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giovedì 24 marzo 2016

Kyoto Monza Mostra Traditional Art School di Kyoto alla Villa Reale di Monza - APA Confartigianato Monza - IEA informa

Provenienti dalla Traditional Art School di Kyoto in mostra alla Villa Reale di Monza fino al 28 marzo

TRENTA OPERE DI ECCELSO ARTIGIANATO RIVELANO UN GIAPPONE INEDITO


Due antiche civiltà dell'artigianato a confronto: quella giapponese di Kyoto, antica capitale del Sol Levante, e quella di Monza, già capitale dell'Italia longobarda. Trenta opere provenienti dalla Traditional Art School of Kyoto-Task sono in mostra alla Villa Reale negli spazi del  Triennale Design Museum di Monza fino al 28 marzo, curatori Gabriele Radice e Jun Terao.  L'inaugurazione è avvenuta alla presenza delle maggiori autorità amministrative ed economiche in rappresentanza della città. Tra queste  il prefetto Giovanna Vilasi, il sindaco Roberto Scanagatti, Carlo Edoardo Valli presidente della Camera di Commercio, Giovanni Barzaghi presidente di Apa Confartigianato Imprese Milano, Monza e Brianza.

Un omaggio più che meritato perché le opere esposte rappresentano il meglio della produzione artigianale  manuale del Paese. Non un artigianato seriale, ma  opere uniche, ciascuna delle quali è frutto di molte settimane di lavoro seguendo le più rigide indicazioni costruttive e materiche tramandate nei secoli dalle varie generazioni di maestri artigiani.

L'esposizione si snoda in un percorso di 30 opere che spaziano dalla ceramica, all'intaglio del legno, dal metallo, al bamboo, dalla lavorazione urushi alla carta, con manufatti che, partendo dalla conoscenza della tecnica tradizionale, vengono rielaborati dai giovani per rappresentare la "nuova tradizione" e anche, in alcuni casi, con un'apertura alla rielaborazione delle forme al fine di aprire la strada al design.

"Questa mostra rappresenta un punto importante a salvaguardia dei prodotti di artigianato d'eccellenza: botteghe e saperi che si tramandano in tradizioni millenarie, ma che nella nostra epoca rischiano di sparire – ha commentato Radice -. L'obiettivo di questo progetto è anche dare un'immagine diversa del Giappone rispetto a quella che emerge sempre su alcuni temi (la tecnologia, la modernità, i manga, i videogiochi). Questo è  punto di vista opposto, estremamente tradizionale, per rivisitarlo". Barzaghi, che ha voluto a nome di tutti ricordare i tragici, recentissimi fatti di Bruxelles,  ha sottolineato come la conoscenza tra giovani di Paesi diversi e l'ammirazione per le rispettive culture sia il migliore antidoto alla degenerazione dell'odio e della barbarie.

Gli allievi della Scuola di Kyoto sono circa 250  e il ritmo di studio è durissimo: nel silenzio più assoluto il giovane artigiano plasma per 10-12 ore al giorno la materia con pazienza infinita correndo ad ogni momento il rischio che il suo maestro, se non soddisfatto, gli distrugga quanto ha appena realizzato. E bisogna ricominciare da capo. Chi riesce a superare il corso riceve l'ambito titolo di Maestro Artigiano. Le opere migliori vengono esposte all'ammirazione del pubblico. E da questa esposizione sono stati selezionati i manufatti giunti a Monza dentro imballaggi speciali per la loro delicatezza.  

Con la mostra Giappone – Kyoto: i giovani e l'artigianato, un percorso tra tradizione e innovazione, prosegue la collaborazione di APA Confartigianato e Scuola di Kyoto alla scoperta dei valori dell'artigianato tradizionale giapponese rielaborato e reinterpretato; ed  APA Confartigianato prosegue la sua missione legata alla conoscenza e all'interscambio delle eccellenze dell'artigianato nel mondo, sia sotto l'aspetto delle lavorazioni tecniche che per quanto riguarda l'evoluzione delle forme legate al design.

