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lunedì 11 gennaio 2016

Francesco Pantaleone arte Contemporanea: Ongoing WAX

WAX
text by/testo di Salvatore Davì



Chen Zhen - Un village sans frontiers, 2000, wood, wax, cm 51x31x23


Domenico Bianchi
Bruno Ceccobelli
Paolo Grassino
Concetta Modica
Liliana Moro
Ignazio Mortellaro
Luca Pancrazzi
Nicola Pecoraro
Alessandro Piangiamore
Loredana Sperini
Michele Tiberio
Vincenzo Schillaci
Francesco Surdi
Luca Trevisani
Chen Zhen


17 Dicembre 2015 / 27 Febbraio 2016
December 17th 2015 / February 27th 2016

La galleria è aperta dal martedì al venerdì dalle 10:00 alle 19:00
Sabato dalle 10:00 alle 18:00
Domenica e lunedì chiusi



Wax in artistic production has an ancient and incomplete history; its employment is documented since fifth millennium b.C. and from that time the physiological conditions of its production remained the same. But, in 1911, the historian Julius von Schlosser dedicated an entire paper on this subject: History of Portraiture in wax, a very innovative text, because of the absence of ceroplastics studies before 1911; sources only conduct toward a few anecdotes, some notes and brief historical hints, which actually get lost in the lack of specific texts chasm. We can find some information in classical essays, in middle-age recipe books and in some Renaissance and seventeenth century contracts, from which we can deduce the customer and the author.

The history of this technique was so frail and fragmented until the end of the nineteenth century, that might seem unlikely that they have reached us and perhaps no thanks to erudite philology, which has often demeaned wax as a by-product and considered ceroplastic as a minor technique, but mostly because of some intrinsic and physics features of wax itself: malleable at 32 centigrades and meltable at 60. If we look also at the extraordinary process whence it's generated, we realize its preciousness. A unique preciousness, because every time we look at a wax-made object, even just a small 15 cm and 50 gr of weight, portrait-locket, we are considering a thousand bee's work. This is the dazzling preciousness that an objective look at the nature of wax can produce on us; but it is a mistake, if we think that man needs an artificial spread to balance the unavoidable disharmony that frequently occurs between the eye and the word, between culture and nature. That is the reason why the aesthetic employment of wax rewards its natural preciousness, with a mite that ceroplastic techniques had to pay to nature, through a very high grade of mimèsi. The extreme ductility and its changeability made wax the ultimate product to exalt the imitative process, ability with many purposes from time to time. But, no matter what the purpose was, wax has always been the perfect accomplice for any sort of artifitio, always ready to disappear, destroying any proof, always prepared to be the scapegoat. It is really a reliable partner both for devotional uses, as in the case of iperrealistic votive statues, offered since sixteenth century, to the church of Santissima Annunziata in Florence, and for sinful and frivolous employment, like the representation of «vinitiane ignude», subjects made by venetian artisans and required in all Europe.

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ITALIANO

L’uso della cera per la produzione artistica ha una storia tanto antica quanto incompleta; il suo utilizzo è documentato dal quinto millennio a.C. e da allora le condizioni fisiologiche della sua produzione sono rimaste intatte, è nel 1911 che lo storico Julius von Schlosser dedica un intero saggio sul tema, Storia del ritratto in cera. Si tratta di un testo innovativo, perché prima del 1911 le fonti conducono solo a qualche nota e a brevi cenni storici, che però si perdono nelle voragini dell’insufficienza di testi specifici. Delle notizie si trovano nei trattati classici, nei ricettari medievali e in alcuni contratti rinascimentali e seicenteschi, dai quali si può dedurre committente e artefice.

