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Presenta: Photonic truth
Holographic Light Art
Preview 09 giugno h. 18.30
dal 09/09 al 19/09/2016
a cura di Anna d'Ambrosio
"Photonic truth" è un progetto work in progress come duo artistico Dora August / Dora Tass (IT) e August Muth (USA), che si servono del medium olografico come Arte della Luce. Tutte le opere sono realizzate nel lab. "The Light Foundry" di August Muth, a Santa Fe, New Mexico, USA.
La loro collaborazione è iniziata nel 2012 in occasione dell'Internationl Symposium Display Holography, tenutosi al MIT. Lab, dove si sono conosciuti.
La materia dell'olografia è il "fotone" così come per il pittore la tavolozza dei colori o per lo scultore la pietra. La tecnica olografica è un medium ottico di registrazione della luce in 3D.
La luce Laser impiegata genera il fenomeno dell'interferenza, un fenomeno che esiste già in natura, pensiamo all'arcobaleno o ai colori delle pietre opali. L'olografo ricrea artificialmente questo fenomeno servendosi di un fascio di luce coerente, il Laser, "catturando" il fotone sulla lastra olografica. In tal senso l'artista-olografo si muove come un alchimista della luce, che manipola questo fenomeno naturale servendosi di una tecnica tutta analogica ad altissima definizione rendendo la luce materia tangibile. Il fotone quindi è il medium, il principio generatore e l'essenza di queste opere che si collocano nell'ambito della Light Art, come sottolineato da Frank Popper relativamente a questo medium in "Art in Holography2", UK 1996.
In questa preview vengono presentati 5 assemblage olografici della serie dei "Perturbing Objects", unitamente a 2 lavori di August Muth dal titolo Cosmos e Zero, che individualmente segue una ricerca improntata al minimal di forme geometriche luminose. Sarà presente anche una videointervista girata nel laboratorio "The Light Foundry" a Santa Fe, realizzata dalla regista Angela Landini.
La typewriter è il primo soggetto dei "Perturbing Objects", resuscitata a nuova vita viene sostanziata in pura materia luminosa nell'ologramma. Seguendo una ricerca sperimentale che si aggancia in parte alle considerazioni di A. Breton sulla "crisi dell'oggetto" come campo da esplorare, in parte alla psicologia della percezione come l'effetto "Ganzfeld", spazio esplorato da James Turrell.
Il file rouge di "Perturbing Objects" è il cortocircuito percettivo e cognitivo generato dalle sovrapposizioni di forme luminose, immateriali e tangibili allo stesso tempo, reali e surreali, che interferiscono con il nostro usuale modo di percepire la realtà, ed aprono ad un libero modo di ripensare il sistema degli oggetti.
La tecnica olografica impiegata è totalmente analogica, le onde luminose contengono e veicolano una grandissima quantità di informazioni in più rispetto al sistema binario digitale. Inoltre, sulla lastra viene applicata una special emulsione olografica preparata a mano, simile alle prime emulsion utilizzate nella fotografia dei primi del '900, che ha la capacità di catturare la luce in modo estremamente tangibile e luminescente, con una parallasse di 180 gradi.
Se pensiamo che un'immagine ad alta risoluzione video è 180 dpi, gli ologrammi Denisyuk hanno qualcosa come 10,000,000,000 dpi per 3000 dpi di profondità.
Amy-d Arte Spazio
Via Lovanio 6, Milano - MM2 Moscova
www.amyd.it, info@amyd.it, +39.02.654872
Livorno – In occasione dei 150 anni dal trattato di amicizia tra Giappone e Italia si inaugura domani, sabato 4 giugno (ore 18.00), la prima italiana di Dialoghi mostra internazionale del gioiello contemporaneo visitabile presso la Sala delle Esposizioni Temporanee del Museo di Storia Naturale del Mediterraneo (Via Roma n'234, a Livorno).
L'esposizione, ad ingresso gratuito, sarà visitabile fino a sabato 11 giugno e ospita 80 pezzi unici di altrettanti artisti, 40 italiani e 40 giapponesi, in un dialogo artistico tra due Paesi ricchi di storia che pur nelle loro differenze si riconoscono artisticamente vicini.
La mostra, curata e patrocinata dall'AGC, Associazione del Gioiello Contemporaneo e dal JJDA, la Japan Jewellery Designers Association, è stata inaugurata nel luglio del 2015 presso l'Istituto Italiano di Cultura a Tokyo e nasce dall'esigenza delle due associazioni di far "dialogare" due culture, quella italiana e quella giapponese, usando il linguaggio internazionale del gioiello contemporaneo che, anche grazie alle sue varie tecniche, ha assolto il compito di avvicinare i due Paesi.
