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mercoledì 19 settembre 2012

Memorie dal Pogo: La fotografia musicale di David Corio, 1977-1987




























Memorie dal Pogo: 
La fotografia musicale di David Corio, 1977-1987

20 settembre - 31 ottobre 2012

Inaugurazione: giovedì 20 settembre alle ore 18

JULES MAIDOFF GALLERY, Via Sant’Egidio, 14, Firenze, Italia
Orario: lunedì a venerdì, 9-19 sabato e domenica 13-19, ingresso libero
gallery@saci-florence.edu T 055 240 910
www.saci.florence.edu

La SACI è orgogliosa di presentare una mostra ad opera del celebre fotografo musicale David Corio, dal 20 Settembre al 31 Ottobre 2012 all’interno della Maidoff Gallery, Via Sant’Egidio 14, con un ricevimento d’inaugurazione Giovedì 20 Settembre alle 18:00.

Memorie dal Pogo raccoglie una selezione di immagini di artisti quali U2, Iggy Pop, Bob Marley, Debbie Harry, Grace Jones, Tom Waits, Miles Davis, James Brown, Nick Cave, Bruce Springsteen, Michael Jackson, Nina Simone, Marianne Faithful, Peter Tosh, Depeche Mode, Joe Strummer, ed altri. Questa mostra celebra una grande varietà di musicisti ed apre ad una settimana di tempo dal concerto gratuito di Iggy Pop & The Stooges in Piazza della Repubblica a Firenze.

David Corio è nato a Londra nel 1960. Ha iniziato la propria carriera professionale nel 1978, scattando immagini per New Musical Express, e a seguire per The Face, Time Out, e Black Echoes, ritraendo una vasta gamma di musicisti. Dopo un breve impiego come giornalista musicale presso City Limits, ha lavorato come fotografo freelance per il Daily Telegraph, The Times, Q, Theatre Royal Stratford, e per Greensleeves Records, oltre a numerose altre riviste e compagnie.

Le fotografie di David sono state esibite nel Victoria and Albert Museum, nella Photographer’s Gallery, nelle Rock Archive Galleries e nella Special Photographers Gallery a Londra; presso la Morrison Hotel Gallery, la Brownwyn Keenan Gallery e la Jack Shainman Gallery a New York; nella Number One Gallery a Dublin e ad Osaka, Giappone, in Italia e ad Hong Kong.

David ha vissuto e lavorato sia a Londra che a New York, ed i suoi lavori sono stati pubblicati dal New York Times, The Times, the Telegraph, Rolling Stone, Q e Mojo. Ha anche lavorato presso la School of Visual Arts, l’Istituto Svedese, la New Jersey Institute of Technology, la Institute for Electronic and Electrical Engineers, per Greensleeves Records,VP Records, Heartbeat Records, Universal Music Group, EMI e Island Records.

Un’esaustiva raccolta delle fotografie scattate da David a musicisti di colore è stata pubblicata in The Black Chord (Universe, 1999, testi di Vivien Goldman). Megaliths, un progetto durato 14 anni e incentrato su fotografie di pietre monumentali preistoriche in Inghilterra e Galles, con testi di Lai Ngan Corio, è stato pubblicato da Jonathan Cape/Random House nel 2003.

The Couture Accessory (testi di Caroline Rennolds Milbank, styling ad opera di Lai Ngan Corio), un volume incentrato su accessori legati alla haute couture è stato pubblicato da Abrams nel 2002.

Sopra: James Brown    Hammersmith Odeon - London May 23 1985 © David Corio 

Comunicato Stampa: nel cuore del Malcantone le opere del maestro Edgardo Ratti



EDGARDO RATTI

La pietra filosofale

 

Le sculture, i monotipi, i disegni, le tele, le vetrate

di un artista al cuore della cultura del secolo nel Canton Ticino opere 1950-2004

 

mostra a cura di Piero Del Giudice

 

Tenuta Tamborini Castelrotto, Malcantone

22 settembre-22 novembre 2012


inaugurazione sabato 22 settembre, ore 17.30

 

