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lunedì 27 gennaio 2014

Mostra "MONET au cœur de la vie" > Pavia, Scuderie del Castello Visconteo


27 gennaio 2014

Ultimi giorni per la mostra
Monet au cœur de la vie
Pavia, Scuderie del Castello Visconteo
fino a domenica 2 febbraio 2014


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C'è tempo fino a domenica 2 febbraio 2014 per visitare la mostra "Monet au cœur de la vie" in corso alle Scuderie del Castello Visconteo di Pavia.

Ultima settimana per poter ammirare importanti lavori di Claude Monet provenienti da tutto il mondo e ripercorrere le tappe principali della sua produzione artistica dalla formazione fino alla grande maturità. Un percorso espositivo innovativo ed emotivo che offre al pubblico un'inedita modalità di avvicinamento anche alla sfera personale della vita del Maestro, consentendo di scoprire l'"uomo" oltre che il grande artista.

Ancora pochissimi giorni per approfittare delle speciali promozioni e iniziative riservate ai visitatori della mostra:

> per le famiglie
"soleil levant, impressioniamo anche noi al levar del sole": laboratorio didattico gratuito per tutti i bambini dai 3 agli 11 anni sabato 1 febbraio alle ore 16.00 e domenica 2 febbraio alle ore 11.30. I piccoli visitatori potranno, ispirandosi all'arte di Claude Monet, liberare la loro fantasia e dar vita alle loro opere impressioniste. L'attività è gratuita, dura circa 1 ora e 30 minuti, si accede con il biglietto d'ingresso della mostra (bambini fino ai 6 anni ingresso gratuito) ed è necessaria la prenotazione al numero 0382 309879. Al termine del laboratorio genitori e bambini potranno visitare la mostra "Monet au cœur de la vie" in autonomia: un'ottima occasione per trascorrere insieme una giornata divertente ed educativa alla scoperta del mondo di Monet.

> per i gruppi
tutti i gruppi (min 15 max 30 persone) di adulti, associazioni, cral e tutte le scuole di ogni ordine e grado potranno avere in omaggio la visita guidata alla mostra. Un percorso guidato da personale qualificato per scoprire le opere e la vita del maestro degli impressionisti. Il percorso proseguirà anche con la visita alla "Quadreria dell'Ottocento" e alla "Collezione Morone" dei Musei Civici del Castello Visconteo di Pavia alla scoperta di altri grandi artisti legati alla figura di Monet. La visita dura 60 minuti circa e la prenotazione è obbligatoria al numero 0382 20677. L'ingresso ridotto gruppi è di 13,00 euro a persona e di 6,00 euro per le scuole.

> per i singoli visitatori
visite guidate gratuite: tutti i giorni dal martedì al venerdì alle ore 18.00 per i singoli visitatori, senza prenotazione.
Alle visite guidate si accede con il biglietto d'ingresso alla mostra, non è necessaria la prenotazione e saranno ammesse al massimo 30 persone in ordine di arrivo.
speciale biglietto a 10,00 euro: per chi visita la mostra dal martedì al venerdì dalle ore 13.00 alle ore 14.00 oppure il sabato e la domenica dalle ore 9.00 alle ore 10.00 il biglietto d'ingresso costa 10,00 euro. La promozione vale solo per i singoli visitatori senza prenotazione.

Catalogo Silvana Editoriale
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Titolo
Monet au cœur de la vie

Date
14 settembre – 2 febbraio 2014

Sede
Scuderie del Castello Visconteo
Viale XI Febbraio, 35
27100 Pavia

Orari
Dal martedì al venerdì: 9.00 – 19.00
Sabato, domenica e festivi: 9.00 – 20.00
Lunedì chiuso
La biglietteria chiude un'ora prima

Biglietti
Intero: 15,00 euro
Ridotto: 13,00 euro
Ridotto speciale: 10,00 euro dal martedì al venerdì nella fascia oraria 13.00 -14.00 e dal sabato alla domenica nella fascia oraria 9.00 - 10.00 (valido per i singoli visitatori non prenotati)
Il costo del biglietto include l'app ufficiale della mostra, l'audioguida e l'ingresso alla Quadreria dell'Ottocento e Collezione Morone dei Musei Civici del Castello Visconteo di Pavia (a seconda degli orari di apertura)

