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lunedì 14 settembre 2015

Mostra MARIANO FILIPPETTA-IL GRANDE MARE DELLA NOTTE

dirartecontemporanea|2.0 gallery

MARIANO FILIPPETTA
IL GRANDE MARE DELLA NOTTE

A cura di Flore Murard-Yovanovitch e Angelo Marino
 
Inaugurazione: 10.10.2015, ore 20:00
Luogo: dirartecontemporanea|2.0 gallery
Indirizzo: 
www.dirartecontemporanea.eu
dal 10.10.2015 al 30/01/2016


Caserta (IT) – via E.Caruso,9
info +39 333.4461479
dirarted20@gmail.com


Tutto ha un inizio ed anche questa seconda mostra di Mariano Filippetta alla dirartecontemporanea|2.0 gallery dal titolo Il Grande Mare della Notte ha il suo. E' il 14 settembre del 2014; il luogo è lo studio dell'artista. Una parete bianca e tre tavole ad essa attaccate. Bianche, candidamente bianche. Alla domanda cosa e perché stessero li solitarie e distaccate dal blu di altri lavori, carte, bozzetti la risposta perentoria di Mariano fu: " Aspettano che mi salga il coraggio, quello necessario a spogliarmi del mio corpo per andare ad incontrare anime. Anime che abitavano corpi fuggitivi per dare futuro ad improbabili presenti, lì nelle loro terre." 
 
Trascorrono quattro/cinque mesi e mi viene notificata una mail di Mariano Filippetta con un brevissimo messaggio/invito: Guarda l'allegato!
Era un video in cui Mariano in una giornata di inizio inverno, incappucciato inveiva qualcosa al mare.
 
Trascorrono un altro paio di mesi ed ancora una mail con un allegato e senza alcun messaggio, questa volta. Apro l'allegato e con meraviglia l'immagine di un unico lavoro su tre tavole mi chiarisce quella risposta datami mesi addietro ed anche la ragione di quel video mandatomi successivamente. Aveva trovato il coraggio e compiuto la sua personale catabasi nel Mediterraneo ed incontrare, recuperare l'anima di quanti nell'attraversarlo vi avevano lasciato il proprio corpo. 
 
Una catabasi non da eroe mitologico bensì da artista contemporaneo e con i codici mai obsoleti della pittura. Leggera, minima, essenziale. E' stato ipotizzato che l'anima pesi 21 grammi e mi piace pensare che Mariano Filippetta non abbia mai ecceduto tale quantità di colore nel realizzare i lavori allestiti in galleria la cui intima e drammatica " materia è l'indicibile " così come intuisce e scrive la co-curatrice Flore Murard-Yovanovitch nel testo che accompagna la mostra. – ( Angelo Marino )


MARENOTTE
di Flore Murard-Yovanovitch
( Skopelos,31 luglio 2015 ) - Mariano Filippetta è sceso sul fondale del mare, per cercare, recuperare, e riportare a galla, i corpi dei migranti annegati, abbandonati, dimenticati, uccisi, per anni, dalla fortezza Europa. La materia è l'indicibile.
Faticosamente, a colpi di pennellate, tira fuori i cadaveri dal Mediterraneo, se ne fa carico, responsabilità. Fango, impasto, immagini, per dire la densità di quella morte. I suoi "Corpi restituiti dal mare", riemersi  - dicono  la verità.
I volumi allora diventano giganteschi, perfetti, quasi inaccessibili figure di uomini liberi, uccisi per un viaggio.
Alcuni stranamente fioriscono  sono già foglie,
Foglie, nascono migranti
Con le "Carte", Filippetta si confronta con la sparizione (operata su quelle persone). La macchia nera si estende, inghiotte i migranti, li cancella. Corpi neri, corpi fango, corpi grigi, corpi blu.
Il mare è ridotto a rettangolo, in fondo, in basso al quadro; essenziale, mere linee, o graffiato come ferita aperta. Il contrario / contrasto col mare infinito dove schiamazzano giocando i bimbi, non più il mare della fantasia, ma il mare-concetto, ricordo, avvertimento. Mare rettangolo. Fossa comune. Dobbiamo guardare in fondo. Vedere.
Là ancora il pittore nomina. Ridà nomi a quelle persone scomparse.
Come nel video introduttivo il dialogo diretto con il mare-colpa (la colpa non intrinseca al mare però) come luogo fisico dove avviene l'annegamento deciso altrove, a Bruxelles, al tavolo delle politiche migratorie disumane.
E' un lavoro essenziale quello de "Il grande mare della notte"; l'artista che per anni ha scelto il blu come "concetto del tutto", materia viva, vitale, luminosa del suo lavoro, intercettando il momento storico non poteva non confrontarsi con il presente: ha scelto di scendere nella fossa comune per rivelarla.
Può allora emergere il gigante nero (nell'ultima stanza della mostra) che si tira fuori, senza braccia, dal mare nero dove abbiamo voluto annegarlo. Il colosso africano, potente, vince su ogni rigetto e negazione neocoloniale:  è il soggetto storico vivo, ribelle a ogni tentativo di soffocamento e rimozione. La nostra cecità è imperdonabile, immensa, non abbiamo voluto capire questa rivoluzione migrante in atto. Mariano Filippetta e il gigante africano, riemerso, ci costringono a vedere.
 