Nella straordinaria scena di natura di Vallombrosa, nel verde Malcantone, si apre - tra uve e vigneti - la mostra-bilancio di Edgardo Ratti, l'artista ticinese al centro delle esperienze culturali del secolo scorso, la cui ricerca si affaccia al dibattito artistico del nuovo millennio. L'autunno che colora i filari di vigna e le uve mature è il tempo della mostra organica di un'artista legato da sempre alla natura, al legno, alla pietra, alle acque, alle nevi. Ratti inizia il suo cammino artistico con il disegno e le tele a olio. Le origini veementi della sua produzione artistica - disegni e tele di oltre mezzo secolo che sono l'incipit della mostra di Vallombrosa - si muovono sotto l'influenza, sia pure remota, dei maestri braidensi degli anni di Accademia - in particolare Carpi e Funi - dell'informale e del tonalismo lombardo. Suoi compagni di studi sono, e non è un caso, i pittori Massimo Cavalli e Giuseppe Bolzani - poco più giovane il primo, poco più anziano il secondo. In un breve giro d'anni, l'artista si riscatta dalla pedagogia accade- mica e dalle correnti di pittura a lui contemporanee e inizia un proprio originale, percorso connotato da un rapporto con la realtà che si snoda sotto la spinta di una visione naturalpanteistica. Rappresentazioni di popolo o di paesaggio da cui sprigionano energie primordiali e una drammatica joie de vivre. Mai astratto, salda il suo rapporto con la realtà con il ciclo dei monotipi del 1960-61, e qui evidenzia una sensibilità sociale e forza plastica che lo impongono - tra i primi - sulla scena artistica ticinese. Quando comincia a scolpire - alla fine degli anni Sessanta - Ratti guarda alle sculture delle chiese romaniche che testimoniano religio e identità delle comunità contadine e montanare nelle valli prealpine e guarda alla grande presenza innovativa di Giovanni Genucchi. Queste prime opere lignee volute nella mostra di Vallombrosa, rappresentano uno dei nuclei forti della esposizione e del rapporto diacronico di Ratti con la cultura e le espressioni artistiche del secolo. Genucchi, Patocchi - il silografo delle pievi - Orelli lo scrittore della neve, Plinio Martini del Requiem per zia Domenica, per non parlare del primo Filippini - scrittore dei poveri e vigoroso artista dell'epica valligiana (dei gozzi e dei curvati, delle manze e delle madri) - sono i punti di riferimento di una storia dell'arte del Canton Ticino in cui si inscrive l'esperienza di Ratti. Del Ticino e della Lombardia. Le grandi vetrate per commissione ecclesiale o laica si ergono in parallelo con le ricerche sulla luce che stanno alla base e compulsano di vita le tele e le opere della vicenda artistica antiNovecento degli astrattisti comaschi (Radice, Rho, l'architetto Terragni...). Della sua formazione profonda Ratti scrive "ho imparato per le piazze, per le strade, per i boschi e fra la nostra gente di campagna...". Nomadico nell'arco stretto di monti e di acque, nomadica la sua arte: dalle sculture in legno a quelle in pietra, alle sculture funzionali, talvolta concettuali; al periodo "nero" dei quadri sul declino e la solitudine della sua gente (il ciclo dei ricoveri e degli anziani), al rapporto costante e rinnovato con la natura, il bosco, le stagioni e la costante - anche nel riverbero delle straordinarie vetrate - dell'acqua. Acqua narra- zione del vivente - e le bolle di Magadino il luogo della sua cosmogonia, lo spazio dei ritorni della sua pittura. In Gioia di vivere (1998) sua opera-segnale, le sagome vitali degli ometti camuni sono insieme movimento ricorrente di onde, rappresentazione della durata del tempo ciclico di natura.

 

Edgardo Ratti (Agno, 1925)

Una vita di frontiera, figlio come è di una guardia di confine, di spostamenti lungo le serpentina dei contrassegni di Stato che cadenzano la sua infanzia e adolescenza. Una vita autonoma, a confronto con una pluralità di linguaggi ed esperienze artistiche - pittura, disegno, scultura, opere su vetro - guidato dalla stella polare di un'unica ricerca. La sua esistenza e la sua vita artistica si svolgono tutte nell'arco magico di natura e nella terra di mediazione e incontri culturali della "Lombardia elvetica", attorno al Lago Maggiore, ai piedi delle Alpi. Ginnasio a Bellinzona, scuola di disegno a Friborgo (il Tecnicum), Accademia di Brera a Milano. Si insedia a Vira Gambarogno e insegna al Ginnaso di Bellinzona nelle stesse aule dove è stato allievo di Augusto Sartori, primo mae- stro. Dal 1970 inizia - continuando la pittura - il suo confronto con le materie primarie di Natura, il legno e la pietra. Intellettuale generoso, libero nelle scelte, è consapevole della povertà della condizione culturale del dopoguerra nel Cantone, ma anche delle nuove possibili aperture. Fonda così, nel 1948, il Circolo di cultura del Gambarogno, prima matrice di quelle fondamentali manifestazioni culturali di incontro e scambio internazionale che saranno, dal 1968, le Mostre internazionali di scultura all'aperto di Vira. Esperienza, questa più che trentennale. L'ultima grande mostra di Edgardo Ratti è quella a lui dedicata dalla città di Locarno a Casorella nel 2009. Vive e ha studio a Vira. Continua la sua esperienza artistica con la ricerca applicata al ciclo delle tele cosidette "geo- metriche" alla ricerca della "pietra filosofale", quella semplicità in natura, parametro e riferimento per una vita sem- plice, per una "pedagogia" dell'esistere, superamento possibile delle crisi del nuovo millennio.

