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sabato 7 febbraio 2015

‘RICERCA E PERDIZIONE’ Lillo Bartoloni in mostra alla Libreria Moderna

Idealmente ispirata ad uno dei capolavori di Isaac Bashevis Singer, 'Ricerca e perdizione', ed in generale alla letteratura ed alla cultura yiddish, la mostra di Lillo Bartoloni che si aprirà venerdì 27 febbraio 2015 presso la Libreria Moderna di Rieti (via Garibaldi 244) sarà l'occasione per un doppio appuntamento di confronto ed approfondimento, artistico e letterario. 

Alle ore 17.00, infatti, Manuela Marinelli terrà una conversazione/intervista con l'artista ed a seguire, alle ore 18.30, Monica C.Storini e Luca Vannozzi si confronteranno sulla personalità e l'opera di Singer, con letture a cura di Rossella Russo.



La mostra, curata da Barbara Pavan, promossa da Studio7 Arte Contemporanea, riassume attraverso una selezione di lavori di diversi periodi, il percorso artistico di Bartoloni, sul filo dei temi cari all'autore tra i quali appunto la letteratura mitteleuropea che da molti anni popola ed ispira il mondo delle sue opere. 

'(…) Un mondo -  scrive Tania Belli - che Bartoloni, dalla sua peculiare prospettiva di una cultura sensibile ed attenta (attenta finanche al minimo dettaglio, da cui è attratto inesorabilmente), e di una maturità artistica solida e seria (indiscutibilmente attratta dalla tradizione yiddish), cerca di raccontare, facendocene appassionare; come, del resto, lui stesso ne è innamorato (benché velandosi di ironica malinconia), quale curioso ed insaziabile viaggiatore dello spazio e dei sentimenti. Insomma, Bartoloni, artista sperimentatore e poliedrico, uomo capace ancora di meravigliarsi, oltre il tempo e l'età, aspira a trasmettere e rivelare l'esperienza del vivere, con la quale prova una indubbia e viscerale empatia, in espressione artistica (…)'.
                                                        
Lillo Bartoloni è stato allievo di Cesare Vivaldi, storico direttore dell'Accademia di Belle Arti di Roma, che inquadrava il primo periodo del suo lavoro nel panorama dell'art brut, l'arte di folli, per inserire successivamente Bartoloni nella corrente del pop espressionismo. Bartoloni ha all'attivo numerose mostre in Italia ed all'estero in ambito pubblico e privato. 

Tra queste segnaliamo le esposizioni del Lubrina Atelier di Parigi, della Bronfman Gallery di Washington e della QV Gallery di Newport, della Galleria L'hebraica di San Paolo in Brasile, del Museo Jaghellonco a Cracovia e della Galleria Prosna Street a Varsavia. In Italia, tra gli altri, le sue opere sono state esposte a Roma (Ex Mattatoio e Palazzo Braschi). A febbraio la mostra dal titolo 'Cammelli' sarà ospitata in Libano presso il Beirut Art Center.

Scheda tecnica:

Titolo:                                                 Ricerca e perdizione
Artista:                                                Lillo Bartoloni
A cura di Manuela Marinelli e Barbara Pavan.
Date:                                                   27 febbraio – 27 marzo 2015
Inaugurazione                                     venerdì 27 febbraio 2015 ore 17
Sede espositiva                                   Libreria Moderna
Via Garibaldi 244
02100 Rieti
Ufficio stampa e coordinamento:        Studio7
Info mostra e orari                              tel.320.4571689;
Fb Studio7 Arte Contemporanea
Ingresso libero.

venerdì 6 febbraio 2015

Al Chiostro: mostra “Il verde risolve” Dal giardino delle delizie al nostro verde quotidiano 1980/2015 di Ugo La Pietra

UGO LA PIETRA      

"Il verde risolve" Dal giardino delle delizie al nostro verde quotidiano 1980/2015

