Ultime news di Mostre ed Esposizioni
Cerca nel blog
venerdì 26 febbraio 2016
Per la prima volta in Europa 'Serve The People. China': una mostra inedita per raccontare la Cina
COMUNE DI FORTE DEI MARMI (LU)
FONDAZIONE VILLA BERTELLI
HAFNIA FOUNDATION
Chinese Propaganda Posters
"Serve the People, China"
CHINA: rivoluzione - evoluzione. Manifesti della Propaganda (1949 - 1983)
a cura di: Massimo Scaringella
Villa Bertelli, Via Giuseppe Mazzini, 200, Forte dei Marmi LU
Dal 19 marzo al 17 aprile 2016
Nel mondo attuale ogni cultura, ogni letteratura, ogni arte appartengono a una classe ben determinata e sono quindi vincolate a una determinata politica. L'arte per l'arte, l'arte al di sopra delle classi, l'arte al di fuori della politica e indipendente da essa in realtà non esiste. Mao Tse Tung intervento alle discussioni su arte e letteratura in Yenan, maggio 1942
Inaugurazione e presentazione stampa: sabato 19 marzo 2016 - ore 18,00
Conoscere la Cina di ieri, per capire la Cina di oggi, attraverso l'iconografia, l'arte e la propaganda maoista, in un percorso d'immagini originali d'epoca.
Per la prima volta in Europa, dopo il grande successo al Centro Cultural Borges di Buenos Aires e nella sede espositiva del Municipio di Las Condes a Santiago del Cile, dal 19 marzo al 17 aprile 2016, arriva in Italia, a Forte dei Marmi, nella meravigliosa cornice di Villa Bertelli, la mostra Chinese Propaganda Posters, Serve the People, China: Revolution - Evolution from 1949-1983, a cura di Massimo Scaringella.
Una selezione di Poster della propaganda cinese dell'epoca maoista appartenenti alla Hafnia Foundation di Xiamen (Cina) - una delle più grandi collezioni nel mondo su questa tematica – che ricrea in maniera attenta e ragionata un inedito viaggio nel passato prossimo del colosso orientale, per intenderne il presente e proiettarne il futuro.
La mostra si compone di manifesti e dipinti originali utilizzati come modello per fogli stampati tra il 1949 e il 1983 corrispondente al periodo di Presidenza di Mao Tse Tung e alla sua storica "Rivoluzione Culturale", ed è suddivisa in categorie (Società, Industria, Socialismo e Pittura) e sottocategorie per aiutare il visitatore a comprendere maggiormente la loro storia e creazione.
I manifesti di propaganda cinese. Durante il forum di letteratura e arte di Yan'an realizzato nel maggio del 1942, il Partito Comunista Cinese guidato da Mao Tse Tung, tracciò le linee guida della "cultura rivoluzionaria" del partito. I discorsi di Mao, durante questo evento, delinearono il modello dell'arte che si sarebbe prodotta fino a dopo la Rivoluzione Culturale, negli anni '80.
I suoi principali interessi erano che l'arte riflettesse la vita della classe operaia e la considerasse come la principale protagonista, e che fosse a servizio della politica e dello sviluppo del socialismo. Così, tutta la creazione artistica si trasformò in vera e propria propaganda, che principalmente, descriveva la vita dei contadini ed era a loro diretta.
Una produzione artistica di grande bellezza che rappresenta ancora oggi, nel 2016, le speranze più alte dell'utopia Maoista, dove si distinguono immagini di purezza ideologica e di felicità familiare.
In contrasto con la teoria tradizionale Marxista e a quella Marxista Leninista, il Maoismo, non è un'interpretazione materialistica dello sviluppo storico, ma piuttosto, una teoria idealista basata sulla convinzione di Mao che la coscienza e la volontà umana sono i principali fattori che guidano la storia. Da questo quadro ideologico, i propagandisti cinesi furono in grado di produrre opere che vennero valorizzate e apprezzate per la loro bellezza e il loro uso decorativo sia in ambienti pubblici che privati.
Nei Manifesti della Propaganda Cinese si alternavano diversi stili artistici, incluso il realismo sociale e il tradizionale acquerello cinese. Alcune opere, come i dipinti rupestri sono bellissimi esempi di arte näif; lineari e pieni di colori, con un leggero e bizzarro senso della prospettiva. Senza dubbio, l'ndiscusso talento naturale dei pittori è inconfondibile.
La mostra curata da Massimo Scaringella è accompagnata da un catalogo con la riproduzione di tutte le opere in mostra.
