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giovedì 17 marzo 2016
MOSTRA di MARIA MIRARCHI
mercoledì 16 marzo 2016
Punti di vista: tre artiste giapponesi a confronto / 29 marzo - 11 aprile/ Simultanea Spazi d'Arte/ Firenze
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Fino al 21/03 Romaest ospiterà "Siamo la Roma", per festeggiare la squadra giallorossa. DOMANI presenti due giocatori della A. S. Roma, mentre il 18/03 arriva il pullman ufficiale
"Siamo la Roma", eventi, spettacoli e tante iniziative per festeggiare la squadra giallorossa
Per la prima volta in mostra tutte le figurine Panini dedicate al Capitano Francesco Totti.
Un mese ricco di appuntamenti da non perdere a Romaest per i tifosi della As Roma. Fino 21 marzo il Centro Commerciale di Via Collatina, 858, ospiterà 'Siamo la Roma', manifestazione organizzata dalla G.e.co Animation.
Tra gli eventi principali, il 17 marzo, alle ore 17:00 circa, due giocatori della A.S. Roma saranno ospiti di Romaest e giocheranno al calcio biliardo allestito nel Centro Commerciale.
Previsto anche l'arrivo a Romaest del pullman della As Roma, che i tifosi più appassionati potranno visitare il 18 marzo dalle 16:00 alle 20:00; il 19 marzo dalle 10:00 alle 14:00 e il 20 marzo dalle 10:00 alle 20:00. Per prenotare la visita sul pullman basterà presentarsi al desk fronte As Roma Store (secondo piano, ingresso sud) con la Welcome Card e uno scontrino.
Il 21 alle ore 16,30 sarà la volta della Roma Primavera.
E le iniziative non finiscono qui: al secondo piano, ingresso sud, fino al 21 marzo, è possibile visitare la mostra di figurine Panini dedicata al capitano della Roma, Francesco Totti.
Per la prima volta la Panini ha fornito tutte le figurine originali, che ripercorrono la carriera del Capitano, per la mostra sono state riprodotte nel formato 40 x 63. Sarà possibile, inoltre, ricevere gadget e scambiare figurine.
Fino al 21 marzo (secondo piano, ingresso nord) sarà, inoltre, aperta al pubblico anche la mostra 'Vecchi Glorie', una galleria dei giocatori che hanno reso grande la As Roma.
Per i più sportivi sarà possibile giocare al calcio biliardo con Snookball (Lun - Ven 16:00 - 20:00 Sab - Dom 10:30 - 13:30; 15:30 - 19:30, primo piano, ingresso nord). Prevista anche un Area tecnica per gare di tiri di precisione, potenza e foot bowling e il Subbuteo con tornei e gare di abilità (secondo piano, ingresso nord).
Per i tifosi anche un divertente Face in Hole, nella quale mettendo la faccia potranno fotografarsi gratuitamente vicino ai propri beniamini.
Infine nei giorni 27/ 28 febbraio, 5/6/12/13/19/20 marzo la mascotte Romolo della As Roma sarà disponibile per una foto ricordo.
Romaest: GRA uscita 14 - 15 - Autostrada A24 uscita Ponte di Nona - Roma Lunghezza
martedì 15 marzo 2016
A PLACE TO BE | LATO 2016 | FUTURE IN MY MIND - Enrico Vezzi
FUTURE IN MY MIND
Enrico Vezzi
19 marzo – 6 maggio
19 march – 6 may
inaugurazione | opening 19 marzo 2016 h. 19.00
ph: Luca Gambacorti
Abito-Habitus secondo l'etimologia è prima di tutto un modo d'essere, una disposizione d'animo, secondariamente vale come vestimento; dunque quanto ci è necessario contro i fattori esterni ma anche un'affermazione d'identità che può divenire motivo di avvicinamento o di separazione. Si tratta allora di una possibilità e di una responsabilità insieme; spogliarsi di qualcosa e restare con minore difesa è condizione per penetrare dentro al reale in modo vivo, con il proprio presente, e per porsi in apertura verso gli altri.