La storia di questa tecnica fino alla fine dell’Ottocento, è così fragile e frammentata, che sembra improbabile che il sapere di quelle maestrie sia arrivato fino ai giorni nostri. Il merito non è tanto della filologia erudita, che spesso ha declassato la cera a sottoprodotto e la ceroplastica ad arte minore, ma se ancora oggi abbiamo artisti che lavorano la cera, si deve alle caratteristiche che contraddistinguono la sua natura: modellabile a 32 gradi e raggiunge un grado di fusibilità a 60. Se pensiamo, inoltre, alla straordinarietà del processo che la genera, ci accorgiamo anche del suo pregio. Una preziosità unica, perché ad esempio, ogni volta che vediamo una cera, anche solo un piccolo cammeo di pochi centimetri, abbiamo di fronte la forza lavoro di migliaia di api. Questa è la rarità accecante che uno sguardo oggettivo sulla natura della cera può dare, ma si tratta solo di un abbaglio, al cospetto dello scarto artificiale che serve a compensare l’inevitabile dissintonia che corre tra occhio e mondo, per assottigliare la differenza tra natura e cultura. Per questo le tecniche ceroplastiche ricompensano la naturale preziosità della cera, con un obolo che hanno dovuto pagare alla natura, attraverso un elevatissimo grado di mimèsi. Qualsiasi fosse la finalità dell’imitazione, la cera è sempre stata complice perfetta per ogni tipo di artifitio, sempre pronta a sciogliersi eliminando ogni traccia e sempre pronta a far da capro espiatorio. Si tratta di una materia affidabile sia per usi devozionali, come nel caso delle iperrealistiche statue votive offerte per leggendaria tradizione, nel Cinquecento, alla chiesa della Santissima Annunziata di Firenze, sia per impieghi mondani e licenziosi, come per la produzione delle raffigurazioni in cera di «vinitiane ignude», soggetti commissionati da tutta Europa, alle maestranze veneziane.

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Mostra "ROSPI E LUMACONI. Suggestioni dalle carte di Gianni Brera" | Laboratorio Formentini, Milano | 18 gennaio - 7 febbraio 2016


                                                                                     

  
ROSPI E LUMACONI
Suggestioni dalle carte di Gianni Brera

Milano, Laboratorio Formentini per l'Editoria
18 gennaio - 7 febbraio 2016

mostra documentaria  cura di Anna Lisa Cavazzuti

In occasione dell'uscita del volume Storia di Gianni Brera 1919-1992, a cura di Franco Contorbia Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori inaugura presso il Laboratorio Formentini per l'editoria


ROSPI E LUMACONI. Suggestioni dalle carte di Gianni Brera.


Invenzioni poetiche o rospi e lumaconi - come scriveva lo stesso scrittore nell'Arcimatto?

La mostra propone un viaggio nel mondo giornalistico attraverso le carte d'archivio di uno dei più celebri rappresentanti dell'informazione sportiva italiana del XX secolo. Le tessere d'ingresso al velodromo Vigorelli e all'ippodromo di San Siro, i pass di Tour e Olimpiadi, pagine di taccuini e agende, annotazioni su boxe, atletica, ciclismo e soprattutto calcio sono solo alcuni degli elementi che compongono l'universo professionale di Gianni Brera.
A ricordare che anche i documenti amministrativi presenti negli archivi possono raccontare storie interessanti,  la mostra presenta anche uno dei tanti contratti conservati, quello con la Rai per la partecipazione alla "Domenica sportiva". Una narrazione composta da dattiloscritti con correzioni a mano, ritagli stampa e alcune fotografie che ritraggono Brera a caccia e alla macchina da scrivere.

Non solo lavoro, ma anche sfera privata. Ai documenti professionali si affiancano lettere, fotografie e immagini di una vita dedita alla scrittura: dal libretto d'iscrizione alla Reale Università degli studi di Pavia agli scambi epistolari con Vittorio Sereni, Giovanni Giudici, Carlo Cassola, Mario Soldati e Indro Montanelli.
Un percorso che connota la ricchezza dei materiali che costituiscono l'Archivio Gianni Brera e evidenziano l'eterogeneità delle tipologie documentarie tipiche degli archivi di persona, senza rinunciare a offrire a esperti e appassionati testimonianze e suggestioni di ricerca.
In concomitanza con l'apertura della mostra, lunedì 18 gennaio alle ore 18.30, si svolgerà l'incontro Il piacere ludico del prestipedatare. Gianni Brera e il calcio: epica, fatica, scrittura per approfondire l'enorme contributo dell'autore al giornalismo sportivo. Ai partecipanti sarà distribuito il volume Storia di Gianni Brera 1919-1992, a cura di Franco Contorbia.


Laboratorio Formentini per l'editoria  

Via Formentini, 10 | Milano | 02.49517840

formentini@laboratorioformentini.it

http://www.laboratorioformentini.it/

FB: https://www.facebook.com/laboratorioformentini/

TW: https://twitter.com/Formentini10


Angela Merkel in Polesine: merito dell'artista Dodicianni!

Andrea Dodicianni e la sua mostra "Ich liebe Angela": quando l'arte si maschera da bufala


Voi credereste ad una visita di Angela Merkel nella provincia "più noiosa d'Italia"?

