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mercoledì 4 maggio 2011

There Is Something You Should Know


There Is Something You Should Know

una performance di Chiara Fumai

in collaborazione con Andrea Lissoni

in occasione della presentazione del catalogo Archiving, gathering, exhibiting, recounting, remembering, loving, desiring, ordering, mapping. A performance cycle.

A cura di Cecilia Canziani e Ilaria Gianni – NERO Publishing

Venerdi 6 maggio ore 18,30

La Pelanda, MACRO Testaccio - spazio Cisterne, Piazza Orazio Giustiniani, 4 - ospitati da ROMA - The Road to Contemporary Art

Meeting point stand Nomas Foundation | Padiglione 3 – stand I 13 | ore 18,15

Lo spazio Cisterne ha una capacità di posti limitata. L’accesso sarà consentito fino ad esaurimento posti.

Nomas Foundation, in occasione di Roma. The Road To Contemporary Art, presenta all’interno del suggestivo spazio delle Cisterne THERE IS SOMETHING YOU SHOULD KNOW.

L’opera di Chiara Fumai nasce in risposta alla richiesta da parte di Andrea Lissoni di lavorare su una leggendaria e non documentata performance del filmmaker sperimentale ed artista visivo Jack Smith (1932-1989) del 1981 presso La Panteca Volante di Genova.

THERE IS SOMETHING YOU SHOULD KNOW consiste nella simulazione dell’esistenza di un gruppo esoterico chiamato S.I.S. (“Scuola Iniziatica Smithiana”). Di ispirazione sincretica e gnostica, S.I.S. è un leviatano bizzarro e antagonista, scagliato contro la tradizione della cultura materialista - riduzionista, antimetafisica e pervasa da un atteggiamento illustrativo, o condizionato dal regime spettacolare del visivo - che è incapace di riuscire a “vedere” davvero Jack Smith e la sua scintillante ricerca. Il processo di iniziazione, le incertezze sul suo funzionamento, i dubbi, le paure e la complessità della struttura della S.I.S., si possono intendere come un’allegoria della scoperta del mondo e dell’immaginario di un artista: estremamente articolato, ma tanto magico e incommensurabile da poter ricevere come tributo una strana forma di “culto”. Gli aspetti formali dell’opera (la setta, la lezione teorico-pratica, il mito atlantideo, la parola magica, il rifugio nel mondo delle idee, la trascendenza) reinterpretano forme e procedure di alcuni gruppi esoterici moderni. Tali gruppi presentano inspiegabilmente misteriose ma straordinarie analogie con l’immaginario visivo e filosofico di Jack Smith.

La S.I.S. si prefigge di creare le condizioni per la ricostruzione di una performance di Jack Smith attraverso un seminario. O meglio, di ricostruire l’immaginario scaturito da una performance, in cui tutti i personaggi, le storie e i miti veri e propri costruiti dall’artista, sono ricombinati fra loro. In quest’ottica la S.I.S. ha stabilito di non lavorare con un’esposizione di documenti, di oggetti o di strumenti illustrativi tradizionali come immagini video o fotografiche, ma con pratiche metafisiche.

Così, seguendo alcune tradizioni filosofiche e magiche che credono nell’Esistenza del Mondo delle Idee prima ancora di quello Materiale (e nella meravigliosa possibilità di esplorarlo), la S.I.S. insegna ai suoi partecipanti attraverso “pratiche onironautiche”. La S.I.S. sostiene infatti l’esistenza di un territorio magico e lontano chiamato Montezland, che viene descritto in dettaglio e invocato tramite una formula magica apposita. Tali pratiche possono suonare bislacche, ma sono scientificamente basate sulle teorie del sogno lucido e del viaggio astrale.

