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martedì 16 novembre 2010

Jules Maidoff - Recent Works (Firenze)













La Galleria SACI è orgogliosa di presentare la mostra

Jules Maidoff: Recent Works

18 Novembre - 18 Dicembre 2010

Inaugurazione: giovedì 18 novembre ore 15.30-21.30

PALAZZO JULES MAIDOFF FOR THE VISUAL ARTS
Via Sant’Egidio 14
FIRENZE

“La pittura non è la realità. Un buon dipinto è la presenza fisi

ca di un’idea.” Jules Maidoff

Il 18 Novembre, la SACI inaugura il nuovo Palazzo Jules Maidoff for the Visual Arts in Via Sant'Egidio 14, Firenze. L’inaugurazione del Palazzo sarà l’occasione per l’inaugurazione della mostra di opere recenti di Jules Maidoff.

Un americano con radici profonde a Firenze, e sostanzialmente nel mondo del

l’arte, Maidoff arriva per la prima volta in Italia, a Firenze, nel 1956 grazie ad una borsa di studio. Da quel momento la sua vita non sarebbe stata più la stessa: “Sentii che l’Italia mi apparteneva”. Maidoff è un instancabile “visionario”, che ha realizzato fino ad oggi più di 200 personali in tutto il mondo, nonchè il fondatore di una delle più importanti scuole internazionali di arte in Europa, la SACI (Studio Art Centers International) che a Firenze in 35 anni di attività ha formato migliaia di giovani artisti.

L’evento sarà accompagnato inoltre dal Concerto di musica barocca del complesso Cappella di Santa Maria degli Angiolini, alle 19.15, diretto dal maestro Gian Luca Lastraioli, e dallo spettacolo di scrittura-azione Mito e Contago - Omaggio al fotografo Joel‐Peter Witkin, alle 21.00, del gruppo teatrale Cerimonie crudeli con Liliana Ugolini, Giada Primavera, Giusi Merli. La regia è di Alessandra Borsetti Venier, membro del Consiglio della SACI, che presenterà il libro con il testo teatrale e immagine edito da Morgana Edizioni.

L’incontro è aperto al pubblico che potrà visitare il cortile rinascimentale, il giardino, le aule e i laboratori del Palazzo.

La Galleria SACI è aperta dal Lunedì al Venerdì ore 9-19, sabato e domenica ore 13-19.

SACI Gallery – Studio Art Centers International
Palazzo dei Cartelloni – Via Sant’Antonino 11 T (39) 055 289 948 gallery@saci-florence.edu
50123 Florence ITALY F (39) 055 277 6408 www.saci-florence.edu


lunedì 15 novembre 2010

CARLO FAYER 1940-2010 I luoghi dello sguardo e della mente | Cremona – Centro Culturale di San Vitale, Crema – Fondazione San Domenico


Carlo Fayer 1940-2010

I luoghi dello sguardo e della mente

a cura di Paolo Campiglio e Chiara Gatti

biografia di Claudio Toscani

progetto di allestimento di Gianni Macalli

10 - 26 dicembre 2010

Inaugurazioni:

venerdì 10 dicembre 2010 ore 18.00, Cremona – Centro Culturale di San Vitale

sabato 11 dicembre 2010 ore 18.00, Crema – Fondazione San Domenico

La mostra antologica "Carlo Fayer 1940-2010. I luoghi dello sguardo e della mente", presentata in concomitanza presso gli spazi del Centro San Vitale a Cremona e della Fondazione San Domenico a Crema, rappresenta la prima grande retrospettiva dedicata all'artista, attivo a livello nazionale ed internazionale già negli anni cruciali del dopoguerra. L'esposizione, patrocinata dalla Regione Lombardia, Provincia di Cremona e Comune di Crema, ripercorre attraverso 70 opere, fra dipinti, sculture e ceramiche, la sua intensa attività, articolandosi in diverse sezioni tematiche che riassumono accuratamente le tappe creative di una eclettica produzione.

La poetica pittorica di Carlo Fayer (Ripalta Cremasca, 1924), caratterizzata da una costante attenzione all'uomo e al paesaggio, da un iniziale naturalismo – volutamente disincantato e gravido delle reminiscenze intimiste ed espressioniste del movimento di Corrente – evolve presto verso una contemplazione cromatica e materica che trova nella luce la sua più alta espressione. Ma proprio da questo perenne contatto con la natura e dai suoi numerosi viaggi all'estero deriva la successiva e drastica riduzione luministica.

Toni scuri, terrigni che, uniti ad una maggiore attenzione figurativa, lo portano a soluzioni in linea con i modi del realismo esistenziale milanese, Ferroni in testa, dove la figura umana appare ridotta a puro elemento filiforme e cromatico. Nascono in questi anni i cicli dedicati agli "argini" del Po: vedute tendenzialmente monocrome, in cui prevalgono riverberi atmosferici e intonazioni argentee, definite puntualmente da Giorgio Mascherpa «grigio/argento/perla/ocra», a tratti sabbiose, volte a sintetizzare cielo, terra e acqua in un'unica esperienza estetica.

