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martedì 3 settembre 2013

PETER PÜNTENER alla SACI Gallery, Firenze, apre il 9 settembre



















PETER PÜNTENER

"If Walls Could Talk: Photo from the Abu Salim Prison, Tripoli

9 settembre - 14 ottobre, 2013Inaugurazione: lunedì 9 settembre ore 18


Prima che le rivolte della Primavera Araba si diffondessero in Libia, migliaia di prigionieri politici furono detenuti nelle prigioni di Moammar Gheddafi. In queste opere, le sale e le celle della famosa prigione di massima sicurezza di Abu Salim a Tripoli possono essere osservate da tutti. In quanto luogo della terribile strage del 1966, quando furono massacrati circa 1.200 prigionieri che avevano protestato contro le proprie condizioni di vita, durante le rivolte il simbolismo dietro la liberazione di Abu Salim è stato particolarmente potente. Oltretutto, è stato l’arresto di Fathi Terbil, un avvocato che rappresentava le famiglie delle vittime di Abu Salim a rappresentare la scintilla che ha dato vita alla rivolta libica del Febbraio 2011. Dieci giorni dopo l’inizio delle proteste, migliaia di persone arrestate durante le manifestazioni a Tripoli sono state rinchiuse ad Abu Salim. Essendo l’ala riservata ai prigionieri politici ormai piena, i nuovi arrivi sono stati sistemati nell’ala militare. Arrestati in quanto sospetti ribelli, sono stati costretti a firmare una dichiarazione mentre erano bendati – in caso di rifiuto, venivano torturati: i carcerieri li appendevano ad una sbarra di ferro rialzata e li picchiavano. Le fotografie in mostra sono state scattate poco dopo la liberazione della prigione di Abu Salim, durante i primi giorni di Settembre del 2011. 

Peter Püntener - Biografia

(Svizzero, nato nel 1958, vive a Zurigo)
Dopo aver completato i propri studi di Storia Economica presso l’Università di Zurigo durante i primi anni 90, Peter Püntener ha frequentato un ciclo di lezioni presso l‘ International Center of Photography a New York. Quindi è tornato in Svizzera dove ha iniziato la propria carriera come fotoreporter. Nel 1995, la sua mostra itinerante ed il relativo libro, Ohne Arbeit, consistenti in ritratti di persone disoccupate in Svizzera, lo hanno portato all’attenzione pubblica come uno dei fotografi più rilevanti del paese. Nel 2008 ha fotografato una serie di celebrità svizzere trasferitesi negli Stati Uniti. Queste opere fanno ora parte della Collezione Fotografica della Biblioteca Nazionale Svizzera. Da vari anni sta lavorando sui ritratti di due artisti svizzeri, Bruno Jakob e Hans Witschi, che vivono entrambi a New York. Tra i suoi altri progetti a lungo termine troviamo The End of the Road, fotografie di macchine abbandonate in paesaggi americani, e Under the Trees of Heaven, fotografie di fiori e piante in un‘ isolata valle umbra. Al momento sta lavorando su un progetto riguardante la crisi finanziaria europea. If walls could talk è la seconda mostra di Peter Püntener riguardante i diritti umani dopo Totenklage, che è stata ospitata presso la SACI ad inizio 2011. Le fotografie di Totenklage, per cui Peter Püntener è stato nominato per il Premio Fotografico Svizzero 2009, sono state riprodotte in AFTERWARDS, un volume realizzato dal Musée de l'Elysée, Losanna, e pubblicato da Thames & Hudson, Londra.
www.peterpuentener.ch



SACI Gallery
Studio Art Centers International
Palazzo dei Cartelloni
Via Sant'Antonino, 11
50123 Firenze, Italy
T 055 289 948
www.saci-florence.edu

Aperta dal lunedì al venerd' ore 9-19
Sabato e domenica ore 13-19 

giovedì 23 maggio 2013

La Galleria Maidoff presenta BRYAN HOLT MOORE: Il contrasto fra il contemporaneo e il classico

Bryan Holt Moore

La Maidoff Gallery della SACI ha il piacere di presentare una installazione di scultura dell’artista americano

BRYAN HOLT MOOREIl contrasto fra il contemporaneo e il classico

23 maggio – 22 giugno, 2013
Inaugurazione: Giovedì 23 maggio ore 18-20
Specchio, specchio delle mie brame, chi è il più equo del reame?
Con questa domanda da fiaba, Bryan Holt Moore presenta il dilemma tra classicità e contemporaneità nell’arte. Una figura femminile guarda letteralmente nello specchio, che però, anzichè riflettere la sua immagine, offre quella di una scultura astratta contemporanea. Quale sarebbe la prima scelta dell’osservatore?
Rimanendo in tema di fiabe, Moore ci offre quest’ulteriore spunto, “Tanto tempo fa, in una terra molto lontana, abbiamo sorpreso gli antichi giganti il cui passatempo prediletto era giocare a quel che conosciamo come il gioco Shangai…” Eppure non raccolsero i bastonicini; forse erano i figli del gigante malvagio?
I visitatori vengono messi dinnanzi all’inconvenienza dell’installazione d’arte contemporanea: sia in termini di interpretazione che nella difficoltà di navigazione fisica. L’opera presenta un totale di 17 “bastoncini”, per una lunghezza totale di 116 metri.
Bryan Holt Moore è nato a Los Angeles, California, nel 1951. Ha studiato per due anni presso la University of California a Santa Cruz prima di trasferirsi all’ Emerson College a Sussex, in Inghilterra. Dopo un anno di studi nel campo delle arti liberali, si è trasferito in Germania dove ha svolto un tirocinio triennale come costruttore di armadietti. Affascinato dallo stile di vita europeo, decise di non tornare negli Stati Uniti, spostandosi invece in Inghilterra dove ha lavorato per un anno come costruttore di giocattoli. Poco dopo, si è trasferito a Oslo, in Norvegia, dove ha vissuto per quasi tre anni, costruendo mobili e sculture lignee. Ha deciso poi per una grande svolta, trasferendosi in Italia nel 1980 per lavorare col marmo. A Carrara si è innamorato di questo materiale, che è divenuto il suo prediletto per scolpire. Tuttavia, più recentemente, ha realizzato soprattutto opere “polimateriche”.
Dopo la sua prima mostra personale a Milano, nel 1983, Moore ha esibito le proprie opere in numerose mostre in Italia, Svizzera, Germania e negli Stati Uniti. Al momento risiede nella provincia fiorentina.

JULES MAIDOFF GALLERY
Studio Art Centers International
Via Sant’Egidio, 14
50122 Firenze, Italy
T/F 055 240 910
www.saci-florence.edu
Aperta lunedì a venerdì, 9-19

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