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domenica 27 settembre 2015

La mostra dei mostri. Domenica 4.10 ore 19 | Inaugurazione

Domenica 4 ottobre il Teatro San Teodoro di Cantù (CO) apre la nuova stagione espositiva dedicata all'arte contemporanea con l'inaugurazione di una mostra collettiva dal titolo  

La Mostra dei Mostri. I nove artisti che prendono parte alla collettiva sono: Ruggero Asnago, Elena Campa, DEM, Hurricane, Silvia Mauri, Gio Pistone, Senz'h, Spugna e Danilo Vadis.
 
I mostri rappresentano un eterno soggetto di meraviglia e stupore per l'uomo. Già dal Medioevo l'attrazione verso l'elemento mostruoso si lega al mistero della creazione e al potere metamorfico della natura. Nei cicli dell'Inferno, in margine alle pagine miniate o dall'alto dei capitelli delle chiese romaniche e delle decorazioni gotiche (vedi le garguglie), i mostri si moltiplicano assecondando il gusto per il meraviglioso leggendario e assumono in sè le più bizzarre combinazioni di connotati animaleschi e umani. Contenute nei bestiari medievali, le descrizioni fantasiose dei mostri ne immaginano i lineamenti a partire dai racconti di viaggiatori di terre lontane abitate da animali esotici. Nel mondo cristiano si procede poi a una moralizzazione del mostro, che, differenziato in esemplare buono o cattivo, diventa veicolo di un insegnamento etico e teologico.

Il mostro abita l'immaginario di molti artisti del Rinascimento, come Bosch o Bruegel il Vecchio, i cui mondi favolosi e grotteschi risentono dell'interesse per il meraviglioso che caratterizza l'intero periodo. Nel Cinquecento nascono infatti le prime Wunderkammern, ovvero camere delle meraviglie dove si raggruppano oggetti straordinari ed esotici e interessanti da un punto di vista scientifico. Il Barocco e il Rococò ricorrono anch'essi a elementi bizzarri e misteriosi nelle decorazioni e negli stucchi, mentre il Neoclassicismo ricorre a una mostruosità più pacata, che si rifà a forme ispirate alla mitologia. Ma è con l'Ottocento che il soggetto mostruoso si rinnova, nutrendosi di temi angoscianti e visioni oniriche (Füssli), accompagnando la descrizione degli orrori della guerra e della follia dell'uomo (Goya), o ancora esprimendo l'irrazionalità della psiche (Munch).

Arrivando ai giorni nostri, nuove mitologie e iconografie si sono sviluppate nel tempo, dalle creature di Dracula, a Frankenstein, a mister Hyde, e le incontriamo nel cinema, nel fumetto, nei videogiochi e nell'arte. Nuovi mostri si sono inventati, riscoperti, modellati, ma nonostante il cambiamento le loro fattezze straordinarie e irrazionali non smettono di suscitare meraviglia e interrogazione.

Così gli artisti in mostra declinano il tema della mostruosità secondo un'interpretazione personale e stilistica originale, liberando il proprio inconscio attraverso la pittura, l'illustrazione, l'acquerello, il disegno. Figure fantastiche e grottesche, personaggi mitologici e caricature dalle forme bizzarre si susseguono in un omaggio al tema del mostruoso che da sempre attraversa le forme artistiche suggestionando e ispirando la fantasia creatrice.


Ruggero Asnago è nato nel 1984 a Seveso, vive e lavora a Milano. www.erugiery.com | Elena Campa è nata a Lecce nel 1985, vive e lavora a Milano. www.elenacampa.com | Marco Dem Barbieri è nato nel 1987 a Codogno, dove vive e lavora. www.demdemonio.org | Ivan Hurricane Manuppelli è nato nel 1985 a Milano, dove vive e lavora. www.hurricaneivan.blogspot.it | Giovanna Gio Pistone è nata a Roma, dove vive e lavora. www.giopistone.it | Debora Senz'h Giudici è nata nel 1988 a Meda, vive e lavora a Monza. senzh.illustra@gmail.com | Silvia Mauri è nata nel 1984 a Cantù, vive e lavora a Milano. www.silviamauri-illustration.tumblr.com | Tommaso Spugna di Spigna è nato a Brescia nel 1989, vive e lavora a Milano. www.tommasodispigna.tumblr.com | Danilo Vadis è nato nel 1981 a Como, vive e lavora ad Albese con Cassano. vaiz.danilo55@gmail.com

