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lunedì 20 maggio 2013

Le sculture di Nicola Salvatore a Como

Sotto il segno della balena
sculture di Nicola Salvatore

 Parco di Villa Olmo, Como
26 maggio - 28 luglio  2013
orari: da lunedì a domenica 7-23
ingresso libero

Inaugurazione 26 Maggio ore 11.00
          
Villa Olmo, Via Cantoni 1, Como



Negli ampi spazi degli incantevoli giardini di Villa Olmo a Como, l'artista Nicola Salvatore firma un'imponente mostra allestita dall'architetto Giovanni Sammartano.

Ferro, bronzo, alluminio, acciaio lavorato e tessuti sono alcuni dei materiali con cui l'artista realizza sculture di grandi dimensioni che sorprendono il visitatore, entrando in dialogo con lo spazio naturale che le ospita. Tema comune è la balena, icona che accompagna sin dall'inizio il percorso artistico di Salvatore. Presenza ricorrente nelle sue opere, il mammifero leggen-dario è per l'artista simbolo di ricerca interiore.
Grazie alle loro qualità cromatiche le sculture di Nicola Salvatore nei giardini di Villa Olmo creano un perfetto accordo visivo con l'architettura circostante. 

Un catalogo in più lingue, che presenterà le foto delle opere installate nei giardini, verrà pubblicato durante la mostra, corredato da un testo di Aldo Spoldi - amico e collega di Salvatore - che a riguardo scrive:

Nicola Salvatore? Un bello e simpatico enigma.
Creativo e sperimentatore come artista, accorto, sensibile, determinato e inventivo come professore.
Nicola Salvatore ha un amore costante per un grosso mammifero: la balena, regina dei mari e grande madre degli oceani.
Non sono un caso i suoi successivi amori per le navi e, in tempi più recenti, per le case.
Balene, navi e case sono pance che contengono, dispense che danno da vivere, sono mammiferi.
La balena non è solo quella che solca i mari, ma anche quella che ospita Giona e Pinocchio.
Lo stesso vale per la nave, che una sua possibile etimologia la identifica come quella che nutre.
Mammifero è anche la casa che non solca i mari, ma si fonda sulla terra. Dal mobile si passa all'immobile nel cui ventre si vive.

L'esposizione si svolge in contemporanea alla mostra La città nuova. Oltre Sant'Elia. Cento anni di visioni urbane, allestita negli spazi interni della Villa, mostra che, prendendo le mosse dai disegni futuristi di Antonio Sant'Elia, illustra attraverso un centinaio di opere, tra dipinti, disegni,



modelli, filmati, installazioni di artisti, architetti, registi hanno pensato tra 1913 e 2013 alla città del future. Rappresentati nella rassegna, oltre a Sant'Elia, Umberto Boccioni, Fernand Léger, Mario Sironi, Le Corbusier, Frank Lloyd Wright, Fritz Lang, Yona Friedman, Archizoom, Superstudio, Chris Burden, Carsten Höller, Cao Fei.


Nicola Salvatore nasce a Casalbore (Av) nel 1951, vive e lavora a Como e Marrakech. Dal 1995 è titolare di una cattedra di pittura presso l'accademia di Belle Arti di Brera, Milano, dove ha dato vita al progetto "Trattoria da Salvatore", connubio inedito tra arte e cibo.
Salvatore è un esploratore della materia, della creatività  e dell'arte; il suo percorso artistico è segnato da una presenza ricorrente: la balena. Il mammifero leggendario è per l'artista, sin da studente e nelle sue prime mostre personali, simbolo di ricerca interiore. Già durante i primi anni di attività Salvatore è stato invitato a partecipare ad alcuni dei più importanti eventi artistici contemporanei, in Italia e all'estero (Quadriennale di Roma; Biennale di Parigi, Biennale di Venezia).
Tramite numerose committenze pubbliche e private sono molte le opere di Salvatore presenti sul territorio italiano. L'artista è stato curatore dell'arte a bordo delle navi di Costa Crociere dove sono presenti molte sue opere.