 

Vallombrosa Arte

È il progetto culturale che anno dopo anno Claudio Tamborini, attento collezionista e imprenditore con la passione per l'arte, sta sviluppando sulle colline di vigneti di Castelrotto. Pittura e scultura. Pittori che scandiscono gli spazi di fabbricato e le sculture che segnano percorsi e visioni nei grandi vigneti. Della sua passione e del progetto d'arte Tamborini scrive: "Le mie acquisizioni sono sempre state dettate dall'istinto. Ho sempre acquistato opere che mi emozionavano anche senza il parere o con il parere contrario di critici d'arte. Nelle mie scelte a prevalere sono sempre stati l'istinto e la figura umana nel contesto di situazioni ed eventi. Ad un certo punto avendo acquisito un certo numero di opere - ed i muri di casa non bastavano più - ho avuto la fortuna di realizzare all'interno della tenuta di Castelrotto - acquistata nel 2002 - un piccolo agriturismo di qualità e ho dedicato le pareti delle camere, delle sale e degli spazi esterni di Vallombrosa alle opere collezionate con l'intenzione di renderle visibili ad amici e clienti. Affinché tutti ne godessero... Dopo LandArt nel 2006 e OpenArt nel 2010 adesso la personale di Edgardo Ratti e altri progetti in corso..."

 

Edgardo Ratti, La pietra filosofale

opere 1950-2004


mostra a cura di Piero Del Giudice


dal 22 settembre al 22 novembre

aperta al pubblico tutti i giorni

www.rattinvallobrosa.ch


Tenuta Tamborini Castelrotto

Vallombrosa Arte 

tel. +41.91.608.18.66; + 41.91.935.75.45

myholiday@vallombrosa.ch

www.tamborini-vini.ch

www.vallombrosa.ch

facebook.com/tamborinivini


 

UFFICIO STAMPA ANTEA

anteapress@gmail.com



















martedì 18 settembre 2012

Mostra: MARCO DE LUCA. OPERE


a cura di Claudio Spadoni


23 SETTEMBRE – 4 NOVEMBRE 2012

MAR-Museo d’Arte della città di Ravenna


Sul sito www.culturaliart.com immagini ad alta risoluzione e cartella stampa

Dal 23 settembre al 4 novembre 2012 il Mar ospiterà la mostra antologica Marco De Luca, curata da Claudio Spadoni. In esposizione circa trentaquattro opere, considerate le più significative degli ultimi trent’anni di produzione dell’artista e tutte fortemente rappresentative del suo approccio innovativo, e al tempo stesso antico, alla tecnica del mosaico.