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La Mostra dei Mostri

Ruggero Asnago, Elena Campa, DEM, Hurricane, Silvia Mauri, Giò Pistone, Senz'h, Spugna, Danilo Vadis

a cura di Elisa Fusi

Inaugurazione domenica 4 ottobre 2015 ore 19

In mostra fino al 31 ottobre

Teatro San Teodoro - via Corbetta 7, Cantù (CO)

Ingresso libero

info: mostre@teatrosanteodoro.it; elisa.fusi90@gmail.com

sabato 26 settembre 2015

Ivana Spinelli, "Décou(r)âge", Nomos, Roma 30 set, h. 18.30


​INTERZONE: tre mostre su spazio/tempo
a cura di Christian Caliandro
 2_Ivana Spinelli, Décou(r)âge

Nomos Value Research, viale Gorizia 52 – 00198 Roma
Inaugurazione: mercoledì 30 settembre 2015, ore 18.30
  
La serie di tre mostre INTERZONE, curata da Christian Caliandro presso gli spazi Nomos, luoghi di vita professionale, di scambio creativo e di ricerca sul presente, si propone di svolgere una riflessione articolata sui temi legati alla storia individuale e collettiva, al rapporto con la memoria - e soprattutto ai diversi modi in cui il tempo si concretizza nello spazio. 

Il secondo progetto espositivo, concepito e realizzato da Ivana Spinelli, si intitola Décou(r)âge: con questa puntata ci spostiamo in un territorio al confine tra il testo, la decorazione, la pittura e il linguaggio. La mostra parte dal découpage, tecnica nata nel Medioevo e diffusa a partire dal Settecento dai mobilieri veneziani come tecnica per velocizzare la decorazione di mobili laccati (in Italia era infatti conosciuta come "lacca povera", o anche "arte povera"); tecnica semplice e diffusissima, impiega una varietà di colle, carte, pennelli e motivi decorativi. 

Da qui l'artista costruisce un complesso e raffinato gioco di parole: In questo modo le parole (découpage- découragé-déco-courage-âge), che normalmente definiscono l'identità di oggetti, persone, contesti – i "nomi" delle cose – e a ben guardare la nostra stessa posizione nella realtà e nel mondo, tendono a farsi sfumate e indefinite. Così, all'interno di questo gioco, le definizioni si sovrappongono e si fondono l'una con l'altra, rendendo possibile – e desiderabile – il passaggio da un concetto all'altro, opposto (coraggio-scoraggiamento) entro i limiti di una parola che è (quasi) la stessa. Lavoro dopo lavoro, vediamo e sentiamo all'opera uno slittamento. Questo processo, se da una parte sottrae le nostre certezze, dall'altra ci offre possibilità e prospettive nuove: Décou(r)âge dimostra dunque come proprio l'assenza di confini precisi (e solo questa assenza) sia in grado di costruire una significativa apertura di sguardo: "Ciò che appartiene a un gioco linguistico è un'intera cultura" (Ludwig Wittgenstein,Lezioni di estetica, 1938).

Il motivo a découpage dipinto ad acquerello, scomposto nei singoli petali, riprodotto sulle scatole che a loro volta contengono i libri, accostato alle citazioni, crea un ambiente che al tempo stesso riflette su se stesso e sul senso intero della decorazione: dall'idea del découpage si raggiunge dunque una sorta di non-decorazione, strutturata come una rete di relazioni e di significati. Come recita uno dei testi citati in mostra: "Un testo, teoretico e scientifico o letterario, è un punto di contatto tra momenti differenti nello spazio e nel tempo, tra livelli diversi, tra gradi, forme e configurazioni dei processi del pensiero. Un testo è un'entità mobile, velocità assoluta. Il pensiero e la scrittura, come il respiro, non possono essere costretti nel modello della linearità o nei confini della carta stampata, ma si spostano verso l'esterno, al di là delle restrizioni, in una rete di incontri con le idee, gli altri, i testi. Il significante linguistico è solo uno dei punti della catena degli effetti, non il suo centro o la sua fine" (Rosi Braidotti, Il postumano, Derive Approdi 2014).


