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giovedì 8 ottobre 2009

Il Melograno. Opere di Silvio Vigliaturo




Venerdì 25 settembre si è svolta a Pianezza (To) l’inaugurazione della scultura monumentale dell’artista Silvio Vigliaturo – voluta dal sindaco della città Claudio Gagliardi – dal titolo L’uomo al centro dell’universo. L’opera – progettata in collaborazione con gli architetti Raquel Barriuso Diez e Vittorio Amedeo Sacco – è stata anche battezzata il Melograno, dato che le quattro sezioni che la compongono, come i raggi di un’ipotetica sfera divisa a spicchi, assomigliano proprio ad un melograno spezzato di cui vengono svelati i brillanti semi variopinti. Ciascuna delle quattro unità è, in realtà, un volto visto di profilo, la sezione di un animo di cui sono resi percepibili i pensieri e i ricordi. I pannelli di vetro, incastonati come pietre preziose nello scheletro metallico, sono intrisi di una tavolozza intensa e variegata – impronta caratteristica dell’intero itinerario creativo dell’artista – e fungono da supporto fisico per la rappresentazione di tali immagini della memoria; anche queste ultime hanno sembianze umane possono essere interpretate come uomini universali, ricettacoli che possono essere riempiti dal ricordo di ogni vita di cui valga la pena trattenere le vicissitudini e le sfumature nella memoria collettiva. Dello stesso spirito umanistico sono intrise le opere che compongono questa mostra – anch’essa intitolata il Melograno. I dipinti e le sculture in vetro che impreziosiranno gli spazi di Villa Casalegno dal 17 ottobre al 15 novembre 2009, ritraggono, infatti, dei volti e dei corpi che, per quanto stilizzati, rimangono sempre riconoscibili, e proprio perché stilizzati sono profilli universali, presenze sinuose ed essenziali. Questa mostra darà al pubblico la possibilità di apprezzare i tratti caratteristici della produzione dell’artista: la liquidità onirica delle superfici; la lucentezza e il vigore dei colori primari; le forme rigorose e quasi astratte dei profili degli Amanti che si fondono gli uni negli altri in una costante metamorfosi dei lineamenti. La produzione di Silvio Vigliaturo, che sia essa su vetro o su tela, è sintomatica di un bisogno di ritornare all’essenziale, che non esclude però una gioia di vivere che si esprime in particolar modo nei fuochi d’artificio dei suoi colori. Le sue figure decostruite, primitive e barocche allo stesso tempo, animate da una tavolozza manifestamente mediterranea, sono una calorosa sintesi di tradizione e modernità.

Mostra: Il Melograno. Opere di Silvio Vigliaturo

Curatori: Raquel Barriuso Diez, Vittorio Amedeo Sacco

Luogo: Villa Casalegno – via al Borgo 2, 10044, Pianezza (To) Vernissage: sabato 17 ottobre ore 17,30

Periodo: dal 17 ottobre al 15 novembre 2009

Orario Mostra: sabato 16:00/19:30; domenica 10:00/12:30 e 16:00/19:30

info: arte.contemporanea@fastwebnet.it

Ufficio stampa MACA

Tel. 0119422568

maca@museovigliaturo.it

www.museovigliaturo.it

Carlo Scarpa's Tomba Brion: Photographs by Guido Guidi, 1997-2007

Carlo Scarpa's Tomba Brion: Photographs by Guido Guidi, 1997-2007


The CCA revisits architect Carlo Scarpa’s masterpiece as part of an

exhibition on photographer Guido Guidi.

Montréal – The Canadian Centre for Architecture has chosen to

revisit an architectural masterpiece with an exhibition entitled Carlo Scarpa's Tomba Brion:

Photographs by Guido Guidi, 1997-2007, dedicated to the Italian photographer Guido

Guidi. The exhibition takes place from 11 September 2009 to 10 January 2010 in the

CCA’s Octagonal Gallery.

Carlo Scarpa's Tomba Brion captures notions of time, space, and light in the Brion family

mausoleum in Italy, considered to be Carlo Scarpa’s masterpiece. A long-time admirer of

Scarpa’s work and thought, Guidi’s interest in the Brion family tomb is reflected in this

decade-spanning visual essay.

