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martedì 12 maggio 2015

Mostra Luigi Ontani incontra Giorgio Morandi. CasaMondo, dal 26 giugno al 26 settembre a Grizzana Morandi

Luigi Ontani incontra Giorgio Morandi. CasaMondo
Casa Studio Giorgio Morandi - Fienili del Campiaro
Grizzana Morandi

26 Giugno-26 Settembre 2015


La Casa-Studio "Giorgio Morandi" e i Fienili del Campiaro proseguono l'attività di valorizzazione del territorio e di promozione dell'arte contemporanea  con la mostra Luigi Ontani incontra Giorgio Morandi. CasaMondo, promossa dal Comune di Grizzana Morandi e dall'Unione dei Comuni dell'Appennino bolognese.

Dopo Il Paesaggio Necessario (2012, con opere di 12 artisti tra cui  M.Bottarelli , B. Benuzzi, M. Pulini, D. Manto, L. Baldassari, G. Pompili ), Un'Etica per la Natura (2013, con opere di D. Monteleone, S. Zagni, E. Laraia, K. Andersen. E. Frani), dopo le celebrazioni per il cinquantesimo anniversario della morte di Morandi (2014), scandite da diverse manifestazioni, tra cui la mostra Galliani incontra Morandi (con opere di Omar Galliani) e la pubblicazione del primo libro fotografico della Casa-Studio (Casa Morandi, di Luciano Leonotti), Luigi Ontani  irrompe in ogni camera della Casa-Studio con una magia ceramica, nature extramorte antropomorfe, che paradossalmente restituiscono la tridimensionalità agli oggetti delle nature morte di Morandi,  le quali vengono dirottate su significati differenti dalla continua materializzazione del volto totemico di Ontani, che presiede al loro attraversamento dello spazio e del tempo, nonché al riconoscimento e alla religiosa conservazione di un sublime raggiungimento dell'opera di Morandi, ossia l'osmosi tra sogno e realtà.

Create appositamente per le stanze Morandi, le nature extramorte antropomorfe (nei nomi delle opere di Ontani l'evocazione di Carroll, Joyce, Savinio, Palazzeschi…) si innestano nella trama delle cose, dei colori, della luce; nel percorso sentimentale delle stanze, della vita, di Giorgio, Anna, Dina, Maria Teresa Morandi. 

Un "incontro", tra Ontani e Morandi, che procede sulla strada di ovvie diversità e di alcune analogie, negli sguardi dei due Artisti, ad esempio, che individuano in un territorio o in una sua parte assai significativa, il nucleo di un genius loci unico e irripetibile ( per Morandi il mondo rurale e scabro di Grizzana con la sua luce e colori, i suoi coltivi, i suoi edifici in sasso; per Ontani la Rocchetta Mattei, rilucente di ceramiche e simbologie, bizzarra e affascinante architettura esotica, eclettica, esoterica).

Oltre la Casa, a ospitare opere di Ontani, e su Ontani, saranno anche i Fienili del Campiaro, che con essa formano un insieme espositivo di raro interesse (i Fienili furono rappresentati molteplici volte da Morandi). Mentre nel maggiore di questi edifici rurali Ontani esporrà alcune mitiche erme e altre ceramiche create per l'occasione, nel 2° Fienile andrà continuamente un video su Ontani di Massimiliano Galliani girato in Romamor, il villino in cui l'Artista vive una parte del suo tempo, con la sorella Tullia, fatto costruire assieme alla Rocchetta dal conte Mattei per ospitare celebri pazienti, che si sottoponevano all'elettroomeopatia, terapia adoperata ancor oggi diffusamente dalla medicina indiana. 

Una casa d'Artista fiabesca, Romamor, che dai mobili, ai lampadari di Murano, alle ceramiche sui muri, alle vetrate, insieme allo studio, e al vasto giardino che li contiene, dipana sotto forma di serissimo gioco uno statuto zen meraviglioso e singolarissimo, mentre prendono vita "coincidenze" mirabili, a partire dal nome del villino stesso, davvero idoneo all'Artista che tra un viaggio e l'altro, tra l'India e Bali, ha eletto Roma a propria dimora e città ideale (qui Ontani abita e ha studio in quello che fu lo studio di Antonio Canova). 