Parallelamente, alla fine degli anni Sessanta, Fayer si accosta alla terracotta e alla ceramica d'artista, dove la sua riflessione – dominata dagli stessi timbri naturali, dati dai valori della materia stessa, della creta, della terraglia – traduce le visioni padane in atmosfere più intime, dove i motivi ricorrenti dei "muri", delle stanze, degli "armadietti della memoria", citazione personalissima della coeva produzione di Melotti, si alternano a ricerche più astratte e informali, in cui il gesto libero di agire sulla materia lavorata a pollice, con istinto e rapidità, tradisce un insegnamento iniziale di Marino nelle forme scheggiate dal sapore arcaico tipiche del ciclo dei "frammenti", ripreso più tardi nei muri popolati di figure prigioniere e, allo stesso tempo, nascenti.

La mostra sarà anche occasione per far luce su una fase inedita e un po' trascurata dalla critica della ricerca del maestro che, nei primi anni Settanta si allontana progressivamente dalla realtà sconfinando in una vera e propria fase di sperimentazione inevitabilmente vicina a certe ricerche cinetiche e concettuali di quegli anni e legata alle vicende del gruppo di artisti del Cenobio di Milano.

Negli anni Ottanta matura anche pittoricamente la sua poetica del "muro": il muro non inteso come mera superficie architettonica, bensì come manufatto dell'uomo, la cui "texture" – sbrecciata o smontata – diviene una surreale ossessione dove è solo lo sguardo il vero soggetto delle sue meditazioni. Muri e finestre, coagulandosi con la figura umana, ormai parte integrante della stessa materia, diventano i motivi dominanti di questo periodo.

Nell'ultimo decennio del secolo si avvicina invece all'arte della "filatelia", da cui prende vita un particolare ciclo pittorico incentrato sul linguaggio postale e sull'immagine del francobollo. Un viaggio "à rebours" nella propria storia, ma anche nella storia dei segni, degli alfabeti e delle più comuni e popolari immagini della comunicazione che hanno illustrato il Novecento.

Ancora, nell'ambito della ricerca plastica, la mostra non tarderà a documentare una fase di produzione recente, legata soprattutto all'attività svolta presso le storiche ceramiche Ibis di Cunardo, crocevia di maestri, da Fontana a Burri, da Baj a Milani, dove Fayer ha realizzato una serie significativa di grandi steli, citazione classica dell'iconografia del totem cara alla scultura moderna.

Da non dimenticare infine la ricchissima produzione dell'artista nella sfera dell'arte sacra, cui s'è dedicato sin dagli esordi della sua carriera, come documentano le numerose partecipazioni ai migliori premi nazionali d'arte sacra, oltre a commissioni di arte pubblica e monumentali, fra vetrate, cicli d'affreschi e cicli di bassorilievi come quello per l'abside (con le storie evangeliche) della Collegiata di Offanengo o la Via Crucis ideata per il convento delle Suore Canossiane di Crema.

Accompagna la mostra un catalogo edito da Silvana Editoriale. Il volume, a cura di Paolo Campiglio e Chiara Gatti, è concepito come pubblicazione monografica con un'ampia ricostruzione biografica a cura di Claudio Toscani e apparati di Valentina Sanfelici.

Orari d'apertura:

lunedì – domenica 10.00-12.00 / 16.00-19.00

Per Informazioni:

Tel. 037385418

www.teatrosandomenico.it

domenica 14 novembre 2010

Spazio Misael presenta la collettiva d'Arte Contemporanea "Sentiero Segreto"

Spazio Misael - Vicenza

è lieto di presentare

"Sentiero Segreto"

Mostra a cura di Angelo Cruciani

Artisti:

Marco Rea, Dorian Rex, Manuel Scrima, Katzo,

Antonia Trevisan, Andrea Martinucci

Videoperformance by Santasangre

Designer:

Pasquale Marino, Chez Clò, Ricrea, Andile Dyalvane, Dyane Harper Light Designer:

Heath Nash, I Felt Like it

dal 10 dicembre 2010 al 2 febbraio 2011

"SENTIERO SEGRETO" è la proposta che lo Spazio Misael presenta nel periodo PreNatalizio, in chiusura di un 2010 di grandi soddisfazioni per la Nuova Realtà Culturale Vicentina: una mostra d'arte contemporanea che raccoglie una rosa di sensibilità delicate, una crew di artisti che si vuole definire "figli del cristallo e della porcellana", perché preziosi e fragili.

Marco Rea, Dorian Rex, Manuel Scrima, Katzo, Antonia Trevisan e Andrea Martinucci sono gli artisti che si raccontano attraverso un percorso espositivo che disegna un sentiero invisibile a cui lo spettatore può accedere per partecipare a un gioco fatto di domande che non hanno risposta: le opere nel loro succedersi le une alle altre indicano quelle mete che spesso la ragione rifiuta.

Gli artisti svelano il percorso segreto verso la propria coscienza: è la sensibilità a segnalare il sentiero che porta alla consapevolezza di se stessi.

Il Sentiero Segreto è ciò che lo spettatore è invitato a scoprire, non per tutti ha la stessa meta, ma la strada da percorrere è la stessa e gli artisti ci chiedono di sondare le profondità del nostro corpo e trovarla.

Tra le Solitudini divine di Dorian Rex e le misteriose creature Pseudoumane di Marco Rea, passando attraverso le vibrazioni dei Santasangre fino alle soavi inquadrature di Manuel Scrima, il viaggio si perde nei meandri di Andrea Martinucci per poi risvegliarsi nelle cosmiche terre di Antonia Trevisan.