In questo senso la mostra rappresenta un punto importante a salvaguardia delle opere dell'artigianato d'eccellenza. Perciò ha meritato la  collaborazione di Triennale Milano, Camera di commercio di Monza e Brianza, Comune di Monza, Villa Reale e il patrocinio del Consolato Generale del Giappone in Milano in occasione dei 150 anni di rapporti diplomatici tra Italia e Giappone e dell'Ambasciata del Giappone.

Partner tecnici Fondazione per la promozione dell' Artigianato di Kyoto, Artigianarte, Monzart-Itinerari di eccellenze artigiane di Monza.



Foto: il presidente di IEA Achille Colombo Clerici con il vice decano del Corpo Consolare a Milano Patrizia Signorini



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Mostra "Padiglione TIBET"


lunedì 21 marzo 2016

GUARNERI, OLIVIERI, VERNA. GLI ANNI SETTANTA, a cura di Ivan Quaroni | fino al 29 aprile, Progettoarte ELM, Milano



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GUARNERI, OLIVIERI, VERNA
GLI ANNI SETTANTA

a cura di Ivan Quaroni

Dal 25 febbraio al 29 aprile 2016
Progettoarte elm, Via Fusetti, 14 - Milano

Continua fino al 29 aprile la mostra Guarneri, Olivieri, Verna. Gli anni Settanta, presso la galleria Progettoarte elm di Milano, nel proseguimento del percorso di promozione e valorizzazione degli artisti della Pittura Analitica, dopo le  personali dedicate a Pino Pinelli (2013), Marco Gastini (2012), Claudio Verna (2011), Enzo Cacciola (2010).

Per l'occasione sono esposte circa venti opere pittoriche risalenti agli anni Settanta, periodo in cui le intuizioni dei tre artisti giungono a quella nuova maturazione espressiva, poi variamente denominata dalla critica con i termini di Pittura Analitica, Pittura-Pittura o Nuova Pittura, una tendenza che trova riscontro nelle parallele e coeve indagini dei pittori francesi (Support/Surface) e tedeschi (Analytische Maleri o Geplante Malerei).
I lavori qui proposti mostrano come le ricerche di Guarneri, Olivieri e Verna siano legate da un comune ritorno ai valori basilari della pittura, ai fondamenti irriducibili di una grammatica fatta di luce, segno e colore.
Sorta dalle ceneri dell'Informale, ma egualmente distante dalle sperimentazioni sul grado zero della pittura, questa nuova sensibilità - oggi giustamente riscoperta e rivalutata anche dal mercato - si contraddistingue per l'attenzione al sistema di relazioni interne alla pittura e per l'analisi dei suoi vocaboli essenziali, liberati da ogni funzione descrittiva.
Narrazione e rappresentazione, avvertiti come elementi inessenziali, lasciano, infatti, spazio all'indagine su movimento, vibrazione luministica, pulsazione ritmica e intensità del colore. Il risultato è una pittura "a percezione lenta", che richiede all'osservatore una visione prolungata.
È il caso soprattutto di Riccardo Guarneri che, identificando il colore con la luce, dipinge quadri bianchi, innervati da una filigrana di segni sottili che accentuano il carattere impalpabile della pasta cromatica.
Anche Claudio Olivieri lavora, soprattutto all'inizio del decennio, con un linguaggio che combina il segno al colore, dove però si avverte già l'interesse per la costruzione di forme fluide e scure masse plasmatiche affioranti dal fondo della tela. 
Influenzato dalle teorie gestaltiche e dai problemi legati alla percezione, Verna è, tra i tre, l'artista più interessato alle forme geometriche e alle partizioni ritmiche. Nelle sue tele il colore si organizza in campiture uniformi, sovente scandite da rettangoli, losanghe e bande di colore che evidenziano il dato processuale della sua pittura.
Questa mostra, a distanza di oltre quarant'anni, è un'opportunità unica per valutare il rigore linguistico delle ricerche di Guarneri, Olivieri e Verna attraverso una selezione di opere dipinte tra il 1970 e il 1979. Gli anni Settanta rappresentano, infatti, un periodo cruciale, compresso tra il retaggio delle formulazioni poveriste e i futuri fermenti transavanguardisti, in cui questi artisti, insieme ad altri membri di quella mobile e fluida compagine di personalità che fu la Pittura Analitica, rivendicarono l'autonomia e la radicalità di una pratica millenaria attraverso il ritorno a un linguaggio primario, insieme severo e lirico.