Dunque nella mostra Luigi Ontani incontra Giorgio Morandi, CasaMondo, affiora il senso di legami, e significati, variegati e complessi, che si diramano dalla Casa Studio di Giorgio Morandi, in cui gli oggetti della famiglia convivono da Giugno ad Settembre 2015 con le nature extramorte di Ontani, alla casa di Ontani Romamor, che, nata nel solco della cultura della Rocchetta Mattei, afferma oggi l'appartenenza ad un frammento di genius loci ridivenuto sogno, immaginario, arte della meraviglia.


Alcuni stralci dal testo di Eleonora Frattarolo


Luigi Ontani, un leone dalla criniera dorata

Luigi Ontani è un leone dalla criniera dorata, definizione buddhista per colui che non ha niente di serbato e niente di sprecato.  Arriva nella Casa di Giorgio Morandi, in cui prese vita una pittura, come Ontani stesso dice, "sublime", con nature extramorte antropomorfe in ceramica, cioè oggetti e nature morte che furono rappresentati da Morandi e che ora ridivengono tridimensionali e, con una messe di molteplici varianti e invenzioni esornative-significative, permeati dal naso, dalla bocca dagli occhi di Ontani, che presiede al loro attraversamento dello spazio e del tempo.  

Il volto di Ontani, inespressivo imperturbabile metafisico, attraversa la soglia del mondo dei fenomeni e delle cose. Qui, affiora nella superficie plastica degli oggetti di Morandi e vi immette il sigillo della propria memoria (…) Così facendo, li ridefinisce come luoghi, le cui sedimentazioni attivano l'atto del rammentare, del ricordare, del rimembrare (con la mente, cuore, membra), perchè un luogo oltre che spazio è sempre anche un tempo, che segna e plasma culturalmente lo sguardo degli uomini, intridendolo di riferimenti ottici, emotivi, fisici. 

Gli oggetti disseminati in questa mostra, tratti da alcune rappresentazioni morandiane, sono tracciati, diretti dallo sguardo unitario del collezionista e dell'innamorato dell'arte, che li percorre come spazi, identificandoli come una cronologia di scorrimento del mondo e della propria esperienza interiore. I luoghi dell'arte sublime di Morandi diventano così i luoghi circostanziati dell'io di Ontani e del suo nutrimento, e strutturano una simbolica dell'inconscio credibile, mossa e articolata, e a dispetto della materia che li manifesta hanno una leggerezza di fondo che li muove nell'aria delle idee prime, dove si agitano come carte da giuoco in turbinio incessante (…)

Il viso, il conio del viso di Ontani, dallo sguardo atemporale, fisso e inespressivo come sempre e come in tutte le sue opere precedenti, diventa fulcro delle visioni e contrassegno delle immagini che le animano, le quali sono tutte intorno a lui, fuoriescono da lui, eppure non sono in lui fisicamente impresse, non incise in solchi, centrate in rughe, stirate in tensioni. Il volto che le ha viste, amate, ora le cataloga, denunciando solo una consapevolezza operativa, ma non aggiunge nient'altro di sé e si esprime in questa inespressività, che diventa la firma di un'esperienza oggettiva di vissuto, un pezzo individuale di mondo umano tra le cose collettive del mondo umano. Ontani ci sembra dire: "Ho visto queste cose, ve le rendo così come sono rimaste impresse, senza costrizioni concettuali ed emotive. Esse si rappresentano attraverso un codice estetico che mi appartiene e che vi è apparentemente estraneo, sono un'esperienza percettiva Zen".

In altri opere di Ontani gli oggetti compongono una topografia descrittiva, soggettiva, dei luoghi della mente oltre che dei siti da cui sono stati tradotti, e scansionano una cronologia del vissuto riconoscibile solo dall'autore e illeggibile allo sguardo altrui. Qui, invece, gli oggetti preziosi, i cimeli provenienti dall'opera di Morandi, (è questo il significato della parola greca cimeli) sono rivelatori di un amore profondo per i ritorni dell'esperienza, per gli oggetti che la sostanziano e rappresentano, e per i sensi che la sondano. Ecco che allora i barattoli di Ovomaltina e la grande caraffa, con le evidenti tracce delle pennellate di colore, indicano una genealogia dell'appartenenza alla "sublime" arte di Morandi, affiancata peraltro a un frammento di vita, i piccoli funghi, che Morandi amava tanto, e raccoglieva a Grizzana nei boschi (…) Ontani dispone la sua topografia per il piacere dell'occhio, offrendo panorami come sedativi, ma in realtà, dietro la cultura razionale dell'Occidente, rappresentata dal suo sguardo, c'è il possente residuo di miti irrazionali di morte, sacrificio, fertilità, che sopravvivono alleggeriti dal gioco e da sottrazioni ironiche e simboliche. 

