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martedì 16 giugno 2015

Prossime ATTIVITÀ GRATUITE > "Ghost walk" e laboratori per famiglie > mostra "Capolavori della Johannesburg Art Gallery. Da Degas a Picasso" > Pavia, Scuderie del Castello Visconteo

Capolavori della Johannesburg Art Gallery






















da Degas a Picasso




Fino al 19 luglio 2015
Pavia, Scuderie del Castello Visconteo










> SPECIALI GIOVEDI' IN MOSTRA: apertura fino alle 22.00 con visite guidate gratuite.

Giovedì 18 giugno, ore 21.00 Ghost Walk in lingua italiana: speciale passeggiata in notturna tra arte e fantasmi a Pavia, a cura dell'Associazione Culturale Il Mondo di TELS.
Fantasmi di Pavia, dalla mostra "Capolavori della Johannesburg Art Gallery. Da Degas a Picasso" al centro storico della città di Pavia. Dall'arte dei grandi pittori all'arte della narrazione.

Un imperdibile tour dei fantasmi, da Lady Rossetti al Ponte del Diavolo. La Ghost Walk dura circa 60 minuti, è gratuita e si accede con il biglietto d'ingresso alla mostra. Non è necessaria la prenotazione e saranno ammesse al massimo 30 persone in ordine di arrivo entro le 20.45.

> WEEKEND IN FAMIGLIA: ogni sabato e domenica attività gratuite per le famiglie.
Sabato 20 giugno, ore 15.00 e domenica 21 giugno, ore 11.00: laboratorio didattico gratuito "Un bagaglio di emozioni".
Alle attività per le famiglie si accede con il biglietto d'ingresso alla mostra ed è necessaria la prenotazione al numero 0382 33676.






















Proseguono con successo gli "speciali giovedì in mostra" alle Scuderie del Castello Visconteo di Pavia alla scoperta della mostra "Capolavori della Johannesburg Art Gallery. Da Degas a Picasso".
Un'ottima occasione per partecipare alle diverse attività gratuite - proposte da ViDi in collaborazione con l'Associazione ARTpiù Creative Project e l'Associazione Culturale Il Mondo di TELS - per approfondire la conoscenza delle opere del percorso espositivo, l'affascinante storia della Johannesburg Art Gallery e le bellezze della città di Pavia.

Giovedì 18 giugno alle ore 21.00 i visitatori della mostra avranno la possibilità di partecipare ad una coinvolgente ed originale Ghost walk per le strade di Pavia a cura dell'Associazione Culturale Il Mondo di TELS. Dopo aver visitato la mostra in autonomia, i partecipanti scopriranno che alcuni degli artisti presenti nelle sale delle Scuderie, dei modelli e delle modelle che posarono per loro furono protagonisti di una serie di misteri.

Partendo da queste storie tormentate, un cantastorie 2.0 accompagnerà i visitatori in una passeggiata notturna dalle Scuderie al centro storico di Pavia, alla scoperta delle leggende dei fantasmi che ancora infestano la città. La ghost walk dura circa 60 minuti, tutti i visitatori che avranno visitato l'esposizione nella giornata del 18 giugno avranno libero accesso alla passeggiata, presentandosi all'ingresso delle Scuderie con il biglietto della mostra entro le 20.45. Non è necessaria la prenotazione e saranno ammesse al massimo 30 persone in ordine di arrivo.

Fino al 19 luglio continuano anche le iniziative gratuite per le famiglie pensate per trascorrere una giornata all'insegna dell'arte e della creatività insieme ai propri bambini.
Sabato 20 giugno alle ore 15.00 e domenica 21 giugno alle ore 11.00 bambini e genitori potranno partecipare al laboratorio gratuito "Un bagaglio di emozioni" a cura dell'Associazione ARTpiù creative project. Dopo aver scoperto l'affascinante storia della Johannesburg Art Gallery e dei capolavori esposti alle Scuderie i piccoli visitatori daranno vita, attraverso colori, forme e fantasia, al proprio bagaglio di emozioni vissute all'interno della mostra.


