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domenica 20 aprile 2014

La Ciociaria nell'arte tra ieri ed oggi - personale di pittura di Agnes Preszler




La Ciociaria nell'arte tra ieri ed oggi

 
 Personale di pittura di Agnes Preszler
Atrio del Palazzo della Provincia di Frosinone, 2-16 maggio


Terzo appuntamento annuale con la pittrice verolana di origine ungherese al Palazzo della Provincia di Frosinone.

Dopo una mostra bipersonale sulle Mura Megalitiche e una personale dedicata ai personaggi famosi della Ciociaria, ora presenta - come negli anni precedenti, in collaborazione con la Fondazione Gianluigi e Stefano Proia, - una visione artistica della gente comune e dei paesaggi del territorio tra ieri ed oggi.

Una parte consiste in copie di quadri dei maestri dell'800, raffiguranti modelli e modelle ciociari, in costume o meno (ci sono anche dei nudi), ma di approvata origine da questa terra. 

Infatti, sono stati moltissimi i ciociari che, posando per i pittori dell'epoca, hanno prestato il loro volto o corpo per opere, certe volte propri capolavori, che ora fanno parte di un'eredità culturale internazionale. 

Basti pensare alla bellissima modella Nanna Risi raffigurata in vari quadri di Leighton (il più conosciuto magari è Pavonia), ad Agostina Segatori, soggetto del dipinto Lettura interrotta di Corot, all'Andromeda di Poynter, (il dipinto originale ora è in esposizione al Chiostro del Bramante a Roma), alla Salomè di Henri Regnault, famoso quadro esposto al Metropolitan Museum of Art di New York, alla Chiaruccia di Hugues Merle, ai vari Bouguereau. 

Merita una menzione particolare il bellissimo dipinto scoperto dalla pittrice al Museo di Belle Arti di Budapest, raffigurante un gruppo di ciociari che passano sotto l'Arco di Tito di Roma, opera di un pittore tedesco oggi poco noto. 
 
Infatti, oltre ai nomi conosciuti, ci sono opere di pittori ora caduti nel dimenticatoio, ma di indiscutibile bravura artistica che ora si possono riscoprire in questa appassionata mostra, corredata da testi che raccontano la storia delle modelle, a cura della scrittrice Fausta Dumano e della pittrice stessa.

L'artista da alcuni anni si dedica alla riproduzione di questi quadri, altrimenti difficilmente raggiungibili al pubblico italiano, raccogliendolii in una collezione che si arricchisce continuamente dalla ricchissima fonte che è l'arte del realismo ottocentesco.

Alcuni dipinti, oltre alla semplice rappresentazione del costume ciociaro, offrono uno spaccato di vita quotidiana. 
In particolare, le bambine che svolgono un'attività ci illustrano una vita che già da piccole le introduceva nel mondo del lavoro. 

Così la pastorella, la bambina che vende uccelli, la musicista da strada che cerca a resistere al freddo dell'inverno (viene in mente la piccola fiammiferaia di Andersen), o la sartina che cuce con dedizione un vestito alla bambola, un gioco che domani magari sarà la sua occupazione.

L'altra parte della mostra consiste in quadri eseguiti in estemporanee (quindi in una giornata) negli ultimi anni, in varie località della Ciociaria, da Fiuggi a Fondi.



Info:

Palazzo della Provincia di Frosinone
piazza Gramsci - Frosinone

tel: 0775/2191

orario continuativo: 7.30-19.30, sabato e domenica chiuso


Agnes Preszler

sabato 19 aprile 2014

Mostra collettiva d'Arte "Contemporaneamente"

Giunge alla terza Edizione la mostra collettiva  d'Arte "Contemporaneamente" che si aprirà giovedì 24 Aprile alle ore 18.30 negli spazi espositivi della Galleria d'Arte Contemporanea "Le Ali di Mirna", espressione dell'Associazione culturale "Eterogenea".



