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mercoledì 22 settembre 2010

“Sole e ombra di Caravaggio”



L’ultima performance del maestro Igor Borozan per le Giornate Europee del Patrimonio 2010

25 e 26 Settembre 2010 Porto Ercole (Gr) - Forte Stella / Terni (Tr) - Teatro Verdi


Anche quest’anno il Ministero per i Beni e le Attività Culturali promuove le “Giornate Europee del Patrimonio”, il programma che si svolgerà nelle giornate di sabato 25 e domenica 26 settembre 2010 ha lo slogan “Italia tesoro d’Europa”. Una manifestazione culturale che, a livello nazionale ed internazionale, conserva il suo indiscusso prestigio grazie all’originalità e all’esclusività degli appuntamenti, rigorosamente gratuiti, che vengono proposti.


L’evento “Sole e ombra di Caravaggio” ideato e fortemente sentito dal maestro Igor Borozan è costituito da un’installazione urbana, due camicie giganti color avorio realizzate da Danilo Regis costumista storico della Corsa all’Anello di "http://narninotizie.blogspot.com/"Narni, ispirate appunto al grande maestro pittore Michelangelo Merisi da Caravaggio e alla sua vittima il ternano Ranuccio Tomassoni, contestualmente verranno esposte le incisioni inedite delle bozze che hanno dato vita all’opera. Camicie, simbologia di vite vissute che si intrecciano al ritmo incalzante del flamenco nell’arena della corrida dell’umana esistenza. Dramma e passione di un artista, Caravaggio, prendono vita su carta di cotone bagnata, impressa su di una lastra di zinco inchiostrata che, come una sorta di magia, esce dal torchio. Sole e ombra come vita e morte, come chiaro e scuro. Ogni essere umano possiede una duplicità, seppur celata, inconscia. Nel “lato oscuro” vive un mondo “diverso”, sommerso, nascosto, eppur intenso e vibrante: lì, proprio lì, nasce l’Arte. La luce ed il buio interagiscono, si susseguono, l’una non può essere senza l’altro, in un contrasto eterno che paradossalmente genera equilibrio. L’opera racchiude una serie di visioni oniriche, un mix intenso di ingredienti mediterranei come terra, sole, fuoco e danza. Il risultato: un prodotto artistico di forte impatto visivo.

Un viaggio lungo e travagliato che approda a Porto Ercole nello splendido scenario paesaggistico dell’Argentario dove ha concluso la sua vita terrena il grande maestro Michelangelo Merisi da Caravaggio. E proprio in suo onore a Forte Stella verrà installata la camicia gigante che incarna appunto il pittore.

Contemporaneamente a Terni sarà visibile, presso il Teatro Verdi situato nel cuore della città, l’altra camicia che rappresenta la sua vittima, il ternano Ranuccio Tomassoni.

Un filo conduttore passionale che, seppur nel dramma dell’evento sanguinario, lega definitivamente nella storia dell’arte le due città e i due uomini.

L’opera di Borozan si inserisce nel prestigioso contesto delle Giornate Europee del Patrimonio 2010 e va a d aggiungersi ai grandi eventi culturali che, quest’anno, hanno celebrato i 400 anni dalla morte di Caravaggio.

Un particolare e sentito ringraziamento all’Assessorato alla Cultura dei Comuni di Terni e di Monte Argentario e alla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Umbria.

orari:

Teatro Verdi di Terni orario continuato

Forte Stella- Porto Ercole (GR) 25 settembre 11.00-17.00 il 26 settembre 10.00-13.00 / 16.00-19.00

Info:

ACCADEMIA BELLE ARTI DI TERNI Tel 0744 431918 - 402436 www.italianartschool.it


GIANCARLO OSSOLA, INTERNI DEL SECOLO BREVE | Galleria-Studio Ostrakon, Milano | 13 OTTOBRE - 13 NOVEMBRE 2010


 
 
COMUNICATO STAMPA
 

 

Giancarlo Ossola, interni del secolo breve

(opere 1950-2006)

