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lunedì 8 maggio 2017
Provincia Palermo. Mostra in ricordo delle due guerre mondiali organizzata da SiciliAntica e dall’Istituto Comprensivo Biagio Siciliano
domenica 7 maggio 2017
Mostra "Il Meravoglioso Mondo di Wal" // Villa Torlonia, Casina delle Civette
sabato 6 maggio 2017
Mostra: Infiniti Interiori - Opere recenti di Tobia Ravà a Venezia
Infiniti interiori - Opere recenti di Tobia Ravà
In un'epoca del post - internet, egli ristabilisce un nuovo legame con la scrittura, utilizzandone una tra le più antiche, quella ebraica, in cui la corrispondenza, compresenza e compenetrazione di lettera e numero (ghematrià), porta ad un arricchimento di idee, originali sviluppi e nuove riflessioni.
Egli ha inventato un suo universo originale in cui compiere un viaggio dall'interiorità all'infinito, dove trovano posto sogni e utopie, e mostra con immagini gioiose, energetiche e vitali le possibili strade da seguire, le relazioni con l'altro, con le diverse culture, auspicando una sempre più proficua collaborazione con artisti che provengono da mondi differenti e un rapporto più corretto, giusto, rispettoso nei confronti dell'ambiente, del mondo animale, della natura e del cosmo, nella convinzione che l'arte può far compiere un passo in avanti all'umanità intera.
I suoi boschetti generano sempre nuovi percorsi ed evidenziano un rapporto panteistico con la natura nei termini in cui Spinoza può aver forse tratto proprio dalla Kabbalah l'equivalenza tra Dio e Natura. C'è un recupero dei valori legati alla bellezza e al rispetto dell'ambiente, ma anche della storia e del passato e di tutto ciò che l'uomo ha prodotto come risultato di conoscenze e saperi.
Se gli artisti rinascimentali cercavano la bellezza ideale nelle geometrie attraverso i rapporti numerici per raggiungere equilibrio ed armonia, misura e ordine, Tobia Ravà sviluppa un percorso simbolico a rebus costruito su piani di lettura diversi attraverso la ghematrià ("gimatreya"), criterio di permutazione delle lettere in numeri in uso fin dall'antichità nell'alfabeto ebraico, secondo cui ad ogni lettera corrisponde un numero, così ogni successione alfabetica può considerarsi una somma aritmetica.
L'artista ricrea i luoghi del reale servendosi di un linguaggio codificato riferito ai numeri relativi alla traslitterazione ghematrica delle 22 lettere che compongono l'alfabeto ebraico, che hanno appunto un significato etico, spirituale e numerologico, metafora di una disgregazione attraverso le scintille di un Big Bang ancestrale.
Questo intreccio affascinante tra presente, passato e futuro, tra natura e cultura, viene non solo intuito e riconosciuto dall'artista, ma anche visualizzato attraverso seducenti immagini fatte di forme, colori, lettere e numeri, che costituiscono quella foresta di simboli che si cela dietro il reale.
Galleria Open Art, Prato | 20 maggio – 23 settembre 2017 | UTOPIA E PROGETTO | a cura di Mauro Stefanini, testo di Beatrice Buscaroli
venerdì 5 maggio 2017
Da oggi aperta al pubbblico la mostra Cietes Underground di Mario Bobba- ospitata da Artepassante in occasione del Photofestival di Milano
giovedì 4 maggio 2017
BOTERO A ROMA > dal 5 maggio al 27 agosto 2017 > Complesso del Vittoriano - Ala Brasini, Roma
Fernando Botero, Donna seduta, 1997. Olio su tela; 134x92 cm
Fernando Botero, Natura morta davanti al balcone, 2000. Olio su tela; 190x131 cm
Fernando Botero, Nostra Signora di Colombia, 1992. Olio su tela; 230x192 cm
Questa è la cifra stilistica di Fernando Botero, origini colombiane, famoso e popolare in tutto il mondo per il suo inconfondibile linguaggio pittorico, immediatamente riconoscibile.
Alla sua arte, nel suo ottantacinquesimo genetliaco, si rende omaggio con un'esposizione che ripercorrerà attraverso 50 suoi capolavori, molti dei quali in prestito da tutto il mondo, oltre 50 anni di carriera del Maestro dal 1958 al 2016.
La mostra, che si presenta come la prima grande retrospettiva dell'opera di Botero in Italia, apre a Roma al Complesso del Vittoriano – Ala Brasini il 5 maggio sotto l'egida dell'Istituto per la storia del Risorgimento italiano, promossa dall'Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali di Roma Capitale, con il patrocinio della Regione Lazio e dell'Ambasciata di Colombia in Italia.
Organizzata e co-prodotta da Gruppo Arthemisia e MondoMostreSkira, è curata da Rudy Chiappini in stretta collaborazione con l'artista.
Ad accogliere il pubblico fuori dalla mostra, visibile anche a tutti i passanti, la gigantesca scultura in bronzo Cavallo con briglie - di oltre una tonnellata e mezzo di peso e alta più di tre metri – che occupa con tutta la sua maestosa imponenza lo spazio antistante il Museo raccontando la perfetta plasticità volumetrica delle forme simbolo dello stile Botero.
«Credo molto nel volume, in questa sensualità che nella pittura suscita piacere allo sguardo. Un quadro è un ritmo di volumi colorati dove l'immagine assume il ruolo di pretesto».
Da questa dichiarazione del Maestro si capisce immediatamente che la sua arte rivela un universo più complesso di quanto può apparire a una prima e immediata visione delle sue opere che sono invece la risultanza di un delicato equilibrio tra maestria esecutiva e valori espressivi.
