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martedì 12 luglio 2016

Dedicato a Giorgio Albertazzi


"Alle donne della penetrazione non gliene frega niente". Quando Giorgio Albertazzi ha detto questo durante un’intervista, ho realizzato che anche io dovevo aver intuito qualcosa di simile e forse è per questo che a suo tempo scrissi questa sorta di "Istruzioni per l'uso", come dono a favore di entrambe i partner, intitolata "Mettetevi alla prova". Questa è poi diventata anche una performance dal vivo, ma questa è un'altra storia. Chi vuole potrà trovarla in questa collettiva, insieme alle opere di altri artisti, di cui riporto qui sotto il comunicato, oppure scorrere fino alla fine di questa pubblicazione e leggerla.




OGA - Ospizio Giovani Artisti

Artisti:
Pino Boresta, Pedro Cano, Paolo Cavalcanti, Nestore Del Boccio, Rosario Gallardo, Werther Germondari, Francesco Impellizzeri, Calogero Marrali.

Periodo: 9 maggio - 21 settembre 2016

Ingresso ad invito, scrivendo a wgermondari@mac.com

Orario: dopo l'inaugurazione solo previo appuntamento, scrivendo a wgermondari@mac.com - www.werthergermondari.com



LA COLLEZIONE  EROTICA

Come mostra di chiusura della stagione 2015/2016 l’Ospizio Giovani Artisti presenta una collettiva di sette artisti, con opere a tematica erotica, tutte come sempre provenienti dalla collezione dell’OGA.



















Pino Boresta (Roma, 1962). Artista visivo, performer e ‘situazionauta’. L’Opera Testo, presente in mostra (che è possibile leggere al termine di questo comunicato), è stata pubblicata in una prima versione nel 1997 su “ARTEL n.61 – sex fax art” del 1/15 aprile 1997, e poi in questa seconda e definitiva versione su “ARTEL n.69”, 1/15 ottobre 1997, il cui direttore era Claudia Colasanti. È stata poi realizzata una performance dal vivo il 14 febbraio 2004 alla Galleria SC02 di Roma nel corso della collettiva “erotic.heART” a cura di Lella Antinozzi.





















Pedro Cano (Blanca, Spagna, 1944) nel 1969 si trasferisce a Roma, all’Accademia di Belle Arti, dopo aver vinto il Prix de Rome all’Accademia di Spagna. Tra le mostre più importanti, il ciclo sulle Città Invisibili ispirate ad Italo Calvino (Firenze/Palazzo Vecchio, Roma/Museo Andersen e Venezia/Arsenale), Identità in transito (alle Terme di Diocleziano a Roma), IX Mediterranei, presso i Mercati di Traiano a Roma e presso la Fondazione Benetton a Treviso. Nel 2010 è stata istituita a Blanca la Fondazione Pedro Cano

























Paolo Cavalcanti (Viterbo, 1955) nel 1984 pubblica, per Gammalibri, ’Blues in Chicago’. Nel 1987, per Palombi, ‘Musei d’Arte Moderna in Olanda’. Realizza installazioni fotografiche tra il 1985 ed il 1991 (a Firenze, Roma, ecc) sulla scena musicale australiana ed inglese. Fonda e dirige, dal 1984, Public Delirium, società di promozione ed ufficio stampa per la musica, fotografia e le arti e, dal 1992 al 2001, l’Agenzia per il cortometraggio italiana. Da circa otto anni si occupa di consulenza per l’IT.







Nestore Del Boccio (Raiano, 1950) Pittore, illustratore e sceneggiatore, negli anni ’70-80 crea la ‘razionalità mostruosa’, serie di quadri/denuncia della distruzione dell’ambiente. Negli anni ’90, concepisce il ‘siliconismo’, serie pittorica con l’uomo rappresentato come maschera variopinta e tragica: una critica all’effimero i cui valori dell’apparire sostituiscono quelli dell’essere. Negli ultimi anni, con la serie ‘alchemica” evoca, in chiave animistica, un primigenio in cui l’erotismo coinvolge ogni forma vivente nell’atto evolutivo.

























