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domenica 23 febbraio 2020

Luigi Mazzella / Le falsità pericolose di questa società



Luigi Mazzella / Le falsità pericolose di questa società
Fake off. Le falsità pericolose

Luigi Mazzella, personaggio di grande cultura e scrittore geniale con un humus  teorico capace di spaziare con lo stesso impegno e maestria dal saggio politico e sociale al romanzo e alla cinematografia.  Questo ultimo lavoro non è un semplice romanzo descrittivo ma qualcosa di più complesso che fa affidamento anche alla riflessione spesso supportata da una acuta analisi sociale. Lo testimonia  magnificamente una serie di…



Fake off. Le falsità pericolose

Editore: Avagliano
Collana: I tornesi
Anno edizione: 2019
In commercio dal: 26 settembre 2019
Pagine: 227 p., Brossura
euro 16,15
EAN: 9788883094040


Veronica Serafian, statunitense di origini armene, vive gran parte dell'anno a Roma, dove presiede e dirige un circolo culturale finanziato da un gruppo industriale-editoriale nordamericano, sospettato, da alcuni-giornalisti della Capitale, di essere vicino alla CIA, oltre che alle centrali finanziarie dell'Occidente. La mission di Veronica, divenuta quella del Circolo, è la battaglia al fake che monta nella società contemporanea. Con analisi, dibattiti e tavole rotonde la falsità è denunciata in tutte le sue manifestazioni: fake news, fake art, fake truth, fake charity.  

Il romanzo di Luigi Mazzella è, in parte, un monologo interiore di Veronica che spiega la sua visione del mondo; in parte, un dialogo con Cristiana, l'amica del cuore della protagonista, intessuto di conversazioni su tutti gli aspetti sociali e politici più attuali; in parte una ricerca senza speranza di Jennifer, un'amica amata ma perduta. È anche il racconto del fake wedding di Lizbeth, la figlia di Veronica, nella stupenda cornice del Castello Orsini-Odescalchi di Bracciano. Veronica esprime concetti che rappresentano un ritorno all'idea di matrimonio libero degli antichi romani. "È. (soprattutto), un fake che si deve ritenere in e non off come gli altri inganni cui ci sta abituando la nostra epoca".





L'autore Luigi Mazzella presenta alla Feltrinelli di Caserta il suo nuovo saggio 
dal titolo " ELOGIO DEL PENSIERO LIBERO" Avagliano Editore, con la presenza dello scrittore napoletano Nino  D'Antonio.



Luigi Mazzella, personaggio di grande cultura e scrittore geniale con un humus  teorico capace di spaziare con lo stesso impegno e qualità dal saggio politico e sociale al romanzo e alla cinematografia.  Questo ultimo lavoro non è un semplice romanzo descrittivo ma qualcosa di più complesso che fa affidamento anche alla riflessione spesso supportata da una acuta analisi sociale. Lo testimonia  magnificamente una serie di opere scritte nel corso di diversi decenni da questo importante autore italiano che spaziano nei vari campi d’indagine. Quello che si evidenzia in questo ultimo romanzo è la trattazione critica del diffuso uso della persuasione, l’utilizzo della falsità  e dell’inganno orchestrato in tutte le sue manifestazioni: fake news, fake art, fake truth e fake charity,  che di fatto diventa tema centrale di questo romanzo. La fake news è un fenomeno abbastanza recente, tuttavia,  sono da sempre esistite le “bufale” orchestrate dall’uomo per alterare a proprio piacimento i fatti concreti del reale. Nel villaggio globale di oggi, ormai, tutto viene recepito in tempo reale, le informazioni  arrivano facilmente a condizionare le coscienze senza avere più la capacità critica e il tempo necessario di analizzarle.  Un po’ è colpa  anche di una scuola  sterile e monolitica  ridotta ad un  meschino livellamento culturale gestito con intelligenza dalla politica al fine di addomesticare l’individuo sociale ad un ruolo subalterno al potere. Quest'altro problema richiederebbe un approfondimento a parte, che tuttavia,  Mazzella sta svolgendo in due  altri nuovi saggi in preparazione,   (“Tutti promossi a fine-anno”  e “L’albero dell’ignoranza”).  Di fatto,  facendo riferimento al problema delle fake news, il confine tra vero e falso è divenuto sempre più labile e possibile, tanto che ormai si utilizza il termine “post-verità” (dall’inglese post-truth), a un modo di trattare l’informazione a proprio piacimento al fine di plasmare  e manipolare l’opinione pubblica attraverso la paura e l’emozione provvisoria  delle persone. Di conseguenza, con l’uso sconsiderato e onnivoro dei media,  la televisione, internet e soprattutto i social che condizionano la grande massa,  la verità  viene sostituita di colpo da una “diversa verità dei fatti” che ha finito per divenire sofisticata tecnica del convincimento e delle Pubbliche Relazioni. Una “scienza della manipolazione” che riesce a influenzare con facilità comportamenti e modi di essere, purtroppo, questo avviene ogni giorno tra i diversi gruppi antagonisti del sociale e della politica  per controllare, indirizzare e manipolare l’opinione pubblica, per convogliare il consenso, creare una minaccia ma anche   semplicemente etichettare coloro che risultano figure “alternative” e non in linea con le indicazioni imposte dal potere, inventando apposite “fake news” che li possano screditare pubblicamente agli occhi della  collettività. In questo travaglio confuso di socialità, di idee contraffatte e rottamate, la fabbrica organizzata delle illusioni, delle menzogne e del “pensiero unico” orienta egoisticamente il gusto, le scelte e la vita intera dei cittadini  uccidendo definitivamente la verità ormai costretta e ridotta a simulacro e a semplice farsa del reale.     Sandro Bongiani