Informazioni: Ufficio cultura, comune di Como, tel. 031 252352 - cultura@comune.como.it

domenica 19 maggio 2013

comunicato stampa





COMUNICATO STAMPA
 
 
 
La mostra di arte contemporanea Suppertime, curata da Askosarte e ospitata dal Comune di Terralba nel contesto della 7 Rassegna gastronomica "Gustando Marceddì", si svolgerà nella giornata di domenica 26 maggio e vedrà coinvolti 11 artisti che attraverso i linguaggi dell'arte contemporanea si esprimeranno sul cibo e sulle sue complesse implicazioni.
 
Artisti presenti:
Cinzia Carrus, Sara Giglio, Michele Marrocu, Valeria Murgia, Tonino Mattu, Alessandro Melis, Iperplasticol, Gruppo Sinestetico, Progetto Askos (Chiara Schirru e Michele Mereu) Alexandra Sayed, Jole Serreli.
 
Testo di ALICE RIVAGLI 
 
SUP(p)ERTIME
a cura di Askosarte
Museo del Mare Marceddì – Terralba
26 maggio 2013 dalle 10.00 alle 21.00











SU(p)PERTIME

A proposito di politica …. ci sarebbe qualcosa da mangiare?
(Totò)

Un recente studio dell'Ente Nazionale Protezione Animali afferma che le abitudini alimentari degli italiani sono innegabilmente cambiate rispetto al passato, soprattutto, riscontra un crescente numero di persone che alla carne preferisce il menù vegetariano o vegano.
In direzione opposta, e in assoluta controtendenza, assistiamo, questi giorni, alla pubblicazione del libro "Ricette proibite", in cui l'esperto di folklore e tradizioni gastronomiche Tebaldo Lorini, presenta cinquanta piatti, con tanto di illustrazioni a colori, che più che pietanze sembrano intrugli da stregoneria, invitando i commensali a scoprire in cucina «il gusto del proibito».
Stracotto d'asino, cigno con le arance, porcospino al sugo, zuppa di tartaruga, scoiattolo in umido, cicogna arrosto, volpe alla brace, spezzatino di tasso, gatto in umido e ragù di corvo, sono solo alcune delle ricette consigliate, «ricette gustose, impensabili, proibite, che cambiano in base alla cultura e alla nazionalità», afferma Lorini, «novità editoriale di pessimo gusto» controbatte l'Enpa «di cui nessuno sentiva il bisogno».
Ogni cultura, evidentemente, ha le sue regole, e la scelta del cibo è, di conseguenza, legata al paese in cui ci si trova, per cui l'elenco delle vivande eccentriche e ripugnanti per alcuni, o regolari e prelibate  per altri, potrebbe diventare, davvero, lungo. Basti pensare al consumo del  foie gras, che altro non è, se non il fegato malato di un uccello affetto da steatosi epatica, o del casu marzu in Sardegna, pecorino colonizzato dalle larve della mosca casearia, del lattume siciliano, ottenuto dallo sperma color crema del tonno, mangiato tagliato a fettine e condito, o del merdocchio, ossia gli escrementi della beccaccia, principale ingrediente del patè.
Nella civilissima Francia, troviamo, invece, il retto di maiale ripieno, in Spagna le rabo de toro al vino (i testicoli con cui si fa anche la cima alla genovese ed altre specialità italiche), in Lapponia il consommé di pene di cui  paga le spese il povero maschio di renna, in Scozia l'haggis, una sorta di mortadella ottenuta dalle budella, grasso e carne dell'ovino, di cui si utilizza lo stomaco come pentola di cottura, in  Islanda l'hákarl, carne di squalo putrefatta, e l'hrútspungur, testicoli di ariete tenuti a bagno nel siero di latte e poi compressi fino a modellare un'appetitosa torta.
E se la preferenza degli alimenti e le modalità del loro consumo, partecipando alla costruzione dell'identità personale, rivelano chi siamo e in cosa crediamo, definendo barriere ideologiche, etniche, politiche e sociali, non meno significativa è la scelta dei convitati con cui si decide di sedere per con-dividere il cibo: presenza che spesso salda l'unione tra chi vi partecipa, rafforzando l'aderenza ad un gruppo, ad un clan familiare o a una comunità religiosa. 
Comunque sia, un sincero invito a cena, porta sempre con sé l'idea di cibo che getta un "ponte" tra noi e gli altri, ed è con questo spirito che Askosarte invita un gruppo di creativi ad esprimersi sul tema, attraverso i diversi linguaggi dell'arte, alla ricerca della complessità  umana.