Ivana Spinelli (1972) vive tra Berlino e l'Italia, dove dal 2012 insegna all'Accademia di Belle Arti. Tra le mostre personali più recenti: Kaboom, doppia personale (Artcore, Bari 2014); Baustelle (BeoProject, Belgrado (2013); Art Goes City (Postaja Raumau, Slovenj Gradec 2013); Loverrs/Fuckerrs (OltreDimore Gallery, Bologna 2012). Tra le pubblicazioni che includono sue opere: Manon Slome, The Aesthetics of Terror (Charta 2009); Raffaele Gavarro,Caos #2Global Fight Club di Matthias Reichelt, Distilleryed, 2011. Nel 2012 è stato pubblicato dalla Revolver Books di Berlino il suo libro di disegni Global Sisters - The Contradictions of Lovewww.ivanaspinelli.net

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INTERZONE è parte del Programma Cultura di Nomos Value Research che nel 2015 ha come tema dominante il rapporto spazio/tempo. Un tema di grande importanza per chi si occupa di impresa, per chi ogni giorno cerca di sviluppare un programma e di definire progetti da condividere con altri. Tutto si regge sul rapporto spazio, tempo e azione; elementi fortemente interconnessi, dove lo spazio sembra dare origine agli altri due. Chi progetta spazi, come imprenditore, architetto o artista non può non porsi ogni volta una domanda: ma questo spazio che tempo genera? Questo vale per un'impresa, così come per un territorio. Ecco dunque il punto di partenza del Programma Cultura di Nomos per il 2015.

La mostra è visitabile su prenotazione a partire dal 1 ottobre, dal lunedì al venerdì 
dalle ore 10:00 alle 13:00 e dalle 14:30 alle 18:00.
06.94365200
info@nomosvalueresearch.it
www.nomosvalueresearch.it

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INTERZONE: three exibitions on space/time

curated by Christian Caliandro
2_Ivana Spinelli, Décou(r)âge

Nomos Value Research, Viale Gorizia 52- 00198 Rome
Opening:  Wednesday, September 30, 2015, 18:30
  
INTERZONE, the series of three exhibitions , curated by Christian Caliandro, at Nomos spaces - which are places of life, of creative exchange and research on present time-  it is proposed to carry out an articulated reflection on issues about  individual and collective history, to the relationship with memory - and especially the different ways in which time is concretized in space.

The second exhibition, conceived and developed by Ivana Spinelli, is titled Décou(r)âge: in this occasion we move into a territory situated at the borders between text, decoration, painting and language. The exhibition starts from the decoupage, a  technique invented during  the Middle Ages and widespread in the eighteenth century by the Venetian furniture makers as a technique to speed the decoration of  lacquered furnitures (in Italy was in fact known as "lacquer poor" or "poor art"); a simple and widespread technique, which employs a variety of glues, papers, brushes and decorative motifs. 

Starting from here the artist builds a complex and sophisticated pun: thus the words (découpage- découragé-déco-courage- âge), which normally define the identity of objects, people, situations,  and, on closer view, our own position in the reality and the world, tend to be blurred and indefinite. So, in this game, definitions overlap and merge with each other, making possible - and desirable - the passage from one concept to another, opposite (dare-discouragement) within the limits of a word that is (nearly) the same. Work after work,  we see and hear a shift happening. This process, while subtracts us certainties, at the same moment  offers  us new possibilities and perspective: therefore Décou(r)âge shows how just the lack of exact boundaries (and only this lack) is able to build a significant opening of  look: "What belongs to a language game is a whole culture" (Ludwig Wittgenstein, Lectures on Aesthetics, 1938).

