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domenica 17 giugno 2012

Segnale debole o assente

Cosa è successo alla tv? Cosa ha reso il mezzo televisivo obsoleto, vacuo, distante da ciò che è cultura e approfondimento? Stefano Esposito e Wright Grimani sembrano formulare queste domande attraverso la mostra Segnale debole o assente negli spazi della Interazioni Artgallery, in piazza Mattei, 14. Tre set fotografici, (La tv che vive nella realtà, Television set, Zapping), un video (United Television) ed una installazione (Happy Days) per sentenziare la definitiva trasformazione del mezzo televisivo, giunto ormai, agli occhi dei due artisti, ad un progressivo disfacimento, divorato com'è dai format e soppiantato sempre più inesorabilmente dal web. La mostra punta l'indice sulle scelte odierne, dettate dalla concorrenzialità commerciale e dall'inseguimento dello share; messo definitivamente in soffitta ogni intento didattico, l'offerta di strumenti di approfondimento culturale è relegata nelle fasce notturne o delegata a canali tematici. Tra mirabolanti annunci commerciali di una tv che verrà, schermate catturate con scatti mirati a cogliere messaggi sottili e paradigmatici, si va componendo un requiem per quella televisione pionieristica ed educativa che caratterizzò un'epoca, nemmeno troppo remota, la cui eco sfilacciata riusciamo a malapena a percepire.

Le fotografie di Esposito presentano una serie di istanti bloccati in una formulazione che si fa denuncia, ma anche promo avveniristici che celano messaggi subliminali. Avvertimenti, segnali che il fotografo è riuscito a cogliere attraverso giochi di specchi o con la simultaneità che si manifesta dall'uso compulsivo dei telecomandi, ormai consacrati al rango di oggetti d'arredo in ogni salotto. Il cloroformio televisivo, mostrandosi nella sua intrinseca somministrazione del nulla, può essere neutralizzato solo attraverso abilissimi escamotages che ne evidenziano la sintesi del messaggio e del colore, dove è il blu a prevalere. Le foto sottolineano l'ammiccamento ipocrita che la tv fa sponsorizzando solo se stessa, spacciando contenitori infarciti di televendite per contenuti. Il lavoro di Esposito sintetizza, nella sua unicità nel cogliere fotogrammi irripetibili, la presa d'atto di uno spettatore smaliziato che conosce bene la legge della domanda e dell'offerta ed è in grado di mettere a fuoco ogni assenza di equilibrio. Nei tre set, che sembrano completarsi l'uno con l'altro, senza alcun intento moralistico, il fotografo lascia alla singola parola o alle frasi che fluttuano liberamente nello spazio lo scomodo incarico di fornire una risposta.

Il video United Television è il compianto su una tv che è scomparsa, evoca una fase nella quale l'attenzione per la qualità delle trasmissioni ne inglobava l'aspetto tecnico e quello comunicativo. Alla perfetta ricezione dell'immagine e del suono si accompagnava l'impegno di selezionare con cura chi doveva "entrare nelle case" degli italiani. Un monoscopio sbiadito dietro un sipario di pioggia, il ticchettio del tempo che passa come in un congegno ad orologeria, l'annunciatrice che scandisce le prove audio per la ricezione stereofonica, le note suggestive delle Armonie del pianeta Saturno di Roberto Lupi sono gli elementi che ha scelto Grimani per raccontarci quella premura verso lo spettatore che ormai è irrimediabilmente svanita, soprattutto in quelle stanze dove si programmano i nuovi palinsesti. L'evocazione malinconica della tv che non c'è più cede il passo alla sentenza decretata alla tv stessa nell'installazione Happy Days: un' arma moderna puntata contro un televisore degli anni sessanta; un'esecuzione sommaria di ciò che rappresentò un potente mezzo di alfabetizzazione del Paese, basti pensare a programmi come Non è mai troppo tardi, agli spettacoli teatrali o ai primi quiz condotti da Mike Bongiorno.

La saggistica, l'arte contemporanea, i programmi che mettono al centro le espressioni e le potenzialità del mezzo televisivo dimostrano che le tematiche legate alla tv non hanno perso d'attualità nel corso dei decenni; la mostra, dal tono garbatamente pungente, trova adeguatissima sede alla Interazioni Artgallery, una galleria di recente apertura, situata in una delle più belle piazze di un rione che, in controtendenza rispetto alla crisi, vede incrementare i propri spazi espositivi.