Il progetto ha previsto che fossero formate 40 coppie di artisti che, nella fase preparatoria del lavoro, si sono scambiate foto, suggestioni e spunti artistici per poter realizzare due gioielli da parte di ciascun partecipante. Ogni artista ha così creato due opere simili, una pensata per essere esposta e l'altra per essere donata al proprio partner al termine delle esposizioni, nello spirito dell'amicizia e del "dialogo" culturale.
"Ci piace l'idea di dare spazio ad un progetto che lega due realtà apparentemente lontane, la giapponese e l'italiana, attraverso l'arte e il gioiello contemporaneo, spiega la Dott.ssa Anna Roselli, Direttrice del Museo di Storia Naturale del Mediterraneo. Visitando la mostra viene alla mente una frase di François Pinault, uno dei più grandi collezionisti d'arte contemporanea, che in una recente intervista conferma, 'credo nella cultura come fattore di dialogo, di tolleranza e di coesione sociale. L'arte fa saltare le barriere, è una forma di comunicazione universale'. Ed è collegandosi all'idea di comunicazione e di universalità – prosegue la Roselli – che il museo si fa luogo di accoglienza di questa interessante iniziativa."
Dopo la tappa livornese la mostra proseguirà poi alla Fondazione Cominelli (25 Giugno - 24 Luglio, Cisano di San Felice), sede della prestigiosa raccolta di gioielli contemporanei, successivamente all'Oratorio di San Rocco a Padova (23 Settembre - 5 Novembre), per poi fermarsi al Museo del Bijou di Casalmaggiore (26 Novembre 2016 - 15 Gennaio 2017).
La mostra, ad ingresso gratuito, sarà visitabile fino a sabato 11 giugno nei seguenti orari: martedì, giovedì e sabato, dalle ore 9.00 alle 19.00; mercoledì e venerdì dalle ore 9.00 alle 13.00 e domenica dalle ore 15.00 alle 19.00. Per informazioni: tel. (+39) 0586-266711, musmed@provincia.livorno.it
Atelier Zumart, Cantù
presenta:
I'M
Paola Alborghetti | Davide Aurilia | Massimo Ballabio | Vanni Begio | Claudia Bellinghieri
Sirio Bertani | Filippo Borella | Icio Borghi | Chiara Casati | Laura Cassina | Gianni Cella
Doan | Dorella Fallanca | Chiara Falzone | Tommaso Falzone | Pietro Ferri | Eckehard Fuchs
Rina Fusi | Valerio Gaeti | Chiara Giussani | Sonia Guazzoni | Walter Herchenbach
Aoi Huber Kono | Battista Luraschi | Anna Mauceri | Barbara Mauceri | Silvia Mauri
Yari Miele | Tommaso Nava | Peppo Peduzzi | Zeno Peduzzi | Gian Oreste Pifferi
Strambetty | Asami Takahashi | Venti | Anastasia Zavoli
a cura di Elisa Fusi
Inaugurazione: venerdì 10 giugno 2016, ore 19
Atelier Zumart (via Bolzano 1, Cantù) è lieto di presentare I'M, mostra collettiva che riunisce le opere di trentasei artisti invitati a esporre il proprio autoritratto. La mostra, a cura di Elisa Fusi, inaugura venerdì 10 giugno 2016 alle ore 19 presso gli spazi dell'Atelier, dove resterà fino all'8 luglio.
Approcciando una pratica così diffusa e costante nel corso della storia dell'arte, gli artisti in mostra si sono cimentati nella progettazione e restituzione delle proprie sembianze, reali o immaginarie, consegnando al pubblico un'identità filtrata dallo stile e dalla tecnica propri di ognuno. Mimesi e astrazione, concettualismo e provocazione: tante le interpretazioni sul tema come molteplici le tecniche che spaziano dalla pittura al calco in gesso, dal disegno all'assemblage, e ancora fotografia, zentangle, paper cutting, collage.
Questa mostra costituisce una sorta di ritratto di gruppo degli artisti che collaborano con l'atelier, lo frequentano da tempo o semplicemente fanno parte della scena artistica che ruota intorno alla città. La mostra nasce da un'idea delle proprietarie dell'atelier, Dorella Fallanca, Anna e Barbara Mauceri, che espongono il loro autoritratto insieme a quelli di: Paola Alborgetti, Davide Aurilia, Massimo Ballabio, Vanni Begio, Claudia Bellinghieri, Sirio Bertani, Filippo Borella, Icio Borghi, Chiara Casati, Laura Cassina, Gianni Cella, Doan, Chiara Falzone, Tommaso Falzone, Pietro Ferri, Eckehard Fuchs, Rina Fusi, Valerio Gaeti, Chiara Giussani, Sonia Guazzoni, Walter Herchenbach, Aoi Huber Kono, Battista Luraschi, Silvia Mauri, Yari Miele, Tommaso Nava, Peppo Peduzzi, Zeno Peduzzi, Gian Oreste Pifferi, Strambetty, Asami Takahashi, Venti, Anastasia Zavoli.
