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venerdì 19 ottobre 2018

Il FAI presenta la mostra Case Milanesi 1923 - 1973 - Villa Necchi Campiglio, Milano - dal 24 ottobre 2018 al 6 gennaio 2019

Case Milanesi 1923-1973
Immagini di una città

da mercoledì 24 ottobre 2018 a domenica 6 gennaio 2019

Milano, Villa Necchi Campiglio, Via Mozart, 14

 

 

 

Il periodo dal primo dopoguerra all'inizio degli anni Settanta è stato per l'architettura residenziale milanese un momento di intensa sperimentazione che ha ridisegnato la casa urbana nel nuovo contesto della città moderna. A questi floridi cinquant'anni e agli architetti che con i loro progetti hanno reso Milano un museo a cielo aperto del Novecento, il FAI - Fondo Ambiente Italiano, in collaborazione con Hoepli, dedica la mostra "Case Milanesi 1923-1973", ospitata da mercoledì 24 ottobre 2018 a domenica 6 gennaio 2019 negli spazi di Villa Necchi Campiglioicona del déco anni Trenta nel cuore della città

 

La mostra - curata da Orsina Simona Pierini e Alessandro Isastia, già autori del volume Case Milanesi 1923-1973 (Ulrico Hoepli Editore) - sarà un'occasione per scoprire una selezione delle più significative Case Milanesi della modernità.

Partendo dalle trasformazioni di Milanoil primo luogo dove la modernità si realizza in Italia in continuità con la tradizione,l'esposizione sarà arricchita, con la consulenza di Alberto Saibene, da testimonianze del contesto culturale, letterario, artistico e cinematografico che hanno dialogato con le architetture e con i brani di città che hanno cambiato il volto di Milano tra gli anni Venti e gli anni Settanta, affermando l'epoca d'oro della civiltà borghese. Questa ricerca di rappresentatività sarà resa esplicita da un'installazione scenografica nella galleria degli armadi, a cura di Alessandro Isastia.

Gli approfondimenti sugli interni consentiranno di "guardare dentro e da vicino" le residenze, mentre nel vestibolo che porta allo spazio espositivo del sottotetto, una grande mappa di Milano, estesa sul pavimento e su cui sarà possibile camminare, permetterà ai visitatori di identificare le case nella topografia della città e di "spostarsi" da una casa all'altra disegnando itinerari e percorsi virtuali.

Una sezione sarà inoltre dedicata agli architetti che hanno progettato le case - Piero Portaluppi, Giovanni Muzio, Luigi Caccia Dominioni, Vico Magistretti, Aldo Andreani, Gio Ponti, Ignazio Gardella, Figini e Pollini, solo per fare alcuni esempi - di cui verrà tratteggiato lo stile.

In ultimo il cuore della mostra: la lunga parete dove sono presentate le 23 case scelte: i tanti diversi prospetti che hanno costituito la nuova immagine della città saranno affiancati l'uno all'altro alla stessa scala. Di fronte a questa grande parete espositiva, la descrizione fotografica delle case, le loro piante e i loro materialiche permetteranno al visitatore di "toccare con mano" la pelle degli edifici. L'allestimento della mostra è stato curato dallo studio Giussaniarch e Studio FM ha disegnato la grafica.

Nei mesi di apertura della mostra verranno organizzati specificiitinerari guidati in città accompagnati dai curatori, per poter ammirare dal vivo le case viste in mostra su carta, nonché un ciclo di incontri di approfondimento che vanno dalle testimonianze degli eredi a una riflessione su come la Milano moderna è vista dall'estero. Il calendario completo sarà consultabile sul sito della mostra

Inoltre, sabato 24 e domenica 25 novembre è in programma una mostra mercato che vedrà in esposizione le creazioni e le collezioni di aziende e gallerie d'arte, antiquari e designer, che hanno dato vita agli interni delle Case Milanesi: uno spaccato sul gusto e le tendenze dagli anni Venti agli anni Settanta, dal complemento d'arredo agli accessori fino all'oggetto da collezione. La mostra mercato "Dentro le Case Milanesi" sarà curata da Roberto Duliocuratore di diverse mostre e collaboratore di importanti riviste di architettura.