Il Chiostro arte contemporanea, 
Saronno – Viale Santuario 11

Inaugurazione:
Sabato 7 marzo 2015 ore 18

                                

A termine della grande personale in corso alla Triennale di Milano, Ugo La Pietra sarà coinvolto in un nuovo progetto dal titolo "Il verde risolve" , con una mostra alla galleria il Chiostro arte contemporanea di Saronno, durante la quale sarà presentato il volume "Dal giardino delle delizie al nostro verde quotidiano" , che include una prefazione di Marco Meneguzzo e il prologo di Riccardo Zelatore, Corraini Edizioni.

La Pietra ha concentrato, fin dai primi anni Ottanta, molto del suo lavoro di ricerca nel tentativo di coniugare
la concettualità degli anni Sessanta / Settanta con la crescita di un sempre maggiore sviluppo della spettacolarità:
Il giardino del Settecento: luogo per una piacevole sosta (spettacolarità) e per la contemplazione (concettualità).

Il giardino del Settecento è stato il modello a cui La Pietra ha fatto riferimento nel suo percorso di ricerca, a volte in modo diretto, ma più spesso come riferimento ideale, per la contemporanea presenza, nelle sue opere, delle due categorie che lo caratterizzano: spettacolare e concettuale.

La ricerca di quegli anni, "Il giardino delle delizie", si confronta con la recente lettura da parte dell'autore del verde urbano presente oggi nelle nostre città: "il nostro verde quotidiano".

L'architettura urbana si ostina a costruire usando il verde come elemento capace di assolvere o "risolvere" diverse funzioni, spesso dimenticando che il verde, al contrario del costruito, ha una vita propria e un proprio sviluppo nel tempo e che ha sempre avuto "la meglio" sull'architettura!

Il verde oggi è troppo spesso ridotto a strumento per aggiustare, correggere, completare, nascondere, migliorare gli errori, le manchevolezze, le incompetenze e la faciloneria di certi creativi (architetti, urbanisti, allestitori…) nell'affrontare i vari problemi ambientali che di volta in volta si trovano a dover "risolvere".

Opere in mostra: tele, disegni, fotomontaggi, ceramiche dal 1980 al 2015.

Catalogo: "Dal giardino delle delizie al nostro verde quotidiano" con una prefazione di Marco Meneguzzo e prologo di Riccardo Zelatore, Corraini Edizioni

Durata                     Mostra in corso fino al 10 aprile 2015
Orario:                    da martedì a venerdì 10/12.30 – 16/18.30
                                  sabato e domenica 10/12.00 e pomeriggio su appuntamento
Info:                        www.ilchiostroarte.it - info@ilchiostroarte.it – telefono +39 02 96 22 717    

“Metamorfosi dei Corpi”. STUDI D’ARTISTA presso lo spazio Andrea Zucchi a Milano



STUDI D’ARTISTA


Gentucca Bini, Sergio Colantuoni, Amilcare Incalza, 
Malena Mazza Saverio Palatella, Andrea Zucchi.
Da Martedi 10 a domenica Febbraio 2015 

Ore 18-21 presso 
lo spazio Andrea Zucchi  Via Savona 97 – Milano


In occasione della prima collettiva di “Studi d’artista” voluta dalla piattaforma Undo.net , lo spazio ANDREA ZUCCHI di via Savona 97 a Milano organizza una mostra che coinvolge 6 artisti che esporranno le proprie opere sul  tema “Metamorfosi dei Corpi”.

Studi D’artista è un festival che vuole presentare al pubblico come si sviluppa il primo grado della produzione artistica, terreno basilare e spontaneo di esperienza e ricerca. 

Durante Studi, questi spazi di lavoro diventano luoghi espositivi aperti a tutti ed intende quindi offrire una panoramica, favorendo lo sviluppo di una rete e il dialogo tra i singoli artisti e la città.

