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martedì 24 gennaio 2012
INCONTRO CON LUIGI ONTANI
Incontro con Luigi Ontani
A cura di Renato Barilli
Venerdì 27 Gennaio 2012, ore 21.00 – Sala Borsa, Piazza Nettuno 3, Bologna
Informazioni e immagini www.culturaliart.com
Comunicato Stampa
Venerdì 27 Gennaio alle ore 21.00 l’Alma Mater Studiorum dell’Università di Bologna, il Dipartimento delle Arti Visive e UniboCultura, con la collaborazione del Comune di Bologna, la Biblioteca di Sala Borsa e Arte Fiera Art First 2012, presentano la seconda edizione dell’omaggio dedicato ad artisti di fama internazionale invitati a Bologna in occasione di Arte Fiera.
Dopo “Lady Performance” Marina Abramovic nel 2011, l’omaggio di quest’anno è rivolto a Luigi Ontani, protagonista indiscusso nel panorama artistico internazionale. L’evento è a cura di Renato Barilli con la collaborazione di Alessandra Borgogelli, Paolo Granata e Silvia Grandi. Illy, abituale sostenitore di eventi di prim’ordine nel panorama artistico contemporaneo, anche quest’anno ha dato il suo supporto all’evento; UndoNet si conferma come Media Partner ufficiale.
L’omaggio alla carriera di Luigi Ontani avverrà attraverso immagini e video delle sue storiche performances realizzate negli anni Settanta, fino alle sue più recenti produzioni. S’intende percorrere l’intero curriculum dell’artista, ricco senza fine di esiti brillanti nella creazione di dipinti, oggetti, tessuti, ceramiche, e in una serie incessante di tableaux vivants, ricostruendolo mediante la proiezione su maxi-schermo di una fitta documentazione, fino all’ultima creazione che vede un gruppo di maschere impersonare i colori della tavolozza recando mazzi di fiori.
Il tutto sarà accompagnato dal commento capillare dell’artista in dialogo con Renato Barilli che gli è stato vicino fin dai primi passi. Il pubblico potrà intervenire con domande e osservazioni.
Il 27 gennaio del 2011 l’ospite d’onore era stata l’Abramovic incontrata all’Aula Magna di Santa Lucia. L’invito rivolto a Marina intendeva anche ricordare una lontana Settimana internazionale della performance, svoltasi nel 1977, di cui l’artista serba era stata superba protagonista. Tra i performers convocati a quell’ appuntamento ci fu anche Luigi Ontani, nato a Vergato ma poi trasferitosi a Roma, e ora da dirsi cittadino del mondo, chiamato ovunque sia a mostrare le sue splendide opere, sia a inscenare le sue performances, di natura assai diversa rispetto a quelle della Abramovic.
Nel caso di Ontani si può parlare di “Performance vestita” in quanto l’artista cerca di calarsi in panni propri di situazioni lontane, o nella storia o nella geografia, attraverso la tecnica detta anche del tableau vivant, ovvero egli fa rinascere le forme di celebri dipinti del passato, o di condizioni rituali, da museo antropologico, praticando in sostanza una poetica dell’alibi, dell’essere altrove. Nella Settimana del ’77 Ontani offrì a un vasto pubblico, già allora accorso al richiamo di Arte Fiera, Il sonno di Endimione, ponendosi al centro del vasto salone della GAM, allora contigua agli edifici della Fiera, nei panni di un pastore arcadico con accanto una pecorella imbalsamata, dandosi a un sonno cullato dalla comparsa, ai lati, delle costellazioni, personalizzate attraverso le figure della mitologia, con ricorso alla proiezione di diapositive.
L’evento si svolgerà quest’anno, a differenza delle passate edizioni, presso la Sala Borsa di Bologna, epicentro culturale della città.
Modalità di partecipazione per il pubblico:
Ingresso per il pubblico gratuito ad inviti, disponibili fino ad esaurimento, massimo 2 biglietti a persona .