Il fatto stesso che nelle composizioni tridimensionali di Ontani vi sia la sua testa, il suo volto, ancorché privo di sguardo, impone un rapporto di osservazione soggetto-oggetto, natura-cultura tra la rappresentazione di lui e quella delle cose che gli stanno intorno.  Il suo ritratto, impresso in ogni cosa, è un sigillo di catalogazione del conosciuto e del visto. E' uno strumento geografico, cronologico, museografico, che segna la distanza dal mondo e al contempo il suo esservi dentro. Ontani sa che l'immagine del suo volto non è lui, ma sa anche che il suo simulacro è ugualmente lui, buddhisticamente lui. Focillon scrive in un suo libro sulla cultura giapponese che lo stile non è l'eleganza pura e semplice, è qualcosa di più, un senso superiore dell'ordine, l'espressione plastica della nobiltà interiore, il ritmo regolare di una vita possente e grave. La struttura mobile dell'arte orientale con cui si suggeriscono e non si fissano le forme della vita è fatta di spazio, materia, spirito, tempo. Ontani, uomo sommamente elegante, col suo stile, le ritrova. Guarda prima con la mente, poi con gli occhi e infine con il corpo e con gli arti. 

Una massima zen dice: "Se vuoi vedere guarda subito, se inizi a pensare il cuore della questione ti è già sfuggito". Questo sembrano dirci le otticamente sconcertanti figurazioni di Ontani, im-mediate, senza mediazioni, pur nel riferimento a un elaborato esistente che è un prodotto della storia delle immagini. E' una lezione orientale, ma è anche la reazione di un bimbo all'indagine di un adulto o l'impulso del corpo rispetto alla pianificazione mentale. E' anche gioco, movimento dell'inconscio che aziona il sentimento del ritorno allo stato di bambino. 

Consacrazione rituale e ricreazione ludica: sono i due temi principali della ricerca figurativa di Ontani. Sono la tensione e il rilassamento, l'apertura e la chiusura, l'espansione e la contrazione, la concentrazione e la distrazione del battito cardiaco buddhista. Il principio di opposizione fra l'uomo e il mondo, che segna l'accanimento dell'Occidente all'interno della vita, non esiste più, abolito dal fluire dell'intuito e dell'istinto provenienti dall'inconscio. Il mondo ora è una proiezione del sé, siamo noi.



Mostra promossa dal
Comune di Grizzana Morandi e dall'Unione dei Comuni dell'Appennino bolognese

con il Patrocinio di:
Regione Emilia Romagna
Accademia di Belle Arti di Bologna

Direzione artistica: Eleonora Frattarolo
Grafica e fotografia catalogo e mostra: Luciano Leonotti/Trasguardo
Video Luigi Ontani. CasaMondo: Massimiliano Galliani

Catalogo a cura di Eleonora Frattarolo
Danilo Montanari Editore
Collaborazione alla ricerca, ai testi, alla bibliografia: Ranieri Frattarolo
con un testo di Roberto Marchesini

Galleria ORIZZONTI artecontemporanea: Susy Manzo. Giochi di Ruolo (...raccontami un'altra storia). Ostuni (Br), 16 maggio 2015


 

GIOCHI DI RUOLO

(… raccontami un'altra storia)

 

OPERE di SUSY MANZO

 

A cura di Gabriella Damiani

 

GALLERIA ORIZZONTI ARTE CONTEMPORANEA

 

Piazzetta Cattedrale

Centro Storico

Ostuni

 

16 – 31 MAGGIO 2015

 

INAUGURAZIONE SABATO 16 MAGGIO 2015

ORE 19:30

 

 

Il secondo evento inserito nel calendario della Galleria Orizzonti Arte Contemporanea di Ostuni, è rappresentato dalla mostra "Giochi di ruolo (…raccontami un'altra storia)" dell'artista milanese Susy Manzo.