                                                                                                                

  



Luigi  Mazzella è autore anche di altri importanti volumi  di saggistica contemporanea, come per esempio,   il saggio  socio-politico trattato nel volume  “Il decennio nero degli Italiani”- Avagliano 2018,  Europa crash” (Armando Curcio editore) ed “Europa mia” (Avagliano), fino a trattare il saggio cinematografico come  nel “50 film da rivedere, per riflettere ancora” – Ist. Cult. Mezz. 2018”, oppure,  “Federico Fellini, il visionario realista” – Ist. Cult. Mezz. 2018,  fino a opere di raffinata  narrativa come “La complicità del perdono” – Marsilio 2016 e “Vissi d’arte” – Avagliano – 2018, “Elogio del pensiero libero” (ed. Genesi editore).






Luigi Mazzella / Biografia    https://moondo.info/author/luigi-mazzella/

venerdì 21 febbraio 2020

Le altre opere. Artisti che collezionano artisti






Le altre opere. Artisti che collezionano artisti
Una grande rassegna di artisti contemporanei
che si confrontano con cinque Musei di Roma

dal 27 febbraio al 27 settembre 2020
Museo Carlo Bilotti, Museo Pietro Canonica, Museo di Roma in Trastevere,
Galleria d’Arte Moderna e Museo Napoleonico


Roma, 12 febbraio 2020 – Da febbraio a settembre 2020 la città di Roma ospiterà un progetto espositivo pilota al quale hanno aderito 86 artisti che si alterneranno in cinque Musei civici, secondo una rigorosa divisione per ordine alfabetico e con la prospettiva di realizzare una prima rassegna dedicata all’arte presente oggi nella capitale. Un dialogo innovativo che consentirà di apprezzare le scelte artistiche degli autori che hanno la possibilità di interagire con le opere da loro amate e collezionate nelle prestigiose realtà museali capitoline. Ma sarà anche un modo per conoscere e capire i “gusti” e i “piaceri dell’arte” dei singoli artisti attraverso le loro scelte collezionistiche. Collezionare arte del resto è sempre un piacere, il piacere appunto di possedere un’opera per poterla ancor più apprezzare nel tempo, soprattutto se il collezionista è a sua volta un artista “possessore” di opere di altri artisti che in qualche modo hanno influito sul proprio percorso stilistico e di vita.

La mostra “Le altre opere. Artisti che collezionano artisti è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con Hidalgo, Associazione Culturale per la promozione delle Arti Visive e Dreamingvideo. Progetto e ideazione di Lucilla Catania e Daniela Perego; cura scientifica di Lucilla Catania, Claudio Crescentini, Daniela Perego e Federica Pirani; coordinamento tecnico-scientifico di Arianna Angelelli, Laura Panarese, Ileana Pansino, Roberta Perfetti e Carla Scicchitano. Con il supporto tecnico e organizzativo di: Associazione Culturale TRAleVOLTE, Artiamo group, Zètema Progetto Cultura.

Si tratta di un confronto diretto fra artisti, stili, linguaggi del XX e XXI secolo, iniziato nel 2018 grazie a un notevole impegno organizzativo e portato a termine nel 2020. 550 opere esposte in 5 musei del sistema Musei Civici: Museo Carlo Bilotti - Aranciera di Villa Borghese, Museo Pietro Canonica a Villa Borghese, Museo di Roma in Trastevere, Galleria d’Arte Moderna e Museo Napoleonico.

Prima tappa il Museo Carlo Bilotti - Aranciera di Villa Borghese, dal 27 febbraio al 29 marzo 2020, con: Ak2deru, Giovanni Albanese, Alessio Ancillai, Sonia Andresano, Paolo Angelosanto, Andrea Aquilanti, Gianni Asdrubali, Ali Assaf, Paolo Assenza, Laura Barbarini, Sara Basta, Angelo Bellobono, Jacopo Benci, Simone Bertugno, Arianna Bonamore, Pino Boresta, Martha Boyden e Aurelio Bulzatti.

A seguire, Museo Pietro Canonica a Villa Borghese, dal 6 marzo al 19 aprile 2020: Oreste Casalini, Tommaso Cascella, Gea Casolaro, Massimo Catalani, Lucilla Catania, Auro e Celso Ceccobelli, Bruno Ceccobelli e Francesco Cervelli.