Tra le ombre e le sfumature, in quel luogo dove si perdono i limiti e si compenetrano le dimensioni, si apre un sentiero emozionale che ci rapisce dalla realtà; nell'immaginifico che si nasconde tra i pensieri quotidiani, la nostra essenza ci guida verso le vere sorgenti della vita.

I Designer scelti ad accompagnare l'esposizione: Pasquale Marino, talentuoso creativo che sperimenta attraverso il vestire un animo senza confini e Chez Clò, divina presenza che attraverso il magico mondo dei minerali trasforma l'energia dei cristalli in Poesia.

Le Installazioni di Luce dei Designer Heath Nash e I Felt Like it arrivano in esclusiva direttamente dall'ultimo Salone del Mobile di Milano.

In anteprima a Vicenza anche le ceramiche dei due raffinati artigiani SudAfricani Andile Daylvane e Diane Harper che da anni evolvono l'antica arte che lega la terra al sole.

Il Progetto Misael è un laboratorio sperimentale che vede giovani creativi mettere la loro maestria al servizio di quegli spettatori affamati di bellezza e costantemente alla ricerca di emozioni lontane dalle sovrastrutture della società contemporanea.

Vicenza, Shangai e Cape Town sono le tre sedi del progetto Misael, sedi dalle quali viene importata ed esportata la creatività giovanile con l'obiettivo di creare un fervido movimento che si nutra di interscambi culturali.

" Sentiero Segreto "

Mostra a cura di Angelo Cruciani

Spazio Misael – Vicenza

dal 10 dicembre 2010 al 2 febbraio 2011

Vernissage: venerdì, 10 dicembre 2010 dalle ore 18:00 alle ore 22:00

Ingresso libero

Indirizzo: Galleria Porti, Corso Palladio – 36100 – Vicenza

Orario: mar – sab 10-13 16-19:30

Info: Monica (Resp. Misael Vicenza) tel: 0444294950 - ph: 345 4302297

Sito web: www.misael.eu

Mail: MisaelProject@gmail.com

Ufficio Stampa: Flavia Lanza – flavialanza6@gmail.com ; 340_9245760


MOSTRA PERSONALE DI CHRISTIAN ZANOTTO "GOD O'CLOCK - HORLOGERIE EXQUISE - GOD IS WEARING A ROLEX"

God O'Clock
HORLOGERIE EXQUISE
God Is Wearing A Rolex

Mostra personale di CHRISTIAN ZANOTTO

Fotografia su cristallo, arte digitale, video

A cura di Alberto Mattia Martini

FAMIGLIA MARGINI

Galleria d'Arte Contemporanea - Milano

dal 25 Novembre 2010 al 20 gennaio 2011

con il Patrocinio della Provincia di Milano

I lavori presentati da Christian Zanotto in galleria Famiglia Margini sono inediti, frutto di anni di ricerca ininterrotta e segreta, condotta per portare avanti un'indagine sulle possibilità creative situate tra la fisicità e l'immaterialità, per aprire nuove soglie alchemiche che siano lo specchio nero del contemporaneo: varchi da attraversare ,come Alice, per intraprendere un viaggio inusuale attraverso un universo normalmente velato, ma onnipresente ed eterno. Stimolando la dimensione intima della nostra psiche col fine di portarci innanzi il senso dell'ambiguità', l'artista ci invita a cercare una nuova chiave con cui guardare agli interrogativi più profondi sulla natura della nostra esistenza, senza più perderci negli alienanti automatismi scanditi dalla rotazione dell'orologio a croce uncinata.

Il titolo della mostra ,"GOD O' CLOCK - Horlogerie Exquise - God Is Wearing A Rolex", propone, attraverso giochi di parole l'idea di un Dio che sta bleffando sulla fine dei tempi.

Il Rolex, sinonimo di orologio di suprema qualità, l'"orologio d'oro" per eccellenza, indossato al polso di Dio diviene simbolo del prestigio di chi del tempo e' padrone, perché ne decide l'esistenza ed il termine.

Un'intelligenza sadicamente costruita usando come materia prima le paure e le speranze dell'uomo, detiene un marchingegno squisito creato per mostrare l'inafferrabile, congeniato per il controllo totale della mente dell'organo sociale. Tale entità ci si mostra oggi indicandoci nuove strade di un itinerario aperto ad una cangiante mutabilità: un viaggio per spostare altrove la linea d'orizzonte, momento dopo momento, percorrendo vie marginali e gettando nuovi ponti tra estremi apparentemente incolmabili.

L'arte di Christian Zanotto e' continuamente tesa a mettere in atto la congiunzione degli opposti. Un azzardo sul filo del rasoio. Nelle sue opere follia e razionalità si completano, così come l'amore per il giusto e per il falso, l'estetica e l'anestetico.

Inediti virtuosismi e ambiguità tecniche appaiono mediante il filtro mistificante dell'arte e spingono a chiedersi quale sia la vera origine delle cose. In mancanza di una risposta certa, l'uomo continua a perdersi e ritrovarsi nello specchio di un meccanismo di ingranaggi spirituali, ove il terrore si miscela al piacere, nel sublimare insieme Eros e Psiche.

Una bellezza dal fascino estremo, al di la' dello specchio vive nelle grandi pale in cristallo dell'esposizione "HORLOGERIE EXQUISE".