La S.I.S. tiene a precisare che durante la sessione non avviene nessun fenomeno di natura paranormale. Ma, allo stesso tempo, l’apprendimento degli insegnamenti non agisce nell’immediato. In sintesi, allo spettatore viene trasmessa una forma di sapere alternativo - una versione antagonista della Storia dell’Arte Contemporanea - capace di distruggere (se lo si desidera), tanto i sistemi gerarchici unificati della dialettica, tanto la tautologia semplicistica del mondo visibile.

Spetta alla sensibilità e all’immaginazione dello spettatore - tradizionalmente denominato dalla S.I.S. “studente” - mettere in pratica quanto appreso, per poi eventualmente decidere che posizione assumere nella vita.

lunedì 2 maggio 2011

MOSTRA PERSONALE ADRIANO ANNINO - RIETI 29 MAGGIO 2011

Si inaugura domenica 29 maggio 2011, alle ore 17.00, presso Studio7 Arte Contemporanea, in Via Pennina 19, a Rieti, Centri vol.1, la mostra personale di Adriano Annino, a cura di Barbara Pavan.

'Il lessico di Adriano Annino – scrive Francesco Santaniello nell'introduzione critica al catalogo - è ridotto agli elementi essenziali del linguaggio pittorico: forme e colore. Nella serie presentata in questa mostra le forme sono quelle del paesaggio, naturale o architettonico che sia, indagate nel loro forte impatto emotivo strutturale, come nel caso, ad esempio, dei due quadri dedicati alla grandiosa maestosità dei Mercati di Traiano a Roma o di Campo dei Miracoli a Pisa. Due tele in cui le architetture, definite da spesse linee nere che sottolineano gli elementi portanti delle costruzioni conferendo plastica volumetria alle forme, sovrastano incontrastate il paesaggio naturale, tanto da ridurre il cielo e la terra a due semplici campiture colorate. L'artista ha eliminato ogni elemento inessenziale alla narrazione, ha focalizzato l'attenzione sui complessi monumentali, segni tangibili di civiltà e delle sublimi capacità umane che sfidano i secoli. (Il fatto che nelle sue vedute urbane o paesistiche Annino assai di rado includa l'essere umano allude, forse, all'attuale perdita di questi valori?) Annino usa il colore con acuta e vivacissima sensibilità cromatica. Nei suoi lavori il colore ha toni accesi, squillanti, di esuberante corposità poiché l'artista lo intende in senso espressionistico, per fissare sulla tela sia gli stati d'animo che le tracce di un vissuto intensamente partecipato. Proiettando sulle forme esterne la sensibilità del suo Essere artista, Annino trasfigura il paesaggio nella fluida continuità delle pennellate, ma soprattutto scegliendo pigmenti di certo antinaturalistici ma perfettamente in sintonia con le umane sensazioni, paure, sogni o desideri. (…) Nella sapiente orchestrazione dei primari e dei complementari, nel bilanciamento dei timbri e dei toni, ogni colore sostiene e accentua le caratteristiche ottico-visive-espressive dell'altro, in un crescendo continuo. Un crescendo che l'animo di Annino, edotto e nutrito dall'armonia della Musica, propone al pubblico.'

