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martedì 18 agosto 2015

A Ravenna dal 28 agosto la mostra: "Ritratti e volti dal passato", oltre 60 opere dal XV secolo al XIX secolo


"Ritratti e volti dal passato" è il titolo della mostra che inaugura a Ravenna negli spazi espositivi del Pala De André venerdì 28 agosto alle 19.00, a cura di Silvana Costa, aperta fino al 14 settembre a ingresso gratuito.

Oltre sessanta dipinti, a partire dalla seconda metà XV secolo fino al XIX secolo, svelano l'operato di artisti durante un arco vastissimo di tempo, circa 400 anni, ricco di conflitti ma anche di dibattiti e cambiamenti. Un'interessantissima indagine sul "ritratto", o meglio sulla "cultura" del ritrarre, che si è evoluta raggiungendo una sua dignità trasformandosi in un genere le cui radici risalgono agli egiziani. Non si sa se il ritratto nacque con l'intenzione di riprodurre le caratteristiche fisiche di un soggetto, ma in una documentazione di Plinio il Vecchio, risalente al I secolo d.C. emerge che nel mondo greco e in quello romano, il ritratto era una forma d'arte con le sue funzioni specifiche. Certo è che il Quattrocento e il Cinquecento, sono i secoli in cui il ritratto si sviluppa e matura verso una concezione vicina a quella moderna.

La pregiata collezione in mostra, sessantasei opere, si occupa della pittura così detta "minore", dove la tensione è riconoscere le influenze dei grandi maestri della pittura italiana ed europea - le opere, infatti, denunciano sempre chiari segni di un legame al periodo pittorico in cui sono state generate - ma l'interesse istintivamente si sposta sulla bellezza dei quadri e dei soggetti.
Scene di vita quotidiana e ambientazioni classiche con chiari riferimenti alla mitologia, sono gli scenari in cui s'inseriscono ritratti di nobili e borghesi. Ed è in questo contesto che si riconoscono e si ritrovano anche le immagini a carattere religioso, dove la morbidezza dei volti accentuata da ambienti spogli di elementi architettonici ci riporta alla mente le opere dei maestri della pittura italiana e anche oltralpe.

In mostra capolavori antichi come "Testa di Vecchio" di Cailot, pittore francese del XIX secolo abile e incline a una pittura intima e raffinatissima, anacronistica eppure carica di naturalismo. La barba canuta, gli occhi chiusi dell'uomo in età avanzata, riconducibile simbolicamente al tempo che passa, all'ultima stagione della vita.
Prezioso dipinto è poi "Ritratto di giovane dama" direttamente associabile alla pittura del maestro di Vittore Ghislandi detto Fra Galgario mentre il dipinto "La disputa" è di artista chiaramente influenzato dalla pittura caravaggesca e riconducibile a quella fiamminga.
Nella collezione anche opere che dichiarano l'omaggio ai grandi maestri: Il "Ritratto di Re Edoardo V e il Duca di York nella torre di Londra", attribuito a pittore francese, è un tentativo di riproduzione di Paul Delaroche che produsse l'originale in dimensioni molto maggiori. La riflessione sul "ritratto" è anche nel confronto con altri soggetti come nel caso della "Veduta costiera con veliero olandese", opera francese del XVIII secolo della Scuola di Lacroix de Marseille, tipico soggetto richiestissimo alla fine del Settecento.

Pregevole la sezione dedicata alla pittura italiana.
Tra gli altri il Maestro Francesco Altamura, considerato il più illustre pittore dell'Ottocento pugliese, (Foggia 1826 - Napoli 1897) che produsse un vasto numero di opere e fu a Roma e poi a Firenze nel circolo artistico del Caffè Michelangelo, culla dei Macchiaioli. E Gaspare Traversi (Napoli 1722-1770) straordinario ritrattista, dipingeva scene di genere rappresentative della società borghese del tempo come autentiche indagini sociali, contrapposizione delle classi alte a quelle popolari.