*Mariano Filippetta 
Mariano Filippetta nasce a Frosinone nel 1964 dove vive e lavora.
Le sue esperienze artistiche iniziali confluiscono nella prima personale di rilievo alla galleria dei Banchi Nuovi di Roma nel 1989 dal titolo Primo Vere.
Nel 1992 viene invitato da Achille Bonito Oliva a partecipare ad Imprimatur mostra di artisti internazionali inediti a Milano, dove contemporaneamente lo stesso critico tiene un convegno sullo stato dell'arte contemporanea all'Accademia di Belle Arti di Brera.
Lavora in quegli stessi anni a Roma con la galleria L'Attico di Fabio Sargentini partecipando a importanti mostre collettive come Ritorno al mare - omaggio a Pino Pascali(1993) e Magazzino(1995) dove le sue opere dialogheranno insieme ai lavori di Fautrier, Duchamp, Burri, Nagasawa, Pistoletto, Pascali, Kounellis.
Nel 2003 realizza una mostra personale in collaborazione con la galleria L'Attico di Roma dal titolo L'amore, l'amore soltanto.
Lavora negli anni 2005 e 2006 con la galleria Marchetti di Roma in via Margutta partecipando a diverse collettive con opere di artisti come Turcato, Schifano, Festa, Angeli. In questi anni collabora anche con l'Associazione Culturale Antinoo partecipando ad una importante collettiva dal titolo Elogio al nero in omaggio all'opera della scrittrice Marguerite Yourcenar, in questa occasione verrá edita una importante monografia a cura del Centro Documentazione Marguerite Yourcenar dal titolo L'Opera al nero e la sua alchimia attraverso le arti per le edizioni Gallimard all'interno della quale verrá documentato in modo significativo il suo lavoro.
Inoltre partecipa alla rassegna Primaverile Argam a cura dell'Associazione Romana Gallerie d'Arte Moderna in collaborazione con il Ministero Universitá e Ricerca.
È del 2007 la mostra personale alla Facoltà dei Beni Culturali di Viterbo.
Nel 2011 Viene invitato da Vittorio Sgarbi a partecipare alla 54' edizione della Biennale di Venezia.
Nel 2012 è relatore all'interno del convegno sul Novecento Sconosciuto tenuto all'Aranciera di San Sisto sotto il patrocinio della Sovrintendenza ai Beni Culturali con Sedie e fiumi: il disordine dell'amore nelle estetiche del Novecento.
Nel 2013 si tiene a Cosenza la sua personale Il mare delle tue labbra a cura di Gianfranco Labrosciano presso l'associazione culturale Alt Art.
Sempre nel 2013 la personale dal titolo " Le mie voglie col blu " alla dirartecontemporanea| 2.0 gallery. E' tra i primi artisti a lavorare al museo MAAM di Roma con il curatore Giorgio De Finis con tre progetti : " Pinacoteca domestica diffusa" (2012); "Bellissime nuvole bianche e pioggia di disegni" ( site specific - 2013 ) e "Its very very house" dono di case poetiche agli abitanti del museo (2014). Nel 2015  un suo lavoro è tra le nuove acquisizioni del MACA (Museo dell'Accademia di Belle Arti di Frosinone ) ed è invitato al progetto "Intervento collettivo MAAM" presso la Fondazione Pistoletto Città dell'Arte di Biella.
La sua opera è documentata negli archivi del MAXXI e della Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma all'interno della raccolta Artisti di fine millennio.

*Flore Murard-Yovanovitch 
Scrittrice, blogger e giornalista freelance nata in Francia, specialista dell'immigrazione in Italia. È l'autrice di "Derive. Piccolo mosaico del disumano" (Stampa Alternativa, 2014). Il suo lavoro più recente è il pamphlet-manifesto "La Negazione del soggetto migrante" (2015).