Il tema abbraccia l’immagine interpretata attraverso la posa del corpo, raccontato da disegni, fotografie, abiti e dipinti. 

Tutte espressioni di vita sociale in una  visione  comunicata con un linguaggio  contemporaneo, spietato e scarnificato a volte adulterato che vede nella metamorfosi dei corpi, l’essenza della realtà.

Serata inaugurale mostra d'arte di Alessandra Mussolini

Laurito, Mussolini, Radini Tedeschi
Grande successo a Roma per la personale di Alessandra Mussolini


Importanti ospiti al vernissage della personale "Graffi" di Alessandra Mussolini svolto ieri presso la Galleria  Plus Arte Puls di viale Mazzini 1 in Roma. 

Mussolini, Gasparri
Presenti l'onorevole di Forza Italia Maurizio Gasparri, l'attrice, presentatrice ed artista Marisa Laurito, il critico d'arte Daniele Radini T
edeschi commissario alla Biennale di Venezia, il giudice della Procura Generale della Repubblica Antonio Marini, il noto principe Carlo Giovannelli e molti altri.


Maria Scicolone
La mostra,
che rimarrà aperta fino all'8 febbraio, disvela un estro artistico scoperto solo da qualche mese dalla nota europarlamentare ma diventato talmente prorompente da non poter essere ignorato: "Non so quello che è successo, sono anche un po'
Il Giudice Marini, Mussolini
preoccupata -scherza la Mussolini- ma ad un certo punto ti scatta qualche cosa, in modo anche violento, e diventa un modo per tirare fuori quello che hai dentro e che non hai mai detto, che è sconosciuto anche per te".
I familiari, racconta, sono rimasti più sorpresi di lei: "Mia madre non ci credeva, mia sorella mi ha detto 'Ma quando mai li hai fatti tu, li hai comprati?'. Solo dopo che ha visto i pennelli e i colori ci ha creduto".

Mostra d'arte contemporanea nel web: DOMENICO CORNACCHIONE PAESAGGI URBANI IN EVOLUZIONE - SPAZIO VIRTUALE. Dal 4 marzo al 5 aprile 2015

Fare arte nel web è possibile, e non rappresenta nemmeno una novità assoluta. 

Uscire dai consolidati circuiti dell'arte contemporanea è, forse, un dovere per gli artisti d'oggi. Trovare nuove forme di diffusione artistica è un gesto d'avanguardia. 

Già dai primi anni '90 l'arte si è insinuata nel nuovo spazio virtuale tentando di sfruttarne l'evidente potenziale globale di condivisione, nonostante questo, però, resta spesso un prodotto di nicchia, difficile (o impossibile) da commercializzare e quindi di poco interesse. 

Domenico Cornacchione, artista attivo soprattutto in scultura, abbandona per un attimo le sue "Azioni Scultoree" per dedicarsi al progetto "Paesaggi Urbani in Evoluzione", una serie di lavori che vanno dalla fotografia alla pittura, dalla scultura alla video arte passando per l'arte digitale. 

Paesaggi Urbani in Evoluzione, presentato in anteprima nel maggio 2014, diventa ora una "mostra digitale" dal titolo "Paesaggi Urbani in Evoluzione - spazio virtuale" fruibile solo attraverso la rete, una mostra dal chiaro sapore ambientalista e che, grazie alla simultaneità della fruizione globale, vuole stimolare una discussione attiva con il pubblico che qui diventa utente. 

Cornacchione cerca un pubblico/cittadino attivo, critico, vuole rompere il tradizionale silenzio delle sale museali e intraprendere una discussione altrettanto silenziosa nei toni, ma vivace e costruttiva nei termini e nei contenuti, mirata a stimolare la presa di coscienza individuale sulla tutela dell'ambiente. Parlare di ambiente è, per Cornacchione, un dovere; la presa di responsabilità individuale è un obbligo.
 
