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lunedì 15 giugno 2015

MOO_10: A TTUBO | Bettazzi Bogdanovic Cappelli Carbone Colli De Ranieri El Asmar Fineschi Gozzini Magni Marini Menici Moallaseconda Morellet Nardin Pulcinelli Tondo Travagli Turco Vezzi | 18.06.2015


_10
18/06  18/09/2015



A TTUBO

Chiara Bettazzi | Nebojsa Bogdanovic | Ivano Cappelli | Noumeda Carbone | Carlo Colli | Andrea De Ranieri | Elena El Asmar | Serena Fineschi | Patrizia Gozzini | Marco Andrea Magni | Andrea Marini | Manuela Menici | Moallaseconda | Rachel Morellet | Edoardo Nardin | Rudy Pulcinelli | Stefano Tondo | Patrizio Travagli | Massimiliano Turco | Enrico Vezzi



"Pezza rifatta in tutt'artezza a ttubo"
Confezionatura della pezza finita in tutta altezza su un tubo di cartone.

Umberto Mannucci – "Parole in fabbrica" – Vocaboli ed espressioni dell'industria tessile pratese (1940-1990)

La pezza di stoffa con un anima di cartone è da sempre metafora di corpo e anima e di molteplici sfaccettature e complessità della nostra città: Il tessuto che si trasforma, il supporto che si distacca alla fine di un ciclo vitale.
La pezza come unità di misura, il tubolare di cartone cilindrico robusto e leggero, di scarso valore intrinseco, come anima che sostiene il prodotto finito.
Il tubo di 6 cm di diametro e di 160 cm di altezza è un esempio bellissimo di "oggetto semplice".
Un oggetto che fa ormai parte del nostro vissuto cittadino, con una sua dignità estetica e formale, ma che non possiede un suo uso autonomo.
L'idea è quella di ripensarlo, indagarlo, in totale libera scelta e interpretazione.
L'oggetto semplice è stato isolato e rielaborato da ogni artista per diventare nuova materia creativa, un ready-made ludico dal risultato d'insieme surreale, leggero e affascinante.

Luca Gambacorti


inaugurazione giovedì 18 giugno dalle ore 19.00
H. dal lunedì al venerdì 15_19:00





MOO
Via San Giorgio 9A
Prato












Odio e Amore. Meno politica più figa?

Meno politica più figa?

























Non appoggio il capitalismo o il comunismo, ma il ‘Clitoridismo’ anche se in tutta sincerità vedo l’anarchia come soluzione finale”
John Fante

Ognuno di noi sopraffatto dalla frustrazione, deve migliorare o comunque cambiare quello che vede non scendendo in strada e facendo attività politica, bensì gettando uno sguardo profondo su altre possibilità e alternative fabbricate dalla sua testa”.
Philip K. Dick

No! Non disquisirò di politica, ma di arte e letteratura.
John Fante e Philip K. Dick sono due scrittori al quale ho dedicando diverso del mio tempo, due artisti del linguaggio che adoro perché anche loro in modo diverso erano assillati dall’idea della morte, ma chi non lo è? Suvvia! Siate onesti ognuno di noi in un modo nell’altro è ossessionato dalla morte, poi c’è chi riesce a nasconderlo e chi invece vi si cala dentro e tenta di esorcizzarla.
Gli artisti spesso per superare la paura della morte utilizzano la propria opera, e John Fante, il cui umore abituale raccontano andasse dall’incazzato al molto incazzato, cercava nell’amore per la scrittura, e la descrizione di piccoli gesti riflessi, di mostrarci gli effetti positivi che da questa nascono e si rivelano. Il suo metodo consisteva nello scolpire la scrittura alla ricerca di quelle particelle d’amore esistenti in ogni di noi che trovava e metteva in luce con riflettori empatici.






















Dal canto suo Philip K.Dick supera l’ossessione della morte studiando e analizzando a fondo la questione e innescando la sua fantastica capacità di controllare lucidamente la follia del pensiero come pochi sono riusciti e riescono a fare tutt’oggi. Secondo me lui era una sorta di Dante Alighieri dell’era moderna e non un semplice visionario come stupidamente ha scritto qualcuno al quale vorrei dire “magari ad averne di questi sognatori così lucidi”. Utilizzando la fantascienza un genere letterario considerato erroneamente minore Dick riesce a raccontare a tutto tondo la condizione della società contemporanea americana e a criticarla aspramente.
Mentre J. Fante cesella la sua scrittura come farebbe Pinturicchio con il suo pennello, Dick va giù di getto alla Pollock senza lasciarsi tentare da sperimentalismi linguistici e probabilmente anche da questo è dipeso il riconoscimento tardivo della sua opera. Elemento distintivo di entrambe gli scrittori quello del riconoscimento postumo accusati entrambe in vita di essere stati comunisti o simpatizzanti tali. 