Mariano Filippetta a studio: momenti di riflessione che precedono la realizzazione di "Dentro mi stanno i morti".

 Particolare di: Dentro mi sono i morti – 2015. Acrilici e fango su tela. Cm. 210x210

 Particolare di: Sotto gli assalti della notte – 2015.Fango e pastello su carta. Cm.    18x24

 Particolare dell'installazione: IL GRANDE MARE DELLA NOTTE . 2015.- dimensioni ambientali. pittura murale + acrilici su tavola cm.50 x 70

Ultimi giorni per visitare la mostra "Acqua e Luce" della Fondazione Aem: mezzo secolo di progetti raccontano l'importanza di un utilizzo consapevole delle risorse naturali del nostro territorio.

ACQUA E LUCE

Un secolo di energia rinnovabile per lo sviluppo del territorio

Ultimi giorni di una mostra fotografica unica che racconta con immagini tratte dall'Archivio storico fotografico della Fondazione Aem mezzo secolo di progetti che resero possibili la modernizzazione di Milano e l'ottimizzazione delle sue risorse energetiche.

Una mostra iconografica e divulgativa in grado di sottolineare l'importanza di un utilizzo consapevole delle risorse naturali del nostro territorio.


Dal 24 agosto al 30 settembre 2015
Casa dell'Energia e dell'Ambiente, piazza Po 3, Milano



Progetto, mostra e catalogo a cura di Fabrizio Trisoglio


Con la collaborazione di Ornella Selvafolta, Caterina Maria Carla Bona, Francesco Carlo Toso e Maurizio Introini


Coordinamento generale a cura di Luisa Toeschi

Un viaggio lungo tutto il Novecento fra la Valtellina e Milano sulla via dell'energia idroelettrica. Partendo dalle montagne, dove l'acqua scorre purissima inconsapevole del proprio valore, passando fra le dighe che ne incanalano il corso e le centrali che la trasformano in energia, fino ad arrivare a Milano. È in quest'energia nata lontano dai territori urbanizzati, fra le alte vette della Lombardia, che Milano troverà infatti le risorse necessarie non solo per illuminare i luoghi simbolo della città, celebrare i grandi avvenimenti e successivamente dare luce alle periferie, ma anche per crescere come metropoli e diventare la capitale economica e industriale del nostro Paese.

La potenza sprigionata dall'acqua che diventa luce, il lavoro dell'uomo al servizio del territorio e della città insieme al potere dell'energia che illumina il mondo emergono prepotentemente dalle foto scattate nel corso di un secolo dai fotografi chiamati ad immortalare una stagione epica e irripetibile, di cui ancora oggi godiamo i frutti. Fra questi alcune grandi firme della fotografia italiana storica e contemporanea: Vincenzo Aragozzini, Antonio Paoletti, Guglielmo Chiolini, Gianni BerengoGardin, Luigi Bussolati e Francesco Radino.

Questo è il cuore della mostra Acqua e Luce, Un secolo di energia rinnovabile per lo sviluppo del territorio, ospitata dal 21 maggio 2015 negli spazi della Casa dell'Energia e dell'Ambiente:
un centinaio di scatti inediti provenienti dall'archivio storico di Fondazione Aem – Gruppo A2A che ripercorrono le tappe dello straordinario processo di innovazione messo in atto a partire dai primi del Novecento dall'Azienda Elettrica Municipale grazie allo sviluppo dell'energia idroelettrica a Milano e nel territorio valtellinese; foto che documentano l'evoluzione e la metamorfosi della Valtellina, un territorio completamente ridisegnato dai "segni" dell'idroelettrico e raccontano infine la storia centenaria e i valori di un'impresa modernissima e all'avanguardia che ha sempre cercato il progresso della tecnica nel rispetto del territorio e l'ottimizzazione delle risorse energetiche nel nome della sostenibilità.

Secondo Alberto Martinelli, presidente di Fondazione Aem – Gruppo A2A «la selezione proposta intende raccontare per immagini una storia centenaria dove innovazione tecnica, buona gestione e interesse pubblico sono state le solide fondamenta di uno dei più virtuosi processi di modernizzazione nel nostro Paese in campo energetico». Prosegue sottolineando che «è d'obbligo inoltre una riflessione specifica sul territorio valtellinese, tuttora epicentro produttivo dell'impresa -  oggi Gruppo A2A - e sede di un patrimonio storico-ambientale unico, da qualche anno oggetto di valorizzazione da parte della nostra Fondazione con mostre, percorsi di turismo industriale e proposte di nuove sedi museali». Alberto Martinelli conclude infine « al di là degli imprescindibili valori storici, economici e sociali che il tema assume in sé, è opportuno sottolineare la coerenza del soggetto della mostra con le tematiche di sostenibilità energetica e educazione ambientale, questioni di primaria importanza per l'impresa e che Fondazione Aem – Gruppo A2A valorizza ogni giorno attraverso le attività didattiche e di comunicazione di Casa dell'Energia e dell'Ambiente».