Museo di Roma in Trastevere, dal 13 marzo al 19 aprile 2020: Primarosa Cesarini Sforza, Silvia Codignola, Marco Colazzo, Giulia Del Papa, Gianni Dessì, Alberto Di Fabio, Mauro Di Silvestre, Davide Dormino, Stefania Fabrizi, Mariana Ferratto, Emanuela Fiorelli, Ileana Florescu, Stefano Fontebasso De Martino, Ines Fontenla e Pietro Fortuna.

Galleria d’Arte Moderna, dall’8 aprile al 3 giugno 2020: Licia Galizia, Paola Gandolfi, Silvia Giambrone, Luca Grechi, H.H. Lim, Francesco Impellizzeri, Myriam Laplante, Donatella Landi, Giancarlo Limoni, Massimo Livadiotti, Adele Lotito, Serafino Maiorano, Roberta Maola, Gian Maria Mazzei, Vittorio Messina, Daniela Monaci, Matteo Montani, Veronica Montanino, Gianfranco Notargiacomo, Luca Padroni, Claudio Palmieri, Laura Palmieri, Marina Paris, Daniela Perego, Alessandro Piangiamore, Giuseppe Pietroniro, Roberto Pietrosanti, Alfredo Pirri, Gioacchino Pontrelli, Claudia Quintieri, Paolo Radi, Renzogallo, Fiorella Rizzo, Pietro Ruffo e Massimo Ruiu.

Museo Napoleonico, dal 19 giugno al 27 settembre 2020: Guendalina Salini, Giuseppe Salvatori, Sandro Sanna, Vincenzo Scolamiero, Donatella Spaziani, Silvia Stucky, Alberto Timossi, Francesca Tulli, Edith Urban e Fiorenzo Zaffina.

INFO

Mostra

Le altre opere. Artisti che collezionano artisti
Dove
Museo Carlo Bilotti - Aranciera di Villa Borghese, Museo Pietro Canonica a Villa Borghese, Museo di Roma in Trastevere, Galleria d’Arte Moderna e Museo Napoleonico
Quando
Dal 27 febbraio al 27 settembre 2020




Promossa da


In collaborazione con


Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali 

Hidalgo, Associazione Culturale per la promozione delle Arti Visive e Dreamingvideo

A cura di





Con il supporto tecnico
e organizzativo di
Progetto e ideazione di Lucilla Catania e Daniela Perego; cura scientifica di Lucilla Catania, Claudio Crescentini, Daniela Perego e Federica Pirani; coordinamento tecnico-scientifico di Arianna Angelelli, Laura Panarese, Ileana Pansino, Roberta Perfetti e Carla Scicchitano.

Associazione Culturale TRAleVOLTE, Artiamo group, Zètema Progetto Cultura

Info

060608 (tutti i giorni ore 9.00 - 19.00);

venerdì 31 gennaio 2020

Massimiliano Vacca – Sulle orme del Mascheraio - Lineadarte via San Paolo ai Tribunali 31, Napoli - invito con preghiera di diffusione

Massimiliano Vacca – Sulle orme del Mascheraio

 

 

Sabato presso 8 febbraio 2020, presso Lineadarte Officina Creativa, in Via San Paolo 31, inaugura la mostra di Massimiliano Vacca, artista plastico, "Sulle Orme del Mascheraio".

Le maschere ci guideranno in un percorso magico dove ogni spettatore potrà riscoprirsi protagonista di una primigenia. "Non è l'uomo a rivelare la maschera, ma il contrario."*

Durante la serata sarà presentata la perfomance di e con Massimiliano Vacca e Simonetta Boscu, uniti dalla doppia linea quella della vita e quella dell'arte.

Ê lo stesso autore a presentarci l'azione performativa:

"Questa performance nasce da un'esigenza artistica sociale. Dimostrare come il rapporto in una coppia possa tramutarsi e finire in violenza.

Ho chiesto a Simona se fosse stata d'accordo a realizzare una performance assieme e lei ha accettato la sfida.

Abbiamo voluto trattare l'argomento con l'utilizzo delle maschere per evidenziare le diverse personalità nascoste nell'uomo. Ciascuno di noi e' afflitto in misura più o meno accentuata da un conflitto tra ciò che siamo e ciò che ci piacerebbe essere e di solito c'è una parte di noi che ci disturba e fa si che le due immagini stonino, quella è la nostra parte d'ombra , chiamata il lato oscuro.

Diffidenza , conoscenza, innamoramento e poi si fanno strada desideri ossessivi e fantasie oscure per lasciare il posto alla violenza lasciando la propria vittima esanime."