Alice Rivagli

















comunicato stampa





Gent.le Redazione, inviamo comunicato stampa dell'evento Suppertime, cordiali saluti,
Askosarte -
3407201761 – askosarteahoo.it
 
 
 
La mostra di arte contemporanea Suppertime, curata da Askosarte e ospitata dal Comune di Terralba nel contesto della 7 Rassegna gastronomica "Gustando Marceddì", si svolgerà nella giornata di domenica 26 maggio e vedrà coinvolti 11 artisti che attraverso i linguaggi dell'arte contemporanea si esprimeranno sul cibo e sulle sue complesse implicazioni.
 
Artisti presenti:
Cinzia Carrus, Sara Giglio, Michele Marrocu, Valeria Murgia, Tonino Mattu, Alessandro Melis, Iperplasticol, Gruppo Sinestetico, Progetto Askos (Chiara Schirru e Michele Mereu) Alexandra Sayed, Jole Serreli.
 
Testo di ALICE RIVAGLI 
 
SUP(p)ERTIME
a cura di Askosarte
Museo del Mare Marceddì – Terralba
26 maggio 2013 dalle 10.00 alle 21.00











SU(p)PERTIME

A proposito di politica …. ci sarebbe qualcosa da mangiare?
(Totò)

Un recente studio dell'Ente Nazionale Protezione Animali afferma che le abitudini alimentari degli italiani sono innegabilmente cambiate rispetto al passato, soprattutto, riscontra un crescente numero di persone che alla carne preferisce il menù vegetariano o vegano.
In direzione opposta, e in assoluta controtendenza, assistiamo, questi giorni, alla pubblicazione del libro "Ricette proibite", in cui l'esperto di folklore e tradizioni gastronomiche Tebaldo Lorini, presenta cinquanta piatti, con tanto di illustrazioni a colori, che più che pietanze sembrano intrugli da stregoneria, invitando i commensali a scoprire in cucina «il gusto del proibito».
Stracotto d'asino, cigno con le arance, porcospino al sugo, zuppa di tartaruga, scoiattolo in umido, cicogna arrosto, volpe alla brace, spezzatino di tasso, gatto in umido e ragù di corvo, sono solo alcune delle ricette consigliate, «ricette gustose, impensabili, proibite, che cambiano in base alla cultura e alla nazionalità», afferma Lorini, «novità editoriale di pessimo gusto» controbatte l'Enpa «di cui nessuno sentiva il bisogno».
Ogni cultura, evidentemente, ha le sue regole, e la scelta del cibo è, di conseguenza, legata al paese in cui ci si trova, per cui l'elenco delle vivande eccentriche e ripugnanti per alcuni, o regolari e prelibate  per altri, potrebbe diventare, davvero, lungo. Basti pensare al consumo del  foie gras, che altro non è, se non il fegato malato di un uccello affetto da steatosi epatica, o del casu marzu in Sardegna, pecorino colonizzato dalle larve della mosca casearia, del lattume siciliano, ottenuto dallo sperma color crema del tonno, mangiato tagliato a fettine e condito, o del merdocchio, ossia gli escrementi della beccaccia, principale ingrediente del patè.
Nella civilissima Francia, troviamo, invece, il retto di maiale ripieno, in Spagna le rabo de toro al vino (i testicoli con cui si fa anche la cima alla genovese ed altre specialità italiche), in Lapponia il consommé di pene di cui  paga le spese il povero maschio di renna, in Scozia l'haggis, una sorta di mortadella ottenuta dalle budella, grasso e carne dell'ovino, di cui si utilizza lo stomaco come pentola di cottura, in  Islanda l'hákarl, carne di squalo putrefatta, e l'hrútspungur, testicoli di ariete tenuti a bagno nel siero di latte e poi compressi fino a modellare un'appetitosa torta.
E se la preferenza degli alimenti e le modalità del loro consumo, partecipando alla costruzione dell'identità personale, rivelano chi siamo e in cosa crediamo, definendo barriere ideologiche, etniche, politiche e sociali, non meno significativa è la scelta dei convitati con cui si decide di sedere per con-dividere il cibo: presenza che spesso salda l'unione tra chi vi partecipa, rafforzando l'aderenza ad un gruppo, ad un clan familiare o a una comunità religiosa. 
Comunque sia, un sincero invito a cena, porta sempre con sé l'idea di cibo che getta un "ponte" tra noi e gli altri, ed è con questo spirito che Askosarte invita un gruppo di creativi ad esprimersi sul tema, attraverso i diversi linguaggi dell'arte, alla ricerca della complessità  umana.