Guarneri, Olivieri, Verna. Gli anni Settanta
A cura di Ivan Quaroni
Opening: giovedi 25 febbraio 2016, h. 18.30
Dal 25 febbraio al 29 aprile
Progettoarte elm
Via Fusetti, 14 - 20143 - Milano – Italy
Tel. +39 02 83390437 Email: info@progettoarte-elm.com



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domenica 20 marzo 2016

"Le iene" al Museo Riso per i "ricatti a luci rosse" di Lea Di Leo

Le Iene, uno dei programmi Mediaset più seguiti, e uno dei suoi inviati, Giulio Golia, queste settimane si sono visti finire dentro un museo, il Riso, Museo D'Arte Contemporanea della città di Palermo. 


Il Museo, all'interno della mostra Origini, ha esposto un video, il servizio "Ricatti a luci rosse" girato alcuni anni fa e relativo alla scandalo della pubblicazione autobiografica della pornostar, in arte, Lea Di Leo. Golia  raccontava di richieste di denaro a personaggi famosi da parte di una casa editrice siciliana, che avrebbero permesso ai volti noti di uscire così dal libro. 


Autore dell'opera è l'artista Mr. Richichi, che tra l'altro compare anche all'interno del video ma a volto oscurato. 


L'artista ha spiegato: "Alcuni anni fa ho creato una casa editrice la Imart (I'm art cioè 'io sono arte'), lo scopo era quello di utilizzare la mia creatività per l'editoria; quando ho avuto tra le mani la biografia della sexystar ho capito che avrei avuto la possibilità di creare uno scandalo mediatico e allora ho inviato un'email ad un autore delle Iene, che stranamente compariva nel libro, proponendogli una forma di investimento sullo stesso libro per uscire dal libro". 


In questo modo è nato il servizio delle Iene che ha portato anche l'avvio di un procedimento giudiziario per tentata estorsione. 


Mr. Richichi ha anche aggiunto: "L'idea iniziale era che io avrei avuto il mio scandalo, l'editore un boom di vendite e Le Iene il loro servizio (poi ne hanno fatti tre), ma c'erano troppe variabili, non era un servizio a tavolino, ho fatto tutto da solo".

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sabato 19 marzo 2016

M4A-MADE4ART, Milano: mostra "Materia e materiali: la linea del pensiero"



Materia e materiali: la linea del pensiero Emilio Belotti, Marina Berra, Fiorenza Bertelli, Martino Brivio
M4A - MADE4ART, Milano
25 marzo - 1 aprile 2016
Inaugurazione venerdì 25 marzo, ore 18.30

Made4Art presenta Materia e materiali: la linea del pensiero, ideale anteprima del progetto organizzato dallo spazio d'arte e design milanese per il Fuorisalone del Mobile - Milan Design Week di "zona Tortona" (aprile 2016). 