Un'altra porzione di opere racconta il soggetto religioso.
In mostra capolavori come "Madonna con bambino, Santa Caterina D'Alessandria, San Giovanni Battista", opera attribuita a Bernardino Licinio (e bottega) veneziano, (ca 1495-1549) tra i pittori più attivi e ricercati dal mercato privato della Serenissima tra il terzo e il quinto decennio del Cinquecento, in modo particolare nelle vesti di ritrattista; notevole anche il dipinto "Sposalizio mistico", che reca sul retro l'iscrizione: "Antonio Biagio Da Firenze 1450 - Prof. G. Fiocco" da cui se ne deduce l'attribuzione a questo grande pittore per molto tempo dimenticato e attivo in Romagna a più riprese, in particolare a Faenza, dove ha lasciato ampia testimonianza del suo lavoro. E ancora: l'influenza Raffaellesca nella Scuola Romana del XVIII secolo, di Cignani sulla Scuola emiliana del XVIII secolo, l'influenza di Rubens sulla pittura del XIX secolo, di Tiziano, ecc.

La mostra è stata realizzata con il contributo di: Club Del Sole, Copura, Moviter Strade Cervia, Nadep.

 
RITRATTI E VOLTI DAL PASSATO
Ravenna, Pala de Andrè
Oltre 60 dipinti, a partire dalla seconda metà XV secolo fino al XIX secolo



Inaugurazione:             Venerdì 28 agosto 2015 ore 19,00
Sede espositiva
:                  Palazzo Mauro de Andrè, viale Europa, 1 - Ravenna

Periodo:                                dal 28/08/2015 al 14/09/2015

Organizzazione:                   Associazione Culturale Il Cerbero

Orario:                                    tutti i giorni dalle 19.30 alle 23.30

Informazioni:                        tel. 335 8151821 e-mail: info@ilcerbero.it

Mostra a cura:                      Silvana Costa

Ingresso:                                Gratuito

domenica 16 agosto 2015

Mostra a Cagli (PU). CAArte, Cagli per la Cultura.

CAArte, Cagli per la Cultura.


Dal 23 agosto al 20 settembre 2015
Palazzo Berardi Mochi-Zamperoli - Cagli (PU)


CAArte, Cagli per la Cultura è una rassegna di Arte Contemporanea che si  inaugura domenica 23 agosto alle ore 17.00. Nell'edizione 2015 presenta  due due mostre che saranno ospitate nelle magnifiche stanze del Piano  Nobile di Palazzo Berardi Mochi-Zamperoli. Uno fra i più importanti e  preziosi edifici nobiliari di Cagli e sede di numerosi eventi artistici.

Segni Della Scultura 2015
La mostra, "Segni della Scultura" traccia alcune linee di indagine sulla  scultura contemporanea che attraversano il nostro territorio. l tema del  progetto è "Corporeità,  indagini sulla figura contemporanea"  e  presenta opere che utilizzano diversi materiali quali marmo, gesso,  bronzo e installazioni. Il progetto Segni Della Scultura è promosso dall'Accademia di Belle Arti  di Urbino in collaborazione con l'Associazione Culturale BelloSguardo. Segni della Scultura intende proseguire nei prossimi anni la sua attività di ricerca artistica sulla scultura contemporanea.
A cura di Pino Mascia e Angela Sanna.
Gli artisti in mostra sono: Michelangelo Galliani, Viacheslav Kovalenko, Sergio Monari, Dario Picariello

Stanze
L'evento, dal titolo "Stanze", si configura come una serie di mostre  personali di artisti che vivono e lavorano prevalentemente nel nostro  territorio o che con il nostro territorio hanno avuto contatti. Si  tratta di 10 artisti, tra disegnatori, pittori, scultori, ai quali viene  data l'opportunità di presentare le loro ultime opere e di delineare un  proprio profilo storico-critico. Ogni artista ha a disposizione una sala  di Palazzo Berardi-Mochi Zamperoli. Per tutti gli ospiti si tratta della  prima mostra a Cagli.
Gli artisti: Yukiko Hayashi, Giulia Marcolini, Charles Mitchell,  Beatrice Pucci, Massimo Pulini, Giulio Santolieri, Marco Smacchia, Maria  Cecilia Tantucci, Erich Turroni, Verter Turroni.