 

* "La realizzazione di maschere elaborate in chiave visionaria ci introduce nel mondo dei miti, nell'universo fiabesco delle leggende auree, nel secolo ancestrale che mescola elementi di cultura primitiva, visione onirica e residui di tracce esoteriche ove si tenta di risolvere il problema del rapporto esistente tra sogno e rappresentazione, nel tentativo di esternare proiezioni interiori. Attraverso il calco espressivo come procedimento tecnico, l'Artista rappresenta il costante desiderio dell'uomo a dominare e plasmare la materia mediante l'atto creativo."

Pepe de Sadel

DIETRO LE MASCHERE L'IRONIA DI UN UOMO…

Nel seguire il percorso di una spirale immaginifica in cui si incontrano finzione e verità, riti ancestrali ed evocazioni, angosce ed allegria, scopriremo che il suo punto di partenza è raffigurato da un semplice manufatto racchiuso negli anfratti della memoria storica : la maschera.

Da sempre la ritroviamo nei riti propiziatori e iniziatici, nonché in contesti teatrali e carnevaleschi, assumendo di volta in volta accezioni comprensibilmente molteplici. La capacità di esorcizzare, propiziare spaventare e ironizzare, segue modi,tempi e regole ispirate dal suo uso specifico.

Forgiare una maschera significa plasmare un' idea, ed è cosi che l'artista Massimiliano Vacca realizza pezzi unici che vogliono essere "costrutti" satirici, fantasiosi, giocosi, talvolta irriverenti, tesi a comunicare una forte carica emotiva.

Curate nei dettagli e abbellite con inserti atti a rifinirle, le sue maschere riproducono volti umani, animali e figure fantastiche lasciando ampio spazio di immaginazione all'osservatore il quale si imbatte con l'esteriorizzazione familiare, irreale e demoniaca, in un assoluto contesto atemporale .

E'il das il materiale di base utilizzato per la loro realizzazione, una scelta nata inizialmente per caso ma successivamente sposata appieno in quanto si rivela di facile lavorazione permettendo varie ed estrose progettazioni; a far da corollario poi la combinazione di sostanze di origine naturale quali caffè, cipolla, cavolo solo per citarne alcune, con le quali sperimenta nuove tecniche di colorazione.

L'uso di un composto così semplice di regola impiegato soprattutto per fini ludici, rimarca lo stesso carattere giocoso dell'artista intento a dare un'impronta leggera alla propria creazione, la quale non sempre cela un preciso significato portante o un'ideologia manifesta.

Ognuna di esse possiede un titolo che le identifica, frutto della vivace fantasia dell'artista che ne tratteggia lo spirito ironico e burlesco. Contraddistinte da una fisiognomica rimarcata, le rughe dei volti sono volutamente estremizzate al fine di rimarcarne l'umanità, capaci nello stesso tempo di catturare l'attenzione anche di un occhio indifferente e distratto improvvisamente colpito dalle espressioni minuziose.

Inventiva e originalità si aprono a differenti percezioni in una continua e innovativa rielaborazione.

Ciascuna è forma ed emozione da condividere, e, benché non vi sia di regola un filo conduttore che le accomuna, né la predilezione verso precise tematiche, esse spaziano facilmente da personaggi fittizi e irreali ai miti, alle leggende isolane, fino ad arrivare al rimando ai protagonisti della nostra epoca

Tali creazioni offrono al fruitore la possibilità di essere indossate allo scopo di riconoscerne la valenza intrinseca unita alla possibilità di immedesimarsi in svariate personalizzazioni. Figlie dell'umorismo e della vitalità del Mascheraio, suscitano sorrisi e curiosità associando il piacere visivo alla funzione comunicativa.

Tra sogno e rappresentazione rivive così l'infinito viaggio tra realtà parallele…



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venerdì 24 gennaio 2020

Mostra Alma Artis Pisa 31 gennaio

Venerdì 31 gennaio, dalle ore 17.00, L'Alma Artis Academy presenta la mostra "Contenuti Sensibili" dedicata al tema della censura, affrontata non solo dal punto di vista artistico, ma anche dell'informazione e dei diritti civili. 

L'esposizione nasce dall'idea degli studenti del primo anno ispirati da un video apparso sul social "TikTok" dove una ragazza denunciava le restrizioni che molti abitanti della Cina sono costretti a subire tutt'oggi. L'argomento è stato trattato fingendo un video tutorial sul Make Up.

Da quel momento gli studenti hanno pensato ad unamostra che potesse sensibilizzare le persone sulla censura, argomento non sempre trattato, ma molto diffuso al mondo d'oggi, anche sui moderni social network.

"Contenuti Sensibili" presenta una serie di fotografie e due video installazioni, una delle quali interattiva.

La prima narra immagini, musica, videogiochi e opere d'arte che hanno subito censura per i loro contenuti. La seconda pone il visitatore nella scelta di approvare o censurare una serie di immagini realizzate ad hoc dagli stessi studenti. L'installazione fornisce anche un risultato sulle scelte del pubblico.