Ci possono essere molti punti d'osservazione per Future in my mind, poiché vi hanno concorso vari elementi seguendo una processualità costante; intuizioni, scoperte, casualità, scambi, riferimenti, idee a gravitare lungo un'orbita non prestabilita fino a che, al momento giusto, tutto ha assunto una forma che si è avvertita come giusta. In riferimento al ciclo a cui appartiene e che essa stessa ha contribuito a determinare, si può ritenere il progetto di Enrico Vezzi come un percorso che da un'orizzonte utopico, attraverso spostamenti progressivi denotati da condivisione e collaborazione, conduce a una possibilità concreta d'intervento nel reale.
Inhabit-Habitus according to the etymology is first of all a way of being, a soul disposition. Secondly it might be used as a way of clothing; therefore how much we need it against external factors, but also as an affirmation of identity that might turn up a reason of approach or separation. Then we are dealing not only with a possibility but also a responsibility; being exposed to something and lowering the veil of defense is a condition to penetrate inside the reality in an active way, through our present, and introduce ourselves more openly to others.
There may be many observation viewpoints for Future in my mind, since a variety of elements following a constant process like: intuition, discoveries, casualty, exchange, reference, ideas lead to an orbit a place not yet established until everything has taken shape at the right moment, that has been perceived as just (fair/right). In reference to the cycle that it belongs and has contributed to determine it, we may consider the project of Enrico Vezzi as a path (itinerary) that leads to a utopic horizon, through progressive movement denoted from sharing and collaboration that brings to a concrete possibility of intervention in reality.
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a cura di | edited by Matteo Innocenti
in collaborazione con | in collaboration with Luca Gambacorti
In prospettiva differente potremmo provare a compilare una storia dell'arte come storia dei luoghi.
Ogni opera ha necessitato di uno spazio – spazio di creazione e spazio di osservazione; la dimensione di accoglimento non è soltanto testimone di un artista e del suo stile, ma di esigenze più ampie: del costruire che ad essa stessa ha dato forma, delle persone che l'attraversano e di chi vi risiede, del pensiero e dell'organizzazione sociale di un periodo, dei modi in cui si è deciso di formare e di abitare il mondo.
Considerare un luogo in tutte le sue componenti e per tutte le sue condivisioni è assumere un'ottica di responsabilità. L'area disponibile a contenere ogni cosa indistintamente, pur in una sua apparente utilità finisce per rivelare i meccanismi di una mediocre cognizione - anche la situazione più sterile resta in vita solo per le esperienze umane che vi avvengono.
A PLACE TO BE è un ciclo composto da progetti d'artista con riferimento allo spazio architettonico, appositi per Lato, sviluppati nel corso del 2016.
Differenti ricerche e punti di vista che si rapportano al luogo non quale contenitore ma in termini d'identità, per farne emergere i caratteri specifici. Un approccio differente d'esposizione come incontro con una storia già avviata e alla cui continuazione s'intende partecipare, per la coscienza che ogni nuovo atto, ogni nuova opera, da individuo a individuo, è un contributo alla definizione della realtà.
Il primo progetto è FUTURE IN MY MIND di Enrico Vezzi.
LATO è studio di architettura e spazio espositivo fondato da Luca Gambacorti nel 2006 con il recupero di un ex fabbricato industriale all'interno della cerchia muraria di Prato; oltre l'attività professionale il fine è di avviare e consolidare collaborazioni tra le varie dimensioni territoriali legate in vario modo alla cultura. A PLACE TO BE è in relazione al decennale dalla fondazione.
In a different prospective we can try to write an art history like a history of places.
Every artwork needs a space - a space to be created and a space of observation; the dimension of recognition is not only a testimonial of the artist and his style, but of greater needs: of construction that itself has given shape, of people that cross it and reside it, of thinking and of social organization during a period, of ways in which has been decided to create and live in the world.
Considering a space with all its components and sharings is assuming things with a responsible outlook. The available space that may contain any vague object/thing, also if we consider its visible function, ends up revealing mechanisms of a mediocre awareness (knowledge/cognition) - even the purest situations remain alive thanks to human experiences that take place.
