sabato 4 ottobre 2008 ore 17:00
Palazzo Stella - inaugurazione
CINQUE MOSTRE A SATURA
a cura di Mario Napoli
aperte fino al 18 OTTOBRE 2008
da martedì a domenica
ore 10:00 – 12:30 - 15:00 – 19:00
Genova, SATURA associazione culturale
L'OPERA GRAFICA DI GIORGIO DE CHIRICO
a cura di Mario Napoli
In concomitanza con il 48° Salone Nautico Internazionale di Genova ed all'interno del progetto START l'Associazione Culturale SATURA è lieta di presentare al suo pubblico una mostra su Giorgio de Chirico nel trentesimo anniversario della scomparsa del Maestro avvenuta a Roma nel 1978. La mostra si segnala per l'interessante e rigorosa scelta delle opere esposte, quarantotto, che costituiscono una sorta di "campionatura" esemplare della produzione grafica del Pictor Optimus, attraverso tematiche e visioni citate dalla pittura (da I gladiatori nell'arena a Il guanto, da Composizione romantica a Le vestali, solo per evidenziarne alcune che, con altre opere esposte, si richiamano evidentemente a cicli pittorici che de Chirico ha replicato utilizzando le tecniche dell'incisione e della litografia o che, per contro, della sua pittura sono anticipatrici sul piano cronologico). Tecniche a cui l'artista si accostò a partire dai primi anni Venti e che praticò – pur senza esserne specialista – con un controllo perfetto. Quindi non repliche stanche o consumate ma invenzioni di un grande artista, invenzioni in cui, oltre la varietà dei soggetti, sta l'unità di una particolare atmosfera fatta di silenzio, di singolari figure meditabonde, di evocazioni mitologiche, di interni metafisici. L'esposizione offre dunque la possibilità di ripercorrere l'ispirazione di de Chirico attraverso la lettura di una produzione vasta nella quale l'artista si impegnò sempre, contemporaneamente alla parallela e principale ricerca sulla tela. Oltre alla varietà dei soggetti sta l'unità di un'atmosfera fatta di silenzio, quel gorgo silente in cui precipitano i linguaggi in cui tutto si è rappreso senza essere ancora esaurito. Opere grafiche, dunque, che, come scrive Adriano Baccilieri – riferendosi nello specifico all'incisione – nel catalogo (Edizioni Bora, Bologna) che accompagna l'importante mostra Giorgio de Chirico e il segno che il Comune di Civitanova Marche ha dedicato al Pictor Optimus, "nasconde nel profondo, oltre l'immagine, l'origine del segno. L'incisione 'originale', al pari del disegno, è anche 'originaria'; fons et origo di ciò che il segno 'designa'. L''incisione originale costituisce l'autentico, e solo, codice genetico dell'arte grafica. L'incisione originale è, e resta disciplina 'antica'. Figura d'artista ed intellettuale sommo, Giorgio de Chirico n'è stato, entro ed oltre lo straordinario e multiforme insieme della sua opera, uno splendido paladino ed interprete, esaltandola nell'immaginario multiforme del suo universo eidetico, atemporale, evocatore e premonitore, antico e futuro; o presente, ma in un'estensione della coscienza e del pensiero tale da raccordare dimensioni fra loro lontane, inducendole alla compresenza e alla simultaneità. De Chirico è stato fra gli ultimi grandi incisori antichi dell'età contemporanea; e, in questo, testimone della 'necessità' del valore 'originale' dell'incisione, quale viene qui, nella parte tecnico-didattica di questa pubblicazione, documentata nel modo più felice, proprio con lastre del maestro. L'identità dell'incisione, nella saliente caratteristica del suo scandito 'tempo lungo' d'esecuzione, coniuga l'aspetto etico-poietico con quello tecnico-operativo in modo affatto contestuale, forse più di quanto accada in ogni altra disciplina artistica: recto e verso di una stessa medaglia, nella creazione. La 'qualità' estetico-artistica che ne consegue può garantire sorprese, stupori, epifanie, terrori, emozioni, seduzioni, bellezze, piaceri, secondo i vari autori. Naturalmente de Chirico n'è stato capace, a suo modo e nei termini più alti, come gli è avvenuto per il disegno e la pittura, per la scultura, per la scenografia e i costumi teatrali, o per altre forme d'arte legate al suo genio: poesia, letteratura, saggistica".
PIETRO ALTOVINO
a cura di Mario Pepe
In concomitanza con il 48° Salone Nautico Internazionale di Genova ed all'interno del progetto START l'Associazione Culturale SATURA è lieta di presentare la mostra personale di Pietro Altovino, a cura di Mario Pepe.