Questo sicuramente non aiutò i due scrittori americani ad avere successo, ma il ritardo nella comprensione del talento di questi due magnifici scrittori fu dovuto per lo più all’incapacità della critica e non dei lettori appassionati che hanno ben presto capito la loro grandezza. Un destino che li accomuna a molti altri artisti incompresi poi rivalutati nel momento in cui una società di massa, quasi sempre, in ritardo rispetto al genio recupera il gap di svantaggio.
Pensate che Fante al terzo rifiuto per mano di un editore che aveva lodato - la sua meravigliosa scrittura - ma non aveva gradito secondo una personale sensazione - l’effetto noioso della ripetitività - aveva deciso di bruciare il manoscritto non appena glielo avessero restituito. Grazie a dio il tempo intercorso prima che questi tornasse indietro fece stemperare la sua notoria furia e “La strada per Los Angeles” pubblicato postumo divenne uno dei libri più importanti della letteratura americana tanto che qualcuno lo paragona addirittura a “The catcher in the rye” di J.D. Salinger.

Quando leggo il mio caro John ho come la sensazione che cerchi la propria e altrui salvezza nell’amore, ma non in quello di cui scrive nelle pagine dei suoi libri, ma in quello nascosto tra lo spazio bianco di una riga e l’altra delle sue storie e che riesce a trasmetterti ipnotica-mente, grazie alla sua singolare capacità di prosa dura e amorevole allo stesso tempo, emozioni allo stato solido che ti rimangono addosso come un vestito stretto.
Al contrario il mitico Philip cerca la salvezza attraverso la descrizione e la denuncia dell’odio di cui il genere umano è portatore. Grazie alla sua curiosità intellettuale, alla sua attenzione per il quotidiano in ogni suo aspetto sociale, alla sue conoscenze scientifiche, nonché alla sua straordinaria capacità speculativa riesce con estrema intelligenza a inventare storie impensabili con trame spiazzanti e incredibili traendo da ogni elemento che lo ispira riflessioni e indizi sufficienti per la costruzione di mondi originali, impensabili. Costruisce come piace dire a lui “Universi che cadono a pezzi”. Universi che conducono la mente di chi legge in mondi alternativi che danno origine a una serie di considerazioni, ragionamenti e meditazioni che come micro chip si installano nel pensiero aiutandoti a sopravvivere al caos che ti circonda.

L’amore e l’odio, presenti rispettivamente nei libri di John e Philip sono sentimenti che smuovono le coscienze umane e che non li pongono in antitesi ma li unisce. È stato infatti scoperto che l'amore e l'odio sono attivati dalle stesse aree e dai medesimi meccanismi biochimici che convivono nel cervello umano. Pare che gli scienziati studiando la natura fisica dell’odio abbiano riscontrato che alcuni dei circuiti nervosi del cervello responsabili per i sentimenti più negativi sono gli stessi di quelli che attivano il sentimento dell’amore.
Del resto doveva averlo capito anche Catullo con la sua celebre poesie che dice: «Odi et amo». E anche grazie a loro e molti altri scrittori io continuerò a vivere, si! io vivrò.



Pubblicato sul sito di “Artribune” il 18 maggio 2013


In foto:
Una mia opera di fotocomposizione dei ritratti di Philip Kindred Dick e John Fante.
Una mia opera di fotocomposizione dei ritratti di Dante Alighieri e Jerome David Salinger.
Una mia opera di fotocomposizione dei ritratti di Jackson Pollock e Bernardino di Betto Betti più noto come Pinturicchio.
Una mia opera di fotocomposizione dell’effige di Gaio Valerio Catullo.