 

A cura di Maria Arcidiacono

Info:

Doppia Personale di Stefano Esposito e Wright Grimani

Inaugurazione: martedì 26 giugno ore 19.00

Dal 26 giugno al 14 luglio 2012

 

Interazioni Artgallery

Piazza Mattei 14, 00186 Roma

tel./fax: +39 06.68892751; mail: interazioniartgallery@gmail.com,

 

Orari: lunedì 16.00 – 22.00; da martedì a sabato 10:00 – 14.00, 16.00 – 23.00; domenica chiuso

Ingresso gratuito

giovedì 14 giugno 2012

Claudio Andreoli, Sottocosto

Ricoprire integralmente una stanza con la "stessa" figura, vedere l'intero allestimento scomporsi tessera per tessera lungo l'arco della serata, proporre un nuovo modo di pensare e di fare cultura. Sottocosto è l'istallazione proposta da Claudio Andreoli, ospitata presso la Galleria Opera Unica di Roma dal 21 al 26 giugno: decine di minuti schizzi, tracce, rappresentazioni; disegni veloci, da "writer" urbano, come graffiti preistorici; fantasmi, autoritratti. Con questa operazione, in collaborazione con takeawaygallery, si cerca di aprire una nuova strada, pericolosa, che tenta di rinnovare consueti scenari ma può anche rovinosamente arenarsi alla prima curva; probabilmente la strada sbagliata, ma provocatoria. Takeawaygallery sceglie un "non artista" che si pone come unico obiettivo il fare, il piacere di "costruire" in cento gesti, cento piccoli segni offerti Sottocosto, ognuno a 9,90 euro, valore simbolico, che non riesce a coprire neanche i costi di produzione; raffigurazioni apparentemente simili, realizzate su legno nelle tecniche più disparate.

Sottocosto è un'occasione per avvicinare non solo chi generalmente non può spendere in dipinti e pitture, ma soprattutto chi ne è lontano per cultura, pensiero, estrazione. Le opere presentate non sono "investimenti", ma semplici disegni, giochi, improvvisazioni. Sono solo un biglietto d'ingresso per il teatro, lo spettacolo è ben altra cosa. L'arte, oltre che una realtà obiettiva (l'opera), è un atto di fede, un impegno che va oltre l'oggetto stesso, oltre la sua valutazione, oltre la sua accettazione, oltre la sua bellezza. E' una scommessa per il nostro futuro, una possibilità di immaginare il futuro. I lavori esposti sono un pretesto, una provocazione, un tranello, un trabocchetto. Sono un limite da superare senza paura, comprando, appropriandosene… o un muro invalicabile che ci inchioda ad uno "statico presente infinito". Guardiamo oltre la tavoletta, la sua "forma" banale è solo un confine che inganna il nostro cervello. Una sottile linea rossa. O di qua, o di là.

Claudio Andreoli è un architetto e designer.  Vive e lavora a Roma.

 

Info:

 

Sottocosto di Claudio Andreoli

A cura di takeawaygallery

 

Inaugurazione: giovedì 21 giugno ore 19.00

Dal 21 al 24 giugno 2012

 

Galleria Opera Unica

Via della Reginella 26, Roma

06-68809645  operaunicaroma@gmail.com

Visibile 24 ore su 24

 

Si ringrazia: Acqua Egeria Roma

 

 

 

Fulvio Santoni "Riflessioni"

 "Riflessioni" È il titolo della mostra di Fulvio Santoni, che si terrà a Roma dal 21 al 27 giugno presso la Galleria Rilievi Contemporary Art in via della Reginella 1/A.

Protagonista delle immagini una natura "psichedelica", intesa come metaforica sintesi di tutte le arti; pittura, scultura, musica, poesia condensate in un graffito/onda dall'andamento assieme rotto e sinuoso, specchio e riverbero della mente e delle sue infinite possibilità speculative.

 

Le fotografie selezionate per questa occasione sono state estrapolate da un corpus di più di ottocento scatti, realizzati nell'arco degli ultimi trent'anni, quasi un migliaio di impercettibili variazioni sullo stesso identico tema: flutti del lago, riflessi del mare, acqua di un ruscello, una stagno, una pozza; imprevedibili sfumature che diventano forma, forze contrastanti che creano un segno.

Dietro giochi astratti di colori squillanti, enfatizzati e ricercati in questa mostra più che nelle altre, dove tagli ed ingrandimenti in post produzione hanno voluto eliminare qualsiasi referente esterno, identificabile e riconducibile al contingente, si cela, ben dissimulato dallo sguardo ammaliato e "innocente", come di bambino che cerca somiglianze nelle nuvole, la volontà di ricondurre la percezione alla sua capacità di discernere tra il vero e il non vero, tra esistente e modificato.

Gli attimi "congelati" di una natura in continuo divenire, l'azione visibile di fenomeni fisici ed atmosferici che plasmano la superficie senza alcuna casualità, appaiono all'opposto manipolazione tecnologica, costruzione a tavolino dell'uomo-demiurgo, simulazione di realtà piuttosto che realtà stessa.

