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sabato 4 settembre 2010

Museo d’arte Mendrisio | LA COLLEZIONE | Piazza San Giovanni, Mendrisio (CH) | INAUGURAZIONE VENERDI' 17 SETTEMBRE 2010 ORE 18.00




Museo d'arte Mendrisio

La collezione

18 settembre – 14 novembre 2010

Conferenza stampa: giovedì 16 settembre ore 11.00

Vernice: venerdì 17 settembre ore 18.00

La prima ampia rassegna sulla collezione completa suggella l'opera di ristrutturazione del Museo d'arte Mendrisio, avviata nel 1982 e conclusasi nel 2009. Con la presentazione di una ricca selezione di opere dal '600 al contemporaneo s'inaugura la permanente, che rimarrà poi esposta anche in concomitanza con le mostre temporanee.

180 opere d'arte, che spaziano dal XVI al XXI secolo, illustrano le collezioni del Museo d'arte Mendrisio in una mostra all'interno degli spazi di recente restaurati dello storico Complesso di San Giovanni. Autori importanti nella storia artistica locale, ma anche classici dell'arte moderna: un patrimonio che si è andato man mano arricchendo e che oggi conta, grazie al recente arrivo di consistenti depositi, oltre 2'500 opere. Nei 28 anni trascorsi dalla sua creazione, nel 1982, caduta in concomitanza con la presentazione della prima e determinante acquisizione – la donazione Grigioni –, il Museo d'arte Mendrisio è riuscito con perseveranza a costituire una raccolta artistica di assoluto valore in ambito locale. Nascita e sviluppo del Museo d'arte Mendrisio si intrecciano con i lavori di restauro del complesso di San Giovanni, monumento fondamentale nella storia di Mendrisio. Il suo progressivo recupero ha significato, di pari passo, il progressivo potenziamento dell'istituto museale mendrisiense. Il completamento, negli ultimi sette anni, del restauro del complesso ha consentito all'istituto un ampliamento sia dei depositi che degli spazi espositivi. Oggi il Museo d'arte Mendrisio è una realtà, a livello cantonale, consolidata e affermata. Le sue collezioni si sono formate nei decenni grazie alle acquisizioni volute dal Municipio e, soprattutto, grazie alle donazioni e ai depositi che hanno concluso esposizioni monografiche o tematiche. La crescita di una collezione dipende principalmente dall'attività espositiva – mirata – che un Museo persegue nel tempo, e così è stato e vale tuttora per il Museo di Mendrisio. La presentazione in mostre monografiche di autori moderni e contemporanei gli ha consentito di annettere fondi spesso significativi della loro opera. Un impegno premiato con l'arrivo di fondi cospicui come – per citare gli esempi maggiori – quello dedicato al pittore Pietro Chiesa, figura di riferimento dell'arte ticinese dalla fine dell'800 alla metà del '900, e soprattutto come quello dell'artista-gallerista Gino Macconi, che con il suo apporto arricchisce il Museo con materiali che danno un ampio affresco sulla storia artistica locale (in special modo del '900), oltre a fornire alcuni interessanti documenti di artisti – in particolare italiani – dell'arte moderna europea. Spiccano all'interno della collezione alcune linee guida. Ne indichiamo due in particolare: da un canto un filone storico regionale; dall'altro, una visione completa sul Novecento ticinese. Una raccolta di opere antiche permette quindi di costruire, partendo da lontane origini, una microstoria artistica del territorio che lungo i secoli ci conduce dalla bottega secentesca dei Torriani, attraverso la produzione dei petrineschi, di Giovan Battista Bagutti, di Bernardino Pasta, di Antonio Rinaldi, di Pietro Chiesa, fino nel cuore del 900 grazie ai fondi di due protagonisti della storia regionale come Guido Gonzato e Giuseppe Bolzani. Ma, come detto, baricentro della collezione rimane il '900 ticinese (o meglio, in Ticino), documentato in tutte le sue figure maggiori; figure che innescano a loro volta filoni tematici, seguendo i quali si possono leggere e variamente interpretare l'arte e la storia del territorio ticinesi: il carattere specifico di una provincia influenzata sì dalla cultura di origine, ma anche fortemente da una componente proveniente dal nord. A un criterio cronologico si accompagna, soprattutto in sede di catalogo, un criterio settoriale per filoni tematici e linguistici. Il catalogo che accompagna la mostra si divide quindi in nove sezioni storico-tematiche, ognuna delle quali viene introdotta da una sintetica lettura critica, e riunisce le immagini di 180 opere, tra le quali quelle di 128 autori.

