"STRADA MADRE"
La Mostra: Luigi "RAPTUZ" Muratore - "STRADA MADRE"
GALLERIA SCHUBERT, Via Fontana, 11 - Milano
21 Febbraio 2012 / 9 Marzo 2012
Mostra e Catalogo a cura di: Prof. Lorenzo Bonini (critico d'Arte)
Con il Patrocino di: INWARD (Osservatorio Nazionale Sulla Creatività
Urbana)
"STRADA MADRE"
di Lorenzo Bonini
Le sue opere si generano e nascono nelle città plumbee dei dormitori,
dei
gasometri, nella terra promessa delle periferie dei sobborghi, lì dove
si offrono
solo falsi riflessi della vita e l'illusoria fuga del pensiero nella
messa in scena di
un mondo artificiale, lontano, se non addirittura opposto ai fragori
solari del
giorno e dall'incantevole armonia della città vetusta.
Questa per Raptuz è stata: "La strada madre" (sua la definizione) è
quella che le
ha dato la consapevolezza di valere qualcosa, di crescere come uomo e
artista.
"La strada mi ha dato guai, ma mi ha anche tolto dai guai, dal momento
in cui ho
focalizzato la mia energia sul writing piuttosto che sulle altre
cattive strade che
avrei potuto facilmente prendere."
Il caos narrativo pittorico esaltato dall'invenzione compositiva e
dagli
accostamenti cromatici è la sintesi di uno sconcerto che assale e
permea la
perenne rincorsa delle lusinghe. Le tecniche e i materiali sono quelli
classici della
tradizione writing, soprattutto: vernice spray, acrilici e smalti,
idropitture, le tele
sono preparate in modo da simulare il muro grezzo, spesso utilizza
stencils
tagliati a mano e poi distrutti dopo un solo utilizzo.
Non disdegna l'utilizzo di applicazioni di oggetti che hanno un
significato
simbolico, che conosce bene e fanno parte del suo vissuto, tipo:
pennelli, matite
da muratore, pezzi di cartone, bombolette, proiettili, bandane e
naturalmente il
talento. La movimentata frantumazione nelle opere pubblicate in
monografia
rimanda sempre a quel clima sicuramente di assonanza nell'unione delle
composizioni, dove pensieri, tormenti e sollecitazioni fantastiche
s'incontrano
combinandosi, si materializzano concretamente dando origine all'opera.
Sono
questi validi risultati che ci mostrano il quadro riflesso su questo
nostro artista di
strada, nato e cresciuto nella vasta periferia lombarda, che lascia
intravvedere
anche in modo drammatico la sua storia di vita nel corso dei suoi
venticinque
anni da writing di muri, di treni, di vagoni, di metropolitane, di
ponti, sottopassi, di
cavalcavia, di scavalcamenti, di guardie, di fughe, di arrampicate col
fiato corto e
il cuore in gola ma sempre alla ricerca del fantastico per stupire e
affascinare per
amore.
Nell'opera artistica di Raptuz è doveroso chiedersi dove destina più di
frequente
la sua percezione creativa, poiché il suo operare investe pittura,
grafica e design.
L'abolizione della spazialità volumetrica, la bidimensionalità
prevalente nei dipinti
porta i suoi elaborati pittorici a una spazialità surreale e la
creazione di un
simbolismo "alfabetario" idiolettico, dall'aspetto grafico-decorativo,
ad andamenti
ritmici.
Da una simile definizione potrebbe sortire un'immagine globale
dell'opera di
Raptuz, nettamente segmentata, invece no: è una pittura intrisa di
storie
dell'uomo e della terra, è l'ostinata idiolettica simbologia del segno
che spazia
sulla super- ficie in maniera incondizionata che ne diventa indicazione
d'avanguardia, attraverso il progressivo evolvere del "kaos"
compositivo
cromatologico.
La parata dei lettering che fluttuano impetuosi sulla tela, talvolta
assumono i
connotati di totem, che salgono dal basso e trionfano quasi come
emergessero
dal profondo del colore di assoluto che in esso rispecchia nelle
diverse accezioni
cromatiche. La bidimensionalità, la ricerca spaziale irrobustisce la
risposta
positivista all'affermarsi dei caratteri, ma talvolta essi si rendono
irreperibili si
dissolvono come incubi quotidiani, filtrati dall'attenta regia
compositiva
dell'artista, sono mostrati, svelati con lo stesso travolgente e
sotterraneo
linguaggio con il quale si esprimono di fronte ai nostri occhi.
Simboli delle realtà dimenticate, graffiti dei sotterranei e luoghi di
rifugio, con le
note metalliche e stridenti della selvaggia metamorfosi della nostra
epoca
s'impongono sulla tela proprio perché sono reali.
L'artista si è ancora una volta appropriato dell'esistente, del
fenomeno; spetta a
noi continuare ora decifrarlo. Ogni volta s'impadronisce dell'universo,
ne
prenderà la maschera duttile, v'introdurrà la propria mimica, il
proprio calore, le
proprie grida e lo presenterà, in apparenza, quasi intatto; in realtà,
svuotato della
sua sostanza, al quale il pittore ha sostituito la propria. Mutamento e
trasfigurazione quale misteriosa alchimia la rendono compiuta sotto i
nostri occhi,
plasmando ogni volta un aspetto imprevedibile. Linguistiche
tecnologiche dei
nostri giorni animate da un'insuperabile forza; predomina adesso in lui
la volontà
di immergersi totalmente negli incubi quotidiani, nelle grida e nei
deliri dei
"Raptuz" che avverte nelle realtà sociali metropolitane dei nostri
giorni.
Vernissage: MARTEDI 21 FEBBRAIO 2012 dalle ore 18,00 alle 22,00.
Orari di apertura galleria:
Martedì/venerdì dalle 11,00 alle 19,00 (orario continuato).
Lunedì 15-19
sabato e domenica chiuso
Fine Mostra:
VENERDI 9 MARZO 2012 alle ore 19,00.