A PLACE TO BE is a cycle composed from three artists projects referring to the architectural space, suitable for Lato, developed during 2016.
Different researches and points of view that are associated with the place, not on the physical level (where the artworks are placed), but on identity terms; so that specific characters may emerge. A different approach of exhibiting as an encounter of a story already going on and that we continuously intend to participate, with the conscious that any new act, any new artwork, from individual to individual, is a contribution of defining the reality.
The first project is FUTURE IN MY MIND of Enrico Vezzi
LATO is an architecture studio and exposition space founded by Luca Gambacorti in 2006 recovering an ex industrial building inside the city walls of Prato. Besides the professional activity the objective is to keep going and consolidating collaborations from various territorial dimensions linked in different ways with the culture. A PLACE TO BE is in relation to the tenth anniversary from its foundation.
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Piazza San Marco 13 59100 Prato
Tel: 0574071696 Fax: 0574070041
www.lato.co.it
orari mostra: dal lunedì al venerdì 10.00_13.00 | 15.00_19.00
ingresso gratuito
opening hours: Monday to Friday 10.00_13.00 | 15.00_19.00
free entry
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GRANDE MOSTRA > I Macchiaioli. Le collezioni svelate > Chiostro del Bramante, Roma > 16 marzo - 4 settembre 2016
La mostra I Macchiaioli. Le collezioni svelate apre al Chiostro del Bramante di Roma dal 16 marzo e ha il pregio di presentare al pubblico per la prima volta importanti dipinti dei Macchiaioli e non solo, collocandoli nel contesto delle antiche collezioni che in origine li ospitarono.
Le opere che appartenevano a grandi collezioni del passato - come quella di Cristiano Banti, Diego Martelli, Rinaldo Carnielo, Edoardo Bruno, Gustavo Sforni, Mario Galli, Enrico Checcucci, Camillo Giussani, Mario Borgiotti - oggi sono confluite per lo più in collezioni private e rappresentano un nucleo inedito del più importante movimento pittorico italiano del XIX Secolo.
In mostra oltre 110 opere che rappresentano la punta di diamante di ricchissime raccolte di grandi mecenati dell'epoca, personaggi di straordinario interesse, accomunati dalla passione per la pittura, imprenditori e uomini d'affari innamorati della bellezza, senza i quali oggi non avremmo potuto ammirare questi capolavori. Talvolta donate dagli autori stessi e più spesso acquistate per sostenere gli amici pittori in difficili momenti, queste opere - in grado di assecondare il piacere estetico e arricchire le più grandi quadrerie - sono diventate capolavori ricercati anche dai grandi intenditori d'arte dei nostri giorni.
In un percorso di 9 sezioni - ciascuna intitolata alla collezione di provenienza - il visitatore ha la possibilità di scoprire i Macchiaioli, il movimento pittorico più importante dell'Ottocento italiano e il clima storico che fa da sfondo alla vicenda di questi artisti, oltre ai temi, ai contenuti e ai personaggi di questo rivoluzionario movimento: si potranno ammirare opere quali Il Ponte Vecchio a Firenze (1878 ca.) di Telemaco Signorini - fortunosamente recuperato da Borgiotti sul mercato inglese: un capolavoro non più visto da decenni -, Il giubbetto rosso (1895) di Federico Zandomeneghi, Marcatura dei cavalli in Maremma (1887) e Ciociara (Ritratto di Amalia Nollemberg) del 1881 ca. di Giovanni Fattori, Place de la Concorde (1875) e Campo di neve (1880 ca.) di Giuseppe De Nittis, accanto al Ritratto di Alaide Banti in giardino (1875 ca.) di Cristiano Banti, Cucitrici di camicie rosse (1863) di Odoardo Borrani, Sforni in veranda che legge (1914 ca.) e il Ritratto della moglie Isa (1902 ca.) di Oscar Ghiglia.
In mostra, dunque, anche opere a cavallo tra Ottocento e Novecento che raccontano come le conquiste formali e concettuali dei Macchiaioli furono recepite e sviluppate dalle successive generazioni di pittori.