The artist’s 54 colour photographs reveal the beauty of the funerary complex, its clean

Architectural lines, and the poetic nature of Scarpa’s work. With passion, meticulousness,

and a focus on minute details, Guidi imbues every frame with the richness of colour,

ornamentation, and purity of his subject. The artist invites contemplation of a piece of

architecture whose majesty reveals itself differently depending on the time of day, the

season, and the observer’s viewpoint.

By concentrating on particular architectural features of this major work, the artist invites the

Viewer to look beyond the whole. "In essence, I considered Scarpa’s architecture not only

as a manufactured object, but also as a machine through which to look at time. Or rather,

architecture in its “becoming,” as shadows on a wall that recall volumetric projections

drawn in countless mutations on a sheet of paper," explains Guidi.

This conceptual approach is illustrated by a wall text, written by the photographer and

subtly enhanced by the graphic design company FEED, located at the entrance to the

Octagonal Gallery. The art of Guido Guidi and the prolific work of Carlo Scarpa have

been the subject of numerous publications, many of which will be made available for

consultation in the area adjacent to the exhibition space.

BIOGRAPHY

Born in Cesena, Italy, in 1941, the photographer Guido Guidi began his career in the late

1960s. After studies at the Venice University Institute of Architecture (Istituto Universitario di

Architettura di Venezia; now Università IUAV di Venezia), he returned to IUAV in 1970 as

a photographer.

Over the course of his practice, Guidi has developed a cohesive body of work in which he

examines the contemporary landscape and its transformations. His investigations into

marginal places break with the tradition of depicting classical Italy and its monuments. He

has worked on several photographic commissions focused on landscape and his work has

been shown in many solo and group exhibitions, including Viaggio in Italia (1984);

LInsistenza dello sguardo, lInvention dun art (Centre Georges Pompidou, Paris, 1989);

Muri di Carta (1993); The Italian Metamorphosis, 19431968 (Guggenheim Museum,

New York, 1994); Lio e il suo doppio (Venice Biennale, 1995); In Between Cities (2003);

Metamorph Trajectories (Venice Biennale, 2004); Trans Emilia (Fotomuseum Winterthur,

2005); and, most recently, Dieci fotografi doro (2009).

Guidi contributed to the exhibition Venezia Marghera: Photography and Transformations

in the Contemporary City, organized in 1997 in collaboration with the Canadian Centre

for Architecture. He has received significant photographic commissions from the CCA,

among them Mies in America (2001) and Carlo Scarpa, Architect (1999).

In 1995, he was awarded the Italian Photographic Book of the Year Prize for Varianti

(Udine: Arti Grafiche Friulane), a monograph on his mid-career work that garnered critical

praise for the excellence of its text and images.

He has taught and given workshops on photography at various Italian universities and

institutions since 1986.

GALLERY TALK

The exhibition is curated by Louise Désy, CCA Curator of Photography, who presents a

Gallery Talk on Thursday, 15 October at 7 pm (in French).

ABOUT THE CCA

The Canadian Centre for Architecture (CCA) is an international research centre and

museum founded in 1979 on the conviction that architecture is a public concern. Based on

its extensive collections, the CCA is a leading voice in advancing knowledge, promoting

public understanding, and widening thought and debate on the art of architecture and its

history, theory, practice and role in society today. The CCA celebrates the 20th

anniversary of its public opening throughout 2009 with an ambitious series of programs

and initiatives that underscore the achievements of the CCA.

The CCA thanks Hydro-Québec, RBC Financial Group, Loto-Québec

and BMO Financial Group for their support.

The CCA also acknowledges the Ministère de la Culture, des Communications et de la

Condition féminine, the Canada Council for the Arts, the Conseil des arts de Montréal,

and the Department of Canadian Heritage.

INFO

Centre Canadien d’Architecture

Canadian Centre for Architecture

1920, rue Baile

Montréal, Québec

Canada H3H 2S6

t 514 939 7000

f 514 939 7020

www.cca.qc.ca

mercoledì 7 ottobre 2009

Mostra Cristiano Gabrielli. galleria massenzio arte 15-24 ottobre

Galleria Massenzio Arte, via del commercio, 12 Roma

15-24 OTTOBRE cristiano gabrielli INCOMPRES2O

Cristiano Gabrielli parla di un'alchimia del personale che vive di simboli, segni ed eventi non casuali nell'uomo come negli spazi, nel disegno-struttura che è l'ossatura come nel successivo intervento di pittura mediale, epitelio tecnologico-digitale che gli sovrappone per spiazzare e provocare.