La mostra, in ultimo, sarà accompagnata dal volume Case Milanesi 1923-1973 (Ulrico Hoepli Editore) che fungerà da catalogo. La pubblicazione, frutto del lavoro di ricerca che gli autori hanno condotto con un team del Politecnico di Milano, raccoglie in circa 80 schede planimetrie, piante e prospetti degli edifici, accompagnate da materiale di repertorio e fotografie di Stefano Topuntoli scattate per l'occasione. Il volume, introdotto da Cino Zucchi, noto architetto e studioso dell'architettura milanese, è accompagnato da due saggi critici degli autori che collocano la stagione milanese nel più ampio contesto dell'architettura del XX secolo. 

Curatori della mostra

 

Orsina Simona Pierini è professore Associato in Composizione Architettonica e Urbana al DAStU del Politecnico di Milano, dove si laurea nel 1989. Dopo la pubblicazione con V. Vercelloni dei volumi Atlante storico di Milano, Città di Lombardia e Il paesaggio urbano di Milano, discute il dottorato allo IUAV e svolge poi parte della sua attività di ricerca all'estero, con Carlos Martí e Pep Quetglas a Barcellona e con Bruno Reichlin a Losanna. Cura mostre e pubblica articoli e saggi, anche monografici, sul progetto moderno e contemporaneo, riletto nella continuità dell'esperienza storica, attraverso i temi del dettaglio, della facciata e della residenza urbana. 

 

Alessandro Isastia è architetto e Dottore di ricerca in Architettura e Urbanistica presso il Politecnico di Milano, dove si laurea nel 2001Lavora nell'ambito della rappresentazione dell'architettura e del territorio ed è studioso degli aspetti compositivi e spaziali dell'architettura. E' stato curatore e guida di Itinerari per l'Ordine degli architetti e ha pubblicato vari articoli su architetti (Gio Ponti, per conto dell'Università di Toledo) o singoli edifici. Svolge una parallela attività di cartografo illustratore per mostre e pubblicazioni. 

 

 

   

CASE MILANESI 1923-1973

Immagini di una città

dal 24 ottobre 2018 a domenica 6 gennaio 2019

Orari: da mercoledì a domenica dalle ore 10 alle 18

Ingresso con visita alla villa: Intero: € 13Studenti: € 5Ridotto (Ragazzi 4-14 anni):  4; Iscritti FAI: € 4

 

Con il Patrocinio di: Comune di Milano, Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia diMilano, Triennale Design Museum, Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni del Politecnico di Milano, Archivio Asnago Vender Architetti, Archivio Jan BattistoniArchivio storico Caccia Dominioni, Archivio storico Gardella, Archivio Studio Latis Architetti, Archivio storico Lingeri, Fondazione Vico Magistretti, Archivio Guglielmo Mozzoni, Archivio Muzio, Gio Ponti Archives, Fondazione Piero Portaluppi e Archivio del moderno Mendrisio.

 

Il calendario "Eventi nei beni del FAI 2018", è reso possibile grazie al significativo sostegno di Ferrarelle, partner degli eventi istituzionali e acqua ufficiale del FAI, e al prezioso contributo di PIRELLI che conferma per il sesto anno consecutivo la sua storica vicinanza alla Fondazione. Si aggiunge quest'anno la prestigiosa presenza di Radio Monte Carlo in qualità di Media Partner.

Villa Necchi Campiglio è museo riconosciuto da Regione Lombardia.



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Mostra ALEXANDER RODCHENKO. Revolution in photography > Dal 26 ottobre 2018 > Senigallia, Palazzetto Baviera


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ALEXANDER RODCHENKO

Revolution in photography

 

a cura di

Olga Sviblova

 

26 ottobre 2018 - 20 gennaio 2019

 

Palazzetto Baviera

Senigallia (AN)

 

INAUGURAZIONE 25 OTTOBRE 2018 ORE 17:30

 
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Dal 26 ottobre al 20 gennaio 2019 tornano a Senigallia i grandi protagonisti della fotografia internazionale: in mostra circa centocinquanta immagini realizzate da Alexander Rodchenko realizzate tra gli anni Venti e Trenta.

 

Il Comune di Senigallia e il Multimedia Art Museum Moscow (MAMM) presentano Alexander Rodchenko. Revolution in photography a cura di Olga Sviblova. La mostra, ospitata a Palazzetto Baviera, documenta la ricca produzione fotografica del maestro russo, esponente di spicco dell'avanguardia russa del XX secolo.

