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martedì 12 luglio 2016

Installazione STREAMCOLORS per la mostra EXTREME al MUSEO DELLA SCIENZA | La tecnologia dei videogiochi spiega la scienza

LA TECNOLOGIA DEI VIDEOGIOCHI SPIEGA LA SCIENZA 

STREAMCOLORS
per la mostra permanente
EXTREME

Alla ricerca delle particelle

Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci


Da mercoledì 13 luglio 2016
Via San Vittore 21 – Milano


Lo studio d'arte digitale Streamcolors, specializzato nello sviluppo di software in real-time, nell'uso del 3D e delle arti generative, ha creato e progettato - per l'esposizione permanente Extreme. 

Alla ricerca delle particelle - l'installazione interattiva DARK MATTER, che cerca di spiegare l'esistenza della materia oscura, tema ancora controverso e discusso, e come questa influenzi il movimento delle galassie.


Il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci in partnership con CERN – Organizzazione europea per la ricerca nucleare e INFN – Istituto Nazionale di Fisica Nucleare presenta Extreme. Alla ricerca delle particelle, la prima mostra permanente, unica in Italia, per scoprire gli strumenti e il lavoro di chi esplora l'infinitamente piccolo.

Che cosa accade all'interno dei laboratori di due dei più grandi istituti di ricerca al mondo che studiano la fisica delle particelle? Com'è composta la trama della materia nelle sue componenti più infinitesimali? La mostra cercherà di mostrarlo e spiegarlo attraverso oggetti e strumenti di valore storico e installazioni multimediali e interattive.

A Streamcolors è stata affidata la sala dedicata alla Dark Matter, la materia oscura, una materia – come dice lo stesso aggettivo - ancora dalle caratteristiche ignote, misteriosa e allo stesso tempo affascinante che costituisce apparentemente gran parte della materia dell'universo. 

Partendo dall'ipotesi che sia proprio la materia oscura a influenzare la velocità e i movimenti delle galassie e a garantire e mantenere la loro stabilità, Streamcolors con una installazione touchscreen e una videoproiezione, ha reso visibile e interattiva questa teoria, facendo ciò che gli riesce meglio, ossia utilizzare un tool da videogioco e metterlo al servizio di un contesto totalmente differente, in questo caso la scienza.

Giacomo Giannella e Andrea Boschetto, rispettivamente art director e technical director di Streamcolors con alle spalle anni di produzione di importanti videogiochi, hanno sviluppato un sistema particellare interattivo e parametrico in grado di generare una galassia in modo da rappresentare la relazione tra le forze della materia oscura e il movimento delle galassie. 

Hanno modificato e personalizzato il motore grafico di Unreal Engine 4 di Epic Games, una casa di sviluppo di videogiochi americana, adattandolo alle esigenze del Museo della Scienza e della Tecnologia. 

Ogni visitatore potrà fisicamente, attraverso l'uso di un touch screen, variare lo stato della materia oscura e quindi influenzare la stabilità della galassia

Da una situazione di stabilità iniziale in cui la materia oscura è omogeneamente distribuita, ognuno potrà decidere se aggiungere materia oscura applicando una forza alla galassia fino anche a farla collassare oppure al contrario disperderla, facendo perdere velocità di rotazione alla galassia e portandola quindi pian piano alla distruzione.

Streamcolors ha dato vita a un sistema innovativo e dinamico, utilizzato qui per la prima volta al mondo, che non costituisce solo una mera rappresentazione di una galassia, ma consente di creare una evoluzione e di documentarne il cambiamento nel tempo e nello spazio, ossia in tempo reale. 

Un sistema dunque dalle potenzialità infinite che, modificando semplicemente i parametri e le impostazioni iniziali, può essere utilizzato in differenti contesti scientifici e non solo a livello didattico o ludico, ma anche per studio e ricerca.