Alice Rivagli













giovedì 16 maggio 2013

Roma Silenziosa - Luca Morelli


Per la mostra
ROMA SILENZIOSA
i dipinti di
LUCA MORELLI

Luca Morelli, su nostro invito, ha realizzato tre dipinti dedicati a Roma, in occasione del 21 aprile 2013, Natale della nostra città. Principalmente pittore di interni e di figure in interni, Morelli affronta con questi dipinti una prima prova vedutistica, che prende le mosse dalla rappresentazione di una figura femminile in esterno, per poi concepire due opere esclusivizzate sul tema. Il risultato è una Roma che riscopre la dimensione del silenzio, con attonite cadenze e struggenti concezioni.

Corale, 2013, olio su tela, cm 100x81

Colonne, 2013, olio su tela, cm 60x80

Roma rivelata, 2013, olio su tela, cm 60x80



--
Redazione del CorrieredelWeb.it

mercoledì 15 maggio 2013

AFFICHE /OLIMPIA ZAGNOLI / dal 13 al 28 maggio a Cremona * SPAZI AFFISSIONI

con preghiera di diffusione

AFFICHE
OLIMPIA ZAGNOLI
Cremona * SPAZI AFFISSIONI
dal 13 al 28 maggio 2013
DOMENICA 19 MAGGIO LA BICICLETTATA INAUGURALE
http://www.tapirulan.it/affiche/olimpia_zagnoli_2013/

Affiche è una mostra realizzata da Tapirulan nell'ambito della Notte
dei Musei, con la collaborazione dall'Assessorato alla Cultura del
Comune di Cremona e del quotidiano La Provincia. Quella di quest'anno è
una "seconda edizione" perché l'iniziativa si è concretizzata nel 2012 a
seguito del progetto Nowhere/Nowhere: a luglio furono le immagini di
Shout le protagoniste di Affiche, ora invece è la volta di Olimpia
Zagnoli. Affiche è una mostra atipica, allestita negli spazi che di
norma vengono riservati alle affissioni pubblicitarie o ai manifesti
elettorali. Una mostra che si estende su tutto il territorio cittadino
di Cremona, attraverso un percorso di circa venti chilometri. Una mostra
che si propone direttamente ai passanti, siano essi a piedi, in macchina
o in bicicletta. Lo spazio espositivo è la città stessa. Una mostra che
si può visitare passando davanti a un'opera per caso, oppure seguendo le
indicazioni e il percorso della mappa che indica la disposizione delle
opere (http://www.tapirulan.it/affiche/affiche_map.pdf)
I più pigri potranno comunque ritrovare le immagini esposte (non tutte
ma quasi.... questo è l'inconveniente della pigrizia) presso lo Spazio
Tapirulan (via Voghera 1/a, Cremona).

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DOMENICA 19 MAGGIO
LA BICICLETTATA INAUGURALE
Ore 17, con partenza da Spazio Tapirulan (via Voghera 1/a)
Biciclettata esplorativa in compagnia dell'autrice.
In collaborazione con Fiab Cremona.

L'inaugurazione della mostra, in realtà, è una sana biciclettata aperta
a tutti, anche a chi viene da fuori Cremona perché grazie alla
collaborazione del servizio di bike sharing del Comune di Cremona ci
saranno a disposizione gratuitamente anche alcune bici (una trentina
circa) per chi non è attrezzato. Insieme ad Olimpia si farà un giro con
qualche tappa nei pressi delle sue immagini. Pochi minuti di sosta, uno
sguardo alle affiche, un paio di domande per conoscere meglio Olimpia e
si riparte. L'intero percorso della mostra è di 20 chilometri, ma
durante la biciclettata se ne farà solo una parte con l'obiettivo di
rientrare per le 18.30, giusti giusti per l'aperitivo nella nostra tana.
E se piove? Se piove vorrà dire che si farà prima l'aperitivo... E poi
basta pioggia, dai! Tra i partecipanti alla biciclettata verrà estratto
un fortunato vincitore di una delle affiche (di dimensioni 140x200 cm) e
del catalogo della mostra.