 

Artista a tutto tondo, Alexander Rodchenko nella sua lunga carriera si è dedicato alla pittura, al design, alla grafica, al cinema e alla fotografia, aprendo per ogni campo artistico vie di cambiamento fortemente innovative. Il suo imperativo estetico si basava sull'assunto "il nostro dovere è sperimentare" e fu con questo slogan che nel 1924 decise di abbandonare momentaneamente la pittura per la fotografia. Il risultato, come afferma Olga Sviblova fu "un mutamento radicale del modo di concepire la natura del fotografare e il ruolo del fotografo. Il pensiero concettuale s'introdusse così nella fotografia, non più mero riflesso della realtà ma strumento per la rappresentazione visiva di costruzioni intellettuali dinamiche." Il Costruttivismo entrò così nel mondo della fotografia, con quello che la critica ha definito Metodo Rodchenko, rivoluzionando il modo di intendere l'immagine e facendola divenire la rappresentazione visiva di costruzioni intellettuali dinamiche. Nella sua pratica l'artista imposta un rapporto documentario con la realtà ma ne altera l'obiettivo e lo sguardo per una resa estetica dai tratti astratti o fortemente poetici: la composizione diagonale da lui scoperta, la prospettiva scorciata, l'ingrandimento dei dettagli, i punti di ripresa dal basso verso l'alto e viceversa, hanno dato forma a uno stile e a un linguaggio visivo del tutto unico che ha lasciato il segno nella storia della fotografia.

 

Le sale di Palazzetto Baviera, riccamente decorate con gli stucchi cinquecenteschi del Brandani, ospiteranno un nucleo corposo di fotografie che illustrano la bellezza delle architetture moderna, la vitalità delle città in piena urbanizzazione degli anni Venti e Trenta, la febbre della tecnologia e della modernizzazione.

 

Il percorso espositivo apre con l'Autoritratto caricaturale del 1922, esposto accanto a un corpus di ritratti, in cui appaiono anche amici e familiari, e alle famose fotografie La scalinata (1930) e Ragazza con una Leica (1934), che incarnano integralmente i principi innovativi del suo "metodo".

L'itinerario di mostra prosegue con una selezione di immagini sulla realtà industriale raccolte nelle short series: Fabbrica di automobili AMO del 1929, dedicata al settore dell'industria automobilistica; MoGES (Centrale Elettrica di Mosca), che documenta la nuova centrale elettrica eretta nel 1927 e il lavoro degli operai. La verticalità delle moderne costruzioni viene ripresa nelle fotografie di architetture e particolari costruttivi, come la celebre Scala antincendio (con un uomo) del 1925. Le spettacolari parate di ginnasti e atleti sono protagoniste degli scatti che raccontano lo spirito dinamico e la nascente coesione sociale degli anni Trenta in Russia.

La nuova attenzione rivolta da Rodchenko al dettaglio permette di mettere in luce l'armonia delle architetture e delle nuove forme create dalla tecnologia, illustrata in mostra con l'immagine della Torre Shukhov del 1929 e con la serie Fabbrica di lampadine elettriche di Mosca realizzata a cavallo degli anni Venti e Trenta.

Mentre La nuova Mosca è documentata con le fotografie della costruzione del Parco della Cultura e della asfaltatura delle strade di Leningrado, e con le immagini di edifici simbolo, quali quello progettato da Ginzburg sul viale Novinski e quello del Mosselprom.

La fotografia di stampo giornalistico è testimoniata dagli scatti dei fotoreportage all'interno dell'ufficio editoriale e dell'archivio del giornale "Gudok" (1928) e quello sui lavori di costruzione di grandi imprese ingegneristiche, in particolare la costruzione del canale che collega il Mar Bianco con il Mar Baltico. Con le acrobazie degli artisti del circo si conclude una narrazione fotografica di grande suggestione, fortemente rappresentativa dello spirito dei nuovi tempi.

 

"Dopo il successo registrato dalla mostra di Roberto Doisneau – afferma il sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi – ci prepariamo a ospitare un nuovo straordinario evento con l'esposizione delle opere di uno dei più grandi maestri della fotografia internazionale. Evento frutto della feconda collaborazione che abbiamo instaurato ormai da tempo con il Multimedia Art Museum e l'Istituto Italiano di Cultura di Mosca, portando già lo scorso anno all'organizzazione nella capitale russa di una mostra dedicata alla poetica del paesaggio di Mario Giacomelli. Un'iniziativa, dunque, che va inserita nel quadro che vede oggi Senigallia fregiarsi del titolo di Città della Fotografia, un contenitore di opere, talenti, passioni, visioni e capacità organizzative che ci permette di dialogare con i più prestigiosi poli culturali a livello internazionale e di inserirci nel network delle città d'arte. Il mio più sentito ringraziamento va naturalmente alla presidente dell'Istituto Italiano di Cultura Olga Strada e alla direttrice del MAMM Olga Sviblova, che curerà la mostra di Rodchenko".