 

 


Per informazioni: Alma Artis Academy  

Via Santa Maria, 25, 56126 Pisa (PI)



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giovedì 16 gennaio 2020

Salone della Cultura 2020: Fondazione 3M porta in mostra “I protagonisti della dolce vita”


 

Salone della Cultura 2020:

Fondazione 3M porta in mostra "I protagonisti della dolce vita"

 

La raccolta fotografica, un omaggio ai grandi volti del cinema italiano, sarà esposta il 18 e 19 gennaio a Milano negli spazi di Superstudio Più

 

Milano, 15 gennaio 2020 – In occasione del 4° Salone della Cultura, appuntamento annuale che riunisce tutti gli operatori e gli appassionati del mondo del libro in programma il 18 e 19 gennaio 2020 presso Superstudio Più a Milano, Fondazione 3M esporrà la mostra fotografica di Elio Luxardo "I protagonisti della dolce vita". Oltre agli stand di case editrici e librerie, il Salone si aprirà infatti alla Cultura in tutte le sue forme, ospitando conferenze, esposizioni, eventi e laboratori.

 

La mostra di Elio Luxardo, artista noto per essere il fotografo delle dive e dei divi di Cinecittà, sarà una raccolti di 32 scatti che raffigurano i più noti protagonisti del cinema italiano del '900, tra cui Alberto Sordi, Sofia Loren, Vittorio De Sica e Gina Lollobrigida. Tutte le opere appartengono all'archivio di Fondazione 3M, istituzione culturale permanente di ricerca e formazione e proprietaria di uno storico archivio fotografico di circa 110 mila immagini.

 

Attraverso l'esposizione "I protagonisti della dolce vita", Fondazione 3M rende omaggio ai grandi volti del cinema italiano. Da grande appassionato di cinema, Elio Luxardo aveva imparato sul set a utilizzare in maniera innovativa le luci per valorizzare i volti. Nei suoi scatti, il fotografo riesce infatti a far emergere le caratteristiche di ognuno dei suoi soggetti, sottolineando l'ironia di uno sguardo e la forza seduttiva di un altro, le posture più classiche e quelle insolite. Le opere di Luxardo trasmettono inoltre un senso di plasticità, grazie alla scelta delle riprese laterali, che vedono corpi e volti occupare lo spazio in diagonale.

 

Elio Luxardo (1908-1969), nato da genitori di origini italiane in Brasile, si afferma inizialmente come autore di documentari, imparando il mestiere della fotografia dal padre, fotografo di professione. Trasferitosi a Roma, si iscrive al Centro Sperimentale di Cinematografia col sogno di diventare regista. Abbandona però quasi subito la scuola per entrare nello studio del fotografo Sem Bosch e ne rileva l'attività affermandosi rapidamente come ritrattista. Proprio in questa veste, il fotografo è stato in particolar modo apprezzato dai divi di Cinecittà per la sua capacità di ricercare la bellezza nei volti e nei corpi, e di realizzare scatti che non erano mai ripetitivi.

 

Il percorso espositivo sarà presentato dal Professor Roberto Mutti, esperto di fotografia e curatore della mostra, in un incontro sabato 18 gennaio alle ore 15:00. Il Professor Mutti sarà inoltre presente anche per illustrare le opere esposte alla mostra, che sarà aperta al pubblico il 18 al 19 gennaio 2020 dalle 10:00 alle 19:30 presso Superstudio Più di Milano. 