Probabilmente no, ma l'artista Andrea Dodicianni è riuscito a farlo credere ad un'intera provincia.

Una settimana fa sono comparsi nel comune di Adria numerosi manifesti pubblicitari con la figura di Frau Merkel e in sovrimpressione la scritta che non lasciava spazio all'immaginazione: "Angela ad Adria". 

E così i giornali locali si scatenano a rilanciare la notizia, chiedendone spiegazione in primis al sindaco che ovviamente smentisce di esserne a conoscenza e bolla il tutto come "bufala".

Di lì il pronto comunicato rilanciato in molti siti (ovviamente finti) secondo il quale il canale per l'arrivo non sarebbe "istituzionale", ma religioso.  

Il fantomatico motivo sarebbe infatti una devozione molto sentita della cancelliera tedesca per San Bellino, santo protettore di Adria e Rovigo,  il tutto supportato da citazioni, foto, link, chiaramente creati ad arte.

La mattina stessa ecco arrivare l'ultimo scoop, un fantomatico scatto rubato in cattedrale che ne testimonierebbe l'arrivo (c'è bisogno che ve lo diciamo ormai che anche quello era finto?) e un rimando ad un incontro pubblico il pomeriggio stesso in una sala comunale.

Il tam tam sul web si fa virale; in poche ore, la gente condivide, cerca notizie, in poche parole: la beve.

Alle 15 in punto l'apertura delle porte, il lancio sul web della locandina ufficiale della mostra e tante (troppe?) facce incredule della gente che fuori aspettava di vedere Frau Merkel.

Il contenuto della mostra? Trattasi di una messa in scena artistica, di uno specchietto per le allodole, avente come artefice Andrea Dodicianni, che non pago dei suoi successi come cantautore pop, ha deciso di diventare artista, iniziando dal suo territorio e da una donna che non passa di certo inosservata. 

I modelli di riferimento di Dodicianni sono sicuramente Maurizio Cattelan, come si evince anche dalla strategia comunicativa di questa mostra, e Marina Abramovich per quanto riguarda l'aspetto di coinvolgimento del pubblico rispetto all'opera. 

il cantante racconta di avere una vera e propria ossessione per Frau Merkel, tanto da sognarla pure di notte, e da qui il titolo della mostra "Ich liebe Angela".

Tra ironia e provocazione, le immagini in mostra mettono in luce l'aspetto più umano e ufficioso della donna più potente, apparentemente severa e algida, giocando con le sue tipiche espressioni facciali, i gesti, gli ammiccamenti. 

Ne deriva una carrellata di caricature a tratti efficaci, a tratti blasfeme, a tratti nonsense, di una grande icona dei nostri tempi;  l'icona della «cancelliera di ferro», della donna di potere, dell'attrice politica ferocemente determinata e, agli occhi di chi non l'apprezza, altrettanto cinica, della dominatrice che comanda e condiziona l'Europa. 

Tuttavia certe mostre possono fare miracoli e trasformare i cattivi, per magia, nel loro opposto, facendoci riflettere sui cliché che ci portiamo dietro e sul fatto che il mondo non può essere diviso in sterili categorie, o tra buoni e cattivi. 

Siracusa - Galleria “Quadrifoglio”, dal 16 al 30 gennaio in mostra opere di Cartia, Gennaro e Ragusa

Sabato 16 gennaio alle ore 18.00 nella Galleria d'arte contemporanea "Quadrifoglio" di Via Santi Coronati 13 (Ortigia) sarà inaugurata la collettiva "Perla del Mediterraneo" di Mavie Cartia, Giovanna Gennaro e Lucia Ragusa a cura di Mario Cucè.

Il percorso espositivo comprende nove opere recenti, tre per ogni artista, realizzate a olio, pastelli e tecnica mista. Come scrive la docente e scrittrice Barbara Iabichella nel dépliant dell'evento, si tratta di una mostra al femminile in cui le artiste si confronteranno seguendo il filo comune della "Sicilianità" nei suoi tratti più notevoli - la luce, i paesaggi, la storia, l'architettura, l'arte - che nei secoli passati affascinarono i tanti viaggiatori e scrittori incantati dalle bellezze dell'isola.

La luce, i paesaggi, la storia, l'architettura, l'arte della terra di Sicilia sono filtrati attraverso sensibilità artistiche diverse dando vita a opere profondamente differenti per stile e tecniche.