Rosario Gallardo (duo) Perturbante, caldo e malvagio, con le sue opere (performance, video, fotografie) il duo R.G. irrompe nel senso del pudore del pubblico e lo scioglie dall’interno. L’individuo cerca invano di resistere alla necessità ancestrale del piacere della carne, l’illuminismo esplode attraverso corpo e movimento e porta ad un più alto concetto di sé e gli altri. Ciò che resta è una sensazione di vibrante consapevolezza e la conoscenza di una differente visione della sessualità: un’arma di liberazione di massa.





















Werther Germondari (Rimini, 1963), Artista visivo e filmmaker. Attento a dinamiche innovative sperimentali neo-concettuali che si caratterizzano per un gusto ironico e surreale, svolge da trent’anni una ricerca attraverso numerosi media espressivi. Ha partecipato a esposizioni in gallerie private e spazi sperimentali, alternando installazioni d’ambiente, videowork e atti performativi, focalizzando l’attenzione su elementi nascosti, attinenti a una visione reale, sociale e politica. Nel 2013 ha ideato l’Ospizio Giovani Artisti.

























Francesco Impellizzeri (Trapani, 1958) vive e lavora a Roma. Nelle sue esposizioni propone performances e installazioni in cui varie espressioni artistiche (musica, teatro, pittura, ecc) si fondono per mezzo dell’ironia fino ad ottenere anche un prodotto fotografico e pittorico. Si cala nei panni di alcune “creature” creando tableaux vivants in cui costumi, musica e regia vengono progettati e realizzati come in un vero e proprio spettacolo teatrale, ma con contenuti sintetici e concetti nascosti.





















Calogero Marrali (Licata, 1967) vive e lavora a Torino. Esordisce agli inizi degli anni ’90 con una serie di dipinti astratti materici, per poi proseguire la sua ricerca artistica sperimentando i materiali più disparati, usati per rivestire accessori e capi d’abbigliamento riciclati. Tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del 2000, realizza così installazioni e oggetti. Sua prerogativa è la decontestualizzazione: ogni oggetto anche banale e di uso comune è rielaborato e trasformato nell’aspetto estetico sino ad assumere nuova identità e personalità.

 

Immagini:
Il ritratto di Giorgio Albertazzi è un Opera Digitale di Pino Boresta, le altre foto degli artisti sono state prese da Internet.





Qui l'opera testo "Mettetevi alla prova" e la documentazione fotografica della performance che fu, più due Elaborazione Digitali (due mie opere).





                             METTETEVI ALLA PROVA

Avete mai pensato di mettere in gioco il vostro corpo?
Qualunque sia la risposta procedete come segue e non ve ne pentirete. 

                             ISTRUZIONI PER L'USO 

1)    Spogliatevi completamente nudi inclusi anelli catenine e braccialetti (sono consentiti solo piercing).

2)    Fatto ciò ognuno dei due sceglierà tre zone erogene (o ritenute tali) del proprio corpo e tre del corpo del suo patner, per un totale di sei zone per ciascuno.

3)    Ora con un rossetto, o in mancanza di questo con un pennarello una penna o qualsiasi altra cosa, delimitate tali zone con delle linee circolari. Ricordatevi quindi di numerare da 1 a 6 tutte le zone scelte del corpo di lui e lei (oppure di lui e lui o lei e lei).

4)    A questo punto munitevi di due dati di colore diverso e fate un tiro ciascuno per veder chi dovrà iniziare.

5)    Il resto è molto semplice seguendo il sottostante ordine di esecuzione:

     Carezze
     Massaggi
     Graffietti
     Baci
     Morsetti
     Leccate
                    
Ognuno dei due tirerà a turno i dadi determinando dove e per quanto tempo ogni azione sarà effettuata. Un dado determinerà la zona (già numerate da 1 a 6) e l’altro il tempo in minuti, che andrà logicamente da un minimo di un minuto fino ad un massimo di 6 minuti.

Esempio:
Tira i dati lei e fa 6 e 4, lui accarezzerà lei sulla zona  N°6 per  4 minuti. Poi tira i dadi lui e fa 3 e 2, lei accarezzerà lui sulla zona N°3 per 2 minuti. Quindi dopo le “Carezze” si passerà alla seconda azione i “Massaggi” e cosi via fino all’ultima “Leccate”.

