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giovedì 5 marzo 2015

Per Fuori di Taste la mostra ‘Quando la moda incontra il gusto’, in collaborazione con IED e DATE, e cena degustazione ‘Ginspiration’




Venerdi 6 e sabato 7 marzo presso Ditta Artigianale, coffee e gin bar di via dei Neri n.32r diretto dal campione di caffè Francesco Sanapo.



Per la cena, uno degli antipasti, la mousse di formaggio roquefort su dadolata di timo e mango sarà abbinata a un Martin Miller's Strength (cocktail martini), mentre tra i primi, gli gnudi di ricotta e funghi su crema di earl grey al te' saranno serviti Monkey 47 (gin tonic).


Da Ditta Artigianale, coffee e gin bar situato nel centro storico di Firenze, in via dei Neri 32 r, si terranno due eventi per 'Fuori di Taste', cartellone collaterale a Taste, salone dedicato alle eccellenze del gusto che si svolgerà presso la Fortezza da Basso dal 7 al 9 marzo. Il primo, venerdi 6 marzo, dalle ore 19.30, sarà un vernissage con aperitivo dedicato al legame tra moda e gusto, dal titolo 'Quando la moda incontra il gusto'

In collaborazione con Lisa Aschenbrenner e Lucia De Vincentiis, studentesse dell'Istituto Europeo del Design (IED) di Firenze, saranno in esposizione una serie di fotografie e un cortometraggio che illustreranno la nuova collezione primavera/estate 2015 di D.A.T.E., il brand fiorentino di sneakers. 

Le scarpe saranno associate a un piatto o un drink che ne evocheranno le caratteristiche cromatiche e concettuali, diventando anche dei dolci cupcakes, realizzati dalla pasticceria americana con sede a Firenze Mama's Bakery (via della Chiesa 34 r).

Sabato 7 marzo, invece, alle ore 20.30, sarà in programma la cena degustazione 'Ginspiration', in cui cinque portate saranno abbinate a altrettanti pregiati gin, provenienti da tutto il mondo. 

Nel menu, uno degli antipasti, la mousse di formaggio roquefort su dadolata di timo e mango sarà servita con il cocktail martini Martin Miller's Strength, mentre, tra i primi, gli gnudi di ricotta e funghi su crema al te' Earl grey, saranno portati con un Monkey 47, gin tonic con sentori di scorza di lime, eucalipto e note di pino e mandorle della foresta nera (costo cena 25 euro, per info e prenotazioni  055 274 1541info@dittaartigianale.it.

Ditta Artigianale, diretto dal campione italiano di caffè Francesco Sanapo, e in collaborazione con la torrefazione Caffè Corsini, azienda fondata nel 1950 a Arezzo, sottolinea l'ispirazione ad un metodo artigianale di lavoro, secondo la migliore tradizione italiana, attualizzata con una visione moderna e internazionale. Il nome e il concept di Ditta Artigianale si ispira al mondo delle vecchie botteghe che tostavano e vendevano il caffè negli anni '50. Ditta Artigianale, oltre a essere una micro roastery (micro torrefazione), è anche un posto ideale dove consumare pranzi e aperitivi, e in cui ascoltare live music. Per informazioni www.dittaartigianale.it.

Apre oggi la mostra d'arte digitale di D.Cornacchione

 DOMENICO CORNACCHIONE

PAESAGGI URBANI IN EVOLUZIONE - SPAZIO VIRTUALE


Mostra d'arte contemporanea nel web a cura di Domenico Cornacchione
5 marzo – 3 aprile 2015


Si inaugura oggi (5 marzo 2015) la nuova esposizione dell'artista Domenico Cornacchione. Si tratta di un'esposizione virtuale online che coinvolge 25 siti internet e blog, tra cui Il Museo di Arte Contemporanea Kalenarte, la Fondazione Peano di Cuneo, gli scrittori Donato Zoppo e Francesca Grispello, il Festival del Cinema MoliseCinema, il Teatro Officina di Milano, i Circoli di Legambiente "Monti Lepini" di Sezze (LT) e quello siciliano di "Piazza Armerina", e ancora il critico d'arte Tommaso Evangelista, l'Oasi Lipu (Lega Italiana Protezione Uccelli) e il Comune di Casacacalenda (CB) e tanti altri, tutti uniti per accendere i riflettori sul tema della tutela del "paesaggio urbano".