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giovedì 18 ottobre 2018

Mostra personale dell'artista Stefano Sesti

Mostra personale dell'artista Stefano Sesti 
"L'ALBERO DELLE MELE"
dal 20 Ottobre al 29 Ottobre   

Vernissage sabato 20 ore 1800. Aperitivo di benvenuto. 

Entrata libera. 


"Perché l'albero delle mele?

Ogni mela è un nostro desiderio, è un nostro gesto o una nostra illusione e sicuramente anche un nostro fatidico "peccato".

L'albero delle mele, o tanti alberi delle mele, sono ovunque intorno a noi, ma sicuramente si trovano nascosti nel più profondo di ogni essere umano dentro i meandri nascosti dei nostri sogni, pronti ad emergere ogni qual volta uno sguardo assorto ammira fisso ed estasiato un orizzonte sperduto nell'infinito".


R. de Lisio

Frammenti d'arte Monteverde Vecchio

Direzione artistica

Via A. Colautti 6/8

00152 Roma

mercoledì 17 ottobre 2018

Etro celebra i 50 anni del marchio con una mostra al MUDEC: Generation Paisley


 
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Etro festeggia i suoi primi 50 anni 

con la mostra Generation Paisley

Tempo, radici e cultura della Maison italiana raccontati al MUDEC di Milano

Milano | Etro ha scelto di festeggiare il suo cinquantesimo anniversario con Generation Paisley, una mostra al MUDEC di Milano, aperta al pubblico dal 23 settembre al 14 ottobre.

 

La celebre casa di moda italiana - fondata nel 1968 da Gerolamo "Gimmo" Etro - con Generation Paisley ha messo in scena un omaggio a tutta la storia aziendale e famigliare attraverso l'esposizione non solo di 50 capi delle collezioni Etro, ma anche di elementi provenienti dalle collezioni personali dei componenti della famiglia.

 
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Fantasiosa, ricca, espressiva e articolata, la mostra è stata pensata come esperienza totalizzante per i visitatori: accolti dalle fronde di un gigantesco albero, sono stati accompagnati in un percorso analogico e stilistico lungo 5 stanze, in cui pareti ricoperte di tessuti, quadreria, giochi di specchi, effetti digitali e tridimensionali, hanno dato luogo a un'esperienza estraniante e al tempo stesso familiare. Un vero e proprio caleidoscopio emotivo attraverso cui Generation Paisley ha permesso ai visitatori di immergersi nell'universo Etro: un mondo dove il fattore culturale è elemento trainante e fondante, e la moda è, prima di tutto, sensibilità esistenziale e di contenuto.

Bonaveri è stata scelta per realizzare oltre 70 figure tra manichini con una originale finitura in gesso spatolato a mano, speciali busti con rivestimenti customizzati, teste e accessori. Figure eteree che hanno aggiunto una ulteriore dimensione espressiva al racconto, dando forma, corpo e materia ai meravigliosi abiti in mostra. 

 
 

Copyright © 2017 Nemo Monti SRLS, All right reserved.

martedì 16 ottobre 2018

Al Vittoriano arriva la mostra "Julien Friedler. Behind the world" > 9 novembre - 5 dicembre 2018 > Complesso del Vittoriano - Ala Brasini, Roma







Julien Friedler. Behind the world
  
dal 9 novembre al 5 dicembre 2018
Complesso del Vittoriano - Ala Brasini, Roma



Per la prima volta nella Capitale, dal 9 novembre l'Ala Brasini del Complesso del Vittoriano ospita le opere dell'artista belga Julien Friedler nella mostra monografica Behind the world.

La mostra propone un percorso lineare nel mondo mitico dell'artista: 20 recenti opere di grande formato e l'installazione La Forêt des Âmes consentono al visitatore di entrare nell'immaginario costruito da Friedler che unisce spettacolarità, pensiero mitologico e forza evocativa.