The decoupage pattern painted in watercolor - broken up into individual petals and reproduced on boxes that in turn contain books and juxtaposed to quotations - creates an environment that reflects at the same time on itself and on the whole sense of decoration:  from the idea of decoupage is reached then, a kind of non-decoration, structured as a network of relationships and meanings. As stated in one of the texts cited in the exhibition: "A text, theoretical and scientific or literary, is a point of contact between different moments in space and time, between different layers, between grades, shapes and configurations of thinking processes. A text is a mobile entity, absolute speed. Thinking and writing, as breathing, can not be forced into the model of linearity or within the borders of the printed paper , but  they move to the outside, beyond the restrictions, in a network of meetings with ideas, others , texts. The linguistic signifier is only one of the points on the chain of effects, not its center nor its end "(Rosi Braidotti, The posthuman, Derive Approdi 2014).
  
Ivana Spinelli (1972) lives in Berlin and Italy, where since 2012 teaches at the Academy of Fine Arts.  Among the most recent solo exhibitions: Kaboom, double staff (Artcore, Bari 2014); Baustelle (BeoProject, Belgrade (2013); Art Goes City (Postaja Raumau, Slovenj Gradec 2013); Loverrs / Fuckerrs (Gallleria+ OltreDimore Gallery, Bologna 2012).  Among the publications that include her works:  Manon Slome, The Aesthetics of Terror (2009 Charta ); Raffaele Gavarro Chaos # 2; Global Fight Club by Matthias Reichelt, Distilleryed, 2011. In 2012 hes book of drawings  Global Sisters - The Contradictions of Love  was published by Revolver Books in Berlin. www.ivanaspinelli.net

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INTERZONE  is a part of the Culture Programme of Nomos Value Research which in 2015 has as its main theme the relationship between space and time. An issue of great importance to anyone involved in business, for people who every day try to develop a program and define projects to share with others. Everything is based on the relationship between space, time and action; strongly interlinked elements, where the space seems to giving rise the other two. Who projects spaces, as a entrepreneur, architect or artist can not ask every time a question: what kind of time is generated by this space? This applies to an enterprise, as well as for a territory. Here is the starting point of the Culture Programme of Nomos for 2015  



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venerdì 25 settembre 2015

JAN FABRE - KNIGHT OF THE NIGHT | Galleria Il Ponte, Florence - Opening October 2nd, 2015 H 6.30 PM


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Jan Fabre
Knight of the Night

Curated by
Bruno Corà

Galleria Il Ponte - Florence
2 October – 18 December 2015

Opening
Friday 2 October, 6.30 pm
The artist will meet the press at 1.00 pm in the gallery

Galleria Il Ponte is pleased to present the solo exhibition Knight of the Night by Jan Fabre,  with a set of works created in different periods (1997 - 2013), which for the first time form a single narrative corpus centred around the courtly romance, one of the pivotal themes of the artist's whole oeuvre.


The film Lancelot (2004), interpreted by Jan Fabre himself, depicting the hero's battle against himself, constitutes the narrative plot of this Flemish saga. In its scenes, it is as if the marvellous sculptures in the panoply created by Fabre come to life through the magical intersecting of scarabs, which reverberate in and refract the light. In Salvator Mundi, giving shape to the courtly ideal, the human armour and the shell of the beetles become one. The human skulls – whose features are also built and traced by a layer of beetles, clasping prey, whips or penetrated by the keys of hell – are the materialisation of the dreams and nightmares that hover inside this night-time fairytale.


This exhibition reveals all of the images conjured up by the artist, as he takes his own body into the work and compares it with that of other individuals, in the attempt to metabolise them: "I want to become what I live, becoming what I want by modifying myself, freeing myself from known sensations and emotions, seeking a new body", he states.


The works weave a dialogue with the spectators. They can't just contemplate them, they have to transcend themselves, go beyond their mental and physical limits to enter the body of the work. In other words, they are invited to become the main subject of a metamorphosis. In order to demonstrate the individual's endless potential, it is always metamorphosis – in this show of the tragic knightly hero – that Fabre sets out to investigate: that is, the undefined dimension of permanent change  lived by man.