Prevendita biglietti

Informazioni


Mostra Eni Raffaello a Foligno: Quasi 50 mila visitatori in una settimana (nota stampa)

Mostra Eni Raffaello a Foligno: Quasi 50 mila visitatori in una settimana. Grande successo per il capolavoro, dopo due secoli di ritorno a Foligno

San Donato Milanese (Milano), 27 gennaio 2014 - Sono stati quasi 50 mila i visitatori della mostra organizzata da Eni a Foligno nella Chiesa del Monastero di S. Anna, in collaborazione con i Musei Vaticani, il Comune e la Diocesi di Foligno. Uno straordinario successo che ha visto una media di oltre 7000 visitatori al giorno ammirare il capolavoro di Raffaello.Numeri da record, dopo i 240 mila della mostra di Milano a Palazzo Marino, in considerazione dei 56 mila abitanti di Foligno.

L'esposizione della Madonna di Foligno ribadisce il legame profondo col territorio che rende Eni capace di cogliere le aspettative della comunità, promuovendo eventi con carattere di straordinarietà  e favorendo un nuovo modo di promuovere la cultura.

L'intera popolazione folignate ha festeggiato dopo due secoli il ritorno a casa della Madonna e si è messa in fila per ammirare l'opera. Tra coloro che hanno ammirato il dipinto l'arcivescovo di Perugia Gualtiero Bassetti e il presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini.

Come la città ha vissuto l'evento, è dimostrato  dalle numerose iniziative che hanno animato la città durante tutta la settimana di permanenza del capolavoro: dal "Coro Ad Cantus" di Spello che ha intonato in occasione di San Feliciano, patrono di Foligno, canti medioevali mariani, intervallati dalle orazioni volute dal Vescovo per onorare la presenza del dipinto, alla preghiera scritta da Monsignor Gualtiero Sigismondi e consegnata ai visitatori per sottolineare l'importanza pastorale dell'occasione, alle confezioni di cioccolatini e biscotti realizzati per l'occasione con l'effige e con i dettagli tecnici e storici dell'opera, fino alla libreria storica con tutta la vetrina dedicata al dipinto. L'esposizione della Madonna di Foligno e' stato un evento culturale e spirituale unico che ha emozionato e lasciato un ricordo indelebile negli occhi dei folignati.

Grazie a Eni e ai Musei Vaticani è stato esaudito il desiderio da tempo manifestato dalla città di Foligno di riavere, anche se per un breve periodo, il capolavoro di Raffaello la cui storia è tanto legata al suo territorio.

La formula del successo di Eni fonda le sue radici nella proposta culturale ed espositiva che la rende unica: momento di dialogo e ascolto col territorio che ha come obiettivo primario quello di raccontare un'unica opera, offrendo possibilità di inedite chiavi di lettura. Dunque non una mostra nel senso ordinario del termine ma l'esposizione, in un luogo "speciale" di un capolavoro, accompagnato da diversi strumenti di approfondimento con un'attenzione particolare  rivolta ai più piccoli e alle scuole.

 

Approfondimento

Valeria Merlini e Daniela Storti, curatrici della mostra.

 Nella Chiesa del Monastero di San'Anna è stata ospitata per oltre due secoli la Madonna di Foligno che deve la sua celebrità alla grandezza del suo autore, Raffaello. I documenti tacciono relativamente alle reali motivazioni e alle precise modalità in virtù delle quali l'opera fu trasferita nel 1565 dalla chiesa di Santa Maria in Aracoeli a Roma, per la quale era stata realizzata nel 1511-12 su commissione del folignate Sigismondo de' Conti, al monastero di Sant'Anna, in cui fu  monaca per oltre sessant'anni suor Anna, nipote dello stesso Sigismondo.