Comune di Cagli - Assessorato ai Beni e Attività Culturali
Istituzione Teatro Comunale di Cagli.
Organizzazione: Associazione Culturale BelloSguardo
Con la collaborazione di SPAC Sistema Provinciale Arte Contemporanea

Palazzo Berardi Mochi-Zamperoli - Via L. Alessandri, 39 - 61043 CAGLI (Pesaro Urbino - Marche)

Ufficio Informazioni Turistiche: 0721 780773

www.cagliturismo.it
www.facebook.com/teatrodicagli

Orari - Dal 23 agosto al 20 settembre 2015
Giovedì: 17,00 - 20,00
Venerdì: 17,00 - 20,00
Sabato: 10,30 - 12,30 e 17,00 - 20,00
Domenica: 10,30 - 12,30 e 17,00 - 20,00

Ingresso libero

Mostra di fisarmoniche antiche a Cevo (BS)

CEVO (BS) – Una mostra di pezzi rari e unici per raccontare la storia della fisarmonica, dalla metà del XIX secolo ai nostri giorni: nell'ambito del Festival della Fisarmonica di Valsaviore, giunto alla settima edizione, nello spazio espositivo delle scuole elementari a Cevo, in contemporanea con la mostra dell'arte e dell'artigianato, i visitatori potranno ammirare alcuni degli strumenti più interessanti, grazie alla passione di Alessandro Carminati, di Castelli Calepio (BG), che eccezionalmente ha condiviso e reso possibile questa iniziativa. Il signor Carminati, che sarà a disposizione durante l'apertura per dare tutte le informazioni, anche le più tecniche, da decenni raccoglie in tutto il mondo esemplari da collezione: ne possiede più di cento.

A Cevo sarà possibile vedere 34 di questi strumenti, tra cui un accordeon francese del 1838, un armonio, sempre francese, del 1850, alcuni organetti, ovvero le fisarmoniche diatoniche, e pezzi dei decenni successivi, provenienti dalla Germania, dall'Inghilterra e naturalmente dall'Italia, che nei primi anni del 1900 si impose come il Paese con le migliori botteghe artigiane, in fatto di fisarmonica. Proprio qui si producevano strumenti esclusivi, sia per le sonorità, sia per la fattura delle decorazioni, interamente realizzate a mano e personalizzate a seconda dei gusti del committente. Tra i grandi nomi ci sono pezzi di Stradella, Lucchini, Soprani, Cooperfisa e molto altro.

Dalle tastiere con pochi, essenziali elementi, fino alle produzioni più recenti e complesse, l'Italia ha sempre mantenuto un ruolo di leader in questo settore: i nostri connazionali, dice il signor Carminati, forse non sono stati gli inventori della fisarmonica, di cui non si conosce con precisione l'origine, controversa e dibattuta, ma di certo furono i migliori a perfezionarla e a produrla, in un mercato di appassionati e musicisti professionisti esteso a tutti i continenti, secondi a nessuno in fatto di stile e di qualità del suono. La mostra è aperta anche domani, lunedì 17 agosto, per tutto il giorno, in occasione del Festival. Il concerto dei maestri musicisti, coordinati dalla direzione artistica di Marco Davide e da quella organizzativa di Battista Ramponi, comincerà alle 15:00 presso lo Spazio Feste della Pineta; l'ingresso è libero.

giovedì 13 agosto 2015

chocolathuile 2015 - La Thuile 28-29-30 agosto 2015 - mostra mercato con ristorazione a tema dedicata al cioccolato artigianale di eccellenza -

CHOCOLATHUILE2015 è la quinta edizione della mostra mercato con ristorazione a tema dedicata al cioccolato artigianale di eccellenza che si terrà a La Thuile, in Valle d'Aosta, dal 28 al 30 agosto 2015. Una tre giorni di scoperta, degustazione, cultura, arte, creatività con esposizioni, laboratori, workshop e convegni e con la possibilità, a pranzo e a cena, di gustare menù appositamente pensati a base del cibo degli Dei.