 

a cura di Piero Del Giudice

 

13 ottobre - 13 novembre 2010

 

Inaugurazione mercoledì 13 Ottobre ore 18.30

Galleria Ostrakon, via Pastrengo 15, Milano (MI)

 

 

Del lavoro di Ossola hanno scritto talmente in tanti, critici d'arte, scrittori, poeti, sono state fatte talmente tante mostre in Italia e all'estero, che supporre, con questa mostra, di offrire nuove angolazioni di lettura si pecca di misura. Ci sentiamo però di dire che il taglio antologico e critico della presentazione – dalle opere giovanili degli anni '50 agli interni-esterni dei primi anni '60, dai  fumetti alle memorie epiche degli anni '70, dagli interni e fabbriche degli straordinari anni '80 ai più recenti atelier, dagli studi a china  alle tempere su carta – è ambizioso e inconsueto per uno spazio espositivo privato. Nelle 40 opere esposte fra grandi oli, chine e tempere distribuite nei due spazi della galleria,  è tuttavia possibile apprezzare l'evoluzione espressiva dell'artista nel tempo. Che dei molti esegeti di Ossola nessuno si è spinto a istituire paralleli fra la scomparsa – per mutazioni ed eclissi sociali - degli abitanti dei suoi interni  e  l'estinzione per incenerimento degli internati di Treblinka, come fa  Piero Del Giudice nel saggio critico in catalogo:

«Gli interni di Ossola sono allora i luoghi deputati del secolo, le evidenze, le architetture archetipiche del secolo breve, le scansioni emblematiche della storia del XX° secolo, gli interni del secolo breve. I luoghi-teatro di vicende collettive accadute, vi hanno agito corpi e conflitti, speranze e il loro esilio. Sono le cisterne della Storia. […] Non segnano forse il secolo, come stigma, non ne sigillano gli spazi, l'universo concentrazionario della fabbrica fordista e quello seriale del lager – lager, iperbole della fabbrica (arbeit macht frei)?» ne dirà Gianni Testori in una memorabile pagina del Corriere della sera (2. 11. 1983) «[…] il "luogo deputato" alla sua pittura. Tale luogo è, nulla più, ma anche nulla meno, che il "lazzaretto" di ieri e di oggi. C'è aria, murmure, colore, spazio e dolore di penitenza, in questi desolati "interni-esterni […] negli "interni-esterni" di Ossola che kafkianamente s'infilano l'uno nell'altro, in una sinistra grigia, sulfurea prospettiva senza esiti e fine, l'uomo è scomparso» ne dirà lo stesso Ossola (1981) «Gli spazi marginali sono un superstite luogo "pittorico" […] questi luoghi marginali sono serbatoi di una realtà declassata e di una umanità latente in gestazione per un futuro risveglio. Strati di immagini e di oggetti, sedimentati nell'angolo del cortile, calati in una luce da cavedio, che delimita e protegge questo breve limbo […]». I luoghi successivi messi a fuoco dal pittore sono interni espliciti di fabbrica […] grandi tele in cui il tempo è sospeso, le tracce di ciò di cui questi spazi sono stati teatro sono meno evidenti, meno espressive. Né thriller, né suspense, ciò che doveva accadere è accaduto, l'azione si è consumata non rimane che pulviscolo e resti, stracci e carte sollevate da refoli».

 

La mostra è suddivisa nelle sedi di via Pastrengo (Galleria Ostrakon) e di via Moscova (Studio Ostrakon).   