Le attività didattiche sono gratuite*si accede con il biglietto d'ingresso alla mostra ed è necessaria la prenotazione al numero 0382 33676. La durata del laboratorio è di circa 60 minuti e per ogni attività saranno ammessi al massimo 30 bambini. (*Con l'intento di diffondere la cultura nella maniera più accessibile, l'Associazione ARTpiù creative project propone visite guidate e attività didattiche gratuite per le quali sono gradite libere donazioni che consentano di far fronte alle spese necessarie per l'attuazioni di tali attività).














Prossimi appuntamenti "speciali giovedì in mostra":

> 25 giugno, ore 19.30 I capolavori della Johannesburg Art Gallery: visita guidata gratuita alla mostra a cura dell'Associazione ARTpiù Creative Project. Alle visite guidate gratuite si accede con il biglietto d'ingresso alla mostra, non è necessaria la prenotazione e saranno ammesse al massimo 30 persone in ordine di arrivo a partire dalle ore 19.00.

> 2 luglio, ore 19.30 Un museo nato da un sogno: visita guidata gratuita con Simona Bartolena, curatrice della mostra. La visita guidata durerà 1 ora circa, si accede con il biglietto d'ingresso alla mostra, non è necessaria la prenotazione e saranno ammesse al massimo 30 persone in ordine di arrivo a partire dalle ore 19.00.








> 9 luglio, ore 19.30 Dissonanze armoniche: speciale visita guidata gratuita a cura dell'Associazione ARTpiù Creative Project.
Ogni popolo, area geografica o periodo storico è caratterizzato da suoni che evocano le vicende, i legami e le emozioni di donne e uomini. Ascoltiamo il suono alle opere esposte alle Scuderie del Castello Visconteo di Pavia; ascoltiamo la colonna sonora di un viaggio che racconta gli ultimi due secoli della storia dell'arte; apprezziamo i contrasti che solo nella continuità storica possono trovare una collocazione armonica.Alle visite guidate gratuite si accede con il biglietto d'ingresso alla mostra, non è necessaria la prenotazione e saranno ammesse al massimo 30 persone in ordine di arrivo a partire dalle ore 19.00.

> 16 luglio, ore 21.00 Ghost Walk in lingua italiana: passeggiata in notturna a Pavia a cura dell'Associazione Culturale Il Mondo di TELS
Fantasmi di Pavia, dalla Mostra al centro città. Dall'arte dei grandi pittori all'arte della narrazione. Un imperdibile tour dei fantasmi, da Lady Rossetti al Ponte del Diavolo. Le Ghost Walk durano circa 60 minuti, sono gratuite e si accede con il biglietto d'ingresso alla mostra. Non è necessaria la prenotazione e saranno ammesse al massimo 30 persone in ordine di arrivo a partire dalle ore 19.00 alle ore 20.00.

Il calendario completo di tutte le attività gratuite della mostra è disponibile sul sito ufficiale della mostra www.scuderiepavia.com.

Per informazioni
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LA MOSTRA
Dal 21 marzo al 19 luglio 2015 le Scuderie del Castello Visconteo di Pavia presentano "Capolavori della Johannesburg Art Gallery. Da Degas a Picasso".
La mostra è ideata, prodotta, organizzata da ViDi in collaborazione con il Comune di Pavia e la Johannesburg Art Gallery, con il patrocinio del Consolato Generale del Sudafrica di Milano e realizzata con la consulenza scientifica di Simona Bartolena.

Aperta al pubblico nel 1910, la Johannesburg Art Gallery vanta una collezione di altissima qualità dal punto di vista del patrimonio artistico. Le sale delle Scuderie di Pavia avranno il privilegio di ospitare un nucleo importante di capolavori provenienti da uno dei più significativi musei d'arte del continente africano, offrendo al pubblico un'occasione unica per scoprire e conoscere da vicino una raccolta di opere difficilmente visibile in altre sedi.