«Il percorso espositivo si apre con Il potere dell'acqua: energia per lo sviluppo della metropoli, spiega Fabrizio Trisoglio, curatore e storico del patrimonio industriale dell'impresa.
La prima sezione riunisce una selezione di immagini raffiguranti i progetti realizzati da Aem in Valtellina e a Milano a partire dall'inizio del Novecento fino agli anni del boom economico, illustrando mezzo secolo di progetti e realizzazioni che resero possibile la modernizzazione del capoluogo milanese e l'ottimizzazione delle sue risorse energetiche. Il binomio estetico acqua-luce come simbolo della modernità all'interno della tradizione celebrativa milanese è invece al centro della seconda sezione, che abbiamo chiamato La celebrazione della modernità: nella storia di Milano la luce è infatti più volte assunta come simbolo del progresso sociale, scientifico ed economico, diventando dall'Ottocento ai giorni nostri protagonista indiscussa di grandi manifestazioni pubbliche.

La mostra si chiude con Il paesaggio idroelettrico in Valtellina, sezione conclusiva focalizzata sull'evoluzione del territorio montano della Lombardia attraverso i "segni" impressi dall'idroelettrico sul paesaggio. Questo territorio, dove Aem pone le basi della sua produzione all'inizio del Novecento dimostrando lungimiranza e visione, è oggi anche luogo di valorizzazione culturale e ambientale anche grazie alle recenti realizzazioni di musei e percorsi dedicati al patrimonio idroelettrico».

L'archivio storico fotografico Aem
Dichiarata di interesse storico-culturale dalla Soprintendenza archivistica per la Lombardia, la raccolta Aem, che consta di oltre 180.000 documenti fotografici, illustra dai primi anni del Novecento fino ai giorni nostri non solo la storia e lo sviluppo di una azienda elettrica municipalizzata, divenuta oggi una grande impresa multiservizi, ma anche i cambiamenti storico-economici e politici della nostra città, le trasformazioni sociali di una comunità e le evoluzioni del territorio lombardo, a partire da quello montano valtellinese. Suddiviso in vari fondi, l'archivio si è progressivamente composto per addizioni grazie all'opera dei tanti fotografi che hanno collaborato con l'Azienda Elettrica Municipale. In particolare, dal fascismo ai primi anni Cinquanta, autori del calibro di Antonio Paoletti, Vincenzo Aragozzini e Guglielmo Chiolini hanno costituito con i loro servizi fotografici un diario serrato di immagini che racconta la progressiva modernizzazione elettrica di Milano e la costruzione dei grandi impianti in Valtellina. Uno "stato dell'arte", tecnico e lirico, ma anche specchio della celebrazione dell'impresa, impressa indelebilmente nel racconto visivo delle manifestazioni politiche cui Aem ha contribuito durante il ventennio fascista.

La Fondazione Aem – Gruppo A2A
Costituita nel 2007, Fondazione Aem – Gruppo A2A ha tra i suoi scopi statutari «la salvaguardia e la valorizzazione della storia e della cultura aziendale di Aem», impegno fondamentale cui l'istituzione ha costantemente adempiuto attraverso interventi di riordino, mostre e pubblicazioni, e che continua ad assolvere con nuovi progetti di tutela e di promozione.

ACQUA E LUCE
Un secolo di energia rinnovabile per lo sviluppo del territorio
Archivio storico fotografico di Fondazione Aem

Dal 24 agosto al 30 settembre 2015
Casa dell'Energia e dell'Ambiente, piazza Po 3, Milano
Dal lunedì al venerdì dalle ore 9.30 alle 17
Ingresso Libero

INFORMAZIONI
tel. 02 77203935
www.fondazioneaem.it

"Giocacomemangi" alla scoperta del cibo nei The Style Outlets


   

La celebre mostra-gioco di MUBA, aderente al Childrenshare network di EXPO Milano 2015, sarà protagonista a Castel Guelfo e Vicolungo The Style Outlets con i laboratori didattici per i bambini

Milano, 14 settembre 2015 - Nei weekend del 19-20 e 26-27 Settembre 2015 i due centri Castel Guelfo e Vicolungo The Style Outlets, gli outlet appartenenti al gruppo spagnolo Neinver, ospitano "Giocacomemangi", la celebre mostra-gioco di MUBA - Museo dei Bambini Milano - incentrata sui temi del cibo e della cultura alimentare. GIOCACOMEMANGI è un progetto di MUBA e aderisce al Childrenshare Network di EXPO Milano 2015. 

