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martedì 7 dicembre 2021

Salerno / Mostra Retrospettiva di Andrea Bonanno

 

SANDRO  BONGIANI VRSPACE

Mostra Retrospettiva di Andrea  Bonanno

“L’uomo contemporaneo tra degrado e riscatto”

Opere 1976 - 2021

A cura di Sandro Bongiani

11 dicembre 2021 - 13 febbraio 2022

Via S. Calenda 105/D, 84126 SALERNO (Italy).

https://www.sandrobongianivrspace.it/

 

Preview /AMACI -  11 dicembre 2021 ore 18:00

 (L’evento partecipa alla diciassettesima giornata del contemporaneo

promossa da AMACI Associazione dei Musei d'Arte Contemporanea Italiani)

#GiornataDelContemporaneo

 













“… le figure, come delle apparizioni inquietanti, uscite dai loro corpi reali per assumere delle forme declinanti il vuoto e l’assenza della spiritualità e della sentimentalità dell’uomo…”



In occasione di AMACI-17.Giornata Del Contemporaneo viene organizzata dalla Collezione Bongiani Art Museum di Salerno presso la Galleria “SANDRO  BONGIANI VRSPACE” www.sandrobongianivrspace.it, la retrospettiva di Andrea Bonanno dal titolo, “L’uomo contemporaneo tra degrado e riscatto”, con opere dal 1976-2021 a cura di Sandro Bongiani. La mostra cerca di fare il punto sulla condizione anonima dell’uomo contemporaneo da lungo tempo indagata dall’artista con coerenza e originalità creativa. Una visione intesa come rivelazione della condizione di degrado, diretta ad investigare e a rispondere alla problematica del destino dell’homo tecnologicus, rappresentato come una figura  estraniata dell’inconsistenza e da una tormentata scissione, incapace ormai di  ricercare il suo essere e la sua vera identità.

Anonime presenze vivono atteggiate in un perdurante silenzio interrogativo e metafisico, così  come gli spazi dell’uomo rivelati come aree di commisurazioni fra perdita e sogno. Una particolare weltanschauung dell’uomo presentato come  desolato involucro, senza più organi interni e anima, a stento comunicanti tra loro, in un clima segnato da una ingrata solitudine e da un’assillante dissoluzione.

Sono presenze dell’assenza dell’umano che tentano invano di ritrovare la vitalità, di resistere all’immane perdita delle loro funzioni immaginative e critico-riflessive. Le figure convivono in paesaggi desolati, si aggirano in tossici scenari degradati sconvolti da una perdurante azione inquinante da sembrare riflettere anch’essi le stigmate dello sconvolgimento. Quasi sempre, mostrano il lato oscuro di una insolita staticità, in realtà, restano solo delle fugaci apparizioni, con presenze uscite dai loro corpi reali per assumere forme declinanti il vuoto e l’assenza. Stando a questa particolare tematica nel dipingere l’uomo indagata con un acuto atteggiamento “verificale”, riflessivo e critico,  viene denunciata  l’assenza perduta dell’uomo e l’invito ad un ripensamento, a ritrovare un barlume di riscatto, di possibile liberazione da una condizione che aliena profondamente e degrada profondamente l’uomo, conducendolo alla sua completa destrutturazione e ad una totale negazione della sua precaria e inconsistente condizione umana. Sandro Bongiani.                            

 


Breve biografia di Andrea Bonanno

Andrea   Bonanno, nato a Menfi (AG), ha  iniziato  ad   esporre  a  partire  dal  1966, dopo aver  rifiutato  ogni  pittura manieristica  e  fuori  dalle  fondamentali   esigenze   spirituali  del nostro  tempo. Pittore, saggista e scrittore, svolge  da  anni  un' intensa  attività  pittorica  e  letteraria, spaziando  dalla poesia alla  critica  d'arte  e  alla  letteratura, partecipando a  molte manifestazioni nazionali  ed  internazionali  ottenendo  lusinghieri  consensi  di  critica  ed  importanti riconoscimenti.