Le figure, collocate in una dimensione immateriale e luminosa, attingono all'immaginario del sacro, del religioso, del mitologico: personaggi possenti ed alati, ieratiche "sacerdotesse", entità dal corpo perfetto, femminee e mascoline al tempo stesso, ci si presentano, quadro dopo quadro, nella loro nudità o adornate da un elaborato abbigliamento ricco di preziosi dettagli.

Accanto alla loro, ecco poi la presenza di complesse macchine metalliche e dorate, sorta di troni, mezzi di locomozione o combattimento, impressionanti costruzioni dall'oscura funzione dotate di svariati ingranaggi.

I video ci donano delle ali di cera per volare in un percorso d'introspezione verso la conoscenza della natura dell'universo, ogni certezza si scioglie fra imput consci ed inconsci, nel trip di un turbinio di luci, suoni, parole e colori.

L'"Olimpo" di Christian Zanotto è generato da costruzioni di luce nel mondo virtuale, interlacciato fra vari software, come in una realtà parallela che ci è riportata per mezzo della tecnica inedita del trasferimento di immagini digitali su cristallo, attraverso un processo di esposizione fotografico.

La matrice dell'intelligenza artificiale con cui l'artista elabora, convive con un rigoroso spirito progettuale e un rispetto sacrale per la casualità sincronica.

La figuratività, sempre impostata su un grande controllo compositivo, e' infatti intrisa della memoria dotta dei modi della tradizione pittorica, a partire dalle immagini fabbricate nelle botteghe dagli artisti nel rinascimento, ai rimandi ed echi del gotico, del manierismo, del barocco. Le opere paiono così, nella nostra memoria, causare un senso nuovo di continuità spazio-temporale. La preziosità degli intrecci e delle trame complesse dei vari decori rimanda alla percezione del senso di interrelazione continua, vicino allo stile fiammingo dal coraggio visionario e la cura maniacale per il particolare iper-definito.

Il grande cristallo e' un congelato specchio nero del contemporaneo: le autoritarie figure, intoccabili nella loro sfera di ricchezza e potere, governano implacabili e squisiti meccanismi ad orologeria, che ci rendono carni psicologicamente vincolate ai superiori dogmi di automatismi inconsci. L'alternativa e' quella di divenire entità e vivere la consapevolezza che ci fa essere; la chance è quella di intraprendere un cammino filosofico e spirituale, alla ricerca di risposte non più aliene, ma uniche e personali.

Famiglia Margini con il Patrocinio della Provincia di Milano

God O'Clock

HORLOGERIE EXQUISE God Is Wearing A Rolex

Mostra personale di Christian Zanotto

A cura di Alberto Mattia Martini

FAMIGLIA MARGINI - Ass. culturale e Galleria d'Arte Contemporanea

Milano – dal 25 Novembre 2010 al 20 Gennaio 2011

Inaugurazione: giovedì 25 Novembre 2010 ore 18,30 Cocktail

Indirizzo: Via Simone d'Orsenigo n°6, 20135 Milano.

Orario: dal lunedì al venerdì 14,00 alle 20,00 (e su appuntamento)

Info: tel. 02_55199449 – 328_7141308


Sito web: www.famigliamargini.com ; www.christianzanotto.com;
Organizzazione: Famiglia Margini - galleriafamigliamargini@gmail.com Catalogo in mostra.


In collaborazione con:

RED STAMP ART GALLERY
Rusland 22 1012 CL Amsterdam


www.redstampartgallery.com

Ufficio Stampa: Flavia Lanza – flavialanza6@gmail.com


venerdì 12 novembre 2010

Roma, Mostra " LA MEMORIA DEL METALLO"

MOSTRA

LA MEMORIA DEL METALLO
150 anni dall’unità d’Italia

L’Arte racconta la Storia

Università e Nobil Collegio degli Orefici Gioiellieri Argentieri dell’Alma Città di Roma

Chiesa di S. Eligio degli Orefici

via di Sant’Eligio, 7 – Roma

14 novembre – 27 novembre 2010

Inaugurazione

sabato 13 novembre ore 18,00

Durante l’apertura della mostra si terranno, nella Chiesa di S. Eligio degli Orefici, le conferenze:

Giovedì 18 novembre, ore 18.00
I disegni degli Hamerani nell’Archivio del Medagliere della Biblioteca Apostolica Vaticana

Giovedì 25 novembre, ore 18.00
Schegge di storia impresse nel metallo: 150 anni dell’unità di Italia:

Rapporti con la stampa

M. Fernanda Bruno

in collaborazione con Marta Pepe

Bollettino di Numismatica - MiBAC

tel. 06.6723.2120/2175

fax 06.6723.2908

cell. 339.4532551

email: mariafernanda.bruno@beniculturali.it,

marta.pepe@beniculturali.it

lunedì 8 novembre 2010

QUIPUS


QUIPUS
13 > 20 NOVEMBRE 2010
Palazzo San Bernardino
Via Plebiscito, Rossano (CS)
OPENING: 13 novembre, 6.00 pm

ARTISTI IN MOSTRA
Silvia Beccaria - Gloria Campriani - Filli Cusenza - Maria Barbara De Marco - Caterina Morelli - Nadia Magnabosco - Marco Querin - Valeria Scuteri - Maria Luisa Sponga - Rosa Spina - Natale Serraino