6)    Terminati tutti e sei i compiti sarete forse un po’ eccitati, ma vi consiglio di non fare l’amore, lasciate che siano i dadi a decidere per voi procedendo come segue:
Prendete i dati e fate un tiro ciascuno se la somma del vostro tiro più quello del vostro patner sarà 18 o più di 18 fate pure l’amore altrimenti vi consiglio vivamente di rimandare e tentare di nuovo l’indomani.



Pino Boresta


ps
I partecipanti e non solo sono pregati di inviare (anche in forma anonima o sotto pseudonimo) riflessioni, considerazioni e confessioni al seguente


























CORPI SEMPLICI II - FELICE LEVINI - AuditoriumArte Roma 12.07.16



FELICE LEVINI
CORPI SEMPLICI II / SIMPLE BODIES II

"Non si può dedurre dalla calma delle nostre parti la tranquilla monotonia dell'universo"
(L.A. Blanqui)

 

martedì 12 luglio alle ore 19.00
Auditorium Parco della Musica

 

A cura di Anna Cestelli Guidi
in collaborazione con RAM radioartemobile
AuditoriumArte

Undicesimo appuntamento del progetto One Space / One Sound

Nei due ambienti dello spazio espositivo si potrà assistere a due momenti. La prima sala è "a giorno": dai megafoni si potranno ascoltare fusioni di brani musicali, suoni, discorsi, testi poetici, dove circolarità e caos si inseguono. 

E' il luogo dello scacchiere, del politico, della strategia, della storia, e della sua stessa fine, tramonto occidentale, ultimo urlo, atto eroico di una inevitabile fine, babele di democrazie…

Nella seconda sala, il ricordo di ciò che è stato, il suo riflesso, come quando vediamo la luce delle stelle morte. Il tempo è segnato dagli eventi naturali: le stagioni, i mesi dell'anno, il movimento dei pianeti, del cosmo, il dono degli Dei, la pietà dei Santi, quasi che non si potesse accettare il mondo se non grazie alla mediazione di mani umane.

L'incontro sarà trasmesso su RAM LIVE live.radioartemobile.it
 

Info Auditorium 06-80241281
www.auditorium.com






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domenica 10 luglio 2016

GRANDE MOSTRA I Maya. Il linguaggio della bellezza > 8 ottobre 2016 - 5 marzo 2017 > Palazzo della Gran Guardia, Verona


Una mostra imperdibile a Verona dedicata alla grande e misteriosa civiltà dei Maya.

Grazie all'Istituto Nazionale di Antropologia e Storia del Messico (INAH), 300 reperti di gran valore storico-culturale saranno esposti a Palazzo della Gran Guardia attraverso una straordinaria rassegna.




dall'8 ottobre 2016 al 5 marzo 2017 > Palazzo della Gran Guardia, Verona


I Maya sono una delle civiltà più ricche di storia e di mistero.
Tra il 2000 a.C. e il 1542 d.C. essi inventarono e svilupparono sistemi matematici, calendari, spirito artistico, misurazioni del tempo e molto altro ancora: tra le civiltà più ricche di storia e colme di misteri mai svelati, nonostante gli sforzi dei grandi storici e dei maggiori esperti, la loro cultura resta ancora colma di enigmi che affascinano l'intero genere umano.

La mostra I Maya. Il linguaggio della bellezza di Verona, una delle più grandi ed esaustive che siano mai state prodotte a livello internazionale, approda a Palazzo della Gran Guardia con oltre 300 opere provenienti dai principali musei del Messico, a partire dall'8 ottobre 2016 fino al 5 marzo 2017.

Resa possibile grazie al generoso e fondamentale intervento dell'Istituto Nazionale di Antropologia e Storia del Messico (INAH), la mostra è promossa dal Comune di Verona con il supporto di Arena Museo Opera (AMO), ed è prodotta e organizzata da Arthemisia Group e Kornice.