L'iconografia del dipinto è ispirata a una storia narrata nella Legenda Aurea: nel giorno di Natale, la Vergine e il Bambino sarebbero apparsi ad Augusto, davanti al disco solare, circondati da angeli, e l'imperatore, rinunciando a farsi venerare come un dio, avrebbe riconosciuto la grandezza del Bambino e consacrato il luogo della visione alla Madonna. La Madre e suo Figlio sono rappresentati nella parte superiore della pala, al di sotto, sulla terra, San Giovanni Battista, San Francesco, il committente e San Girolamo, considerato il primo segretario pontificio, partecipano alla visione. L'armonia di linee e colori che governa la scena diviene dunque espressione dell'armonia celeste, dando forma all'invisibile. In primo piano, un putto presenta all'osservatore una tabula ansata priva di iscrizione, il cui significato ha interessato a lungo gli studiosi.

Sullo sfondo sono rappresentati due fenomeni celesti che illuminano un centro abitato: un arcobaleno dai colori poco definiti e un corpo infuocato che precipita su una casa. Quest'ultimo è stato variamente  interpretato come bombarda, cometa o meteorite, ma va ricondotto, con ogni probabilità, alla scampata morte di Sigismondo che fu all'origine dell'opera. Il dipinto che vediamo oggi subì una delicatissima operazione di trasporto del colore dalla tavola alla tela, durante la sua permanenza a Parigi in età napoleonica. Questa operazione, considerata oggi fortemente invasiva, ha permesso però di conservare nel tempo questo capolavoro, giunto a noi intatto nella sua cromia originale. Ancora oggi il capolavoro del maestro urbinate continua a godere di una popolarità sorprendente che fin dal Cinquecento ha portato viaggiatori, pellegrini e visitatori appassionati a contemplarne la sublime bellezza.

 


venerdì 24 gennaio 2014

"Il Viaggio dell'Anima" - mostra antologica di E. Solari al Palazzo del Broletto di Como - 22 marzo/27 aprile 2014



ASSESSORATO CULTURA


"IL VIAGGIO DELL'ANIMA" 
La mostra antologica di Ernesto Solari: 100 opere tra dipinti, pirografie e sculture dell'artista  -  anticipazioni  sulle sue più recenti scoperte leonardesche

dal  22 marzo al 27 aprile 2014 al Palazzo del Broletto di Como

(Como, 24 gennaio 2014) – Dal prossimo 22 marzo il Palazzo del Broletto di Como ospiterà la mostra antologica dell'artista Ernesto Solari, dal titolo "Il Viaggio dell'Anima" e rimarrà aperta al pubblico fino al 27 aprile 2014.
Si tratta di una rassegna che comprende la sintesi di cinquant'anni di attività dell'artista dedicati all'arte, alla pittura, alla scultura, senza  dimenticare gli studi e gli omaggi interpretativi di opere d'arte di grandi maestri del Rinascimento, in particolare  Leonardo, Durer e Raffaello, nè temi relativi a Leopardi, Federico II o quello sull'albero della vita (già  sviluppato in un'ampia mostra a Villa Olmo-Como nel 1997).

"L'anima, il sogno e l'eros" saranno il mood della rassegna con i numerosi spunti di interesse culturale legati alle esperienze artistiche di Solari: un unico filo conduttore che trova riferimenti nella cultura rinascimentale e in quella di epoche più vicine a noi, da  il "Sogno di Polifilo (Hipnerotomachia Poliphili)" di Francesco Colonna a "Scuote l'anima mia eros" di Eugenio Scalfari.
E sono soprattutto questi i temi che hanno ispirato e contaminato l'ultima produzione dell'artista, in particolare le pirografie e le sculture in legno.

"Sono pittore alchimista e puntinista che usa il punto luce materico, questo grazie all'incontro tra la luce e la tela antica che io utilizzo. Sono tele dell'Ottocento fatte con telai del '600 che forniscono un effetto quasi plastico e tridimensionale alle opere; lo stesso effetto cerco di ottenerlo nelle mie pirografie utilizzando le bruciature e le cavità del legno che ne derivano, quindi un effetto simile ma con una tecnica opposta che mi permette di raggiungere quell'unione degli opposti che ogni alchimista persegue." – spiega Ernesto Solari che in questo modo codifica una propria e precisa cifra stilistica e distintiva, attraverso la ricerca rinascimentale e l'amore per l'alchimia che è presente in tutte la sue opere.
E' un mondo complesso, quello di Solari, che può essere spiegato soltanto attraverso le opere, le linee-forza, i pieni e i vuoti, i punti luce materici, e i solchi creati nella materia che fanno combaciare gli opposti, i complementari. All'artista non interessano i due momenti isolati della creazione, ma piuttosto il processo che, per esempio, porta la ricerca esoterica (o kabalistica) a diventare parente della pittura, così come la materia lavorata, modellata o scolpita diventa pittura.