Ritiro presso l'URP dell'Università di Bologna - L.go Trombetti 1
Gli inviti potranno essere ritirati nei giorni:
- mercoledì 25 gennaio, ore 9 - 12.30
- giovedì 26 gennaio, ore 14.30 - 16.30
Modalità di partecipazione per la stampa:
Richiesta di accreditamento presso l’ufficio stampa dell’evento Culturalia
Informazioni Utili:
Evento: Incontro con Luigi Ontani
Data: Venerdì 27 gennaio 2012- ore 21.00
Luogo: Sala Borsa, Piazza del Nettuno 3, Bologna
Promosso da: Alma Mater Studiorum dell’Università di Bologna - dal Dipartimento delle Arti Visive e UniboCultura
A cura di: Renato Barilli con la collaborazione di Alessandra Borgogelli, Paolo Granata, Silvia Grandi
Nell’ambito di: Arte Fiera
In collaborazione con: Comune di Bologna, Biblioteca di Sala Borsa e Arte Fiera Art First 2012
Con il supporto di: Illy
Allestimento audio-video: Eurovideo S.r.l.
Promozione editoriale: la Feltrinelli
Post-produzione video: Limina
Media Partner: UndoNet
Relazioni esterne e Marketing: Teresa Dominijanni
Agenzia di Comunicazione:
Culturalia di Norma Waltmann
Agenzia di comunicazione
Bologna - Vicolo Bolognetti 11
tel : +39-051-6569105
fax: +39-051-2914955
mob: +39-392-2527126
email: info@culturaliart.com
web: www.culturaliart.com
sabato 21 gennaio 2012
martedì 17 gennaio 2012
Spazio Incontri di Padiglione Tibet - Il ruolo degli Enti Locali nel sostegno alla lotta di liberazione del Popolo Tibetano
Biennale di Venezia - Padiglione Italia – Padiglione Tibet - Torino
17 dicembre 2011 – 29 febbraio 2012
Sala Nervi, Palazzo delle Esposizioni
Corso Massimo D'Azeglio 15/b
Sabato 21 gennaio 2012, ore 17.00
Spazio Incontri di Padiglione Tibet
Da sempre i Padiglioni Nazionali della Biennale di Venezia attestano l'esistenza di una nazione, la ricchezza della sua Cultura e della sua Arte, la dignità del suo popolo. Il Tibet fino al 2010 non era tra questi. L'idea semplice nella formulazione, ma estremamente complessa ed articolata nella realizzazione, è stata proprio questa: la creazione di un Padiglione dedicato a questo Paese dalla tormentata storia recente.
Il progetto artistico ideato e voluto fortemente da Ruggero Maggi è stato dapprima presentato a Venezia in un percorso che lo stesso Maggi ha definito parallelo alla Biennale, visto che per ovvi motivi non fu possibile neppure presentarlo alla direzione della Biennale, anche se lo stesso Presidente della Biennale veneziana Paolo Baratta dopo aver visitato Padiglione Tibet (in un articolo a firma di Francesca Pini pubblicato su "Sette" supplemento del Corriere della Sera) lo inserì di fatto tra i Padiglioni Nazionali dei Paesi in cerca di un'affermazione anche geopolitica. L'evento è ora presentato a Torino all'interno di Padiglione Italia, curato da Vittorio Sgarbi che più volte ha dichiarato Salemi, cittadina siciliana di cui è sindaco, capitale italiana del Tibet, sottolineando quindi quanto sia importante sostenere questo Paese nella lunga e travagliata marcia forzata verso l'indipendenza.
Durante il mese di gennaio sono stati programmati presso lo Spazio Incontri di Padiglione Tibet momenti di dibattiti e performances, nel primo dei quali sabato 21 gennaio alle ore 17.00 si terrà il dibattito Il ruolo degli Enti Locali nel sostegno alla lotta di liberazione del Popolo Tibetano.