Next show by Jan Fabre
Mount Olympus - Rome
17.10 Romaeuropa, Teatro Argentina, Rome, Italiy


Galleria Il Ponte arte moderna e contemporanea
Via di Mezzo, 42/b, 50121 Firenze
www.galleriailponte.com

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giovedì 24 settembre 2015

Seminario LA MAMMA di Harald Szeemann. Riflessioni intorno a una mostra mai nata




In occasione della mostra

La Grande Madre
a cura di Massimiliano Gioni

Johan & Levi editore e Fondazione Nicola Trussardi
Organizzano il seminario 

LA MAMMA di Harald Szeemann  Riflessioni intorno a una mostra mai nata
Lunedì 5 ottobre 2015, ore 14.00 – 17.00
Sala Conferenze di Palazzo Reale
Piazza Duomo 14, Milano
Ingresso libero su prenotazione
Tel. +39 342 518 5584 | info@johanandlevi.com 


Johan & Levi editore e Fondazione Nicola Trussardi presentano un seminario dedicato alla figura di Harald Szeemann e alla sua mostra non realizzata La Mamma in occasione della mostra La Grande Madre, a cura di Massimiliano Gioni, promossa da Comune di Milano | Cultura, ideata e prodotta dalla Fondazione Nicola Trussardi insieme a Palazzo Reale per ExpoinCittà 2015, aperta al pubblico sino al 15 novembre 2015 nelle sale al piano nobile di Palazzo Reale. 

Una ricostruzione parziale della mostra è stata possibile grazie al lavoro di ricerca compiuto da Pietro Rigolo presso l’archivio Szeemann, ora conservato al Getty Research Institute di Los Angeles. Nel libro “La Mamma. Una mostra di Harald Szeemann mai realizzata” (Johan & Levi, 2014) l’autore analizza la mostra incompiuta e si interroga sulle ragioni che decretarono il suo fallimento partendo dall’analisi di un disegno in cui il curatore immagina l’esposizione all’interno dei Magazzini del Sale di Venezia dove nel 1975 stava allestendo Le Macchine Celibi

Szeemann continuò a tentare di realizzare questo progetto fino alla sua scomparsa, nel 2005, e La Mamma è stata una delle fonti d’ispirazione della mostra La Grande Madre curata da Massimiliano Gioni. 

Il seminario presenta al pubblico questo affascinante progetto nelle sue numerose sfaccettature avvalendosi del contributo di studiosi e professionisti che si occupano delle tematiche proposte da Szeemann.

Dopo il benvenuto di Domenico Piraina, direttore di Palazzo Reale e di Filippo Del Corno, Assessore alla Cultura del Comune di Milano, Pietro Rigolo introdurrà l’incontro e fornirà alcune linee guida per la comprensione del progetto szeemaniano; Eva Ogliotti affronterà la garçonne parigina di inizio Novecento, momento in cui emerge una nuova figura di donna emancipata e finalmente padrona della propria vita e delle proprie scelte; Raffaella Perna si interrogherà sulla relazione tra arte e femminismo in Italia negli anni ’70; Nicole Janigro introdurrà il tema dell’archetipo materno nella dottrina junghiana, che giocò un ruolo importante nella progettazione della trilogia szeemaniana; Barbara Casavecchia converserà con Massimiliano Gioni sull’idea e i temi della mostra La Grande Madre e modererà il dibattito finale e le domande del pubblico.
Al termine dell’incontro i partecipanti potranno visitare la mostra La Grande Madre (ingresso ridotto 5 euro).
Scarica l'invito

mercoledì 23 settembre 2015

M4A - MADE4ART, Milano: mostra "Melodie della natura. Guido Alimento tra immagine e musica"

Melodie della natura. Guido Alimento tra immagine e musica  
a cura di Vittorio Schieroni ed Elena Amodeo

 

M4A - MADE4ART, Milano | 1 - 12 ottobre 2015
Inaugurazione giovedì 1 ottobre, ore 18.30
Apertura straordinaria in occasione della Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI - Associazione Musei d'Arte Contemporanea Italiani: sabato 10 ottobre dalle ore 16 alle ore 19


In occasione di Photofestival e di Expo 2015, lo spazio Made4Art di Milano è lieto di presentare Melodie della natura. Guido Alimento tra immagine e musica, personale dell'artista e fotografo di origine marchigiana (Macerata, 1950) a cura di Elena Amodeo e Vittorio Schieroni. 


