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lunedì 27 gennaio 2014
Mostra "MONET au cœur de la vie" > Pavia, Scuderie del Castello Visconteo
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Mostra Eni Raffaello a Foligno: Quasi 50 mila visitatori in una settimana (nota stampa)
Mostra Eni Raffaello a Foligno: Quasi 50 mila visitatori in una settimana. Grande successo per il capolavoro, dopo due secoli di ritorno a Foligno
San Donato Milanese (Milano), 27 gennaio 2014 - Sono stati quasi 50 mila i visitatori della mostra organizzata da Eni a Foligno nella Chiesa del Monastero di S. Anna, in collaborazione con i Musei Vaticani, il Comune e la Diocesi di Foligno. Uno straordinario successo che ha visto una media di oltre 7000 visitatori al giorno ammirare il capolavoro di Raffaello.Numeri da record, dopo i 240 mila della mostra di Milano a Palazzo Marino, in considerazione dei 56 mila abitanti di Foligno.
L'esposizione della Madonna di Foligno ribadisce il legame profondo col territorio che rende Eni capace di cogliere le aspettative della comunità, promuovendo eventi con carattere di straordinarietà e favorendo un nuovo modo di promuovere la cultura.
L'intera popolazione folignate ha festeggiato dopo due secoli il ritorno a casa della Madonna e si è messa in fila per ammirare l'opera. Tra coloro che hanno ammirato il dipinto l'arcivescovo di Perugia Gualtiero Bassetti e il presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini.
Come la città ha vissuto l'evento, è dimostrato dalle numerose iniziative che hanno animato la città durante tutta la settimana di permanenza del capolavoro: dal "Coro Ad Cantus" di Spello che ha intonato in occasione di San Feliciano, patrono di Foligno, canti medioevali mariani, intervallati dalle orazioni volute dal Vescovo per onorare la presenza del dipinto, alla preghiera scritta da Monsignor Gualtiero Sigismondi e consegnata ai visitatori per sottolineare l'importanza pastorale dell'occasione, alle confezioni di cioccolatini e biscotti realizzati per l'occasione con l'effige e con i dettagli tecnici e storici dell'opera, fino alla libreria storica con tutta la vetrina dedicata al dipinto. L'esposizione della Madonna di Foligno e' stato un evento culturale e spirituale unico che ha emozionato e lasciato un ricordo indelebile negli occhi dei folignati.
Grazie a Eni e ai Musei Vaticani è stato esaudito il desiderio da tempo manifestato dalla città di Foligno di riavere, anche se per un breve periodo, il capolavoro di Raffaello la cui storia è tanto legata al suo territorio.
La formula del successo di Eni fonda le sue radici nella proposta culturale ed espositiva che la rende unica: momento di dialogo e ascolto col territorio che ha come obiettivo primario quello di raccontare un'unica opera, offrendo possibilità di inedite chiavi di lettura. Dunque non una mostra nel senso ordinario del termine ma l'esposizione, in un luogo "speciale" di un capolavoro, accompagnato da diversi strumenti di approfondimento con un'attenzione particolare rivolta ai più piccoli e alle scuole.
Approfondimento
Valeria Merlini e Daniela Storti, curatrici della mostra.
Nella Chiesa del Monastero di San'Anna è stata ospitata per oltre due secoli la Madonna di Foligno che deve la sua celebrità alla grandezza del suo autore, Raffaello. I documenti tacciono relativamente alle reali motivazioni e alle precise modalità in virtù delle quali l'opera fu trasferita nel 1565 dalla chiesa di Santa Maria in Aracoeli a Roma, per la quale era stata realizzata nel 1511-12 su commissione del folignate Sigismondo de' Conti, al monastero di Sant'Anna, in cui fu monaca per oltre sessant'anni suor Anna, nipote dello stesso Sigismondo.