Al link seguente un breve video dell'installazione Dark Matter https://vimeo.com/174365727

Video dei progetti passati Streamcolors www.vimeo.com/streamcolors



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Dedicato a Giorgio Albertazzi


"Alle donne della penetrazione non gliene frega niente". Quando Giorgio Albertazzi ha detto questo durante un’intervista, ho realizzato che anche io dovevo aver intuito qualcosa di simile e forse è per questo che a suo tempo scrissi questa sorta di "Istruzioni per l'uso", come dono a favore di entrambe i partner, intitolata "Mettetevi alla prova". Questa è poi diventata anche una performance dal vivo, ma questa è un'altra storia. Chi vuole potrà trovarla in questa collettiva, insieme alle opere di altri artisti, di cui riporto qui sotto il comunicato, oppure scorrere fino alla fine di questa pubblicazione e leggerla.




OGA - Ospizio Giovani Artisti

Artisti:
Pino Boresta, Pedro Cano, Paolo Cavalcanti, Nestore Del Boccio, Rosario Gallardo, Werther Germondari, Francesco Impellizzeri, Calogero Marrali.

Periodo: 9 maggio - 21 settembre 2016

Ingresso ad invito, scrivendo a wgermondari@mac.com

Orario: dopo l'inaugurazione solo previo appuntamento, scrivendo a wgermondari@mac.com - www.werthergermondari.com



LA COLLEZIONE  EROTICA

Come mostra di chiusura della stagione 2015/2016 l’Ospizio Giovani Artisti presenta una collettiva di sette artisti, con opere a tematica erotica, tutte come sempre provenienti dalla collezione dell’OGA.



















Pino Boresta (Roma, 1962). Artista visivo, performer e ‘situazionauta’. L’Opera Testo, presente in mostra (che è possibile leggere al termine di questo comunicato), è stata pubblicata in una prima versione nel 1997 su “ARTEL n.61 – sex fax art” del 1/15 aprile 1997, e poi in questa seconda e definitiva versione su “ARTEL n.69”, 1/15 ottobre 1997, il cui direttore era Claudia Colasanti. È stata poi realizzata una performance dal vivo il 14 febbraio 2004 alla Galleria SC02 di Roma nel corso della collettiva “erotic.heART” a cura di Lella Antinozzi.





















Pedro Cano (Blanca, Spagna, 1944) nel 1969 si trasferisce a Roma, all’Accademia di Belle Arti, dopo aver vinto il Prix de Rome all’Accademia di Spagna. Tra le mostre più importanti, il ciclo sulle Città Invisibili ispirate ad Italo Calvino (Firenze/Palazzo Vecchio, Roma/Museo Andersen e Venezia/Arsenale), Identità in transito (alle Terme di Diocleziano a Roma), IX Mediterranei, presso i Mercati di Traiano a Roma e presso la Fondazione Benetton a Treviso. Nel 2010 è stata istituita a Blanca la Fondazione Pedro Cano

























Paolo Cavalcanti (Viterbo, 1955) nel 1984 pubblica, per Gammalibri, ’Blues in Chicago’. Nel 1987, per Palombi, ‘Musei d’Arte Moderna in Olanda’. Realizza installazioni fotografiche tra il 1985 ed il 1991 (a Firenze, Roma, ecc) sulla scena musicale australiana ed inglese. Fonda e dirige, dal 1984, Public Delirium, società di promozione ed ufficio stampa per la musica, fotografia e le arti e, dal 1992 al 2001, l’Agenzia per il cortometraggio italiana. Da circa otto anni si occupa di consulenza per l’IT.







Nestore Del Boccio (Raiano, 1950) Pittore, illustratore e sceneggiatore, negli anni ’70-80 crea la ‘razionalità mostruosa’, serie di quadri/denuncia della distruzione dell’ambiente. Negli anni ’90, concepisce il ‘siliconismo’, serie pittorica con l’uomo rappresentato come maschera variopinta e tragica: una critica all’effimero i cui valori dell’apparire sostituiscono quelli dell’essere. Negli ultimi anni, con la serie ‘alchemica” evoca, in chiave animistica, un primigenio in cui l’erotismo coinvolge ogni forma vivente nell’atto evolutivo.

