Fulcro centrale della mostra è l'installazione La Foresta delle Anime - La Forêt des Âmes (2009-2010): 9 colonne che rappresentano la volontà partecipativa e azionista dell'universo di Friedler e che mirano alla nascita di una moderna spiritualità collettiva fondata sull'arte.
Questa "foresta di anime" universalmente radunate a Roma è il progetto più alto di Friedler ovvero quello della creazione di un'Umanità nuova capace di essere Comunità.
L'opera - dopo New York, Bruxelles, Milano, Spoleto, Rivara e prossimamente esposta anche a Parigi - prende le mosse dallo Spirit of Boz, progetto partecipativo che si esprime nelle risposte spontanee date dal pubblico a un questionario.
Le migliaia di risposte raccolte finora in tutto il mondo - unite adesso a quelle dei visitatori romani - costituiscono la materia di cui sono composte le 9 colonne-contenitori dell'opera.
Al Vittoriano sarà quindi possibile depositare il proprio messaggio e leggere quello degli altri.

Dipinti e installazioni sono i portavoce di un immaginario ricolmo e costituiscono i segni visibili di una verità che l'artista sviluppa attraverso tematiche dal taglio molto personale. Julien Friedler si fa portatore di una visione umanista, delineata tramite le opere ma anche con un'attività di condivisione che porta avanti attraverso l'associazione Spirit of Boz che esprime l'urgenza di riconciliare azione e contemplazione, nell'intento di promuovere un pensiero umanista e catartico.

La mostra Julien Friedler. Behind the world è prodotta dall'Associazione Spirit of Boz for Contemporary Art.
Gestione e organizzazione Complesso del Vittoriano - Ala Brasini del Gruppo Arthemisia.
Sponsor tecnico dell'evento D'Ippolito Agenzia d'Assicurazioni.
Catalogo edito da La Route de la Soie – Éditions, Paris.

Mostra/Premio Apulia Land Art Festival 2017


CATHEDRALS
(cattedrali)

Mostra/Premio sezione Installazioni Urbane Apulia Land Art Festival 2017
Ninni Donato – Angela Pellicanò
A cura di Giuseppe Capparelli e Giosuè Prezioso
17 Ottobre 2018 – 26 Ottobre 2018
 
Vernice 17 Ottobre 2018 ore 19:00 | Istituto Italiano di Cultura | Cracovia (Polonia)
 
L'Istituto Italiano di Cultura Cracovia - in quanto promotore della cultura italiana in Polonia e organo periferico del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale - ospita il Premio "Installazioni Urbane" di Apulia Land Art Festival, che per l'edizione 2017 ha visto vincitori il duo artistico Ninni Donato e Angela Pellicanò con l'opera Mare Magnum, intervento site specific realizzato a Settembre 2017 nella Salina di Margherita di Savoia in Puglia. 
 
La mostra, nata dalla collaborazione con la residenza d'arte Apulia Land Art Festival, diretta
da Carlo Palmisano e Martina Glover, è curata da Giuseppe Capparelli e Giosuè Prezioso e si inaugurerà il 17 Ottobre 2018, alle ore 19:00. La stessa è inserita nelle celebrazioni per l'Anno europeo del patrimonio culturale 2018 e negli eventi della XVIII Settimana della Lingua Italiana nel Mondo.
 
***
 
Cathedrals è un progetto a quattro mani di Angela Pellicanò e Ninni Donato. Gli artisti
prendono le mosse da un pensiero del militare e scrittore italiano Mario Rigoni Stern : "Il bosco, cattedrale del creato. Le luci che filtrano dall'alto, i fruscii, i suoni, gli odori, i colori sono mezzi per far diventare preghiera le tue emozioni, da offrire senza parole a un Dio che non si sa. Forse da qui sono nate per la prima volta nell'uomo l'idea, il pensiero, la riflessione."
 
I boschi sono luoghi dove tutto è fitto e verticale, dove tutto è celato e potenzialmente pericoloso. L'uomo si avvia al loro interno, quasi sempre inconsapevole: avrà la capacità di dove tutto può accadere. Già nella Grecia antica l'eschatià, terra di nessuno, si contrapponeva alla chora, la campagna antropizzata e controllata. Nell'eschatià però erano anche collocati i santuari e i giovani efebi venivano spediti per rientrare da uomini prodi nella polis. Quindi l'inoltrarsi nel bosco può essere considerato come il varcare una soglia, un portale spazio-temporale che ci concede di affrontare nuove avventure, nuove emozioni, e se concesso, di riuscirne cambiati. In questo contenitore di spiritualità si svolgerà il lavoro fotografico di stampo etnografico di Ninni Donato, coadiuvato da un supporto video e da una traccia audio, che si compone anche come indagine su chi vive il bosco. Mentre testi e carte antiche avvolti in un turbinio di collage e pittura saranno piantati da Angela Pellicanò fra le sale espositive. perdersi o la possibilità di ritrovarsi? Ma il Il bosco è considerato anche come luogo di confine 

