SANDRO BONGIANI ARTE CONTEMPORANEA VRSPACE
Via
S. Calenda, 105 84126 Salerno
COLLETTIVA
“Contemporanea / Ricerche e materiali marginali attivi”
Da lunedì 23 agosto a
sabato 25 Settembre 2021
A cura di Sandro Bongiani
https://www.sandrobongianivrspace.it/
Orario continuato tutti i giorni dalle 00.00
alle 24.00
e-mail: bongianimuseum@gmail.com
#galleriavirtuale_sandrobongianivrspace
Con la nuova startup “sandrobongianivrspace”
nata nella primavera del 2021 s’inaugura
lunedì 23 agosto 2021, alle ore 18.00, la mostra
Collettiva “Contemporanea
/ Ricerche e materiali marginali attivi” con le opere di
36 artisti italiani e stranieri a cura di Sandro Bongiani.
La mostra presenta trentasei artisti di respiro internazionale accomunati dalla ricerca di una dimensione artistica incentrata sul cambiamento e sulla sostenibilità e il futuro dell’arte. Con questa rassegna Sandro Bongiani vuole sottolineare l’unicità del percorso artistico delle tre gallerie virtuali attivate dal 2009 a oggi, le tendenze emerse nel corso degli anni e quali potrebbero essere gli sviluppi dei prossimi progetti futuri da realizzare in ambito contemporaneo. La mostra, vuole porre un confronto tra opere e artisti di diverse generazioni e nazionalità che operano con media e tecniche differenti, dalla pittura al disegno, dalla poesia visiva alla performance fino all’opera digitale messe in dialogo tra loro e in relazione con lo spazio virtuale e immateriale della galleria Vrspace.
Contemporanea/
Arte di sistema e ricerca marginale attiva
Presentazione di
Sandro Bongiani
Riprendo il lavoro svolto in un seminario
organizzato da Luigi Russo nel 1982 a Palermo, di una inchiesta “sociologica”
volutamente provocatoria, una sorta di progetto partecipativo di un artista
argentino Horacio Zabala che aveva inviato a duecento persone di
ventitre paesi un foglio bianco con l’intestazione “Oggi l’arte è un carcere”.
Una campionatura delle numerose risposte poi pubblicate in un volume. Dal
seminario i contributi di Mario Perniola, Ermanno Migliorini, Enrico Crispolti
e il filosofo Jean Baudrillard sono stati tutti
concordi nel ritenere che l’arte può essere anche una
prigione. Il filosofo Mario Perniola per l’occasione
scriveva "l'arte è un carcere, perché gli artisti sono dei
carcerieri; essi tengono imprigionata la creatività che si potrebbe manifestare
nella società con ricchezza di forme e di espressioni". Il carcere per le
false avanguardie è la società, il suo astratto ordine pianificato. Perché
questa premessa, perché l’arte proposta dal sistema culturale
ufficiale viene pianificata in funzione di un ritorno economico sia del
gallerista che dell’artista e anche dal
curatore di turno che preferisce essere utile al sistema accettando il ruolo
di subalterna condizione. Di fatto, l'arte "ufficiale" si
adatta alle tattiche e alle mode pre-confezionate producendo
oggetti spesso sciatti che la critica asservita, cerca in tutti i
modi di avvalorare, dando motivazioni di vario genere a giustificare le qualità
che a volte nelle opere non c’è. Anche da queste considerazioni nasce il mio
interesse a utilizzare, da diverso tempo, delle “piattaforme
alternative virtuali” proponendo l’altra faccia della medaglia
dell’arte; quella a lungo celata rispetto i dettami del panorama del sistema
dell’arte ufficiale. Proposte e esperienze di ricerca varie che io
riassumo complessivamente come “operazioni marginali attive”.