Con il Patrocinio dell'Assessorato Cultura e Turismo del Comune di Roma, la mostra I Macchiaioli. Le collezioni svelate curata da Francesca Dini è prodotta e organizzata da Dart - Chiostro del Bramante e Arthemisia Group.
La mostra vede come sponsor Generali Italia. L'evento è consigliato da Sky Arte HD.
Il catalogo è edito da Skira.
Informazioni e prenotazioni
T. +39 06 916508451
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YOUTH CODES in mostra alla galleria Matèria, Roma
YOUTH CODES
18.03.2016 – 28.04.2016
a cura di Gianpaolo Arena e Niccolò Fano
K A R E N K N O R R & O L I V I E R R I C H O N
P U N K S
ANDREAS WEINAND
COLOSSAL Y O U T H
VERNISSAGE
18.03.2016 – 19:00
La galleria Matèria è lieta di presentare la mostra Youth Codes, a cura di Gianpaolo Arena e Niccolò Fano, che inaugurerà negli spazi di via Tiburtina 149, a Roma, il prossimo 18 marzo alle ore 19:00.
"Siate infantili, siate irresponsabili, siate ogni cosa questa società detesta".
Con queste parole fomentava la rivolta Malcolm McLaren, il grande manovratore e carismatico agitatore dell'adrenalinica avventura del movimento inglese, nonché manager dei mitici Sex Pistols che proprio nel 1976 pubblicano il loro primo singolo "Anarchy in the UK". E mentre il punk imponeva la riaffermazione dell'adolescenza all'interno della cultura, declinata in rabbia distruttiva, in frustrazione, in disincanto, il suo punto di esplosione ha coinciso con quel momento della storia della musica uguale a nessun altro: arrabbiato, ribelle, rumoroso, geniale.
L'esposizione si compone di due corpus d'immagini che, a distanza di dieci anni l'uno dall'altro, rappresentano le radici e gli sviluppi del fenomeno controculturale e la storia dei suoi giovani protagonisti.
Nella prima serie: Punks, raccolta nel libro pubblicato da Gost Book nel 2014, Karen Knorr eOlivier Richon hanno documentato la scena punk londinese emergente attorno agli storici clubs Roxy di Covent Garden e Global Village di Charing Cross tra il 1976 e il 1977, seguendo un approccio talvolta più formale rispetto ad altri lavori dedicati alla cultura punk, con l'intento di evidenziarne i simboli e renderla così più leggibile. Per questo le immagini sembrano più intime e dirette, quasi un assaggio di un mondo ancora clandestino con i propri codici di comportamento e di appartenenza.
Gli autori, ancora studenti presso il Polytechnic of Central London (oggi Università di Westminster) all'epoca degli scatti, condividono il loro fascino per le sottoculture fiorenti della città e cercano un confronto diretto con i soggetti ritratti, affermando dichiaratamente la loro presenza con un approccio esplicito e formale, non celato, dove ambientazioni statiche e pose ricercate sono gelate in un infinito istante dall'uso del flash.
Oltre alle più note eroine della scena musicale come Ari Up, Laura Logic, Palmolive, Poly Styrene e Siouxsie Sioux, i soggetti ritratti sono giovani comuni, fans, frequentatori di concerti e sale da ballo, individui annoiati o aggressivi, figure irriverenti e furfanti dickensiani, protagonisti forti e vulnerabili nello stesso tempo, annichiliti o sfrontati.
Le stampe originali in bianco e nero, inizialmente presentate alla Photographers' Gallery di Londra nel 1978 sono state esposte nel 2012, nella retrospettiva Another London presso la Tate Britain.
La serie Colossal Youth del fotografo tedesco Andreas Weinand, nativo di Rheine in Westphalia, appartiene invece al decennio successivo. Nelle straordinarie immagini che compongono la serie, siamo investiti e attratti da un rapido susseguirsi di suoni, colori, oggetti, azioni che colpiscono vivamente i sensi e la fantasia.