Da qualche decennio il panorama dell'arte sembra caratterizzato da una sostanziale perdita di contenuti, di qualità e sopratutto privo dei punti di riferimento tradizionali. In questa fase molto fluida, di polverizzazione dei gruppi e delle tendenze, di grande eterogeneità dei linguaggi, dove il fare artistico non sembra più cosciente delle sue radici storiche, vale la pena di proporre una riflessione su quegli artisti che fanno una ricerca rigorosa, partendo dai grandi temi di sempre e apportando contributi di approfondimento e di interpretazione attuale con umiltà consapevole e con grande passione.
E' il caso di Pietro Altovino che, partendo dalla pittura divisionista sperimenta una visione personale della realtà attingendo a suggestioni formali tipiche delle correnti simboliste, che di fatto non si sono mai esaurite e percorrono tuttora l'arte contemporanea, generate da condizioni che ricordano la fine dell'ottocento, dove la pittura reagiva agli eccessi del positivismo rivolgendosi alle visioni interiori, in aperto contrasto con le correnti realiste culminate nella percezione retinica della natura. Oggi la coercizione culturale di uno sviluppo tecnologico che non lascia spazio ad un corrispondente sviluppo umanistico, provoca analoghe reazioni di rigetto con il frequente ricorso ad atteggiamenti che pongono al centro dell'esperienza artistica l'interpretazione soggettiva della realtà.
Le recenti opere di Altovino sono rivolte alla percezione del reale mediata attraverso il filtro della sensibilità emotiva. Nelle sue tele sono riconoscibili elementi del paesaggio, soprattutto marino: barche, navi, fondali, tra scogliere e onde spumeggianti che, immersi in un turbine circolare, impiegano un breve istante per essere decifrati coscientemente. Così, attraverso una lente deformante, si intravedono approdi misteriosi, pennacchi di fumo diretti verso isole di luce o soltanto le linee blu dell'orizzonte ad indicare il viaggio verso mete irraggiungibili. Anche in quei lavori più "informali" dove l'artista genera strutture spaziali in continuo movimento e trasformazione, il discorso rimane sempre ancorato alla suggestione dello sguardo personale sul mondo.
Dal punto di vista formale, l'artista tiene insieme la complessità della sua visione con grande perizia tecnica, costruendo le immagini su di uno spazio simbolico-descrittivo avvalendosi di tratti di colore di intenso significato emotivo che si accumulano intorno a motivi naturalistici. Il colore, dato sulla tela con tratti decisi e controllati, costituisce l' elemento strutturale e compositivo delle opere. La gestualità curvilinea che depone le tonalità più chiare in primo piano, rappresenta il coinvolgimento emotivo dell'artista nella sua percezione del mondo, quasi a sottolineare la ciclicità della realtà naturale e della vita, la continuità circolare del sentimento del tempo e della memoria.
GUIDO ROSATO
a cura di Ezia Gavazza
In concomitanza con il 48° Salone Nautico Internazionale di Genova ed all'interno del progetto START l'Associazione Culturale SATURA è lieta di presentare la mostra personale di Guido Rosato, Carte Dipinte, a cura di Ezia Gavazza.
Una continuità di immagini dipinte come sequenza di superfici colorate realizzate come piani di intersezioni sovrapposte a indicare possibili passaggi di spazi interferenti che la non uniformità della pennellata rende sensibili al variare della luce intrinseca alla stesura stessa del colore dei piani di superficie. L'uso dell'acrilico con l'acquerello, l'inchiostro di china, la bronzina, è connesso alla realizzazione dell'immagine di una sequenza di quadri colorati che ne finge un'altra affine, ma reale, quella della sequenza della cromia degli intonaci delle facciate dei palazzi o semplicemente delle case. Una realtà che rivela il pensiero - inconscio o presente? – della pratica del mestiere, certamente amato, di architetto e soprattutto di studioso della facies mutevole e vibrata degli intonaci che rendono vivo il percorso della architettura della città o del sito urbano, qualunque esso sia, ricco, povero, adorno o disadorno. Ma spazio abitato, poiché le finestre che si aprono sulla superficie, indicano la realtà possibile di un interno. Reale, fittizio, immaginario, virtuale? Per chi, come Guido Rosato, da tempo, studia i percorsi, della struttura illusiva degli spazi interni, non è difficile immaginarne la tentazione. Ogni finestra fa presupporre uno spazio oltre, uno spazio al di là della superficie, un'apertura che rompe la stesura del piano. Possibilità quindi di una immaginazione che le varianti cromatiche delle stesure pittoriche moltiplicano con tutte le soluzioni che uno cerca o può trovare. II supporto - carta intelaiata per le Carte Grandi – fissa il momento della visione più concreta della realtà che si vuol rappresentare o fingere di rappresentare, mentre nelle Carte Riciclate il materiale della carta di reimpiego offre ancora un'altra lettura, quella di un materiale di riuso, allusivo alla precarietà e quindi alla deperibilità di una immagine valida per il presente, ma più soggetta al suo logorarsi - un intonaco che si deperisce nel tempo o che perde valore nel consumo della sua stessa originaria identità. Riaffiora ancora la volontà di leggere e di tradurre nel linguaggio della cromia pittorica l'osservazione di un fenomeno reale che può passare nella indifferenza dei più, ma che è consueto, ed è sempre presente a chi lo vive nella professionalità, ma soprattutto a chi lo ama come valore storico, ma anche con sottile e consapevole ironia che Guido porta a presentare alcune delle sue carte riciclate come proiettate su un fondo che fa da schermo colorato.