La mostra, a cura del Direttore Artistico della Galleria  Prof.ssa Rita Fasano, vedrà in esposizione le opere degli artisti Letizia CAIAZZO di Sorrento (Na), Tiziano CALCARI di Brescia, Simone GALIMBERTI di Milano, Cosimo LEO di Francavilla Fontana (Br), Roberta LIOY di Venosa (Pz),  Nicola LISANTI di Matera, Cataldo MASTRORILLI di Ruvo di Puglia(Ba) e Vittorio SODO di Lecce. 



Artisti dalla ormai consolidata e intensa attività professionale la cui arte si distingue per una espressione di raffinato talento.  

"Le Ali di Mirna" è un progetto d'arte che ha come obiettivo la promozione e la valorizzazione di artisti contemporanei  nella varietà delle forme espressive, portandoli all'attenzione del pubblico specializzato, di appassionati, critici, collezionisti e mercanti d'arte. 



La Galleria è ubicata in Via Ruggiero Normanno n. 22-24 a Mesagne importante centro messapico situato lungo la via Appia, città d'arte che meglio rappresenta il barocco pugliese nella provincia di Brindisi.



A due passi dal Castello Normanno-Svevo, dalle bellissime Chiese barocche, patrimonio architettonico della città e dal caratteristico centro storico con la sua forma unica di cuore,  è accogliente ed elegante e ospita solo artisti selezionati dal panorama nazionale, garantendo loro la massima visibilità anche attraverso l'inserimento in siti web specializzati e la propaganda su vari mezzi di comunicazione. 





La Mostra potrà essere visitata sino al 10 Maggio 2014 con ingresso libero con i seguenti orari di apertura:  dal lunedì al sabato  18.00/21.00.

                             Tel. 3470080778 3381404479

giovedì 17 aprile 2014

GRANDE MOSTRA > WARHOL > a cura di Peter Brant e Francesco Bonami > dal 18 aprile al 28 settembre 2014 > Fondazione Roma Museo, Palazzo Cipolla, Roma




Andy Warhol, Blue Shot Marilyn, 1964, Collezione Brant Foundation , © The Brant Foundation, Greenwich (CT), USA, © The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts Inc. by SIAE 2014

ANDY WARHOL
Forte dei numerosi consensi della critica e dei 225.000 visitatori che lʼhanno visitata, dopo la tappa milanese a Palazzo Reale arriva a Roma la prima grande monografica dedicata al padre della Pop Art, Andy Warhol, per visitare la quale è già possibile prenotarsi tramite il numero telefonico 0698373328 e via web allʼindirizzo
www.ticket.it/warholroma.

Dal 18 aprile al 28 settembre 2014 al Museo Fondazione Roma, Palazzo Cipolla saranno esposte 150, opere dellʼartista americano, provenienti dalla The Brant Foundation, di cui è fondatore e Presidente il curatore della mostra Peter Brant, amico di Warhol e noto collezionista, la cui curatela è accompagnata dal
contributo di Francesco Bonami.

Promossa dalla Fondazione Roma, dalla Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Roma e dal Comune di Milano-Cultura, lʼesposizione è prodotta e organizzata da Arthemisia Group e da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE.
Andy Warhol non solo è stato il più acuminato interprete della società di massa e del consumismo, folgorante sociologo dellʼAmerica anni ʻ60 ma ha saputo trasformare in arte i feticci dellʼimmaginario collettivo americano, anticipando lʼinstaurarsi del potere dei mass media. Lui ha trasformato in icone la Coca Cola come Elvis Presley, la Campbellʼs Soup come Liz Taylor e Marilyn Monroe, il biglietto del dollaro come Jackie Kennedy.
La mostra che si aprirà a Roma rende ragione e dimostrazione di tutto ciò.

TERRY O'NEILL
Il Museo Fondazione Roma, Palazzo Cipolla, dal 18 aprile al 28 settembre 2014, in concomitanza con  la mostra dedicata ad Andy Warhol, ospita le opere del grande fotografo Terry O'Neill con una retrospettiva intitolata Terry O'Neill. Pop Icons.