Introduzione di:
Ruggero Maggi - curatore di Padiglione Tibet
Interventi di:
Mariacristina Spinosa - Assessore alle Pari Opportunità del Comune di Torino
Gianna Pentenero - Vicepresidente Associazione per il Tibet e i diritti umani
Roberto Tentoni - Consigliere Provincia di Torino
Mario Riu - Sindaco di Caramagna Piemonte
A seguire reading teatrale scritto e interpretato da Paola Caramel.
Il SUONO DEL SOLE
"Ho aperto gli occhi sul mondo. Ho sentito il richiamo dell'uomo per l'uomo."
Un sogno. Un viaggio ipotetico in Tibet. Il cammino emozionale di una donna che sceglie di confrontarsi con una terra violata, per la quale/attraverso la quale cerca un riscatto. Due storie che si assomigliano e si fondono, l'una indipendente dall'altra ma entrambe necessarie alla realizzazione del concetto: dove c'è prevaricazione non c'è individuo, non c'è patria, non c'è destino.
Sempre a cura di Ruggero Maggi presso lo Spazio Incontri di Padiglione Tibet sarà anche presentato il Primo progetto di Mail & E-mail Art per la Biennale di Venezia dal titolo INviso, progetto che vuole essere un forte segno di protesta per ricordare tutti i martiri tibetani, lo spirito dei quali è incarnato dalla figura centrale del Dalai Lama, il cui viso è l'emblema ed il punto di luce dell'intero Popolo Tibetano, senza dubbio il volto più INviso ai politicanti cinesi.
Un altro significativo momento seguirà durante il mese di febbraio. E' prevista anche la realizzazione di un mandala. Il Ven. Shartrul Rinpoche, Lama Thupten e Lama Dorjee del Centro Milarepa di Torino (fondato dal Ven. Kalu Rinpoche nel 1980; dal 2006 la direzione spirituale del centro è affidata al Ven. Shartrul Rinpoche) creeranno il mandala di Chenrezig, che raffigura le sillabe del mantra di questo Bodhisattva dell'amore e della compassione.
Artisti partecipanti a Padiglione Tibet:
Dario Ballantini, Piergiorgio Baroldi, Donatella Baruzzi, Luisa Bergamini, Carla Bertola – Alberto Vitacchio, Nirvana Bussadori, Rosaspina B. Canosburi, Silvia Capiluppi, F. Romana Corradini, Marzia Corteggiani, G. Luca Cupisti, Teo De Palma, Albina Dealessi, Anna Maria Di Ciommo, Laura Di Fazio, Marcello Diotallevi, Luigi Filograno, Bruno Freddi, Ferruccio Gard, Annamaria Gelmi, Luciano G. Gerini, Riccardo Ghirardini, Isa Gorini, Franca Lanni - Renata Petti, Bruno Larini, Oronzo Liuzzi, Francesca Lolli, Ruggero Maggi, Fabrizio Martinelli, Gianni Marussi - Alessandra Finzi, Rita Mele - Elena Sevi, Renato Mertens, Simona Morani, Paolo Nutarelli, Clara Paci, Marisa Pezzoli, Benedetto Predazzi, Nadia Presotto, Tiziana Priori, Roberto Scala, Roberto Testori, topylabrys, Micaela Tornaghi.