Catalogo in mostra.
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Atelier Zumart è un laboratorio artigianale che nasce nel 2006 dall'incontro delle sorelle Anna e Barbara Mauceri, decoratrici e restauratrici, con Dorellla Fallanca che si occupa del restauro di arte contemporanea. Nel corso di un decennio l'atelier ha collaborato con artisti, galleristi, collezionisti, privati e imprenditori del settore. Ambiente creativo e prolifero, situato tra Como e Milano, che abbraccia commissioni nazionali e internazionali.
Già sede nel 2013 della mostra Corpo di mille balene! nel 2016 è la volta dell'autoritratto.
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I'M
Paola Alborghetti, Davide Aurilia, Massimo Ballabio, Vanni Begio, Claudia Bellinghieri, Sirio Bertani, Filippo Borella, Icio Borghi, Chiara Casati, Laura Cassina, Gianni Cella, Doan, Dorella Fallanca, Chiara Falzone, Tommaso Falzone, Pietro Ferri, Eckehard Fuchs, Rina Fusi, Valerio Gaeti, Chiara Giussani, Sonia Guazzoni, Walter Herchenbach, Aoi Huber Kono, Battista Luraschi, Anna Mauceri, Barbara Mauceri, Silvia Mauri, Yari Miele, Tommaso Nava, Peppo Peduzzi, Zeno Peduzzi, Gian Oreste Pifferi, Strambetty, Asami Takahashi, Venti, Anastasia Zavoli.
A cura di Elisa Fusi
Catalogo in mostra, con grafica di Yari Miele.
Inaugurazione: venerdì 10 giugno 2016, ore 19
In mostra fino all'8 luglio 2016.
Atelier Zumart, via Bolzano 1 – Cantù (CO)
Orari di visita: dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 18
Per informazioni: 031 6870234 | zumart@hotmail.it | elisa.fusi90@gmail.com
Loredana Longo
VICTORY
Curated by/A cura di Valentina Bruschi
Loredana Longo, Victory, veduta della mostra
dal 22 aprile al 22 giugno 2016
La galleria è aperta dal martedì al venerdì dalle 10:30 alle 19:30
Sabato dalle 10:30 alle 18:00
Domenica e lunedì chiusi
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Nel giugno del 1942, André Breton lancia ufficialmente il Surrealismo d'Oltreoceano, insieme ad altri artisti europei in esilio, fuggiti dalle violenze della Seconda Guerra Mondiale, con la pubblicazione del primo numero della rivista VVV a New York. Le tre "V" del titolo del periodico stanno per Victory (Vittoria), View (Vista) e Veil (Velo), sostantivi con i quali Breton intende comunicare la "vittoria sulle forze della regressione, la vista intorno a noi e dentro di noi, il mito del processo di formazione sotto il velo di ciò che accade". Oggi alcuni numeri della rivista sono conservati al MoMA e documentano come gli autori abbiano previsto gli orrori della Seconda Guerra Mondiale, dopo quelli sofferti nella Prima. La "V" della vittoria auspicata da Breton per lui richiamava anche la parola "voto", la volontà e l'impegno a riformare il mondo attraverso i valori della libertà e dell'umanesimo. Sebbene il Surrealismo non sia riuscito a rivoluzionare la società in modo concreto, gli intellettuali di questo movimento hanno inciso in modo fecondo sulle generazioni successive, attraverso la forza liberatoria e sovversiva dell'arte e della cultura.
leggi di più su http://www.fpac.it/site/loredana-longo-victory
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In June 1942, André Breton officially launched Surrealism Overseas, together with other European artists in exile who were fleeing the violence of the Second World War, with the publication of the first issue of the magazine VVV in New York. The three Vs in the title of the magazine stood for Victory, View and Veil, all nouns through which Breton intended to communicate the "Victory over the forces of regression, the View around us and inside us, the myth in process of formation beneath the Veil of happenings." Today some issues of the magazine are kept at the MoMA and document how the authors had foreseen the horrors of the Second World War, after those suffered during the First. The V for victory desired by Breton also meant the word "vote" to him, the desire and commitment to reform the world through the values of freedom and humanism. Although Surrealism did not succeed in revolutionizing society in a concrete way, the intellectuals of this movement had a fruitful impact on following generations through the liberating and subversive power of art and culture.