L'esposizione presenta oltre sessanta opere, tra olii, acquerelli e grafiche, che portano le firme di alcuni dei principali protagonisti della scena artistica internazionale del XIX e del XX secolo: da Edgar Degas a Dante Gabriel Rossetti, da Jean Baptiste Corot a Alma Tadema, da Vincent Van Gogh a Paul Gauguin, da Antonio Mancini Paul Signac, da Pablo Picasso a Francis Bacon, da Roy Lichtenstein a Andy Warhol e molti altri.

Il percorso espositivo, diviso in sezioni cronologiche e tematiche, permetterà ai visitatori di percorrere un viaggio nella storia dell'arte dalla metà del XIX secolo fino al secondo Novecento, spaziando dall'Europa agli Stati Uniti fino al Sud Africa in un racconto che si sposta tra momenti storici, luoghi e linguaggi artistici diversi.

La mostra, oltre a presentare un'ottima selezione di opere di grandi Maestri, consentirà al pubblico di scoprire l'affascinante storia della Johannesburg Art Gallery. Principale protagonista della nascita e della formazione della collezione museale fu Lady Florence Phillips, moglie del magnate dell'industria mineraria Sir Lionel Phillips. Donna dal grande fascino, a sua volta collezionista, convinta che la sua città dovesse avere un museo d'arte, persuase il marito e alcuni magnati dell'industria a investire nel progetto.

Determinata a portare avanti la sua idea, Lady Phillips vende un diamante azzurro regalatole dal marito per acquistare i primi lavori. Hugh Lane, altra grande personalità della scena culturale anglosassone, la aiuta nell'impresa, suggerendole possibili acquisizioni. Sin dalla sua apertura il museo presenta una selezione di opere di straordinaria qualità e modernità, un nucleo arricchitosi poi negli anni grazie a nuove acquisizioni e donazioni.  

Per tutta la durata dell'esposizione una serie di attività didattiche e visite guidate per bambini e adulti permetteranno di approfondire le splendide opere esposte nelle sale delle Scuderie del Castello Visconteo.











Titolo
Capolavori della Johannesburg Art Gallery
da Degas a Picasso

Date
21 marzo – 19 luglio 2015

Sede
Scuderie del Castello Visconteo
Viale XI Febbraio, 35
27100 Pavia

Orari
Dal lunedì al venerdì: 10.00 – 19.00
Giovedì: 10.00 – 22.00
Sabato, domenica e festivi: 10.00 –  20.00

Sabato 5 aprile e domenica 6 aprile: 10.00 – 20.00






(La biglietteria chiude un'ora prima)

Biglietti
Intero: 12,00 euro (Audioguida inclusa nel prezzo)
Ridotto: 10,00 euro (Audioguida inclusa nel prezzo)
over 65 anni, ragazzi dai 13 a 18 anni, gruppi (min 15 max 30 persone), Soci Touring Club Italiano muniti di tessera in corso di validità, Iscritti FAI muniti di tessera in corso di validità.
Ridotto speciale: 9,00 euro (Audioguida inclusa nel prezzo)
Studenti dell'Università di Pavia muniti della propria Ateneo Card o del documento d'iscrizione all'Università, Possessori della My Museum Card
Ridotto scuole e bambini: 5,00 euro Gruppi di scolaresche, bambini dai 6 ai 13 anni
Gratuito: disabili, accompagnatori disabili, giornalisti muniti di tesserino dell'Ordine dei Giornalisti con il bollino dell'anno in corso, accompagnatori gruppo adulti (uno per gruppo), accompagnatori scolaresche (due per gruppo), bambini under 6 anni, guide della Lombardia munite di patentino.