Una carrellata di ritratti che raccontano attraverso i volti dei miti del cinema, della musica, della moda, della politica e dello sport, la carriera artistica del fotografo britannico. La mostra promossa dalla Fondazione Roma, prodotta e organizzata da Arthemisia Group e da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, offre un'ulteriore testimonianza di come il culto della celebrità, leitmotiv degli anni '60 - '70, abbia notevolmente influenzato il lavoro degli artisti dell'epoca.

Inaspettatamente il lavoro di O'Neill può essere accostato a quello di Andy Warhol ossessionato per le immagini e la notorietà, le cui opere sono esposte contemporaneamente a quelle del fotografo.
Terry O'Neill e Warhol hanno ritratto entrambi, in maniera stupefacente, gli stessi personaggi leggendari come Elvis Presley ed Elizabeth Taylor, per citarne solo alcuni.

Grandi mostre /Firenze/ Apre da domani a Villa Bardini la prima retrospettiva (80 dipinti) dedicata a Giovanni Colacicchi, uno dei giganti del Novecento neofigurativo / comunicati e foto

Sole, figure e musica. Poesie create col pennello
A Villa Bardini l'epopea novecentesca di una formidabile stagione creativa e la riscoperta di un geniale pittore nella prima antologica a 20 anni dalla morte

Nella Firenze anteguerra di Montale e Dallapiccola, di de Chirico e Calamandrei, la Firenze dei caffè letterari e delle riviste prestigiose, Giovanni Colacicchi (1900-1992) fu una delle intelligenze artistiche eminenti, poeta musicofilo armato di pennello, interprete del moderno ritorno alla realtà e alla figura con cui in Europa si andò ricomponendo, dopo secoli, l'abbraccio umanistico tra parola, immagine e suono che aveva prodotto il miracolo del Rinascimento.

Tra astrattismo, strutturalismo e concettualismo internazionalmente imperanti, nel dopoguerra la sua estetica coerente finì però per isolarlo e la grande retrospettiva che Villa Bardini gli dedica ora a vent'anni dalla morte (Giovanni Colacicchi. Figure di ritmo e di luce nella Firenze del '900, 18 aprile – 19 ottobre 2014) ha dunque il sapore della riscoperta di un gigante neofigurativo, celebrando, con la maestria del pittore, la straordinaria stagione creativa vissuta da quel microcosmo di intellettuali antifascisti (o semplicemente non fascisti) a dispetto di dittature, guerre e persecuzioni.

Promossa dal Comune di Firenze con la Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron e il Kunsthistorisches Institut in Florenz – Max-Planck-Institut, la mostra presenta circa 80 opere per la curatela di due specialisti quali Mario Ruffini e Susanna Ragionieri (che firmano anche il catalogo Polistampa, pag. 448, € 34) e la consulenza scientifica di Carlo Sisi.

Molti e importanti i prestiti di musei, collezionisti ed eredi (Piero e Francesco Colacicchi), mentre l'Ente Cassa di Risparmio di Firenze contribuisce con uno dei capolavori del pittore, per oltre mezzo secolo esposto nella hall dell'ex cinema Gambrinus. Si tratta della celebre Allegoria della danza, della musica, della commedia, della filosofia e della poesia per un cinematografo in cui Colacicchi concentra la sua estetica: l'ammirazione per la bellezza del corpo umano, l'amore per la natura, per tutte le arti, per i rapporti ideali tra le forme suggeriti dalla sezione aurea, la divina, rinascimentale proporzione di Luca Pacioli e Piero della Francesca.

L'Allegoria trionfo delle arti è la summa di una pittura ricca di sole e sensualità mediterranee, melodiosa nella sua apparente semplicità, perfetta nella sua geometrica armonia: le opere di Colacicchi possiedono la magia dei versi, il misterioso fascino del suono, l'inquieta leggerezza degli enigmi, l'incerto spessore dei sogni. E come nel vario alternarsi di note e pause di uno spartito musicale, colori e sfumature danno ritmo alla forma.