Orari: dalle ore 14 alle 20 - chiuso il lunedì - visite per gruppi e scolaresche su prenotazione anche in altri orari di apertura
Eventi ad ingresso libero Il programma potrebbe subire variazioni in corso d'opera
Con il Patrocinio e il contributo della Presidenza del Consiglio regionale del Piemonte; in collaborazione con Dossier Tibet e ISCOS.
informazioni Padiglione Tibet: camera312@fastwebnet.it - www.padiglionetibet.com - 320.9621497
Biennale di Venezia - Padiglione Italia, Torino
Curatore: Vittorio Sgarbi
Coordinatore Generale: Giorgio Grasso
Direttore Artistico: Giorgia Cassini
Organizzazione: Kleements & McOellin
Organizzazione artistica: Slide Events
Ufficio Stampa di Padiglione Italia: B52 Communication s.a.s di Sara Ratti e C.
lunedì 16 gennaio 2012
GLI HEADSCAPES DI GUY LYDSTER
Gli Headscapes di Guy Lydster
in mostra a:
Spazio Fabrizio Cocchi
Villa Hercolani
Galleria Art to Design
in occasione di ARTEFIERA OFF 2012
Comunicato Stampa
Guy Lydster è uno scultore neozelandese che vive e lavora a Bologna.
Dal 25 Gennaio 2012 in occasione di Artefiera s’inaugurerà la mostra “Headscapes: tracce di presenze" presso lo Spazio Fabrizio Cocchi di via Castiglione 17/d, un progetto a cura di Eli Sassoli de' Bianchi in collaborazione con l'interior decorator Fabrizio Cocchi che ne cura l'allestimento. “Headscapes: tracce di presenze" è un percorso completo sull’opera dello scultore; saranno esposte numerose sculture in terracotta e creta cruda. Accolgono il visitatore nell’esposizione tre Headscapes, lavorate su creta rossa e creta raku, che dialogano come attori su un palcoscenico e mettono in moto ricordi legati a paesaggi fluviali. Sono “Il fiume nascosto”, “Cascata” e “Paesaggio collinare”, condensazioni pulsanti di memorie naturali, capaci di generare in chi le osserva forti sensazioni di benessere ed equilibrio con l’ambiente. Il percorso prosegue con la visione di numerose opere e bozzetti e si conclude nel suggestivo cortile interno, in cui, “La Donna Isola” e “L’Uomo Stellato” sussurrano al visitatore i loro ricordi prima di lasciarlo scappare con i propri.
Dopo diverse ricerche tese a sperimentare nuovi linguaggi per trovarne uno autenticamente proprio, lo scultore arriva alla sua opera magistrale: gli “Headscapes” termine per indicare la fusione tra Head e Landscapes.
Impossibile dimenticarli una volta visti; si rimane fortemente impressionati sia per l’innovazione estetica, sia per la forza emotiva che suscitano. L’opera, rappresentazione figurativa dei ricordi immagazzinati dalla mente e quindi proiettati all’esterno, diventa essa stessa materia di memoria e si riflette come uno specchio sul volto sorpreso di chi la guarda. La testa si fonde con la natura, i tratti anatomici vengono sostituiti dalla memoria del paesaggio che compare sul volto come un diario di ricordi. Il ritratto rappresenta la memoria di ciò che gli occhi hanno visto: è una specie d’incameramento respiratorio, ricrea materialmente l’esperienza vissuta come segno della propria identità. Come sottolinea la curatrice Eli Sassoli de’ Bianchi …”Gli Headscapes assurgono a "presenze" sulle quali il segno dell'artista lascia tracce simboliche: sono Teste a volte "cosmiche", altre "fluviali" o "agresti", sempre imprescindibilmente e inscindibilmente legate alla Grande Madre Natura. Guy conferisce all'uomo e alle sue facoltà intellettive ("cogito: ergo sum") il ruolo di arbiter super partes rispetto ad una natura da amare e da tutelare in quanto fondamentale per la nostra stessa sopravvivenza di specie…”.
Altre due locations ospitano in contemporanea opere di quest’artista: presso Villa Hercolani, magnifica dimora storica cinquecentesca appena fuori le mura medievali di Bologna e presso la Galleria Art to Design.