 

 

Biografia: Giancarlo Ossola è nato a Milano nel 1935. Ha frequentato l'Accademia di Belle Arti di Brera e la Scuola Comunale di Pittura del Castello. Il contatto con alcuni pittori del "realismo esistenziale", nonché una prima conoscenza dell'espressionismo tedesco e dell'informale storico, segnano nel suo lavoro una svolta verso opere di segno forte e concitato. Tiene la sua prima mostra personale nel 1961 al Salone Annunciata di Milano, presentata da Mario De Micheli e, nel 1963, vince il Primo Premio S. Fedele. Si susseguono i cicli pittorici: dal 1963 gli "interni-esterni"; dal 1967 i " fumetti"; dal 1970 narrazioni segniche e frammentarie e le "memorie epiche"; più avanti ancora le " Città" dagli orizzonti tesi e la scoperta degli "Interni", prima visti come serbatoi dell'arcano e della memoria individuale, in seguito, dopo gli anni '80, come indagine del territorio urbano e delle sue metamorfosi. Le opere di Ossola sono presenti in musei e raccolte pubbliche in Italia e all'estero. Vive e lavora a Milano. 

 

 

GALLERIA-STUDIO OSTRAKON

Via Pastrengo 15/Via Moscova 66

tel. 3312565640, dorino.iemmi@fastwebnet.it

Orari: da Martedì a Sabato ore 15.30 - 19.30






lunedì 20 settembre 2010

Mostra di Joël Stein al MACA di Acri - ultima settimana




Ancora per una settimana sarà possibile interagire con suggestivi e variopinti inganni sensoriali creati dell’artista Joël Stein, il padre e l’artista più rappresentativo dell’arte cinetica. La personale retrospettiva che il MACA – Museo Arte Contemporanea Acri gli ha dedicato si concluderà domenica 26 settembre.
Per info: http://www.museovigliaturo.it; maca@museovigliaturo.it





giovedì 16 settembre 2010

Nasce il Meditavismo Critico

Il 14 Settembre dell'anno 2010 a Roma presso lo studio "La Taccon Arte" alla presenza di pochi intimi amici, l'artista Massimo Taccon ha dettato i pilastri fondamentali di quello che risulta essere, a tutti gli effetti, l'atto iniziale di una nuova corrente artistica: Il "Meditavismo Critico".

Ecco qui pubblicato nella sua versione integrale "il manifesto in rosso" (così come denominato dal suo stesso fondatore).

Versione Italiana

MANIFESTO DEL "MEDITAVISMO CRITICO"

1. Il Meditavismo Critico è un movimento artistico di natura interiore che colloca l'arte nella centralità delle esigenze dello spirito umano e che qualifica l'artista come scienziato ed esploratore della creatività umana.

2. Il Meditavismo Critico, come movimento artistico, si contrappone ad ogni forma di materialismo e si considera figlio di questo tempo.

3. Il Meditavismo Critico si fonda sui principi di libertà, di pace, di verità, di indipendenza e di integrità intellettuale e morale dell'artista rispetto alla società civile, politica e religiosa di cui egli stesso ne è espressione.

4. Il Meditavismo Critico è transnazionale perchè appartiene all'umanità tutta in generale.

5. Il Meditavismo Critico riconosce tutti i principali movimenti artistici precedenti ad esso e si pone in una posizione di superamento dei limiti fisiologici da questi sperimentati.

6. Nel Meditavismo Critico l'artista si pone al centro del suo mondo interiore e del suo mondo esteriore.

7. Nel Meditavismo Critico l'artista si pone al centro del suo mondo materiale e del suo mondo immateriale.

8. Il Meditavismo Critico si fonda sul concetto del "vuoto mentale assoluto".

9. Nel Meditavismo Critico il concetto del "vuoto mentale assoluto" si esprime nella qualità e nella capacità dell'artista di essere lo studioso e l'osservatore imparziale del proprio pensiero creativo.

10. Nel Meditavismo Critico il concetto del "vuoto mentale assoluto" si esprime nella qualità e nella capacità dell'artista di essere lo studioso e l'osservatore imparziale della propria azione creativa.

11. Nel Meditavismo Critico il concetto del "vuoto mentale assoluto" si esprime nella qualità e nella capacità dell'artista di essere lo studioso e l'osservatore imparziale dell'Opera finale da lui stesso realizzata.

12. Nel Meditavismo Critico l'Opera finale è l'estensione del pensiero e dell'azione dell'artista.

13. Nel Meditavismo Critico l'artista e l'Opera finale sono la medesima cosa.

14. Gli artisti che si riconosceranno in tale visione filosofica applicata all'arte, verranno chiamati col termine di Meditavisti.