In esposizione una selezione di opere appartenenti a due serie tra le più poetiche e rappresentative della sua ultima produzione artistica: Profumo di rosa e Mare tra realismo e astrazione.

Una mostra incentrata sul tema della natura, interpretata da Alimento tramite il sapiente utilizzo dell'obiettivo fotografico alla ricerca di una musicalità che è presente in ogni essere vivente e in ogni elemento che compone il Creato. 


Ispirazioni, emozioni, rivelazioni sul mondo che ci circonda, fissate in immagini che rispecchiano l'intimità dell'artista e nel contempo quella di ciascuno di noi. Scatti capaci di catturare la luce e i particolari di un istante per sottrarli allo scorrere del tempo.

Se in Profumo di rosa il soggetto ritratto, da simbolo della caducità, diventa icona di eternità e di sacralità della vita, a caratterizzare la serie Mare tra realismo e astrazione è il senso del Sublime che scaturisce nell'animo umano, un senso pànico della natura che suscita stupore e meraviglia nell'osservatore. Guido Alimento ci conduce a scoprire la Bellezza della natura, nei suoi dettagli come nella sua infinita vastità, nell'armonia di un fiore come nella forza dirompente e inebriante delle onde del mare.

Melodie della natura. Guido Alimento tra immagine e musica, con data di inaugurazione giovedì 1 ottobre, rimarrà aperta al pubblico fino al 12 dello stesso mese. La mostra è inserita nella piattaforma progettuale Made4Expo, che riunisce tutti gli eventi organizzati da Made4Art e da realtà milanesi partner nel semestre dell'Esposizione Universale, un circuito di mostre e manifestazioni dedicate all'arte e alla cultura a Milano; Made4Expo è un evento Expo in Città.


Melodie della natura. Guido Alimento tra immagine e musica
a cura di Elena Amodeo e Vittorio Schieroni | evento Photofestival
M4A - MADE4ART | Spazio, comunicazione e servizi per l'arte e la cultura
Via Voghera 14 - ingresso da Via Cerano, 20144 Milano
1 - 12 ottobre 2015 | inaugurazione giovedì 1 ottobre, ore 18.30
 

Apertura straordinaria in occasione della Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI - Associazione Musei d'Arte Contemporanea Italiani: sabato 10 ottobre dalle ore 16 alle ore 19
 

Lunedì ore 16 - 19, martedì - venerdì ore 10 - 13 / 16 - 19
www.made4art.it, info@made4art.it, t. +39.02.39813872
 

Un progetto M4E - MADE4EXPO | www.made4expo.com
Evento: Photofestival
Un evento: Expo in Città

Alla galleria Giuseppe Pero la mostra personale di Gabriele Arruzzo: Apocalisse con figure


Gabriele Arruzzo: Apocalisse con figure

La mostra sarà accompagnata da un catalogo con saggio introduttivo di Alberto Zanchetta.

Inaugurazione giovedì 24 settembre ore 18 
25 settembre - 31 ottobre 2015 
Galleria Giuseppe Pero Via Porro Lambertenghi, 3 20159 Milano

Gabriele Arruzzo celebra il decennale della sua prima personale a Milano con una mostra dal titolo Apocalisse con figure, per quest'occasione sarà pubblicato un catalogo con un saggio introduttivo di Alberto Zanchetta.

"Per quanto tempo sarà ancora possibile dipingere una crocifissione come atto politico? È il dilemma su cui si è arrovellato Gabriele Arruzzo mentre preparava questa sua nuova mostra personale, stretto nella morsa che vede contrapporsi il "mistero" dell'immagine e un empito iconoclasta di antichissima memoria (prima bizantino, poi calvinista, ora jihadista). 