Il Parco di Villa Hercolani farà rivivere Headscapes di grandi dimensioni nella mostra “Rafts of memories”, tutte scolpite in marmo di Carrara e di Verona che per volere della Famiglia Hercolani entreranno a far parte di un’esposizione permanente e saranno visitabili su appuntamento. “Il Delta”, un Headscape in marmo bianco di Carrara, è un ricordo dell’acqua, “The Climber”, in marmo rosso di Verona, attraverso la roccia simboleggia la sfida e “Rafts of memories” è una zattera che sostiene i viaggiatori e le loro memorie che sono l’essenza stessa dei luoghi. All’interno della ghiacciaia della Villa “La strada” un’orchestrazione di otto teste in creta cotta e raku cruda animano un discorso nel quale il visitatore attento viene coinvolto.
Alla Galleria Art to Design di Via Porta Nova 12, l’artista espone un Headscape di travertino bianco, già visibile da adesso negli spazi della vetrina.
Anticipiamo “Dark Island” la mostra in programma ad aprile alla Galleria B4 di Bologna. Le opere, tutte inedite e realizzate per l’occasione sia per spazi interni sia per esterni, rappresenteranno un ulteriore passo avanti nella ricerca dello scultore neozelandese e segnano un decisivo perfezionamento nell’uso dei materiali e delle tecniche già sperimentate, in quanto segnate dalla comparsa del colore sulla superficie; Guy studiando le possibilità estetiche e figurative dell’utilizzo della creta, decide di non usare questo materiale in maniera accademica, ma al contrario di sperimentare. La creta sarà lasciata essiccare naturalmente, senza forno, rimarcando ancora una volta il potere naturale delle sue creazioni.
Guy Lydster scultore neozelandese nasce a Auckland nell’aprile del 1955, ma si trasferisce con la famiglia a Vancouver molto presto.
Già da bambino scopre l’amore per l’arte, inizia a studiare teatro, poi si dedica alla pittura e infine arriva alla forma simbolica a lui più congeniale: la scultura.
Nei primi anni 80 si trasferisce a Bologna per studiare all’Accademia delle Belle Arti e finito il suo percorso universitario decide di rimanere a vivere e lavorare nel capoluogo emiliano.
Per Guy Lydster sono stati di fondamentale importanza per lo sviluppo del suo percorso di scultore il riferimento e lo studio di Henry Moore, Constantin Brancusi e Alberto Giacometti entrambi, come lui, intrisi di naturalismo e essenzialità; ma ancora di più si nota la forte ispirazione primitiva che ha trovato nei suoi luoghi di origine. L’arte eschimese, quella indiana e quella imponente e spirituale dell’Isola di Pasqua trovano nella scultura di Guy un importante sviluppo.
Inizia il suo lavoro cercando una pietra che possa fargli da bozzetto per l’opera, quando l’idea è chiara crea una base sulla quale innalza un asse verticale e alla quale aggiungerà materiale fino a creare una testa. Quando la forma è finita inizia a svuotarne il cranio, tagliandola con piccole e controllate incisioni da neurochirurgo. Lo svuotamento collabora anch’esso alla creazione della forma che si plasma dall’interno non seguendo un canonico modellamento anatomico. Le parti del cranio vengono poi ricomposte; aggiungendo materiale per la memorizzazione del paesaggio, lo scultore procederà ad un secondo svuotamento fino al raggiungimento della giusto equilibrio tra mente e corpo.
I materiali utilizzati sono creta, argilla, marmo, pietra e travertino.