Lo special art project vuole sottolineare l'importanza della ricerca tecnica e della sperimentazione sulla materia e sui materiali nel design e in arte, ambiti della creatività umana sempre più vicini e dai confini sempre meno definiti. 
Il progetto espositivo, che vede come protagonisti gli artisti Emilio Belotti, Marina Berra, Fiorenza Bertelli e Martino Brivio, nasce dalla volontà di presentare al pubblico alcuni significativi risultati di questa ricerca: ciascun artista, sulla base delle proprie specificità artistiche e tecniche, ha interpretato il tema seguendo una propria personale idea di progettualità.
Gli ideatori del progetto, Vittorio Schieroni ed Elena Amodeo, hanno studiato per la presente esposizione un allestimento basato su richiami, analogie e contrasti, che trova la propria forza nell'eterogeneità dell'insieme. 
Dalle pitture e sculture polimateriche di Emilio Belotti, tecniche miste che ricorrono a inclusioni di materiali quali polistirolo, cartone, legno e ferro, alla serie di lavori su carta di Martino Brivio, supporto privilegiato per le sue delicate composizioni in bilico tra astrazione e figurazione, dalle opere pittoriche di Fiorenza Bertelli, dove le linee e i colori si fondono per creare inaspettate armonie e suggerire profili architettonici, ai "Materici" di Marina Berra, tele ricche di energia e vitalità con la forza della loro presenza cromatica. 
Quattro interpretazioni diverse dello stesso tema, tra arte e design, dove la presenza della linea, del tratto, del segno diventa simbolo dell'Idea, dei percorsi della creatività e delle evoluzioni del pensiero.
Materia e materiali, terza tappa del progetto di indagine su questo tema condotto da Made4Art, vuole essere un viaggio di scoperta all'interno del progetto e dell'idea che stanno alla base della realizzazione di un'opera d'arte, nei colori e nella materia pittorica, nei diversi materiali naturali e artificiali che ci circondano. La mostra, con data di inaugurazione venerdì 25 marzo alle ore 18.30, rimarrà aperta al pubblico fino al 1 aprile 2016.
Materia e materiali: la linea del pensiero Emilio Belotti, Marina Berra, Fiorenza Bertelli, Martino Brivio Art Project Made4Art
25 marzo - 1 aprile 2016
Inaugurazione venerdì 25 marzo, ore 18.30 Lunedì ore 16 - 19, martedì - venerdì ore 10 - 13 e 16 - 19, sabato su appuntamento
M4A - MADE4ART
di Elena Amodeo e Vittorio Schieroni

Spazio, comunicazione e servizi per l'arte e la cultura
Via Voghera 14 - ingresso da Via Cerano, 20144 Milano
www.made4art.it, info@made4art.it, t. 0239813872
Un progetto M4E - MADE4EXPO
Media partner Espoarte

venerdì 18 marzo 2016

Mostra SWITCH ON DAL MANODOMESTICO ALL'ELETTRODOMESTICO | 9-22 APRILE 2016 | BIBLIOTECA DELL'INCORONATA, MILANO

Switch On

Dal manodomestico all'elettrodomestico

9 -22 aprile 2016




Biblioteca Umanistica dell'Incoronata, Milano




A cura di Anty Pansera e Mariateresa Chirico

Ideazione Sarah Spinelli – Studio Pixel





Milano, 18 marzo 2016 - La mostra Switch On Dal manodomestico all'elettrodomestico - in occasione della Milano Design Week, nel cuore del Brera Design District, e in concomitanza con l'apertura della XXI edizione della Triennale - accompagnerà il visitatore in un viaggio tra passato, presente e futuro, raccontando il mutamento degli stili di vita attraverso quegli oggetti - a mano e funzionanti a elettricità - che più di tutti hanno portato il concetto di "rivoluzione" nella casa.



Una rivoluzione sociale e antropologica che, in cento anni di economia domestica in Italia - dai primi del '900 ai giorni nostri - ha cambiato il modo di gestire l'ambiente casalingo grazie all'avvento di piccoli attrezzi 'con e senza la coda' e ha modificato il ruolo della donna dentro e fuori le mura domestiche.



Nei suggestivi spazi della Biblioteca Umanistica dell'Incoronata, il percorso espositivo presenterà oggetti che hanno fatto parte, ieri come oggi, della vita quotidiana delle persone. 