"Siamo orgogliosi di poter presentare a Verona questo tributo a una delle civiltà più misteriose e affascinanti della storia del genere umano. Grazie a uno straordinario concorso di forze - dichiara Flavio Tosi, Sindaco di Verona -, che ha visto unirsi il nostro Paese con i più prestigiosi istituti culturali del Messico, Verona avrà la possibilità di godere di questa opportunità irripetibile, che certamente saprà attrarre nella nostra città migliaia di visitatori. Un particolare ringraziamento a tutti coloro che, a diverso titolo, hanno reso possibile questa memorabile occasione".

La mostra di Verona curata da Antonio Aimi e Karina Romero Blanco affronta per la prima volta il tema della cultura di questo antico popolo attraverso le parole e i testi degli stessi Maya, utilizzando - come mai è avvenuto in passato - la più grande rivoluzione antropologica dell'ultimo secolo: la decifrazione della loro scrittura.

Parallelamente, l'esposizione offre uno sguardo nuovo, innovativo e sorprendentemente attuale sull'arte maya a partire dall'individuazione dei maestri, delle scuole e degli stili: finalmente si ha la possibilità di rapportarsi alle opere attraverso una lettura storico-artistica e non solo archeologica.

I tre grandi periodi - preclassico, classico e postclassico - che dal 2000 a.C. al 1542 d.C. hanno visto fiorire questo popolo, sono spiegati attraverso straordinari capolavori dell'arte maya come il Portastendardi, pregiata scultura risalente all'XI secolo realizzata da un maestro di Chichen Itza (complesso archeologico a nord della penisola dello Yucatan, inserito nel 2007 fra le sette meraviglie del mondo moderno) che senza dubbio rappresenta la migliore opera di una tipologia tipica di molte città del Periodo Postclassico; la Testa raffigurante Pakal il Grande che visse dal 603 al 683 dopo Cristo e fu il più importante re di Palenque (oggi tra i più importanti siti archeologici maya situato nello stato messicano del Chiapas); la Maschera a mosaico di giada raffigurante un re divinizzato tipico esempio di maschera funeraria, fondamentale per il defunto per raggiungere il mondo sotterraneo; e infine come l'Adolescente di Cumpich, imponente scultura risalente al periodo tardo classico ritrovata nel sito archeologico di Cumpich.

La civiltà maya è spiegata anche attraverso la ricostruzione di antiche architetture, utensili della vita di tutti i giorni che hanno cavalcato millenni come collane, orecchini, strumenti musicali, vasi e incensieri, tutti provenienti dai più importanti musei messicani quali il Museo Nacional de Antropología (Città del Messico) che coi suoi due milioni di visitatori è il primo museo di antropologia del mondo, il Museo Regional de Antropología Palacio Cantón (Mérida, Yucatán), il Museo Arqueológico del Camino Real de Hecelchakán (Hecelchakán, Campeche) e dai tanti siti archeologici delle più importanti città maya come Calakmul, Chichen Itza, Palenque e Uxmal.

A 18 anni di distanza dalla mostra del 1998 sui Maya di Venezia, torna in Italia il racconto della storia di un popolo che non cessa di affascinarci per le sue conoscenze matematiche, per i suoi raffinatissimi sistemi calendariali e per le sue realizzazioni artistiche.

Inoltre la tappa italiana della mostra svela i risultati delle ultime ricerche scientifiche sui Maya e consente ai lettori di leggere direttamente i loro testi, senza sfuggire a temi intriganti come le profezie, la fine del tredicesimo baktun (caduta il 21 dicembre 2012) e i segreti del Conto Lungo, un ciclo di 5125,3661 anni che aveva cominciato a "girare", il giorno della creazione, che per questo popolo era avvenuta il 6 settembre del 3114 a.C.

Info e prenotazioni
T. +39 045 853221

Sito
www.mayaverona.it


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MARA e MARIO VESPASIANI - Matrimonio del Cielo e della Terra


MARA e MARIO VESPASIANI
Matrimonio del Cielo e della Terra
La performance


Domenica 10 luglio 2016 alle 10,00 presso il Duomo di Fermo si uniranno in matrimonio l'artista Mario Vespasiani e la musa Mara, alle ore 18 presso la Villa Vinci antistante alla Cattedrale si terrà la loro performance dal titolo Matrimonio del Cielo e della Terra. Un'operazione artistica dall'alto valore simbolico che nel Giardino delle rose coinvolgerà anche gli invitati, i quali condivideranno questa unione che si apre all'intero creato. 