Adriano Annino è nato a Napoli nel 1983, laureato Scienze e tecnologie delle arti figurative, della musica, dello spettacolo e della moda presso la Facoltà di Lettere e Filosofia di Arezzo e in Tromba presso il Conservatorio G.Puccini di La Spezia. Vive ad Arezzo. Tra le principali mostre recenti: (2011) Rieti, Libreria Moderna, Festival Biennale del Giallo e del Noir, promosso da Provincia di Rieti, Fondazione Varrone, Cariri, Sabina Universitas, Giallo e dintorni, a cura di Barbara Pavan, collettiva, catalogo; Terni, MET, Downtown, a cura di Barbara Pavan, collettiva promossa da Studio7 in collaborazione con Galleria Il Canovaccio Arte Contemporanea, catalogo; (2010) Locarno (Svizzera), 36Mazal Contemporary, Faces, a cura di Barbara Pavan e promossa da studio7.it, catalogo, collettiva; Rivodutri (Ri), Tenuta Due Laghi, Rassegna d'arte contemporanea ExArte#1, Alchimie, a cura di Barbara Pavan, intervento critico di Luca Arnaudo, collettiva, con il Patrocinio di Provincia di Rieti e Comune di Rivodutri, catalogo; (2009) Nizza, Francia, Fiera Internazionale di Nizza, Espace Art, a cura di Barbara Pavan, in collaborazione con la CCIAA di Rieti e la Chambre de Commerce Italienne di Nizza, catalogo, collettiva; Vitorchiano (Vt), Torre Comunale Medioevale, Laudato Sie, a cura di Massimo Giovannelli, con il Patrocinio di Regione Lazio e Comune di Vitorchiano, catalogo, collettiva; Ravenna, Seconda Circoscrizione, Isolina e le altre, a cura di Barbara Pavan, promossa da Ass.Linea Rosa con il patrocino di Regione Emilia Romagna, Provincia e Comune di Ravenna, collettiva; Arezzo, Galleria Sant'Ignazio, Pozzanghere di sottopasso, a cura di Matilde Puleo, in collaborazione con l'Assessorato Politiche Giovanili del Comune di Arezzo, catalogo, collettiva.

Scheda tecnica:

Titolo: Centri vol.1

            Artista: Adriano Annino

A cura di Barbara Pavan – Introduzione critica di Francesco Santaniello

Date: 29 maggio – 3 giugno 2011

Inaugurazione domenica 29 maggio 2011 ore 17.00

Sede espositiva: Studio7 Arte Contemporanea

          Via Pennina 19 - Rieti

orari: mar-sab 17-20


DOLOMITI-NEW YORK- UN LIBRO CHE DIVENTA UNA MOSTRA


Nel 2010 l’Unesco riconosce ufficialmente le Dolomiti come Patrimonio dell’Umanità e nello stesso anno, grazie ad un’ idea geniale di due artiste trentine, Annamaria Gelmi e Luisella Savorelli Gorza, viene pubblicato il prezioso volume Dolomiti-NewYork, edito con il riconoscimento e il patrocinio della Fondazione Dolomiti UNESCO e delle varie Province autonome del Trentino –Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia e Veneto oltre al contributo di Air Dolomiti.

Annamaria Gelmi, scultrice e pittrice affermata e Luisella Savorelli Gorza, fotografa e figlia d’arte, entrambe colpite dal verticalismo dei grattacieli new-yorkesi e da quello delle Dolomiti, hanno creato in sinergia quest’opera d’arte, proponendo in modo originale e raffinato diversi modi di lettura delle montagne dolomitiche messe a confronto con lo skyline di New York.

Il libro si compone di quattro sezioni: in primis quello dei contributi illustri di noti giornalisti, storici, poeti e filosofi italiani tra cui nominiamo Gianni Faustini, Marco Pola e Andrea Zanzotto affiancati da una raffinata scelta di autori statunitensi come Paul Auster e Henry Miller.

La seconda sezione è formata dai dipinti minimalisti della Gelmi che riprendono i gruppi dolomitici di Trento, Bolzano, Belluno, Pordenone e Udine. Nell’opera della Gelmi la montagna è sempre stata un tema centrale, affrontata in negativo, ovvero come un profilo bianco su fondi colorati. Ha reinterpretato su tela un ciclo di trenta cime che recentemente è stato proposto interamente in mostra dal titolo INARCHITETTURA al Castello di Rivara con la curatela di Giorgio Verzotti.