Colacicchi fu in realtà a lungo incerto se dedicarsi alla poesia. Era nato ad Anagni da famiglia gentilizia di osservanze pontificie e aveva ricevuto in seminario educazione classica e musicale in prospettiva di un futuro sacerdozio. Quando sedicenne si trasferì a Firenze dopo la morte della madre, si dette invece alla pittura arrivando rapidamente a virtuosismi magistrali. Espose presto opere di sapore metafisico (influenze di de Chirico poi superate) e presto si sposò, salvo innamorarsi follemente della giovane allieva Flavia Arlotta, lei stessa pittrice colta e raffinata, che sarà compagna devota di tutta la vita, musa, moglie e madre dei suoi figli.

Colacicchi ha vissuto da protagonista gran parte delle vicende artistiche e culturali di tutto il Novecento. Fu tra i fondatori di Solaria, partecipò a numerose Biennali, assegnò e ricevette premi, ebbe più volte anche incarichi istituzionali, fu a lungo critico d'arte del quotidiano La Nazione. Schierato col Partito d'Azione, fu tra l'altro chiamato a presiedere la commissione che, a guerra finita, ebbe il compito di epurare dall'Accademia di Belle Arti gli insegnanti fascisti, tra cui, a torto o a ragione, Ottone Rosai e Primo Conti.

Uomo d'azione Colacicchi lo fu anche nei fatti: nel 1918 si arruolò volontario negli arditi, salvo non arrivare mai in prima linea per la fine improvvisa della guerra. E resta negli annali la sfida a duello che, per difendere l'onore del maestro e amico Francesco Franchetti morto suicida, lanciò a Piero Bargellini. Duello al quale il futuro sindaco di Firenze si sottrasse dichiarandosi impedito dalla fede cattolica.

Colacicchi fu artista essenzialmente amante della vita: amò le donne, la luce, la campagna, il mare, amò il cibo, ballare e cantare. E da uomo fortunato ebbe un'esistenza perlopiù appagante, sempre iper produttivo e attivo fino alla morte, nella sua bella e semplice casa di via dell'Osservatorio sulle verdi colline fiorentine.

La mostra è sostenuta dall'Ente Cassa di Risparmio di Firenze, dalla Regione Toscana e dagli sponsor Unicoop Firenze e AON. Tra maggio e settembre sono previste all'Accademia delle Arti e del Disegno e a Casa Siviero tre esposizioni collaterali (i dipinti di Flavia Arlotta e i disegni di Colacicchi) con conferenze e concerti. Organizza la sezione Progetti di Musica e Arti figurative del Kunsthistorisches Institut in Florenz.

Conqueror VIP Brochure: Arjowiggins Creative Papers vuole sorprendere


Progetto VIP Brochure, firmato Arjowiggins Creative Papers.

Un'idea eccezionale, carte pregiate, lavorazioni uniche.
La gamma Conqueror si presenta al mondo del lusso più bella che mai.



Siracusa - Luminosa, personale di Giuseppe Forzisi alla Galleria Quadrifoglio



  
Luminosa, personale di Giuseppe Forzisi alla Galleria Quadrifoglio


Dal 27 aprile al 13 maggio la Galleria Quadrifoglio di Via Santi Coronati 13 (Ortigia) ospiterà una mostra personale di Giuseppe Forzisi dal titolo "Luminosa" a cura di Mario Cucè (inaugurazione domenica 27 aprile, ore 19.00). 


La mostra propone, attraverso una selezione di opere recenti plastico/scultoree di varie dimensioni e materiali ( terracotta smaltata, ferro, pigmenti colorati, ecc.), un percorso evocativo incentrato sul tema del risveglio inteso nei suoi significati sia concreti che metaforici. 


Il risultato è una narrazione frammentata di segni e immagini, di tracce in divenire, che si richiamano alla tradizione antica e all'arte moderna. 


«Le opere presentate – scrive Giuseppe Carrubba nel testo critico che accompagna il depliant della mostra - sono cartografie dell'anima e sedimentazioni della coscienza dove la luce rivela possibilità di interpretazione formale, svela lo spazio e la materia come mezzo di comunicazione, moltiplica il significato delle superfici stabilendo variazioni nella ripetizione differente.