Viviamo ormai in un mondo uniformato e
globale in cui abbiamo perso il valore della creatività e avvalorato la
provocazione “tout court” fine a se stessa. Ormai si naviga a vista in un
territorio sterile irto di dubbi e d’incertezze. Arte o Flop Art?, prima o poi,
bisognerà mettere a nudo la grande truffa che ci costringe a
credere, in nome della contemporaneità, che tutta l’arte sia quella
che oggi viene presentata e imposta dal sistema ufficiale. Il gesto
provocatorio di Marcel Duchamp aveva un senso e una logica negli anni
20, oggi viene imitato e utilizzato come atto formalistico e non più
provocazione esistenziale. Di certo l’attivismo di tanti falsi profeti non ha
più senso se viene ripetuto, come per esempio fa un
certo artista con la “messa in opera”, si fa per dire, di una banana
a muro. Infatti, nel 2019, si era permesso di esporre una banana vera “Comedian” con nastro
adesivo a parete all’Art Basel di Miami Beach, una delle fiere
più importanti del mondo di arte contemporanea, con relativa
orchestrazione collaborativa dell’artista David Datuna che
andava a completare la performance iniziata dall’artista Italiano dedito al
facile conformismo e alla stanca ripetizione di idee indagate già
precedentemente da altri artisti. Basterebbe vedere le
opere presentate recentemente anche alla Pirelli Hangar Bicocca di
Milano con strascichi che ricordano lavori di Mimmo Paladino e persino del comasco
Ico Parisi. Un’idea debole, un’operazione banale di sterile provocazione,
nient’altro. Un tempo la provocazione sconvolgeva e
destabilizzava i benpensanti e i moralisti, mentre oggi, nascendo come solo
pretesto ha perso la forza distruttiva e mordente della dissacrazione
per essere docilmente assorbita e resa
innocua asetticamente come elemento codificato fine a se
stesso. Per il momento la parola d’ordine è “Il suo valore
risiede nell’idea”, quella di codesto autore, appunto, è
sicuramente “l’idea di azzerare tutte le idee”, facendo affiorare
l’inconsistenza del pensiero divenuto vuoto e fenomeno del giorno. Anche
in questa situazione il sistema dell’arte si fa promotore, interprete e
garante del pretesto assunto a opera d’arte in quanto oggetto svuotato a
servizio del mercato ufficiale dell’arte globale.
Sappiamo che M. Duchamp, in vita non ha
mai venduto un'opera, disprezzava il denaro e era indifferente al
successo che non ha mai assaporato. L’importanza
di Duchamp sta tutta nella pratica di inscenare interferenze e attriti
all’interno dell’avanguardia, assai poco giustificabili e lecite se
proposte in questa nostra attuale contemporaneità da personaggi e epigoni
(artisti curatori e mercanti) che vogliono travisare e sabotare volutamente la
portata rivoluzionaria di questo artista. Di sicuro, nonostante la
notorietà gran parte della società non conosce appieno la portata
reale del lavoro di Duchamp, come per esempio “Etant
donnè” creata nell’ultimo ventennio di lavoro, (tra il 1946 e
il 1966), prima della sua scomparsa e che
risulta, a mio avviso, il testamento ufficiale di come concepire una
originale creazione artistica dada. Come possiamo accettare oggi la
performance della finta spiaggia “Sun & Sea” con annessi bagnanti e
figuranti in tenuta balneare con sottofondo leggere arie
di finta operetta che si percepivano qualche anno fa nel
padiglione della Lituania alla 58 Biennale di Venezia 2019. L’opera Sun
& Sea (Marina) affronta con leggerezza teatrale una situazione
“soft”, si rivolge ad un pubblico disponibile
presentando l’accadimento con toni ammiccanti e del tutto familiari.
Decisamente una scena piacevole e ludica da Luna Park per una giornata piacevolmente
spensierata da passare in modo diverso sotto il segno della finzione
scenografica. Che dire poi, di una apprezzata saltimbanca da
sagra paesana che incentra la sua pratica artistica sulla
partecipazione pubblica attraverso la “spettacolarità”, coinvolgendo intere comunità
sociali in azioni performative di incontro in cui vari
media come la danza, la musica, l’azione
scenica si riversano per divenire accadimento e
momento puramente collaborativo. Ormai in arte tutto fa brodo. Di
certo, l'arte è stata uccisa ma è mantenuta ancora in vita come
merce, e anche come spettacolo, con il fruitore che fa parte a pieno titolo
della messinscena, di una spettacolarizzazione globale dove esserci
è importante “perché così siamo”. Un mondo realmente ribaltato al
contrario in cui gli accadimenti provvisori prendono il posto della
tensione e dell’invenzioni creativa.