Marco De Luca si riappropria del mosaico dopo l’esperienza pittorica dei primi anni Settanta, un’esperienza con ottimi risultati, ma che aveva esaurito le proprie potenzialità espressive inducendo l’artista a cercare un nuovo linguaggio, uno strumento diverso per recuperare la propria creatività e la propria dimensione del tempo.
L’incontro con il mosaico era in realtà già avvenuto negli anni della formazione, durante l’apprendistato nella bottega di Carlo Signorini a Ravenna e in occasione delle numerose campagne di restauro alle quali aveva preso parte, durante le quali aveva potuto apprendere l’antica tecnica musiva.
La scelta degli anni Settanta, fondamentale per il successivo percorso artistico, fu principalmente dettata da una personale concezione del linguaggio musivo, nel quale scultura e pittura, regina per eccellenza delle arti figurative, risultano pienamente coinvolte. L’ampio bagaglio di conoscenze tecniche e artistiche hanno permesso a De Luca di sviluppare la propria opera come sintesi perfetta tra antico e presente, di coniugare l’attenzione alla cultura contemporanea con la conoscenza dell’antico. L’approccio innovativo alla tecnica, già nei primi anni ‘80, si traduce nel totale abbandono del progetto pittorico, considerato fino ad allora parte integrante della “progettualità del mosaico” e ancora fondamentale per il mosaico inteso come arte applicata. Per De Luca la progettazione e l’esecuzione sono parte dello stesso processo creativo; la scelta dei materiali, il taglio delle tessere, l’allettamento sulla malta sono parti integranti di una complessa prassi che traduce un pensiero, un concetto di tempo, una condizione espressiva.
Anche nelle opere degli anni successivi la componente dell’oggettivazione - espressione, in forma concreta e oggettiva o in immagini, di pensieri – si traduce in termini di materia e di luce.
In un periodo di grande complessità come quello che stiamo vivendo, per De Luca l’artista ha la responsabilità di riappropriarsi degli strumenti di indagine, anche di tipo filologico, necessari ad analizzare i processi del fare e del pensare che determinano la creazione di un’opera d’arte. E il mosaico offre un terreno fertile per indagini creative di questo tipo.
In mostra, una selezione di trentaquattro opere, ripercorre l’evolversi della sua poetica a partire dagli anni ’80 fino ad oggi.
Il catalogo, con i contributi di Claudio Spadoni, Fulvio Dell’Agnese e Sabina Ghinassi, sarà edito dalla casa Editrice Umberto Allemandi.

Biografia
Nato a Medicina, in provincia di Bologna, nel 1949, Marco De Luca si diploma presso L’Istituto d’Arte per il Mosaico Gino Severini di Ravenna nel 1968 e presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna nel 1973. Tra il 1973 e il 1975 collabora con il laboratorio Il Mosaico di Carlo Signorini realizzando molte opere musive su progetto di artisti di fama internazionale e partecipando a numerose campagne di restauro per conto della Soprintendenza ai Beni Culturali di Ravenna e di Bari.
Nel 1976 viene nominato docente di ruolo in discipline pittoriche all’Istituto Statale d’Arte per il Mosaico di Ravenna, dove insegna fino al 2002. Nel 2007 è incaricato dall’Accademia di Belle Arti di Ravenna per la docenza di Work Shop mosaico. Nel 1998 pubblica il volume Il mosaico per immagini.. A partire dal 1973 inizia ad esporre in numerose mostre personali e collettive, in Italia, Stati Uniti, Giappone, Inghilterra, Francia, Lussemburgo, Turchia, Russia. Tra le ultime esposizioni in ordine di tempo, si segnala la partecipazione nel 2011 alla IV Biennale di Mosca (Musivum Gallery, 1 marzo - 8 aprile 2012), dove ha presentato la personale Silicio Con-Forme.


Mostra: Marco De Luca
Sede: Museo d’Arte della città di Ravenna
Ente organizzatore: Mar - Museo d’Arte della città di Ravenna
Periodo: 23 settembre – 4 novembre 2012
Con il contributo di : Autorità Portuale – Ravenna
Inaugurazione: sabato 22 settembre 2012, ore 18.00
Conferenza stampa: venerdì 21 settembre ore 11.00
Orari: martedì, giovedì e venerdì: 9.00-13.30 / 15.00-18.00
mercoledì e sabato: 9.00-13.30 - domenica 15.00-18.00
lunedì: chiuso
Ingresso: ingresso libero



MAR - Ufficio relazioni esterne e promozione
Nada Mamish - Francesca Boschetti
tel. +39.0544.482017 / 482775
fax +39.0544.212092




Ufficio Stampa Nazionale
Agenzia di Comunicazione:
Culturalia di Norma Waltmann
Bologna - Vicolo Bolognetti 11 
tel : +39-051-6569105
mob: +39-392-2527126


lunedì 17 settembre 2012

STEFANO TURRINI: “ARTIFICIO” alla SACI Gallery Firenze 18 settembre

 


STEFANO TURRINI: Artificio
18 settembre – 10 ottobre, 2012
INAUGURAZIONE: MARTEDì 18 SETTEMBRE ORE 18


La SACI Gallery in Via Sant'Antonino, 11, Firenze, è lieta di presentare una mostra di arte di Stefano Turrini.

In mostra sono esposte sculture leggere e trasparenti fatte di rete in alluminio rame, ferro e colore acrilico, opere pittoriche su carta, libri d’artista editi in tiratura limitata e in unica copia, e alcuni gioielli in argento e altri materiali.