Artisti in catalogo e in mostra:

Selim Abdullah, Hans Arp, Kengiro Azuma, Abbondio Bagutti, Giovan Battista Bagutti, Attilo Balmelli,Paolo Bellini, Adriana Beretta, Edoardo Berta, Anna Bianchi, Giovanni Bianconi, Filippo Boldini, Giuseppe Bolzani, Carlo Bossoli, Edoardo Bossoli, Serge Brignoni, Miro Carcano, Carlo Innocenzo Carloni, Carlo Carrà, Francesco Catenazzi, Massimo Cavalli, Pietro Chiesa, Alfredo Chighine, Ugo Cleis, Giovanni B. I. Colomba, Camille J. B. Corot, Jean Corty, Carlo Cotti, Enrico Della Torre, Edmondo Dobrzanski, Edouard E. Doigneau, Max E. Eisenhut, Sergio Emery, Ignaz Epper, Max Ernst, Adolfo Feragutti-Visconti, Renzo Ferrari , Aldo Ferrario, Luisa Figini, Felice Filippini, Giuseppe Foglia, Fiorenzo Fontana, Franco Francese, Filippo Franzoni, Samuele Gabaglio (Gabai), Giovanni Genucchi, Bernardino Giani, Mario Gilardi, Piero Gilardi, Piero Giunni, Guido Gonzato, George Grosz, Carlo Gulminelli, Walter Helbig, Ferdinand Hodler, Max Huber, Wifredo Lam, Cesare Lucchini, Mino Maccari, Gino Macconi, Giambattista Maderni, Rudolf Maeglin, Leo Maillet, Pompilio Mandelli, Marino Marini, Mario Marioni, Albert Marquet, Arturo Martini, Simonetta Martini, Galliano Mazzon, Paolo Mazzuchelli (PAM), Giuseppe Mentessi, Gianni Metalli, Rolf Meyer, Ruth Meyer, Theobald Modespacher, Ubaldo Monico, Luigi Monteverde, Ennio Morlotti, Ernst M. Musfeld, Anita Nespoli, Bruno Nizzola, Giancarlo Ossola, Nicola Palizzi, Gianni Paris, Tancredi Parmeggiani, Bernardino Pasta, Aldo Patocchi, Fritz Pauli, Gino Pedroli, Gregorio Pedroli, Apollonio Pessina, Bottega del Petrini, Gianriccardo Piccoli, Fausto Pirandello, Adriano Pitschen, Domenico Pozzi, Ambrogio Preda, Carlo Quaglia, Mario Radice, Rolando Raggenbass, Imre Reiner, Mario Ribola, Hans Richter, Antonio Rinaldi, Luigi Rossi, Remo Rossi, Pietro Salati, Alberto Salvioni, Augusto Sartori, Johannes R. Schürch, Pierino Selmoni, Telemaco Signorini, Mario Sironi, Anita Spinelli, Daniel Spoerri, Cesare Tallone, Vittorio Tavernari, Francesco Torriani, Francesco Innocenzo Torriani, Giuseppe Antonio Maria Torricelli, Luciano Uboldi, Max Uehlinger, Vincenzo Vela, Lorenzo Viani, Marianne von Werefkin, Max Weiss, Walter Kurt Wiemken, Samuel Wülser

A cura di Simone Soldini

Catalogo 220 pp. circa, 180 illustrazioni a colori, schede e contributi di Federica Bianchi, Matteo Bianchi, Chiara Gatti, Anastasia Gilardi, Claudio Guarda, Simone Soldini, Maria Will, 30 CHF / 21 Euro

Info Tel. +41 (0)91 640 33 50, museo@mendrisio.ch

www.mendrisio.ch/museo

Orario martedì-venerdì: 10-12 e 14-17 sabato-domenica: 10-18

lunedì: chiuso (tranne i festivi)