L'iconografia del dipinto è ispirata a una storia narrata nella Legenda Aurea: nel giorno di Natale, la Vergine e il Bambino sarebbero apparsi ad Augusto, davanti al disco solare, circondati da angeli, e l'imperatore, rinunciando a farsi venerare come un dio, avrebbe riconosciuto la grandezza del Bambino e consacrato il luogo della visione alla Madonna. La Madre e suo Figlio sono rappresentati nella parte superiore della pala, al di sotto, sulla terra, San Giovanni Battista, San Francesco, il committente e San Girolamo, considerato il primo segretario pontificio, partecipano alla visione. L'armonia di linee e colori che governa la scena diviene dunque espressione dell'armonia celeste, dando forma all'invisibile. In primo piano, un putto presenta all'osservatore una tabula ansata priva di iscrizione, il cui significato ha interessato a lungo gli studiosi.
Sullo sfondo sono rappresentati due fenomeni celesti che illuminano un centro abitato: un arcobaleno dai colori poco definiti e un corpo infuocato che precipita su una casa. Quest'ultimo è stato variamente interpretato come bombarda, cometa o meteorite, ma va ricondotto, con ogni probabilità, alla scampata morte di Sigismondo che fu all'origine dell'opera. Il dipinto che vediamo oggi subì una delicatissima operazione di trasporto del colore dalla tavola alla tela, durante la sua permanenza a Parigi in età napoleonica. Questa operazione, considerata oggi fortemente invasiva, ha permesso però di conservare nel tempo questo capolavoro, giunto a noi intatto nella sua cromia originale. Ancora oggi il capolavoro del maestro urbinate continua a godere di una popolarità sorprendente che fin dal Cinquecento ha portato viaggiatori, pellegrini e visitatori appassionati a contemplarne la sublime bellezza.
venerdì 24 gennaio 2014
"Il Viaggio dell'Anima" - mostra antologica di E. Solari al Palazzo del Broletto di Como - 22 marzo/27 aprile 2014
martedì 21 gennaio 2014
Opening mostra "Muted Noise" di Hugo McCloud: martedì 4 Febbraio ore 18.30 Luce Gallery Torino.
sabato 18 gennaio 2014
CONCLUSA CON UNA PERFORMANCE LA MOSTRA DI SCULTURE IN METALLO
Anima gonfia che, che, che, che, che, che...
Lunedì 24 gennaio 2005 “Azione e Svantaggi”
- Azione; Si uccidevano in prossimità o nelle vicinanze delle loro case e cospargendoli di benzina gli si dava fuoco. Svantaggi; Il lavoro non veniva mai ben fatto ed i corpi rimanevano spesso semi carbonizzati. Si sprecava un sacco di preziosa benzina, e bisognava faticare non poco per procurarsi la legna necessaria abbattendo spesso molti amati e stimati alberi che i tedeschi apprezzavano sicuramente più degli ebrei.
- Azione; Si portavano nei boschi si uccidevano vestiti si scavavano delle fosse poco profonde e venivano buttati dentro. Svantaggi; Anche così i tedeschi scoprirono piuttosto presto che questo costava loro molta fatica per scavare le fosse e gettarvi i corpi dentro. Inoltre spesso se non si voleva o non si aveva il tempo di spogliarli i vestiti ed altro non era riciclabile e tutto andava perduto.