Per farlo hanno accettato di aderire al nuovo progetto dell'artista Domenico Cornacchione e ospitare nei loro siti internet, dal 5 marzo al 3 aprile 2015, una galleria d'immagini digitali realizzate dall'artista stesso. Il progetto dal titolo "Paesaggi Urbani in Evoluzione - spazio virtuale" è una mostra digitale online, fruibile solo attraverso la rete, una mostra dal chiaro sapore ambientalista e che, grazie alla simultaneità della fruizione globale, vuole stimolare una discussione attiva con il pubblico. Questa mostra virtuale comprende una serie di 50 immagini digitali e un lavoro video realizzati da Cornacchione e pubblicati sul sito dell'artista www.domenicocornacchione.it e su altri venticinque siti e blog che diventano per un mese "spazio espositivo".

Sono sette le regioni coinvolte in questo progetto, dal Lazio al Piemonte, dalla Lombardia alla Puglia, passando per il Molise, la Basilicata e la Sicilia. Con questa serie d'immagini, Cornacchione ci fa vedere le nostre città da una prospettiva insolita, spesso dall'alto. Ci tira fuori dal paesaggio urbano e ci costringe a guardarlo in maniera asettica, non siamo più in grado di esprimere un giudizio su quello che stiamo guardando, non riusciamo a capire perché la vista di un territorio ridotto a una griglia da riempire con nuovi palazzi non ci disturba come dovrebbe, anzi, ci incuriosisce, ci appare naturale.

Siamo addirittura contenti se riusciamo a riconoscere la città rappresentata, e ci pare di aver avuto un'attenzione particolare se nell'immagine che abbiamo di fronte ci appare il nostro quartiere. La nostra reazione è identica, non importa se nell'immagine di fronte a noi vediamo un centro storico con le sue chiese e monumenti o una spoglia periferia mal disegnata (o non disegnata affatto). Cornacchione ci mette in chiaro la nostra rassegnazione all'evoluzione, che sia essa positiva o negativa.

mercoledì 4 marzo 2015

TRETRITRE Tre Triplani a Treviso

TRETRITRE
TRE TRIPLANI A TREVISO
Alla ZEROQUATTRODUEDUE, Galleria d'Arte Contemporanea
dal 7 marzo all' 8 aprile 2015
Vernice sabato 7 marzo ore 18.30
Presentazione a cura di Maria Luisa Trevisan

Con la collaborazione e la promozione di PaRDeS – Laboratorio di Ricerca d'Arte Contemporanea, Mirano

Non si tratta di uno scioglilingua ma dell'esposizione di Tre componenti del gruppo Triplani a Treviso: Franco Cimitan, Pain Azyme e Tobia Ravà, che sono tornati ad esporre insieme come gruppo, anche se in forma più ristretta, dopo la collaterale alla 53a Biennale di Venezia dal titolo Immaginodromo tenuta nel 2009 a Forte Marghera, quale sezione di Krossing, allora con la partecipazione anche di Roberto Fontanella e Cesare Vignato, e presentati come in questa occasione da Maria Luisa Trevisan. Così come erano presenti tutti e cinque anche ad una precedente collaterale alla Biennale nel 1995, la 46a: Memorie ed attese 1895-1995, allestita a Villa Pisani di Strà.

Il loro progetto creativo sconfina in un'ideale umanitario: incidere in maniera profonda sugli animi, dimostrando che attraverso i sincretismi culturali è possibile superare qualsiasi barriera.

Il gruppo nasce nel 1993 da un'idea di Umberto Daniele e dall'incontro di alcuni degli artisti partecipanti nel 1990 e 1992 alle Collettive Bevilacqua La Masa, di cui la 77a allestita al Padiglione Italia dei Giardini della Biennale di Venezia. Il loro nome prende le mosse dalla linguistica, e più precisamente dalla semiologia biplanare di Greimas-Calabrese, basata sulla forma ed il contenuto del significante e del significato, ad essi viene aggiunto un terzo piano, quello dell'aura simbolica, come in quegli aerei a cui fu aggiunta una terza ala per aumentarne la superficie portante. L'aspetto simbolico e metafisico caratterizza la produzione del gruppo, che sviluppa un discorso artistico principalmente sul livello poetico dell'opera d'arte con l'idea di allargarne gli orizzonti.