Uno studio sul lato profondo della ribellione adolescenziale ambientato a Essen (Germania), tra il 1988-1990. I giovani, ritratti con onestà e schiettezza, esprimono rabbia, gioia, abbandono, trasporto, rassegnazione e sono colti nei rituali di gruppo mentre festeggiano, litigano, bevono, dormono, si innamorano, fino a diventare madri e padri pure loro, come Melanie e Günther per la piccola Fee. Immagini intime, colte in stanze disordinate e sporche o in paesaggi aperti e puri. Weinand, con lo sguardo di un osservatore esterno, attraverso un lungo percorso di avvicinamento empatico con i soggetti, coglie il lato antropologico e comunitario delle situazioni. In modo diaristico, con uno stile e una forma estetici ed espressivi, l'autore rivela e svela i codici autodistruttivi, dissacratori, effimeri rivelatori di stati esistenziali transitori, irrequieti, impulsivi, trasmettendo l'eccitazione incendiaria e profetica di giovani liberi e vitali, la labile speranza della visione, l'esplorazione febbrile e nevrotica dei sensi e l'eccesso nella scoperte e il desiderio incerto di (un) domani. Tutte le immagini sono state pubblicate nella monografia Colossal Youthda Peperoni Books, nel 2011.
La mostra YOUTH CODES sarà visitabile fino al 28 aprile 2016, dal martedì al sabato, dalle 11:00 alle 19:00.
Per informazioni: contact@materiagallery.com
Website: www.materiagallery.com
BIOGRAFIE AUTORI
Nata a Francoforte sul Meno, in Germania, e cresciuta a San Juan, Porto Rico, nel 1960, Karen Knorr ha studiato presso l'Università di Westminster di Londra, dove ha sviluppato la sua ricerca fotografica, che s'inserisce nel campo degli studi culturali e delle teorie cinematografiche concernenti le "politiche della rappresentazione" relative alle correnti emerse durante la fine del 1970 e l'inizio degli anni'80. Il lavoro di Karen si sviluppa attraverso un dialogo critico e giocoso con la fotografia documentaria, utilizzando diverse strategie visive e testuali per esplorare la materia scelta che spazia dalla famiglia agli stili di vita, fino all'interesse per gli animali e la loro rappresentazione nel contesto museale. Karen ha insegnato, esposto le sue opere e tenuto conferenze a livello internazionale, nonché presso la Tate Britain, la Tate Modern, l'Università di Westminster, la Goldsmith University, Harvard e The Art Institute of Chicago. Attualmente è docente di Fotografia presso l'Università per le Arti Creative a Farnham, Surrey.
www.karenknorr.com
Olivier Richon è nato a Losanna, in Svizzera, nel 1956. Ha studiato al Politecnico di Londra, dove ha collaborato con Karen Knorr per la serie Punks. La sua pratica fotografica e la sua produzione bibliografica propongono un'indagine e, al contempo, una celebrazione dell'artificio delle rappresentazioni, tra cui una nuova interpretazione del genere della natura morta e una riflessione sull'oggetto come segno. Utilizza una fotocamera di grande formato per citare altri generi e altre immagini, anche usando gli animali come tema ricorrente che integra all'immobilità degli oggetti. La sua pratica fotografica si trova all'interno di una nozione contemporanea di allegoria che considera le immagini come uno script e un rebus, dove il significato e segni sono stratificati. Richon ha collaborato con l'École nationale supérieure des Arts Décoratifs, il gruppo di ricerca Finzioni e Interazioni presso la Sorbonne di Parigi, l'Art Institute di Chicago, la Braunschweig Kunsthochschule, la Fondazione Fotografia di Modena ed è stato curatore per l'edizione 2012 dei Rencontres d'Arles. Ha insegnato studi fotografici presso la Scuola d'Arte Derby e presso l'Università di Westminster; è attualmente direttore del dipartimento di fotografia al Royal College of Art di Londra.