Che cos’è un nodo? Generalmente il termine “nodo” richiama metaforicamente le complicazioni insolubili, le tensioni accumulate, gli arresti nel fluire degli eventi e delle esistenze oppure le strozzature del linguaggio.
Eppure, il nodo è un linguaggio, un muto linguaggio che esige di essere spiegato prima di poter spiegare.
Basandosi sul concetto di nodo sono stati riuniti undici artisti, provenienti da diverse località italiane, in una mostra collettiva, intitolata Quipus (nodi), ospitata nella Sala Grigia di Palazzo San Bernardino a Rossano. Il progetto espositivo, curato da Settimio Ferrari e Francesca Londino, per conto della Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari – Sezione di Rossano, è promosso dalla Regione Calabria - Coordinamento Progetto Donna, con il patrocinio dell’Assessorato al Turismo di Rossano.
Gli artisti invitati, accomunati dalla scelta di utilizzare materiali tessili per la rappresentazione del proprio personale alfabeto visivo, partono da una visione transartigianale per proporre inediti livelli di interpretazione e di utilizzo della fibra, della corda o del tessuto. La congruenza delle loro proposizioni in transito, che fondono con disinvoltura tradizione e innovazione, ci pone al centro di un’avventura visiva in cui il reale/irreale è inconfutabile epicentro. Delle opere in mostra si può dire solo quello che non sono: non pittura, non scultura, non oggetto, ma contemporaneamente tutte queste possibilità di essere insieme. Il lavoro di questi artisti, infatti, non è mai finalizzato a provocare le cose, ma a lasciarle fluire nell’infinita esiguità del loro esistere, nella libertà del loro destino. Un modo per consolidare il concetto di un’opera aperta ad un costante processo di esperienza e d’interpretazione. Le opere scandiscono così uno spazio potenzialmente infinito, ma sempre ricondotto dall’artista all’unicità di un’esperienza vissuta. Oggetti, frammenti di realtà, l’esperienza di vivere il presente vengono fagocitati dalla materia primaria che costituisce le opere: dalle forme che si fondono con fibre tessili di diversa natura (naturali, artificiali, sintetiche o inorganiche), dalla nascita di una cosa dentro un’altra cosa, dallo spessore di un filo che si intreccia ad un altro filo. Siamo così davanti ad un percorso in progress che sposta ogni punto di riferimento: siamo davanti ad un linguaggio estetico e metamorfico che si traduce in possibilità inaspettate che sfiorano la vertigine di una dimensione altra. Un trapasso dolce e sconvolgente dall’epifania alla diafanità in cui le forme sembrano provenire da un luogo irreale, unendo inventiva e tecnica esecutiva, materia e disegno, linguaggio e narrazione, emozione e logica: confondendo in un certo senso la gestualità del tessere con la creazione stessa del mondo.
D’altronde molte delle più antiche civiltà consideravano la tessitura, intesa nella sua valenza simbolica di ordito e trama degli eventi, come un atto sacrale e magico. Come dimenticare Clotho, Lachesis e Atropo, “madri della Vita/Morte/Vita”, abili filatrici nell’arte di intrecciare nodi tra gli accadimenti.

La mostra rimarrà aperta fino al 20 Novembre 2010.

SIGMUR presentazione e incontro con ELISABETTA BORSETI sabato 13 novembre ore 17,00 @ Comics Boulevard Roma

"COMICS BOULEVARD" & LA SCUOLA ROMANA DEI FUMETTI

presentano

INCONTRO CON L’AUTRICE:
ELISABETTA BORSETI

PRESENTAZIONE DI
“SIGMUR”
(Freaks Edizioni)

SABATO 13 NOVEMBRE - ORE 17.00

Presso la fumetteria
“COMICS BOULEVARD”
via dei Latini 31 (Roma, San Lorenzo) - tel. 06.45.50.42.50
www.comicsboulevard.com
La prossima ospite di “Comics Boulevard” è Elisabetta Borseti, autrice delle storie di Sigmur, ragazzo di 15 anni cinico e irriverente, protagonista delle strisce raccolte in volume da Freaks Edizioni.

SIGMUR
Sigmur ha 15 anni ma non ricordateglielo, lui se ne sente 35, forse a causa della sua ironia e del suo irriverente cinismo. I suoi genitori sono perennemente sbronzi. Odia i suoi compagni di classe, che considera ragazzini pubescenti privi di una qualsiasi individualità, tanto da considerarli una sorta di primati. Sigmur non è solo, ha al suo fianco la sua vicina di casa, Patricia, una tredicenne atipica che tortura i suoi peluches ed uno strano nano da giardino. Sigmur e Patricia vivono avventure grottesche dalle quali, però, benché “strambi”, emergono sempre come le persone più “normali” rispetto al contesto sociale cui appartengono.