Con il biglietto della mostra puoi visitare anche i Musei Civici di Pavia a prezzo ridotto negli orari di apertura indicati sul sito www.museicivici.pavia.it






Informazioni e prenotazioni






Informazioni e prenotazioni pacchetti promozionali e turistici



www.me-in-italy.com Tel: +39 0382 578706 | info@me-in-italy.com

lunedì 15 giugno 2015

MOO_10: A TTUBO | Bettazzi Bogdanovic Cappelli Carbone Colli De Ranieri El Asmar Fineschi Gozzini Magni Marini Menici Moallaseconda Morellet Nardin Pulcinelli Tondo Travagli Turco Vezzi | 18.06.2015


_10
18/06  18/09/2015



A TTUBO

Chiara Bettazzi | Nebojsa Bogdanovic | Ivano Cappelli | Noumeda Carbone | Carlo Colli | Andrea De Ranieri | Elena El Asmar | Serena Fineschi | Patrizia Gozzini | Marco Andrea Magni | Andrea Marini | Manuela Menici | Moallaseconda | Rachel Morellet | Edoardo Nardin | Rudy Pulcinelli | Stefano Tondo | Patrizio Travagli | Massimiliano Turco | Enrico Vezzi



"Pezza rifatta in tutt'artezza a ttubo"
Confezionatura della pezza finita in tutta altezza su un tubo di cartone.

Umberto Mannucci – "Parole in fabbrica" – Vocaboli ed espressioni dell'industria tessile pratese (1940-1990)

La pezza di stoffa con un anima di cartone è da sempre metafora di corpo e anima e di molteplici sfaccettature e complessità della nostra città: Il tessuto che si trasforma, il supporto che si distacca alla fine di un ciclo vitale.
La pezza come unità di misura, il tubolare di cartone cilindrico robusto e leggero, di scarso valore intrinseco, come anima che sostiene il prodotto finito.
Il tubo di 6 cm di diametro e di 160 cm di altezza è un esempio bellissimo di "oggetto semplice".
Un oggetto che fa ormai parte del nostro vissuto cittadino, con una sua dignità estetica e formale, ma che non possiede un suo uso autonomo.
L'idea è quella di ripensarlo, indagarlo, in totale libera scelta e interpretazione.
L'oggetto semplice è stato isolato e rielaborato da ogni artista per diventare nuova materia creativa, un ready-made ludico dal risultato d'insieme surreale, leggero e affascinante.

Luca Gambacorti


inaugurazione giovedì 18 giugno dalle ore 19.00
H. dal lunedì al venerdì 15_19:00





MOO
Via San Giorgio 9A
Prato












Odio e Amore. Meno politica più figa?

Meno politica più figa?

























Non appoggio il capitalismo o il comunismo, ma il ‘Clitoridismo’ anche se in tutta sincerità vedo l’anarchia come soluzione finale”
John Fante

Ognuno di noi sopraffatto dalla frustrazione, deve migliorare o comunque cambiare quello che vede non scendendo in strada e facendo attività politica, bensì gettando uno sguardo profondo su altre possibilità e alternative fabbricate dalla sua testa”.
Philip K. Dick

No! Non disquisirò di politica, ma di arte e letteratura.
John Fante e Philip K. Dick sono due scrittori al quale ho dedicando diverso del mio tempo, due artisti del linguaggio che adoro perché anche loro in modo diverso erano assillati dall’idea della morte, ma chi non lo è? Suvvia! Siate onesti ognuno di noi in un modo nell’altro è ossessionato dalla morte, poi c’è chi riesce a nasconderlo e chi invece vi si cala dentro e tenta di esorcizzarla.
Gli artisti spesso per superare la paura della morte utilizzano la propria opera, e John Fante, il cui umore abituale raccontano andasse dall’incazzato al molto incazzato, cercava nell’amore per la scrittura, e la descrizione di piccoli gesti riflessi, di mostrarci gli effetti positivi che da questa nascono e si rivelano. Il suo metodo consisteva nello scolpire la scrittura alla ricerca di quelle particelle d’amore esistenti in ogni di noi che trovava e metteva in luce con riflettori empatici.






