Rosario Gallardo (duo) Perturbante, caldo e malvagio, con le sue opere (performance, video, fotografie) il duo R.G. irrompe nel senso del pudore del pubblico e lo scioglie dall’interno. L’individuo cerca invano di resistere alla necessità ancestrale del piacere della carne, l’illuminismo esplode attraverso corpo e movimento e porta ad un più alto concetto di sé e gli altri. Ciò che resta è una sensazione di vibrante consapevolezza e la conoscenza di una differente visione della sessualità: un’arma di liberazione di massa.





















Werther Germondari (Rimini, 1963), Artista visivo e filmmaker. Attento a dinamiche innovative sperimentali neo-concettuali che si caratterizzano per un gusto ironico e surreale, svolge da trent’anni una ricerca attraverso numerosi media espressivi. Ha partecipato a esposizioni in gallerie private e spazi sperimentali, alternando installazioni d’ambiente, videowork e atti performativi, focalizzando l’attenzione su elementi nascosti, attinenti a una visione reale, sociale e politica. Nel 2013 ha ideato l’Ospizio Giovani Artisti.

























Francesco Impellizzeri (Trapani, 1958) vive e lavora a Roma. Nelle sue esposizioni propone performances e installazioni in cui varie espressioni artistiche (musica, teatro, pittura, ecc) si fondono per mezzo dell’ironia fino ad ottenere anche un prodotto fotografico e pittorico. Si cala nei panni di alcune “creature” creando tableaux vivants in cui costumi, musica e regia vengono progettati e realizzati come in un vero e proprio spettacolo teatrale, ma con contenuti sintetici e concetti nascosti.





















Calogero Marrali (Licata, 1967) vive e lavora a Torino. Esordisce agli inizi degli anni ’90 con una serie di dipinti astratti materici, per poi proseguire la sua ricerca artistica sperimentando i materiali più disparati, usati per rivestire accessori e capi d’abbigliamento riciclati. Tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del 2000, realizza così installazioni e oggetti. Sua prerogativa è la decontestualizzazione: ogni oggetto anche banale e di uso comune è rielaborato e trasformato nell’aspetto estetico sino ad assumere nuova identità e personalità.

 

Immagini:
Il ritratto di Giorgio Albertazzi è un Opera Digitale di Pino Boresta, le altre foto degli artisti sono state prese da Internet.





Qui l'opera testo "Mettetevi alla prova" e la documentazione fotografica della performance che fu, più due Elaborazione Digitali (due mie opere).





                             METTETEVI ALLA PROVA

Avete mai pensato di mettere in gioco il vostro corpo?
Qualunque sia la risposta procedete come segue e non ve ne pentirete. 

                             ISTRUZIONI PER L'USO 

1)    Spogliatevi completamente nudi inclusi anelli catenine e braccialetti (sono consentiti solo piercing).

2)    Fatto ciò ognuno dei due sceglierà tre zone erogene (o ritenute tali) del proprio corpo e tre del corpo del suo patner, per un totale di sei zone per ciascuno.

3)    Ora con un rossetto, o in mancanza di questo con un pennarello una penna o qualsiasi altra cosa, delimitate tali zone con delle linee circolari. Ricordatevi quindi di numerare da 1 a 6 tutte le zone scelte del corpo di lui e lei (oppure di lui e lui o lei e lei).

4)    A questo punto munitevi di due dati di colore diverso e fate un tiro ciascuno per veder chi dovrà iniziare.

5)    Il resto è molto semplice seguendo il sottostante ordine di esecuzione:

     Carezze
     Massaggi
     Graffietti
     Baci
     Morsetti
     Leccate
                    
Ognuno dei due tirerà a turno i dadi determinando dove e per quanto tempo ogni azione sarà effettuata. Un dado determinerà la zona (già numerate da 1 a 6) e l’altro il tempo in minuti, che andrà logicamente da un minimo di un minuto fino ad un massimo di 6 minuti.

