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giovedì 26 luglio 2018
Mostra Collettiva Internazionale "70 Ryosuke Cohen”
Marginali Attivi / 70 Ryosuke Cohen
Intervista di Sandro Bongiani a Ryosuke Cohen in occasione del 70° anniversario dell’artista giapponese
lunedì 23 luglio 2018
Dal 24 luglio la Fondazione Adolfo Pini presenta "4 Words" il lavoro di Alice Francesca Sabbadini | Borsa di studio progetto inedito 2017 – 2018 a cura di Dalia Gallico
Dal 24 luglio la Fondazione Adolfo Pini presenta 4 Words il lavoro di Alice Francesca Sabbadini
Borsa di studio progetto inedito 2017 – 2018 25.07.2018 – 27.07.2018 Dal 2 al 27 luglio la Fondazione Adolfo Pini presenta nella sua sede in Corso Garibaldi 2, i lavori vincitori della I° edizione della Borsa di Studio progetto inedito 2017 - 2018 . La borsa di studio, messa a disposizione dalla Fondazione Adolfo Pini, destinata a studenti delle accademie e delle università milanesi e a neolaureati under 35, per sostenere progetti inediti a vocazione multidisciplinare.
Luca Gennati (1991) e Alice Francesca Sabbadini (1992) sono i vincitori cui è stata offerta lo scorso anno, l'opportunità di svolgere un'attività di ricerca presso enti nazionali e internazionali. Il progetto, a cura di Dalia Gallico, si inserisce nell'ambito delle attività che vedono la Fondazione Adolfo Pini impegnata nella missione di sostegno e valorizzazione dei giovani talenti nelle diverse discipline culturali. Per statuto infatti la Fondazione sostiene le nuove generazioni attive in tutte le arti: istituisce premi, borse di studio, offerte formative e altre iniziative. Martedì 24 luglio alle ore 18.30, la Fondazione Adolfo Pini presenta il lavoro "4 Words" di Alice Francesca Sabbadini, un progetto multimediale che si pone l'obiettivo di comunicare con il pubblico tramite il linguaggio della danza. Alice Francesca Sabbadini sviluppa un'installazione a partire da un dialogo con lo Studio Azzurro Produzioni Srl di Milano con l'obbiettivo di approfondire i meccanismi di interazione tra opera e pubblico. Il titolo "4Words" indica le quattro parole che compongono la frase "Fear Paralize Love Moves", su cui è costruito il progetto. Fear, Paralize, Love, Moves, sono i capitoli che scandiscono lo sviluppo del racconto, ognuno dei quali viene introdotto da un video.
Lunedì 2 luglio alle ore 18.30, alla Fondazione Pini, è stata inaugurata la mostra a cura di Luca Gennati dal titolo "C'est toiou c'est moi?", visitabile fino al 18 luglio. Il progetto curatoriale, nasce in collaborazione con l'Institut d'études avancées de Paris, grazie all'affiancamento del professore di Estetica e Teoria della rappresentazione dell'immagine Andrea Pinotti. La mostra intende mostrare un gioco di rapporti tra il sé,reale o virtuale e la realtà, inun continuo rimando tra identità e immedesimazione. Il progetto di Gennati, presenta le opere di Luca De Leva, Arnaud Dezoteux, Raphaël Fabre, Pierre Pauze e le "mostre virtuali" di Nicholas Steindorf e Elise Vandewalle realizzate per il Virtual Dream Center di Jean-Baptiste Lenglet.
Anche quest'anno la Fondazione Adolfo Pini riconferma il suo ruolo di promotore culturale e la sua missione a sostegno e valorizzazione dei giovani talenti nelle diverse discipline culturali. Voluta da Adolfo Pini (1920-1986), uomo di scienza e appassionato d'arte, di musica e di letteratura, la Fondazione ha infatti tra i suoi compiti principali il sostegno delle nuove generazioni in tutte le discipline culturali. Tramite questi Bandi la Fondazione Adolfo Pini sostiene i giovani, come già avvenuto per altre iniziative di valore fra cui i progetti dedicati all'arte contemporanea, che ha visto collaborare studenti di NABA e Brera insieme, i giovani pianisti esibitisi in Fondazione durante Piano City Milano, e la costante attenzione anche ai più giovani attraverso l'offerta di laboratori d'arte alle scuole materne e primarie. Alice Francesca Sabbadini 4 Words 25.07.2018 – 27.07.2018 dal lunedì al venerdì |
Per maggiori informazioni: Fondazione Adolfo Pini Corso Garibaldi 2, Milano T 02 874502 |
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www.CorrieredelWeb.it
domenica 22 luglio 2018
Serata finale Voices for Freedom (VxL) by Amnesty International Italia 22.07.2018
Brunori SAS riceverà il premio dei "big" mentre sono ancora in lizza 5 finalisti del premio "emergenti". Da non perdere!
“L’uomo nero” di Brunori Sas è la canzone vincitrice per il 2018 del Premio Amnesty International Italia, indetto nel 2003 da Amnesty International Italia e dall’associazione culturale Voci per la Libertà per premiare il migliore brano sui diritti umani pubblicato nel corso dell’anno precedente. In questo caso un brano sull’intolleranza.
La premiazione sarà a Rosolina Mare (Rovigo) domenica 22 luglio 2018, nel corso della serata finale della 21a edizione di Voci per la Libertà - Una Canzone per Amnesty, festival che si terrà dal 19 al 22 luglio e ospiterà anche le finali della sezione emergenti del Premio Amnesty.
Dario Brunori ha dichiarato:
“Mai come oggi, ‘L'uomo nero’ assume un significato speciale per me. Nello spettacolo teatrale che sto portando in giro, è il pezzo che più mi emoziona cantare, un'emozione e una tensione che avverto forte anche nelle persone che ho di fronte ogni sera.
Eppure all'epoca ho avuto difficoltà ad affrontarlo perché, visto il tema, era facile cadere nella retorica anacronistica del cantautore militante, in un’invettiva scontata contro il dilagare di nuove forme di intolleranza, contro le piccole e grandi derive xenofobe degli ultimi anni. In realtà non mi interessava tanto parlare del fenomeno in sé, quanto del fenomeno in me, come diceva qualcuno. Il fuoco del pezzo sta tutto nell’ultimo verso: ‘Io che sorseggio l’ennesimo amaro, seduto a un tavolo sui Navigli, pensando in fondo va tutto bene, mi basta solo non fare figli… e invece no’.
Come in altri pezzi dell'ultimo album, traccio la condizione di un uomo che si chiede cosa è giusto fare di fronte a un’apparente involuzione dell’essere umano, al ritorno di fiamma di visioni ideologiche e morali che ci piacerebbe pensare morte e sepolte. C'è una buona dose di amarezza verso il mondo intorno, ma anche la denuncia allo specchio di quell'approccio ignaro che troppo spesso tende a non occuparsi concretamente di ciò che accade fuori dal proprio cortile, a ignorare certi fenomeni, a ridicolizzarli o a non dargli eccessivo peso. Si tratta di un terreno scivoloso, ne sono consapevole, ma spero di essere rimasto in piedi e questo riconoscimento, in qualche modo, me ne dà conferma. Grazie di cuore a Amnesty International Italia e a Voci per la libertà.”
(comunicato a cura di WhiteANGEL, diffusione Stefano Wolf)
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