 

Dieci disegni e un'installazione sono i nuovi lavori del 2015 presentati in questa mostra che rientra nel progetto "Giochi di ruolo".

 

Ecco come la stessa artista ci presenta il suo lavoro:

 

"Giochi di ruolo è un progetto aperto, nato nel 2012,  che indaga circa il ruolo di genere e il suo  messaggio stereotipato nei giochi, nelle  filastrocche e nelle canzoni popolari per bambini.

L'obiettivo è quello di offrire  una visione che stimoli alla riflessione sull'importanza del messaggio "impostato" che il bambino riceve già in età prescolare.

I disegni su carta vellum sovrapposti ad intagli eseguiti in paper cutting o a sete pregiate,  sono volutamente delicati, trasparenti, leggiadri per sottolineare e contrapporsi all'importanza dell'argomento analizzato.

 

…raccontami un'altra storia!

…raccontami un'altra storia.

 

Ed ecco che racconto di una storia altra. Senza punti esclamativi e senza "punti e basta".

Un'altra storia, di donne forti,  lungimiranti, intuitive.

Un'altra storia, senza tempo e senza luogo, fatta di alberi e radici (le nostre) e di abiti e pizzi (le nostre madri e i loro sogni) di sete trasparenti e preziose (preziose tanto quanto l'unicità di ogni individuo)".

 

E allora si, raccontami un'altra storia, fatta di preziosi ricami, di terracotta, di ritagli di carta e seta, di quel loro dialogo dolce e delicato, che ci riporta ad un dialogo più antico, più profondo, ad una  cantilena che ci arriva dal passato, lontano ma non troppo; una ninna nanna, delicata ed elegante ed un suono dolce e lento che ci riportano ad un "fare" antico, quello delle nostre mamme, delle nostre nonne che con sapienza, lungimiranza e lavoro costante hanno tessuto, intorno ad un tavolo, tutte insieme, ricami preziosi dando vita ad un linguaggio unico, sicuro, malizioso e spirituale fatto di intuito, suoni e silenzi che appartiene e lega solo le donne.

Le donne… portatrici di un messaggio introspettivo di accoglienza, di rispetto e di valore che va avanti ed indietro nello spazio e nel tempo e giunge fino a noi bimbi e bambine, nel qui ed ora, dove siamo, fummo e saremo.



 

GIOCHI DI RUOLO

(…raccontami un'altra storia)

 

Opere di Susy Manzo


Inaugurazione: sabato 16 maggio, ore 19.30

Dal 16 al 31 maggio 2015

 

GALLERIA ORIZZONTI ARTE CONTEMPORANEA

Piazzetta Cattedrale (centro storico)

72017 Ostuni (Br)

 

Tel. 0831.335373 – Cell. 348.8032506

E-mail: info@orizzontiarte.it

Web: www.orizzontiarte.it

F: Orizzontiartecontemporanea

 

 


lunedì 11 maggio 2015

Talk con l’artista e performance E.T.E.R.E. Project


All’interno della mostra Lino Strangis_Presente ulteriore
A cura di Francesca Gallo
AOCF58-Galleria BRUNO LISI, via Flaminia 58 – Roma
14 maggio 2015, dalle 17.30


Nell’ambito di Presente ulteriore, la personale di Lino Strangis presso la galleria AOC58-BRUNO LISI, il 14 maggio alle 17.30 si svolgerà una tavola rotonda con l’artista e la curatrice della mostra, Francesca Gallo (docente di Storia dell’arte contemporanea all’Università “La Sapienza” di Roma), e i curatori Chiara Ciucci Giuliani (del collettivo Sguardo contemporaneo), Veronica D'Auria (di C.A.R.M.A.) e Maurizio Marco Tozzi (di C.A.R.M.A.). 

Un’occasione per approfondire alcuni aspetti dalla ricerca video dell’artista, in particolare la capacità visionaria della new media art, tema al centro dei lavori esposti.

Alle ore 19.30 la serata continua con la performance Mondificazioni del gruppo E.T.E.R.E. Project (Lino Strangis, Giovanni Paris, Roberto Liberati, Giulia Pellini), impegnato nel contesto delle "interazioni di senso e sensi" (L.S.) "tra fenomeni visivi e sonori" nei processi di performance intermediale.