La memoria che seppelli l'opera

Opera + errori + fortunate coincidenze = Capolavoro 

































Il professore usci dal laboratorio urlando “Qui sono tutti dei vandali, ora vado dal Preside e vedranno!” avevano deturpato la sua scultura di Carlo Alberto dalla Chiesa. Entrando nell’aula di modellato scopro che avevano inferto cinque sei colpi con il collo di una bottiglia sul mezzo busto in creta ancora fresco del generale. I buchi sul mezzo busto erano così precisi e netti che non solo sembravano voluti ma lo rendevano perfetto. Quando il prof. tornò in classe con la preside mi sono guardato bene dal rivelargli che secondo me l’opera (così rivisitata) sembrava molto più significativa, anche in considerazione del tragico evento nel quale era morto Carlo dalla Chiesa. 




Ma quando anche una collega gli ha detto “Ma sai che potresti lasciarla così!”, allora mi sono aggiunto alla discussione consigliando al prof. di accomodare la scultura giusto un tantino qua e là e di esporla così. Mi ha risposto che lui non l’aveva pensata così e se l’avesse lasciata in quel modo era come se l’opera fosse stata fatta dal vandalo che l’aveva danneggiata. Gli ho risposto che ciò non era rilevante perché a molti artisti capita spesso di trovare soluzioni per le loro opere a causa di errori o fortunate coincidenze: Kandinskij scoprì l’arte astratta entrando nel suo studio e trovando uno dei suoi paesaggi naif, che non aveva riconosciuto, capovolto. Lui mi ha risposto insistendo sul fatto che quei buchi però non li aveva fatti lui, allora io ho cercato di fargli capire che oggi come oggi questo non ha nessuna importanza, inoltre lui non sarebbe mai riuscito a farli così perfetti in quanto erano stati inferti con una cattiveria ed un odio che li rendevano inimitabili e vi si leggeva per di più un furore difficilmente riproducibile. Ho tentato di fargli intendere che quello che conta è il risultato finale e che il resto fa solo parte del percorso di un’opera. Spesso un’opera ben riuscita ha una forza intrinseca difficilmente spiegabile che lancia le menti dello spettatore a significati che vanno oltre a quelli che un artista vuole raggiungere, ma uno degli obbiettivi più importanti che un’opera deve indubbiamente possedere è quello di attirare l’attenzione dello spettatore, e lui era stato fortunato che tutte queste caratteristiche fossero quasi magicamente confluite in quel suo lavoro. Inoltre un’opera che fa parlare di se prima ancora di essere esposta può solo che essere un vantaggio. 
















Questo in sostanza quello che volevo far capire all’affranto professore del Liceo Artistico, ma purtroppo i miei consigli sono caduti nel nulla e il busto è stato rimodellato in maniera quanto più classica e canonica non si poteva e la vera opera è ora sepolta nella memoria dei pochi che ebbero la fortuna di vederla e in questo breve testo che spero possa essere d’aiuto per qualcuno in futuro.






Pubblicato sul sito di “Artribune” il 2 gennaio 2015


In foto:
Ritratto digitale di Carlo Alberto dalla Chiesa (una mia opera).
Ritratto digitale di Vassily Kandinskj (una mia opera).
Graffito con Brock Vandalo font.
Foto di Liceo Artistico a Roma.

“OSSID(E)AZIONI” mostra d'arte contemporanea di Daniele Dell’Angelo Custode


"OSSID(E)AZIONI" ALLO SPAZIO EX_POST DI NARDO'  

Mostra di sculture in metallo di Daniele Dell'Angelo Custode

a cura di Paolo Marzano

Il termine "OSSID(E)AZIONI" venne da me coniato e adottato, come titolo, per la prima volta, nell'ambito dell' installazione, nel cortile interno di Palazzo Vernazza a Lecce, durante la personale del 2013 che curavo, dal titolo "DENSITA' IN_MATERIALI", dello scultore del metallo Daniele Dell'Angelo Custode.

In quell'occasione, delle lame metalliche, sembravano germogliare, tra le antiche modanature dei reperti storici, conservati in un piccolo atrio interno, dell'edificio cinquecentesco. Esili profili metallici, vibravano e oscillavano al vento, tra "scozie", "gole rovesce", "astragali", "ovuli" e "listelli", presagendo l'evidente assorbimento del "tempo" IDEAlmente OSSIDANTE e preparando, quella originalissima "coltura" per future messi. 

Una soluzione compositiva che condivideva sia l'approccio materico, fortemente dinamico, dell'artista e le sue torrentizie pieghe, deformate da correnti superficiali e corrose da mirabolanti vortici ossidanti, con l'interessante concezione sperimentale, che proposi, per creare un paesaggio 'metafisico', le cui sfumature (dal verde brillante dell'invasivo muschio sulle modanature di pietra biancastra, al nero ferro o al rosso ruggine delle lame) avrebbero trasformato un 'luogo' fisico, in una dimensione percettiva, quello spazio, lì, contenuto.