Per informazioni al pubblico:
Guy Lydster 380-3946893
Per informazioni alla stampa:
Culturalia di Norma Waltmann
Agenzia di comunicazione
Bologna - Vicolo Bolognetti 11
tel : +39-051-6569105
fax: +39-051-2914955
mob: +39-392-2527126
email: info@culturaliart.com
web: www.culturaliart.com
martedì 10 gennaio 2012
MM Hasta la Muerte/Fino alla Morte | Galleria Miomao | Perugia (PG)
MM
Hasta la Muerte/Fino alla Morte
© M.A. Martín – Spider – Mike Giant
MM: il titolo della mostra curata da Alberto Zanchetta può essere inteso come un acronimo di memento mori così come della Galleria Miomao, che la presenta. Ispirandosi alla lettura critica elaborata dal curatore nel fortunato saggio Frenologia della vanitas. Il teschio nelle arti visive (Johan&Levi, 2011), l'esposizione mette a confronto diversi stili ed epoche, soggetti e tecniche che concernono i simboli della morte, presentandosi quindi come una grande "danza macabra" in cui artisti, disegnatori, incisori, illustratori, fumettisti si trovano a dialogare senza discrimini né gradualità nelle tecniche o nelle discipline. Nell'intento di evidenziare uno sguardo (sempre nuovo, sempre diverso) sui simboli dell'arte macabra, la mostra riunisce le opere di trentaquattro autori, tra grandi maestri del passato e artisti dell'odierno panorama nazionale e internazionale, che si sono cimentati con l'iconologia della vanitas. Motivo centrale dell'esposizione è il teschio, simbolo per eccellenza della morte: effige plurisecolare che rispecchia le comuni ossessioni della società, in ogni luogo e in ogni epoca. E icona onnipresente nella vita quotidiana, dalla moda ai gioielli, dall'arte al design, dalla musica ai fumetti, dal cinema alla televisione; rammentandoci la fine di tutte le cose, le teste di morto che si affastellano in questa mostra sembrano suggerirci – in gran silenzio, e a denti stretti – significati escatologici che abbiamo dimenticato, o più semplicemente ignorato nel corso degli ultimi anni. Che siano gioviali o grevi, gaudenti o truculenti, gli scheletri e i teschi che affollano queste opere sprezzano la vanità delle cose terrene, inducendoci così a una vertiginosa riflessione ontologica.
Gli artisti
Paolo Bacilieri (Verona, Italia, 1965); Donald Baechler (Hartford, Stati Uniti, 1956); Armin Barducci (Bolzano, Italia, 1976); Cristiano Baricelli (Genova, Italia, 1977); Alessandro Bazan (Palermo, Italia, 1966); Andrea Bruno (Catania, Italia, 1972); Luca Caimmi (Fano, Italia, 1978); Cristiano Carotti (Terni, Italia, 1981); Andrea Chiesi (Modena, Italia, 1966); Daniel Clowes (Chicago, Stati Uniti, 1961); Frédéric Coché (Pont-à-Mousson, Francia, 1975); Alberto Corradi (Verona, Italia, 1971); Gianluca Costantini (Ravenna, Italia, 1971); Olivier Deprez (Binche, Belgio, 1966); Marco Fantini (Vicenza, Italia, 1965); Omar Galliani (Montecchio Emilia, Italia, 1954); Peter Kuper (Summit, Stati Uniti 1958); Laurina Paperina (Rovereto, Italia, 1980); Magnus (Bologna, Italia, 1939 – Castel del Rio, Italia, 1996) ; Miguel Ángel Martín (León, Spagna, 1960); Conrad Meyer (Zurigo, Svizzera, 1618-1689); Mike Giant (Upstate New York, Stati Uniti, 1971); Nero (Faenza, Italia, 1980); Giovanni Battista Piranesi (Mogliano Veneto, Italia, 1720 – Roma, Italia, 1778); Massimo Pulini (Cesena, Italia, 1958); Yuri Rodekin (Ufa, Baschiria, 1960); Max Rohr (Bolzano, Italia, 1960); Félicien Rops (Namur, Belgio, 1833 – Essonnes, Francia, 1898); Richard Sala (Oakland, Stati Uniti, 1955); Spider (Firenze, Italia); H. Simon Thomassin (Parigi, Francia, 1654-1733); Nicola Verlato (Verona, Italia, 1965); William Marc Zanghi (Wichita, Stati Uniti, 1972).