Uno spaccato contemporaneo delle potenzialità che l'innovazione tecnologica e il design propongono nell'ambito della casa, ma anche la loro storia, che viene da lontano e che precede addirittura la scoperta dell'energia elettrica, quando nel Nuovo Mondo si diffondono tante piccole invenzioni per aiutare il lavoro delle massaie: gli antenati dei moderni elettrodomestici, i manodomestici appunto.



In mostra varie tipologie di oggetti per differenti usi - per pulire la casa, per preparare e cuocere il cibo e per conservarlo - piccoli e grandi elettrodomestici che hanno fatto la storia di noti marchi di ora come allora, da Alessi a Vorwerk Folletto e Bimby® fino ad arrivare a Samsung passando per Elica. 


Un'occasione unica, sia per addetti ai lavori sia per il grande pubblico, per conoscere l'avvincente storia di questi prodotti, che è anche un po' la storia dell'Italia, e non solo, dal primo dopoguerra in poi.


Partendo dai pezzi storici provenienti dal Museo Alessi il percorso espositivo offre uno spaccato sullo sviluppo delle tecnologie che hanno visto protagonista la casa in quest'ultimo secolo: dallo schiaccianoci alla macchina da caffè domestica - per un certo periodo commercializzata anche da FAEMA e LA CIMBALI, come le Faemina, Baby FAEMA e Microcimbali in mostra - per arrivare a Bimby® che, da apparecchio nato per riunire le funzioni di miscelazione e cottura, racchiude oggi dodici funzioni diverse ed è sempre più interattivo, grazie anche al display touch screen; dal primo aspirapolvere anni '30 fino al rivoluzionario lavavetro Folletto VG100.


Pezzi iconici, disegnati dai grandi nomi del design italiano, come Anna G., il cavatappi di Alessandro Mendini per Alessi o la Pescecappa di Gaetano Pesce prodotta da Elica, dialogano con oggetti altamente performanti e sempre più connessi, in tutti i sensi, alla nostra vita quotidiana. 


Come il frigorifero Family Hub di Samsung o Snap, l'air quality balancer sviluppato da Elica per migliorare automaticamente la qualità dell'aria all'interno delle nostre abitazioni.


Gli elettrodomestici hanno così consentito di "liberare" tempo, da spendere quindi anche fuori casa: e se in casa la caffettiera diventa il simbolo della pausa domestica da prendersi da soli o in compagnia, fuori casa la pausa relax e il luogo di socializzazione per eccellenza diventa il bar, dove la macchina per caffè espresso è la protagonista intorno alla quale ruotano persone e storie. 


In mostra dunque un corner è dedicato alla macchina per caffè espresso professionale e grazie alla collaborazione con il MUMAC, Museo della Macchina per caffè di Gruppo Cimbali, si potranno ammirare modelli esclusivi, come la macchina da bar iconica FAEMA E61 e La Cimbali Pitagora disegnata dai F.lli Castiglioni e vincitrice, unica macchina al mondo, del Compasso d'oro dell'ADI.



Infine, un'area dedicata ai più piccoli, e non solo, chiuderà il percorso espositivo: giochi meccanici si alternano a quelli a batteria o elettrici provenienti dall'Archivio Storico Faro, una collezione storica di giocattoli dagli anni '40 fino ai nostri giorni, costituita dai giocattoli fabbricati dall'azienda stessa e da molte altre, che evocano, per forme e funzioni, i fratelli maggiori ad uso domestico.


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GRANDE MOSTRA > Street Art - Banksy & Co. > 18 marzo - 26 giugno 2016 > Palazzo Pepoli - Museo della Storia di Bologna

Street Art - Banksy & Co.
dal 18 marzo al 26 giugno 2016
Palazzo Pepoli - Museo della Storia di Bologna

Sane Smith
, Untitled, 1990 ca. Inchiostro su carta. Museum of the City of New York, Gift of Martin Wong


Sul finire degli anni Sessanta del '900, nuove pratiche artistiche urbane sono apparse in diverse città del mondo occidentale, con l'intento di ridefinire la nozione di arte nello spazio pubblico. Sotto l'etichetta street art, riuniamo oggi diverse forme di arte pubblica indipendente, che riprendendo i codici della cultura pop e del graffittismo, utilizzano il dialogo tra la strada e il web per dare vita a forme decisamente innovative.