Dunque il 'consumo dell'oggetto', esposto, come potenziale forza latente e fondamentalmente rigeneratrice.

Segni materici, prolegomeni di visioni ferro, per metafisici, colonizzanti e abbondanti raccolti.

In effetti, ciò che venne seminato allora, sembra oggi, osservando le opere selezionate, per questa nuova mostra "OSSID(E)AZIONI", aver acquisito consistenza, assunto struttura, innervato rizomi, alimentato visioni alternative, imprescindibili da una conoscenza diretta della materia e dall'esperienza continua ed intensa dell'artista. La creatività di Daniele Dell'Angelo Custode è quel nutrimento necessario per poter dar vita a solidi principi costituenti un'arte realmente 'molteplice' e fortemente comunicativa. Verranno presentate delle nuove creazioni che lasceranno riflettere sulla con-formazione di questa alternativa e originale "voce".  

A Nardò, le sale dello Spazio "Ex_Post", in via Generale Cantore al n. 3, ospiteranno, dal 20 giugno al 12 luglio, le opere di Daniele Dell'Angelo Custode.

La mostra dal titolo "OSSID(E)AZIONI", attesa dagli appassionati della lavorazione del ferro, dai collezionisti, dai curiosi e dagli interessati nel campo dell'arte contemporanea, indicherà l'evoluzione di Daniele Dell'Angelo Custode, per l'incredibile forza espressiva di quel metallo che mai come in questo momento trova nell' artigianalità dell'artista un valido interprete e sicuramente una condizione favorevole per affermare che un'altra visione del mondo è sempre possibile.

Paolo Marzano 

Inaugurazione mostra personale Alessandro Azzoni Domenica 21 giugno ore 19

Alessandro Azzoni
MITOLOGIA IMMAGINATA

a cura di Elisa Fusi


Inaugurazione: 21 giugno 2015, ore 19
In mostra: 21 giugno > 19 luglio


Domenica 21 giugno il Teatro San Teodoro di Cantù chiude la stagione espositiva con l'inaugurazione della mostra personale di Alessandro Azzoni, dal titolo Mitologia Immaginata, a cura di Elisa Fusi. 

Il titolo della mostra si ispira al nome della nuova serie di lavori che l'artista presenta: si tratta di circa venti tavole di medio e piccolo formato, nelle quali è protagonista un fantasioso racconto sulle gesta di personaggi mitici e arcani.

Alessandro Azzoni combina la pittura figurativa a una gestualità astratta e intuitiva,  influenzata dalla prassi della street art, attingendo a un bagaglio stilistico di matrice espressionista. 

Nei suoi lavori si leggono, infatti, riferimenti alla tormentata e visionaria pittura di espressionisti come Emil Nolde e Ernst Ludwig Kirchner, con tutta la carica del colore intenso e vivido. 

Nondimeno è forte anche l'influenza della pittura metafisica riscontrabile nel dato inquietante e ambiguo che traspare da alcuni scenari. 

I soggetti raffigurati, stilizzati e deformati nei tratti, si contraddistinguono per il segno aspro e nervoso che ne corrode le fisionomie in ritratti di forte incisività espressiva. 

Sono figure mitiche fuoriuscite da un inconscio che rifiuta i nessi logici tradizionali: corpi distesi a mezz'aria, ex-voto di enfasi simbolica e grandi figure totemiche sono isolati in paesaggi desertici e assolati, dove l'aere sembra vibrare per la calura afosa. Raffigurazione di un mistero indecifrabile, magico ed enigmatico.





Mitologia immaginata è un sentiero sulla montagna sacra. Dal terreno poco battuto i segnali rossi su alberi di sequoia indicano la direzione. Il sentiero brulica di insetti chiave, per natura così affettuosi, che spesso sorridono al proprio predatore prima di morire gentilmente.
La regione dei laghi si apre sotto di noi, i templi accarezzano il cielo senza grattarlo né ferirlo. Uomini e creature si stanno facendo un bagno. Le fontane e i frontoni, l'ultimo è il tempio del toro. Noto per la sua impunibile verità: non conosce il suo sesso.
Ora, scendendo il sentiero a valle, nuove visioni, di catene montuose, a est e a sud. Si vedono idoli volanti, teste fluttuanti che vagano sulle pianure e fortificano le ossa.
Non lontano il torrente rosso. Quello che scende a valle nei templi per far bagnare i ricchi. Qui si sente l'odore del crescere, lontano incominciano i boschi neri. Nessun uomo ci ha mai messo piede.
Flauti e fiati, enormi semidei animali fecondano le terre e ci fanno crescere altri idoli, per farli librare in cielo. Osserva la scena, ricordala. Questo è l'inizio della tua vita, ricordi ora?
Ora fermati e nasconditi qua dietro, le anime passano sul fiume solo due volte ogni cinquanta anni. Non vorrai perderti questo raro sentimento?
(Alessandro Azzoni)