La mostra  - che, nel suo complesso, verrà presentata dal critico Roberto Borghi -  propone, oltre ad una sintesi dei momenti più significativi dell'esperienza artistica di Solari, un'assoluta novità: i suoi lavori in scultura verranno presentati per la prima volta al Broletto, partendo dalle esperienze plastiche più giovanili fino ad arrivare alle ultime sculture in legno pirografate, ai totem, ai dolmen e ai labirinti, percorsi di verità.

E'  presente in catalogo una riflessione del Prof. Pedretti su "l'anima Leonardesca" che affianca il tema centrale della mostra "Il Viaggio dell'Anima". Un percorso espositivo ben distinto che segna l'evoluzione e il pensiero prima dell'uomo e poi dell'artista Solari che attraverso le sue opere dà voce agli interrogativi dell'anima.

All'esposizione del Broletto saranno anche affiancati alcuni incontri con Solari dedicati a presentazioni di alcune sue pubblicazioni, sia di carattere artistico sia legate alla sua ricerca di storico dell'arte (il programma dettagliato sarà pubblicato sul sito www.museosolari.net).

Il primo appuntamento sarà dedicato al cinquantennio della sua esperienza artistica e al filo conduttore di questa antologia: "L'anima, il sogno e l'eros".

Il secondo incontro sarà dedicato ai primi studi su Leonardo e Durer ed alle sue prime pubblicazioni: Gli Arcani Occultati, la Sacra Famiglia di Lipomo, Piona e il Cenacolo, La Gioconda e la Sant'Anna.
  
Il terzo, sarà dedicato alle ultime  scoperte leonardesche: dallo studio di Sant'Anna al Ritratto di Isabella d'Este,  fino ad alcune anteprime sulle ultimissime ricerche. 

La mostra resterà aperta fino al 27 aprile 2014 e sarà illustrata e raccontata in un catalogo al quale si affiancherà una versione digitale dell'opera generale dell'artista collegandosi a www.museosolari.net: un vero e proprio ampliamento della catalogazione delle creazioni e dei  momenti più importanti del suo percorso artistico.


martedì 21 gennaio 2014

Opening mostra "Muted Noise" di Hugo McCloud: martedì 4 Febbraio ore 18.30 Luce Gallery Torino.

