"AL DI LA DEL BERE E DEL MARE"
La Rubrica di Vanni Cuoghi
da Lunedì 21 Settembre, solo su lobodilattice
(immagine: Vanni Cuoghi - "protesi" acrilico su tela 45x45, 2007)
GIUSEPPE VENEZIANO CENSURATO AD ART VERONA
IN ESCLUSIVA solo su LOBODILATTICE Intervista ad IVAN QUARONI e GIUSEPPE VENEZIANO
sulla polemica innescata ad artverona dall'opera "La madonna e il Terzo Reich" che ha visto insorgere la Comunità ebraica, la Curia e il Sindaco di Verona
http://www.lobodilattice.com/node/5334
Il GIOIELLO – IL TEMPO
Design d'avanguardia ma anche uno sguardo rivolto al passato. Ricerca delle forme, materiali poveri, classici e d'avanguardia. Proiezioni artistiche per gioielli raffinati ed unici.
Espongono i loro gioielli gli artisti: Silvia Cerroni, Alessandro D'Ercole, Dede Stefanini.
24-27 settembre 2009
Galleria Massenzio Arte
Via del Commercio 12 – Roma
h. 16,30-19,00
Nel nostro tempo, mentre la tecnologia strizza l'occhio al design che fa tendenza, realizzando cellulari, penne USB, auricolari scintillanti di lustrini come bijoux da indossare, le creazioni orafe di Silvia Cerroni attingono dalla tecnologia i materiali per creare gioielli avveniristici di sperimentazione, oreficeria in movimento. (Silvia Cerroni)
Poichè è il gioiello il manufatto umano che gli uomini hanno indossato dall'inizio della loro storia, esso deve essere considerato la prima forma d'arte capace di collegare ricchezza , bellezza e vanitas; il gioiello ha accompagnato i desideri, e spesso la vita di uomini e donne, non solo di re e regine, ma anche di persone semplici, che hanno delegato ad un piccolo oggetto, appendice e completamento del proprio corpo, la propria fortuna, le proprie speranze, il proprio senso di unicità. Non è, quindi, una forma d'arte minore: non esistono forme d'arte minori; esiste invece in ogni opera creata dalle mani dell'uomo e prima ancora dalla sua testa e dalla sua sensibilità una piccola quantità d'amore e di energia che differenzia un manufatto da un altro; per cui può accadere, e forse dovrebbe accadere che, indipendentemente dal valore intrinseco del materiale con cui l'opera-gioiello viene realizzata, colui o colei che ha un senso estetico più sviluppato, indipendentemente dalla sua ricchezza, possa indossare una vera opera d'arte, un'aura di bellezza che lo accompagna e lo denota, lo fa sentire unico, migliore anche di chi appare più fortunato per ricchezza ed agi.
In questo senso il gioiello va rivalutato, e visto come un vero oggetto di potere: un feticcio che da, a chi lo possiede, la capacità ed il potere di essere migliore di quanto a prima vista appaia. Chi si appresta ad acquistare un gioiello deve poter vedere la bellezza dove altri non riescono a coglierla. Il motivo per cui realizzo gioielli in ferro è proprio questo. Cerco la bellezza da tirare fuori dal materiale più povero e vilipeso. Un materiale con cui sono stati fatti cannoni e fucili, e mai gioielli. La colpa non è del ferro, la colpa è degli uomini. La bellezza è ovunque la si voglia cercare. (Alessandro D'Ercole)
Il gioiello come testimonianza del nostro passato e della nostra cultura, rivisitato per essere vissuto nella quotidianità. Il gioiello nel tempo è il tema e la sfida che Dede Stefanini vuole proporre nelle sue creazioni, una rivisitazione degli stili antichi con uno sguardo al futuro. (Dede Stefanini)
Organizzazione a cura
Associazione Incontri e Eventi
MASTER E CORSI DI FORMAZIONE CONTINUA
ARCHITETTURA DEL PAESAGGIO UPC / ACMA MILANO 2009-2010
ACMA Centro Italiano di Architettura organizza a Milano il programma di Master e
Direzione Jordi Bellmunt (Barcellona), Joao Nunes (Lisbona),
Per informazioni:
ACMA Centro di Architettura
via Antonio Grossich 16, 20131 Milano
Tel. +39 02.70639293 Fax.+39 02. 70639761
Nel clima di Artelibro:
i racconti verbo-visuali di Linda Rigotti a Fragilecontinuo
Dal 19 settembre al 3 ottobre 2009 "E appropriamento ipotetico di una città", narrazioni per immagini su carta
Anticipa e accompagna Artelibro, ma ne espande anche i confini, la mostra organizzata da Fragilecontinuo. Dal 19 settembre al 3 ottobre 2009 verranno infatti esposti i lavori di Linda Rigotti, il cui nucleo centrale è rappresentato da quello che potremmo definire semplicisticamente come "libro d'artista", ma che sconfina e si completa nella narrazione attraverso altri linguaggi.