 


Ha pubblicato opere saggistiche, come L’arte e la verifica trascendentale (saggio critico, Edizioni Tracce, Pescara 1992, Per un'arte della verifica trascendentale (Edizioni Pubblicoop, Sessa Aurunca, 1994), La poesia di Pietro Terminelli (Edizioni L'Involucro, Palermo, 1995), La verifica nell’arte figurativa contemporanea ed altri saggi (Phasar Edizioni, Firenze, 2001), seguiti negli anni successivi da altri titoli: Saggi sulla poesia di  M. Grazia Lenisa (Monografia), Edizioni Archivio "L. Pirandello", Sacile, 2003. Il volume è stato ristampato in seconda edizione nel 2004 con l'aggiunta di altri saggi; Saffo Chimera di Maria Grazia Lenisa, (Commento), Edizioni Archivio "L. Pirandello", Sacile, 2005, Poeti contemporanei per la verifica trascendentale (saggi), Ediz. Archivio “Luigi Pirandello”, Sacile, 2007, L’arte  deviata, otto Biennali di Venezia ed altri saggi, Ediz. Archivio “L. Pirandello”, 2010, Il romanzo e la verifica trascendentale (Vittorini, Piovene, Saviane), Ediz. Archivio “L. Pirandello”, 2014,  Van Gogh e la pittura <<verificale>>, Youcanprint Self Publishing, Trecase (LE), 2016.

Sue opere e pubblicazioni sono in istituzioni, musei e collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero.

 


sabato 13 marzo 2021

RETROSPETTIVA di GIULIA NAPOLEONE “Viaggi e costellazioni alla ricerca dell’infinito” Opere 1956-2020

 

SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY

RETROSPETTIVA di GIULIA  NAPOLEONE

“Viaggi e costellazioni alla ricerca dell’infinito”

Opere 1956-2020


dal  20 marzo  al 30 giugno  2021

A cura di Sandro Bongiani

#giulianapoleone 


S’inaugura sabato 20 marzo 2021, alle ore 18.00, la mostra Retrospettiva “Viaggi e costellazioni alla ricerca dell’infinito”, dedicata a Giulia  Napoleone, con opere create dal 1956 al 2020. Inoltre, viene presentato il libro d’artista di Giulia Napoleone dal titolo “Come il volo del tuffatore di Paestum” con 7 pastelli inediti creati tra il 2018-19 e con due poesie visuali di Sandro Bongiani. L’evento è sotto il Matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee, Museo Madre di Napoli.

54 opere, tra dipinti, disegni, pastelli e incisioni, datati 1956-2020, per delineare gli sviluppi dei paesaggi interiori, dei paesaggi “di puntini”, come li definisce lei stessa, di quella ricerca che domina la scena intellettuale e artistica degli anni Sessanta in cui opera l’artista con la sua specifica lettura del reale mediata dalla poesia.

Amica di Alberto Moravia, Carlo Levi, Ennio Flaiano Vanni Schewiller, Leonardo Sinisgalli, Giulia Napoleone –confessa- “La poesia è come un paesaggio, tutta la comprensione delle cose avviene attraverso la poesia, a tutto corrisponde un verso”,  e poi, “La mia lettura è una lettura lenta e tormentata, un processo di assimilazione difficoltoso”. Insomma, un dialogo continuo e costante tra poesia e ricerca grafica-pittorica a caratterizzare l’importanza e la qualità del suo lavoro, dalle prime riflessioni sul tema del segno degli anni Sessanta, fino alla sperimentazione del colore sublime, soprattutto il blu, “colore versatile” che lei considera “del pensiero” ma anche dell’infinito, il più misterioso e metafisico dei colori. La forza  dirompente e inquieta di questo colore connota, da sempre, il lavoro di oltre un settantennio di lavoro di questa importante  e storica artista contemporanea.