La terza sezione è formata dalle maestose fotografie della Savorelli che ha ripreso la città e le stesse montagne con la stessa prospettiva e seguendo lo stesso punto di vista. Le fotografie riprendono le montagne e la città quasi sempre in mezzo alle nuvole, senza persone e con quella apparente semplicità che è il risultato di un’elaborata e sofisticata procedura.
Gli accostamenti tra i dipinti e le fotografie di Manhattan non sono scelti a caso, ma sono studiati per creare quell’ effetto sorprendente tra natura incontaminata e metropoli nel suo pieno ritmo quotidiano.
L’ultima sezione è quella che offre il tocco di classe e che impreziosisce questo volume, una pellicola trasparente su acetato montata tra la pagina del dipinto e la fotografia che si sovrappone alle Dolomiti, allo skyline e ai grattacieli di New York. Risultato: un effetto straordinario, sempre sorprendente e di raffinato impatto che rappresenta entrambe queste realtà in maniera completamente nuova perché suggerisce contrapposizioni e nello stesso momento suggestive similitudini.

Che si tratti di un libro che sta suscitando un notevole interesse è confermato dagli sviluppi createsi intorno ad esso: Una mostra a München nello Spazio Italia dell’Aereoporto dal 2 al 16 maggio con alcune opere originali affiancate da riproduzioni in gigantografie degli accostamenti e sovrapposizioni. A giugno questa mostra, in forma completa, sarà inaugurata a Bruxelles nella sede del Parlamento Europeo e nell’arco dell’anno si sposterà nei capoluoghi delle province dolomitiche concludendo l’itinerario nel 2012 a New York.


SCHEDA TECNICA:

Autori: Annamaria Gelmi e Luisella Savorelli Gorza
Titolo: Dolomiti-New York
Anno pubblicazione: 2010
Copertina rigida
Pagine: 192
Prezzo: Euro 55,00
ISBN: 978-88-89907-77-1
Editore: Alcionedizioni, Lavis-Trento tel: 0461-1732000

INFO PER IL PUBBLICO:
- AirDolomiti
Claudia Palamini 045-8605311
relazioniesterne@airdolomiti.it

- www.annamariagelmi.com

- www.fotosavorelli.it


INFORMAZIONI PER LA STAMPA:
Culturalia di Norma Waltmann
Vicolo Bolognetti, 11 - Bologna
Tel. +39-051-6569105 mob. +39-392-2527126
info@culturaliart.com - www.culturaliart.com

domenica 1 maggio 2011

MOSTRA PERSONALE STEFANO BERGAMO - ATELIER D'ARTE BLU MONDE - OSTERIA NUOVA (RI) 14 MAGGIO

On the road: Mostra personale di Stefano Bergamo

Si apre sabato 14 maggio 2011 presso Blu Monde Atelier d'Arte, in Via A.Vespucci 25, a Osteria Nuova (Ri), On the road, la mostra personale di Stefano Bergamo, a cura di Barbara Pavan, promossa da Studio7.it.

Lungi dall'essere quel viaggio lungo le strade infinite del Texas e del Messico narrato nel capolavoro di Jack Kerouac, quello raccontato da Stefano Bergamo in questa mostra è un viaggio nell'inferno congestionato del traffico contemporaneo. Uno sguardo cinico ed impietoso che contrappone idealmente quei tratti che contraddistinsero lo stile di vita e di pensiero della beat generation, con la sua ricerca di autenticità ed appartenenza, al fallimento della propria generazione che sembra osservare e subire il mondo ed i suoi accadimenti con inerzia e rassegnazione, incapace di raccogliere ed affrontare le nuove sfide poste dall'evolversi delle società, incapace di ribellarsi e reinventarsi, prigioniera di sentieri già tracciati e di modelli precostituiti.

La mostra rimarrà aperta fino al 17 giugno 2011.