Oltre all'arte evidenzia il bisogno del suo retro quinta, di reali interazioni, di effettive inferenze: lo svelarsi del suo carattere nella frequentazione dei territori dell'incomunicabile, dell'incomprensione e della durezza, della non comprimibilità, il suo farsi a prezzo e grazie a tutto questo, il suo santificarsi, la sua possibilità di divenire risorsa per attraversare la contemporaneità, e finalmente uscirne.

Tramite un sincretismo apparentemente eretico, realizzato con il dialogo tra i simboli ed i linguaggi di ogni scienza sacra e le modalità proprie della pubblicità e del fumetto, descrive e mette in luce l'essenza assoluta dei significati e la valenza supericonica dell'opera, in aperta rottura polemica con la loro assenza altrove incoraggiata nei mezzi dell'arte come nelle rappresentazioni di massa e nei linguaggi.

Nell'allestimento proposto la stanza, da prigione inquisitoria dell'incomprensibile,­­ diviene il gabinetto logologico in cui fuggono e si espandono, liberati da ogni forma di pararealtà, i semi incompressi che germinano più vere, piene ed acute possibilità di esistenza.

Orario di visita: dal lunedì al sabato ore 16.00/20.00, festivi esclusi (domenica chiuso)

Inaugurazioni: ore 18.00

Collegamenti: Metro B, fermata Piramide
Catalogo disponibile in sede
Organizzazione ed ufficio stampa mostra: Massenzio Arte

info: www.massenzioarte.it cristianogabrielli@virgilio.it Tel. 339-8712557 06-83601822

De Obsessione: la prima trilogia di persistenza.

Un'occasione espositiva espressa in tre momenti, tre personali realizzate a Roma nella Galleria Massenzio Arte di via del Commercio 12, di cui questa è l'appuntamento finale, dopo le mostre di Cristina Cerminara e Francesca Vitale.

Una trilogia che vuole evidenziare, tramite l'unicità e la irripetibilità dell'ossessione personale che si traduce in ossessione d'arte, la persistenza e ricorrenza di un codice proprio, unico ed irripetibile all'interno dell'opera, la possibilità di azioni, di modalità di manifestazione e rappresentazione alternativa rispetto a quelle che sono operative all'interno dei sistemi di svolgimento contemporaneo dell'arte.

E' spazio qualificante in cui vedere declinata e ribadita una cifra distintiva, un'evidenza di stile, una attitudine di rischio, una meccanica di ricerca, una differenziazione non casuale o strumentale, ma critica, persistente e degenerante rispetto al canone.

Nello stesso tempo è la resa fisica del terrore esistenziale nella coscienza come nel corpo, nell'opera come nell'interprete, per sfuggire ai consueti meccanismi di propagazione, negazione o rimpianto del codice, che generano rappresentazioni meramente culturali o occasionalità post-moderne di nicchia o di massa in cui stemperare ed esaurire tensioni, addomesticare attitudini, mercificare radicalità, svilire messaggi.

Mostra Giorgio Griffa "8 Cicli"

Alla Galleria d'Arte 2000&NOVECENTO

di Reggio Emilia

dal 10 Ottobre al 30 Novembre 2009

GIORGIO GRIFFA

7 CICLI


Questa personale di Giorgio Griffa alla Galleria 2000&Novecento di Reggio Emilia, che in questa occasione festeggia i 10 anni di attività, si presenta con la caratteristica di una concisa antologica che ripercorre agilmente tutto l'excursus creativo dell'artista piemontese. Il complesso delle opere è diviso per cicli di lavoro (da qui il titolo della mostra 7 Cicli), quindi si offre con un percorso cronologico che facilita la compressione delle metamorfosi tematiche, tecniche e concettuali dell'autore.

L'inizio della ricerca di Griffa si manifesta come un ritorno all'analisi, agli strumenti più specifici del fare pittorico, con un recupero di attenzione al supporto, alla tela (sempre libera e volante), al colore, al gesto, una sottile riflessione dunque, al quadro inteso come luogo specifico del segno, della pittura. L'etichetta più usata per queste ricerche, che iniziano per Griffa alla fine del 1967, è quella di "nuova pittura". Ovvero la riduzione al minimo dell'emotività per identificare la nozione di spazio, e di spazio-tempo, con la realtà stessa della tela (sempre grezza), quindi arte in quanto azione, o esperienza della realtà del corpo - ovvero del braccio che traccia un segno - sempre con gli stessi caratteri, ma sempre diversi a seconda dell'energia della mano che percorre la tela col colore. In tutto questo sono insite le costanti del lavoro successivo di Griffa, che comunque non è stato mai alieno da interessantissime metamorfosi.

