In preparazione
al centenario della nascita di Federico Fellini, che ricorrerà nel 2020, la
grande mostra internazionale: Verso il Centenario. Federico Fellini, 1920-2020
curata da Vincenzo Mollica e Alessandro Nicosia con Francesca Fabbri Fellini e
con la partecipazione di Simonetta Tavanti, nipote di Giulietta Masina,
ripercorre le opere del grande maestro, rivivendo i testi, le scene, i personaggi
dei suoi film e quindi la sua storia personale.
Nelle sale dei Musei Civici
verranno esposti disegni originali, costumi tra i quali quelli dei film Roma,
Casanova e Amarcord, centinaia di fotografie, installazioni filmiche,
testimonianze, documenti originali, manifesti dei suoi film e molti manufatti
esposti per la prima volta.
I ricordi e l'infanzia a Rimini del giovane Federico Fellini / La casa
natale di Fellini
Scoperta, a Rimini, la
vera casa natale di Federico Fellini. È sempre in viale Dardanelli, a Marina
Centro, ma non è lo stabile che si era pensato finora. Documenti e ricerche
negli archivi con il catasto storico, hanno individuato l’esatta ubicazione dell’abitazione
natia di Federico Fellini che non è al civico 10 ma al 60. A dare la curiosa
notizia è il settimanale riminese 'il Ponte' che riporta una ricerca accurata
da Davide Bagnaresi, 42enne docente a contratto in Storia dei consumi
all'Università di Bologna che, da tempo, si occupa del Fellini bambino e
ragazzo, e che riproporrà con fotografie e documenti, - in occasione del
convegno 'Ho bisogno di credere. Federico Fellini e il sacro', in programma nel
marzo 2020 - nel Centenario della nascita del regista - che si svolgerà tra
Rimini e Roma, l'intera vicenda riguardo all'infanzia di Fellini. Prendendo le
mosse dal certificato dell'Anagrafe, che segna via Dardanelli 10, Bagnaresi ha
ripercorso tutte le tappe della vita di Fellini a partire dall'individuazione
del padrino e della madrina al battesimo del piccolo Federico, Cesare Canuti e
Clara Canuti, intestataria dell'immobile, al civico 10, in cui i genitori del
regista - Urbano Fellini e Ida Barbiani - avevano affittato una stanza, sul
finire del 1919, per motivi di lavoro. L’abitazione indicata al numero del
catasto, 12751, foglio 66, particella 416 e parte di un gruppo di case
popolari. Oggi il Foglio 66 particella 416, ovvero la casa in cui è nato
Fellini, corrisponde al civico 60 di viale Dardanelli, bombardato nel 1944 e in
parte ricostruito.
“Fellini era un
adolescente, uno scapestrato, amava scherzare e prendere alla berlina gli amici
e persino i professori. Per ridere Federico Fellini disegnava ritraendo spesso
i compagni e gli insegnanti del liceo Giulio Cesare di Rimini e che poi
regalava agli amici, apprezzati al momento e quasi sempre buttati via. Non
amava studiare, infatti in seguito confesserà: “La scuola mi offriva
l’opportunità di disegnare con la scusa di prendere appunti o di scrivere e
quindi di vivere nel mio mondo di fantasia, mentre fingevo di ascoltare le
parole degli insegnanti. Disegnavo di nascosto caricature, sperando di non
essere mai scoperto e che tutti pensassero che stavo prendendo appunti su
appunti”. Una passione intensa quella di descrivere le facce e le espressioni
grottesche degli amici che diventerà poi una delle caratteristiche peculiari
del suo cinema. In effetti, Marcello Monaldi ci dice che “Fellini ha sempre
disegnato accanitamente: da bambino, quando riempiva le tovaglie di casa con
interminabili ghirigori, da studente, quando faceva le caricature degli
insegnanti o andava sulla spiaggia di Rimini, vestito di tutto punto, a caccia
di clienti a cui fare il ritratto, da giovane in cerca di fortuna quando
collaborava come umorista e vignettista al Marc’ Aurelio: e poi da regista,
quando il disegno gli serviva per fissare i lineamenti di un personaggio, per
abbozzare un costume, una scenografia per captare le suggestioni cromatiche
da…”.
Proprio nel 37’ tanti bozzetti che Fellini produceva per pochi centesimi
sul lungomare di Rimini quasi sempre venivano buttati subito via perché
ritenuti di poco conto. Purtroppo, tanti lavori di quegli anni riminesi sono
stati persi e si conosce pochissimo questa parentesi giovanile che precede
l'arrivo a Roma nel 1939 con l'inizio geniale nel campi della cinematografia a
contatto con importanti personaggi del cinema e dello spettacolo. Gianfranco
Angelucci, amico e collaboratore del grande regista, ha conosciuto il maestro
Fellini in occasione della tesi di laurea in Lettere a Bologna sollecitato dal
professore di Storia dell'Arte a fare una tesi su Federico Fellini che
considerava il più grande artista figurativo del 900.
Questo incontro ha
permesso a Angelucci di conoscere bene Fellini e poi di lavorare per 25 anni
assieme come sceneggiatore nel cinema. Era soprattutto un personaggio fuori
misura, un genio non soltanto cinematografico e che è impossibile ascrivere in
un'unica immagine. Federico - dice - è una persona che, oltre aver fatto 3
capolavori che resteranno eterni nella storia del cinema e della cultura, nella
sua quotidianità era estremamente divertente, aveva un’ironia spassosissima.
Era una persona che sapeva trovare sempre il lato comico in ogni situazione.
Era un adolescente, uno scapestrato, un compagno di banco, uno che ti aiutava a
passare la giornata nella maniera più divertente possibile”. Era un artista
vero, un personaggio capace di portarti nel paese delle meraviglie. Dopo
Fellini il cinema si è fatto arte, diventando la decima Musa o la settima arte Sandro Bongiani
Segnalato da Archivio Ophen Virtual Art
di Salerno
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