Nello specifico la performance MONDIFICAZIONI propone "un processo performativo metaforico del fondamentale ruolo dell'agente sonoro nella formazione e nel fenomeno di evoluzione delle forme che costituiscono i vari livelli dell’esistente, le dimensioni in cui si sviluppano le più differenti forme di vita", spiega Lino Strangis. 

“Questa esperienza multisensoriale è prima di tutto la celebrazione – continua l’artista – dell'elemento sonoro e della sua forza generatrice: basti pensare che fin dall'antichità moltissimi culti religiosi pongono il suono nel ruolo di principio generatore e che, ad esempio, nella teoria delle stringhe si pensa a corpi vibranti come alla materia prima da cui conseguono tutte le altre costruzioni di forme e vite." 

In questa seconda versione di MONDIFICAZIONI, proposta il giovedì 14 maggio, Strangis fa uso di un videomapping modulare basato sulla posizione dei musicisti in scena (interamente coperti da tute bianche che li integrano completamente nella proiezione), tecnica che permette una più intensa interazione e un reciproco potenziamento fra la componente sonora e quella visiva, ma allo stesso tempo permette di riproporre "la scena" nelle più diverse situazioni spazio-temporali ed architettoniche. 

La definizione di free improvisation intermediale è usata da Strangis per tale tipo di performance che riunisce la "tradizione" dell'avanguardia musicale dell'IMPROVVISAZIONE LIBERA portandola nel mondo elettronico-digitale odierno (tramite largo uso di sintetizzatori e software musicali) e con l'elemento video in chiave sperimentale, "come scenografia, partitura aleatoria e corpo di ballo allo stesso tempo". Il risultato è di carattere intermediale, cioè un intreccio di linguaggi capace di generare soluzioni formali in cui concretamente i vari elementi in campo si integrano non semplicemente sommandosi, ma moltiplicando le loro potenzialità in un ambiente mentale al di là delle distinzioni tra le categorie, i generi e i linguaggi artistici.


ASSOCIAZIONE OPERATORI CULTURALI FLAMINIA 58 - 
GALLERIA BRUNO LISI
Via Flaminia 58 - 00196 - Roma - tel - 06/3200317 - 06/3211880 - 00393388676337 aocf58@virgilio.it -  www.aocf58.it

Expoincittà. Museo della Pietà, apertura gratuita prorogata al 31 maggio

 
Del Corno: “Il grande successo, con circa 30mila visitatori dal 2 maggio, ci ha motivati a tenere aperto il Museo alla città fino a fine mese” .Tutti i Musei civici, compresi i Musei del Castello, restano aperti durante il semestre di ExpoinCittà da martedì a domenica dalle ore 9 alle 19.30, senza interruzione oraria.

Milano, 11 maggio 2015 – “Visto il grande successo del Museo della Pietà Rondanini che, dopo l’inaugurazione del 2 maggio scorso, ha visto circa 30.000 visitatori in coda per ammirarne il rinnovato allestimento nell’Antico Ospedale Spagnolo, abbiamo deciso di prorogare l’apertura gratuita fino alla fine del mese di maggio ”, ha dichiarato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno. 

Sarà quindi possibile fino al 31 maggio visitare gratuitamente il Museo della Pietà Rondanini, che resterà quindi aperto con ingresso libero tutti i giorni (escluso il lunedì) dalle 9 alle 19,30 con orario continuato. Il successo del Museo della Pietà Rondanini si affianca a quello di tutti i Musei del Castello Sforzesco – Museo d’Arte Antica, Pinacoteca, Museo degli Strumenti musicali, Museo dei Mobili e delle Sculture Lignee, Museo Egizio, Museo delle Arti Decorative, Armeria – che hanno ospitato dal 2 maggio scorso, data di inaugurazione di ExpoinCittà, circa 16.000 visitatori. 

Una nuova attenzione che si spiega anche con un rinnovamento dei percorsi museali, partendo dalla riapertura al pubblico, lo scorso 28 aprile, della Sala delle Asse: un allestimento multimediale animerà la Sala fino alla fine di ExpoinCittà, illustrando le vicende dei recenti restauri che hanno portato alla luce nuove tracce della mano di Leonardo da Vinci. 