Una continua rincorsa dentro una metropoli in costante espansione su un territorio ridotto a una griglia quadrettata e senza identità, questo è il progetto "Paesaggi Urbani in Evoluzione". 

Una mostra on line, curata dall'artista stesso, che comprende una serie di immagini digitali, pubblicate sul sito dell'artista www.domenicocornacchione.it e su altri siti e blog, tra cui Associazioni Ambientaliste, enti pubblici, musei e gallerie (l'elenco completo dei siti sarà fornito in seguito). Siti e blog che diventano, per un mese, spazio espositivo.

Perno della mostra è l'opera video realizzate da Cornacchione e pubblicata su YouTube e su Vimeo. Un video a disposizione di tutti, a patto che sia trasmesso solo in modalità on line e mai scaricato, un video prodotto direttamente per il web, e pensato appositamente per essere esposto in questa mostra senza un luogo fisico preciso, ma contemporaneamente in tutto il mondo. 

Cornacchione ci fa vedere le nostre città da una prospettiva insolita, di solito dall'alto. Ci tira fuori dal paesaggio urbano e ci costringe a guardarlo in maniera asettica, non siamo più in grado di esprimere un giudizio su quello che stiamo guardando, non riusciamo a capire perché la vista di un territorio ridotto a una griglia da riempire con nuovi palazzi non ci disturba come dovrebbe, anzi, ci incuriosisce, ci appare naturale, come se la fine di quel territorio non potrebbe essere che quella. 

Siamo addirittura contenti se riusciamo a riconoscere la città rappresentata, e ci pare di aver avuto un'attenzione particolare se nell'immagine che abbiamo di fronte ci appare il nostro quartiere. La nostra reazione è identica, non importa se nell'immagine di fronte a noi vediamo un centro storico con le sue chiese e monumenti o una spoglia periferia mal disegnata (o non disegnata affatto). 
Cornacchione ci mette in chiaro la nostra rassegnazione all'evoluzione, che sia essa positiva o negativa.


giovedì 5 febbraio 2015

TOPOPHILIAS :: Kreuzberg Pavillon, Berlin :: 14.02.2015 :: 8pm


OPENING 14.02.2015, 8pm 
TOPOPHILIAS
REBECCA AGNES - STEFANIA MIGLIORATI - IVANA SPINELLI
L'artista è un radicante, un rizoma, ripensando alla definizione deluziana-guattariana del termine nel capitolo omonimo di Mille Piani. Un rizoma è una radice, ma di un particolare tipo. Una radice che non vive di vita propria ma come protuberanza che si sviluppa da un'altra. La sua principale funzione è quella di riserva di sostanze che permettono la vita della radice a cui è attaccato. Potremmo definirla una radice-relazionale.

Un'illuminante pensatore del nostro tempo, Éduardn Glissant, difensore della diversità e dell'unicità che tutti ci distingue scrive:

Non è per il fatto di essere aperte che le identitàrelazione non sono radicate. Ma la radice non è più un perno, an chouk, non uccide più quello che trova intorno a sé, corre (…) a incontrare altre radici con le quali condivide il succo della terra. Così come sono esistiti gli Stati-nazione, ci saranno nazionirelazioni. Come ci sono state frontiere che separano e distinguono, ci saranno frontiere che distinguono e collegano, e che non distingueranno se non per collegare.

Il lavoro di Stefania Migliorati, Geografie domestiche, parte da quest'idea di radice che vive proprio della relazione con l'altro. Una serie di fotografie lavorate a computer e stampate su carta d'acquerello ritraggono una serie di piante regalate all'artista da vari visitatori che passarono per il suo appartamento di Berlino: ad ogni pianta corrisponde nella fotografia il nome di colui che la regalò, il nome biologico della pianta, il suo paese di provenienza. 