La mostra
quando
11 febbraio - 31 marzo 2012
vernissage
sabato 11 febbraio 2012, ore 18.00
orari
da martedì a sabato, dalle 15 alle 19
altri orari su appuntamento
dove
Galleria Miomao
Via Podiani, 19 – Perugia
info
tel. 347 7831708
sito web
lunedì 9 gennaio 2012
"Take Away" Dipinti di Ines Lenz alla SACI Gallery, Firenze
"Take Away" Dipinti di Ines Lenz alla SACI Gallery, Firenze
9 GENNAIO - 11 FEBBRAIO, 2012
Inaugura 9 gennaio alle ore 18
Ines Lenz è nata a Thusis (GR) in Svizzera nel 1960.
Dopo un apprendistato commerciale/bancario ha realizzato il suo “sogno” e si è trasferita nel 1990 a Firenze per dedicarsi agli studi artistici per i quali ha sempre avuto particolari interessi.
Dal 1991 al 1993 ha frequentato la Scuola di Specializzazione in Grafica d’Arte “Il Bisonte” conseguendo l’attestato di qualifica della Regione Toscana. Nell’anno 2000 si è iscritta all’Accademia di Belle Arti di Firenze presso la quale si è diplomata nel 2005 in Pittura. Durante il corso accademico è co-fondatrice del Gruppo di ricerca artistica “11spine” con il quale ha partecipato a diverse mostre e workshop con installazioni, performance, video, foto ecc. tra le quali:
Mostra per la pace alla Galleria Base di Firenze, Infiammatorio alla Galleria “La Corte Arte Contemporanea” di Firenze, La Selva di Tirli (workshop di arti contemporanee), Viandando Homines Ambulatores (laboratorio di arte) di Altopascio, Integration and Conflict, Networking di Firenze, Rotte Metropolitane, Firenze è sommersa e Private Flat, arte contemporanea in spazi privati a Firenze.
Nel 2010 ha tenuto una mostra personale alla Galleria LIBA a Pontedera, nel 2011 a Villa Pozzolini a Firenze e nel 2012 alla SACI Gallery a Firenze. Ha partecipato a diverse mostre collettive. Ha realizzato le illustrazioni per due libri pubblicati recentemente in Germania e in Svizzera. Vive e lavora a Firenze.
Le opere esposte in questa mostra sono il risultato di una ricerca incentrata sui rapporti di contrasti cromatici che si alternano ad una geometria strutturale interrotta da segni che rimandano alla vita quotidiana, alla segnaletica stradale e alla cultura digitale. I segni danno ai quadri una parvenza d’ironia.
SACI Gallery
Studio Art Centers International
Palazzo dei Cartelloni
Via Sant'Antonino, 11
Firenze
http://www.saci-florence.edu/currentExhibitions.asp?s=25
gallery@saci-florence.edu
venerdì 6 gennaio 2012
La scomparsa di Enzo Basello
Nato nel 1938 a Soresina (CR), è stato protagonista della scena artistica dell’avanguardia milanese, dando vita nei primi anni ‘60 al Quartiere delle Botteghe di Sesto San Giovani, straordinaria esperienza ricca di feconde implicazioni, insieme a Lino Marzulli, Arturo Vermi, Agostino Bonalumi, Enrico Castellani, Sandro Martini, Mario Bionda e tanti altri.
Risale sempre a quella incredibile stagione culturale il sodalizio con Gianni Scalpelli, con il quale fonda il gruppo Palumbo’s che animò la vita artistica milanese con pionieristici happenings tra il 1966 ed il 1969. Vero spirito ribelle ed indipendente, dopo la sbornia avanguardista, ha orientato la sua ricerca verso un complesso rapporto iconografico in bilico tra materia e forma con profonde implicazioni psicoanalitiche.
I funerali si sono svolti nella Basilica di San Simpliciano a Milano il 2 gennaio 2012.
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