..."Lo scopo del gruppo non è 'violentare il fruitore', ma portare il mondo verso un miglioramento: illuminare il cammino verso il quale l'umanità possa elevarsi spiritualmente"... M.L.T.

ZEROQUATTRODUEDUE, Galleria d'Arte Contemporanea
Via Orsoline 1 – 31100 Treviso
3935667510 – 3926584388
Orari martedì, giovedì e venerdì dalle 17 alle 20 mecoledì dalle 18.30 alle 20
Sabato e domenica dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 17.30 alle 20.00


martedì 3 marzo 2015

Daniela Quadraccia in mostra a Rieti



Studio7 Arte Contemporanea, via Pennina 19, Rieti, inaugura sabato 14 marzo 2015, dalle ore 17, Vertigini di trame ordinate, la mostra personale di Daniela Quadraccia, a cura di Manuela Marinelli.

"Sottili forme grafiche solcano il supporto da cui emergono a contrasto trame eleganti, ondulate e danzanti, come foglie mosse da una brezza leggera, che fanno pensare alla flora misteriosa di un pianeta fantastico. 

In alcuni casi le trame si allineano parallele, seguendo un ordito regolare che, all'improvviso, si lacera, si frastaglia, inventando diagonali estemporanee che trasgrediscono l'ordine iniziale. 

Altre volte, vertigini di trame ordinate, ci avvolgono nel risucchio visivo che conduce a profondi labirinti interiori. 

Colori vivaci, alternati a solchi diafani, si susseguono su superfici variamente trattate, in alcuni casi più levigate e discrete, in altre lievemente tormentate, a volte materiche, oppure cangianti, sempre dialoganti con i segni grafici di cui sono il supporto. 


L'ispirazione vegetale, per Daniela Quadraccia, non si traduce mai in immagini esplicitamente fitomorfiche, se non in termini meramente evocativi. (…)

La particolare suggestione che le sue opere suscitano, scaturisce anche dalla originalissima tecnica con la quale le realizza. L'artista romana pratica la collografia, una calcografia sperimentale, basata sull'uso delle colle.  

 La calcografia o stampa calcografica è un sistema di stampa ad incisione di cui si hanno le prime notizie a Firenze, ad opera dell'orafo Maso Finiguerra, intorno al 1450. La storia di questa tecnica, praticata da tutti i maggiori artisti, dal Rinascimento in poi, mostra che la calcografica è, per sua natura, una tecnica sperimentale, basata su una continua ricerca e costellata di scoperte casuali. 

Come ogni vera forma d'arte la calcografia si basa sull'applicazione rigorosa di norme e regole che vengono poi puntualmente trasgredite e contraddette nella pratica. L'opera di Daniela Quadraccia non fa eccezione alla regola dell'eccezione in arte.


La particolarità della sua tecnica consiste nel sostituire la tradizionale incisione della lastra, che solitamente si effettua mediante uno strumento appuntito, con l'applicazione di fili di nylon fermati con un bagno di colla vinilica al posto delle incisioni ottenute con punte metalliche (…)
 

In molti dei suoi lavori i fili di nylon utilizzati provengono da calze da donna, strappate fino a ritornare alla loro origine di filati. La calza, emblema della seduzione femminile, viene lacerata, ridotta alla sua struttura tessile iniziale e poi trasformata in solchi della memoria.