ELISABETTA BORSETI
Nasce a Roma nel 1977, l’anno in cui la televisione italiana inizia a trasmettere a colori e lei a colorare qualunque cosa con le sue matite. Lavora oggi come grafica e fumettista, i suoi personaggi e le sue storie hanno partecipato a diverse mostre e fiere del fumetto. Pigra ma idealista, sogna di cambiare il mondo con i suoi disegni. Dal 2005 la vita di Sigmur è on-line sul sito
www.sigmur.com

“Se i miei familiari rimanessero lucidi si sterminerebbero a vicenda.”
(Sigmur)

Federico Lupo / Stefano Serusi JAMAIS VU | L.E.M Laboratorio Estetica Moderna (SS)

20 NOVEMBRE - 20 DICEMBRE 2010

Federico Lupo / Stefano Serusi

JAMAIS VU

a cura di Alberto Zanchetta

inaugurazione sabato 20 novembre ore 18

La mostra è pensata come un "libro bianco", ossia una raccolta di documenti su di un problema specifico in cui il mood tardoromantico dei due artisti è rivolto ad una sorta di sospensione arcaica che muove da un archivio in cui alto e basso, sublime e popolare si mescolano, nel tentativo di re-impastare e destrutturare i documenti, mantenendo però traccia delle loro fonti originali.

Goethe aveva detto che «ogni cosa intelligente è già stata pensata; bisogna solo tentare di pensarla di nuovo». È ciò che accade nelle "affinità elettive" di Stefano Serusi e di Federico Lupo. Rispetto alla damnatio memoriae dell'epoca moderna, i due artisti mettono in crisi il concetto di déjà vu (il "già visto", chissà dove, chissà quando), attingendo a un archivio di immagini che vengono decontestualizzate e rielaborate per creare un effetto di jamais vu: un "mai visto (prima)" nel quale gli oggetti sembrano irreali o molto distanti. "Distante" nel tempo è infatti il repertorio di immagini, video, fotografie che entrambi gli artisti saccheggiano, e che nel suo essere rimodellato genera una situazione di straniamento.

"Irreali" sono i viaggi vagheggiati da Stefano Serusi; nella sua ricerca artistica ricorre la volontà di indagare, e in qualche modo di esaurire, un'iconografia riferibile a situazioni particolari. Per l'occasione l'artista presenterà una raccolta composta da paesaggi di forte tensione romantica, una sorta di diario di viaggio "mai fatto" che si esplic(it)a nella frase «Io voglio che mi sia restituita la possibilità del sublime attraverso il legame con la storia dell'arte e la natura "romantica"». Serusi interverrà inoltre nello spazio espositivo, nel tentativo di conferire all'ambiente un clima/milieu d'alta quota.

Altrettanto "irreale" sembra il video di Federico Lupo che, attraverso un'operazione di found footage, rielabora una vhs datata agli anni '80. Grazie ad un attento montaggio, la natura ridicola del filmato viene completamente rivoltata e nobilitata. Proiettato attraverso una piccola pedana in legno che ospita uno specchio, il video verrà riflesso/rinviato sulla parete; il flusso delle immagini sarà quindi osservabile solo attraverso la sua rifrazione, generando uno scarto temporale tra l'immagine mnemonica (impressa sulla pellicola) e l'immagine nella sua oggettività. Accompagneranno il filmato le stampe di alcuni suoi frame e a una serie di tracce audio re-mixate con l'ausilio di vecchi mangianastri.



L-E-M Laboratorio Estetica Moderna

Via Napoli, 8 - 07100 Sassari

dal Martedì al Sabato: 18.30 - 20.00

www.l-e-m.info


sabato 6 novembre 2010

Tapirulan. Mostra Guido Scarabottolo: Elogio della pigrizia

Esposizione GUIDO SCARABOTTOLO Elogio della pigrizia

Cremona – Santa Maria della pietà (p.zza S. Giovanni XXIII)


Spazio Tapirulan (via Voghera, 1/A)

13 novembre 2010 – 16 gennaio 2011

ORARI: Santa Maria della Pietà: dal martedì al venerdì dalle 14 alle 19, sabato e domenica dalle 10 alle 19, chiuso il lunedì.

Dal martedì alla domenica dalle 16 alle 19

INGRESSO: gratuito



CREMONA – Due sedi espositive della città, quella di "Santa Maria della pietà" e quella di "Spazio Tapirulan", ospiteranno a partire dal 13 novembre 2010 la mostra Elogio della pigrizia di Guido Scarabottolo.

Scarabottolo, classe 1947 attivo da tempo come illustratore e grafico, oggi è artista assai noto non solo agli addetti ai lavori ma anche al grande pubblico grazie alle copertine delle edizioni Guanda e alle tavole pubblicate dalle principali testate giornalistiche nazionali: "Il Sole 24 ore" o "L'Internazionale" per citarne solo alcune.

La mostra raccoglie circa 70 pezzi di cui 10 originali e 60 opere di grande formato incentrate, non a caso, sul tema della pigrizia. L'occasione dell'esposizione nasce, infatti, dalla collaborazione di Scarabottolo con Tapirulan che, da ormai sei anni a questa parte, pubblica un calendario frutto di un concorso per illustratori presieduto da grandi nomi del mondo della grafica. "Siesta" il tema scelto dall'associazione per il calendario 2011, si capisce bene quindi che mai presidente di giuria fu più indovinato di Scarabottolo, alias Bau, che da sempre fa della pigrizia la propria poetica e cifra stilistica. Come afferma lo stesso autore: «Il mio segreto è che non so disegnare e sono pigro», e un pigro «Cercherà di produrre illustrazioni con il minimo numero di segni, costringendosi in tal modo alla riposante disciplina della sintesi». Certamente gli spazi vuoti e i tratti minimali sono il segno distintivo delle opere di Scarabottolo: paesaggi deserti con monti, nuvole e solitari uomini oppure interni kafkiani con estraniati impiegati chini su logore scrivanie; ma già l'editore Andrea Rauch ha manifestato il sospetto che, invece, per raggiungere questi risultati «di sforzi ce ne vogliano tanti, progettuali, artistici, concettuali».