Ninni articola la sua ricerca artistica, fondata sulla rielaborazione del proprio vissuto integrato ad avvenimenti collettivi, dalla combinazione di strumentazioni tecnologiche e della macchina fotografica. Ha partecipato a diverse esposizioni nazionali ed internazionali come Clinamen, galleria monogramma di Roma patrocinata dalla Fondazione Roma; Lo sguardo dell'altro, Festival di Fotografia Europea 2014, Reggio Emilia; Trauerarbeit, Padiglione Bangladesh presso la 55° Biennale di Venezia. 

Nel 2013 espone al Milan Image Art Fair, a cura di Gigliola Foschi, ed è indicato su Le Monde tra i talenti italiani emergenti.

 
Ottiene la foto di apertura sul servizio dedicato all'evento milanese dal "Wall Street Journal International" di New York. Sempre nel 2013 partecipa alla mostra Oltre il ponte, curata da Enzo Fiammetta, presso la Fondazione Orestiadi a Gibellina. Espone presso la Galleria Nazionale di Palazzo Arnone, il M.A.C.A. di Acri, il Museo Nazionale Giovanni Fattori di Livorno, l'Istituto Italiano di Cultura di Malta, il Metropolitan Pavillion di Chelsea e presso la galleria ARTIFACT di Manhattan, New York. Con la galleria The Format partecipa al MIA2014 e al progetto "The grass grows", fuori salone durante Art Basel 2014. A cura di Vera Agosti espone in Via Broletto a Milano, presso la Galleria Civica di Monza e Interno14 in Roma. Nel 2015 è alla Malzfabrik di Berlino e partecipa al progetto BoCs Art; in Cosenza a cura di Alberto Dambruoso. Presso la Galleria Nazionale di Palazzo dei Priori in Perugia partecipa al progetto Artsiders a cura di Fabio De Chirico e Massimo Mattioli. Nel 2016 è selezionato per la mostra "Tra passato e presente" esposta alla Galleria Nazionale di Palazzo Arnone in Cosenza e partecipa a "Questa casa non è un albergo" a Reggio Calabria.
 
E' presente nelle collezioni del Palazzo della Farnesina (M.A.E.C.I.), del Museo delle Trame Mediterranee di Gibellina, del Museo di Arte Contemporanea di Cosenza.

Angela assembla le sue opere minuziosamente armonizzando colori, mestiche e carte. La precisa combinazione di elementi figurativi resi con meticolosità maniacale unita agli improvvisi sbalzi cromatici le permette la creazione di un mondo parallelo nel quale lei troneggia in maniera autorevole e indiscussa. La sua levatura internazionale passa, anche, dalle esposizioni personali in Italia e all'estero: Museo Bargellini in Pieve di Cento presentata da Martina Corgnati; Roma, alla galleria monogramma le mostre Shakti, con testo di Gabriele Salvatores, "Pagina dei Giochi", presentata dal Presidente della Fondazione Roma Emmanuele Emanuele. Lynne Wilton Gallery di Melbourne (Australia); Ambasciata italiana di Miami (USA); Clayton Gallery; Metropolitan Pavillion Chelsea - NYC; Istituti Italiani di Cultura di Londra e Malta. Partecipa nel 2011 alla 54° Biennale di Venezia, selezionata dalla Fondazione Roma, esponendo a Palazzo Venezia e nel 2013 alla 55° Biennale di Venezia, su invito del Commissario del Padiglione Bangladesh. Nel 2012 figura tra gli artisti di Open Space 2 - incursioni figurative, Palazzo Arnone in Cosenza. Del 2013 sono le partecipazioni a Oltre il ponte, presso la Fondazione Orestiadi, Gibellina per la Giornata del Contemporaneo AMACI; alla Galleria Nazionale di Palazzo Arnone; al M.A.C.A. di Acri. Nel 2014 per la galleria The Format di Milano partecipa al progetto "The grass grows", presentato durante Art Basel 2014. Sempre del 2014 è ad ArtSiders, mostra a cura di Fabio De Chirico e Massimo Mattioli presso la Galleria Nazionale di Palazzo dei Priori in Perugia. Nel 2015 partecipa al progetto di residenza BoCs Art in Cosenza e nella stessa città espone al M.A.M. 
 