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sabato 11 gennaio 2020

Da Udine a Tricase. Andrea Maroè presidente della GTF per la Quercia di Vallonea

Il presidente della Giant Trees Foundation, Andrea Maroè con la sua èquipe, a Tricase dal 13 al 15 gennaio per esaminare la Quercia di Vallonea Si apre la fase più delicata del contest europeo: Dopo l’assegnazione del titolo Albero dell’anno 2019 che la comunità si mobiliti per far assegnare alla “Quercia dei cento cavalieri” l’ambito riconoscimento del Tree Of The Year 2020 Da Udine a Tricase. Dalle parole ai fatti. Una delegazione della Giant Trees Foundation, la Onlus che sostiene l'importanza della tutela e della salvaguardia dei grandi alberi e promotrice del contest internazionale, sarà a Tricase il prossimo 13, 14 e 15 gennaio nel solco dello spirito del contest che assicura anche il supporto tecnico gratuito da parte del comitato scientifico di Giant Trees Foundation per il mantenimento dello stato di salute o la cura di eventuali problematiche dell'albero stesso. «Saremo a Tricase per effettuare delle riprese e produrre una documentazione fotografica da presentare per il contest europeo oltre che per stabilire gli interventi migliori per la gestione di eventuali problemi fitopatologici e di salvaguardia della pianta» – anticipa telefonicamente il presidente della Fondazione Andrea Maroè agronomo, arboricoltore, istruttore e tree climber professionista e responsabile tecnico alberi monumentali della regione Friuli Venezia Giulia. Lui, che ha scalato in treeclimbing le vette di oltre diecimila alberi in giro per il mondo e misurato, quando ancora non ci aveva pensato nessuno, le sequoie americane, salirà sulla Quercia di Vallonea per un primo approccio conoscitivo con la pianta tanto amata dai salentini e dai pugliesi. «Il risultato straordinario che si è raggiunto finora è stato dettato dal rapporto emotivo che lega la pianta alla sua gente, non abbiamo premiato forse la più bella ma sicuramente quella che maggiormente è “radicata” con il proprio territorio». Chiarisce il presidente che è fiducioso nella candidatura della Quercia di Vallonea al contest europeo ma c’è bisogno di un ulteriore sforzo, di sensibilizzare l’intero territorio così come è avvenuto nella prima parte del concorso. «Il secondo step è più delicato, ci piacerebbe che nascesse un movimento mediatico che porterebbe per la prima volta l’Italia con la Quercia di Vallonea a vincere il contest e ciò significherebbe dare un valore aggiunto alla tutela dei grandi alberi monumentali, una risorsa di bellezza e di storia del patrimonio naturale del Belpaese.» “Un riconoscimento, Italian Tree of the year 2019, quello ritirato ad Udine che riempie di orgoglio la nostra famiglia e che dimostra ancora una volta l’attaccamento della comunità al nostro albero. Per noi la quercia è solo “La grande signora”», commenta la biologa Mila Boso de Nitto. In epoca mussoliniana, negli anni 20 e poi negli anni 70 la costruzione di infrastrutture ha rappresentato un pericolo per la nostra Quercia che si è salvata grazie alla mobilitazione della sua gente. La sua stessa posizione, posta ad un bivio sulla strada che porta al mare, lo testimonia. «Lei è forte e resistente ma si vede già che è anziana. Prima aveva il rigoglio di una pianta spettacolare, adesso ha ridotto la chioma». Sarà infatti la Quercia di Vallonea (Tricase – Puglia) a rappresentare l’Italia in Europa nell’ambito del Premio Tree Of The Year 2020. A decretarlo, lo scorso 30 novembre a Villa Florio di Buttrio (Udine) nell’ambito del convegno internazionale Giant Tree Days, il comitato scientifico della Giant Trees Foundation dopo l’incredibile risultato di preferenze registrate attraverso la piattaforma web del concorso dedicato alle piante monumentali che ha visto posizionarsi lì in vetta – è il caso di dirlo - con i 350800 consensi registrati proprio la Quercia di Vallonea che ha distaccato gli altri esemplari in gara ovvero la Quercia di Fossalta della zona veneta di Portogruaro (110.198 voti), il Leccio dell’Etna (64.040 voti) e la Quercia delle Checche della Val d’Orcia in provincia di Siena (62.264 voti). GTF, La Fondazione “Perché alle radici del mondo c’era un albero e solo gli alberi ci possono salvare” LA Giant Trees Foundation, che ha sede a Tarcento (Udine) è una fondazione senza scopo di lucro nata per conoscere, difendere e tutelare i grandi alberi. Dalla conservazione della biodiversità e dalla salvaguardia delle grandi foreste può dipendere infatti la prosecuzione della nostra stessa esistenza. Ecco perché la GTF si propone come obiettivo primario la conoscenza dei grandi alberi attraverso la loro corretta individuazione, il loro studio e la loro tutela. In questa maniera ritiene di poter contribuire in maniera efficace anche ad uno sviluppo ecosostenibile, sia delle popolazioni direttamente coinvolte con la vita della foresta, sia di tutta l’umanità. Con le sue spedizioni e iniziative culturali in varie parti del mondo pone l’attenzione alle interconnessioni esistenti tra la vita dell’uomo e dell’albero, per valorizzarle e migliorare di conseguenza la convivenza tra alberi e esseri umani. Il comitato scientifico, che garantisce la bontà dei progetti di ricerca e di sviluppo, è costituito da illustri scienziati internazionali che studiano il mondo arboreo ma anche da esperti di altre discipline perché vuol essere uno sguardo a 360 gradi sul rapporto uomo-albero capace di esaltare, le proprietà fondamentali ancora poco valorizzate di questi grandi e ancestrali esseri che da milioni di anni ci proteggono, il più delle volte, a nostra insaputa. www.gianttrees.org Il contest Il contest "Tree Of The Year" è un concorso internazionale che nasce nel 2011 per valorizzare la storia degli alberi monumentali, la loro connessione con la popolazione, il territorio e l'ambiente. Di anno in anno, il numero dei Paesi partecipanti ha continuato a crescere. Per la prima volta, dal 2019, l'Italia è presente ed attiva. Ogni anno vengono scelti quattro alberi rappresentativi del territorio, scelti mediante una valutazione internazionale, e proposti attraverso un sondaggio online che raccoglie le preferenze dei propri estimatori. Nel 2019 il contest ha scelto le querce e la Quercia di Vallonea si è aggiudicato il primo step con il titolo di Tree of the Year 2019 per l'Italia e concorrerà alla fase internazionale durante lo step successivo che la vedrà competere con i vincitori degli altri round tenutisi nei Paesi europei, per aggiudicarsi il titolo di European Tree of the Year che sarà assegnato nel 2020. La Quercia di Vallonea Posta su un bivio in una proprietà privata che divide i due sensi del traffico sulla strada che porta al mare, la provinciale Tricase-Tricase Porto, la Quercia di Vallonea è l'albero più antico del Salento: 700 anni, 700 metri quadrati di foltissima chioma ed un tronco di 4,25 metri. Candidata a diventare patrimonio nazionale dell'UNESCO già nel 2000 il WWF l'ha identificata come "Albero-Simbolo" del Salento e della Puglia. Tra le leggende che ha suggerito nel tempo la sua maestosità c’è quella che la lega al re Federico II. Si narra che, in seguito agli scontri avvenuti a Barletta, trovò riparo durante un temporale con la sua armata proprio sotto la sua chioma, per questo viene chiamata la Quercia dei cento cavalieri. Il suo nome scientifico è Quercus aegylops, sottospecie macrolepis, ed è originaria della Macedonia. In Italia cresce solo nel Salento che ospita una piccola colonia di questa sottospecie e tale peculiarità la rende ancora più preziosa come preziosa è stata la presenza di questi alberi per l’economia del territorio: le loro ghiande, ricche di tannino, una sostanza colorante utile per la concia, sono state fondamentali per lo sviluppo nel sud Salento della lavorazione delle pelli. La quercia che appartiene alla famiglia De Nitto ricade nel Parco naturale regionale Costa Otranto-Santa Maria di Leuca e bosco di Tricase e rientra in quella parte della campagna tricasina che abbraccia il boschetto di Vallonee o Falanide con oltre 60 di questi alberi su un’area di circa 4.925 metri quadri. Il bosco con i suoi bellissimi esemplari in via di estinzione sono inseriti nell’ambito degli itinerari turistico-culturali finanziati dalla Comunità Europea e ritenuti monumenti arborei da conservare e tutelare.