Hugo McCloud
Muted Noise

Opening 4 Febbraio 2014 ore 18.30
In mostra 4 Febbraio – 11 Marzo 2014

Attraverso un'intensa ricerca di laboratorio e l'impiego di materiali industriali quali bitume, foglia di alluminio e lastre d'acciaio tra loro ossidati, Hugo McCloud forgia le proprie opere assimilandone la struttura ad una costruzione modulare. Promuovendo l'assemblaggio di forme costitutive estremamente distanti dalla tradizione pittorica in senso classico, l'indagine si incentra sulla declinazione artigianale dell'intervento creativo e sulla fisicità talvolta sofferta che coinvolge l'artista nello studio della materia ed il suo calibrato innesto nell'area di lavoro.
La premessa concettuale di tale attitudine trova le proprie origini nell'esperienza di vita e in primo luogo nei viaggi che contraddistinguono il percorso di McCloud, durante i quali egli ha assimilato diverse tecniche originarie di paesi come l'India o il Sud Africa nel tentativo incessante di conferire un'inedita ed attuale rilettura di quella visione semiotica che il tempo ha saputo maturare in alcune tradizioni estranee all'Occidente. Ed è nel connubio fra l' apertura nei confronti dell' "altro da sé" e il filtro americano, con cui l'artista da sempre conosce il mondo, che si estrinseca l'opera di McCloud, che per ultimo trae ispirazione nelle strade, in mezzo ai rifiuti urbani dove spesso si trovano metalli o materassi abbandonati dai quali egli trae le immagini dei suoi pattern che scolpisce in matrici di legno.
Quest'ultimo emerge come autodidatta privilegiando un approfondimento estetico orgogliosamente slegato dalle influenze accademiche e rivolto in modo specifico al potenziale gnoseologico della manipolazione. Ne consegue una logica compositiva vicina al "mosaico" che si inserisce a sua volta all'interno di una costruzione verticale, sintesi additiva di ogni singola parte.
L'artista nel suo approccio alchemico muta la natura dei materiali sublimandoli in opere compiute.
La sua pratica si interroga sui limiti del medium, riunendo in un unico immaginario componenti che altrimenti sarebbero destinate alla demolizione o a seguire il proprio destino di rifiuto al quale tutto inevitabilmente converge, incorporando inoltre il processo di ossidazione che corrode, contamina e trasforma.
Le risorse del lavoro vengono ritrovate in viti, pannelli, lastre metalliche o grate normalmente usate nelle costruzioni edili. Tutti strumenti che McCloud adopera stimolando una fusione materica che plasma l'oggetto in base all'idea originaria, senza tuttavia trascurarne le proprietà intrinseche; come in un viaggio di umana evoluzione che si svolge entro i limiti delle regole cicliche della natura.
Spesso le opere di McCloud presentano il medesimo tema riproposto in una trama iterativa, alterata da una singola impronta che viene eseguita attraverso la pressione manuale di veri e propri pattern. Il dinamismo con cui si incontrano le diverse patine tradisce un timido richiamo al design, seppure in una chiave più complessa e marcatamente integrata dai principi fondamentali dell'Arte Povera, intesi dall'artista attraverso una lente peculiare e lontana dall'ipotesi derivazionista.
Se McCloud si esprime sovente componendo superfici monocromatiche interrotte da alcune tonalità distintive, quasi a voler impostare un dialogo prospettico tra molteplici livelli di riferimento, in altre opere, egli pone l'accento sulla gestualità, resa attraverso il calore della fiamma ossidrica che dona nuova impronta alla materia modificandone contorni e sfumature.
L'artista interviene sulle proprie creazioni consapevole di avere un controllo solo parziale del risultato ultimo, frutto di una dialettica incessante e mai realmente conclusa tra soggetto-oggetto, osservante-osservato. Citando le parole di McCloud in una recente intervista: "Ogni volta cerco di portarmi ai limiti della manipolazione materica. E quando ho trovato risposta alle mie domande, ne sorgono di nuove...".
Contrariamente al dipinto classico in cui l'artista aggiunge alla base creata materia pittorica per esaltare le forme, in Muted Noise Hugo McCloud esprime il desiderio di celare il colore con l'aggiunta di elementi propri quali lastre metalliche, come a far tacere la fonte da cui il colore nasce , ma senza oscurare, ed anzi esaltando singole parti che brillano di luce propria. Come in un'eclisse la luce viene coperta lasciando intravedere i margini della stessa e singole parti di colore assumono ancor piu' vigore.

HugoMcCloud è nato nel 1980 a Palo Alto in California, vive a lavora a New York.
Tra le mostre recenti ricordiamo Pattern Recognition, MoCADA Museum, Brooklyn, New York; from The Mind of Mateo Mize, ArtNowNY, New York; Young Curators, New Idea IV, Beautiful Refuse: Materiality, Meulensteen Gallery, New York. Il suo lavoro è stato estensivamente recensito nel 2013 in The Next Genereation, Studio Museum in Harlem Magazine.

LUCE GALLERY
Corso San Maurizio 25
10124 Torino, Italy T. +390118141011
Orari galleria: dal mercoledì al sabato 15.30 – 19.30
 