E così nei suoi ritratti austeri, nei nudi privati di ogni malizia, nelle nature morte, dove è fortissimo il concetto di abbondanza, si percepisce altrettanto fortemente la dolcezza delle forme, così come nelle sue corride, nei suoi giocolieri è altrettanto percepibile un senso di nostalgia e smarrimento che cattura il cuore di chi le osserva.
Emblematiche della poetica boteriana sono le figure dalle forme abbondanti, soprattutto femminili, caratterizzate da un linguaggio ridondante e originale che accentua i volumi e la plasticità tridimensionale. Botero dilata le forme perché è un atto funzionale anche a far comprendere l'importanza del colore, steso in grandi campiture piatte e uniformi, senza contorni e ombreggiature.
I protagonisti dei suoi dipinti sono sempre privi di stati d'animo riconoscibili, non provano né gioia, né dolore. Di fronte ai giocatori di carte, alla gente del circo, ai vescovi, ai matador, ai nudi femminili Botero non esprime alcun giudizio.
Nei suoi dipinti scompare la dimensione morale e psicologica: il popolo, in tutta la sua varietà, semplicemente vive la propria quotidianità, assurgendo a protagonista di situazioni atipiche nella loro apparente ovvietà. Per Botero dipingere è una necessità interiore, ma anche un'esplorazione continua verso il quadro ideale che non si raggiunge mai.
Apolide, eppure legato alla cultura della sua terra, Botero ha anticipato di diversi decenni l'attuale visione globale di un'arte senza più steccati, né confini: lo si può leggere e apprezzare in qualsiasi luogo e in qualsiasi tempo, se ne apprezza il continuo richiamo alla classicità in una visione assolutamente contemporanea che include nella riflessione la politica e la società.
La sua pittura non sta dentro un genere, pur esprimendosi attraverso la figurazione, ma inventa un genere proprio e autonomo attorno al quale il pittore colombiano ha sviluppato la propria poetica in oltre mezzo secolo di carriera.
L'esposizione vede come sponsor Generali Italia, che attraverso Valore Cultura offre al pubblico il servizio di audioguida. Valore Cultura è il programma con cui Generali Italia sostiene le migliori iniziative artistiche e culturali per renderle accessibili a un pubblico sempre più vasto e per promuovere lo sviluppo e la valorizzazione del nostro territorio.
Special partner Ricola e media partner Radio Monte Carlo.
L'evento è consigliato da Sky Arte HD.
Il catalogo è edito da Skira/Arthemisia.
mercoledì 3 maggio 2017
Mostra 'The City is a Novel' di Alexey Titarenko. Spazio Damiani, 12 maggio – 15 settembre 2017
Venerdì 12 maggio 2017 alle 18.30 Spazio Damiani inaugura la mostra The City is a Novel del fotografo Alexey Titarenko. La mostra presenta circa venti opere realizzate dall’artista in tre differenti città: Venezia, New York e San Pietroburgo, sua città d’origine.
Protagonista indiscussa nella ricerca fotografica di Titarenko è dunque la città, le cui diverse espressioni diventano metafore per raccontare condizioni di vita umana. Venezia, New York e San Pietroburgo sono i soggetti attraverso i quali Titarenko narra il suo racconto, un racconto intriso di raffinata cultura letteraria coltivata fin dall’infanzia con gli scritti di Checov, Dostoevskij e molti altri autori.
Ciascuna città rappresenta uno snodo importante nella poetica di Titarenko. San Pietroburgo è la sua città natale, quella in cui ha maturato la propria sensibilità e che lo ha dotato di una particolare inclinazione per la rappresentazione onirica.
Tutte le fotografie in mostra, di medio e piccolo formato quadrato, sono stampe in bianco e nero ai sali d’argento. Il procedimento con cui Titarenko arriva al risultato finale è tuttavia più complesso perché include viraggi applicati a pennello in argento e seppia e un bagno di viraggio al selenio che conferisce luminosità ai bianchi e intensità ai neri e grigi.
The City is a Novel è anche il titolo del volume pubblicato da Damiani che presenta la serie completa scattata a Venezia, New York, San Pietroburgo e L’Avana.
A partire dal 1991 Titarenko ha prodotto diverse serie fotografiche che sottolineavano le tremende condizioni di vita sofferte dal popolo russo nel ventesimo secolo e in particolare sotto il regime comunista. Per illustrare il legame tra presente e passato ha introdotto all’interno del genere streetphotography tecniche quali l’esposizione prolungata e lo scatto mosso come strumento volontario per ritrarre il movimento.
Nel 2002 il Festival Internazionale della Fotografia di Arles, ha presentato la sua mostra Les quatres mouvements de St. Petersburga cura di Gabriel Bauret.
Le stampe di Titarenko sono solitamente realizzate in camera oscura. Lo sbiancamento e i viraggi aggiungono profondità alla sua palette di grigi, rendendo ogni stampa unica ed intensa.
Opere di Alexey Titarenko sono incluse nelle collezioni dei più importanti musei europei e americani tra cui: The State Russian Museum di San Pietroburgo; The Getty Museum di Los Angeles; il Philadelphia Museum of Fine Art; il Museum of Fine Arts di Boston; il Museum of Fine Arts di Houston; il Museum of Photographic Arts di San Diego; la European House of Photography di Parigi; il Reattu Museum of Fine Arts di Arles e il Musée de l’Elysée Museum for Photography di Losanna.
Alexey Titarenko vive e lavora a New York ed è rappresentato da Nailya Alexander Gallery.
Sede
Periodo
Inaugurazione 12 maggio 2017, ore 18.30
Conferenza stampa 11 maggio 2017, ore 11.30 presso Spazio Damiani con l'artista
Orari d’apertura dal lunedì al giovedì dalle 9.00 alle 18.00, il venerdì dalle 9.00 alle 17.00 oppure su appuntamento
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