FILIPPO CANESI a cura di Piergiorgio Balocchi
In concomitanza con il 48° Salone Nautico Internazionale di Genova ed all'interno del progetto START l'Associazione Culturale SATURA è lieta di presentare la mostra personale, Scultura, di Filippo Canesi, a cura di Piergiorgio Balocchi.
E' un grande piacere presentare l'opera di Filippo Canesi a Genova.
Genova è luogo incantato per me, per antiche frequentazioni degli studi di Alfieri, di Stefania e Silvana Maisano, per il ricordo di Barbieri Viale e per le molte ore, queste ovviamente assai più recenti nel tempo, passate in serrato dialogo con un giovane artista curioso di ogni cosa che riguardasse la scultura, pieno di idee e vibrante di gioia e voglia di fare...appunto Canesi.
In questi anni la scultura di Filippo è andata in crescendo per qualità e raffinata tensione tecnica ed estetica fino al raggiungimento di queste opere, che sembrano finalmente librarsi nello spazio, avendo ormai punti di appoggio così rarefatti da apparire poco o nulla necessari se non per lieve garbo, pronte ad essere sollevate dalla semplice brezza che spira tra i vicoli di Porto Vecchio e che suppongo anche più vivace nelle colline a ridosso della Svizzera dove Filippo abita adesso. Chè persino Luino sembra scelta predestinata, essendo l'interland di Varese, terra dove hanno operato scultori come Mario Negri, Bodini, Vangi e dove a tutt'oggi lavora Borghi. Ritengo che in qualche scorribanda oltre confine Filippo potrebbe dialogare fittamente con Calatrava, che abita lì vicino.
Queste sculture troveranno sicuramente ampio spazio sotto i cieli di un paesaggio vasto ed arioso, e qui auguro a Filippo di trovarne presto le destinazioni ambientali più idonee: piazze, grandi aree verdi di paesaggi lontani; sia per ora puntuale testimonianza del talento di Canesi la gioiosa messe di opere presentata a Genova nelle affascinanti sale di questa galleria che tanto va facendo da anni per la scultura.
VIRGINIA CAFIERO
a cura di Mario Napoli
In concomitanza con il 48° Salone Nautico Internazionale di Genova ed all'interno del progetto START l'Associazione Culturale SATURA è lieta di presentare la mostra personale di Virginia Cafiero, Vegetable Kimono, a cura di Mario Napoli.
Le carte di Virginia Cafiero, artista sensibile e attenta, sono realizzate a mano recuperando conoscenze e gesti che vengono da lontano, tradizioni e saper fare arricchiti di intuizioni e libertà interpretative. Questi fogli non sono un banale supporto di espressività artistica, un "ausilio" del disegno o della pittura, ma opere che nascono già complete.
Papiers intrisi di una sensorialità estrema visiva, tattile, olfattiva (soprattutto durante il processo di creazione), che esplode e si sprigiona ulteriormente durante gli assemblaggi e gli intrecci che l'artista realizza, andando ad esaltare il significato proprio della materia utilizzata, con le sue porosità, elasticità e la resa ondulatoria.
Per la mostra Vegetable Kimono, l'artista, unendo le sue carte a leggerissime fragili bustine da the e a sottilissimi fili colorati di fibra di cocco, propone fantasiosi mantelli che sembrano celare i misteri della natura e i segreti di antiche civiltà. Con sottile ambiguità
Virginia Cafiero ci conduce nel suo mondo, invitandoci ad entrare in un bosco incantato, popolato di fiori, semi, bacche colorate, elementi vegetali inalterati nel tempo.
Le sue carte esalano ancora profumi e le fragili bustine da the riconducono al lontano oriente. L'unione di questi elementi naturali crea un'atmosfera magica e poetica, pensata non solo per catturare attenzione e curiosità, ma per suscitare emozione davanti al grande spettacolo della natura, immutato ma sempre nuovo.
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