Insomma, il problema sta tutto in questo
cambiamento di idee e di scopi essenzialmente mercantili,
imposto dal sistema globale dell’arte che ha preferito rimpiazzare
il critico d’arte e assumere a proprio servizio nuove figure come i
curatori, per imporre in modo più sicuro le proprie scelte. Ora
tutto è possibile, anche giustificare la produzione di
qualsiasi artista da imporre accreditando un ipotetico valore
estetico. È in questo passaggio e “transitabilità”, da un oggetto
qualsiasi in una accondiscendente valutazione estetica, che si ha la
valorizzazione di un oggetto feticcio qualsiasi a opera d’arte. Di
fatto, non esiste più la categoria dei critici d’arte come s’intendeva un
tempo, ma solo una finta e innocua azione critica da
parte di molti per un fine essenzialmente speculativo, secondo una
logica produttiva utile al mercato. Un tempo l’arte veniva
scritta passo dopo passo, dopo altrettanti verifiche posteriori, mentre ora,
secondo questi fantomatici personaggi è da consegnare già alla storia. Troppi
artisti, troppo mercato, troppe mostre, troppo denaro agitano gli
animi che circola a valanga in nome
dell’investimento finanziario e della speculazione intelligente. Le
ultime avvisaglie riguardano l’interessamento complice da parte del sistema
dell’arte della Street Art e della Cripto Art, due
fenomeni recenti da imporre per ossigenare il mercato, piuttosto
che interessarsi e sostenere, come coscientemente dovrebbe
essere, artisti e visioni di lavoro
che incarnino compiutamente l’originalità del
pensiero creativo anziché la trovata occasionale e provvisoria. Diceva Duchamp, “l’artista del futuro deve scendere in
clandestinità altrimenti sarà assorbito dal mercato”. Oggi
per l’artista, la ricerca e la creazione sono l’unica soluzione se
vuole sopravvivere a questa catastrofe imposta dal sistema ufficiale
dell’arte, un atto di cosciente resistenza al mercato e
alle sue astratte leggi.
La mostra “Contemporanea / Ricerche e materiali
marginali attivi” presenta trentasei artisti di respiro
internazionale accomunati dalla ricerca di una dimensione
artistica incentrata sul cambiamento e sulla sostenibilità e il
futuro dell’arte. Con questa rassegna Sandro
Bongiani vuole sottolineare l’unicità del percorso artistico delle
tre gallerie virtuali attivate dal 2009 a oggi, le tendenze emerse nel corso
degli anni e quali potrebbero essere gli sviluppi dei prossimi
progetti futuri da realizzare in ambito
contemporaneo. La mostra, vuole porre un confronto tra opere e artisti di diverse generazioni e
nazionalità che operano con media e tecniche differenti, dalla pittura al disegno, dalla poesia
visiva alla performance fino all’opera digitale messe in dialogo tra loro e in relazione con lo
spazio virtuale e immateriale della galleria Vrspace. Intende in questo modo indagare le ricerche in atto
guardando alla sperimentazione e al futuro dell'arte. 36
opere per delineare, una lucida e logica analisi delle ricerche svolte
dalla generazione degli 20 agli anni 70, capace di risvegliare gli
animi e le coscienze per troppo tempo lungamente assopite. Una pratica che si
propone di comprendere il mondo preferendo giustamente l’invenzione e la
creatività in un fluire di esperienze senza costrizioni, svincolata da un
ipotetico centro in grado di declinare in nuove forme espressive. Le
opere e i materiali presenti in questa rassegna nascono giustappunto dal
bisogno di collocarsi coscientemente oltre il confine, in
un’area di ricerca “marginale attiva” intesa come il luogo privilegiato per
rilevare nuove ipotesi di lavoro che nella dimensione creativa e
mentale possano suggerire rinnovate possibilità d’indagine. Permane
la proposta convincente di una ricerca in un particolare campo di
azione svolto, capace di definire nuove
invenzioni creative alternative al modo spesso ripetitivo e
monotono proposto dal sistema istituzionale.
Sandro Bongiani 11 agosto 2021
Gli Artisti
36 opere tra dipinti, disegni e
opere digitali per delineare gli sviluppi
di una ricerca in cui l’artista definisce una specifica e originale
lettura del reale. Si tratta di artisti che hanno privilegiato l’importanza dell’opera nella
sua unità e sintesi espressiva e che negli anni hanno definito la storia della
galleria e contribuito a delinearne orientamenti e visione. Artisti come Alessandra Angelini | John M.
Bennett | Andrea Bonanno | Anna Boschi Cermasi | Lamberto Caravita | Bruno Cassaglia | Guglielmo Achille Cavellini | Carl T. Chew | Ryosuke Cohen | Carmela Corsitto | Natale Cuciniello | Marcello Diotallevi | Fernando De Filippi | Giovanni
Fontana | Kiki Franceschi
| Coco Gordon | Paolo Gubinelli | Ray Johnson | Giovanni Leto | Serse Luigetti | Ruggero Maggi | Mauro Magni | Giuliano Mauri | Lillo Messina | Gabi Minedi | Jose Molina | Mauro Molinari | Giulia Napoleone | Clemente Padin | Enzo Patti | Lamberto Pignotti | RCBz | Paolo Scirpa | Shozo Shimamoto | Ernesto Terlizzi | Reid Wood.
Dopo le due precedenti gallerie virtuali, ecco la nuova startup di arte contemporanea.