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Informazioni:
artista: Loredana Longo
curatore: Valentina Bruschi
testi in mostra: Valentina Bruschi e Zineb El Rhazoui
inaugurazione: venerdì 22 aprile 2016, ore 18.00
durata: 22 aprile – 22 giugno 2016
indirizzo: Galleria Francesco Pantaleone arte Contemporanea, via Vittorio Emanuele 303 – 90133, Palermo.
orari apertura galleria: dal martedì al venerdì, 10.30-19.30 e sabato 10-30-18.30
sito web: www.fpac.it
si ringrazia: Palumbo Marmi (Trabia - PA) e Gori Tessuti (Calenzano - FI)
Galleria FPAC è anche su Facebook
Francesco Pantaleone arte Contemporanea
Via Vittorio Emanuele 303
(Palazzo Di Napoli - Quattro Canti)
90133, Palermo
+39 091 332482 / +39 393 4356108 mobile
ONU. MOSTRA "MISSION EARTH 2016 – THE SEA: THE BLUE LUNG OF THE WORLD" IN DIFESA DEGLI OCEANI
Inaugurata ieri al Palazzo delle Nazioni Unite a New York la mostra: "Mission Earth 2016 – The sea: the blue lung of the world" promossa dalla Fondazione UniVerde, in collaborazione con Marevivo, la Rappresentanza Permanente d'Italia all'ONU e la Società Geografica Italiana, in partnership con Meridiana, Banca Popolare di Milano, Solania e Rossopomodoro. All'evento sono intervenuti: Alfonso Pecoraro Scanio (Presidente della Fondazione Univerde), Sebastiano Cardi(Rappresentante Permanente dell'Italia presso le Nazioni Unite), Rosalba Giugni (Presidente di Marevivo),Ferdinando Boero (Professore di Zoologia e Biologia Marina all'Università del Salento) e il Sottosegretario di Stato del Ministro dell'Ambiente Silvia Velo in prima linea per rilanciare politiche per la difesa del mare a livello nazionale e internazionale.
«Questo evento – ha affermato Alfonso Pecoraro Scanio - è dedicato alla battaglia per difendere i nostri oceani, come si è deciso anche a Parigi alla COP21 e com'è stato rilanciato anche nel G7 recentemente. Dobbiamo bloccare soprattutto le plastiche che inquinano i nostri mari e tutelare ogni forma di diversità marina, preziosissima e ricchissima. Siamo orgogliosi di aver portato per il secondo anno decine di parchi e aree marine protette all'attenzione di centinaia di ambasciatori e funzionari dell'Onu. La ricchezza della biodiversità della nostra natura deve diventare sempre più una delle immagini dell'Italia nel mondo insieme all'arte, al patrimonio agroalimentare e alla creatività che esprimiamo in tanti settori».
«Trenta meravigliose fotografie tra zone costiere dei parchi nazionali e delle Aree Marine Protette che mostrano la bellezza del nostro patrimonio naturale e la buona salute di cui godono i nostri mari». Così il Sottosegretario all'Ambiente, Silvia Velo. «In Italia possiamo contare su 27 Aree Marine Protette e due parchi sommersi, pari a 228.000 ettari di mare e oltre 700 km di coste, senza dimenticare, che per la tutela e la salvaguardia delle nostre acque, stiamo lavorando alla creazione di altre 17 aree marine protette. E anche a livello internazionale – ha ricordato il Sottosegretario Velo – ho avuto modo di evidenziare queste esperienze: il Mediterraneo e l'Italia hanno tante piccole isole dove la fragilità dell'ambiente e l'interazione con le attività umane richiedono azioni di governance efficaci e consapevoli basate sullo sviluppo sostenibile. La mostra di oggi - ha concluso Velo - è l'occasione per ribadirlo e per esportare nel mondo il nostro modello virtuoso di gestione e di sviluppo di queste piccole realtà'».
«Abbiamo vissuto un momento storico per Marevivo - dichiara Rosalba Giugni, presidente dell'associazione - essere in un luogo simbolo del Mondo e aver potuto portare il nostro messaggio per la difesa dell'ecosistema marino a quel livello, ci fa sperare a possibili soluzioni ai grandi problemi del mare. Il Mare e gli Oceani sono attualmente sotto attacco per la pesca eccessiva, lo sversamento nelle acque di ogni tipo di veleni e plastiche. Le nostre meravigliose coste e fondali delle aree protette del nostro Paese in mostra al palazzo di vetro, sono state uno strumento per far capire di che patrimonio si tratta e di che valore rappresentano, non solo per l'Italia, ma per il mondo intero».
Foto dell'evento di Luca Marfé
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