Le piante nell'immaginario dell'artista registrazione delle persone che passarono per la sua casa e le fecero questo regalo. Sono tracce di identità, metamorfosi di un passaggio. Il lavoro dell'artista si fa metafora di una botanica classificazione spaziale e relazionale, un catalogo degli incontri, dei passaggi, fermati in questi disegni, come testimonianze delle persone che passando per la casa dell'artista diedero inizio a quel legame relazionale che la pianta testimonia.

La "stanza superflua" presente nel vecchio appartamento di Mitte, permise all'artista di ospitare molte persone per periodi più o meno lunghi. L'artista chiedeva a ogni visitatore di lasciare nel Libro degli Ospiti un disegno, un pensiero, un ricordo legato alla permanenza nella sua casa. 


Il libro si fa dunque memoria di uno spazio e della condivisione quotidiana tra l'artista e gli ospiti che vi passarono tra il giugno 2008 e il marzo 2013, quando si è trasferita in un'altra casa in un diverso quartiere perchè nel palazzo dove si trovava sono cominciate opere di ristrutturazione; L'opera è un documento di tracce, condivisioni che l'artista rivive nel gesto del ricamo: disegni e parole scritte vengono ricamati a mano dall'artista, a filo d'erba, e riportati su stoffa. 

Rebecca Agnes si riappropria in questo modo dei loro gesti; ripercorre la presenza dell'altro, non solo con il ricordo, ma attraverso la più diretta gestualità mnemonica.

Ivana Spinelli comincia qualche anno fa ad osservare e disegnare le cellule delle radici, scoprendo poi (attraverso la neurobiologia vegetale) che quel micro-mondo complesso è un sistema pienamente intelligente che entra in relazione e comunicazione tra il suo interno e il mondo esterno. 


Rileggendolo in scala macroscopica, il lavoro dell'artista si fa metaforica lettura dell'umana tendenza alla relazione e al contatto con l'altro, come le cellule, che contaminandosi tra loro danno vita a nuove forme particellari.  

Cannot see all è il titolo dell'opera un'installazione composta da un disegno eseguito a matita e inchiostro di china, ed elementi scultorei che continuano il disegno nello spazio. Movimenti minimi di fusione e separazione. Incontri vitali. Non completamente visibili (dunque non completamente disegnati). È di questi dettagli minimi che si compongono i nostri rapporti e le nostre relazioni. 

Di questi dettagli sfuggenti e non del tutto decifrabili, si formano le nostre infinite interconnessioni, con altri esseri umani e con tutto il non-umano (natura, luoghi, oggetti..). L'artista prova a cercare nelle cellule delle radici questo tutto relazionale di cui si compongono le nostre esistenze, ma sa di non poter vedere tutto; il contatto è invisibile agli occhi.

L'altro vive in noi e noi viviamo nell'altro. L'artista, al quale la relazione con l'altro è implicita, vive di questi contatti, di questi gesti scambiati, ripetuti, condivisi. Vive sul confine, tra sé e l'altro, fedele alla sua unicità, e aperto alla relazione che ogni rizomatica radice richiede per rimanere in vita.


                                                           Arianna Miotto

_
*Patrick Chamoiseau, Édouard Glissant, Quando i muri cadono, Edizioni Nottetempo, Roma, 2008

Mostra HESTIA. La dimora, cinque artiste e una divinità - dal 21 marzo presso ABC, Bologna


 

presenta

 

 

HESTIA

 

La dimora, cinque artiste e una divinità

 

«Αφ' Εστίας άρχεσθαι» significa "iniziare con Hestia",

 cioè iniziare bene, dal punto giusto, una cosa

 

 

 

 

ABC – Bologna

Via Alessandrini, 11

 

21 marzo – 15 maggio 2015

 

 

Apre sabato 21 marzo, alle ore 18, presso la sede di ABC in centro a Bologna, la mostra hestia. La dimora, cinque artiste e una divinità, una collettiva tutta al femminile curata da Maura Pozzati, e fortemente voluta da ABC, da sempre capace di spaziare nei generi più distanti con accuratezza e precisione.