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L'AUTRICE: OLIMPIA ZAGNOLI
Olimpia Zagnoli nasce nel 1984 a Reggio Emilia. Dopo anni di
scarabocchi diventa illustratrice e comincia a collaborare con The New
York Times, The New Yorker, La Repubblica, Rolling Stone, Taschen e
tanti altri. Il suo stile è caratterizzato da forme morbide e colori
camaleontici. Vive a Milano in una casa con pavimenti caleidoscopici.

www.olimpiazagnoli.com
Olimpia Zagnoli su Tapirulan



(Scusandoci sin da ora se si fosse replicato l'invio di questa
comunicazione)

http://www.demotix.com/news/2055462/opening-genesi-sebasti-o-salgado-ara-pacis-rome

http://www.demotix.com/news/2055462/opening-genesi-sebasti-o-salgado-ara-pacis-rome

martedì 14 maggio 2013

Esclusiva intervista a Pino Boresta



























Esclusiva intervista a Pino Boresta



1) Pino da cosa è stata mossa la tua azione performatica "Io vivrò"? Ti chiedo questo perché personaggi sintetici creati dal sistema in maniera fintamente disfunzionale come Luca Rossi ti hanno accusato di essere troppo estremo e quasi impresentabile, secondo lui/loro e secondo una certa mentalità artistica, provocazioni e lavori come il tuo hanno senso solo quando realmente inquadrati in un sistema.
R: Quale sistema? Ci sono tanti sistemi, a me piace il mio sistema, credo che ognuno debba utilizzare il sistema che preferisce, il giorno in cui questo sistema non fosse più soddisfacente, cambierò sistema... e quale sistema utilizzerò? Probabilmente ancora una volta un sistema di quelli non realmente inquadrati, o forse no o forse si.

2) Tu ti definisci un artista di processo o di prodotto? Quando determini una tua azione artistica pensi in termini di prodotto o t'interessa esplorare il processo che deriva da una suggestione che diventa processo e azione?
R: A me interessa tutto, il prodotto, il processo, l'azione artistica, il prodotto che nasce dall'azione artistica le esplorazioni, le suggestioni e tutto ciò che sorge a galla nel corso dell'azione stessa e dopo e prima di questa.




3) Avevi annunciato la tua morte per poi urlare a Baratta e Gioni che vivrai, ma pensi sul serio che a certi artisti oggi interessi partecipare alla Biennale di Venezia? Forse realmente interessati a partecipare alla Biennale di Venezia sono solo quelli artisti Accademici (per carica artistica di portaborse politico e di partito) che non riescono a risolvere la loro frustrazione con un mercato privato che giustamente non ne ha mai riconosciuto l'attività ed il valore (il problema l'aveva bene evidenziato Sgarbi), ma un artista come te, ben radicato nel suo territorio e nella sua comunità che cosa ha in comune con la fiera del mercato culturale dell'arte con una patina d'istituzionalità?
R: Lo sai che mi hai convinto? Infatti credo che questo sia il mio ultimo tentativo di partecipare alla Biennale di Venezia, anche perché che altro potrei inventarmi? Oddio... una ideuzza mi è venuta.

4) Diciamo qualcosa su Massimiliano Gioni, questo vento nuovo dell'arte contemporanea, di cosa è figlia questa sua presunta competenza superiore? Politi da anni sostiene su Flash Art di essere un suo padre spirituale di formazione, suo come di Cattelan, Bonami, Beatrice e Bellini per esempio, come mai tutte le grandi competenze del sistema dell'arte italia sembrano obbligatoriamente passare da Flash Art?
R: Forse perché lo dice lui? Ma potrebbe anche essere vero... ma non credo mi interessi molto rispondere a questa domanda comunque l'ho fatto.