In questo senso il lavoro dell'artista è essenzialmente scultoreo, anche quando affronta il linguaggio della bidimensionalità del disegno e della pittura, con indicazioni materiali a rilievo, in quanto viene ricondotto ad un pensiero di tridimensionalità che ricerca l'effetto della luce assorbita o riflessa». 


Giuseppe Forzisi (Siracusa, 1948) si è formato nel clima artistico e culturale degli anni Sessanta e Settanta attraverso la frequentazione delle mostre romane dedicate all'arte povera e all'arte concettuale e lo studio delle avanguardie artistiche di quegli anni. 



Dal 1974 al 2006 ha insegnato Scultura all'Istituto d'Arte di Siracusa, dedicandosi contemporaneamente all'attività artistica con una serie di importanti mostre in Italia e all'estero.



La mostra potrà essere visitata tutti i giorni dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle ore 17.00 alle 20.  


Info e contatti
Galleria Quadrifoglio
Via dei SS. Coronati, 13 - Siracusa
tel: 0931 64443

mercoledì 16 aprile 2014

Mostra Pais del cinema




MOSTRA: PAIS del CINEMA

Gli anni d'oro del cinema italiano nel racconto per immagini di un grande fotografo.

Possiamo veramente affermare che, in particolare nella prima metà degli anni '60, l'Italia è stata un  vero Paese del cinema.
Ecco allora la ragione del titolo della mostra: Pais del cinema, giocando sul cognome del fotografo che ne è protagonista.

Rodrigo Pais (1930 – 2007) è stato un grande fotoreporter (ha lavorato in particolare per l'Unità e Paese Sera), ma non solo: è stato anche un grande fotografo. 

Questa mostra sul cinema degli anni '60 lo documenta molto bene.


Pais, come altri grandi fotografi "sulla" scena, si diverte a cogliere i vari momenti che compongono una tipica giornata delle riprese di un film: i ciak,  i momenti di riposo, i truccatori al lavoro, i parenti dei protagonisti, gli spettatori curiosi, ecc. 

Come succede in questi casi, il film vive così un'altra vita che gli spettatori nelle sale cinematografiche non vedranno,  compreso anche ciò che non dovevano vedere, che il regista ha tolto o che ha ridotto a una breve scena laddove il fotografo ha scattato decine di fotografie.

Nella mostra ci sono i film fotografati da Pais, tra i quali ve ne sono molti che hanno lasciato una traccia nella storia del nostro cinema, come Il sorpasso di Dino Risi, La ragazza di Bube di Luigi Comencini, La noia di Damiano Damiani, L'eclisse di Michelangelo Antonioni, Mamma Roma di Pier Paolo Pasolini, ecc. 
In mostra, però,  non ci sono soltanto le fotografie scattate sui set cinematografici.

Sfruttando il lavoro da fotoreporter di Pais abbiamo documentato i fatti di cronaca che hanno ispirato alcuni film: ciò è avvenuto, per esempio, per il tema del divorzio (con i film Scusi lei è favorevole o contrario?, Il giovedi e Menage all'italiana), per uno dei grandi processi penali che appassionarono l'opinione pubblica, quello di Ghiani e Fenaroli (con i film A… come assassino e Il sicario),  per il boom economico,  in particolare edilizio, che ha caratterizzato l'Italia nella seconda metà degli anni '50 e la prima metà degli anni '60 (con il film Il boom) e alcuni altri.

La stessa cosa è stata fatta per la sezione su Cinema e Letteratura  dove sono documentati i "Premi Strega" e i fatti legati ai problemi tra i film e la censura. 

Una sezione  è dedicata ai ritratti di attrici, attori e registi, ritratti che dimostrano ancora una volta la completezza artistica del fotografo Pais.

Infine completano la mostra una scelta di locandine, fotobuste e manifesti originali dei film presentati, in gran parte provenienti dal "fondo Maurizio Baroni" della Cineteca di Bologna.

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