Alessandro Azzoni nasce nel 1989 a Milano, vive e lavora tra Milano e Giussano.
Fa parte da diversi anni di un collettivo artistico che ha esposto in numerose mostre nazionali internazionali. Questa occasione rappresenta la sua terza mostra persona



Alessandro Azzoni
MITOLOGIA IMMAGINATA
a cura di Elisa Fusi
Inaugurazione domenica 21 giugno ore 19
In mostra fino al 19 luglio
Teatro San Teodoro - via Corbetta 7, Cantù (CO)
Ingresso libero
info: mostre@teatrosanteodoro.it; elisa.fusi90@gmail.com; 3478086566

UNA NOTTE A COLORI > Chagall. Love and Life > MERCOLEDì 17 e 24 GIUGNO > la mostra resterà aperta fino alle ore 23.00 > Chiostro del Bramante, Roma

 Marc Chagall, Coppia di amanti e fiori, 1949. Litografia a colori, 4,9x8,1 cm.
 Dono di Ida Chagall, Parigi © Chagall ® by SIAE 2015
 
Una notte a colori per la mostra


Chagall. Love and Life

 
Mercoledì 17 e 24 giugno 2015 la mostra resterà aperta fino alle ore 23.00 con ingresso a 9 euro


(a partire dalle 19.00, la biglietteria chiude alle 22.00).








Roma, 15 giugno 2015 - Mercoledì 17 e 24 giugno 2015 la mostra Chagall. Love and Life (Chiostro del Bramante, fino 26 luglio 2015) resterà aperta fino alle ore 23.00 (la biglietteria chiude un'ora prima) con ingresso a 9 euro (a partire dalle 19.00).

L'iniziativa che concerne i tre mercoledì del mese di giugno intitolata Una notte a colori è una straordinaria opportunità per ammirare nelle prime serate dell'Estate romana le 140 opere del pittore russo Marc Chagall provenienti dall'Israel Museum, per a prima volta in Italia.

Un'occasione unica per vivere l'arte a 360°, partendo dal linguaggio pittorico di uno dei più grandi Maestri del Novecento per proseguire fuori dagli spazi della mostra e godere il fascino notturno del complesso rinascimentale del Chiostro del Bramante e dei suoi servizi quali la Caffetteria e il bookshop, aperti anch'essi per l'occasione fino alle ore 23.00

Con il patrocinio di Roma Capitale, la mostra Chagall. Love and Life curata da Ronit Sorek è prodotta da DART Chiostro del Bramante e Arthemisia Group, in collaborazione con l'Israel Museum, aperta fino al 26 luglio 2015 al Chiostro del Bramante.

Al Castello di Torrechiara (PR) la mostra "Arte... immaginazione o immaginario"

Domenica 21 giugno alle ore 11.00 nuovo appuntamento con “Arte… immaginazione o immaginario”. 

L’esposizione collettiva itinerante approda nella stupenda cornice del Castello di Torrechiara in provincia di Parma, dove si terrà l’inaugurazione della mostra, a cui interverranno il Sindaco di Langhirano Giordano Bricoli, l’Assessore alla Cultura Federica Di Martino e il deputato Giuseppe Romanini.

L’intero progetto, già ospitato a Villa Soragna di Collecchio, è curato da Mauro Buzzi, Claudio Cesari e dal critico d’arte Marzio Dall’Acqua, promosso dai Comuni di Collecchio, Colorno e Langhirano, patrocinato dal MIBACT – Ministero dei Beni Ambientali, Culturali e del Turismo, Polo Museale Regionale dell'Emilia Romagna - dalla Provincia di Parma e reso possibile grazie al contributo di diverse realtà produttive locali.