Dal 19 marzo al 17 aprile
mar, mer, gio, ven, dom ore 11.00 - 19.00, sab 11.00 - 22.00, lunedì chiuso
Fondazione Villa Bertelli | Via Giuseppe Mazzini, 200, 55042 Forte dei Marmi LU
www.villabertelli.it info: 0584 787251
--
www.CorrieredelWeb.it
I colorati diorami naturali di Susi Mauri in mostra dal 6 marzo a Cantù
La mostra si compone di una decina di lavori originalirealizzati mediante stampa fotografica su carta cotone, accompagnati per l'inaugurazione da una videoproiezione ospitata sul palco del teatro.
Il tema delle opere è la varietà della natura, indagata raccogliendo, classificando e componendo in colorati diorami gli elementi vegetali, tra cui foglie, bacche, fiori e semi.
Il ricorso alla tecnica fotografica consegna immortalità alla ricchezza dei colori e delle silhouettes di un materiale organico altrimenti deperibile.
Quelle di Mauri sono opere in divenire, realizzate lungo un processo che si conclude solo nel momento dello scatto. A guardarle, ricordano le tavole di botanica per la precisione e l'attenzione scientifica, per il carattere corale della composizione, in cui si valorizzano le singole parti invocando il tutto.
Queste porzioni di natura risaltano nell'accostamento cromatico e scandiscono uno spazio ritmico e geometrico, che non lascia nulla al caso. Ma la precisione e l'asciuttezza di linguaggio a tratti lasciano il posto a un racconto più creativo, nel caso in cui le foglie sono sottoposte a manipolazioni e ritagli, e narrativo, presentando le diverse fasi di essiccazione di una foglia.
Storia di una foglia diventa quindi il soggetto di un video in cui gli stadi involutivi di diverse foglie sono scanditi dal ticchettio di un orologio e il sottofondo dei suoni del bosco ricrea l'ambientazione naturale da cui le stesse sono state prelevate, i parchi cittadini di Torino.
Susi Mauri è nata nel 1987 a Lecco. Vive e lavora a Torino.
Con questa ricerca artistica Susi Mauri ha partecipato nel 2015 all'evento Arteinvilla, esponendo all'interno della storica Villa Sormani a Mariano Comense, e alla mostra collettiva dieciXquindici presso il Teatro San Teodoro (Cantù).
--
www.CorrieredelWeb.it
giovedì 25 febbraio 2016
Luciano Nenzioni. L'oltre, la solitudine, l'elevazione. 27 Febbraio 2016 Galleria Fondantico Bologna
Luciano Nenzioni
Dal 27 Febbraio al 12 Marzo 2016
Galleria Fondantico, Via de' Pepoli 6/E – Bologna
Un atteso ritorno quello dello scultore e pittore Luciano Nenzionia Bologna. E' in omaggio alla sua multiforme personalità e originale produzione d'artista che la Galleria Fondanticoorganizza la mostra, a cura del critico e storico dell'arte Gian Ruggero Manzoni, dal titolo Luciano Nenzioni. L'oltre, la solitudine, l'elevazione, che inaugura Sabato 27 Febbraio 2016, alle ore 17,30.
Nella elegante cornice delle sale dell'antico edificio cinquecentesco, in pieno centro storico, dove ha sede Fondantico, sarà possibile ammirare circa 50 lavori, tra quadri e sculture, che questo maestro, nato nel 1916 a Bologna (ma da sempre con un legame particolare con la la vicina San Lazzaro di Savena dove visse a lungo), morto nel 2007 a Imola, produsse, avvalendosi delle piu' svariate tecniche e dei materiali più insoliti, durante la sua lunga carriera artistica. In modo particolare saranno presentate opere che vanno dagli anni '60 agli anni '80.
Anni in cui Nenzioni si esprimerà, oltre che con figure animali facenti parte del "momento del Tutto Tondo", così definite dallo stesso artista (con evidente riferimento a Brancusi), anche attraverso un mondo popolato di cavalieri, giullari, dame e personaggi della Commedia dell'Arte, tutte figure di un lontano passato "cortese" che evocano sentimenti di nostalgia e struggimento profondi. Si tratta delle sculture araldiche dei "Guerrieri", degli "Aruspici" o dei "Giardini di pietra", delle opere a tempera e iuta che raffigurano navi o città turrite ovvero tornei di cavalieri.