- Azione; Allora si pensò bene di portarli si! a fare una breve gita nei boschi ma prima di ucciderli gli facevano scavare la loro stessa fossa poi li facevano spogliare, li mettevano in fila nudi sul ciglio e sparandogli non dovevano neanche fare la fatica di spingere i corpi giù nella buca comune. Poteva capitare che qualcuno si ostinasse a non morire come da statuto, ed allora la povera truppa tedesca doveva faticare un po’ di più con qualche calcio qui e lì.Vi consiglierei poi di evitare la solita stupida riflessione “Visto la fine imminente avrebbero potuto rifiutarsi di scavare la fossa ,e tentare magari di scappare ribellandosi tutti insieme, sarebbero morti ugualmente, ma almeno…”. Ma almeno che? avete visto troppi film di Rambo e non avete mai assistito ad un uomo che muore con il cervello spappolato da un colpo di pistola Svantaggi; Si sprecavano molte munizioni, bisognava ricoprire la fossa ed era un procedimento molto lungo, ma incredibile a credersi questo non erano il vero problema. Il problema più grosso era costituito dalle conseguenze che riportavano i soldati del plotone di esecuzione che finivano per avere a seguito di ciò che facevano gravi disturbi psicofisici e molti di loro finivano per stare male e marcavano visita, alcuni impazzivano o scappavano, qualcuno addirittura si suicidava, ma nessuno si rifiuto mai di fare il proprio dovere. E se un essere umano preferisce suicidarsi piuttosto che rifiutarsi di eseguire un ordine credo debba essere oggetto di un attenta riflessione e forse a questi si! Che varrebbe la pena di scoperchiargli la testa per vedere come rimbalzano da una parte all’altra i neuroni del loro cervelletto. Probabilmente in maniera più interessante di quelli dei gemelli monozigoti vivisezionati dai nazzi-scienziati pazzi.
- Azione; A questo punto era chiaro che dovevano trovare altri sistemi più sbrigativi, meno faticosi, ma soprattutto meno shockanti e traumatizzanti per la truppa. Non fu difficile trovarli, infatti, è a questo punto che scesero in campo con tutta la loro creatività le menti più criminali partorite in seno al regime. Cominciarono ad utilizzare di volta in volta quello che l’occasione ed il territorio offriva. Pertanto, in un caso la comunità intera di un paese venne tutta rinchiusa in una sinagoga alla quale venne poi appiccato il fuoco non risparmiandosi di sparare raffiche di mitra sui bambini che alcuni genitori nella speranza di salvarli gettavano da alcune finestre che erano riuscite ad aprire. In altri casi specialmente nei paesi freddi del nord si approfittava dei vasti laghi ghiacciati nei quali si praticava un grosso buco dove venivano gettate centinaia di ebrei, e non solo, e poi richiuse. Dove non vi erano laghi si penso di sotterrarli vivi, E’ stata questa una delle scene più scioccanti che ho visto ieri incollato allo schermo con occhi secchi che non riuscivano a trovare il tempo di sbattere le palpebre per essere inumiditi. Ma finalmente arriva il colpo di genio, e qualcuno, credo a Treblinka ma potrei sbagliarmi, pensò per la prima volta di usare i gas. Quella prima volta usarono i gas di scarico degli automezzi, ma visto i buoni risultati non ci misero molto ad organizzarsi. Svantaggi; Pochi, se non quello di quegli odiosi cadaveri da eliminare ma alla quale trovarono ben presto una soluzione alla loro altezza e che gli procurerà parecchia fama ma di quella infame degna della loro infamia , i forni crematori.
- Azione; E quindi arrivarono i campi di sterminio di Aushwitz, Dachau e molti altri, organizzati per rendere le cose più semplici e sbrigative per tutti, sia ai carnefici, che a questo punto non dovevano far altro che sorvegliare ed impartire ordini, ai martiri che condannati a morte quasi potevano scegliere come morire, sparati, bastonati, gasati, fulminati sui fili di recinzioni, impiccati (i più volenterosi riuscirono a farlo anche da soli), poi c’era chi sceglieva di morire di fame regalando fino all’ultimo giorno quella poca schifezza che gli davano da mangiare ai propri compagni ecc. ecc.. Svantaggi; Nessuno, anzi qualche vantaggio visto che i tedeschi riuscivano così a procurarsi la materia prima a bassissimo costo per fare saponette ed affini. Quindi questa volta niente controindicazioni, la macchina della morte era riuscita a trovare la sua perfetta chiusura del cerchio. L’unica preoccupazione consisteva nel fatto di fare presto perché stavano, fortunatamente per tutti noi, perdendo la guerra.