Entrata Fr 8.- (€ 6) ridotto Fr 5.- (€ 3,50)









venerdì 3 settembre 2010

Mostra Angela Chiti a Sesto Fiorentino 12-26 settembre




Spazio espositivo: Centro Espositivo Antonio Berti, Via Bernini 57, Sesto Fiorentino (Firenze)

Titolo dell'evento: Angela Chiti. Passi sospesi. Fotografie 2009-2010

A cura di Alessandra Borsetti Venier

Vernissage: domenica 12 settembre 2010 ore 11.00

Intervengono: Gianni Gianassi, sindaco di Sesto Fiorentino e Sonia Zampini, critico d'arte

La mostra resterà aperta dal 12 al 26 settembre 2010

Nella mostra "Passi sospesi", divisa per vari gruppi tematici, Angela Chiti espone i suoi ultimi microcosmi informali. Queste immagini non hanno nessuna condizione fisica che materialmente le lega a un luogo come a una circostanza, ma respirano e trasmettono un sentire profondo e lontano, che non ha tempo e non ha luogo.


Spesso la realtà, - scrive Sonia Zampini - appare mostrando allo sguardo sensibile, come all'obiettivo di Angela Chiti, un lontano che perdura. Ritrovarne i segni, decifrarne l'entità, è svelare agli occhi l'esplicito nascosto del reale che appare. Immagini nelle immagini, vita sottaciuta nell'imminenza del dire, forme nascenti tra le pieghe di ciò che si mostra. Angela, grazie alla sua sensibilità che sa arrivare oltre, lì dove spesso le circostanze ci inducono a fermarci, asseconda con i suoi scatti il dialogo nascosto del mondo e lo mette in luce. La realtà sopraggiunge depurata da ogni condizione materiale, ed è puro sogno, pura metamorfosi, puro apparire. Avanza, come la poesia mira dritto al nostro sentire, e incede nella scoperta che presto avrà il dono di essere libera da ogni meraviglia e di diventare consapevolezza. Esse appaiono, allo sguardo che sa riconoscerle, come segni, indicazioni che emergono, con apparente casualità, da un mondo che si conosce e si è in grado di decodificare. Il loro mostrarsi parla però di una natura diversa rispetto a quella visibile, tale da risultare estraniante. Destabilizza, infatti, ogni visione logica e ci induce a pensare che la totalità dell'espressione, di qualunque espressione a cui questo reale faccia riferimento, è un nido di sentieri che conduce ad altri significati, come diversi punti di osservazione di un'unica definizione, solo apparentemente conosciuta. La fotografia di Angela Chiti sovverte l'idea che la foto, in quanto tale, immobilizzi, nella cattura del suo scatto, il reale manifesto ma, al contrario, ne rende ora visibile il suo esplicito imperscrutabile.

Angela è strumento - scrive Alessandra Borsetti Venier - che crea diaframmi con il mondo o per interpretarlo, a volte per negarlo o per cercare nel mondo quello che non c'è. E lancia il suo sguardo dentro, come aspettando qualcuno che passi nel vano del mondo, e azzarda la pretesa di catturare visioni dentro la gamma senza fine di un complesso - altro - orizzonte di senso. Angela dà forma all'incomprensibile. Con un linguaggio, che intuiamo ma che non riusciamo del tutto a decodificare, plasma materie implasmabili, si insinua nelle sequenze genomiche e geometriche delle più svariate superfici del sogno o della realtà. Sono immagini in assenza di peso specifico, aliene alla gravità, al tempo e a qualsiasi anatomia. Vi si possono immaginare lievi tracce materiche di realtà, ma forse è soltanto una necessità razionale di chi guarda e non accetta di lasciarsi andare al vuoto di pochi elementi immersi nella luce e nel colore. Un vuoto permeato da un' "essenza" silenziosa che l'artista ha intuito e fermato attraverso la fotografia. Con l'intenzione - forse - di sospendere, anche solo per un istante, il ritmo convulso del vivere, e spostare l'attenzione su tutto ciò che ogni giorno sfugge, cancellato dall'urgenza.