Il rinnovamento del Museo d’Arte Antica passa anche attraverso il restauro di alcuni dei suoi capolavori esposti: il monumento a Bernabo’ Visconti, posto nella prima Sala del Museo d’Arte Antica e “simbolo” del Museo, e le sculture della tomba di Gaston de Foix, opera di Agostino Busti detto il Bambaia, tra i massimi maestri della scultura rinascimentale. Entrambe le opere, grazie al contributo di Fondazione Cariplo, splendono ora di nuova luce. 

L’attrattività del Castello Sforzesco è anche rafforzata dalla presenza delle esposizioni temporanee allestite nelle diverse Sale: 

-  nella Sala Viscontea è allestita la mostra dedicata alla grafica di Georges Rouault (aperta fino al 7 giugno), che ha già visto 10.000 visitatori dalla sua apertura lo scorso 2 aprile; 
-  nella Sala del Tesoro, invece, la mostra “Splendori rinascimentali nelle corti dell'Italia settentrionale”, aperta fino al 2 giugno, ricostruisce attraverso il nucleo di manoscritti visconteo-sforzeschi conservato oggi nella biblioteca Trivulziana, il contesto culturale della Milano rinascimentale tra la fine del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento; l’esposizione è già stata visitata da circa 7.000 persone dalla sua inaugurazione, lo scorso 31 marzo. 

Biglietto valido per l’ingresso a tutti i musei del Castello Sforzesco: 
Intero €. 5,00 
Ridotto €. 3,00 
MuseoCard €. 35,00 (permette l’ingresso libero a tutte le sedi museali per un anno intero a partire dalla data di emissione ed è in vendita online, senza costi di prevendita, e nelle biglietterie; dà diritto all’ingresso ridotto presso le mostre nelle sedi espositive, a sconti su prodotti in vendita nel bookshop e molto altro). 

Biglietto cumulativo € 12,00 (l’ingresso libero in tutti i Musei Civici per tre giorni, è in vendita online, senza costi di prevendita, e nelle biglietterie. Gli abbonamenti sono disponibili anche in versione elettronica scaricabili direttamente su smartphone e tablet). 
Ingresso libero tutti i martedì dalle ore 14,00 e da mercoledì a domenica durante l'ultima ora di apertura dei musei. 

Ingresso gratuito ai visitatori sotto i 18 anni di età.

sabato 9 maggio 2015

Intervista di LazioTV con Agnes Preszler - mostra Sacro e profano

In occasione della mostra "Sacro e profano" attualmente in corso nell'atrio del Palazzo della Provincia di Frosinone, LazioTV ha intervistato la pittrice. L'intervista, di circa 15 minuti,  è stata trasmessa all'interno di Monitor di venerdì sera e sabato pomeriggio. Un breve servizio sarà invece inserita domenica 10 maggio nel telegiornale dello stesso emittente.


CARLO D’ORTA "BEYOND THE LENS" a cura di Italo Bergantini e Gaia Conti. Officina delle Zattere. Venezia, 9 maggio - 14 giugno 2015

L'Officina delle Zattere presenta BEYOND THE LENS, mostra personale di CARLO D'ORTA. L'esposizione, a cura di Italo Bergantini e Gaia Conti, raccoglie una selezione degli ultimi lavori del fotografo italiano tra grandi immagini, intriganti installazioni e delicate sculture di vetro.

BEYOND THE LENS, non è solo una mostra, è il racconto di un'evoluzione semantica che si realizza a partire dal mezzo fotografico.  La parte prettamente visiva, ciò che si può definire il risultato oggettivo e tangibile, ne è solo una porzione. Ciò che compone il processo creativo, che sta dietro le lenti e al di là dell'obiettivo, è quello che connette l'artista intimamente ed intuitivamente con l'oggetto del suo lavoro.

La visione è sia all'interno che all'esterno della nostra mente e l'intuizione di Carlo, la sua visione, sta nel riuscire a creare una organicità nel suo modo di operare. Chiamo in causa il criterio della "contestualità organica", espresso dal filosofo Galvano della Volpe, che limita un testo entro dei confini all'interno dei quali ogni nuovo elemento interagisce con gli altri arricchendoli di significato. Così nel lavoro di D'Orta ogni singolo elemento, a partire dai confini del foglio fotografico, ogni slittamento di significato, determina comunque l'unità formale della narrazione, qualunque sia il medium oggetto del suo lavoro.

