Mario Vespasiani
EMPIREO
Ove il fuoco eterno impera e regge
Sabato 25 luglio alle ore 11,30 sarà inaugurata presso l'Oratorio di San Domenico la mostra di Mario Vespasiani pensata appositamente per la città, dopo l'invito a dipingere il Palio dell'Assunta, in cui l'autore ha immaginato la naturale prosecuzione del drappo che per la prima volta si apre ad una continuazione reale e simbolica con le opere esposte.
I recenti dipinti di Mario Vespasiani hanno avuto origine dopo la pubblicazione del suo primo libro Planet Aurum interamente dedicato agli scritti, nel quale ha raccontato esperienze reali o immaginarie che per la prima volta, si sono presentate (non in immagini ma in parole) in racconti che diventano "quadri" da dipingere nella mente anziché nello sguardo dei suoi interlocutori.
Empireo descrive un momento particolare di questo percorso, in cui Vespasiani trovandosi in un'area lontana immersa nella natura, si è visto partecipe all'imbrunire di uno spettacolo ordinario quanto eccezionale, di un cielo in cui erano ancora presenti le ultime luci del giorno e tutte le stelle, che dalla volta celeste sfioravano terra grazia ad un inaspettato tappeto di lucciole in volo. Proprio questa unità, questa partecipazione fisica quanto sensoriale con ciò che aveva di fronte, ha portato l'autore a fissare prima su carta e poi su grandi tele quegli istanti in cui - nel pieno di una marcia che non aveva ancora considerato simili aspettative e direzioni - si è fermato ad ammirare con stupore ciò che non solo gli si apriva di fronte ma lo circondava per intero, a livello visivo e a un più alto sentimento emotivo.
Il paesaggio coi suoi riferimenti, nel presente ciclo di opere è divenuto così parte di un unico cielo, il più alto, ricollegandosi sia alla teologia medievale - che definiva Empireo un luogo fuori dallo spazio e dal tempo, dove sono accolti gli angeli e le anime beate - che alle recenti scoperte scientifiche in campo astronomico.
Vespasiani ci guida nelle diverse tonalità di quel suo "blu cosmico" delle tele verticali all'esplorazione dell'energia nascosta della gravità, che dalle pietre risplendenti alle intermittenze delle lucciole, si riversa nell'infinito.
Così come la fisica quantistica insegna che l'esistenza e l'identità delle cose si basano sulla trasformazione e non sull'immutabilità, noi che siamo corpo, anima e linguaggio, sappiamo che la profondità della nostra osservazione modifica ciò che stiamo osservando fino renderci protagonisti partecipi all'opera della creazione.
Nella triplice veste di artista, mistico e scienziato Vespasiani sembra teorizzare l'esistenza di un campo invisibile che riempie tutto lo spazio, dove le particelle prive di massa ne acquisiscono interagendo proprio con tale campo e dimostrando come nell'arte, nella fede e nelle leggi scientifiche sia sempre un principio estetico, la bellezza a determinare il primo indizio della verità.
Empireo racchiude dunque la serie recentissima di opere che, come avviene per le stelle di dimensioni giganti, si spoglia degli strati esterni nell'esplosione di un delicato splendore di piccoli punti che invade per intero la superficie del quadro e che sappiamo essere parte di noi come il sentimento spirituale ma anche come il fosforo, il ferro e il magnesio, elementi per non potremmo possedere se non li avessimo ereditati da generazione di progenitori stellari.
Nel caotico mondo odierno, dove ogni cosa vale per ciò che appare senza rinviare a nient'altro che alla sua evidenza, Vespasiani fa leva su tutti i propri sensi, interni ed esterni, per fondersi col grande "mistero" che prova ogni qual volta l'animo umano si sporge verso l'immensità del creato, dove percepire l'aspetto nascosto delle cose che però vuole farsi intuire e desiderare.
Fin dagli esordi Mario Vespasiani ha ritenuto significativo coinvolgere studiosi di varie discipline per ampliare il raggio di riflessione sulle proprie tematiche ed anche in questa occasione sono presenti in catalogo alcune pregevoli testimonianze dai campi dell'astrofisica e dell'arte.
Scrive Mario Vespasiani: "con l'invito a dipingere il Palio dell'Assunta ho realizzato questa serie di opere che saranno presentate il 25 con la mostra Empireo. Seguito naturale del drappo che, se per forza doveva rispettare certe caratteristiche iconografiche, mi ha dato lo spunto di immaginare un contesto più ampio col quale esso si relaziona, sia in chiave espositiva (Palio - mostra) che nell'aspetto simbolico (Assunta - cielo). Senza stravolgere i codici del sacro ho lavorato sull'abbinamento dei colori, che sono la mia vera cifra espressiva e dunque sull'impatto alchemico di un'opera che ha insieme un fondamento religioso ed emozionale. Nella tela figurativa come in quelle astratte è presente la stessa energia che si apre come il cielo notturno ad accogliere non solo la nostra ma anche le altre religioni, in quell'infinito che non conosciamo ma verso cui siamo diretti. L'ambizione più materiale invece non è stata quella di creare il Palio migliore di sempre, che sarebbe un discorso relativo e presuntuoso, quanto nel suscitare in chi se lo contenderà la voglia di avere non solo la vittoria, quanto l'opera..."