Dal caos al cosmo si assisterà dunque alla formazione di un contesto che passa dal buio alla luce fino alla manifestazione dei quattro elementi naturali, per concludersi con la comparsa della coppia che ruotando si incontra, affondando le proprie radici in un suolo comune, per poi come un albero innalzarsi e fruttificare. 

Mario e Mara avendo sempre vissuto la loro esperienza spirituale in stretto contatto col respiro della natura hanno voluto rimarcare con questo happening il momento in cui si affacciano trasformati, non più distinti ma uniti tra loro, con le persone e col paesaggio. La performance guidata dal ritmo dei tamburi, dal movimento dei ventagli e delle sete, descrive il momento in cui l'energia caotica primordiale, ordinandosi mette in relazione l'affetto degli amici con la potenza universale, per esprimersi nella relazione di coppia che si apre verso l'esterno. 

Mario e Mara si fanno partecipi di un atto poetico, in cui l'umano assorbe il flusso vitale con la sua presenza, in contatto sia con la materia che con gli elementi invisibili. In questo modo la creazione sembrerà rigenerarsi perché nel mondo come nel matrimonio se dovesse cessare anche per un solo instante, entrambi si distruggerebbero: la performance è dunque un inno alla crescita, alla vita, all'amore.


Domenica 10 luglio alle ore 18 
Giardino delle Rose di Villa Vinci
Fermo




Mario e Mara formano una delle storiche coppie dell'arte contemporanea italiana. Mario è un giovane artista visivo che sta aggiornando i codici della pittura, Mara è una donna mediterranea, considerata una delle vere Muse per la rara capacità di comunicare un immaginario senza tempo. Da sempre fonte di ispirazione per dipinti, fotografie e video presentati su tutto il territorio nazionale, le opere che la ritraggono sono esposte in permanenza in diverse chiese, musei, fondazioni come in collezioni private. Nel 2015 ha posato nel ruolo di Madonna nel Palio dell'Assunta e di prima dama del corteo storico in occasione della Cavalcata di Fermo. Le sono stati dedicati un cortometraggio e tre libri fotografici dal titolo Mara as Muse.

Mario Vespasiani

Mario Vespasiani (San Benedetto del Tronto, 1978) è un artista visivo italiano.

La ricerca

Fin dall'esordio è sempre stato considerato una figura indipendente e al di fuori delle attuali tendenze artistiche, anche grazie ad una ricerca che non ha riferimenti analoghi. Rispetto al materialismo ateo e a un certo manierismo pittorico che hanno imperversato in Italia nell'ultimo trentennio la sua arte è apparsa subito un caso a sé, per il suo interesse a dare forma ad un "gesto eroico" che sa essere autore e testimone di un momento storico di grande accelerazione, evolvendo progressivamente l'ampio aspetto stilistico dei soggetti indagati, nei tratti essenziali e simbolici. Vespasiani è uno dei giovani pionieri dell'arte italiana che sta portando la pittura a livelli inaspettati, oltre i limiti tradizionali del quadro e ben lontano dalle provocazioni estetiche: confrontandosi con la fotografia, la performance, le istallazioni e di recente con la letteratura, ha saputo imprimere all'azione pittorica dei significati che nel flusso creativo, fanno diventare il suo percorso ardito e le persone che lo animano figure leggendarie.
L'interesse che sta suscitando il lavoro di Mario Vespasiani sta anche nel fatto che lui e la sua opera coincidono perfettamente e questo fa si che ad emergere non sia il ruolo da artistar, bensì la continua relazione con la potenza creatrice, la stessa che - dichiara - lo attrae costantemente verso il mistero e lo fa sentire in cerca di vibrazioni primordiali, in stretto contatto con una fonte che ha una chiara matrice spirituale


