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18/06 18/09/2015
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A TTUBO
Chiara Bettazzi | Nebojsa Bogdanovic | Ivano Cappelli | Noumeda Carbone | Carlo Colli | Andrea De Ranieri | Elena El Asmar | Serena Fineschi | Patrizia Gozzini | Marco Andrea Magni | Andrea Marini | Manuela Menici | Moallaseconda | Rachel Morellet | Edoardo Nardin | Rudy Pulcinelli | Stefano Tondo | Patrizio Travagli | Massimiliano Turco | Enrico Vezzi
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"Pezza rifatta in tutt'artezza a ttubo"
Confezionatura della pezza finita in tutta altezza su un tubo di cartone.
Umberto Mannucci – "Parole in fabbrica" – Vocaboli ed espressioni dell'industria tessile pratese (1940-1990)
La pezza di stoffa con un anima di cartone è da sempre metafora di corpo e anima e di molteplici sfaccettature e complessità della nostra città: Il tessuto che si trasforma, il supporto che si distacca alla fine di un ciclo vitale.
La pezza come unità di misura, il tubolare di cartone cilindrico robusto e leggero, di scarso valore intrinseco, come anima che sostiene il prodotto finito.
Il tubo di 6 cm di diametro e di 160 cm di altezza è un esempio bellissimo di "oggetto semplice".
Un oggetto che fa ormai parte del nostro vissuto cittadino, con una sua dignità estetica e formale, ma che non possiede un suo uso autonomo.
L'idea è quella di ripensarlo, indagarlo, in totale libera scelta e interpretazione.
L'oggetto semplice è stato isolato e rielaborato da ogni artista per diventare nuova materia creativa, un ready-made ludico dal risultato d'insieme surreale, leggero e affascinante.
Luca Gambacorti
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inaugurazione giovedì 18 giugno dalle ore 19.00
H. dal lunedì al venerdì 15_19:00
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MOO Via San Giorgio 9A Prato | |||||
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lunedì 15 giugno 2015
MOO_10: A TTUBO | Bettazzi Bogdanovic Cappelli Carbone Colli De Ranieri El Asmar Fineschi Gozzini Magni Marini Menici Moallaseconda Morellet Nardin Pulcinelli Tondo Travagli Turco Vezzi | 18.06.2015
Odio e Amore. Meno politica più figa?
“Non appoggio il capitalismo o il comunismo, ma il ‘Clitoridismo’ anche se in tutta sincerità vedo l’anarchia come soluzione finale”
Dal canto suo Philip K.Dick supera l’ossessione della morte studiando e analizzando a fondo la questione e innescando la sua fantastica capacità di controllare lucidamente la follia del pensiero come pochi sono riusciti e riescono a fare tutt’oggi. Secondo me lui era una sorta di Dante Alighieri dell’era moderna e non un semplice visionario come stupidamente ha scritto qualcuno al quale vorrei dire “magari ad averne di questi sognatori così lucidi”. Utilizzando la fantascienza un genere letterario considerato erroneamente minore Dick riesce a raccontare a tutto tondo la condizione della società contemporanea americana e a criticarla aspramente.
Questo sicuramente non aiutò i due scrittori americani ad avere successo, ma il ritardo nella comprensione del talento di questi due magnifici scrittori fu dovuto per lo più all’incapacità della critica e non dei lettori appassionati che hanno ben presto capito la loro grandezza. Un destino che li accomuna a molti altri artisti incompresi poi rivalutati nel momento in cui una società di massa, quasi sempre, in ritardo rispetto al genio recupera il gap di svantaggio.
La memoria che seppelli l'opera
Il professore usci dal laboratorio urlando “Qui sono tutti dei vandali, ora vado dal Preside e vedranno!” avevano deturpato la sua scultura di Carlo Alberto dalla Chiesa. Entrando nell’aula di modellato scopro che avevano inferto cinque sei colpi con il collo di una bottiglia sul mezzo busto in creta ancora fresco del generale. I buchi sul mezzo busto erano così precisi e netti che non solo sembravano voluti ma lo rendevano perfetto. Quando il prof. tornò in classe con la preside mi sono guardato bene dal rivelargli che secondo me l’opera (così rivisitata) sembrava molto più significativa, anche in considerazione del tragico evento nel quale era morto Carlo dalla Chiesa.