Sede di questa seconda esposizione sono le splendide sale del Castello affrescate da Cesare Baglione principalmente a temi naturalistici, fantastici e a grottesche, che ospiteranno le oltre sessanta creazioni, tra sculture e pitture, oltre al grande libro di opere su tela di Mauro Buzzi dedicato alla Cappella Sistina, reinterpretata in chiave allegorica sul tema del bestiario.

I ventuno artisti in mostra, selezionati da un comitato scientifico, sono tra i migliori esponenti dell’arte contemporanea: Fausto Beretti, Paolo Bottioni, Mauro Buzzi, Mariangela Canforini, Danilo Cassano, Claudio Cesari, Nicla Ferrari, Omar Galliani, Raimonda Guida, Daniela Leghissa, Claudio Lucchetti, Tiziano Marcheselli, Daniela Monica, Giovanni Ortolani, Elisabetta Poli, Silvana Randazzo, Fabrizio Sabini, Giovanna Scapinelli, Gian Luca Torelli, Mariagiulia Ubaldi, Vincenzo Vernizzi; ognuno dei quali ha interpretato con una o più opere il tema dell’immaginazione e dell’immaginario, proponendo chiavi di lettura individuali e nuove sperimentazioni artistiche.

L’esposizione, organizzata da Insieme Culturale “l’Albero”, è contenuta in una pregiata pubblicazione di oltre duecento pagine che contiene anche le poesie di Miranda Amoretti Cesari, Paolo Tinti, Mariagiulia Ubaldi e Alessandra Vignoli e le fotografie di Luigi Briselli.

L’accesso alla mostra è subordinato all’ingresso del Castello e l’esposizione sarà visitabile fino al 5 luglio il mercoledì, giovedì, venerdì e sabato dalle 8,30 alle 19,30, il martedì, la domenica e i festivi dalle 10,30 alle 19,30 (la biglietteria chiude trenta minuti prima).  

I visitatori della mostra potranno ritirare il catalogo gratuitamente presso la biglietteria del Castello.

E’ possibile accedere gratuitamente, per la sola inaugurazione della mostra, ritirando l’invito presso l’Ufficio informazione e accoglienza turistica di Parma in piazza Garibaldi, 1 (tel. 0521 218889 – www.turismo.parma.it), presso il Parma Point in strada Garibaldi, 18 (tel. 0521 931800 – www.parmapoint.it), presso l’Ufficio turistico di Torrechiara in b.go del Castello, 10 (tel. 0521 355009 - www.portaletorrechiara.it), oppure facendone richiesta all’indirizzo insiemealbero@libero.it.


Scheda evento
Titolo: Arte…immaginazione o immaginario
Curatori: Mauro Buzzi, Claudio Cesari, Marzio Dall’Acqua (critico d’arte)
Autori: Fausto Beretti, Paolo Bottioni, Mauro Buzzi, Mariangela Canforini, Danilo Cassano, Claudio Cesari, Nicla Ferrari, Omar Galliani, Raimonda Guida, Daniela Leghissa, Claudio Lucchetti, Tiziano Marcheselli, Daniela Monica, Giovanni Ortolani, Elisabetta Poli, Silvana Randazzo, Fabrizio Sabini, Giovanna Scapinelli, Gian Luca Torelli, Mariagiulia Ubaldi, Vincenzo Vernizzi.
Luogo: Castello di Torrechiara, Borgo del Castello - 43013 Torrechiara di Langhirano (PR)
Data di inizio e di fine: 21 giugno – 5 luglio – Inaugurazione 21 giugno ore 11.00
Orari: dalle 8,30 alle 19,30* il mercoledì, giovedì, venerdì e sabato – dalle 10,30 alle 19,30* il martedì, la domenica e i festivi  – *la biglietteria chiude 30 minuti prima.
Entrata: a pagamento – biglietto intero € 3 – ridotto € 1,5. Ingresso gratuito con invito per l'inaugurazione
Promossa da: Comune di Collecchio, Comune di Langhirano, Comune di Colorno
Con il Patrocinio di:
MIBACT - Polo Museale Regionale dell'Emilia Romagna
Provincia di Parma
Organizzazione: Insieme Culturale l’Albero – Segreteria Organizzativa: Silvana Randazzo
Recapiti per ulteriori info: tel. 0521-355255 (Biglietteria del Castello) – Email: insiemealbero@libero.it
Sponsor e contributi di: Solimè, Prosciuttificio Il Conte, F.lli Greci industria salumi, Sistemi Elettrici, Agrafe, Centro Grafico.

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