Giocando sull'ambiguità intrinseca delle immagini, l'artista ci mette di fronte a due possibili "verità": solo rinunciando a vedere le cose nella loro forma utilitaristica, saremo in grado di comprendere veramente quello cui siamo di fronte.

 

Fulvio Santoni (1956) colleziona scatti di acqua e roccia dall'inizio degli anni '80. La sua ricerca, nata quasi per caso, è la risposta spontanea a più di un decennio di pittura iperrealista, nel momento in cui ha iniziato a sentire che dietro ad una perfezione tecnica e formale si celava un vuoto di contenuti. Le sue fotografie, mezzo per ritornare ad un approccio più spontaneo e autentico all'arte e le sue possibili manifestazioni, possono intendersi come vedute o paesaggi, trasfigurati in un esercizio mentale.

 

Info:

 

Personale di fotografia di Fulvio Santoni

Inaugurazione: giovedì 21 giugno ore 19.00

Dal 21 al 24 giugno 2012

 

Galleria Rilievi Contemporary Art

Via della Reginella 1/A, Roma

06-95223340  galleriarilieviroma@gmail.com

 

Dal lunedì al sabato 10.00 – 19.00

Ingresso gratuito

 

NANE ZAVAGNO LA NATURA E LE FORME Disegno-Pittura-Scultura-Mosaico




16 settembre – 30 dicembre 2012



Sabato 15 settembre 2012 sarà inaugurata alla Galleria d’arte moderna e contemporanea “Armando Pizzinato”, polo museale di PArCo, acronimo di Pordenone Arte Contemporanea, la grande antologica “Nane Zavagno - la natura e le forme. Disegno pittura scultura mosaico. L’esposizione si articola in altre due sedi espositive, quali la Galleria Sagittaria del Centro Iniziative Culturali Pordenone e Palazzo Cossetti, sede direzionale della Banca Popolare FriulAdria-Crédit Agricole; un ampliamento necessario per una delle più ricche rassegne dedicate all’artista, che offrirà al pubblico la preziosa opportunità di ammirare e percorrere, in un’unica occasione espositiva, la sua ricerca pluridecennale che spazia tra mosaico, scultura, pittura e disegno. La mostra è promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Pordenone in collaborazione con la Banca Popolare FriulAdria-Crédit Agricole e il Centro Iniziative Culturali di Pordenone. L’esposizione, a cura di Giancarlo Pauletto sarà corredata da un catalogo edito da Allemandi con testi critici di Enrico Crispolti e Giancarlo Pauletto.

Dopo la grande antologica allestita a Villa Manin nel 2002, la città di Pordenone, da sempre attenta al lavoro dell’artista e proprietaria di alcuni dei suoi capolavori, vuole rendere omaggio all’intera carriera di Nane Zavagno con una mostra che presenterà, in maniera esclusiva e con molte opere inedite, i disegni, ultime opere e sintesi straordinaria di tutta la sua produzione artistica, riconosciuti dalla critica come autentiche eccellenze.
Si accorpano al nucleo centrale della mostra le sue sculture, conosciute in tutto il mondo, opere pittoriche e gli innovativi mosaici.
Nane Zavagno vanta, ad oggi, oltre trenta mostre personali internazionali e quasi duecento collettive e le sue opere sono esposte nei più importanti musei pubblici come in prestigiose collezioni private.

Il percorso di Zavagno è sorprendente e rivela la capacità di evolversi continuamente in maniera del tutto autonoma, partendo da una situazione periferica, come quella friulana, ma confrontandosi con le più innovative tendenze dell’arte contemporanea. Enrico Crispolti nel 1987 inseriva l’artista in quel filone di ricerca da lui definito “nomadico”, proprio per la molteplicità dei suoi interessi e la curiosità verso tecniche e materiali diversi.
Nonostante tale poliedricità ogni tecnica viene impiegata con grande consapevolezza linguistica e con un’attenzione specifica e dedicata alla materia prescelta. Nane Zavagno è uno degli scultori italiani più rappresentativi della sua generazione e, al tempo stesso, uno dei protagonisti indiscussi della rivoluzione artistica musiva contemporanea riuscendo a toccare, con uguale maestria e forza inventiva, grafica e pittura.