La ricerca  di Giulia Napoleone viene approfondita soprattutto dalla seconda metà degli anni Settanta in poi, in cui l’assenza di materia fa riaffiorare la luce e l’emozione. Una ricerca personalissima che trae suggerimenti da Klee, Morandi, Fontana e Tancredi. Agli infiniti intrecci che pervadono gli attraversamenti inoggettivi di Napoleone, corrisponde un nucleo proprio di confluenza che è il disegno, da sempre abilitato a una rilettura specifica dell’altra faccia del visibile, di un paesaggio del tutto mentale costruito tra equilibrio e geometria. che – come suggerisce Leonardo Sinisgalli – è una chimica interiore.   

Per Giulia Napoleone Il viaggio “non è soltanto spostamento da un  luogo per arrivare ad un altro, ai viaggi fisici anche frequenti di Giulia Napoleone corrispondono altrettanti  viaggi mentali di luoghi inesplorati, tra spazi, segni e costellazioni dell’assoluto e dell’indefinito. Una lunga e assidua ricerca  a indagare i segni dell’esistere, del pensiero, che diviene spazio, tempo e profondità in cui la luce entra nella sua ombra per aprirsi all’infinito e divenire paesaggio interiore.

Scrive Sandro Bongiani, “Un dialogo incessante con il blu maestoso dei pensieri che lacerano il tempo per divenire respiro e poi vento fugace che trabocca di luce e si addensa all’orizzonte, un soffio misterioso di leggerezza, un indefinito procedere verso un equilibrio precario che inonda la natura per tramutarsi in aria sottile. Un viaggio insostanziale e al contempo metafisico, con una realtà in equilibrio e un percorso intimo nel mondo interiore che resiste e accompagna in profondità il cammino permettendo ai pensieri di prendere forma, con quella linea ininterrotta dell’orizzonte e del mare che guarda l’infinito, nasconde e desta vecchi ricordi che emergono all’improvviso per divenire evocazione di luce e sperimentazione, appunti e anche note sopraffini della memoria”. Come sempre, nel suo lavoro, il sogno di Sula si fa e si disfa lentamente, raccoglie gli oscuri presagi che si decantano leggeri in superficie, linee sottili e umori sfuggenti che addensati assieme nella penombra si rincorrono per dare nuova vita e destino all’emozione. Segno nel sogno, a scandagliare i sortilegi dell’anima e tramutare i nascosti pensieri che l’occhio indifeso e distratto non può mai recepire. Una traccia dopo l’altra di senso, a suggerire geometrie interiori in un procedere verso l’equilibrio e il silenzio, tra l’ordine apparente e l’improvviso momento di caos. Come nel precario volo dell’ignoto Tuffatore di Paestum, che sprofonda in un abisso per poi riemergere dall’acqua a nuova vita, i colori incantati di Napoleone viaggiano nel cosmo, alla ricerca di un tempo sospeso, tra la percezione di un infinito procedere e la ricerca di un assoluto che non ha ancora trovato sicura stabilità e certezza.   

 

 

Biografia di  Giulia Napoleone                                                                       


 