Successivamente hanno infatti iniziato ad intrecciarsi tra di loro segni molto diversi (sia orizzontali che verticali, sia spessi che sottili), oppure la pittura è posata su frammenti di tela, che vengono disseminati nello spazio, così da dar vita a veri sistemi installativi. In un altro ciclo, all'inizio degli anni '90, dominano tre linee e un arabesco che intrecciati determinano un processo iconografico sempre mutante, connotato dalla presenza di un numero progressivo. Dopo un lustro nel lavoro di Griffa nasce il ciclo delle numerazioni che evidenziano i processi creativi crescenti all'interno dell'opera. Subito dopo troviamo un altro ciclo che dà conto della memoria pittorica dell'autore, in esso si trovano tracce delle suggestioni tratte da artisti amati di ogni epoca e genere. Non è inutile ricordare che le ultime opere dell'artista torinese vertono sul "rapporto aureo", ovvero un numero infinito che non esclude però una volontà di armonia, che è comunque interna a tutto questo lavoro.

Un lavoro che ci appare anche oggi fuori dagli schemi, dai luoghi comuni, sempre

propositivo, una miniera da sondare e scavare.

Giorgio Griffa. 7 Cicli.

Mostra a cura di Gianfranco Rossi.

Introduzione di Luigi Abbate, testo di Marisa Vescovo.

Catalogo in Galleria.

Reggio Emilia, Galleria d'Arte 2000&NOVECENTO

Inaugurazione: sabato 10 Ottobre 2008, ore 18.00 alla presenza dell'artista

10 Ottobre - 30 Novembre 2009

Orari: 10 – 12,30 / 16 – 19,30

(Chiuso la mattina giovedì – Aperto domenica e festivi)

Per informazioni:

2000&NOVECENTO Galleria d'Arte

Via Emilia San Pietro, 21 – 42100 Reggio Emilia

Tel.: 0522 - 580143 Fax: 0522 – 496582

LOBODILATTICE - ARTE CONTEMPORANEA IN MOVIMENTO N.101


Arcangelo - Copertina n. 101

In primo piano:

LESS IS MORE - La Rubrica di Alessandro Trabucco - N.OO: "L'OPERA D'ARTE NELL'ERA DELLA SUA INCAPACITA' TECNICA"

In che punto preciso si trova l'arte contemporanea? Questa la riflessione di Trabucco sull'argomento, prendendo spunto dal saggio di Benjamin "L'opera d'arte nell'era della sua incapacità tecnica".
Il filosofo osservava che quell'aura fuggevole attorno all'opera d'arte si approssimava sempre più verso una fine, non tanto in senso nostalgico del termine, quanto come tentativo di individuare le potenzialità non ancora esplicitate della riproducibilità. La società iniziava ad esigere una vicinanza alle cose, alle opere.
Eppure attualmente, pare che l'arte ponga un distacco da un pubblico esteso, meno fruibilità, ripiegamento autocelebrativo di albori trascorsi. In questo numero si cercherà di approfondire il percorso evolutivo/involutivo dell'opera d'arte.


Epidermide, animali e fango per comunicare l’interiore. Ana Kronos Roberto Kusterle

La mostra fotografica"Ana Kronos" ha come protagonista la natura: plasticità, colori, geometria di flora e fauna a distanza molto ravvicinata. I corpi umani, addirittura l'epidermide sono mimetizzati e mescolati ad una Natura divina e panteistica.


AMOR SACRO E AMOR PROFANO - Intervista a Simone EL RANA, di Ivan Quaroni

Un'intervista dedicata all'arte del tatuaggio: protagonista il "Signor El Rana". E questo nomignolo? "...ho sempre avuto una strana ‘passione’ per questo anfibio. Mi sono tatuato la prima rana nel 1996 e poi ho continuato per lungo tempo, fino a collezionarne più di 15! "
Da operaio orafo a vero e proprio tatuatore, infine creatore di una linea di gioielli ispirati alle icone tattoo. Molto originale, invece, l'utilizzo di Ex voto in abbinamento a skateboard e tavole da surf dipinti da artisti e fumettisti come Massimo Giacon.

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