L'artista si è inoltre chiesto se esista una pittura che non sia una forma di religione per il pittore, vale a dire un'immacolata immaginazione che non ha valore religioso di per sé, ma in quanto verità assoluta per l'autore stesso. Arruzzo è così giunto a formulare un proprio sillogismo: se il Figlio di Dio si è fatto carne ed è stato possibile rappresentarlo, allora Egli stesso è Natura della rappresentazione, origine stessa dell'Opera come quadro crocefisso al muro.

Nei "quadri devozionali" di Arruzzo troviamo figure oranti che alludono all'insegnamento, alla devozione e al patimento. Lo stesso dicasi per le effigi stereotipate di alcuni pittori che stazionano davanti ai loro sacri rettangoli. Come i martiri, l'autore-testimone è anche la vittima designata dei patimenti e delle estasi che comporta l'ars picta, concepita dall'artista come una gabbia-superficie da cui non è possibile uscire. L'identità bidimensionale dell'immagine – antirealista proprio perché piatta – trova nei solidi platonici un aggravio: le geometrie prospettiche avverano uno spazio tridimensionale che però non consente di spingersi al di fuori dal quadro. Quella di Arruzzo è però una gabbia dorata, un'ideale di bellezza che sollecita i nostri desideri e piaceri.

Intrinsecamente promiscua, la pittura di Gabriele Arruzzo spazia da Holbein ai prontuari per la gioventù hitleriana, dai Preraffaelliti ai vecchi manuali di catechismo. Le sue opere possono essere paragonate a degli ipertesti in cui ci è data l'opportunità di assistere al frenetico stratificarsi di segni, simboli, significati. Filosofeggiando con i pennelli in mano, l'artista si sforza di combattere i regimi totalitari che avversano l'arte figurativa e le dittature imposte dalla stessa pittura. Resistendo e sopravvivendo a queste tirannie, i quadri si convertono in atti di fede, ossia in una visione personale. Questa "rivelazione di cose tenute nascoste" ha un nome preciso: Apocalisse (in questo caso è un'Apocalisse "cum figuris" che prende spunto dall'opera grafica di Albrecht Dürer). Arruzzo è infatti convinto del fatto che i pittori come i profeti siano destinatari di rivelazioni che li connaturano nel rango dei veggenti, di "coloro che vedono".

Accompagna la mostra un catalogo che è stato pensato alla maniera di un libro d'artista, ove il lettore potrà scoprire le variegate fonti iconografiche e comprendere il denso e complesso immaginario dell'artista."

Alberto Zanchetta

Gabriele Arruzzo: Apocalisse con figure
catalogo con saggio di Alberto Zanchetta
Inaugurazione giovedì 24 settembre ore 18
25 settembre - 31 ottobre 2015
Galleria Giuseppe Pero Via Porro Lambertenghi, 3 20159 Milano
Da lunedi a venerdì dalle 14 alle 18.30, mattina e sabato su appuntamento

Dalla preistoria alla Bibbia per la prima volta ad Expo arriva la mostra dei cibi piu’ antichi

Domani giovedi 24 Settembre 2015

dalle ore 9,30 - Expo - Milano

 

EXPO: DALLA PREISTORIA ALLA BIBBIA

LA PRIMA MOSTRA DEI CIBI PIÙ ANTICHI

 

Dalla preistoria alla Bibbia per la prima volta ad Expo arriva la mostra dei cibi piu' antichi. L'inaugurazione è fissata domani giovedì 24 settembre 2015 all'Expo di Milano nel Padiglione Coldiretti "No Farmers No Party" all'inizio del cardo sud dove dalle 9,30 sarà possibile conoscere produzioni uniche che sono state conservate nei secoli, con il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.

 

Dalla manna al vino cotto, dall'idromele fino al grano monococco, la specie geneticamente più antica di grano coltivato, originario della zona centro-settentrionale della Turchia che alcune reperti archeologici fanno risalire a 23 mila anni fa.

 

Un appuntamento dedicato alla storia dell'alimentazione che per la prima volta arriva ad Expo anche per testimoniare l'impegno degli agricoltori nella conservazione della biodiversità che contribuisce a rendere l'agricoltura italiana la piu' green d'Europa. Nell'occasione sarà divulgato il dossier Coldiretti su il "Made in Italy salvato dall'estinzione".



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