Dal canto suo Philip K.Dick supera l’ossessione della morte studiando e analizzando a fondo la questione e innescando la sua fantastica capacità di controllare lucidamente la follia del pensiero come pochi sono riusciti e riescono a fare tutt’oggi. Secondo me lui era una sorta di Dante Alighieri dell’era moderna e non un semplice visionario come stupidamente ha scritto qualcuno al quale vorrei dire “magari ad averne di questi sognatori così lucidi”. Utilizzando la fantascienza un genere letterario considerato erroneamente minore Dick riesce a raccontare a tutto tondo la condizione della società contemporanea americana e a criticarla aspramente.
Mentre J. Fante cesella la sua scrittura come farebbe Pinturicchio con il suo pennello, Dick va giù di getto alla Pollock senza lasciarsi tentare da sperimentalismi linguistici e probabilmente anche da questo è dipeso il riconoscimento tardivo della sua opera. Elemento distintivo di entrambe gli scrittori quello del riconoscimento postumo accusati entrambe in vita di essere stati comunisti o simpatizzanti tali. 























Questo sicuramente non aiutò i due scrittori americani ad avere successo, ma il ritardo nella comprensione del talento di questi due magnifici scrittori fu dovuto per lo più all’incapacità della critica e non dei lettori appassionati che hanno ben presto capito la loro grandezza. Un destino che li accomuna a molti altri artisti incompresi poi rivalutati nel momento in cui una società di massa, quasi sempre, in ritardo rispetto al genio recupera il gap di svantaggio.
Pensate che Fante al terzo rifiuto per mano di un editore che aveva lodato - la sua meravigliosa scrittura - ma non aveva gradito secondo una personale sensazione - l’effetto noioso della ripetitività - aveva deciso di bruciare il manoscritto non appena glielo avessero restituito. Grazie a dio il tempo intercorso prima che questi tornasse indietro fece stemperare la sua notoria furia e “La strada per Los Angeles” pubblicato postumo divenne uno dei libri più importanti della letteratura americana tanto che qualcuno lo paragona addirittura a “The catcher in the rye” di J.D. Salinger.

Quando leggo il mio caro John ho come la sensazione che cerchi la propria e altrui salvezza nell’amore, ma non in quello di cui scrive nelle pagine dei suoi libri, ma in quello nascosto tra lo spazio bianco di una riga e l’altra delle sue storie e che riesce a trasmetterti ipnotica-mente, grazie alla sua singolare capacità di prosa dura e amorevole allo stesso tempo, emozioni allo stato solido che ti rimangono addosso come un vestito stretto.
Al contrario il mitico Philip cerca la salvezza attraverso la descrizione e la denuncia dell’odio di cui il genere umano è portatore. Grazie alla sua curiosità intellettuale, alla sua attenzione per il quotidiano in ogni suo aspetto sociale, alla sue conoscenze scientifiche, nonché alla sua straordinaria capacità speculativa riesce con estrema intelligenza a inventare storie impensabili con trame spiazzanti e incredibili traendo da ogni elemento che lo ispira riflessioni e indizi sufficienti per la costruzione di mondi originali, impensabili. Costruisce come piace dire a lui “Universi che cadono a pezzi”. Universi che conducono la mente di chi legge in mondi alternativi che danno origine a una serie di considerazioni, ragionamenti e meditazioni che come micro chip si installano nel pensiero aiutandoti a sopravvivere al caos che ti circonda.

L’amore e l’odio, presenti rispettivamente nei libri di John e Philip sono sentimenti che smuovono le coscienze umane e che non li pongono in antitesi ma li unisce. È stato infatti scoperto che l'amore e l'odio sono attivati dalle stesse aree e dai medesimi meccanismi biochimici che convivono nel cervello umano. Pare che gli scienziati studiando la natura fisica dell’odio abbiano riscontrato che alcuni dei circuiti nervosi del cervello responsabili per i sentimenti più negativi sono gli stessi di quelli che attivano il sentimento dell’amore.
Del resto doveva averlo capito anche Catullo con la sua celebre poesie che dice: «Odi et amo». E anche grazie a loro e molti altri scrittori io continuerò a vivere, si! io vivrò.