Dopo dieci lustri, il fenomeno socio-culturale del graffitismo urbano ha guadagnato una rilevanza unica nel panorama della creatività contemporanea: le opere di artisti come Banksy hanno invaso le maggiori città del mondo, e dagli anni Ottanta a oggi la stessa Bologna si è affermata come punto di riferimento per molti artisti - da Cuoghi Corsello a Blu, passando per Dado e Rusty - che hanno scelto proprio la città Felsina per lasciare il loro segno sui muri.


Dal 18 marzo questa forma d'arte è raccontata nella sua evoluzione, interezza e spettacolarità nelle sale di Palazzo Pepoli - Museo della Storia di Bologna con una grande mostra intitolata Street Art - Banksy & Co.


L'evento porterà inoltre per la prima volta in Italia parte della collezione del pittore statunitense Martin Wong donata nel 1994 al Museo della Città di New York, presentata nella mostra City as Canvas: Graffiti Art from the Martin Wong Collection, a cura di Sean Corcoran curatore di stampe e fotografie del Museo.


Come mostra dentro la mostra, la sezione vuole individuare la New York del 1980, nella quale si potranno ammirare lavori dei più grandi graffiti writers e street artists statunitensi come Dondi White, Keith Haring e Lady Pink.

La mostra, prodotta e organizzata da Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, Genus Bononiae. Musei nella città e Arthemisia Group, curata da Luca Ciancabilla, Christian Omodeo e Sean Corcoran, intende spiegare il valore culturale e l'interesse artistico della street art.


Il progetto nasce dalla volontà del Professor Fabio Roversi-Monaco, Presidente di Genus Bononiae, e di un gruppo di esperti nel campo della street art e del restauro con l'obiettivo di avviare una riflessione sui principi e sulle modalità della salvaguardia e conservazione di queste forme d'arte.

Il progetto di "strappo" e restauro, una sperimentazione condotta dal laboratorio di restauro Camillo Tarozzi, Marco Pasqualicchio e Nicola Giordani su alcuni muri bolognesi di Blu - uno dei dieci street artists migliori al mondo come riporta una classifica del The Guardian del 2011 -, quali il grande murale delle ex Officine di Casaralta (Senza titolo, 2006) e il murale della facciata delle ex Officine Cevolani (Senza titolo, 2003) destinati altrimenti alla demolizione, è parso come un'occasione propizia per una mostra che vuole contribuire all'attuale dibattito internazionale: da anni, infatti, la comunità scientifica pone l'attenzione sul problema della salvaguardia di queste testimonianze dell'arte contemporanea e della loro eventuale e possibile "musealizzazione" a discapito dell'originaria collocazione ma a favore della loro conservazione e trasmissione ai posteri.

La mostra Street Art - Banksy & Co. racconta per la prima volta le influenze sulle arti visive che la street art ha avuto e continua ad avere, passando per quell'estetica che nacque a New York negli anni '70 grazie alla passione per il lettering e il name writing di giovani dei quartieri periferici della città. Espone le opere di autori associati al graffiti writing e alla street art, per creare lungo il percorso le assonanze tra le diverse produzioni e spiegare il modo in cui sono state recepite dalla società.


Il patrimonio artistico è protagonista dell'inedita esposizione ospitata a Palazzo Pepoli, che con la sua corte coperta riproduce quella che potrebbe essere una porzione di città, luogo ideale per raccontare una tappa importante della storia di Bologna. 


Il fine utopistico e l'intento sono proteggere e conservare questa forma d'arte e portare le attuali politiche culturali a riconoscere l'esigenza di una ridefinizione degli strumenti d'intervento nello spazio urbano perché i graffiti - oggi più di ieri - influenzano il mondo della grafica, il gusto delle persone, l'Arte intera di questo secolo.





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