L'esposizione cremonese sarà anche l'occasione per pubblicare, a cura di Tapirulan, un primo catalogo delle opere dell'artista.

L'antologica dedicata a Scarabottolo sarà affiancata anche dall'esposizione di oltre oltre sessanta illustratori selezionati nel corso dell'ultima e delle precedenti edizioni del concorso per illustratori di Tapirulan.

CATALOGO: Pubblicato da Edizioni Tapirulan

INFORMAZIONI: Associazione Tapirulan, www.tapirulan.it, info@tapirulan.it

mercoledì 3 novembre 2010

Il viaggio. Pittura, Scultura, Fotografia. Villa Imbonati, Cavallasca (Como), 13-28 Novembre 2010

IL VIAGGIO

Pittura, Scultura, Fotografia

VILLA IMBONATI, CAVALLASCA, 13-28 NOVEMBRE 2010


Quartodecimo è un gruppo di artisti comaschi impegnati in diverse arti visive, pittura, scultura e fotografia, con stilemi diversi, che hanno unito le loro esperienze per creare nel 2008 un laboratorio che favorisca il confronto dinamico tra loro stessi ed il mondo circostante, per trovare, liberi da ogni condizionamento, spazi dove poter lavorare, confrontarsi ed esporre. Nel 2009 hanno presentato "Le stanze dell'arte", presso la Caserma De Cristoforis a Como, una serie di personali che hanno reso il percorso espositivo estremamente vario; nel 2010, con il significativo titolo "Laboratorio Quartodecimo", hanno allestito un'esposizione presso lo Spazio Arte Frera a Tradate. Come ogni anno propongono una collettiva presso Villa Imbonati a Cavallasca. Uniti nella diversità, come ha scritto Katia Trinca Colonel, quest'anno il gruppo presenta opere che hanno come tema comune il viaggio.

Gli uomini hanno intrapreso viaggi fin dai tempi più remoti. Per sopravvivere o nella speranza di una vita migliore; spinti dalla sete di guadagno, dalla speranza di guarigione o di salvezza; per spirito di avventura, per sottrarsi ad un delitto. Anche chi è profondamente radicato nel suo territorio ha bisogno di muoversi. Si può essere viaggiatori anche se chiusi in una stanza. Il viaggio è libertà. Il mondo cristiano ha espresso nella concezione dell'Homo viator, del viaggiatore, il simbolo della ricerca spirituale che, benché intima, a volte si esprime anche come effettivo spostamento da un luogo ad un altro. Il termine "pellegrino" deriva dal latino peragere, ricco di significati: "muoversi con inquietudine", "condurre a termine", quindi perfezionare. Il viaggio ed il pellegrinaggio sono metafore della vita. Mettersi in viaggio significa mettersi in gioco e la strada è importante quanto la meta, è essa stessa meta. Come dice Chatwin, l'essere umano "crea" la sua strada percorrendola.

Loretta Tenti


ARTISTI: Daniele Alessi, Alberto Bogani, Nicoletta Brenna, Vito Cimarosti, Tania Colombo, Luigi Corbetta, Enrica Frigerio, Stefano Maesani, Angelo Minardi, Roberto Parisi, Elisa Perin, Alessandra Ronchetti, Bruno Saba, Aldo Scorza, Jo Taiana, Stefano Venturini

INAUGURAZIONE: 13 Novembre 2010, ore 17

ORARI: Lunedì-sabato 11-12/15,30-18,30 domenica 15-18

INGRESSO LIBERO

INFO: Angelo Minardi: aminardi@netdream.it - cell. 333.1903110



martedì 2 novembre 2010

Il Paesaggio de-scritto - Luoghi Italiani Patrimonio Unesco


MOSTRA FOTOGRAFICA

Il paesaggio de\scritto

luoghi italiani patrimonio UNESCO

di Luca Capuano

Ferrara, Castello Estense , Camerini di Alfonso I d'Este

30 ottobre- 28 novembre 2010

Il 30 ottobre 2010 nelle prestigiose Sale del Castello Estense di Ferrara, Camerini di Alfonso I d'Este, sarà aperta al pubblico la più grande Mostra Fotografica mai realizzata dedicata ai 44 Siti italiani inseriti nella Lista del Patrimonio Mondiale dell'Umanità "Il paesaggio de\scritto luoghi italiani Patrimonio UNESCO"

Il fotografo Luca Capuano, tra le migliaia di immagini scattate in nove mesi di viaggio in Italia, ne ha selezionate oltre 520 che andranno a costituire il nucleo di un'esposizione che nasce dalla necessità di produrre una documentazione accurata sullo stato dell'arte dei luoghi UNESCO in Italia e una visione complessiva dello straordinario paesaggio che abbiamo la responsabilità di preservare.

La mostra parlerà un linguaggio iconografico unico, con lo sguardo di un solo unico autore, fotografo di architettura, forte indagatore dell'attuale, rigoroso nelle prospettive e nella ricerca sugli spazi, facendosi interprete di questa indagine particolare a metà tra la filologia e l'arte contemporanea.