Mavie Cartia, per esempio, esprime nei suoi quadri emozioni, visioni e affetti ispirati ai temi della memoria e del vissuto. "La luce di cui tutto avvolge - ha scritto lo storico dell'arte Paolo Nifosì - è quella mediterranea,una luce intensa che respira in tutto quello che dipinge, una luce che attenua i contrasti che nello stesso tempo trasferisce quanto rappresentato nel suo mondo prevalentemente lirico".

Le "Città di pietra" di Giovanna Gennaro evocano l'isola del mito trasfigurata in un'atmosfera di sospensione, sogno e solitudine. "La sostanza delle opere - ha scritto lo storico dell'arte Paolo Nifosì - è affidata a stesure materiche, a velature dove la preziosità, il piacere della colore puro vengono perseguiti al limite tra percezione visiva e astrazione. Spesso i paesaggi sono visti a volo d'uccello e gli orizzonti sono allontanati sulla traiettoria di una sensibilità romantica basata sul sogno". 

Gli angoli di giardino e le nature morte dipinte da Lucia Ragusa, invece, esaltano la luce aerea e l'intreccio compositivo di forme e colori. L'artista, scrive il critico Arnaldo Romani Brizzi, "tesse la trama del suo fare pittorico con la musicalità delle cromie, così simile alla musicalità delle cromie svolgendo il proprio fare, l'azione dell'arte, con l'ostinata dedizione che compete a una ricercatrice del bello".  

La mostra resterà aperta fino al 30 gennaio e potrà essere visitata tutti i giorni dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 20.00.  

 
Info e contatti
Galleria Quadrifoglio
Via dei SS. Coronati, 13 - Siracusa
tel: 0931 64443
mail: info@galleriaquadrifoglio.it
web: www.galleriaquadrifoglio.it


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venerdì 8 gennaio 2016

Mimmo vs Luca x Boresta

Domenico Di Caterino scrive sul suo Blog


Luca Rossi su Pino Boresta, al solito non capisce nulla

L.R. : "Molto divertente, davvero. Questa sua ossessione di partecipare, e di vivere. E ossessione di Gioni, soprattutto. E’ un peccato che rimanga sempre appeso al limite istituzionale: “vivere significa infiltrarsi nell’istituzione”. Quindi è triste che l’istituzione debba dare la vita. Sarebbe bello se Boresta si infiltrasse con un contenuto. Ma forse non conosciamo bene il suo percorso. Forse servirebbe un Gioni coraggioso che lo invitasse e porgesse l’altra guancia, e vedere cosa succede. Io posso invitarlo a Kremlino, se Pino Boresta volesse:http://pinoboresta.blogspot.it/"

L.R. : (...) non capite…ma forse non lo capisce neanche Boresta…che Boresta un posto lo ha già, lo ha preso nei modi che lui apprezza……o vogliamo ancora dire che “bisogna essere invitati ufficialmente” con la lettera anni 70 ingiallita e scritta dalla macchina da scrivere….ma dai…(...)

D.C. : Al solito Luca Rossi non capisce nulla, Pino Boresta con la sua azione non chiede di essere invitato, attesta bensì l’inutilità della Biennale di Venezia e degli addetti ai lavori e di infiltrarsi non gli interessa proprio, la teoria dell’infilitrazione è quella dei paraculi che mirano a piazzare un prodotto in virtù di paventati diversi contenuti, che in realtà i contenuti mirano a controllarli e a svenderli, ma secondo te caro Luca Rossi, pensi che a un artista del calibro di Boresta possa interessare la Biennale di Venezia o qualche tuo progettino che in realtà mira a piazzare te stesso? Dimenticavo, sei la schifezza dell’attivismo artistico italiano o meglio rappresenti al meglio l’italianità con la tutta la sua furbizia da ladri di polli e mancanza di dignità.