5) Ti ritrovi nell'etichetta outsider del sistema dell'arte contemporanea? Se accomuno il tuo nome a quello di Marco Lavagetto (l'autore della beffa di Tirana ai danni di Politi e Flash Art e di Luca Lo Coco (l'artista costretto a chiudere il suo sito d'arte ashart sotto provvedimento cautelativo del tribunale di Palermo per una azione legale di Politi e il suo studio legale) sbaglio?
R: Si!

6) Pensi che l'informazione artistica specializzata nell'epoca del web 2.0 abbia ancora un senso? In fondo a cosa servono ancora critici, curatori e galleristi? In questo tempo di forte crisi economica l'artista ha in fondo finalmente la possibilità di relazionarsi senza filtro, col suo lavoro, al suo pubblico ed alla comunità che lo determinano.
R: Gli artisti sono come i bambini, che soffrono se i genitori non elogiano quello che fanno. Lo stesso vale per tutti coloro che cascano in depressione se non trovano nessuno che si accorge di loro.



7) Luca Rossi sostiene che per vivere non bisogna andarlo a urlare alla conferenza della biennale. Sostiene che la tua operazione sia solo critica istituzionale che mostra la tua debolezza che ha bisogno di essere alla Biennale per vivere, dice testualmente "Boresta dipende da ciò che critica, contraddittorio e fine a se stesso". Ho già dichiarato pubblicamente che Luca Rossi è qualcosa che mira a intercettare i cambiamenti in corso per capitalizzarli in futuro attraverso il web, tu cosa vorresti rispondergli direttamente.
R: Io rispondo che Luca Rossi ha ragione e che anche tu hai ragione su quello che dici di lui, ma anche io ho le mie ragioni che nessuno di voi due pero conosce.



8:) "Boresta è il più insider di tutti perché per vivere deve andare alla conferenza stampa della biennale. Neanche alla mostra. Critisca istituzionale di vecchia data. Io vivrò???? Alla conferenza stampa? Vivrà cosa??? Ma dai, si vive con il fare e con i contenuti. Oggi tutti possono scrivere io vivrò sulla propria bacheca. Boresta è incagliato in vecchie logiche sistemiche." Altra critica feroce che il web attraverso il progetto Luca Rossi rivolge alla tua operazione, pensi realmente di essere incastrato con le tue operazioni in vecchie logiche di sistema?
R: No!

Qui i 2 video


Il più outsider di tutti

In tale clima sobrio ma pacifico è parsa quasi finta l'irruzione in sala (assolutamente reale) del perennemente escluso situazionista, Pino Boresta il più outsider di tutti, che aveva da tempo annunciato il suo suicidio nel caso non fosse stato invitato alla Biennale. Non essendo ovviamente stato invitato neanche questa volta ha rassicurato che sì, nonostante tutto, ancora “vivrà”. 

Claudia Colasanti (pubblicato dal Il Fatto Quotidiano)





Pino Boresta vivrà. 

Nuova performance-blitz dell’artista romano durante la conferenza stampa della  Biennale. L’outsider per eccellenza rivendica ancora una volta la propria esistenza


I don’t give up”, urla a pieni polmoni Pino Boresta. E se c’è qualcosa che va riconosciuto all’artista romano, insieme a una rara genuinità, sono la tenacia e la convinzione con cui porta avanti la sua ricerca, da almeno un paio di decadi. Performer, situazionista (o “situazionauta” come ama definirsi), oltre che street artist ante litteram, Boresta è sbucato fuori dal pubblico della conferenza stampa della Biennale di Venezia, ieri a Roma, al grido di “Io vivrò”.
Dopo aver provocatoriamente annunciato, con email, post su forum e pubblicità sui giornali, che si sarebbe tolto la vita se Gioni non l’avesse invitato alla mostra, ha invece a sorpresa deciso di riaffermare con forza la propria esistenza, la propria condizione di outsider, di irregolare, di allegro e consapevole disturbatore. La performance, interrotta dal servizio d’ordine come ogni blitz che si rispetti, si è chiusa con un forte applauso, mentre Paolo Baratta, presidente della Biennale, riprendeva la parola dicendo a Massimiliano Gioni: “pensavo fosse una delle tue trovate”…
Valentina Tanni (su Artribune)




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