 

Nel corso della manifestazione sarà possibile assistere in diretta alla lavorazione e alla produzione del cioccolato in tutte le sue fasi e saranno organizzati corsi guidati di degustazione:

- FABBRICA DI CIOCCOLATO: presso la fabbrica verrà svolta la lavorazione del cacao partendo dalle fave per arrivare al prodotto finito.

- CHOCO WORLD EDUCATIONAL: un viaggio alla scoperta delle origini del cacao e del cioccolato, con esempi di filiera corta e testimonianze dall'America Latina. 8 pannelli illustreranno la storia, le piantagioni, la raccolta della pianta del cacao, un video trasmetterà le missioni nelle piantagioni di cacao.

- CHOCO GOURMET DIMOSTRAZIONI: uno show cooking con degustazione finale a cura di Giancarlo Maestrone, maestro cioccolatiere, nel corso del quale lo chef illustrerà la realizzazione di una Sacher Torte. Inoltre sono previste le sessioni per imparare ad abbinare cioccolato e caffè oppure cioccolato, vino e distillati.

- LABORATORIO BABY: spazio interamente dedicato ai bambini, che potranno cimentarsi nella realizzazione di cioccolatini e lavoretti con il cioccolato dotati di tutte le attrezzature necessarie (grembiuli, guanti e attrezzi). In queste attività i bambini saranno seguiti da attento personale.

 

Ad arricchire le giornate di CHOCOLAThuile, sabato 29 agosto alle ore 17:00 avrà luogo il concerto di una delle Party Band di rhythm ´n blues più coinvolgenti d'Italia, la "Soundtruck Movie Music Movin' Band", mentre domenica 30 agosto, nel pomeriggio, animazione musicale con Lauro e la sua Fisa.

 

Inaugurazione di CHOCOLATHUILE2015: 28 agosto alle ore 10.00.

 

Orari manifestazione: venerdì 28 agosto e sabato 29 agosto dalle 10.00  alle 23.00 (no stop)

Domenica 30 agosto dalle 10.00 alle 19.30

 

Domenica 30 agosto, a conclusione dell'evento, ci sarà una ricca estrazione di premi tra tutti coloro che saranno in possesso di un biglietto della lotteria, ottenuto per aver effettuato un acquisto presso gli stand di CHOCOLAThuile.

Con-finibus. Personale di Lorenzo Polimeno - Nociglia (LE)



COMUNE DI NOCIGLIA

In collaborazione con

De la dà mar
Centro Studi sulle Arti Pugliesi

Presenta


CON-FINIBUS

Personale di Lorenzo Polimeno
Opere dal 2012 al 2015

a cura di Carmelo Cipriani




Inaugurazione: domenica 16 agosto 2015, ore 20.00
Palazzo Baronale Gallone, Via Roma, Nociglia

Testi critici: Carmelo Cipriani

La mostra sarà visitabile tutti i giorni (fino al 23 agosto) dalle 20.00 alle 23.00.

Gli affascinanti spazi del Palazzo Baronale di Nociglia tornano ad animarsi nel segno dell’arte contemporanea. Dopo la personale di Tarshito, a cura di Marina Pizzarelli, nel 2013, e la collettiva “Silenti stanze”, a cura di Carmelo Cipriani, nel 2014, un nuovo evento espositivo è allestito nello storico edificio. Nella mostra “Con-finibus” il pittore e poeta Lorenzo Polimeno presenta un triennio di attività, affiancando lavori recenti ad opere più datate e ribadendo la teoria artistica del Marginalismo, provocatoria proposta di un mondo policentrico, fatto di centri e scambi paritetici e non subordinati.


Ecco come Carmelo Cipriani, curatore della mostra, descrive la ricerca dell’artista:
“Nativo di Sogliano Cavour, Polimeno non ha mai abbandonato il Salento, diventato per lui il trampolino di lancio per un riscatto artistico delle periferie. All’emigrazione e all’autocommiserazione che da sempre avvilisce gli artisti decentrati, il pittore e poeta salentino reagisce recuperando l’aspetto sorgivo e incorrotto della condizione marginale. Nei suoi lavori silenziose e rassicuranti figure abitano architetture bidimensionali, determinando atmosfere metafisiche a cui non sono estranei echi sironiani e asprezze transavanguardiste. Ne deriva una quotidianità visionaria, profondamente pensata e sofferta; una pittura marginale nella geografia quanto nella figurazione, eternamente sospesa tra realtà e astrazione.  