Sue opere sono presenti nelle collezioni del Palazzo della Farnesina presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale in Roma; del Museo delle Trame Mediterranee di Gibellina; della Fondazione Roma, Palazzo Sciarra in Roma; nel Museo di Arte Contemporanea di Cosenza.
 
La vernice del 17 Ottobre 2018 sarà preceduta da un saluto del direttore dell'IIC Cracovia Ugo Rufino, dalla vice-direttrice di ALAF Martina Glover e dai due curatori Giuseppe Capparelli Giosuè Prezioso.
Seguirà una visita guidata introduttiva del progetto realizzato per Cracovia e al termine di essa si concluderà la serata con un vin d'honneur.
 
Apulia Land Art Festival è un evento ideato e organizzato dall'Associazione UnconventionART per l'Arte Mai Vista, con sede a Roma. L'Associazione è un'organizzazione dinamica e fluida che si avvale della collaborazione di professionisti attivi nel campo delle arti visive, coinvolgendo artisti e creativi di tutto il mondo, nell'ottica di generare innovazione culturale partendo dai contesti locali attraverso l'ideazione, l'organizzazione e la promozione di eventi di interesse internazionale. Tra i suoi obiettivi annovera la promozione della giovane arte contemporanea, la valorizzazione di siti territoriali esclusi dai più noti circuiti turistici e la messa in pratica di strategie di organizzazione culturale che prevedono l'interazione con soggetti istituzionali pubblici e privati e con singoli cittadini.
Apulia Land Art Festival è un progetto culturale ed artistico accolto e inserito nei programmi nell'Anno europeo del patrimonio culturale 2018 - "Il nostro patrimonio: dove il passato incontra il futuro", #EuropeForCulture. 


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ALFONSO SIRACUSA ORLANDO L’ultimo cavaliere Jedi (2018) curated by Dario Orphée

ALFONSO SIRACUSA ORLANDO 

L'ultimo cavaliere Jedi (2018)
curated by Dario Orphée

OPENING 27 Ottobre 2018 ORE 17,30
Museo#MeTe, Quartiere Casale - Siculiana (Ag)





In occasione di AMACI | 14 Giornata del Contemporaneo, il Museo #MeTe presenta l'artista Alfonso Siracusa Orlando con un progetto site-specific L'ultimo Cavaliere Jedi (2018)

Contro le forze del male che imperversano nell'universo, entrano in soccorso della Repubblica i Jedi: misteriosi cavalieri armati di spada laser. Essi sono gli unici in grado utilizzare quel campo di energia pura chiamata "Forza". 

Alfonso Siracusa Orlando, in un'analogia fantascientifica, trasporta l'impianto culturale di Stars Wars nella biografia di un gesuita, Padre Vincenzo Basile. 

L'installazione, costruita su una base storica e rappresentata tramite oggetti di uso comune in site-specific, ripercorre la vita del missionario della compagnia di Gesù nei Balcani, perseguitato dai musulmani. Nel linguaggio dell'artista, gli eventi attraversati dal missionario vengono identificati a quelli dei personaggi di un film di fantascienza, creando smarrimento percettivo e integrandola in un ambientazione originale.

 La sede del Museo#MeTe di Siculiana, dialoga infatti con l'opera mediante un gioco di luci tra interno ed esterno dei locali, e tra alba e tramonto, e una disseminazione di simboli massonici. 

L'installazione è un continuum con l'opera intitolata "La Scala dei Turchi colpisce ancora" (2016), creata dallo stesso artista presso il Parco Arte Contemporanea site-specific White Wall | Scala dei Turchi di Realmonte, a cura di Giuseppe Alletto.


Dario Orphée


L'ultimo cavaliere Jedi (2018)




Informazioni:
artista / artist: Alfonso Siracusa Orlando
titolo / title: " L'ultimo Cavaliere Jedi " (2018)
inaugurazione / opening: Sabato 27 Ottobre 2018, ore 17.30
durata / length: 27 Ottobre – 11 Dicembre 2018 
curatore / curated: Dario Orphée

info 
Telefono: +39 3299681701


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