"E appropriamento ipotetico di una città" il titolo della mostra, ad indicare il filo conduttore che percorre libro, immagini e video esposti. Un titolo che chiama in causa il concetto di luogo e, con sé, quello di viaggio, percorso. I lavori esposti mettono infatti in relazione due luoghi simbolo per Linda – le Dolomiti, dov'è nata, e Bologna, dove ha vissuto e vive – in un susseguirsi di frammenti che si traducono in litografia, foto, parole che scorrono. Il tutto elaborato e trasformato graficamente, per poi essere fissato su carta in un atto sapientemente artigianale di manipolazione del supporto.
Il lavoro verbo-visuale che trova espressione nel libro si completa con un video/documentario che racconta in immagini in movimento quanto è stato fissato su carta, di cui saranno esposte anche le litografie e le fotografie originali. La congiunzione "e" al principio del titolo della mostra suggerisce invece la presenza di altri lavori sul suppoto carta.
INFORMAZIONI GENERALI
Chi Linda Rigotti
Cosa "E appropriamento ipotetico di una città" - Personale
Dove Fragilecontinuo
http://fragilecontinuo.blogspot.com
Vicolo de' Facchini 2/a (angolo via Mentana), Bologna
Quando Vernissage 19 settembre 2009, dalle 19.00
Mostra 19 settembre – 3 ottobre 2009
Contatti press.fragile@gmail.com
335.7413307
Galleria Monteoliveto Napoli – event opening at 23 september 2009 "Graffiti" Special guest Paul Kostabi
Alla fine degli anni settanta dalle strade di New York , l'arte murale di Basquiat approdò alla factory del re della Pop Art Warhol e negli stessi periodi Keith Haring iniziò un sodalizio con l'artista di origini Haitiane. Nel 1980 Jean-Michel Basquiat partecipa al Time Square Show, retrospettiva organizzata da un gruppo di artisti, alla quale farà il suo formale debutto newyorkese anche Haring. Questo evento riconosce la nascita di due nuove avanguardie della Grande Mela: la downtown (neopop) e la uptown (rap e graffiti).
MOSTRA ALLA GALLERIA CONTEMPORANEAMENTE ARTE
Via Conchiglia, 29
62012 Civitanova Marche (MC)
334...
mail: contemparte@tiscali.it
COMUNICATO STAMPA
ARTISTA: BARBARA MANSO
INAUGURAZIONE : Sabato 19 Settembre ore 18,30
PERIODO ESPOSITIVO : dal 19 Settembre al 30 ottobre 2009
ORARIO: 18,00 - 20,00 (da mercoledì a sabato)
Con l'impiego di materiali inconsueti, la ricerca di Barbara Manso è proseguita fino
all'uso di un materiale che nella sua semplicita', leggerezza e carica simbolica
riesce ad aprirle una nuova via di sperimentazione: il filo.
Telai di legno e di ferro sono supporti che interagiscono con la lana, il cotone e i colori di un mondo che rimanda a sogni sospesi.
… Il filo, l'elemento essenziale dei lavori di Barbara Manso è il simbolo avvolgente dell'esistenza umana che si snoda tra gli oggetti, li avvolge, li rende opacamente permeabili alle rifrazioni del fare umano. Cosi le storie, la storia degli uomini si avvolge e riveste gli oggetti nella loro superficie come fragile unico filo senza tramatura, esso si accosta e sovrappone a se stesso mantenendo la sua metafora di fragilità, sempre recidibile.
Si dice spesso: mantenere il filo del discorso, ossia il senso comune che si ha di esso. Forse tale metafora trova la propria efficacia figurativa, a vantaggio della più ideale linea, per la fisicità dell'oggetto tirato in causa: il filo. Esso anche se aggrovigliato nei percorsi della vita ci riconduce ad un'origine, all'uscita del minoico labirinto entro cui tutti vaghiamo alla ricerca delle minotauriche paure.
Vi è un lavoro che spicca, tra la collezione di oggetti eterogeneamente rivestiti del fragile filo di senso di Barbara, è un'inquietante forca viola; un oggetto che spaventa, che non lascia spazio, almeno apparentemente ad equivoci, ma che definisce smentendo tale previsione, la sua apertura ad altro attraverso il titolo che lo battezza: "second life". Tale titolo sposta il senso in un altro senso: per cominciare qualcosa, qualcos'altro deve finire.
L'artista trasforma ciò che cinicamente è visto come fine nella speranza (ultimo dei mali, il solo e unico gestibile dagli uomini) di un nuovo inizio.
Dal testo critico di Diego Mazzaferro
Docente di Semiologia Accademia di Belle Arti dell'Aquila
CONTEMPORANEAMENTE ARTE
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