Anche dalla poesia l'artista prende spunto per le sue opere ed ecco perché nel libro/catalogo, pubblicato da Morgana Edizioni per questa occasione, sono inseriti vari testi dei suoi autori preferiti come Amelia Rosselli, Sandro Penna, Alejandra Pizarnik, Dylan Thomas, Luciano Fintoni, che la accompagnano e la ispirano nella ricerca di semantiche nuove.

Orari di apertura: da lunedì a sabato 16.00 – 19.30, domenica 10.00 – 12.00 Ingresso libero

Info: 055 4480914 – 334 3396562 urp@comune.sesto-fiorentino.fi.itwww.comune.sesto-fiorentino.fi.it

Catalogo: Morgana Edizioni www.morganaedizioni.it
Patrocini: Provincia di Firenze, Comune di Sesto Fiorentino
Ufficio Stampa: MultiMedia, Firenze, 055 8398747

Mostra Scambio: LATITUDE 30–40: il 2° atto

Mostra Scambio : LATITUDE 34 – 40: il secondo atto

Organizzatore : Art1307 Napoli e LA Artcore Los Angeles

Sede : Villa di Donato P.za Sant’Eframo Vecchio - NAPOLI

Data : 1° – 30 Novembre

Receptions : 4 Novembre dalle 18 alle 22 su invito

Orario : da Martedì a Sabato su appuntamento

Artisti : Richard Aber, Ann Gooding, Mark Steven Greenfield, Carlo Marcucci, Yoella Razili.

Patrocini: Consolato Generale d'Italia a Los Angeles, Consolato Generale degli USA a Napoli, Regione Campania, Provicia di Napoli, Micucci Design Collection - Los Angeles

Per informazioni : Napoli – Art1307 – Tel. 081 660216 info@art1307.com

www.art1307.com

www.laartcore.org

Un incontro, una correlazione apparentemente azzardata, ma nella realtà tanto reale.

Due città connesse dalla Storia, non da una Storia in comune, ma dalla rispettiva storia individuale passata e presente.

Napoli: un susseguirsi incredibile di dominazioni la forgiano, dopo la caduta dell’Impero romano, come il luogo del possibile: il luogo dove tutto può accadere e tanto di più.

Los Angeles nata come : ” El Pueblo de la Iglesia de Nuestra Señora la Reina de Los Angeles sobre la Porciuncula de Asís ” da un impianto messicano e indio. I nativi americani ( Tongva e Chumash) a cui si sovrapposero i latino-americani provenienti dal Messico: un’invasione che continua tutt’oggi in una storia infinita di migrazione. E poi una comunità bianca, esito di una colonizzazione nella colonizzazione del Nuovo Continente. Questo è alla base dello scambio di visita di artisti italiani a Los Angeles e di artisti Americani a Napoli. L’idea di far incontrare due mondi, due culture due modi di vivere e vedere l‘effetto e comprendere se, dopo tutto, vi siano differenze o meno.

«Latitude 34/40» secondo atto ospita 5 artisti Americani in un affascinante percorso espositivo, che sottopone il pubblico a slanci emotivi e pause di riflessione, fughe nell’immaginario e perentori richiami al reale. Artisti profondamente diversi ma tutti accomunati da quella che John Dewey chiamava “the common substance of the arts”, cioè la sensibilità al proprio mezzo espressivo, in cui l’artista proietta, empaticamente, i propri sentimenti e le proprie emozioni.

SALVATORE MELILLO: SEXTING. L'ARTE DEGLI AUTOSCATTI OSE


SEXTING

L'Arte degli autoscatti Osé

Mostra personale di SALVATORE MELILLO

a cura di Angelo Cruciani & Grace Zanotto

FAMIGLIA MARGINI

Galleria d'Arte Contemporanea - Milano

dal 5 al 30 ottobre 2010

Partecipa al nuovo «giochino» della prostituzione, dell'immagine di sé attraverso MMS. Spogliati e lasciami spiare attraverso l'occhio del cellulare... la Rete ti cattura e si fa bollente, diletto di una generazione viziata nel soddisfare ogni voglia «tutto e subito». Siamo alla soglia di un reato, già si apre un sipario di infinite possibilità di piacere, tanto che varrebbe la pena difendere la libertà d'informazione.