Ma quando anche una collega gli ha detto “Ma sai che potresti lasciarla così!”, allora mi sono aggiunto alla discussione consigliando al prof. di accomodare la scultura giusto un tantino qua e là e di esporla così. Mi ha risposto che lui non l’aveva pensata così e se l’avesse lasciata in quel modo era come se l’opera fosse stata fatta dal vandalo che l’aveva danneggiata. Gli ho risposto che ciò non era rilevante perché a molti artisti capita spesso di trovare soluzioni per le loro opere a causa di errori o fortunate coincidenze: Kandinskij scoprì l’arte astratta entrando nel suo studio e trovando uno dei suoi paesaggi naif, che non aveva riconosciuto, capovolto. Lui mi ha risposto insistendo sul fatto che quei buchi però non li aveva fatti lui, allora io ho cercato di fargli capire che oggi come oggi questo non ha nessuna importanza, inoltre lui non sarebbe mai riuscito a farli così perfetti in quanto erano stati inferti con una cattiveria ed un odio che li rendevano inimitabili e vi si leggeva per di più un furore difficilmente riproducibile. Ho tentato di fargli intendere che quello che conta è il risultato finale e che il resto fa solo parte del percorso di un’opera. Spesso un’opera ben riuscita ha una forza intrinseca difficilmente spiegabile che lancia le menti dello spettatore a significati che vanno oltre a quelli che un artista vuole raggiungere, ma uno degli obbiettivi più importanti che un’opera deve indubbiamente possedere è quello di attirare l’attenzione dello spettatore, e lui era stato fortunato che tutte queste caratteristiche fossero quasi magicamente confluite in quel suo lavoro. Inoltre un’opera che fa parlare di se prima ancora di essere esposta può solo che essere un vantaggio.
Questo in sostanza quello che volevo far capire all’affranto professore del Liceo Artistico, ma purtroppo i miei consigli sono caduti nel nulla e il busto è stato rimodellato in maniera quanto più classica e canonica non si poteva e la vera opera è ora sepolta nella memoria dei pochi che ebbero la fortuna di vederla e in questo breve testo che spero possa essere d’aiuto per qualcuno in futuro.
“OSSID(E)AZIONI” mostra d'arte contemporanea di Daniele Dell’Angelo Custode
"OSSID(E)AZIONI" ALLO SPAZIO EX_POST DI NARDO'
Inaugurazione mostra personale Alessandro Azzoni Domenica 21 giugno ore 19
UNA NOTTE A COLORI > Chagall. Love and Life > MERCOLEDì 17 e 24 GIUGNO > la mostra resterà aperta fino alle ore 23.00 > Chiostro del Bramante, Roma
Marc Chagall, Coppia di amanti e fiori,
1949. Litografia a
colori, 4,9x8,1 cm. Dono di Ida Chagall, Parigi © Chagall ® by SIAE 2015 |
Una notte a colori per la mostra
Chagall. Love and Life
Mercoledì 17 e 24 giugno 2015 la mostra resterà aperta fino alle ore 23.00 con ingresso a 9 euro
(a partire dalle 19.00, la biglietteria chiude alle 22.00).
Roma, 15 giugno 2015 - Mercoledì 17 e 24 giugno 2015 la mostra Chagall. Love and Life (Chiostro del Bramante, fino 26 luglio 2015) resterà aperta fino alle ore 23.00 (la biglietteria chiude un'ora prima) con ingresso a 9 euro (a partire dalle 19.00).
L'iniziativa che concerne i tre mercoledì del mese di giugno intitolata Una notte a colori è una straordinaria opportunità per ammirare nelle prime serate dell'Estate romana le 140 opere del pittore russo Marc Chagall provenienti dall'Israel Museum, per a prima volta in Italia.