In alcuni lavori Daniela Quadraccia utilizza tecniche di incisione più vicine alla tradizione, come quella della puntasecca, ma eseguita su supporti diversi da quelli più diffusi e consueti. (…)" (Manuela Marinelli)

Daniela Quadraccia nasce a Roma nel 1964. Dal 1990 si dedica alle tecniche incisorie presso i laboratori Tracce, Ass. Naz.Incisori e Il Quadrato di Omega di Roma. A Bruxelles approfondisce la sua formazione. La ricerca si orienta alla calcografia sperimentale, proponendo linguaggi segnici con l'ausilio di matrici polimateri­che e delle tecniche dirette.  Principali mostre personali: "La pensée du dehors", Valle d'Itria Arte Contemporanea, a cura di R.Lacarbonara e L.Arnaudo, Torre Civica Cisternino BR; "Labirinto" D. Quadrac­cia e G. Murasecchi, "La libre arte y libros", a cura di L.Arnaudo, Buenos Aires; "Silenzi percettibili" D. Quadraccia e M. Sasso, a cura di E. Di Matteo, La_Lineaartecontemporanea, Roma; "Rifugio, in­fine", Associazione Culturale "Atelier", a cura di L.Arnaudo, L.Jovicevic, A.Laznibat, Roma. Principali mostre collettive: "Casuali devozioni", Templum Pacis del Terminillo, Rieti, a cura di L.Arnaudo, M.Marinelli, B.Pavan; First International Printmaking Triennial of Ulus  Belgrado; "Festival de la gravure 2011",  Maison de la culture, Dierkirch LU; "Nelle trame del buio", Galleria G28, Cagliari; "Triennale Européenne de l'Estampe Contemporaine" Tolosa, Castel Sarrasin, France; "Iowa Biennal Exhibition", Iowa City USA; "VIII Bien­nale Internazionale Incisione, Acqui Terme; "W.O.P.", Brewery Gallery L.A. USA; "International mini print", Florean Museum, Maramures, Romania; "5'th Mini-print Biennal Cluj 2005", Roma­nia.
Scheda tecnica:

Titolo:                                                 Vertigini di trame ordinate
Artista:                                                Daniela Quadraccia
A cura di Manuela Marinelli
Date:                                                   15 marzo – 10 aprile 2015
Inaugurazione                                     sabato 15 marzo 2015 ore 17
Sede espositiva                                   Studio7 Arte Contemporanea
Via Pennina 19
Rieti
Ufficio stampa e coordinamento:        Studio7
Info mostra e orari                              tel.320.4571689;
Fb Studio7 Arte Contemporanea
Ingresso libero. Catalogo in mostra.

"Capolavori della Johannesburg Art Gallery. Da Degas a Picasso". Pavia, Scuderie del Castello Visconteo, dal 21 marzo








Capolavori della Johannesburg Art Gallery
da Degas a Picasso




21 marzo  19 luglio 2015
Pavia, Scuderie del Castello Visconteo


Dal 21 marzo al 19 luglio 2015 le Scuderie del Castello Visconteo di Pavia presentano "Capolavori della Johannesburg Art Gallery. Da Degas a Picasso".
La mostra è ideata, prodotta, organizzata da ViDi in collaborazione con il Comune di Pavia e la Johannesburg Art Gallery, con il patrocinio del Consolato Generale del Sudafrica di Milano e realizzata con la consulenza scientifica di Simona Bartolena.

Aperta al pubblico nel 1910, la Johannesburg Art Gallery vanta una collezione di altissima qualità dal punto di vista del patrimonio artistico. Le sale delle Scuderie di Pavia avranno il privilegio di ospitare un nucleo importante di capolavori provenienti da uno dei più significativi musei d'arte del continente africano, offrendo al pubblico un'occasione unica per scoprire e conoscere da vicino una raccolta di opere difficilmente visibile in altre sedi.

L'esposizione presenta oltre sessanta opere, tra olii, acquerelli e grafiche, che portano le firme di alcuni dei principali protagonisti della scena artistica internazionale del XIX e del XX secolo: da Edgar Degas a Dante Gabriel Rossetti, da Jean Baptiste Corot a Alma Tadema, da Vincent Van Gogh a Paul Gauguin, da Antonio Mancini a Paul Signac, da Pablo Picasso a Francis Bacon, da Roy Lichtenstein a Andy Warhol e molti altri.