 

Cinque artiste si sono date appuntamento in una dimora bolognese recentemente diventata spazio espositivo, per esplorare con linguaggi diversi l'universo della "casa": la casa come spazio architettonico, ma anche come dimensione intima in cui si conservano oggetti e ricordi. La casa, la "dimora", è uno spazio circoscritto ma così universale e centrale per lo sviluppo dell'essere fin dall'antichità, da avere una divinità a sua protezione: hestia.

 

Come guidate dallo spirito della divinità, Paola Angelini, Valentina D'Accardi, Marina Gasparini, Sabrina Muzi e Anna Rossi, artiste che si sono distinte nel panorama dell'arte contemporanea attuale, porteranno in mostra ad ABC una suggestiva lettura di questo luogo.

 

Nella mitologia greca Hestia è la divinità votata alla protezione della dimora, della casa e del focolare; è una dea minore, tra le meno conosciute, che viene però tenuta in grande onore, e nei sacrifici consumati nell'ambiente domestico, viene invocata e riceve la prima offerta.

Gesti e attitudini che attingono a un universo storicamente femminile si intingono invece di una valenza universale e sociale poiché esplicitano come «Le piccole cose domestiche e i gesti quotidiani che compiamo in casa sono gli aspetti umani comuni a tutti e sono probabilmente anche assai importanti per sviluppare il ragionamento morale e formulare la nozione di bene comune.»

Nel percorso espositivo, la casa non sarà rappresentata solo dal punto di vista architettonico, ma anche nella sua dimensione temporale che ben riesce a comunicare il trittico di nature morte di Paola Angelini. Uno Studio di Luce, realizzato dall'artista durante un soggiorno in Norvegia, paese in cui i fiori e gli oggetti sono i metronomi di una scansione temporale interiore: «gli stessi fiori appaiono ripiegarsi su se stessi e gli oggetti tremare e cadere. Per Paola Angelini il tempo diventa davvero "visivo"».

 

L'interpretazione di Valentina D'Accardi conduce all'identificazione del tema della dimora con la donna e con la stessa Hestia. Fotografie in bianco e nero ritraggono una donna bella, casta e pura, perché lontana dal mondo delle guerre e delle passioni, che sta a protezione della casa perché è fisicamente dentro di essa, alla finestra. «[…] la finestra è una soglia merlettata e bianca, una "grata" attraverso cui parlare sottovoce, una pellicola tra il dentro e il fuori […]».

 

Marina Gasparini interpreta la dimora con un'installazione in scala 1:1 che riproduce una cucina da cui poi si intravedono altre stanze e spazi. Walking words on four walls è ingombrante ma leggera e in essa la dimora è racchiusa nel filo rosso che "cuce" insieme i suoi lavori, fatti di oggetti domestici e di parole rubate ad attimi di poesia fatte con un filo rosso che cuciono spazi abitativi che si possono percorrere, guardare, toccare ed esplorare entrandoci: «Un incantesimo […] per entrare in una dimensione metafisica, dove l'orologio non esiste più e dove i gesti ripetutamente eseguiti ordinano la nostra vita».

Le opere di Sabrina Muzi cercano invece nell'armonia con la natura lo spirito di quel focolare che originariamente era fissato nel suolo, «l'ombelico attorno al quale la casa si radica nella terra, la terra intera, che diventa casa di tutti gi uomini». Nello spazio della dimora l'artista ha creato un campo energetico-rituale che ricorda i riti dello sciamanesimo siberiano, in una serie di immagini con cui si tenta di ristabilire il patto con la natura: sull'immagine in bianco e nero dell'artista germogliano semi e piante, radici e tuberi che diventano ornamenti e abbellimenti, come nelle maschere antiche:  «metafisicamente ogni volto è per sempre, purché sia un volto vero ed esprima un daimon», titolo delle opere.