Stefano Bergamo è nato a Leverano (Le) nel 1970. E' laureato in Economia e specializzato in Gestione del patrimonio artistico e culturale. Tra le principali mostre recenti: (2011) Rieti, Festival Biennale del Giallo, Giallo e dintorni, collettiva, Patrocinio di Provincia di Rieti, Fondazione Varrone e Sabina Universitas, catalogo; Terni, MET, Downtown, collettiva, a cura di Barbara Pavan; (2010) Todi (Pg), Palazzo Landi Corradi, One Planet, a cura di Barbara Pavan e Simone Fappanni, collettiva con il Patrocinio di Ministero della Gioventù, Regione Umbria e Comune di Todi; Locarno, Svizzera, 36Mazal Contemporary, Downtown, a cura di Barbara Pavan, collettiva, catalogo; S.Anatolia di Narco (Pg), Ex Convento di Santa Croce, 13_Thirteen, a cura di Massimo Giovannelli, collettiva; Nola (Na), Spazio Arditi Galati, Corse e rincorse, a cura di MonnaLisa Salvati, personale; Cava dei Tirreni (Sa), Spazio Arditi Galati, Accordi e disaccordi anulari, a cura di MonnaLisa Salvati, personale; Avellino, Spazio Arditi Galati, Traffic, a cura di MonnaLisa Salvati, personale; (2009) Rieti, Palazzo Marcotulli, e Roma, Galleria Minima Arte Contemporanea, One planet, a cura di Barbara Pavan e Simone Fappanni, patrocini Regione Lazio, Provincia, Comune e CCIAA di Rieti, collettiva, catalogo; Piacenza, Jelmoni Studio Gallery, One way, a cura di Elena Jelmoni, personale; Rieti, Studio7 Spazio Arte, Traffic, a cura di Barbara Pavan, personale.

Scheda tecnica:

Titolo: On the road

            Artista: Stefano Bergamo

A cura di Barbara Pavan

Date: 14 maggio – 17 giugno 2011

Sede espositiva: Blu Monde _ Atelier d'Arte Contemporanea

          Via A.Vespucci 25

          Osteria Nuova di Poggio Moiano (Ri),

tel.0765.841528 mob.345.3136017

venerdì 29 aprile 2011

La bellezza al femminile tra corpo e anima. Opere di Vesna Pavan



4 maggio 2011 ore 18.30
Libreria Rizzoli
Galleria Vittorio Emanuele II – Milano

LA BELLEZZA AL FEMMINILE TRA CORPO E ANIMA

La bellezza e l’anima della donna, quante volte l’uomo si ferma solo sulla prima e non va oltre?
Michela Gattermayer
, giornalista di moda e costume, direttore di Velvet, ne parlera’ con: Claudio Gallone, fotografo, inviato e direttore di Capital, Luigi Grella, direttore di Men’s Health edizione italiana, e Sandro Neri, giornalista e capocronista de Il Giorno.

Lo spunto sara’ fornito dalle opere di VESNA PAVAN esposte nella Sala Enzo Biagi della Libreria Rizzoli dal 4 all’8 maggio: figure femminili sensuali, volitive, innocenti, sofisticate, autentiche e protagoniste, colte nella sinuosità di un gesto, di un movimento.


Seguira’ aperitivo
Si ringrazia l’ Azienda Vinicola Stefano Milanesi

Ufficio Stampa:
Malvezzi Guandalini & Gattermayer Associati
Via Gustavo Modena 24 - 20129 Milano - Tel. +39 02 4966 4567 - info@maguga.it
Mara Malvezzi mob. 348 3127471
Paola Gattermayer mob. 335 354303

L’ARCHIVIO PINK FLOYD alla SACI Gallery - Firenze



























L’ARCHIVIO PINK FLOYD
Fotografie di Jill Furmanovsky, Amalie R. Rothschild, & Storm Thorgerson

da martedì 3 a sabato 21 maggio 2011

Inaugurazione: Martedì 3 maggio 2011 dalle 18.30 alle 20

SACI Gallery
Palazzo dei Cartelloni
Via Sant’Antonino, 11
FIRENZE
www.saci-florence.edu
gallery@saci-florence.edu

Aperta dal lunedì al venerdì, dalle 9.00 alle 17.00, Ingresso libero

SACI, in partnership con PHOTOGRAPHIA, è lieta di presentarvi "L’Archivio Pink Floyd" esposizione dei lavori di grandi fotografi del rock dedicata alle immagini e alla musica dei PINK FLOYD.