Sono immagini che, con uno sguardo estremamente personale, ci ricordano una volta di più la ricchezza e varietà del Patrimonio Culturale Italiano

Una mostra che diventa un appuntamento imperdibile per gli appassionati di cultura, della natura e dell'arte, ma anche un vero evento per coloro che invece vogliono affrontare un percorso importante nella fotografia autorale contemporanea. La chiave di lettura potrà essere qualunque ma la protagonista indiscussa sarà l'Italia, i paesaggi e le visioni puntuali, con le sue armonie e contraddizioni, nell'interpretazione visiva di un importante autore.

François Bonjour, il quartiere delle montagne | Galleria - Studio Ostrakon (MI)


François Bonjour, il quartiere delle montagne

(opere 2009-2010)

17 Novembre - 31 Dicembre 2010

Inaugurazione mercoledì 17 Novembre ore 18.30

Galleria - Studio Ostrakon

Via Moscova 66, ang. Pinamonte, Milano (MI)

Inquadrare l'opera di Bonjour attraverso antecedenti storici, quali Surrealismo, Informale segnico, poesia visiva, non agevola la lettura critica. Fare ricorso all'ermeneutica musicale sembra già più indicato, si incontrano frequentemente ritmi e fraseggi, infatti. Ma più incisivo e penetrante è forse il ricorso alla chiave letteraria: l'opera più recente di Bonjour si può leggere come trasposizione pittorica di una "Veglia di Finnegan", coi suo erranti forethoughts…and all the lilipath ways. Narrazione per concordanze, assonanze, doppi sensi, neologismi. O anche come trasposizione di "Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò". Narrazione per allusioni, nonsense, trappole, riflessi. Joyce e Lewis Carroll piuttosto che Tàpies, Twombly, Mathieu, rimandi comunque obbligati, questi ultimi, per quanto attiene allo specifico modus pingendi. Mondo incantato, dunque. Non proprio. Dai suoi depositi di segni, dai suoi accumuli/covoni di significanti esausti traspare non solo inquietudine ma certezza che dietro lo specchio nulla si agita, nulla più si trova. "Nel quartiere delle montagne aleggia un silenzio da paura mentre la mano si allunga piano fra le macerie per pescare ninnoli di carta, stoffa e perline con la delicatezza di un bambino che ha paura di esplorare la credenza dei nonni. Ogni ritrovamento è una festa. E Bonjour lo mette in scatola, accumulando un souvenir sull'altro per regalarci altre fiabe. Non grandi come una montagna questa volta. Ma fiabe tascabili, diorami di un mondo superstite, delle sue città sgretolate e dei suoi depositi rupestri, fragili e terrosi, enciclopedia inesauribile del nostro tempo e di ciò che resterà." (dalla presentazione in catalogo di Chiara Gatti)

Biografia: Nato a Cham (Zugo) il 29 agosto 1948, ma originario di Lignères (Neuchatel), dopo il liceo artistico frequentato a Torino, si diploma presso il Centro Scolastico per le Industrie Artistiche (CSIA) di Lugano nella sezione arti decorative e poi in architettura di interni. Il suo interesse per la pittura matura negli anni del liceo torinese, quando si sente in contraddizione con il metodo di insegnamento fatto di poco disegno e di scarsa informazione sull'arte moderna. A compensare tali lacune, inizia allora la frequentazione, soprattutto di sera, dello studio del maestro-pittore Arduino, affreschista e pittore romantico molto conosciuto nell'ambito culturale torinese. Nel suo studio si esercita soprattutto nella figura e nel nudo, sviluppa la tecnica del carboncino (fusain), l'uso delle luci e delle ombre. Nel 1969 si trasferisce a Lugano dove conosce e frequenta artisti e intellettuali della cultura ticinese: Nag Arnoldi, Alberto Salvioni, Sergio Emery, Carlo Cotti nonché il critico Walter Schönenberger. Il suo primo riconoscimento pubblico avviene in occasione di una collettiva fatta a Vergiate, paese di Enrico Baj, dove la giuria – presieduta da Guttuso e da Baj – premia la sua opera. Da quel momento si dedica intensamente alla pittura, tiene le sue prime personali, e fino al 1978 espone anche fuori dai confini cantonali. Segue un lungo silenzio espositivo, interrotto solo nel 2002, durante il quale continua comunque la sua attività di pittore che, in solitudine, porta avanti attraverso i linguaggi dell'arte e le tendenze del momento: dalle ascendenze surrealistiche degli ultimi anni Sessanta agli sperimentalismi polimaterici degli anni Settanta, con ibridazioni tra pittura e scultura, che si concludono con un ritorno alla figurazione del corpo. In seguito, lentamente, la figurazione tende a sgretolarsi. Le opere diventano più gestuali e sono caratterizzate da una fitta partitura di segni che tramano la pagina pittorica creando ritmi e movenze nei quali immette un flusso temporale dentro la staticità della superficie. Oltre alla componente segnica si aggiungono sempre maggiormente i messaggi scritti che avvolgono i segni in un intreccio vorticoso. Presente nel Catalogo degli artisti contemporanei svizzeri (1981), è membro attivo di Visarte. Vive e lavora a Dino.

GALLERIA-STUDIO OSTRAKON

Via Moscova 66, ang. Pinamonte, Milano (MI)

tel. 3312565640, dorino.iemmi@fastwebnet.it

Orari: da Martedì a Sabato ore 15.30 - 19.30

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