15. L' Opera prima meditavista coincide con l'Opera Prima del Ciclo Elaborazioni Concettuali dell'anno 1999 realizzata dall'artista fondatore Massimo Taccon e viene oggi dichiarata di patrimonio universale, a rappresentazione dell'impegno morale che i Meditavisti, in qualità di custodi del "vero" nell'arte, hanno preso nei confronti del resto dell'umanità intera.

16. Questo manoscritto in originale viene conservato insieme all'Opera sopradetta.

17. In base a tutto ciò si fonda oggi il Meditavismo Critico.

Firmato dal fondatore, pensatore e teorizzatore del movimento artistico chiamato col nome di Meditavismo Critico.

Roma 14 Settembre 2010 L'artista Massimo Taccon


mercoledì 15 settembre 2010

ALDO MONDINO. Maestro di fantasmagorie



A partire dal 20 novembre 2010 il MACA (Museo Arte Contemporanea Acri) dedicherà una personale al grande artista torinese Aldo Mondino, senza dubbio uno degli artisti italiani più eclettici della sua generazione, tra i principali protagonisti della sorprendente stagione creativa degli anni Sessanta del capoluogo piemontese. Poliedrico, dotato di una vasta e profonda cultura internazionale, di uno sguardo ironico capace di partorire doppi sensi eleganti e raffinati, e, soprattutto, di una curiosità instancabile, Mondino non ha mai cessato di reinventare se stesso e la propria arte durante tutto l’arco della sua carriera. Il suo percorso artistico è stato segnato da un fluire costante di ispirazioni sempre nuove, di influenze disparate che l’artista è stato in grado di assorbire, metabolizzare e successivamente riproporre attraverso il suo stile originale ed inconfondibile; dai primi passi parigini mossi presso l’Atelier 17 del pittore surrealista ed espressionista William Heyter, e gli studi sul mosaico fatti sotto la guida del futurista Gino Severini, per poi passare attraverso una fase citazionista dai forti richiami pop, e il successivo periodo orientaleggiante nato negli anni Settanta con la serie King e proseguito con quella dei Dervisci e con le sperimentazioni formali estrose ed audaci. Proprio questo suo essenziale gusto per lo studio manipolatorio di materiali e medium artistici innovativi, ma mai distaccati dalla realtà quotidiana – sua fonte di ispirazione primaria sin dai tempi delle frequentazioni dell’artista con il gruppo dei poveristi –, lo ha portato a realizzare le famose sculture in cioccolato e zucchero di canna, o le opere fatte con confezioni di torrone, selle da cavallo o aringhe affumicate.
A cinque anni dalla sua morte, il MACA – grazie alla collaborazione con la Fonderia di Walter Vaghi e con il patrocinio dell’Archivio Mondino – ospiterà nei suoi spazi una collezione di venti opere di grandi dimensioni, tra sculture e dipinti, in grado di veicolare alla perfezione il carattere poliedrico, arguto ed esotico del grande artista torinese.
Riecheggiando un verso di Arthur Rimbaud, anche Mondino potrebbe essere definito un “maestro di fantasmagorie”, un artista che attraverso le sue opere affascinanti, ironiche e seducenti, sembra rivolgersi al suo pubblico come faceva il poeta francese in Notte all’Inferno: “Ascoltate!... Ho tutti i talenti!”

Mostra: ALDO MONDINO. Maestro di Fantasmagorie
Curatore: Boris Brollo
Luogo: MACA (Museo Arte Contemporanea Acri)
Palazzo Sanseverino – Piazza Falcone, 1, 87041, Acri (Cs)
Vernissage: 20 novembre 2010 ore 17:00
Periodo: dal 20 novembre 2010 al 20 febbraio 2011
Orari: tutti i giorni tranne il lunedì; h:10-13 15-19
Info: museo tel. 0984953309; ufficio stampa tel. 0119422568; maca@museovigliaturo.it; www.museovigliaturo.it

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