Giulia Napoleone nasce nel 1936 a Pescara in Abruzzo e oggi vive nella Tuscia, in provincia di Viterbo, con frequenti soggiorni in Ticino (Svizzera). Dopo il diploma magistrale nel 1954 si avvicina alla pratica del disegno con lo scultore Ferdinando Gammelli (1913-1983), studia musica e si appassiona alla fotografia. Nel 1957 completa gli studi superiori nel I Liceo Artistico di Roma e si iscrive alla Scuola libera del Nudo dell’Accademia di Belle Arti dove apprende i principi dell’incisione dai maestri Mino Maccari e Lino Bianchi Barriviera. Nel 1958 conosce Giorgio Morandi che le consiglia di dedicarsi all’incisione, al disegno e all’insegnamento. Le prime opere che espone sono dipinti a olio e nel 1963 inaugura la prima mostra personale, Giulia Napoleone, alla Galleria Numero di Firenze. La carta è il suo supporto preferito, realizza le prime incisioni e, dal 1965, frequenta la Sala Studio della Calcografia Nazionale a Roma per approfondirne lo studio. Compie numerosi viaggi all’estero in Francia, Nord Europa, Australia e per lavoro in Tunisia, dove partecipa al restauro pittorico di alcuni dipinti del Museo del Bardo di Tunisi. Allo stesso tempo intraprende la lunga attività d’insegnamento che la vedrà impegnata fino al 2010: all’Istituto d’Arte di Anagni, al I Liceo Artistico di Roma, alla Calcografia Nazionale, all’Accademia di Belle Arti dell’Aquila, all’Università di Tenerife e di Aleppo, in Siria. Perfeziona la tecnica calcografica con una borsa di studio concessa dal Governo olandese al Rijkmuseum di Amsterdam dove rimane affascinata dai pittori Rembrandt, Hercules Seghers e Franz Hals. Nei primi anni Settanta torna in Olanda, viaggia in Inghilterra e sperimenta l’utilizzo del sicoglass, una plastica durevole e trasparente. Dopo le mostre personali alla Galleria dell’Obelisco a Roma (1973) e alla Galleria Menghelli a Firenze (1974) in cui espone lavori in sicoglass, disegni e incisioni, ritorna a studiare alla Calcografia: l’artista, che originariamente aveva inciso all’acquaforte e all’acquatinta, inizia a lavorare con il bulino e il punzone. Nel 1976 compie un viaggio negli Stati Uniti e in Canada per l’inaugurazione di una mostra personale a Toronto; mentre a Urbino, frequenta prima un corso di xilografia e in seguito dei corsi di incisione con Renato Bruscaglia, che la introducono all’utilizzo della maniera nera. In questi anni Giulia Napoleone entra in contatto con numerosi artisti, intellettuali e poeti anche attraverso la collaborazione con Giuseppe Appella, direttore dello Studio Internazionale d’Arte Grafica L’Arco ed inizia a creare preziose edizioni d’arte. In particolare con Vanni Scheiwiller realizza insieme ad Appella un’edizione con quattro incisioni a punzone dal titolo Non vedo quasi nulla (1978) con due poesie di André du Bouchet. Il libro, esposto al Centre Georges Pompidou di Parigi in occasione di una mostra sulla poesia italiana nelle edizioni Scheiwiller, sarà il primo di un’intensa collaborazione con l’editore milanese. L’artista dipinge acquarelli su carta che espone regolarmente in mostre collettive e personali, tra cui a Milano alla Galleria Bon à tirer (1977), a Roma alla Galleria Il Segno (1980) e alla Galleria Il Millennio (1983), dove presenta un nucleo di opere il cui filo conduttore è il colore azzurro. Nel 1983, inoltre, presso la Biblioteca Comunale di Palazzo Sormani a Milano si svolge un’importante rassegna antologica dell’opera grafica dell’artista, accompagnata da un volume pubblicato da Vanni Scheiwiller. Nel 1986 partecipa con tre grandi acquerelli all’XI Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma (sarà invitata anche nel 1999). Negli anni Novanta continua a realizzare ed esporre incisioni, disegni a pastello, a china, a matite colorate; in particolare per le retrospettive a Le Locle in Svizzera (1990), a Roma (1992), a Bologna (1995) e a