Qui i personaggi medievali, seppure attualizzati nella loro struttura plastica secondo modelli riconducibili al gusto estetico e alla visione della contemporaneità, vivono una sorta di sospensione atemporale che genera una dimensione metafisica di grande fascino in cui trovano dimora destini diversi in un'altalena di morte e di perdizione, di vita e di riscatto, di miserie e di ombre, di nobiltà e di luce.
Da ora in poi la poetica di Nenzioni si evolverà verso punte di lirismo sempre più alte, facendosi portatrice delle emozioni più intime e degli stati d'animo che per le vicende, a volte vicissitudini, della vita, si agitano nel cuore e nella mente dell'artista. Sotto l'aspetto stilistico e formale tale poetica si esprimerà attraverso un linguaggio figurativo di grande suggestione, costruito secondo rigorose regole geometrico-matematiche e tendente verso forme di perfezione assoluta in una continua e inappagata ricerca dell'armonia universale e del soprannaturale.
La vita di Luciano Nenzioni non è stata, infatti, una passeggiata. Ufficiale dell'esercito italiano, subì per alcuni anni una dura prigionia nel campo di concentramento di Wietzendorf, esperienza drammatica che ne segnerà l'esistenza e il lavoro artistico:.«Avevo un'intensa esigenza di spiritualità, forse per esorcizzare gli orrori della guerra, raffiguravo uomini senza orecchie, senza piedi, per appunto enfatizzare lo spirito sulla materia» ricorderà nei suoi appunti lo stesso artista.
Rientrato dalla prigionia, l'ancora giovane Nenzioni, dovrà rinunciare agli amati studi universitari in Scienze naturali, abbandonando anche l'insegnamento, che aveva iniziato a esercitare all'Istituto Scarabelli di Imola già prima di laurearsi, per impiegarsi in un ente pubblico. Per lui, che prima della guerra aveva condotto una vita brillante e agiata, con davanti una carriera di successo, deve essere stato traumatico vedere tutti i suoi sogni infrangersi.
Un po' per questo, un po' forse per sua indole, egli diventa una persona schiva e silenziosa. Per un certo periodo frequenta gli ambienti culturali emiliano-romagnoli, entrato a far parte del Circolo Artistico della sua città comincia a dipingere e a scolpire. Il suo rapporto con questi ambienti sarà improntato alla riservatezza che gli è propria, cui si aggiunge «un pizzico di diffidenza» fa notare teneramente uno dei suoi tre figli.
Nonostante queste frequentazioni, l'artista bolognese, non ha mai aderito né alle correnti, né partecipato agli accesi dibattiti, che agitavano in quegli anni il mondo delle arti figurative, scegliendo, invece, la strada dell'outsider e vivendo nel dolce isolamento, a contatto con la sua anima, sulle colline bolognesi di Monte Calvo, cavaliere solitario, senza macchia e senza paura, come tanti dei suoi amati personaggi "cortesi".
Rinunciò alla fama, che non avrebbe tardato ad arrivare, come confermano i consensi ottenuti in occasione delle mostre che tenne in Emilia Romagna, soprattutto a Bologna, Modena, Imola, e in varie località italiane e straniere. Amò, invece, lavorare in solitudine e con grande umiltà, dedicandovi con slancio e amorevolezza ogni suo momento libero. Se tali scelte contribuirono a impedirgli di conoscere in vita la fortuna e la fama toccate a molti altri suoi contemporanei, il suo ricordo, di uomo e di artista, a Bologna, dove nacque e trascorse buona parte della sua esistenza, non si è mai spento.
A mantenere vivo tale ricordo hanno contribuito la sua ineguagliabile umanità e il suo alto senso etico da cui scaturì l'importante contributo artistico dato per la realizzazione del commovente ciclo commemorativo di Monte Sole, dedicato alle vittime della strage nazista di Marzabotto, e nelle stazioni della Via Crucis nell'Appennino bolognese, il che colloca di diritto Luciano Nenzioni tra gli artisti del '900 maggiormente impegnati e più importanti nell'ambito delle opere dell'arte sacra, mistico-religiosa e a connotazione civile.