Il percorso espositivo, diviso in sezioni cronologiche e tematiche, permetterà ai visitatori di percorrere un viaggio nella storia dell'arte dalla metà del XIX secolo fino al secondo Novecento, spaziando dall'Europa agli Stati Uniti fino al Sud Africa in un racconto che si sposta tra momenti storici, luoghi e linguaggi artistici diversi.

La mostra, oltre a presentare un'ottima selezione di opere di grandi Maestri, consentirà al pubblico di scoprire l'affascinante storia della Johannesburg Art Gallery. Principale protagonista della nascita e della formazione della collezione museale fu Lady Florence Phillips, moglie del magnate dell'industria mineraria Sir Lionel Phillips. Donna dal grande fascino, a sua volta collezionista, convinta che la sua città dovesse avere un museo d'arte, persuase il marito e alcuni magnati dell'industria a investire nel progetto. Determinata a portare avanti la sua idea, Lady Phillips vende un diamante azzurro regalatole dal marito per acquistare i primi lavori. Hugh Lane, altra grande personalità della scena culturale anglosassone, la aiuta nell'impresa, suggerendole possibili acquisizioni. Sin dalla sua apertura il museo presenta una selezione di opere di straordinaria qualità e modernità, un nucleo arricchitosi poi negli anni grazie a nuove acquisizioni e donazioni.  

Per tutta la durata dell'esposizione una serie di attività didattiche e visite guidate per bambini e adulti permetteranno di approfondire le splendide opere esposte nelle sale delle Scuderie del Castello Visconteo.


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Titolo
Capolavori della Johannesburg Art Gallery
da Degas a Picasso

Date
21 marzo – 19 luglio 2015

Sede
Scuderie del Castello Visconteo
Piazza Castello
27100 Pavia

Orari
Dal lunedì al venerdì: 10.00 – 19.00
Giovedì: 10.00 – 22.00
Sabato, domenica e festivi: 10.00 –  20.00
(La biglietteria chiude un'ora prima)

Biglietti
Intero: 12,00 euro (Audioguida inclusa nel prezzo)
Ridotto: 10,00 euro (Audioguida inclusa nel prezzo)
over 65 anni, ragazzi dai 13 a 18 anni, gruppi (min 15 max 30 persone), Soci Touring Club Italiano muniti di tessera in corso di validità, Iscritti FAI muniti di tessera in corso di validità.
Ridotto speciale: 9,00 euro (Audioguida inclusa nel prezzo)
Studenti dell'Università di Pavia muniti della propria Ateneo Card o del documento d'iscrizione all'Università, Possessori della My Museum Card
Ridotto scuole e bambini: 5,00 euro Gruppi di scolaresche, bambini dai 6 ai 13 anni
Gratuito: disabili, accompagnatori disabili, giornalisti muniti di tesserino dell'Ordine dei Giornalisti con il bollino dell'anno in corso, accompagnatori gruppo adulti (uno per gruppo), accompagnatori scolaresche (due per gruppo), bambini under 6 anni.






Con il biglietto della mostra puoi visitare anche i Musei Civici di Pavia a prezzo ridotto negli orari di apertura indicati sul sito www.museicivici.pavia.it






Informazioni e prenotazioni

Tel:+39 02 36638601 (dal lunedì al venerdì 9.00-18.00)







Informazioni e prenotazioni pacchetti promozionali e turistici






Settore Cultura, Comune di Pavia
Chiara Argenteri


lunedì 2 marzo 2015




Sabato 7 marzo 2015 ore 17:00
Palazzo Stella – inaugurazione
6 MOSTRE A SATURA

Aperte fino al 18 marzo 2015
Orario da martedì a sabato
dalle 15:30 alle 19:00
Genova, SATURA art gallery

SATURA art gallery è lieta di invitarvi all’inaugurazione dei prossimi eventi espositivi che si terrà, nei suggestivi spazi di Palazzo Stella, sabato 7 marzo 2015 alle ore 17:00.