La mostra, che ben si inserisce nelle iniziative correlate ad EXPO 2015, viene riproposta all'interno dei due centri attraverso un divertente percorso educativo alla scoperta del cibo in ogni suo aspetto: gli ingredienti tipici della cucina italiana ed il loro legame con il territorio, l'attenzione agli sprechi ed al recupero degli scarti vengono esplorati per generare una nuova consapevolezza nei confronti del cibo, della cultura alimentare e dell'ambiente.

Una partnership solida, arrivata all'ottavo anno consecutivo, quella tra The Style Outlets e MUBA che coniuga il desiderio di proporre eventi e progetti ludico-ricreativi nuovi e sempre stimolanti, che permettono ai bambini di sviluppare creatività e fantasia divertendosi insieme alle loro famiglie, godendo delle strutture di Castel Guelfo e Vicolungo The Style Outlets.

I laboratori didattico-creativi sono rivolti ai bambini dai 4 agli 11 anni e guidati da esperti educatori; saranno attivi dalle 14 alle 18 nei weekend 19-20 e 26-27 settembre a Castel Guelfo e Vicolungo The Style Outlets. L'ingresso è gratuito.

Cibo è sinonimo di ambiente, salute e risorse, da valorizzare e da scambiare. Il percorso didattico porta i bambini alla scoperta dell'universo del cibo e della cultura alimentare da ogni angolazione: dai piatti tipici alle origini degli alimenti, da come riutilizzare gli avanzi alla creazione di un vero e proprio ricettario. Alcune tappe fondamentali di questo percorso sono infatti:

I PIATTI TIPICI
'Da che cosa è composta una cotoletta alla milanese?', 'Che ingredienti ci sono in un piatto di tortellini?' Queste e molte altre le domande alle quali i bambini dovranno rispondere per 'scomporre' alcuni piatti tipici della nostra tavola. Una grande caccia al tesoro tra dispense e frigoriferi li metterà poi nuovamente alla prova per 'ricomporre' i piatti scomposti.

GLI AVANZI E GLI SPRECHI
Tappa fondamentale di questo percorso è l'educazione alla riduzione degli sprechi, al riutilizzo degli avanzi. I bambini impareranno come ridurre gli sprechi e riutilizzare gli avanzi di cibo in un'ottica di difesa della natura e dell'ambiente.

ALIMENTI E TERRITORIALITA'
I bambini saranno sensibilizzati sull'importante tema dell'origine delle risorse alimentari per imparare a comprenderne la provenienza: il cibo non è solo colore, profumo e sapore, ma anche territorialità!

IL LIBRO DI RICETTE
Culmine di questo percorso per ciascun bambino sarà la realizzazione del proprio libro di ricette, composto da una ricetta italiana, una di fantasia e una di riutilizzo degli scarti. Il disegno diventa un prezioso e divertente strumento per riflettere su quanto appreso. 

Giocacomemangi" nei The Style Outlets
Castel Guelfo The Style Outlets (Bologna)
Vicolungo the Style Outlets (Novara)
Laboratori didattici per bambini (dai 4 agli 11 anni) e famiglie
dalle 14.00 alle 18.00
INGRESSO GRATUITO
sabato e domenica 19-20 settembre
sabato e domenica 26-27 settembre


Per informazioni: www.thestyleoutlets.com - www.muba.it
MUBA e The Style Outlets - Insieme, per i bambini, dal 2008...