Fondazione Barilla: inaugurata a Parma2020 la mostra "Noi, il cibo, il nostro Pianeta: alimentiamo un futuro sostenibile"

PARMA CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA 2020

INAUGURATA LA MOSTRA DI FONDAZIONE BARILLA

"NOI, IL CIBO, IL NOSTRO PIANETA: ALIMENTIAMO UN FUTURO SOSTENIBILE"

 

  • Il taglio del nastro è avvenuto alla presenza del Sindaco di Parma, Federico Pizzarotti e di Luca Barilla, in rappresentanza della Fondazione Barilla
  • Il percorso multidisciplinare e interattivo punta a sensibilizzare le coscienze, mettendo al centro una corretta educazione, alimentare e ambientale, per mitigare i cambiamenti climatici e garantire un futuro alle prossime generazioni

     

    Sono stati il Sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, e Luca Barilla, per la Fondazione Barilla, i due protagonisti del taglio del nastro che ha dato l'avvio alle celebrazioni di Parma 2020 Capitale Italiana della Cultura. L'evento ha coinciso con l'apertura al pubblico della mostra dal titolo "Noi, il cibo, il nostro Pianeta: alimentiamo un futuro sostenibile" promossa dalla Fondazione Barilla e realizzata con la collaborazione di National Geographic Italia, Sustainable Development Solutions Network Mediterranean (SDSN Med), Madegus, Civicamente, il contributo di un comitato scientifico multidisciplinare, la curatela di Codice Edizioni e con la collaborazione e il patrocinio del Comune di Parma. Da oggi 11 gennaio e fino al 13 aprile gli spazi della Galleria San Ludovico e i Portici del Grano ospiteranno un percorso esperienziale, che si propone di far comprendere il forte legame che esiste tra la tutela della nostra salute e quella del Pianeta, a cominciare da quello che mettiamo ogni giorno nel piatto. Un percorso multimediale che arricchisce il programma educativo "Noi, il cibo, il nostro Pianeta" inserito in un protocollo d'intesa col MIUR.

    "L'alimentazione, la nutrizione e la tutela dell'ambiente sono elementi fortemente uniti tra loro e possono contribuire, in modo diretto e indiretto, alla realizzazione degli SDGs. Correttamente nutriti, infatti, i bambini possono imparare, le persone possono condurre una vita sana e produttiva e le società possono assicurarsi prosperità. Curando la nostra terra e adottando un'agricoltura sostenibile, le generazioni presenti e future saranno in grado di nutrire una popolazione in crescita e di mitigare i cambiamenti climatici, consumando meno acqua e producendo meno gas a effetto serra. Con questa mostra desideriamo far nascere in tutti, giovani generazioni e non, un senso di cittadinanza attiva e una crescente consapevolezza che porti a ripensare i nostri sistemi agroalimentari. Puntiamo a sensibilizzare le coscienze, mettendo al centro una corretta educazione, alimentare e ambientale, per dar vita a questo cambiamento", ha dichiarato Anna Ruggerini, Direttore Operativo di Fondazione Barilla.