Presenteremo le mostre personali di Rodolfo Vitone “I suoi primi novant’anni – mostra antologica” a cura di Mario Napoli, di Saverio LombardoNulla è vero, tutto è permesso” a cura di Flavia Motolese, di Paola Pastura “Oltre il visibile” a cura di Flavia Motolese, di Antonio Pini “Intime reminiscenze” a cura di Elena Colombo, di Giovanni Tomaselli L’intreccio delle forme” a cura di Gianluca Gandolfo e la rassegna “Grafica d’autore” a cura di Mario Napoli, una collezione che vanta alcuni dei nomi più importanti del panorama internazionale: Valerio Adami, HaroldAltman, Georges Braque, Alexander Calder, Lynn Chadwick, George Chemeche, Claudio Costa, Piero Dorazio, Arman Fernandez, Paul Flora, Jean Marie Haessle, Keith Haring, Robert Indiana, Alex Katz, SugaiKumi, Roy Lichtenstein, Gehrard Marcks, Henry Matisse, Francois Morellet, Zoran Music, Dufy Raoul, Donald Saff, Emilio Scanavino, Daniel Spoerri, Antoni Tapies, Victor Vasarely.


Con questo nuovo ciclo di mostre,
SATURA art gallery rinnova il suo impegno nella promozione degli artisti contemporanei e nella ricerca di nuove tendenze nel panorama artistico internazionale.

Satura art gallery
SATURA Art Gallery
 
Piazza Stella 5/1 16123
Genova 
Italy

Si inaugura la mostra sui lingotti di oricalco recuperati nei fondali di Gela che resterà aperta fino al 12 aprile.

Soprintendenza del Mare – Regione Siciliana

Si inaugura oggi, Lunedì 2 marzo 2015 alle ore 11.00, al Museo Archeologico Regionale in Corso Vittorio Emanuele, 1 a Gela la mostra "Il passato riemerso. I lingotti di oricalco e i reperti recuperati nei fondali di Gela". L'esposizione dei preziosi ritrovamenti in oricalco rinvenuti dalla Soprintendenza del Mare lungo le coste gelesi resterà aperta al pubblico fino al 12 aprile dalle ore 9,00 alle ore. 18,30.
Alla fine del 2014 il mare di Gela, l'antica colonia rodio-cretese fondata agli inizi del VII sec. a. C., ha restituito uno fra i più importanti tesori custoditi nei fondali sabbiosi di fronte il litorale di contrada Bulala, dove già sono stati ritrovati tre relitti di età greca.

Si tratta di un prezioso carico trasportato da un'antica nave naufragata a qualche centinaio di metri dalla costa gelese ad una profondità di circa cinque metri, costituito da trentanove lingotti di un metallo particolare, chiamato "oricalco", una lega di rame e zinco simile al nostro ottone,   considerato nell'antichità un metallo prezioso, al terzo posto per valore commerciale dopo l'oro e l'argento. La scoperta è tra le più importanti di questi ultimi anni sia perché costituisce un unicum come ritrovamento sia perché i reperti  finora conosciuti forgiati con questa lega sono molto rari.

Il più antico oggetto in ottone è un anello proveniente da Ugarit del XIII secolo a.C.; altri due reperti sono custoditi al British Museum: una fibula a navicella del VI secolo a.C e una base di statuetta di pugilatore del V secolo a. C.
Poche sono le notizie che ci forniscono le fonti antiche su questo metallo e sul suo utilizzo.

Il termine greco ὀρείχαλκος da (ὅρος, monte e χαλκός, rame) è già attestato nell'Inno ad Afrodite, un proemio pervenutoci sotto il nome di Omero, nel quale si racconta la nascita di Afrodite dalla spuma del mare; la divinità, per essere presentata al consesso degli Dei, viene accudita dalle Ore,  figlie di Zeus, che le fanno indossare vesti divine adornandone i lobi con "fiori di oricalco"; altresì, il termine è riportato in un poema attribuito ad Esiodo, Lo scudo di Eracle, dove sono citati  gli schinieri "di lucido oricalco, d'Efesto bellissimo dono".