Firenze(1996). L’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma nel 1997 le dedica una mostra personale che raccoglie gran parte della sua produzione grafica di cui acquisisce un cospicuo nucleo di opere. Successivamente si costituiscono dei fondi al Museo Villa dei Cedri di Bellinzona in Svizzera (2001), al Gabinetto di Disegni e Stampe degli Uffizi di Firenze (2009, 2011) e in numerosi altri musei e collezioni pubbliche. Durante la sua carriera riceve numerosi riconoscimenti e dal 2007 è Accademico Nazionale di San Luca. Nel 2002 espone una serie di dipinti a olio su tela, Mutano i cieli, presso la galleria fiorentina Il Ponte e l’anno successivo è in Siria ad insegnare alla Private University of Science and Arts di Aleppo. Nonostante l’attività didattica all’estero partecipa a numerose mostre in Italia e in Europa: a Roma all’Istituto Nazionale per la Grafica (2007), all’Associazione Mara Coccia (2007), all’Accademia di San Luca (2008); a Reggio Emilia a Palazzo Magnani (2014) e in Svizzera a Bellinzona al Museo Villa dei Cedri (2007, 2009, 2015). Sempre in Svizzera, la Galleria Stellanove di Mendrisio ospita nel 2011 una mostra di disegni a inchiostro di china e un libro d’artista a cura di Josef Weiss che dà inizio ad un’importante collaborazione editoriale con Giulia Napoleone. Nel 2014 la stessa galleria espone alcuni pastelli dell’artista insieme ad un libro di poesie di Alberto Nessi con sue incisioni (edizioni Il Bulino) e la riproduzione del manoscritto Tempi innocenti del 1980 con l’aggiunta di componimenti poetici di diversi autori (edizioni Pagine d’Arte), mentre l’Atelier di Josef Weiss presenta una scelta di libri d’artista e il volume Nero con disegni originali a inchiostro di china. Nel 2016 il Museo delle Genti d’Abruzzo di Pescara le dedica una sala espositiva in occasione della mostra collettiva Percorsi d’Arte Contemporanea. 15 Sale per 15 Artisti. Nel 2017, propone una serie di dipinti a olio alla Galleria Contact di Roma (edizioni Kappabit) e l’inaugurazione presentata da Rosa Pierno, è accompagnata da una performance d’improvvisazione  per voce sola di Ludovica Manzo. Lo Spazio polivalente Arte e Valori di Giubiasco in Svizzera ospita una sua personale di pastelli su carta, seguita da una mostra di pitture a olio a cura di Loredana Müller presso l’Areapangeart di Camorino, presentata da Maria Will, con l’intervento musicale di Walter Fähndrich per tutta la durata dell’esposizione. Alla Biblioteca Salita dei Frati di Lugano  un’antologica di  libri d’artista e incisioni a cura di Alessandro Soldini. Alla Calcografia Nazionale di Roma un’antologica di libri  manoscritti a cura di Antonella Renzitti. Nel 2018 un'importante antologica dal titolo "REALTA' IN EQUILIBRIO" che la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea  di Roma dedica a Giulia Napoleone, ricomponendone il percorso con una mostra  a cura di Giuseppe Appella. Centoquattro le opere (dipinti, sculture, disegni, incisioni, libri d’artista, datati 1956-2018) selezionate per evidenziare la nascita e gli sviluppi di un preciso linguaggio formale: dei paesaggi interiori, dei paesaggi “di puntini”, come li definisce lei stessa, di quella ricerca sulla complessità semantica che domina la scena intellettuale e artistica degli anni Sessanta, in cui l’artista opera con la sua personalissima lettura del reale mediata dalla poesia. Nel 2020 la galleria Il Ponte di Firenze presenta nero di china. Mostra curata da Bruno Corà e corredata da un volume che ripercorre il suo lavoro con l’inchiostro di china fin dalla metà degli anni Cinquanta. Nel 2021 è presente con una Retrospettiva dal titolo: Giulia Napoleone, “Viaggi e costellazioni alla ricerca dell’infinito”, con 54 opere tra  dipinti a olio, acquarelli, pastelli, chine e incisioni presso lo Spazio Ophen Virtual Art Gallery di Salerno a cura di Sandro Bongiani.



SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY - SALERNO

COLLEZIONE BONGIANI ART MUSEUM

http://www.collezionebongianiartmuseum.it/   

http://www.collezionebongianiartmuseum.it/sala.php?id=41


Giulia Napoleone, Libro d’artista “Come il volo del tuffatore di Paestum” 2018-19

https://issuu.com/sandrobongiani/docs/-giulia_napoleone__issuu.

https://issuu.com/sandrobongiani

 


martedì 9 giugno 2020

Salerno / Retrospettiva di Coco Gordon, 1958-2020



COCO  GORDON
 “Timeless, Senzatempo”
La natura tra performance e Exploding Books
di Sandro  Bongiani

Opere 1958-2020

a cura di Sandro  Bongiani
Dal 15 giugno al  28 agosto 2020








"Continuo a potenziare me stessa in quanto donna che sta invecchiando per rendere visibili profonde ricerche culturali, e per creare un impatto sull'etica di pensiero/comportamento e sull'integrazione mente-corpo-spirito della nostra struttura moderna" . Coco Gordon / SuperSkyWoman





Coco Gordon, di origini italiane è tra le più significative artiste " intermediali" americane. Ha radici nel movimento "Fluxus". Al centro dei suoi molteplici lavori si colloca l'intenzione di creare consapevolezza nei confronti dei problemi ecologici e sociali del nostro mondo. Coco Gordon, inizia il suo percorso artistico nel 1958 con delle opere come  Constructivism Apree’ Da Da”, oil painting, una sorta  di elementi plastici e costruttivisti, visti dall’alto come  un paesaggio,  E’ del 1961 il disegno “My hair holds up the city, Coco Charcoal” (I miei capelli reggono la città), in queste prime opere possiamo intravvedere  gli sviluppi futuri della sua personale ricerca artistica. Tra gli anni 1969 e il 1981 arrivano le sperimentazioni  grafiche poetiche dove la scrittura e l’assemblaggio delle materiali acquistano un ruolo rilevante come ad esempio, l’opera realizzata  nel 1982  a Cavriago nel laboratorio di Rosanna Chiessi,  Paper Jewels on tulle" Tendaggio, 4 Bon Bon”,  utilizzando carta fatta a mano, tulle e altri materiali.  Il 1982 è anche l’anno delle prime performances   come  “So Tired Coco Action, e libro", “D.O.A. Doing  (Dead on Arrival)  con Gordon  sotto un pianoforte  che ogni due minuti cambiava i vestiti, oppure, la performance a New York di Coco Gordon con Helmut Becker  dal titolo “Skin Piece” Helmut Becker & Coco action  del 1986. Ha intrecciato rapporti di collaborazione con artisti come Ray Johnson e Alison Knowles, e per le sue attività intermediali e le performances possono essere associate al lavoro di altri artisti del gruppo “Fluxus”, in particolare a Joseph Beuys, Yoko Ono, Carolee Schneemann, e Geoff Hendricks  legate assieme all'idea che tutto è arte.
Già dalle prime opere del 1958 è visibile l’interesse specifico riguardo la natura che sarà tema centrale verso i problemi ambientali e sociali. C'e una foto Cibachrome del 1985 dal titolo "earth", ("Terra") e stata scattata per documentare una performance dell'artista all'interno di una situazione naturale, distesa, nuda, in un piccolo giardino. Sta in posizione supina, il busto coperto di carote appena tolte dalla terra. corpo come scrittura legata all'esperienza universale. Con la pratica della performance, l’artista dimostra la sua stretta vicinanza ai processi naturali e esprime il desiderio di creare un  cambiamento radicale “di consapevolezza” della nostra dipendenza dal consumismo e dalla quotidiana economia di sfruttamento. Pertanto, il suo fare arte e la sua pratica nella natura sono attività compatibili che legate assieme operano per modificare la consapevolezza collettiva e ritrovare un'esperienza primaria legata alla natura. Nel 1992 arriveranno le performances come “Finding Food”, o  Seeking Water”  con Coco Gordon che per un mese vive su un albero, procurandosi il cibo nella foresta a Pender Island in Canada. L’anno successivo (1993), si ritrova a Capri, invitata da  Rosanna Chiessi dell’ Archivio Pari & Dispari di Reggio Emilia a fare la performances  “Lun'acqua come me Capri - dopo il nome della villa Malaparte”, "Casa Come Me", alla Casa Malaparte. Il 2003 e anche l’opera   “Cuscini a Sognare per 6”,- cuscini attaccati insieme per fare suoni e  sognare”, e poi, nel 2005, “Root” una performance con carta fatta a mano messa attorno a una radice di albero ed esposta a Napoli. 