Luciano Nenzioni. L'oltre, la solitudine, l'elevazione
A cura di Gian Ruggero Manzoni
Dal 27 Febbraio al 12 Marzo 2016
Orario: 10,00/13,00 – 16,00/19,00
Galleria Fondantico di Tiziana Sassòli
Via de' Pepoli 6/E
40125 Bologna
Tel/fax 051 265980
info@fondantico.it
--
www.CorrieredelWeb.it
I prossimi incontri nell'ambito della mostra Making Sense. Artisti + Makers per nuovi immagini possibili a Palazzo Pretorio
info e contatti
TEL: 049/9413474
EMAIL: info@fondazionepretorio.it
WEB: www.fondazionepretorio.it
PROMOSSA DA:
con il contributo di
CON IL PATROCINIO DI
SPONSOR TECNICO
Media partner
--
www.CorrieredelWeb.it
mercoledì 24 febbraio 2016
Whitelight Art Gallery 2 Marzo 2016 vernissage "Decentrato"
GINO SABATINI ODOARDI
DECENTRATO
A cura di Martina Cavallarin
Via Lunigiana angolo Via Copernico
Vernissage 2 Marzo 2016 ore 19.00
2 marzo – 15 aprile 2016
DECENTRATO è la prima mostra che Whitelight Art Gallery presenta nella nuova sede all'interno di Copernico Milano Centrale
e la prima personale di Gino Sabatini Odoardi a Milano.
Copernico e Whitelight Art insieme per creare nuove sinergie e contaminazioni tra mondo dell'arte e business: una missione ad alto tasso di viralità.
La mostra si evolve a partire da due importanti progetti che l'artista ha attuato negli ultimi anni: Tra le pieghe e Cortocircuiti.
Il confronto tra queste ricerche origina due percorsi distinti e al contempo organici tra loro, includendo opere fondate sui temi del sacro e del profano
e sull'analogia piega/sublimazione, che costituiscono il nucleo del lavoro pensato site specific per lo spazio del Copernico Milano Centrale,
all'interno del più ampio progetto ART BASEMENT.
© Martina Cavallarin
Cenni Biografici - Gino Sabatini Odoardi (1968)
Determinanti nella sua formazione gli incontri con Fabio Mauri (performer nel 1997 in "Che cosa è il fascismo" alla Kunsthalle di Klagenfurt e poi suo assistente)
e Jannis Kounellis (allievo nel 1998 a L'Aquila). Nel 2010 la Logos ed. pubblica un volume a lui dedicato, a cura di Francesco Poli e Massimo Carboni.
Nel 2011 è alla 54° Esposizione Internazionale d'Arte "La Biennale di Venezia", Padiglione Italia (Arsenale).
Artista poliedrico, ma con solidi riferimenti all'arte concettuale, ha al suo attivo un nutrito curriculum di mostre importanti, personali e collettive,
in Italia e all'estero. Tra i vari premi: nel 1999 ha ricevuto da Alfred Pacquement (Centre George Pompidou)
"Le prix des Jeunes Createurs" all'Ecole Nationale Supérieure des Beaux-Arts di Parigi.
"Termoformatura in polistirene" è la definizione tecnica del procedimento sfruttato dall'artista per realizzare gran parte dei suoi lavori,
l'appropriazione di tale processo materico lo rende artista unico nel panorama italiano e internazionale. Vive e lavora a Pescara.
Whitelight Art
www.whitelightart.it
info@whitelightart.it
Sedi operative:
via Copernico 38, Milano
via San Giorgio 12/a, Bologna
Tel. (+39) 334 1499233
--
www.CorrieredelWeb.it
Mostra 'I dipinti dei peintres cartonniers' | David Sorgato, Milano | Inaugurazione 4 marzo, ore 18
David Sorgato
I dipinti dei peintres cartonniers o l'arte anonima del miracolo d'aubusson
5 marzo - 30 aprile 2016
Inaugurazione: 4 marzo, ore 18
Via Sant'Orsola, 13
Il 4 marzo 2016, alle ore 18, David Sorgato inaugura la mostra "I dipinti dei peintres cartonniers. o l'arte anonima del miracolo d'aubusson".
Opere dipinte e opere tessute che rivelano come il legame tra le due arti, ad Aubusson, vivesse in magnifica simbiosi.
David Sorgato ha selezionato, dalla sua ricca collezione di dipinti dei peintres cartonniers de la Tapisserie Royale, 30 tele dipinte tutte provenienti dalla vendita del 1995 della Collezione Hamot, storica maison francese attiva dal 1792 al 1999, che fu tra i fornitori preferiti di tessuti e arazzi di tutti i governi francesi, da Luigi XV al Generale De Gaulle.
In mostra, fino al 30 aprile, anche 10 Aubusson antichi e 6 moderni, alcuni arazzi eseguiti tra Sei e Settecento e una rarissima serie di arazzi del 1930.