PHOTOGRAPHIA (www.photo-graphia.it) è la prima galleria in Italia specializzata nella vendita di stampe fotografiche Fine Art in Edizione Limitata sul mondo del rock, del jazz, del cinema e della cultura pop.

In partnership con PHOTOGRAPHIA, con gli archivi fotografici personali di Jill Furmanovsky, di Amalie R. Rothschild e di Storm Thorgerson, SACI presenta L’Archivio Pink Floyd, esposizione fotografica dedicata ai Pink Floyd, alla loro musica e alla loro storia.

Lorenzo Elli, tra gli organizzatori dell’evento e titolare di PHOTOGRAPHIA, spiega: “Sono cresciuto con la loro musica. Eppure, ogni volta che ascolto un loro album è come se lo facessi per la prima volta. Sono felice di rendere omaggio ai Pink Floyd attraverso queste bellissime fotografie che vengono esposte per la prima volta a Firenze”.

Jill Furmanovsky è una fotografa inglese. Nata in Rhodesia, si trasferisce a Londra nel 1965 con i suoi genitori, proprio mentre esplode la Beatlesmania. Diviene così una delle tante teenagers che trascorrono il proprio tempo gironzolando nei dintorni di Abbey Road nel tentativo d’incontrare i Fab 4. In effetti, il primo scatto di Jill è una foto di Paul McCartney insieme a due suoi compagni di scuola! Solo pochi anni più tardi, mentre studia design e grafica, le viene offerto un lavoro non retribuito come fotografa ufficiale del Rainbow Theatre, club londinese destinato a trasformarsi in punto di riferimento per tutta la scena musicale degli Anni ’70. Jill accetta, pur non possedendo ancora una macchina fotografica. Da allora, in oltre 40 anni di carriera, si è affermata come una delle più importanti fotografe della scena londinese regalandoci tantissime immagini che sono rimaste nel cuore di tanti appassionati di rock, pop e jazz. Jill Furmanovsky inizia a fotografare i Pink Floyd all’inizio degli Anni ’70. I lavori in mostra si riferiscono al tour di “Dark Side Of The Moon” (1973), alle sessions di registrazione di “Wish You Were Here” (1975) e al tour di “The Wall” (1980).

Storm Thorgerson è “il più grande designer di album del mondo”. Per rendervene conto, basta che diate un’occhiata alla vostra collezione di LP e CD (se non avete malauguratamente deciso di liberarvene, folgorati dalla rivoluzione tecnologica dell’ultimo decennio). Inglese, nato nel Middlesex nel 1944, Storm conosce i Pink Floyd nella Cambridge degli Anni ’60. All’epoca, è ancora uno studente che frequenta il Royal College of Art. Nello stesso periodo, quasi per gioco, fonda con Aubrey Powell un piccolo studio creativo. Lo chiamano Hipgnosis e realizzerà le copertine dei più importanti album di Pink Floyd, Led Zeppelin, Genesis e altri gruppi. Dagli Anni ’80, Thorgerson si è dedicato ai video, ai film e nell’ultimo decennio è stato più che mai impegnato a creare immagini per l’industria della musica. C’è chi lo considera come il sesto componente dei Pink Floyd. Anche se non siete d’accordo, dovrete riconoscere che le immagini concepite per la band rappresentano un riferimento non solo musicale per la cultura contemporanea. I lavori di Storm selezionati per la mostra, vanno dalle copertine dei loro dischi, a immagini utilizzate all’interno degli album, ad altre opere prodotte nell’arco di una collaborazione trentennale.