Platone nel Crizia ci parla dell'oricalco in relazione alla mitica e misteriosa isola di Atlantide,  che gli dei avevano dato a Poseidone così chiamata dal nome del figlio maggiore, Atlante; l'isola sacra, una sorta di paradiso terreste, era fornita di tutto il necessario per vivere e offriva, inoltre, minerali,  metalli e oricalco, " che oggi è solo un nome ma che allora era più di un nome,  estratto dalla terra in molte parti dell'isola e, ad eccezione dell'oro, era stimato il metallo più prezioso fra gli uomini di allora". Era utilizzato in molte costruzioni: la terza cinta muraria che circondava la cittadella era ricoperta con "oricalco dai riflessi di fuoco"; il tempio sacro dedicato a Poseidone, posto  al centro dell'isola, aveva il  soffitto d'avorio e ornato con oro, argento e oricalco; anche le pareti, le colonne e il pavimento erano rivestite in oricalco. Infine i decreti stilati da Poseidone, che regolavano la vita di Atlantide, erano stati incisi su una colonna di oricalco che era situata all'interno del tempio dedicato al dio.

In epoche successive anche gli autori latini ci forniscono generiche informazioni sul prezioso metallo; in età romana imperiale la lega era utilizzata per la coniazione di alcune monete quali, ad esempio,  i sesterzi.
I trentanove lingotti presentano varie forme e hanno peso e lunghezza diversi: da un minimo di cm17 e un peso di gr 254  a un massimo di cm 32 e un peso di gr 1340.

Le analisi sono state effettuate da Dario Panetta della TQ (Tecnology for Quality) con il metodo della fluorescenza a raggi X dalle quali risulta che la lega dei metalli di cui sono composti i lingotti   è costituita  per l'80% da rame e per il 20% di zinco con tracce di piombo e nichel.
La presenza di porzioni lignee di fasciame e di alcune ordinate che emergono dai fondali nelle immediate vicinanze dei lingotti fa ipotizzare  che gli stessi fossero parte del carico trasportato dalla nave in arrivo a Gela che fece naufragio a pochi metri dalla costa.
Il rinvenimento di questo relitto e di parte del carico dimostra la ricchezza di Gela nell'antichità e la presenza di ricche e specializzate officine artigianali per la produzione di oggetti di particolare pregio.

Oltre ai lingotti, il mare ha restituito diversi reperti per la maggior parte integri che potrebbero far luce sull'epoca del naufragio della nave.
Fra i più significativi un exaleiptron  (cothon) di importazione corinzia con decorazione geometrica databile dalla seconda metà alla fine del VI secolo a.C.
Di produzione attica è invece una kylix a vernice nera decorata da una fila di palmette intervallate da fiori di loto su motivo ad anelli concatenati della fine del VI-inizi V secolo a.C.
Alle officine di Corinto, che produsse e commerciò diffusamente in tutto il bacino del Mediterraneo  i suoi prodotti, si può attribuire l'anfora a corpo globulare destinata a contenere vino o olio  inquadrabile dal punto di vista cronologico tra la fine del VI-inzi del V secolo a.C.
Alla colonia  focese di Massalia (Marsiglia), rinomata per la produzione del vino, è riconducibile un'altra anfora a corpo ovoidale databile alla fine del IV secolo a.C.

Si sono rinvenute, inoltre, altre due piccole anfore: una potrebbe essere inserita nell'ambito delle  produzioni cosiddette corinzio-corciresi databili al III secolo a.C.; l'altra è probabilmente di produzione africana del IV secolo d.C.
Da sempre il mare di Gela, per la sua particolare posizione,  ha restituito nelle stesse aree  reperti di diverse epoche; pertanto, anche se la maggior parte degli oggetti può attribuirsi alla fine del VI-inizi del V secolo a.C., solo uno scavo sistematico potrà consentirci di avere una visione più puntuale dell'intero contesto e fornirci ulteriori preziose informazioni di grande importanza storico-commerciale per aggiornare la storia economica della Sicilia.

I primi ad individuare i preziosi reperti sono stati Francesco Cassarino e i volontari dell'Associazione "Mare Nostrum"; le indagini e il recupero coordinati dalla Soprintendenza del Mare sono stati effettuati con la collaborazione della Capitaneria di Porto di Gela, del nucleo sommozzatori della Guardia Costiera di Messina, del nucleo sommozzatori della Guardia di Finanza di Palermo e di Francesco Cassarino.

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