Un'occasione unica per vivere l'arte a 360°, partendo dal linguaggio pittorico di uno dei più grandi Maestri del Novecento per proseguire fuori dagli spazi della mostra e godere il fascino notturno del complesso rinascimentale del Chiostro del Bramante e dei suoi servizi quali la Caffetteria e il bookshop, aperti anch'essi per l'occasione fino alle ore 23.00
Con il patrocinio di Roma Capitale, la mostra Chagall. Love and Life curata da Ronit Sorek è prodotta da DART Chiostro del Bramante e Arthemisia Group, in collaborazione con l'Israel Museum, aperta fino al 26 luglio 2015 al Chiostro del Bramante.
Al Castello di Torrechiara (PR) la mostra "Arte... immaginazione o immaginario"
L’esposizione collettiva itinerante approda nella stupenda cornice del Castello di Torrechiara in provincia di Parma, dove si terrà l’inaugurazione della mostra, a cui interverranno il Sindaco di Langhirano Giordano Bricoli, l’Assessore alla Cultura Federica Di Martino e il deputato Giuseppe Romanini.
L’intero progetto, già ospitato a Villa Soragna di Collecchio, è curato da Mauro Buzzi, Claudio Cesari e dal critico d’arte Marzio Dall’Acqua, promosso dai Comuni di Collecchio, Colorno e Langhirano, patrocinato dal MIBACT – Ministero dei Beni Ambientali, Culturali e del Turismo, Polo Museale Regionale dell'Emilia Romagna - dalla Provincia di Parma e reso possibile grazie al contributo di diverse realtà produttive locali.
Sede di questa seconda esposizione sono le splendide sale del Castello affrescate da Cesare Baglione principalmente a temi naturalistici, fantastici e a grottesche, che ospiteranno le oltre sessanta creazioni, tra sculture e pitture, oltre al grande libro di opere su tela di Mauro Buzzi dedicato alla Cappella Sistina, reinterpretata in chiave allegorica sul tema del bestiario.
I ventuno artisti in mostra, selezionati da un comitato scientifico, sono tra i migliori esponenti dell’arte contemporanea: Fausto Beretti, Paolo Bottioni, Mauro Buzzi, Mariangela Canforini, Danilo Cassano, Claudio Cesari, Nicla Ferrari, Omar Galliani, Raimonda Guida, Daniela Leghissa, Claudio Lucchetti, Tiziano Marcheselli, Daniela Monica, Giovanni Ortolani, Elisabetta Poli, Silvana Randazzo, Fabrizio Sabini, Giovanna Scapinelli, Gian Luca Torelli, Mariagiulia Ubaldi, Vincenzo Vernizzi; ognuno dei quali ha interpretato con una o più opere il tema dell’immaginazione e dell’immaginario, proponendo chiavi di lettura individuali e nuove sperimentazioni artistiche.
L’esposizione, organizzata da Insieme Culturale “l’Albero”, è contenuta in una pregiata pubblicazione di oltre duecento pagine che contiene anche le poesie di Miranda Amoretti Cesari, Paolo Tinti, Mariagiulia Ubaldi e Alessandra Vignoli e le fotografie di Luigi Briselli.
I visitatori della mostra potranno ritirare il catalogo gratuitamente presso la biglietteria del Castello.
E’ possibile accedere gratuitamente, per la sola inaugurazione della mostra, ritirando l’invito presso l’Ufficio informazione e accoglienza turistica di Parma in piazza Garibaldi, 1 (tel. 0521 218889 – www.turismo.parma.it), presso il Parma Point in strada Garibaldi, 18 (tel. 0521 931800 – www.parmapoint.it), presso l’Ufficio turistico di Torrechiara in b.go del Castello, 10 (tel. 0521 355009 - www.portaletorrechiara.it), oppure facendone richiesta all’indirizzo insiemealbero@libero.it.
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