Anche tecnicamente la sua opera è audace. Da anni sperimenta procedimenti nuovi, con dedizione d’artigiano e puerile voglia di scoperta. Negli assemblaggi materiali eterocliti (cartone, nastro adesivo, tessuti, viti, ecc.) si stratificano l’uno sull’alto, rivelando capacità compositiva e sensibilità cromatica. La pittura, martoriata da punteruoli, viti filettate, inserti materici, conquista la terza dimensione, reale e non fittizia. Nella sua vasta produzione si passa dai “Motivi spagnoli”, in cui l’iconografia iberica si stempera nella sintassi visionaria, alle recenti sculture di carta, eteree e sognanti, riproducenti scene fanciullesche cariche d’incorrotta spensieratezza.

Nel prestigioso edificio nocigliese Polimeno presenta un triennio di attività, Presenza immancabile, quasi una firma iconica, è quella dei “Villages” fantasiose reinterpretazioni delle piazze dechirichiane oltre che trasposizioni contemporanee di città ideali rinascimentali. In essi i vani cubici sacrificano la tridimensionalità per costruire eteree architetture: vedute urbane di fantasia, bidimensionali e coloratissime, infantili nella resa e dense nei rimandi figurali e concettuali. Ultimo approdo del suo iter creativo sono gli “Artefatti”, opere in cui lo stile dell’artista, ironico e volutamente sgrammaticato, è ravvisabile ma non scontato. In essi l’artista interviene in maniera seriale per mezzo di piccoli stampi da lui stesso creati, coniugando accenti pop alla consueta vena poetica ed evocativa. Pesci, uccelli, minuti edifici memori dei villages, si ripetono incessantemente creando inedite texture iconiche. Vere e proprie scritture segniche lanciate all’infinito in uno sguardo ironico sul mondo, in una reinterpretazione vivace del reale”.


Lorenzo Polimeno è nato a Sogliano Cavour (LE) nel 1952. Studia presso l’Istituto Magistrale e frequenta gli ambienti artistico-letterari di Urbino, dove consegue la laurea in Lingue e Letterature Straniere e conosce Carlo Bo, il primo ad apprezzare i suoi lavori. Artista eclettico e sperimentatore, sin dagli anni Settanta, opera con diverse tecniche e materiali, come gesso, colla, vernici, smalti, olio, acrilici, transfer con emulsioni, getto d’inchiostro e arte digitale, assemblaggi. Dopo la prima mostra personale, allestita nel 1976 presso l’Hotel Joli Park di Gallipoli (LE), con presentazione critica di Vittorio Balsebre, prende parte a collettive ed allestisce numerose personali. Tra queste quella nel 2002 a Palazzo Giovine di Molfetta (BA), nel 2007 nella Galleria Estrarte di Prato e in Palazzo Ferrari a Parabita (LE), nel 2008 nel Chiostro delle Clarisse di Terlizzi (BA), nel 2009 nel Palazzo della Cultura di Parabita (LE). Nel 2010 il Castello di Acaya, presso Vernole (LE), ospita una sua antologica sul tema del Marginalismo, curata da Carmelo Cipriani e organizzata in collaborazione con l’Istituto di Culture Mediterranee. Tra il 2013 e il 2014 porta avanti il progetto itinerante “Visita di cortesia” esponendo le sue opere in contesti storici privati in diversi centri salentini. A Napoli, nei locali della Banca Sella, è attualmente in corso la sua personale “On the bank roads”.
Dopo l’iniziale periodo dell’astrattismo e descrittivismo lirico, si orienta verso una pittura innovativa nello stile, fantasiosa nei soggetti, contemporanea nelle tecniche.
In ambito letterario, ha pubblicato Poesie da Parete (Editrice Salentina, 1993, prefazione di Carlo Bo, con disegni originali), La Finestra rotta (Manni Editore, 2000, prefazione di Claudio Gorlier) e Dai margini (Lupo Editore, 2009).

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