La partnership tra The Style Outlets e MUBA ha preso vita nel 2008 con Colore di carta, un percorso di installazioni create appositamente per rendere i bambini consapevoli dell'importanza del colore. L'anno successivo, con Mani in acqua, in entrambi i centri i bambini hanno scoperto materiali ed oggetti diversi attraverso grandi vasche d'acqua. Nel 2010 è stata la volta di Alla ricerca del tesoro perduto, un percorso interattivo che ha trasformato i bambini in esperti archeologi. Nel 2011 a Castel Guelfo The Style Outlets si è svolto In tutti i sensi, un progetto didattico sperimentale rivolto alle scuole primarie e alle famiglie per esplorare il mondo dei sensi. Lo stesso anno, in entrambi i centri Le Green Pigotte sono state le protagoniste dei laboratori didattici dove piccoli e adulti hanno realizzato vestiti, fuori scala, delle celebri Pigotte. Nel 2012 La Green Pigotta è tornata in entrambi i centri in versione olimpica: i bambini hanno ampliato guardaroba e corredo sportivo della maxi Pigotta creando per lei le attrezzature necessarie per praticare le varie discipline olimpiche. Il 2013 è stato l'anno di Equilibrio: una mostra-gioco per bambini sui temi di EXPO 2015, per avvicinarsi ai temi dell'alimentazione, della nutrizione e delle risorse alimentari. "Scatole" è il tema del percorso realizzato per l'edizione 2014 di questa collaborazione: scatole non solo come contenitori per riporre o custodire, ma esse stesse contenuti da scoprire.
Inoltre dal 2010 a Vicolungo The Style Outlets è attivo uno spazio MUBA permanente: Il Giardino dei sensi. Un'area giochi in cui i bambini possono giocare, divertirsi e imparare attraverso i cinque sensi: dal Disco Volante alle illusioni degli Specchi Deformanti e Antigravità, dal Cerchio della Pioggia agli odori e sapori del Piccolo Orto fino alle meraviglie del Caleidoscopio.

sabato 12 settembre 2015

Inaugura domenica 13 settembre alla Reggia di Colorno (PR) la mostra collettiva itinerante “Arte… immaginazione o immaginario”


E’ giunta al terzo e ultimo step “Arte… immaginazione o immaginario”, la mostra collettiva itinerante allestita nei mesi scorsi prima a Villa Soragna di Collecchio e poi al Castello di Torrechiara.
L’ultimo appuntamento è in un contesto altrettanto prestigioso come la Reggia Ducale di Colorno, che nell’appartamento del Principe ospiterà le opere dei ventuno artisti contemporanei (Fausto Beretti, Paolo Bottioni, Mauro Buzzi, Mariangela Canforini, Danilo Cassano, Claudio Cesari, Nicla Ferrari, Omar Galliani, Raimonda Guida, Daniela Leghissa, Claudio Lucchetti, Tiziano Marcheselli, Daniela Monica, Giovanni Ortolani, Elisabetta Poli, Silvana Randazzo, Fabrizio Sabini, Giovanna Scapinelli, Gian Luca Torelli, Mariagiulia Ubaldi, Vincenzo Vernizzi), nelle cui creazioni si rivivono i temi dell’immaginazione e dell’immaginario in modo trasversale.
Quadro di Daniela Leghissa
Queste tematiche sono già presenti all’epoca di Platone e Aristotele, ma sono ancora attuali e vengono reinterpretate in chiave moderna e rispondono alle esigenze di libertà del pensiero creativo, ma anche all’evocazione di antichi miti e visioni condivise, che stanno alla base del linguaggio interpretativo e delle identità culturali che ci contraddistinguono.

Scultura di Giovanni Ortolani

L’inaugurazione si terrà domenica 13 settembre 2015 alle ore 11.00 alla presenza dell’Onorevole Giuseppe Romanini, che ha sostenuto fin da subito questo ambizioso progetto, e del Sindaco di Colorno Michela Canova.
Saranno esposte complessivamente oltre sessanta creazioni, tra sculture e pitture, a cui si aggiunge il grande libro di opere su tela di Mauro Buzzi dedicato alla Cappella Sistina, reinterpretata in chiave allegorica.

Quadro di Mariangela Canforini

Il progetto artistico, curato da Mauro Buzzi, Claudio Cesari e dal critico d’arte Marzio Dall’Acqua, è stato promosso dai Comuni di Collecchio, Colorno e Langhirano, patrocinato dal MIBACT – Ministero dei Beni Ambientali, Culturali e del Turismo, Polo Museale Regionale dell'Emilia Romagna - e dalla Provincia di Parma.
Alla mostra è abbinato un catalogo generale di oltre duecento pagine particolarmente apprezzato nei precedenti due appuntamenti, che contiene oltre alle opere esposte, le poesie di Miranda Amoretti Cesari, Paolo Tinti, Mariagiulia Ubaldi e Alessandra Vignoli e le fotografie di Luigi Briselli.
L’esposizione, ad ingresso libero, è visitabile fino al 4 ottobre 2015, tutti i giorni escluso il lunedì, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00.