http://www.rca.ac.uk/more/staff/professor-olivier-richon/
Andreas Weinand, nato nel 1958 nel Reno/Westfalia, è un fotografo con base a Berlino. Ha studiato fotografia all'Università GHS di Essen (Folkwang). La sua fotografia è innanzitutto impegnata nella ricerca di identità personali. Per 30 anni Andreas Weinand ha sviluppato la sua ricerca artistico-documentaria in equilibrio fra commissioni e produzioni indipendenti nei contesti dei media e dell'arte. Il suo lavoro è in relazione con la questione dell'individualità dell'essere umano ed esplora la connessione tra le personalità individuali e la società in cui si trova a confrontarsi. I progetti fotografici di Weinand sono stati esposti in numerosi musei e gallerie, quali: Brandts Museet for Fotokunst (Odense, Danimarca), Contretype (Bruxelles, Belgio), Gallery 44 (Toronto, Canada), Gallery Fotoimage (San Pietroburgo, Russia), Museum für Photographie (Braunschweig, Germania). Il suo lavoro è presente in importanti collezioni pubbliche, tra cui: Archivio Bauhaus in Germania, Brandts Museet for Fotokunst in Danimarca; Contretype in Belgio, Ruhr Museum e Folkwang Museum,sempre in Germania, a Essen. Oltre alla fotografia artistica, Weinand ha realizzato diversi progetti su commissione con istituzioni, aziende e magazine. Il suo lavoro è confluito in diverse pubblicazioni, tra cui: The Good Earth(Peperoni Books,2013), Colossal Youth, (Peperoni Books, 2011), Stadt Land Mensch (KuK Monschau, 2009).
www.andreasweinand.de
Via Tiburtina 149, Roma – www.materiagallery.com
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Ragusa - “Apollo e Dafne”, opere di Giovanni Robustelli in mostra nella Galleria Soquadro
Ragusa, 15/3/2016
"Apollo e Dafne", opere di Giovanni Robustelli in mostra nella Galleria Soquadro
Dal 19 marzo al 9 aprile la Galleria Soquadro in via Napoleone Colajanni 9 ospiterà una mostra personale di Giovanni Robustelli dal titolo "Apollo e Dafne" a cura di Susanna Occhipinti e Giuseppe Lo Magno (vernissage sabato 19 ore 19.00; visite: da lunedì a sabato, ore 9.30-13.00 e 16.30-20.00). La mostra è organizzata in collaborazione con la Galleria Lo Magno di Modica.
L'artista rilegge il mito eterno di Apollo e Dafne che ha attraversato la storia dell'arte occidentale dall'antichità ai nostri giorni, affascinando e ispirando poeti, pittori e scultori. I temi dell'amore non corrisposto e irraggiungibile per il dio greco, la metamorfosi finale della ninfa in fronde e foglie di alloro, l'universo di simboli e significati sottesi all'alchimia degli opposti (odio - amore, uomo - dio, sostanza-cambiamento) trovano nei suoi acquerelli un equilibrio compositivo di forme e colori, di levità e materia, di creatività e tradizione.
«Robustelli - scrive Anna Terranova nel testo critico della mostra - sceglie la fuga, disperata per entrambi, per la preda e per il cacciatore, e l'affida quasi totalmente all'acquarello. Non c'è una narrazione degli eventi quanto momenti diversi della corsa trafelata, dei pensieri che si sprigionano dalle teste dei due e che si trasformano a loro volta in altro, inebriando e colorando i luoghi che Apollo e Dafne attraversano. Da quelle bocche aperte sentiamo urlare parole d'amore dell'uno e di paura dell'altra, oltre al respiro affannoso della corsa: è l'azione, emotiva e fisica, che li avvolge, li travolge, li trasforma perché, trafitti entrambi dalla freccia, mutano sempre, anche da fermi, sciogliendosi in emozioni».
Giovanni Robustelli (Vittoria, 1980) pittore, illustratore, sperimentatore, si è formato artisticamente a Comiso e a Genova, collaborando con gallerie d'arte, curatori e critici tra la città della Lanterna e Milano. Tra le sue mostre più recenti, l'omaggio a Carmelo Bene ("Il più cretino", Modica, 2015) e la rilettura della Medea di Pasolini ("Il sogno di Medea",Napoli 2015).
Info e contatti
Galleria d'arte Soquadro
Via Napoleone Colajanni 9, Ragusa
cell: 339 384 9867
mail: soquadroragusa@gmail.com
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