Infine, è del 2020 la mostra personale  di Coco Gordon a Venezia alla Galleria Visioni Altre, dal titolo. “Fresh Cuts - Tagli Freschi”, una sorta di omaggio ad amici/artisti del movimento Fluxus, con una serie di libri e riviste presentati secondo una originale ri-lettura trasversale. Le prime opere di libri tagliati risalgono al 1963, come quello dedicato a  Daniel Spoerri, “ Tagli Freschi per Daniel Spoerri, Fluxus L’Optique Moderne” in cui per la prima volta utilizza un catalogo di Daniel Spoerri per tagliarlo e creare nuovi spazi inesplorati. Dalle pagine visive create tra il 1969 e il 1979 nel successivo decennio arrivano le opere in formato libro d’artista come quella realizzata nel 1987 Intimate #1”, small italian Opera, e poi, dal 2018 a oggi le ultime originali opere in cui ri-taglia e ri-costruisce l’oggetto trasformandolo in un insolito libro-oggetto,  rivisitato per una lettura complessa e alternativa. Tagli come spazi da aprire, per procedere oltre la lettura della pagina. Non una lettura condizionata dalla cronologia, ma da un percorso più personale in cui il lettore può scegliere di vedere da una zona all’altra del libro-oggetto le pagine che preferisce diventando parte attiva  del viaggio. Perché di viaggi si tratta, con aperture e plurime finestre di lettura che ogni volta si riaprono a diverse nuove riflessioni. Quindi, non semplici e consueti Book cut ma libri tagliati ed “esplosi” che hanno bisogno dell’intervento del fruitore per essere osservati.  Nel percorso di lettura dell’opera non c’è un inizio e neanche una fine, ma un susseguirsi di momenti visivi che modificano la lettura del libro. E’ come decidere al momento cosa fare, in un insieme complesso. L’aspetto interessante di queste opere  è far percepire dei tagli che esplodendo si  trasformano  e  si estendono su un piano a creare pagine stratificate. Il taglio è azione, apre e crea nuovi  spazi, accoglie luoghi ancora inesplorati e nascosti, modificando la forma originale del libro e trovando una diversa identità per una lettura avventurosa dell’oggetto”.
Nella mostra  del 2020 Fresh Cut, a Venezia i libri diventano anche i tasti di un pianoforte rosso, scheletrico, “esploso”, immaginato dall'artista come parte dell’installazione per una particolare  performance  in cui l’artista  taglia il vestito di Barbara Cappello, come fa da diverso tempo con i libri d’artista, affidandosi alla lama per permettere di aprire squarci  di tessuto e nuovi pensieri. Un intervento, quindi parallelo, seppur in un altro piano del linguaggio, in cui la stessa Barbara Cappello diventa una sorta Book cut dell’evento, che per l’occasione scrive: “affidarsi alla lama per permettere di aprire brecce e pertugi, affinché la sostanza prenda corpo nella visione esterna, così da riordinare il caos costretto dietro il velo del tessuto che relaziona gli esseri” – aggiungendo - “il taglio apre e crea uno spazio nuovo, un luogo ancora inesplorato che si presta al riempimento di quel vuoto apparente con la visione prospettica tridimensionale. Prima una forma, dopo più forme, che mutano a seconda del movimento. E' il moto che genera la percezione della forma tridimensionale, la quale assume altre forme a seconda di come si sposta, danza, salta o semplicemente ruota. La staticità, invero trasposta da uno stato all'altro su un piano unicamente dimensionale, ove concede solo la visione panoramica con un orizzonte definito. Giustappunto la lama tagliente si muove in direzioni precise, ma multiple. Tra Coco e me, c'è stato un dialogo molto sottile, riguardo l'ascolto reciproco l'una dell'altra. Se lei seguiva i miei movimenti, io conducevo i suoi e viceversa. Tutto è comparso dal nostro dialogo, senza un progetto, il resto è sola azione performativa”.
Le azioni dei tagli sul libro come nella performance a Venezia sono atti similari in una unità d’intenti in cui tagliare, aprire, rendere visibile le variazioni per poi condividerle sinteticamente in una diversa dimensione tra mente-corpo-spirito e tra azione, arte e vita.  Sandro  Bongiani


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