Il racconto fotografico è il risultato di un lavoro di ricerca armonico, un'elaborazione astratta dell'ambiente urbano che ne trasfigura le relazioni spaziali. Uno sguardo che va oltre - beyond in inglese - e disorienta lo spettatore togliendogli ogni tipo di riferimento, trasformando le architetture in trame di forme e colori. Lo stesso principio che mette in atto anche nella serie di installazioni, le (S)composizioni, nelle quali rende indipendenti dal quadro fotografico le sue componenti, riversandole nello spazio tridimensionale. La stessa tridimensionalità, de-strutturata nella forma, che si fa infine scultura.

Un sistematico lavoro di astrazione, quindi, teso, non a de-strutturare l'oggetto della sua indagine - l'architettura -, ma a ri-strutturarlo alla ricerca di nuove percezioni. In sostanza i lavori di Carlo D'Orta attraversano in maniera trasversale il concetto canonico di fotografia. Raccontano storie visive con una continua (s)composizione della linea narrativa, si espandono in maniera fluida nell'ambiente circostante e aprono nuovi scenari di sperimentazione ad un artista che nel panorama italiano ha sicuramente, BEYOND THE LENS - oltre le lenti - trovato la sua voce.


Carlo D'Orta
Beyond the lens
A cura di Italo Bergantini e Gaia Conti
9 maggio - 14 giugno 2015
Officina delle Zattere,
Dorsoduro 947, Fondamenta Nani – 30123 Venezia
www.officinadellezattere.it

Arti Grafiche Boccia sponsor della mostra Beyond The Lens di Carlo D'orta


Si conferma l'impegno dell'azienda a sostegno dell'arte. 
Oggi l'inaugurazione a Venezia.

L'opera fotografica di un artista come Carlo D'Orta unita alla potenzialità e la precisione delle macchine da stampa di Arti Grafiche Boccia: questo l'incipit da cui prende il via il sostegno dell'azienda all'esposizione BEYOND THE LENS, la personale di Carlo D'orta che mette in mostra da oggi al 14 giugno a Venezia alle  Officina delle Zattere (Dorsoduro 947, Fondamenta Nani – 30123 Venezia) una selezione degli ultimi lavori del fotografo italiano tra grandi immagini, intriganti installazioni e delicate sculture di vetro.

Continua in questo modo l'impegno dell'azienda salernitana per la promozione della cultura e dell'arte, così come già avviene per il Teatro San Carlo di Napoli, il Festival del Cinema di Roma e il Festival Salerno Letteratura.

Arti Grafiche Boccia Spa è una delle industrie leader nel settore a livello continentale. Si caratterizza per la presenza di alcuni dei più innovativi impianti, in alcuni casi prime installazioni in assoluto in Europa. Arti Grafiche Boccia stampa quotidiani, riviste specializzate, cataloghi, prodotti per la grande distribuzione organizzata, etichette per i comparti dell'agroalimentare, del beverage e del pet food.


L'azienda, fondata negli anni sessanta, è stata sempre all'avanguardia per intuizioni e scelte imprenditoriali. Attualmente occupa circa 150 addetti. Oltre alla sede produttiva nell'area industriale di Salerno, Arti Grafiche Boccia è presente nel mercato europeo a Londra, Parigi, Copenaghen, Roma e Milano.

La sponsorizzazione della mostra di Carlo D'Orta rientra in un articolato piano culturale che ha visto il supporto nel 2012 alla variegata attività di ricerca di un altro grande maestro della fotografia, Luca Campigotto, con la realizzazione di un volume dedicato all'azienda e edito da Alinari.

"Abbiamo scelto di supportare questa mostra - dichiara il direttore marketing di Arti Grafiche Boccia Monica Vitiello - perchè crediamo fortemente nell'importanza della ricerca fotografica e nel grande valore di questa espressione dell'arte contemporanea. Le aziende come la nostra stampano milioni di immagini al giorno e la ricerca artistica ed il supporto ai grandi fotografi possono contribuire ad una maggiore attenzione al ruolo della fotografia."

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