Dopo un iniziale accostamento alle poetiche dell’Informale, che lo indirizzano nell’uso espressivo della materia, nel 1961 scopre le nuove valenze percettive dell’alluminio anodico; sono gli anni internazionali dell’affermazione dell’optical, dell’arte cinetica e visuale. Zavagno presenta le sue opere alla mostra parigina al Gran Palais nel 1977 di fronte e di fianco a quelle di Victor Vasarely, Julio Le Parc, Soto e Hugo Rodolfo Demarco.
Il terremoto in Friuli del maggio 1976 comporterà un’interruzione nella sua produzione artistica che riprenderà all’inizio degli anni Ottanta, quando ha inizio una nuova stagione plastica imperniata su nuovi equilibri formali e su una vocazione monumentale.
Le opere scultoree come i mosaici, che ricordiamo, lo vedono protagonista in Italia per creatività rivoluzionaria, rispondono alla stessa prassi operativa, la modularità, facendo di Zavagno, come scrive Isabella Reale, un maestro riconosciuto
a livello internazionale, ha conquistato al mosaico una nuova esaltazione
materica lo ha reso nuovamente lingua viva
.
Negli ultimi anni Zavagno torna all’origine, a quella forza espressiva che racchiude ed è alla base di tutte le altre soluzioni figurative, il disegno e la grafica.

I disegni, protagonisti dell’intera mostra, rappresentano, come dichiarava Alfonso Panzetta nel catalogo della mostra di Villa Manin, il medium con il quale l’artista rivela doti straordinarie di freschezza e sintesi, e il mezzo con cui lo spettatore può rendersi conto dell’esistenza, in realtà, di una sola anima di Nane Zavagno.
Il titolo di questa mostra, scelto sapientemente dal curatore, evidenzia, da un lato, il carattere emozionale e dall’altro, il rigore delle geometrie. L’elemento naturale in Zavagno, essendo aperto e mai definito, coinvolge lo spettatore travolgendolo.

Con questa prossima mostra, che segue quella in corso dedicata a Italo Zannier e precede quella su Armando Pizzinato, che verrà inaugurata nel 2013, la città di Pordenone, conferma lo spirito e la voglia di posizionarsi in maniera forte e significativa nel panorama artistico contemporaneo nazionale.

L’iniziativa sottolinea il ruolo promotore nel campo della valorizzazione degli artisti attivi sul proprio territorio della nuova Galleria d’arte moderna e contemporanea di Pordenone, che recentemente ha affiancato alla Villa ottocentesca, immersa in un parco e in un roseto di pregio, un ampliamento dedicato alle esposizioni di grande valenza tecnologica.
Ricca di oltre un migliaio di opere, articolate tra Otto e Novecento, con una particolare attenzione per gli artisti friulani, tra cui De Paoli, Vettori, Zuccheri, Pizzinato, Zigaina, Tramontin, Bertoia, la Galleria conserva tra le sue collezioni, come eccellenza di valenza internazionale, la Collezione Ruini-Zacchi, caratterizzata da capolavori di Savinio, De Pisis, Campigli, Fontana, Guttuso e una ricca raccolta grafica con opere di Picasso, De Chirico, Delvaux, Severini.

Le attività dedicata all’arte contemporanea e alle arti visive si articolano anche nella sede espositiva, denominata Spazi Espositivi di Via Bertossi, inaugurata con Jim Goldberg, prima monografica italiana che ha reso omaggio al fotografo statunitense della Magnum, vincitore del Premio Cartier Bresson.
Festival culturali come il “pordenonelegge”, “Dedica”, “Le Giornate del Cinema Muto” consacrano Pordenone come centro di richiamo per tutti coloro che vogliono avvicinarsi all’arte in maniera forte e innovativa.


NANE ZAVAGNO
Nane Zavagno nasce nel 1932. Giovanissimo subentra a Dino Basaldella nell'insegnamento di arti plastiche a Udine. Disegna, dipinge, scolpisce. Nel 1962 le sue opere sono segnalate in Francia dalla prestigiosa "Revue Moderne". Partecipa, insieme a D'Agostino, Perilli, Pomodoro e Radice alle copertine d'arte di Esso Rivista. Nel 1982 è tra gli artisti invitati all'Espace Cardin di Parigi. Espone in 26 mostre personali e oltre 100 collettive in vari Paesi, dalle Biennali italiane, a quella internazionale di Venezia, alla Svizzera, all'Austria, alla Croazia, al Perù, al Gran Palais di Parigi, dove le sue opere sono più volte esposte insieme a quelle di Vasarely, Le Parc, Soto, Demarco. Nel 1996, insieme a Cavaliere, Ciussi e Munari, presenta le proprie sculture nel Parco del Castello di Miramare a Trieste. La Fondazione Mondrian di Amersfoort in Olanda lo invita nel 2001 all' "Exposite Mondiale Echo's" dove espone alcune sue creazioni, molte delle quali si trovano in collezioni o collocazioni pubbliche, in Europa e in America.


Agenzia di Comunicazione:


Culturalia - Bologna, Vicolo Bolognetti 11
Tel. 051 6569105 fax 051 29 14955,
info@culturaliart.com www.culturaliart.com

Al Museo del Novecento 5x10: CINQUE PAROLE PER UN DECENNIO | Giovedì 21 giugno, ore 21.00







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