Pubblicato sul sito di “Artribune” il 18 maggio 2013


In foto:
Una mia opera di fotocomposizione dei ritratti di Philip Kindred Dick e John Fante.
Una mia opera di fotocomposizione dei ritratti di Dante Alighieri e Jerome David Salinger.
Una mia opera di fotocomposizione dei ritratti di Jackson Pollock e Bernardino di Betto Betti più noto come Pinturicchio.
Una mia opera di fotocomposizione dell’effige di Gaio Valerio Catullo.

La memoria che seppelli l'opera

Opera + errori + fortunate coincidenze = Capolavoro 

































Il professore usci dal laboratorio urlando “Qui sono tutti dei vandali, ora vado dal Preside e vedranno!” avevano deturpato la sua scultura di Carlo Alberto dalla Chiesa. Entrando nell’aula di modellato scopro che avevano inferto cinque sei colpi con il collo di una bottiglia sul mezzo busto in creta ancora fresco del generale. I buchi sul mezzo busto erano così precisi e netti che non solo sembravano voluti ma lo rendevano perfetto. Quando il prof. tornò in classe con la preside mi sono guardato bene dal rivelargli che secondo me l’opera (così rivisitata) sembrava molto più significativa, anche in considerazione del tragico evento nel quale era morto Carlo dalla Chiesa. 




Ma quando anche una collega gli ha detto “Ma sai che potresti lasciarla così!”, allora mi sono aggiunto alla discussione consigliando al prof. di accomodare la scultura giusto un tantino qua e là e di esporla così. Mi ha risposto che lui non l’aveva pensata così e se l’avesse lasciata in quel modo era come se l’opera fosse stata fatta dal vandalo che l’aveva danneggiata. Gli ho risposto che ciò non era rilevante perché a molti artisti capita spesso di trovare soluzioni per le loro opere a causa di errori o fortunate coincidenze: Kandinskij scoprì l’arte astratta entrando nel suo studio e trovando uno dei suoi paesaggi naif, che non aveva riconosciuto, capovolto. Lui mi ha risposto insistendo sul fatto che quei buchi però non li aveva fatti lui, allora io ho cercato di fargli capire che oggi come oggi questo non ha nessuna importanza, inoltre lui non sarebbe mai riuscito a farli così perfetti in quanto erano stati inferti con una cattiveria ed un odio che li rendevano inimitabili e vi si leggeva per di più un furore difficilmente riproducibile. Ho tentato di fargli intendere che quello che conta è il risultato finale e che il resto fa solo parte del percorso di un’opera. Spesso un’opera ben riuscita ha una forza intrinseca difficilmente spiegabile che lancia le menti dello spettatore a significati che vanno oltre a quelli che un artista vuole raggiungere, ma uno degli obbiettivi più importanti che un’opera deve indubbiamente possedere è quello di attirare l’attenzione dello spettatore, e lui era stato fortunato che tutte queste caratteristiche fossero quasi magicamente confluite in quel suo lavoro. Inoltre un’opera che fa parlare di se prima ancora di essere esposta può solo che essere un vantaggio. 
















Questo in sostanza quello che volevo far capire all’affranto professore del Liceo Artistico, ma purtroppo i miei consigli sono caduti nel nulla e il busto è stato rimodellato in maniera quanto più classica e canonica non si poteva e la vera opera è ora sepolta nella memoria dei pochi che ebbero la fortuna di vederla e in questo breve testo che spero possa essere d’aiuto per qualcuno in futuro.






Pubblicato sul sito di “Artribune” il 2 gennaio 2015


In foto:
Ritratto digitale di Carlo Alberto dalla Chiesa (una mia opera).
Ritratto digitale di Vassily Kandinskj (una mia opera).
Graffito con Brock Vandalo font.
Foto di Liceo Artistico a Roma.

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