Biografia

Diplomato all'Istituto d'Arte di Fermo dove si distingue fin dal primo anno tra i migliori allievi, non ancora ventenne presenta la sua prima mostra personale, che avvia il suo percorso espositivo su tutto il territorio nazionale. Nel 2008 a dieci anni dalla prima personale realizza la mostra che avvia il progetto denominato "La quarta dimensione" attraverso il quale propone un dialogo con alcuni grandi maestri dell'arte italiana a lui particolarmente vicini in un determinato momento della ricerca. Il primo avvenne nel 2008 con Mario Schifano mettendo in risalto il colore e il gesto pittorico che contraddistingue il procedere istintivo dei due autori, per l'approccio grintoso, per la carica vitale e mai prevedibile della pittura. Nel 2010 presso la Galleria Comunale d'Arte Contemporanea di Ascoli Piceno le sue opere si affiancarono all'astrattismo lirico di Osvaldo Licini, in questo momento le tele di Vespasiani sempre meno figurative forniscono una panoramica del tratto pittorico che raggiunge soluzioni stilistiche più evanescenti ed essenziali.
Sulla linea colorista, che scende lungo l'Adriatico, nel 2012 presenta il dialogo in tre sedi con i capolavori di Lorenzo Lotto, il quale oltre ad essere uno dei più autorevoli interpreti è anche colui che ha saputo rivoluzionare i codici del ritratto e la mostra ha focalizzato l'attenzione sull'interpretazione psicologica e formale del volto, dalle espressioni comuni alle tensioni umane più profonde. Nel 2015 il gallerista Pio Monti presenta la mostra La quarta dimensione nella fotografia di Mario Giacomelli e Mario Vespasiani dove per la prima volta le sue immagini fotografiche si specchiano nei riflessi comuni e nello sguardo appassionato di Giacomelli, uno dei fotografi più incisivi del '900. Con la mostra Gemine Muse espone giovanissimo ai Musei Capitolini di Roma, a 27 anni vince il primo Premio Pagine Bianche d'Autore, nel 2011 viene invitato al Padiglione Italia della 45a Biennale di Venezia, figura nel libro Fragili eroi di Roberto Gramiccia dedicato ai più interessanti artisti italiani dal futurismo ad oggi e sul Dizionario dell'Arte Italiana edito da Giancarlo Politi.
Tra i primissimi artisti italiani ad espandere l'impronta pittorica dai nuovi materiali alle tecnologie, viene inviato nel 2012 dall'Accademia di Belle Arti di Macerata a tenere una conferenza dal titolo: L'essenza e il dono. Arte, relazione e condivisione, dalla tela all'iPad e nello stesso anno con le opere realizzate mediante l'iPad ed applicate su alluminio partecipa al Premio Termoli. Per tutto il 2014 si è dedicato al progetto Mara as Muse sottolineando, in piena controtendenza, il ruolo di una Musa quale figura ispiratrice dell'atto creativo e delle sue molteplici forme espressive. Nel 2015 realizza delle opere in pura seta intitolate Storie di viaggiatori, territori e bandiere che espone come fossero vessilli di un'arte che torna ed essere simbolo e immagine di un'identità ben precisa e che va oltre le classiche modalità espositive per mostrarsi in una performance nella Pinacoteca civica di Ascoli Piceno, in un happening con le opere disposte al vento sulla cima della Torre dei Gualtieri di San Benedetto del Tronto e al 48° Premio Vasto. Nel mese di maggio esce Planet Aurum il suo primo libro interamente dedicato agli scritti e nello stesso anno la città di Fermo lo invita a dipingere il Palio dell'Assunta dedicandogli contemporaneamente una personale. La città di Santa Vittoria in Matenano gli riserva una grande mostra che raccoglie per la prima volta le opere dagli esordi ad oggi ed una importante pubblicazione generale.


Note

Dal 1998 sono oltre trenta le mostre personali documentate da 37 volumi prodotti in serie limitata, arricchiti da testi critici, interviste e da testimonianze trasversali. Contemporaneamente alla pittura, ha frequentato un workshop di fotografia con Ferdinando Scianna e di cinema con Lech Majewski. Del suo lavoro se ne sono occupati oltre agli storici e ai critici d'arte, anche filosofi, scrittori, antropologi e teologi. Risiede a Ripatransone nelle Marche dove ha lo studio principale, alternandosi periodicamente nei luoghi che meglio si prestano a sviluppare i suoi progetti.



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