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martedì 3 dicembre 2019

La Casa, i ricordi e l'infanzia a Rimini del Giovane Federico Fellini

In preparazione al centenario della nascita di Federico Fellini, che ricorrerà nel 2020, la grande mostra internazionale: Verso il Centenario. Federico Fellini, 1920-2020 curata da Vincenzo Mollica e Alessandro Nicosia con Francesca Fabbri Fellini e con la partecipazione di Simonetta Tavanti, nipote di Giulietta Masina, ripercorre le opere del grande maestro, rivivendo i testi, le scene, i personaggi dei suoi film e quindi la sua storia personale. 

Nelle sale dei Musei Civici verranno esposti disegni originali, costumi tra i quali quelli dei film Roma, Casanova e Amarcord, centinaia di fotografie, installazioni filmiche, testimonianze, documenti originali, manifesti dei suoi film e molti manufatti esposti per la prima volta.

I ricordi e l'infanzia a Rimini del giovane Federico Fellini / La casa natale di Fellini

Scoperta, a Rimini, la vera casa natale di Federico Fellini. È sempre in viale Dardanelli, a Marina Centro, ma non è lo stabile che si era pensato finora. Documenti e ricerche negli archivi con il catasto storico, hanno individuato l’esatta ubicazione dell’abitazione natia di Federico Fellini che non è al civico 10 ma al 60. A dare la curiosa notizia è il settimanale riminese 'il Ponte' che riporta una ricerca accurata da Davide Bagnaresi, 42enne docente a contratto in Storia dei consumi all'Università di Bologna che, da tempo, si occupa del Fellini bambino e ragazzo, e che riproporrà con fotografie e documenti, - in occasione del convegno 'Ho bisogno di credere. Federico Fellini e il sacro', in programma nel marzo 2020 - nel Centenario della nascita del regista - che si svolgerà tra Rimini e Roma, l'intera vicenda riguardo all'infanzia di Fellini. Prendendo le mosse dal certificato dell'Anagrafe, che segna via Dardanelli 10, Bagnaresi ha ripercorso tutte le tappe della vita di Fellini a partire dall'individuazione del padrino e della madrina al battesimo del piccolo Federico, Cesare Canuti e Clara Canuti, intestataria dell'immobile, al civico 10, in cui i genitori del regista - Urbano Fellini e Ida Barbiani - avevano affittato una stanza, sul finire del 1919, per motivi di lavoro. L’abitazione indicata al numero del catasto, 12751, foglio 66, particella 416 e parte di un gruppo di case popolari. Oggi il Foglio 66 particella 416, ovvero la casa in cui è nato Fellini, corrisponde al civico 60 di viale Dardanelli, bombardato nel 1944 e in parte ricostruito.


Chi era Fellini?
“Fellini era un adolescente, uno scapestrato, amava scherzare e prendere alla berlina gli amici e persino i professori. Per ridere Federico Fellini disegnava ritraendo spesso i compagni e gli insegnanti del liceo Giulio Cesare di Rimini e che poi regalava agli amici, apprezzati al momento e quasi sempre buttati via. Non amava studiare, infatti in seguito confesserà: “La scuola mi offriva l’opportunità di disegnare con la scusa di prendere appunti o di scrivere e quindi di vivere nel mio mondo di fantasia, mentre fingevo di ascoltare le parole degli insegnanti. Disegnavo di nascosto caricature, sperando di non essere mai scoperto e che tutti pensassero che stavo prendendo appunti su appunti”. Una passione intensa quella di descrivere le facce e le espressioni grottesche degli amici che diventerà poi una delle caratteristiche peculiari del suo cinema. In effetti, Marcello Monaldi ci dice che “Fellini ha sempre disegnato accanitamente: da bambino, quando riempiva le tovaglie di casa con interminabili ghirigori, da studente, quando faceva le caricature degli insegnanti o andava sulla spiaggia di Rimini, vestito di tutto punto, a caccia di clienti a cui fare il ritratto, da giovane in cerca di fortuna quando collaborava come umorista e vignettista al Marc’ Aurelio: e poi da regista, quando il disegno gli serviva per fissare i lineamenti di un personaggio, per abbozzare un costume, una scenografia per captare le suggestioni cromatiche da…”. 
Proprio nel 37’ tanti bozzetti che Fellini produceva per pochi centesimi sul lungomare di Rimini quasi sempre venivano buttati subito via perché ritenuti di poco conto. Purtroppo, tanti lavori di quegli anni riminesi sono stati persi e si conosce pochissimo questa parentesi giovanile che precede l'arrivo a Roma nel 1939 con l'inizio geniale nel campi della cinematografia a contatto con importanti personaggi del cinema e dello spettacolo. Gianfranco Angelucci, amico e collaboratore del grande regista, ha conosciuto il maestro Fellini in occasione della tesi di laurea in Lettere a Bologna sollecitato dal professore di Storia dell'Arte a fare una tesi su Federico Fellini che considerava il più grande artista figurativo del 900. 



Questo incontro ha permesso a Angelucci di conoscere bene Fellini e poi di lavorare per 25 anni assieme come sceneggiatore nel cinema. Era soprattutto un personaggio fuori misura, un genio non soltanto cinematografico e che è impossibile ascrivere in un'unica immagine. Federico - dice - è una persona che, oltre aver fatto 3 capolavori che resteranno eterni nella storia del cinema e della cultura, nella sua quotidianità era estremamente divertente, aveva un’ironia spassosissima. Era una persona che sapeva trovare sempre il lato comico in ogni situazione. Era un adolescente, uno scapestrato, un compagno di banco, uno che ti aiutava a passare la giornata nella maniera più divertente possibile”. Era un artista vero, un personaggio capace di portarti nel paese delle meraviglie. Dopo Fellini il cinema si è fatto arte, diventando la decima Musa o la settima arte   Sandro Bongiani

Segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno

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