Scheda evento
Titolo: Arte…immaginazione o immaginario
Curatori: Mauro Buzzi, Claudio Cesari, Marzio Dall’Acqua (critico d’arte)
Autori: Fausto Beretti, Paolo Bottioni, Mauro Buzzi, Mariangela Canforini, Danilo Cassano, Claudio Cesari, Nicla Ferrari, Omar Galliani, Raimonda Guida, Daniela Leghissa, Claudio Lucchetti, Tiziano Marcheselli, Daniela Monica, Giovanni Ortolani, Elisabetta Poli, Silvana Randazzo, Fabrizio Sabini, Giovanna Scapinelli, Gian Luca Torelli, Mariagiulia Ubaldi, Vincenzo Vernizzi.

Luogo: Reggia di Colorno (PR)
Data di inizio e di fine: 13 settembre – 4 ottobre 2015
Orari: dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00 dal martedì alla domenica. Lunedì chiuso.
Entrata: libera

Promossa da: Comune di Collecchio, Comune di Langhirano, Comune di Colorno
Con il Patrocinio di:
MIBACT - Polo Museale Regionale dell'Emilia Romagna
Provincia di Parma

Organizzazione: Insieme Culturale l’Albero
Recapiti per ulteriori info: insiemealbero@libero.it

Sponsor e contributi di: Solimè, Prosciuttificio Il Conte, F.lli Greci industria salumi, Sistemi Elettrici, Agrafe, Centro Grafico.

Mostra Exit strategy_Opening 17 settembre_ La.Vi_Roma

EXIT STRATEGY


Mostra personale di LUCIO DDT ART

Curatore  Valerio Dehò Prof. di Estetica Accademia Belle Arti Bologna


Opening 17 settembre 2015 ore 19.30

18  settembre – 18 ottobre 2015

La.Vi. Via Tomacelli 23 Roma


"Le sculture di Lucio DDT art sono come dei prototipi di nuove filiazioni, modelli di incubi a venire, storie possibili di un universo degradato, parti immondi del Pianeta dei fuochi  e non solo", scrive il curatore Valerio Dehò.


Lucio Ddt art: E' un artista che ben si colloca nel panorama dell'arte anticonformista contemporanea. Forgia, modifica, assembla e salda materiali che la società di oggi rifiuta. 

Con gli scarti del consumismo (bambole, scarpe, tubi ed altro) che raccoglie ovunque e con la sua sensibilità e creatività, abbinata ad una grande manualità, li trasforma in sculture dense di significati, figure che sembrano essere piombate da altri mondi, avvolte in uno strato di vernice (nera), che suscita un senso di paura e di mistero.  

Lucio Labriola o Ddt Art sul tema delle mutazioni, degli intrecci tra uomini, insetti e cose sta lavorando da anni. L'artista napoletano ricicla scarti industriali e plastiche creando creature inquietanti che possiamo definire da film dell'orrore, se non fosse che ci sembrano tanto reali. 

Esseri fantastici e bizzarri, certamente improponibili in una serata rilassante al Circolo del Bridge, ma figli di quella paura per l'ignoto che le mutazioni genetiche stanno scatenando.  

Il Ddt che il nickname dell'artista evoca, è figlio della violenza sulla natura, di quella aggressività chimica da cui guardarsi anche perché le conseguenze sono lontane da ogni immaginazione. 

Non sappiamo nemmeno se esiste ancora questa sostanza tossica usata un tempo in tutte le famiglie per eliminare insetti, pidocchi, scarafaggi e altre schifezze del genere. 

Le sue sculture sono come dei prototipi di nuove filiazioni, modelli di incubi a venire, storie possibili di un universo degradato, parti immondi del Pianeta dei fuochi  e non solo. 

La fantasia dell'artista si alimenta sull'informazione e sulla certezza che lo sfruttamento della Terra sta facendo nascere creature che prima non c'erano. La scienza tace e acconsente, l'arte denuncia e di-mostra.   

Nei suoi disegni invece l'energia espressionista, il nero dirompente sulla carta da giornale non solo calano i mostri nella realtà, ma come Venere nasceva dalla schiuma delle onde, così gli omuncoli nascono dalla cronaca, dall'infinito campionario di violenze sulla natura che si stanno perpetuando.

giovedì 10 settembre 2015

I RACCONTI DELL'ARTE: Seurat-Van Gogh-Mondrian. Il Divisionismo in Europa |Tamara de Lempicka | Escher > DAL 14 SETTEMBRE > CICLO DI INCONTRI > PADOVA, VERONA, VICENZA, MANTOVA

 I RACCONTI DELL'ARTE
Tre grandi mostre raccontate in anteprima da Sergio Gaddi

PRIMO APPUNTAMENTO DEL CICLO DI INCONTRI
Padova, 14 settembre 2015 ore 17.30 > Palazzo Moroni, Sala Anziani > Via Municipio, 1




Un'avvincente narrazione artistico-teatrale presenterà in anteprima le esposizioni in programma per l'autunno di Arthemisia Group, società leader nell'organizzazione e produzione di mostre d'arte in Italia e all'estero.