Avete! Avete visto quanta volontà, quanta abnegazione, quanti sacrifici bisogna fare, ma soprattutto quanto sia importante la pratica, per imparare bene il proprio lavoro di assassini o più propriamente di sterminatori di massa?
- NNNNEMICI; Hanno cominciato con l’uccidere gli avversari politici o chiunque la pensasse diversamente, perché n-e-m-i-c-i del popolo tedesco di cui “solo Lui” voleva il bene.
- SSSSCOMODI; Per passare subito dopo a tutti coloro che pur pensando nella stesso modo erano però concorrenti s-c-o-m-o-d-i, e quindi traditori e spie al servizio del nemico.
- CCCCARITA; E quindi giunge finalmente il momento di cominciare a mettere in atto un po’ di c-a-r-i-t-à e misericordia aiutando tutti quei poveri malati di mente rinchiusi nei manicomi a porre termine alla loro sofferenza terrena. Certi di compiere quello che loro stessi desideravano più di ogni altra cosa, li aiutavano a trapassare felici e contenti visto che così facendo davano una mano anche alla loro madre patria nel risparmiare risorse ed energie importanti che poteva essere in questo modo spostate su fronti più produttivi e necessari al regime, tutto in nome della gloriosa collettività germanica
- DDDDANNOSI; Ben presto arrivò il turno dei leader, degli intellettuali, degli uomini più attivi ed intelligenti che avevano la sola colpa di essere ebrei, quindi d-a-n-n-o-s-i alla causa della comunità ariana.
- NNNNOCIVI; Da qui al passo successivo, e dichiarare tutti gli ebrei, zingari, negri ed altre etnie esseri inferiori, fu breve. Tutti gli uomini adulti di tali razze vennero considerati n-o-c-i-v-i al popolo dell’impero. Pertanto andavano espulsi od eliminati in qualche modo, anche perché non degni di calpestare la stessa terra della razza suprema.
- PPPPERICOLOSI; Dopo poco si decise di eliminare, quanto prima, tutti gli uomini dal sedicesimo anno di età delle etnie sopra citate considerati p-e-r-i-c-o-l-o-s-i per cui destinati a morire. Per il momento si escludevano dal massacro le donne ed i bambini con i quali non si era ancora deciso cosa fare.
- IIIINFERIORI; Quindi, arrivò l’ordine di eliminare anche le donne che avrebbero potuto partorire altri inutili esseri i-n-f-e-r-i-o-r-i.
- IIIINUTILI; Ma alla fine si decise di non tergiversare più e di ucciderli tutti, avendo però l’accortezza di cominciare dai i più deboli e malati insieme ai vecchi donne e bambini considerati i-n-u-t-i-l-i e pertanto un peso non più sostenibile dal grande stato.
Ma a questo punto sorgeva un problema… ammazzare tutta quella gente era un impegno troppo faticoso d’assolvere da soli cosi ebbero la brillante idea di farsi aiutare dagli stessi ebrei ed altri prigionieri. Nasce così la figura del “Capò” che in genere veniva assegnata ai più robusti degli uomini e delle donne. Altri ancora sani, e fisicamente sfruttabili, venivano utilizzati come schiavi per ogni tipo d’impiego, i più degradanti. Praticamente quello che all’inizio delle persecuzioni era considerata la condizione peggiore che ti potesse capitare, divenne ben presto la più ambita.
- 5,6–6,1 milioni di ebrei
- 3,5–6 milioni di civili Slavi
- 2,5–4 milioni di prigionieri di guerra
- 1–1,5 milioni di dissidenti politici
- 200.000–800.000 tra Rom e Sinti
- 200.000–300.000 handicappati
- 10.000–250.000 omosessuali
- 2.000 Testimoni di Geova
Pino Boresta
venerdì 17 gennaio 2014
Mostra “Per non dimenticare” - Incontro con l’artista Zanella
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