Laura spedisce un messaggio ad Andrea mostrandogli le mutandine di pizzo nuove, David invia una foto a Serena dove i boxer ospitano desideri in eruzione, Matteo e Luca abitano lontani ma tutte le sere fanno cybersex, Massimo è sempre single, ma su Cam4 trova amanti virtuali in ogni momento.

Il progresso tecnologico ha moltiplicato le realtà aprendo nuove possibilità di comunicazione. Oggi è il Sexting la rivoluzionaria forma di liberazione dal senso del peccato imposto nelle relazioni dalle ultime escrescenze bigotte di una cultura religiosa oppressiva. Una strategia per svelare ciò che nascondiamo sotto il burka del perbenismo o semplicemente un piccolo espediente per dire «vieni più vicino».

Mostrarsi è una richiesta di attenzioni per delle verità ormonali e sentimentali che non vanno taciute né represse nel loro fiorire.

Le istruzioni per l'uso alla vita, regalate dalle generazioni precedenti, risultano sempre fallate e il disagio esistenziale è reale quanto l'incalzare del numero di suicidi. Ultimo messaggio d'addio nella casella di aggiornamento dello stato d'umore su Twitter. Esiste un flusso che ci collega tutti come una «memoria archetipica» del terzo millennio. Anche il bisogno d'amore viene postato in internet; navigando non si rischia più d'incappare in un messaggio in bottiglia ma in foto esplicite di nudi adolescenziali.

Nel Labirinto di Freud vaga Salvatore Melillo; munito di cellulare o di PC per rintracciare le interazioni sessuali dell'ultima generazione, tramite il SEXTING. Rinnovando il ruolo sociale dell'artista nell'avanscoperta dell'avvenire, il pittore Salvatore Melillo esplora la rete, stuzzicandosi fra tettine e altre parti anatomiche disponibili agli sguardi fugaci di chiunque, le classifica come un collezionista di farfalle e col suo agile pennello le riporta in materia pittorica. Coraggioso è il percorso che foto dopo foto, desiderio su desiderio, centimetro dopo centimetro si percorre tra le sue opere ardenti e bramose di raccontare il frenetico mondo delle «voglie».

La delicatezza del bianco nero con cui ritrae mutandine a forma di cuoricino e seni al silicone astrae l'immagine dal tempo inserendola nel calendario delle foto erotiche. Lo scorso secolo si racconta attraverso le cartoline delle bellezze anni '30, le foto delle amanti strette al petto dai soldati e i ritratti fotografici prematrimoniali spediti agli immigrati oltreoceano... oggi il sexting e domani?

L'Arte porta in superficie il lato nascosto della vita purificandolo in un'aurea di magnificenza, Francisco Goya e Salvador Dalì e molti altri artisti in ogni tempo vengono ricordati per il loro coraggio nell'aprire le porte verso l'ignoto e per aver saputo sciogliere le paure collettive.

Navigando sull'onda delle sfumature, anche se solo per un secondo, il sesso si trasforma in AMORE.

Salvatore Melillo propone un gioco interattivo chiedendo «il tuo Sexting» per farne materia d'arte. Inviando un autoscatto puoi partecipare all'esposizione che sarà visibile a Milano, presso la galleria Famiglia Margini dal 5 al 30 ottobre 2010.

SEXTING L'Arte degli autoscatti Osé

Mostra personale di Salvatore Melillo

a cura di Angelo Cruciani & Grace Zanotto

FAMIGLIA MARGINI - Ass. culturale e Galleria d'Arte Contemporanea

Milano – dal 5 al 30 ottobre 2010

Inaugurazione: martedì 5 ottobre 2010 ore 18,30

Cocktail offerto da Masseria Felicia

Indirizzo: Via Simone d'Orsenigo n°6, 20135 Milano.

Orario: dal lunedì al venerdì 11,30 alle 20,00 (e su appuntamento)

Info: tel. 02_55199449 – 328_7141308

Sito web: www.famigliamargini.com ; www.salvatoremelillo.com;

Organizzazione: Famiglia Margini - famigliamargini@gmail.com

Catalogo in mostra.

Ufficio Stampa: Flavia Lanza – flavialanza6@gmail.com ; 340_9245760


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