Esempio:
Tira i dati lei e fa 6 e 4, lui accarezzerà lei sulla zona  N°6 per  4 minuti. Poi tira i dadi lui e fa 3 e 2, lei accarezzerà lui sulla zona N°3 per 2 minuti. Quindi dopo le “Carezze” si passerà alla seconda azione i “Massaggi” e cosi via fino all’ultima “Leccate”.

6)    Terminati tutti e sei i compiti sarete forse un po’ eccitati, ma vi consiglio di non fare l’amore, lasciate che siano i dadi a decidere per voi procedendo come segue:
Prendete i dati e fate un tiro ciascuno se la somma del vostro tiro più quello del vostro patner sarà 18 o più di 18 fate pure l’amore altrimenti vi consiglio vivamente di rimandare e tentare di nuovo l’indomani.



Pino Boresta


ps
I partecipanti e non solo sono pregati di inviare (anche in forma anonima o sotto pseudonimo) riflessioni, considerazioni e confessioni al seguente


























CORPI SEMPLICI II - FELICE LEVINI - AuditoriumArte Roma 12.07.16



FELICE LEVINI
CORPI SEMPLICI II / SIMPLE BODIES II

"Non si può dedurre dalla calma delle nostre parti la tranquilla monotonia dell'universo"
(L.A. Blanqui)

 

martedì 12 luglio alle ore 19.00
Auditorium Parco della Musica

 

A cura di Anna Cestelli Guidi
in collaborazione con RAM radioartemobile
AuditoriumArte

Undicesimo appuntamento del progetto One Space / One Sound

Nei due ambienti dello spazio espositivo si potrà assistere a due momenti. La prima sala è "a giorno": dai megafoni si potranno ascoltare fusioni di brani musicali, suoni, discorsi, testi poetici, dove circolarità e caos si inseguono. 

E' il luogo dello scacchiere, del politico, della strategia, della storia, e della sua stessa fine, tramonto occidentale, ultimo urlo, atto eroico di una inevitabile fine, babele di democrazie…

Nella seconda sala, il ricordo di ciò che è stato, il suo riflesso, come quando vediamo la luce delle stelle morte. Il tempo è segnato dagli eventi naturali: le stagioni, i mesi dell'anno, il movimento dei pianeti, del cosmo, il dono degli Dei, la pietà dei Santi, quasi che non si potesse accettare il mondo se non grazie alla mediazione di mani umane.

L'incontro sarà trasmesso su RAM LIVE live.radioartemobile.it
 

Info Auditorium 06-80241281
www.auditorium.com






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domenica 10 luglio 2016

GRANDE MOSTRA I Maya. Il linguaggio della bellezza > 8 ottobre 2016 - 5 marzo 2017 > Palazzo della Gran Guardia, Verona


Una mostra imperdibile a Verona dedicata alla grande e misteriosa civiltà dei Maya.

Grazie all'Istituto Nazionale di Antropologia e Storia del Messico (INAH), 300 reperti di gran valore storico-culturale saranno esposti a Palazzo della Gran Guardia attraverso una straordinaria rassegna.




dall'8 ottobre 2016 al 5 marzo 2017 > Palazzo della Gran Guardia, Verona


I Maya sono una delle civiltà più ricche di storia e di mistero.
Tra il 2000 a.C. e il 1542 d.C. essi inventarono e svilupparono sistemi matematici, calendari, spirito artistico, misurazioni del tempo e molto altro ancora: tra le civiltà più ricche di storia e colme di misteri mai svelati, nonostante gli sforzi dei grandi storici e dei maggiori esperti, la loro cultura resta ancora colma di enigmi che affascinano l'intero genere umano.

La mostra I Maya. Il linguaggio della bellezza di Verona, una delle più grandi ed esaustive che siano mai state prodotte a livello internazionale, approda a Palazzo della Gran Guardia con oltre 300 opere provenienti dai principali musei del Messico, a partire dall'8 ottobre 2016 fino al 5 marzo 2017.