Hugo McCloud
Muted Noise

Opening February 4 2014, 6.30 pm
Exhibition February 4 – March 11 2014

Through intense research in the workshop and the use of industrial materials like bitumen, aluminium sheet and oxidized steel plates, Hugo McCloud makes his works as if they were the framework of a modular construction. Assembling constituent forms that are extremely distant from the tradition of painting, in the classical sense, the research focuses on craftsmanship in creative intervention, and the sometimes arduous physical nature of the work, which engages the artist in the study of the material and its well-gauged grafting into the area of the work.
The conceptual background of this approach lies in the experience of life and, first of all, in the voyages that are an important part of McCloud's development, during which he has learned about different techniques originating in countries like India or South Africa, in an ongoing attempt to provide an unprecedented and timely reinterpretation of that semiotic vision time has been able to nurture in certain traditions extraneous to the Occident. It is in the combination of openness to the "other than self" and the filter of the American vantage point, through which the artist has always observed the world, that the work of McCloud arises, also drawing inspiration from the streets, in the midst of the urban refuse where he often finds abandoned metals or mattresses, from which he takes the images of his patterns sculpted in blocks of wood.
McCloud is self-taught, and concentrates on a kind of aesthetic refinement proudly detached from academic influences, specifically engaged with the cognitive potential of manipulation. The result is a compositional logic close to that of the "mosaic," inserted in turn inside a vertical construction, the additive sum of each single part.
The artist, in his alchemical approach, alters the nature of materials, sublimating them in completed works. His practice questions the limits of the medium, joining components in a single imaginary that would otherwise have been demolished, or would have lived out the destiny shared by all things to become refuse. The work also incorporates the process of oxidation that corrodes, contaminates and transforms.
The resources for the work are found in bolts, panels, metal plates or gratings usually used in construction. All items used by McCloud to stimulate a materic fusion that shapes the object on the basis of the original idea, without ever overlooking their intrinsic properties; as in a voyage of human evolution that happens inside the limits of the cyclical rules of nature.
McCloud's works often reflect the same theme in a pattern of repetitions, altered by a single imprint, done by means of manual pressure. The dynamism of the encounter of the different surface finishes betrays a timid reference to design, though in a more complex key, mingled with the fundamental principles of Arte Povera, viewed by the artist in a very particular way, far from any hypothesis of direct derivation.
While McCloud often expresses himself by composing monochromatic surfaces interrupted by certain distinctive tones, almost as if to establish a dialogue of perspective between multiple levels of reference, in other works he puts the accent on gesture, conveyed through the heat of the flame of the blow torch, which adds a new imprint to the material, altering its contours and shadings.
The artist intervenes in his creations in full awareness of the fact that he has only partial control over the final results, stemming from an incessant and never truly concluded dialectic between subject and object, observer and observed. To use the words of McCloud himself, from a recent interview: "Every time, I try to test the limits of manipulation of materials. And when I have found the answers to my questions, new questions arise..."
Contrarily to the classic painting where the artist add to the base pictorial substance to  exalt the forms, in Muted Noise Hugo McCloud witness the wish to cover the colour adding proper elements like metallic foils, as to keep silent the source from which it is born the colour, but without darkening, rather exalting single parts that shine of proper light. Like is a eclipse, the light is covered allowing to glimpse the boarders of the same one, and single parts of colour assume even more vigor.

Hugo MacCloud was Born in Palo Alto, California in 1980, he lives and works in New York.
Recent shows are Pattern Recognition, MoCADA Museum, Brooklyn, New York; from The Mind of Mateo Mize, ArtNowNY, New York; Young Curators, New Idea IV, Beautiful Refuse: Materiality, Meulensteen Gallery, New York. In 2013 his works had been extensively reviewd in The Next Generation, Studio Museum in Harlem Magazine.


LUCE GALLERY
Corso San Maurizio 25
10124 Torino, Italy T. +390118141011
Gallery hours: from Wednesday to Saturday 3.30 – 7.30 pm

sabato 18 gennaio 2014

CONCLUSA CON UNA PERFORMANCE LA MOSTRA DI SCULTURE IN METALLO


CONCLUSA CON UNA PERFORMANCE LA MOSTRA DI SCULTURE IN METALLO "DENSITA' IN_MATERIALI", A PALAZZO CASTROMEDIANO – VERNAZZA, A LECCE 