Stefano Turrini nasce a Figline Valdarno (Firenze) nel 1951. Attivo fin dai primi anni ottanta, ha esposto in numerose mostre personali e collettive, in gallerie private e istituzioni pubbliche, prevalentemente in Italia ma anche in Francia, Spagna, Svizzera. Artista eclettico, utilizza la pittura, la scultura, i libri d’artista e altro per esprimersi. Si è occupato di arte marginale contribuendo alla fine degli anni settanta alla nascita e alla crescita del centro di attività espressive La Tinaia di Firenze. Ha collaborato con numerosi poeti e scrittori per i suoi libri d’artista.

www.stefanoturrini.com

SACI Gallery
Palazzo dei Cartelloni
Via Sant’Antonino, 11
50123 Firenze, Italy
T 055 289 948

La Galleria SACI è aperta dal lunedì al venerdì ore 9-19, sabato e domenica ore 13-19.   Ingresso gratuito.

Teste CreAttive 4: ARTERIE a Pescara dal 18 al 22 settembre 2012

L'Associazione culturale "Arte ed Oltre" e la Fondazione Pescara/Abruzzo presentano la quarta edizione di Teste Creattive.

Arterie come percorsi di due mondi creativi. Immagini per la Città che come un filo rosso collegano i passi.

Inaugurazione 18 settembre ore 18,30 presso La Feltrinelli con la presentazione ed esposizione delle tavole originali del fumetto STORIE BREVI E SENZA PIETA’ di MarcoTaddei e Simone Angelini (Bel-Ami Edizioni)

Chiusura 22 settembre ore 18,30 presso Milonga Vintage installazione e presentazione di RADICI “Disegni, favole e talismani contro il male” dell'illustratrice Michela Tobiolo

I percorsi creativi saranno visibili nelle vetrine del centro della città di Pescara dal 18 al 22 settembre 2012.
Verranno distribuite piccole mappe per instradare i visitatori lungo i percorsi.

info: labventotto@gmail.com

http://laboratoriocreativo28.blogspot.com

http://simoneangelini.blogspot.com
http://michelatobiolo.blogspot.com
















"IL CONCILIO VATICANO II" di ALIGI SASSU



Presentazione del volume

Pubblicato in occasione del 50° anniversario del Concilio Vaticano II e del Centenario della nascita di Aligi Sassu



Mercoledì 26 settembre 2012 alle ore 18 a Palazzo de’ Mayo a Chieti, nuova e prestigiosa sede museale della Fondazione Carichieti, sarà presentato il volume “Il Concilio Vaticano II” di Aligi Sassu dall’Arcivescovo di Chieti/Vasto Mons. Bruno Forte, dal Preside dell’Istituto Teologico “Pianum” di Chieti Mons. Michele Giulio Masciarelli e dalla Prof.ssa Adele Cicchitti, Direttrice del Museo Sassu di Atessa.

Il volume, dedicato alla grande opera murale realizzata nel 1964 dall’artista nella Chiesa di Sant’Andrea a Pescara che raffigura il più importante evento religioso del secolo scorso, presenta la più grande raccolta di Concili storici che Sassu dipinge tra il 1941 e il 1987.

I contributi nel volume sono stati redatti dall’Arcivescovo di Mesembria e Segretario di Giovanni XXIII, Loris Francesco Capovilla, dall’Arcivescovo di Chieti-Vasto Bruno Forte e da Giovanni Gazzaneo, Presidente della Fondazione Crocevia e coordinatore di "Luoghi dell'Infinito", mensile culturale di “Avvenire”.

Dopo una presentazione in anteprima al Convegno sul Concilio Vaticano II, organizzato dall’Arcidiocesi di Chieti-Vasto e tenutasi a Fara San Martino nei giorni 14 e 15 settembre scorsi, sarà il Museo di Palazzo de’ Mayo ad ospitare la presentazione del volume.

Una scelta ideale in quanto, proprio a Palazzo de’ Mayo, è stata inaugurata il 25 luglio la splendida mostra “Sassu e Corrente 1930-1943. La rivoluzione del colore” visitabile fino al 7 ottobre, dove spiccano, tra gli altri, due autentici capolavori dedicati al Concilio di Trento dipinti da Sassu tra il 1941-1942.


Agenzia di Comunicazione:

Culturalia di Norma Waltmann
Bologna - Vicolo Bolognetti 11 
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