Amalie R. Rothschild, fotografa rinomata, ha vissuto in prima linea la Rock Revolution degli anni ’60. Come fotografa non ufficiale del famoso Fillmore East, il nuovo tempio del rock dell'epoca, Amalie R. Rothschild è stata testimone di quel turbine creativo che ha cambiato il volto della società e della cultura popolare durante gli anni ’60 e ’70. Con la sua macchina fotografica, l’artista ha immortalato concerti storici, tra cui quelli di Jimi Hendrix, Janis Joplin, The Grateful Dead, The Who, Santana e numerosi altri giganti del rock. Rothschild ha lavorato personalmente per il Joshua Light Show, le cui vive e pulsanti immagini venivano proiettate come sfondo durante i concerti. La SACI Gallery ha avuto il privilegio di ospitatare già due solo shows di Amalie R. Rothschild.

Amalie, Jill e Storm sono membri dell’Artists Council della SACI.

Tutte le stampe fotografiche esposte sono in vendita.

In partnership con: PHOTOGRAPHIA
In collaborazione con: ROCKARCHIVE.COM

mercoledì 27 aprile 2011

Reading Room #10 PROGETTO DIOGENE


Reading Room #10

PROGETTO DIOGENE

Giov 28 aprile h 18,30 - 21,00 - Nomas Foundation, viale Somalia, 33 Roma

ltimo appuntamento di Reading Room Voll 7 – 10 che ogni giovedì del mese di aprile, ha preso in esame iniziative ideate da artisti per gli artisti.

La civiltà occidentale ha sempre avuto una innata difficoltà nel ricollegare mano e testa. (…) Ogni bravo artigiano conduce un dialogo tra le pratiche concrete e il pensiero; questo dialogo si concretizza nell’acquisizione di abitudini di sostegno, le quali creano un movimento ritmico tra soluzione e individuazione dei problemi. (…) tutte le abilità, anche le più astratte, nascono come pratiche corporee.

Richard Sennet, L’uomo artigiano (2008), Campi del Sapere, Feltrinelli, pp. 18, 19

Progetto Diogene nasce nel 2007 a Torino come insieme di identità artistiche autonome che ha sentito l’esigenza di ritornare a mettere al centro del discorso il lavoro dell’artista e il suo ruolo nella società, costruendo un luogo di riflessione e di ascolto.

Dall’autunno 2007 il gruppo gestisce il programma internazionale di residenza per artisti Diogene_bivaccourbano, giunto oggi alla sua quinta edizione.

A partire dall’estate del 2009 Progetto Diogene si trasferisce in nuova sede: una carrozza dismessa di un tram posizionata tra C.so Regio Parco e C.so Verona a Torino.

Dal 2010 il gruppo di artisti ha sviluppato una ricca programmazione annuale di attività: Collecting People - un ciclo di lectures a carattere interdisciplinare, DiogeneLab - programma di attività didattiche con le scuole elementari e medie del quartiere e Solid Void Diogene School of Art - un modulo sperimentale di scuola indipendente per artisti. www.progettodiogene.eu

Scambio e riflessione collettiva sono stati il motore iniziale di Progetto Diogene e, nei suoi sviluppi, fattori quali l’attitudine alla pratica, al prendersi cura di, hanno determinato l’espansione e la forza del gruppo. L’azione concreta del fare ed agire collettivamente si è rivelata una modalità efficace per apprendere e acquisire nuova conoscenza.

L’intervento di Progetto Diogene a Nomas Foundation rilegge e analizza l'evoluzione del progetto, che dal punto di partenza di una residenza per artisti è passato a sviluppare una molteplicità di attività, trasformando lo spazio della fondazione in un luogo del fare, in un territorio di confronto, in una pratica condivisa con il pubblico.

Ad una fase di racconto e dialogo gli artisti di Progetto Diogene faranno precedere un’azione collettiva di riorganizzazione dello spazio; il gruppo di lavoro temporaneo formato da tutti i presenti sarà coinvolto in un’attività pratica condivisa legata ad un principio di utilità: l’auto-costruzione di uno spazio del dialogo.

info: press@nomasfoundation.com

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