MIRTA CARROLI
LA PERSISTENZA DEL SEGNO
Personale di scultura contemporanea di grandi dimensioni en plein air
18 aprile – 8 novembre 2009
Castel Pergine, Trento
Il 18 Aprile inaugurerà la 17ma edizione dell'appuntamento annuale con la scultura contemporanea di grandi dimensioni a Castel Pergine, nel suggestivo paesaggio della Valsugana.
Quest'anno, i curatori Franco Batacchi, Theo Schneider e Verena Neff hanno scelto di esporre Mirta Carroli, una delle pochissime scultrici donne della scena contemporanea, la quale, seguendo il filo comune che ha caratterizzato le mostre precedenti, proporrà una serie di lavori site specific. Venti le sculture, per la maggior parte appositamente progettate per questo luogo, che si snoderanno in un percorso tematico unitario lungo le due cinte murarie e il cortile esterno del castello. Altrettante opere saranno collocate nelle sale interne dove si alterneranno ceramiche, sculture di medie e piccole dimensioni, gioielli e disegni.
La poetica di Mirta Carroli si incentra su un legame profondo tra l'opera creata e il luogo in cui l'artista lavora, traducendosi nel suo caso in una relazione privilegiata con l'enigma ancestrale della terra supporto-apertura-abisso e con gli archetipi delle civiltà agricole. Nell'opera di questa artista convivono infatti poeticità e concretezza, ricerca e confronto con la tradizione, anime contrapposte che attraverso la padronanza dei mezzi espressivi si sublimano in un linguaggio unitario di evocazione. I materiali utilizzati sono principalmente l'acciaio corten e il ferro, che vengono lavorati con la tecnica "per togliere" e "per mettere": in una prima fase la scultrice toglie, cioè sfrangia, taglia, disegna sulla lastra utilizzando il plasma; quindi, una volta preparati gli elementi, li assembla. Ne scaturisce un discorso a volte filosofico, a volte lirico, che utilizza l'alfabeto primordiale della terra e del fuoco, elementi al tempo stesso astratti e reali, concettuali e concreti. Nella stessa direzione vanno anche le grandi opere progettate appositamente per Castel Pergine, in una sorta di dialogo continuo tra l'impeto della visione dell'artista e la potenza della struttura ospitante, come la maestosa Nike che troneggia di fronte alla porta principale del castello. Nero, ruggine e rosso i colori dominanti delle sculture.
La mostra di Castel Pergine si preannuncia dunque come l'occasione per ammirare il lavoro di una scultrice che si rapporta all'ambiente circostante con la capacità di rispettarlo, esaltarlo e plasmarlo con lo stesso gesto. Inoltre questo appuntamento segue un'importante personale dedicata all'artista dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Brisighella, suo paese d'origine, nell'estate del 2008 e rinnova pertanto a breve distanza la sfida di far respirare grandi sculture contemporanee in un sito medievale, già così potentemente carico di valenze proprie.
Mirta Carroli, nata a Brisighella nel 1949, vive e lavora a Bologna, dove insegna presso l'Accademia di Belle Arti. Fin dall'inizio degli anni Ottanta ha intrapreso un lavoro teorico e creativo sulla scultura di grandi dimensioni, partecipando a numerose esposizioni nazionali ed internazionali: dalla XLVI Biennale di Venezia al Premio Marconi per la scultura del 1999, dalle mostre di New York tra il 1994 e il 2003 alle esposizioni di Bruxelles, Amburgo, Lubiana, Graz e Shangai.
Il suo lavoro è stato seguito con particolare interesse da critici e curatori di grande prestigio, tra i quali: Giorgio Bonomi, Pietro Bellasi, Enrico Crispolti, Vittoria Coen, Renato Barilli, Claudio Cerritelli, Maria Luisa Trevisan, Marisa Vescovo, Marilena Pasquali, Elisa Del Prete, Adriano Baccilieri,Carola Pandolfo, Rosalba Pajano ed altri ancora.
E' presente con sculture permanenti a: Bologna, Chiostro di San Giovanni in Monte, Macina; Fondazione Francesco Martini, Il grande carro; Capalbio, Pegaso la luna; Masserano (Biella) - Ultima Cena; Brufa di Torgiano (Perugia) - Il tempio delle voci; Grosseto - Energea.
E' prevista la produzione di un catalogo della mostra in italiano e in tedesco a cura di Verena Neff e Theo Schneider, con testi critici di Franco Batacchi, edito da Publistampa.
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