Domenica 12 gennaio si è conclusa la mostra di sculture in metallo di Daniele Dell'Angelo Custode, allestita al piano terra del Palazzo Castromediano-Vernazza a Lecce. Una performance finale ha chiuso l'evento con diversi interpreti e performers. Dopo aver polarizzato l'attenzione dei leccesi più curiosi e dei diversi neritini durante i due mesi, altri cittadini sono accorsi per l'iniziativa e la sala principale dell'edificio cinquecentesco alle ore 19.00 si è popolata proprio, per la manifestazione conclusiva. Paolo Marzano è stato il curatore della mostra dal titolo DENSITA' IN_MATERIALI di Daniele Dell'Angelo Custode che per tutto il 2013 ha esposto le sue, sempre più interessanti ed incredibili, opere di metallo. Dagli acciai che fanno bella mostra, tutt'ora alla GX Gallery di Londra, fino all'originale "the Gherkin", dove primeggia una bellissima opera nella collezione interna al circolo privato alla 'punta' del 40esimo piano dell'edificio, nella City londinese.  

A Lecce, dunque, la spettacolare performance che chiude il giro di esposizioni di un anno, titolata "INTEGR_ARTI", ideata progettata e realizzata dal curatore, proprio per lanciare un messaggio chiaro sulla necessità di aprire (percepire ed interpretare) nuovi spazi dedicati all'arte ritenendo che si debbano allestire e continuamente combinarsi, come scena di 'varie' azioni utili ad esortare (risvegliare) la percezione, colta nell'imminenza degli accadimenti, nel contesto di spazi ben strutturati, solo se sono individuati e scoperti, proprio dal 'gesto' che vi si realizza. La performance infatti è stata costruita proprio 'intorno' e 'per' le opere in metallo, ed ha coinvolto segni, forme, parole, gestualità e originali sonorità derivate dal metallo sollecitato e dalla risposta sonora delle opere presenti. 

L'alternanza dei mondi differenti, ma tutti altamente comunicativi, è iniziata dalle letture 'declamate' dal pittore Angelo Lupi Tarantino (Lucrezio DE RERUM NATURA "La natura delle cose - Il lampo e il tuono, Salvatore Toma CANZONIERE DELLA MORTE - Il poeta è uno scienziato, Eugenio Montale QUADERNO DI QUATTRO ANNI - Big bang o altro, Jorge Luis Borges L'ALTRO, LO STESSO - L'alchimista, Jorge Luis Borges LA MONEDA DE HIERRO - La moneta di ferro, Dino Campana SOGNO DI PRIGIONE - Nel viola della notte ...), ai passi di danza, realizzati sul ritmo vibrante di una lamina di metallo, interpretati come pulsazioni del ferro, quando, dall'arroventarsi poi si solidifica e dopo l'esaltante incandescenza si contrae, tristemente raffreddandosi, proposti in una coreografia da Erika Sciacca insegnate di danza classica e moderna, sul tema "ECO DEL FERRO". 

Al 'gesto' è susseguita la 'visione'; contemporaneamente infatti era presente nella sala, l'esposizione della raccolta di immagini del direttore di fotografia  Cosimo Fiore che ha catturato la densa attività comunicativa delle due installazioni ("MIMESI" e "OSSID[E]AZIONE"), create dall'artista Dell'Angelo Custode, in tempi diversi, proprio durante la mostra e presenti nei due atri all'aperto, interni del palazzo. Il curatore ha creduto opportuna e quanto mai concettualmente interessante, la presenza anche degli appunti e gli schizzi da laboratorio, cioè quella ricerca e lo studio dell'artista che ha generato poi quelle forme, come indicazioni reali per la sperimentazione di territori (paesaggi metallici) tutti da comporre. 

Conclude il curatore:  "Continuiamo dunque a ricercare quei metodi e quei modi di unire la cultura dell'arte alla quotidianità, sempre più coinvolgendo spazi urbani alternativi, all'indirizzo dello sviluppo 'sensibile' e 'sostenibile'. Sono queste le prossimità da indagare e responsabilmente ricercare. Da qui, si può partire per la costruzione delle nuove città (di segni) a venire. Ancora una volta, ritengo che Lecce colga, con scrupolosa competenza,   l'opportunità di avvalersi delle preziose potenzialità artistiche emergenti del suo territorio, proponendosi come virtuosa e concreta interlocutrice, nel complesso discorso internazionale, sull'arte contemporanea".
La mostra rientra nella rassegna di "MUST IN ART - Generazioni a confronto.

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