Tra arredi scelti ad hoc, dipinti e tessili dialogano tra loro, ma è ammirando in particolare i primi che s'intende quanto era stretto il rapporto tra l'idea, tradotta in pittura, e l'opera compiuta all'interno dei laboratori de la Manufacture Royale d'Aubusson.
Basta ammirare la cascata di peonie rosa disposte ad arte nella siloutte del fianco di un arredo imbottito, o ancora il mazzo di fiori che centra uno spazio rettangolare con una leggera modanatura, probabilmente la ventola di un parafuoco, o lo schienale di una seduta.
Questi dipinti, modelli fedeli in proporzione e colore ai manufatti finiti, siano essi arazzi murali, tappeti o tappezzerie, spesso erano accompagnati da scritte, appunti o annotazioni tecniche lasciate dal pittore per guidare il maestro tessitore; costui posizionava i cartons sotto al telaio al quale lavorava con la tecnica a basse lisse, cioè allargando i fili stessi sul retro del lavoro, senza mai vederne direttamente il risultato se non con l'ausilio di un piccolo specchio fatto scivolare tra i fili e i cartons: il miracolo d'Aubusson.
Il fascino dei cartons sta proprio nel fatto di essere stati vivi strumenti di lavoro: lungo il perimetro sono ancora presenti i piccoli fori dei chiodi serviti per fissarli a telaio.
Nessuno di questi capolavori reca la firma del suo esecutore, che evidentemente si considerava parte integrante di una filiera artigianale.
Solo in qualche caso è apposto a margine dei dipinti il nome Aubusson come autenticazione d'origine, perché comunque, in queste verdures, nei fiori, frutti, paesaggi boschivi, corsi d'acqua e piccoli animali, che sembrano usciti da una fiaba, si coglie una rara sensibilità e un raffinato gusto per il bello.
Chi si avvicina a Les Cartons de Tapisserie d'Aubusson ha dinanzi a sé opere di alto artigianato artistico, dei veri e propri dipinti realizzati con passione e maestria, che sono testimonianza di un'epoca e di un mestiere scomparso.
Oggi, ammantati della dignità di opera d'arte a sé stante, sono oggetto di un nuovo e vivo interesse artistico e commerciale, soprattutto in Francia dove si prospetta la nascita di un museo dedicato.
--
www.CorrieredelWeb.it
martedì 23 febbraio 2016
"I ritmi del colore, la danza delle forme": le opere di Ghilardi in mostra a Bergamo
Via Sant'Alessandro, 397d
da martedì a domenica, dalle ore 15.30 alle ore 19.30
Catalogo in distribuzione gratuita in mostra
Disclaimer
Il CorrieredelWeb.it è un periodico telematico nato sul finire dell’Anno Duemila su iniziativa di Andrea Pietrarota, sociologo della comunicazione, public reporter e giornalista pubblicista, insignito dell’onorificenza del titolo di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana.
Il magazine non ha fini di lucro e i contenuti vengono prodotti al di fuori delle tradizionali Industrie dell'Editoria o dell'Intrattenimento, coinvolgendo ogni settore della Società dell'Informazione, fino a giungere agli stessi utilizzatori di Internet, che così divengono contemporaneamente produttori e fruitori delle informazioni diffuse in Rete.
Da qui l’ambizione ad essere una piena espressione dell'Art. 21 della Costituzione Italiana.
Il CorrieredelWeb.it oggi è un allegato della Testata Registrata AlternativaSostenibile.it iscritta al n. 1088 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce il 15/04/2011 (Direttore Responsabile: Andrea Pietrarota).
Tuttavia, non avendo una periodicità predefinita non è da considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 07/03/2001.
L’autore non ha alcuna responsabilità per quanto riguarda qualità e correttezza dei contenuti inseriti da terze persone, ma si riserva la facoltà di rimuovere prontamente contenuti protetti da copyright o ritenuti offensivi, lesivi o contrari al buon costume.
Le immagini e foto pubblicate sono in larga parte strettamente collegate agli argomenti e alle istituzioni o imprese di cui si scrive.
Alcune fotografie possono provenire da Internet, e quindi essere state valutate di pubblico dominio.
Eventuali detentori di diritti d'autore non avranno che da segnalarlo via email alla redazione, che provvederà all'immediata rimozione oppure alla citazione della fonte, a seconda di quanto richiesto.
Per contattare la redazione basta scrivere un messaggio nell'apposito modulo di contatto, posizionato in fondo a questa pagina.