Qui il video in questione:

                             Installazione "Una smorfia non affoga mai" 1994

                                                          Pino Boresta

A MUSA temporanea di pittura di Cervia Incontra l'Arte

Cervia la magia dei luoghi

Artisti: Livio Fantinelli, Ivonne Gattelli, Elena Natali, Carla Polini, Gianni Santisi e Angelo Piraccini

Dal  9 gennaio al 14 febbraio 2016


Esposizione di circa 18 opere di pittura realizzate dagli artisti dell'associazione  Cervia Incontra l'arte.
La pittura descrive il territorio  cervese  nelle sue peculiarità: dalla salina al mare alla pineta.
Nato nel 1995 il gruppo culturale artistico ha svolto e svolge numerose attività.  Sono 6 gli artisti che espongono in questa mostra. Si tratta naturalmente dei pittori del gruppo che propongono pezzi tutti dedicati alla magia dei luoghi che ci circondano.
Livio Fantinelli  nato a Forlì e residente a Ravenna entra nel gruppo di artisti cervesi nel  2004.  Il maestro Santisi lo ha guidato nell'approccio e lo ha aiutato a  dare ordine al suo modo esuberante di dipingere.
Ivonne Gattelli nata a Ravenna,  risiede a Cervia già da diversi anni. Dopo la sua carriera di insegnante elementare  si è appassionata ed ha frequentato diversi corsi  di pittura. Ha partecipato a diverse rassegne artistiche. La pittrice trae ispirazione soprattutto dalla natura.
Elena Natali è nata ad Argenta ma vive a Cervia  da  tantissimi anni. Ha partecipato a varie mostre e concorsi  fra i quali anche il concorso d'arte internazionale "Città di Cervia 83" in cui è stata premiata dal dott. C. Comini.
Carla Polini, cervese dalla nascita,   ha coltivato una  grande passione per la pittura  I suoi dipinti dai toni caldi ed intensi evidenziano  la  forte carica poetica dell'artista che nasce dal contatto con la natura.
Veneziano di origine  e ravennate di adozione Gianni Santisi abita a Ravenna. La sua attività artistica ha un percorso lungo e intenso che  ha influito sulla particolare atmosfera che pervade  il paesaggio e la vita della sua regione. Colori tenui e solari si alternano a testimonianza di una forte sensibilità emotiva e  sentimentale.
Angelo Piraccini ha fatto propri i principi teorici dell'Impressionismo basati sulla teoria scientifica della composizione della luce, ha assorbito, negli anni di studio nelle scuole di Ravenna, la magia dei mosaici Bizantini per poi arrivare alla strutturazione di una tecnica personale che non dimentica la costruzione equilibrata delle masse di colore. Dalle sue opere traspare l'importanza che ha per lui la natura.

Cervia 8 gennaio 2016

                                                                                    


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giovedì 7 gennaio 2016

Mostra personale Frode | Approdi Urbani | 4 febbraio-4 marzo 2016


"Io penso che Milano abbia un artista di paesaggi urbani di cui essere fiera: Frode"
(John Nation, scopritore e curatore di Banksy)
Il 4 febbraio alle 18,30 s'inaugura la mostra personale di FRODE dal titolo Approdi Urbani, presso l'Associazione ArtGallery Milano, a cura di Elisa Ajelli, con testi critici in catalogo di Elisa Ajelli, John Nation e Angela D'Amelio. 
L'esposizione consta di 20 acquerelli per la prima volta esposti in una personale dell'artista che, in questa mostra, indaga due elementi che caratterizzano e influenzano il suo universo: street art e legalità, due ambiti che ricoprono un ruolo essenziale nell'esistenza dell'artista-avvocato. 
Approdi Urbani raccoglie queste componenti differenti, trasformandoli in un percorso espositivo eclettico nel quale completano l'esposizione anche alcune installazioni video e foto inerenti alla biografia e alla produzione artistica di Frode.
L'autore prende ispirazione dalla realtà, scomponendola e rielaborandola in chiave unica e attuale. Il mondo circostante, i luoghi e i paesaggi dei suoi itinerari vengono sintetizzati in acquerelli policromi. 

Frode utilizza tecniche di composizione molteplici, declinando la forma di esecuzione al contenuto. 

L'artista alterna linee di colore decise, sfumature cromatiche, elementi geometrici e campiture ampie. 

La mostra include un'installazione site specific realizzata da Frode e da tre writers, difesi dall'artista nelle sue vesti legali, i quali, nel procedimento di messa alla prova accordato dal Giudice competente del Tribunale di Milano, stanno svolgendo attività di collaborazione presso l'associazione ArtGallery.

L'artista sarà presente all'inaugurazione.


Info:
·Dal 4 febbraio al 4 marzo 2016
·Apertura al pubblico: 4 febbraio dalle 18,30
·In mostra presso Associazione ArtGallery, via Orseolo 3 Milano, tel. 02/58102678
·Mostra a cura di Elisa Ajelli
·Orari: dal lunedì al venerdì 10-13 | 14-18 sabato e domenica su appuntamento



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