Anna Rossi presenta "gli umori della famiglia R.", lavoro inedito concepito per questa mostra che trasforma la stanza in un ricordo comune, legato all'infanzia, alle parole e ai gesti quotidiani delle madri. Una stanza tappezzata di fazzoletti di ogni colore e fattezza, una sorta di protezione di sé e di volontà di restituire a quella frase: "Hai preso il fazzoletto?" tutta la dolcezza del gesto materno, la cura verso il bene più grande, come se davvero il fazzoletto potesse allontanare ogni dolore.

 

Maura Pozzati

Nasce a Bologna dove nel 1993 si laurea in Storia dell'Arte Contemporanea, Facoltà di Lettere e Filosofia, con Pier Giovanni Castagnoli e Renato Barilli; è stata curatrice del Dipartimento Didattico della Galleria d'Arte Moderna di Bologna, ha insegnato presso l'Accademia di Belle Arti di Carrara e insegna Storia e metodologia della critica d'arte presso l'Accademia di Belle Arti di Brera. Tra le numerose mostre curate per spazi pubblici e gallerie le ultime sono state Bruno Pinto "Carte", Palazzo Ducale, Pavullo sul Frignano (2012) Christian Jankowski "Magic Numbers", Fondazione del Monte, Bologna (2013), Flavio Favelli, "La vetrina dell'ostensione VI", Oratorio San Filippo Neri, Bologna (2014. Collabora dal 2001 con il Corriere di Bologna e da gennaio 2013 è membro del Consiglio d'Amministrazione della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, con delega alle attività culturali.

 

Paola Angelini

Nasce a San Benedetto Del Tronto nel 1983. Nel 2008 si diploma in Pittura presso l'Accademia di belle Arti di Firenze. Nel 2011 frequenta il laboratorio di Arti Visive presso l'università IUAV di Venezia, con Bjarne Melgaard, e lo stesso anno espone all'interno del padiglione Norvegese alla 54° Biennale di Venezia, nella mostra dal titolo "Baton Sinister" curata dallo stesso Bjarne Melgaard. Nel 2012 inaugura la sua prima mostra personale ad Oslo nella Galleria Rod Bianco. Ha ricevuto diversi riconoscimenti tra cui il Premio Level 0 - ArtVerona 2014, artista selezionato da Cristiana Collu, per Museo MART, Rovereto (Italy). Nel 2014 è stata in residenza per tre mesi presso Nordic Artists Centre Dale (NKD, Norvegia), da cui è nata la sua ultima mostra personale dal titolo "Regio" (Galleria Massimodeluca, Mestre). Da Febbraio 2014 per un anno è stata in residenza presso La Fondazione Bevilacqua la Masa di Venezia. Vive e lavora a Venezia.

 

Valentina D'Accardi

Nasce nel 1985, e vive e lavora a Bologna.Diplomata con un Triennio in Comunicazione e Didattica dell'Arte, si specializza in Pittura. Nel 2010 viene scelta da Roberto Daolio come rappresentante dell'A.B.A di Bologna per una mostra personale allestita all'interno del padiglione italiano di MULHOSE 010 (Mulhouse, Francia), evento correlato ad ArtBasel.Nel 2014, come collaboratrice di Giovanna Caimmi, Docente del corso di Metodologia Progettuale per la Comunicazione Visiva presso l'ABA di Bologna, viene chiamata come Visiting Professor presso l'Università di Lisbona per un workshop agli studenti di Disegno della Facoltà di Belle Arti, nell'ambito del Progetto Erasmus.