    La produzione di cibo è infatti l'attività dell'uomo che contribuisce di più al cambiamento climatico (fino al 37%), superando il riscaldamento degli edifici (23,6%) e i mezzi di trasporto (18,5%). Ecco perché occorre ripensare il modo in cui produciamo il cibo. Un'esigenza che nasce anche da una previsione: da qui a trent'anni saremo circa 10 miliardi di persone sul Pianeta e questo renderà necessario produrre più cibo. Tuttavia, continuando a farlo con questo ritmo e in questo modo, i danni che arrecheremo al Pianeta saranno incalcolabili.

    "C'è un'emergenza che è sotto gli occhi di tutti, il nostro modello di vita non è più sostenibile. Migliaia di ragazzi chiedono a noi adulti, ai politici e a chiunque ne abbia la capacità, di fare qualcosa di concreto. C'è un rischio concreto di estinzione di specie animali e vegetali, al tempo stesso le emissioni di gas serra sono quasi raddoppiate rispetto al 1980 portando a un aumento della temperatura di circa 0.8°C rispetto all'inizio del secolo.I cambiamenti climatici, che colpiscono i nostri raccolti, che provocano incendi, inondazioni o anche altre catastrofi ambientali, sono causati in buona parte dal modo in cui produciamo, distribuiamo e consumiamo il cibo. Ogni anno sfruttiamo l'equivalente di 1,7 pianeti per vivere e intanto, solo con la nostra agricoltura, contribuiamo con il 37% delle emissioni di gas serra al riscaldamento del Pianeta. Dobbiamo invertire questa tendenza, dare vita ad una vera e propria rivoluzione alimentare partendo dalle scuole, dai docenti e dai ragazzi", ha spiegato Riccardo Valentini, membro dell'Intergovernmental Panel on Climate Change ‐ IPCC, Premio Nobel per la Pace nel 2007, ospite d'eccezione nel corso dell'appuntamento.

    "Tra trent'anni sulla Terra ci saranno dieci miliardi di bocche da sfamare. E già oggi - tra sfruttamento delle risorse naturali, occupazione dei suoli, riduzione della biodiversità e attività che influiscono in modo drammatico sul clima - abbiamo portato il pianeta sull'orlo del collasso. Perché possiamo consegnare alle generazioni future una prospettiva di salute e di benessere, è indispensabile ripensare tutto il sistema alimentare, dall'agricoltura alla nostra tavola. "Ispiriamo le persone a prenderci cura del pianeta" è il motto della National Geographic Society, ed è per questo che abbiamo accolto con convinzione ed entusiasmo l'opportunità di collaborare a questa iniziativa, nello spirito di stimolare una maggiore consapevolezza delle sfide che ci aspettano sia nelle singole persone sia nelle istituzioni", ha dichiarato Marco Cattaneo, Direttore del National Geographic Italia che, in occasione dell'appuntamento, ha fatto da guida alla mostra della Fondazione Barilla.

    La mostra è realizzata per creare un vero e proprio percorso immersivo, diviso in più parti. La prima, presso gli spazi della Galleria San Ludovico, rappresenta un "viaggio virtuale" che punta a mettere in evidenza i paradossi globali del sistema alimentare: fame vs obesità perché per ogni persona malnutrita nel mondo ce ne sono due che sono obese o sovrappeso; cibo vs carburante perché un terzo del raccolto di cereali viene utilizzato per dare da mangiare agli animali o per produrre i biocarburanti, nonostante il problema della fame e della malnutrizione e spreco vs fame, perché ogni giorno, dal campo alla tavola, vengono sprecati 1.3 miliardi di tonnellate di cibo commestibile, quattro volte la quantità necessaria a sfamare gli oltre 820 milioni di persone malnutrite in tutto il mondo.

    La mostra interattiva mira anche a esplorare le diverse correlazioni che il cibo ha con il mondo che ci circonda: si passa da "Cibo e Cultura" a "Cibo e Città", per poi parlare del profondo legame tra "Cibo e Obiettivi di Sviluppo Sostenibile" fino alla sezione dedicata al "Piatto Virtuale", che permette di scoprire se la nostra dieta è effettivamente sostenibile, per noi e per l'ambiente.

    Il percorso di consapevolezza e comprensione dei nostri sistemi alimentari si sposta successivamente presso i Portici del Grano, in cui sarà possibile ammirare gli scatti della mostra sviluppata con National Geographic Italia e dedicati ai mille volti delle culture del cibo nel mondo: fotografi professionisti hanno contribuito a realizzare un viaggio attraverso posti esotici, vicini e lontani, evidenziando la centralità del cibo.

    "Noi, il cibo, il nostro Pianeta: alimentiamo un futuro sostenibile" offre inoltre percorsi di approfondimento ai ragazzi: per le scuole è prevista un'esperienza ancora più formativa che va dalla visita guidata all'esposizione, fino a momenti ludico didattici presentati secondo il livello scolastico di appartenenza di ciascuna classe, con lo scopo di consolidare ulteriormente le conoscenze oggetto della mostra.


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