Resa possibile grazie al generoso e fondamentale intervento dell'Istituto Nazionale di Antropologia e Storia del Messico (INAH), la mostra è promossa dal Comune di Verona con il supporto di Arena Museo Opera (AMO), ed è prodotta e organizzata da Arthemisia Group e Kornice.

"Siamo orgogliosi di poter presentare a Verona questo tributo a una delle civiltà più misteriose e affascinanti della storia del genere umano. Grazie a uno straordinario concorso di forze - dichiara Flavio Tosi, Sindaco di Verona -, che ha visto unirsi il nostro Paese con i più prestigiosi istituti culturali del Messico, Verona avrà la possibilità di godere di questa opportunità irripetibile, che certamente saprà attrarre nella nostra città migliaia di visitatori. Un particolare ringraziamento a tutti coloro che, a diverso titolo, hanno reso possibile questa memorabile occasione".

La mostra di Verona curata da Antonio Aimi e Karina Romero Blanco affronta per la prima volta il tema della cultura di questo antico popolo attraverso le parole e i testi degli stessi Maya, utilizzando - come mai è avvenuto in passato - la più grande rivoluzione antropologica dell'ultimo secolo: la decifrazione della loro scrittura.

Parallelamente, l'esposizione offre uno sguardo nuovo, innovativo e sorprendentemente attuale sull'arte maya a partire dall'individuazione dei maestri, delle scuole e degli stili: finalmente si ha la possibilità di rapportarsi alle opere attraverso una lettura storico-artistica e non solo archeologica.

I tre grandi periodi - preclassico, classico e postclassico - che dal 2000 a.C. al 1542 d.C. hanno visto fiorire questo popolo, sono spiegati attraverso straordinari capolavori dell'arte maya come il Portastendardi, pregiata scultura risalente all'XI secolo realizzata da un maestro di Chichen Itza (complesso archeologico a nord della penisola dello Yucatan, inserito nel 2007 fra le sette meraviglie del mondo moderno) che senza dubbio rappresenta la migliore opera di una tipologia tipica di molte città del Periodo Postclassico; la Testa raffigurante Pakal il Grande che visse dal 603 al 683 dopo Cristo e fu il più importante re di Palenque (oggi tra i più importanti siti archeologici maya situato nello stato messicano del Chiapas); la Maschera a mosaico di giada raffigurante un re divinizzato tipico esempio di maschera funeraria, fondamentale per il defunto per raggiungere il mondo sotterraneo; e infine come l'Adolescente di Cumpich, imponente scultura risalente al periodo tardo classico ritrovata nel sito archeologico di Cumpich.

La civiltà maya è spiegata anche attraverso la ricostruzione di antiche architetture, utensili della vita di tutti i giorni che hanno cavalcato millenni come collane, orecchini, strumenti musicali, vasi e incensieri, tutti provenienti dai più importanti musei messicani quali il Museo Nacional de Antropología (Città del Messico) che coi suoi due milioni di visitatori è il primo museo di antropologia del mondo, il Museo Regional de Antropología Palacio Cantón (Mérida, Yucatán), il Museo Arqueológico del Camino Real de Hecelchakán (Hecelchakán, Campeche) e dai tanti siti archeologici delle più importanti città maya come Calakmul, Chichen Itza, Palenque e Uxmal.

A 18 anni di distanza dalla mostra del 1998 sui Maya di Venezia, torna in Italia il racconto della storia di un popolo che non cessa di affascinarci per le sue conoscenze matematiche, per i suoi raffinatissimi sistemi calendariali e per le sue realizzazioni artistiche.

Inoltre la tappa italiana della mostra svela i risultati delle ultime ricerche scientifiche sui Maya e consente ai lettori di leggere direttamente i loro testi, senza sfuggire a temi intriganti come le profezie, la fine del tredicesimo baktun (caduta il 21 dicembre 2012) e i segreti del Conto Lungo, un ciclo di 5125,3661 anni che aveva cominciato a "girare", il giorno della creazione, che per questo popolo era avvenuta il 6 settembre del 3114 a.C.

Info e prenotazioni
T. +39 045 853221

Sito
www.mayaverona.it


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