 

Marina Gasparini

Nasce a Gabicce Mare (Pesaro Urbino). Dopo gli studi all'Accademia di Belle Arti di Ravenna, ha iniziato la sua attività artistica negli anni '80 a Bologna. A partire da metà degli anni '90 ha adottato l'uso della tecnologia nel suo percorso artistico e dal 2000, ha preso parte a progetti  on –line  e rassegne di net-art: Officina bit,  workshop a cura di U. Cavenago e M.Turner c/O Viafarini, Milano 2000, Polilab 2000  made in Neapolis, a cura di Gabriele Perretta, Cafe 9, network europeo a cura di Pierluigi Capucci, Bologna 2001; 5 sensi a cura di Edoardo Di Mauro, Torino, 2000 ; Fresko Y2k a cura di P.Capucci Bologna. Dal 2001, l'uso di materiali tessili è un elemento costante in tutta la sua produzione e nella realizzazione di alcuni workhops: Atlante di classe, presso l'Archivio del Libro d'Artista per Bambini alla Biblioteca Comunale di Merano, 2008, Mappe cucite, a Festivaletteratura Mantova 2009, Mapping Salamanca all'Universidad de Salamanca (2010) Archiscapes Oulun Taidemuseo Oulu, (Finland) 20012, String potrait of Galesburg, presso Midwest Studios, Galesburg, Illinois, Alfabetlanti Universidade de Lisboa, 2015.Dal 1996 ha insegnato presso le Accademie di Belle Arti di Ravenna, Venezia e Bologna.

 

Anna Rossi

Nata a Gorgonzola (MI) si è diplomata in pittura all'Accademia delle Belle Arti di Brera di Milano. Vive a Bologna dove affianca all'esperienza artistica quella dell'allestimento museale. Tra le mostre collettive recenti si segnala – 2013 Autoritratti. Iscrizioni del femminile nell'arte italiana contemporanea, da un'idea di U. Zanetti, MAMbo – Museo d'Arte Moderna di Bologna / Bebo, Casabianca, Zola Predosa (Bo) – 2014 Cuore di Pietra. Un progetto di Public Art a Pianoro, Pianoro (Bo) e la mostra personale Eden, Spazio9, Bologna

 

Sabrina Muzi

Vive e lavora a Bologna. Nel 2007 è invitata al programma internazionale di residenza "IASK-Changdong Art Studio" del Museo d'Arte Contemporanea di Seoul, nel 2010 a trascorrere tre mesi al "943 Studio Residency Program" a Kunming in Cina, nel 2012 è una delle vincitrici del Premio Terna, nel 2013 ottiene la Fellowship Taipei Art Residency.

Tra le sue recenti partecipazioni: "ArtSite", Castello di Buronzo, Vercelli, "Ceremony" Cross Gallery, Treasure Hill Artist Village, Taipei; "personale/Mutaforma" Galleria Dislocata, Vignola; "Apulia Land Art Festival", Specchia, Salento; "Video Play Celebration" L'Avana, Cuba; "Pratica Naturale, Fondazione Sensus, Firenze. Artista selezionata per far parte dell'archivio ItalianArea del DOCVA, presente in Lab Yit – Italian Contemporary Art Platform in China e nell'archivio CareOf di Milano. I suoi video sono distribuiti da VisualContainer, Milano.

 

 

informazioni utili

 

Titolo Mostra: HESTIA. La dimora, cinque artiste e una divinità.

 

A cura di: Maura Pozzati

 

Conferenza stampa e preview: Venerdì 20 marzo ore 13

 

Data inaugurazione: Sabato 21 marzo 2015, ore 18 su invito

 

Sede espositiva: ABC, Via Alessandrini 11 – Bologna

 

Periodo di apertura al pubblico: 21 marzo / 15 maggio 2015

 

Orario di apertura: dal martedì al sabato - dalle 17.30 alle 19.30 / Domenica e lunedì chiuso

 

Ingresso: gratuito per i soci

Euro 3 per il pubblico

 

Contatti per il pubblico:

abc.bo@libero.it  Tel: 320 918 83 04

 

Link utili Sito web: www.abcbo.it/abc; Facebook: Abc.bo

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