo CSAC. Il primo volume della guida sarà caratterizzato da una sezione speciale dedicata al progetto di allestimento della serie di dipinti Ciao Roberta di Concetto Pozzati e sarà arricchito da un contenuto multimediale accessibile in streaming tramite QR Code. 

Luciano Fabbro, Gesso per Lo Spirato, 1968-1973


L’Archivio-Museo CSAC si articola in sedici sezioni differenti attraverso gli spazi della grande Chiesa cistercense, della Sala delle Colonne, della Sala Ipogea e della Corte delle sculture dell’Abbazia, e rappresenta la complessità e la ricchezza delle prestigiose collezioni dell’archivio CSAC. Sono in tutto sette le sezioni rinnovate di opere e progetti. 
Per tutta la giornata di sabato 26 novembre il biglietto di ingresso sarà ridotto a 5 euro. In linea con quella che è la conformazione trasversale e dinamica dell’Archivio-Museo CSAC, la definizione del nuovo percorso espositivo è stata preceduta negli ultimi mesi da costanti rivisitazioni e trasformazioni: Giulio Paolini, tra i maggiori esponenti dell’Arte Povera italiana, è stato invitato a progettare personalmente il posizionamento, nella prima cappella del transetto sud della Chiesa, dell’opera Early Dynastic, realizzata nel 1971 e donata con un atto pubblico allo CSAC nel 1977. Poco distante è stata riallestita l’opera La porta con l’ombra dello scultore e pittore italiano, celebre per le sue opere in ferro e cemento, Giuseppe Uncini, mentre nell’area presbiteriale in fondo alla navata minore sud sono state allestite due opere dell’architetto e artista minimalista Gianfranco Pardi: Tempio (1980) e Architettura (1973). Di Lucio Fontana (Rosario, 1899-1968) sono custodite negli archivi CSAC oltre 300 opere, tra cui un importante gruppo di disegni. Nella cappella dedicata a Il progetto dell’arte, all’interno del percorso museale CSAC, accanto alla sua scultura in gesso e oro Il Fiocinatore, è esposta da quest’estate una serie di studi, ritratti e figure caricaturali dell’artista, fondatore del movimento spazialista.

Luigi Vietti, Casa del Fascio Intra,  schizzo edificio 1933

Nell’ambito del nuovo riallestimento, dal 26 novembre, nella cappella dedicata al tema Pittura, materia, téchne l’artista Concetto Pozzati ha pensato - a quasi cinquant’anni dalla mostra monografica che nel 1968 inaugurò l’attività espositiva dello CSAC - un progetto di allestimento della serie di tele Ciao Roberta, che troverà il suo completamento nella Sala delle Colonne con un’antologica di disegni dagli anni Cinquanta al 2000, selezionati dallo stesso Pozzati all’interno del Fondo conservato allo CSAC. 

Sorelle Fontana, abito da sposa


La cappella Storie di architettura esporrà invece tre approfondimenti dagli archivi di alcune figure centrali del progetto italiano del Novecento, sui quali si concentrano i programmi di ricerca del centro studi: a Ignazio Gardella sarà dedicato un approfondimento monografico sulle pareti con i progetti per il PAC di Milano, per Borsalino e per la IX Triennale di Milano, mentre l’insula ospiterà due progetti di Luigi Vietti e Roberto Menghi. A questa si affiancherà la sezione Il progetto degli oggetti, interamente dedicata a Enzo Mari, per documentare la sua ricerca tra arte, progetto, didattica e riflessione teorica; Il progetto del corpo sarà raccontato attraverso i disegni e i bozzetti delle Sorelle Fontana, protagoniste assolute dell’alta moda italiana, mentre la sezione Abitare la scena vedrà un rinnovamento dei costumi conservati all’interno dell’archivio dell’Atelier Farani, originariamente pensati per cinema, opera e teatro. 
La cappella Foto-Grafia presenterà quindi un allestimento dedicato alle figure del dopoguerra, tra neorealismo, formalismo e fotogiornalismo: Nino Migliori, grande protagonista della storia dello CSAC, occuperà l’insula centrale, mentre sulle pareti si articoleranno i racconti dagli archivi Publifoto e Dessena Roma e Milano, Mario Giacomelli e Gualberto Davolio Marani, a restituire diverse ricerche e declinazioni della fotografia italiana dagli anni Trenta al secondo dopoguerra. 
L’archivio cresce di uno spazio dedicato alla presentazione delle più recenti donazioni agli archivi CSAC, tra cui quelle di Mario Cresci e Pino Pinelli, entrambe esposte in occasione della recente mostra Fuoco Nero. 
Lo CSAC - Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma, fondato nel 1968 da Arturo Carlo Quintavalle e situato nell’Abbazia cistercense di Valserena, raccoglie e conserva materiali originali della comunicazione visiva, della ricerca artistica e progettuale italiana a partire dai primi decenni del XX secolo. 

Mario Giacomelli, Scanno, 1958


Un patrimonio di oltre 12 milioni di pezzi suddivisi in cinque sezioni: Arte (oltre 1.700 dipinti, 300 sculture, 17.000 disegni), Fotografia (con oltre 300 fondi e più di 9 milioni di immagini), Media (7.000 bozzetti di manifesti, 2.000 manifesti cinematografici, 11.000 disegni di satira e fumetto e 3.000 disegni per illustrazione), Progetto (1.500.000 disegni, 800 maquettes, 2000 oggetti e circa 70.000 pezzi tra figurini, disegni, schizzi, abiti e riviste di Moda) e Spettacolo (100 film originali, 4.000 video-tape e numerosi apparecchi cinematografici antichi). 

Giulio Paolini, Early Dynastic, 1971


Lo CSAC oggi è un nuovo spazio multifunzionale, dove si integrano un Archivio, un Museo e un Centro di Ricerca e Didattica. Una formula unica in Italia, che mantiene e potenzia le attività sino ad ora condotte di consulenza e collaborazione all’istruzione universitaria con seminari, workshop e tirocini, di organizzazione di mostre e pubblicazione dei rispettivi cataloghi (oltre 120 dal 1969 ad oggi), e di prestito e supporto ad esposizioni in altri musei tra cui il MoMA di New York, il Centre Pompidou di Parigi, il Tokyo Design Center, Triennale di Milano e il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia di Madrid. 


Francesca Caggiati




Ulteriori info su www.csacparma.it 

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