In seguito al grandissimo successo ottenuto la scorsa stagione espositiva dalla coinvolgente ed entusiasmante narrazione teatral-multimediale dedicata a Maurits Cornelis Escher - con oltre 1000 presenze in soli 5 incontri tutti andati sold-out - Arthemisia Group ripropone al pubblico un'esperienza innovativa, una diversa chiave di lettura per conoscere più da vicino gli artisti cardine del Divisionismo Europeo, l'eclettica Tamara de Lempicka e, anche quest'anno, il visionario artista e incisore Maurits Cornelis Escher.


Sotto una nuova interpretazione del genio di grandi maestri dell'arte figurativa, il fil rouge espositivo è un viaggio nella luce e nel colore, elementi cardine espressi in modo rivoluzionario dall'esperienza divisionista di Seurat e poi vissuti da Van Gogh e Mondrian fino alla grafica di Escher, che disegna mondi sorprendenti in bianco e nero, per arrivare al talento appassionato di Tamara de Lempicka, che fa del colore uno strumento di seduzione tra arte e musica.

 

A raccontare le opere di tre grandi eventi espositivi saranno le sette presentazioni, a cura del poliedrico Sergio Gaddi, che fanno parte del ciclo d'incontri I RACCONTI DELL'ARTE: l'innovativo programma di divulgazione culturale nato per presentare in anteprima l'arte e gli artisti protagonisti delle mostre di Arthemisia Group al grande pubblico in modo dinamico, coinvolgente e allo stesso tempo didattico e dal voluto profilo scientifico.

 

L'evento è gratuito e solo su prenotazione, aperto al pubblico, insegnanti e operatori del settore.

 

I RACCONTI DELL'ARTE sono una narrazione artistico-teatrale, organizzati nei luoghi simbolo delle città italiane, che accompagnano lo spettatore in un viaggio nella vita, nel contesto storico e nelle esperienze umane dei più grandi artisti di tutti i tempi.

Capita ancora troppo spesso che la storia dell'arte venga percepita come una disciplina per esperti o per appassionati in possesso di strumenti per interpretarla.


Altrettanto spesso accade che la vita e la storia degli artisti - anche i più grandi - siano osservate a distanza perché percepite appartenenti al passato. Ma la personalità di un pittore è il suo capolavoro più vero, la chiave di volta per capire la sua arte ed emozionarci.


Con un accattivante e allo stesso tempo rigoroso racconto scientifico I RACCONTI DELL'ARTE stimolano la partecipazione emotiva del pubblico attraverso spunti e suggestioni che sono un'utile chiave di lettura per la visita personale alla mostra. L'approccio degli incontri è arricchito da un supporto multimediale e, unitamente alla spiegazione delle opere, mette in gioco i sensi e le emozioni del singolo spettatore che poi sarà il visitatore della mostra.

La narrazione, a tratti anche colloquiale e ludica, è incentrata sulla chiarezza espressiva e comunicabilità dei contenuti.

 

La sfida di questo nuovo progetto è raccontare l'arte in modo diverso, di avvicinarla e di renderla piacevole, di coglierne gli aspetti più avvincenti per trasmetterla con tutta la passione che merita.

 

Ingresso su prenotazione.

Prenotazione obbligatoria fino a esaurimento posti. Per motivi di sicurezza le sale ospiteranno un numero limitato di spettatori, fino all'esaurimento delle sedute.

 

Le mostre saranno aperte al pubblico dal prossimo settembre nelle città di Verona e Treviso.


PROGRAMMA DEL CICLO DI INCONTRI
Settembre
> Padova, 14 settembre 2015 ore 17.30
Palazzo Moroni, Sala Anziani
Via Municipio, 1

> Verona, 15 settembre 2015 ore 17.30
AMO, Arena Museo Opera, Palazzo Forti
Via Massalongo, 7

> Vicenza, 16 settembre 2015 ore 17.30
Biblioteca Civica Bertoliana, Palazzo Cordellina
Contrada Riale, 12

> Mantova, 17 settembre 2015 ore 17.30
Museo Diocesano F. Gonzaga, Sala Pozzo
Piazza Virgiliana, 55

Info e prenotazioni
06 915 110 55 - didattica@arthemisia.it


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