Oratorio di San Domenico
Via Francesco Adami
Fermo
Durata e orari: 25 luglio - 23 agosto 2015 - dalle 17 alle 22
L'autore:
MARIO VESPASIANI nasce nel 1978 vive e lavora nelle Marche e nei luoghi che meglio si prestano a sviluppare i suoi progetti. E' uno dei talenti dell'arte italiana, con una ricerca che lo sta portando ad innovare il concetto di pittura nelle varie modalità espressive come nello studio delle luminosità del colore. Le sue opere adottano un linguaggio simbolico e si rivolgono ad un più vasto itinerario dell'anima, incentrandosi sul profondo mistero della creazione e sulla trasmissione dei moti dello spirito. Nel 2008 a dieci anni dalla prima personale realizza la mostra che avvia il progetto denominato "La quarta dimensione" attraverso il quale propone un dialogo con alcuni grandi maestri dell'arte italiana a lui particolarmente vicini in un determinato momento della ricerca. Il primo avvenne nel 2008 con Mario Schifano mettendo in risalto il colore e il gesto pittorico che contraddistingue il procedere istintivo dei due autori, per l'approccio grintoso, per la carica vitale e mai prevedibile della pittura. Nel 2010 presso la Galleria Comunale d'Arte Contemporanea di Ascoli Piceno le sue opere si affiancarono all'astrattismo lirico di Osvaldo Licini, in questo momento le tele di Vespasiani sempre meno figurative forniscono una panoramica del tratto pittorico che raggiunge soluzioni stilistiche più evanescenti ed essenziali.
Sulla linea colorista, che scende lungo l'Adriatico, nel 2012 presenta il dialogo in tre sedi con i capolavori di Lorenzo Lotto, il quale oltre ad essere uno dei più autorevoli interpreti è anche colui che ha saputo rivoluzionare i codici del ritratto e la mostra ha focalizzato l'attenzione sull'interpretazione psicologica e formale del volto, dalle espressioni comuni alle tensioni umane più profonde. Nel 2015 il gallerista Pio Monti presenta la mostra La quarta dimensione nella fotografia di Mario Giacomelli e Mario Vespasiani dove per la prima volta le sue immagini fotografiche si specchiano nei riflessi comuni e nello sguardo appassionato di Giacomelli, uno dei fotografi più incisivi del '900. Con la mostra Gemine Muse espone giovanissimo ai Musei Capitolini di Roma, a 27 anni vince il primo Premio Pagine Bianche d'Autore, nel 2011 viene invitato al Padiglione Italia della 45° Biennale di Venezia, figura nel libro Fragili eroi di Roberto Gramiccia dedicato ai più interessanti artisti italiani del futurismo ad oggi e sul Dizionario dell'Arte Italiana edito da Giancarlo Politi.
Tra i primissimi artisti italiani ad espandere l'impronta pittorica dai nuovi materiali alle tecnologie, viene inviato nel 2012 dall'Accademia di Belle Belle Arti di Macerata a tenere una conferenza dal titolo:L'essenza e il dono. Arte, relazione e condivisione, dalla tela all'iPad e nello stesso anno con le opere realizzate mediante l'iPad ed applicate su alluminio partecipa al Premio Termoli. Per tutto il 2014 si è dedicato al progetto Mara as Muse sottolineando, in piena controtendenza, il ruolo di una Musa quale figura ispiratrice dell'atto creativo e delle sue molteplici forme espressive. Nel 2015 realizza delle opere in pura seta intitolate Storie di viaggiatori, territori e bandiere che espone come fossero vessilli di un'arte che torna ed essere simbolo e immagine di un'identità ben precisa e che va oltre le classiche modalità espositive per mostrarsi in una performance nella Pinacoteca civica di Ascoli Piceno, in un happening con le opere disposte al vento sulla cima della Torre dei Gualtieri di San Benedetto del Tronto e al 48° Premio Vasto. Nel mese di maggio esce Planet Aurum il suo primo libro interamente dedicato agli scritti e nello stesso anno la città di Fermo lo invita a dipingere il Palio dell'Assunta dedicandogli contemporaneamente una personale. La città di Santa Vittoria in Matenano gli riserva una grande mostra che raccoglie per la prima volta le opere dagli esordi ad oggi ed una importante pubblicazione generale.
Dal 1998 sono trenta le mostre personali documentate con volumi prodotti in serie limitata, arricchiti da testi critici, interviste e da testimonianze trasversali. Contemporaneamente alla pittura, ha frequentato un workshop di fotografia con Ferdinando Scianna e di cinema con Lech Majewski. Del suo lavoro se ne sono occupati oltre agli storici e ai critici d'arte, anche filosofi, scrittori, antropologi e teologi.
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