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giovedì 17 settembre 2015

Grande mostra "Da Raffaello a Schiele. Capolavori dal Museo di Belle Arti di Budapest". Palazzo Reale, Milano 17 settembre 2015 - 7 febbraio 2016



Da Raffaello a Schiele.
Capolavori dal Museo di Belle Arti di Budapest


17 settembre 2015 - 7 febbraio 2016
Palazzo Reale, Milano


Da Raffaello a Schiele inaugura una nuova "linea espositiva" a Palazzo Reale di Milano: la realizzazione di mostre delle più importanti collezioni museali di tutto il mondo non sempre note al grande pubblico e non sempre accessibili.
Al Museo di Belle Arti di Budapest (Szépmű vészeti Múzeum) è conservata una ricca raccolta di opere d'arte, una delle più belle al mondo, con capolavori che vanno dal Medioevo al Novecento. In occasione di Expo Milano 2015, 76 opere della collezione lasceranno Budapest per essere esposte nelle sale di Palazzo Reale a Milano dal 17 settembre 2015 al 7 febbraio 2016.
Tra queste, 8 disegni si alterneranno - per motivi conservativi - ad altrettante opere su carta durante il corso dell'esposizione; insieme a 4 bozzetti in bronzo, i disegni costituiscono tutti lavori preparatori di dipinti e sculture di grandi artisti del passato come Leonardo, Rembrandt, Parmigianino, Annibable Carracci, Van Gogh, Heintz e Schiele.

Un'occasione unica per ammirare un'accurata selezione di opere del più importante museo della capitale ungherese e per fare un viaggio nella storia dell'arte dal Cinquecento al Novecento. Raffaello, Tintoretto, Durer, Velasquez, Rubens, Goya, Murillo, Canaletto, Manet, Cezanne, Gauguin e tantissimi altri grandi artisti saranno presenti con opere straordinarie come la bellissima Salomè di Lukas Cranach il vecchio, Giaele e Sisara di Artemisia Gentileschi, le Sirene di Rodin e i Tre pescherecci di Monet. E ancora la Maddalena Penitente di El Greco, il Paesaggio di Lorrain, la Coppia di sposi di van Dyck e il San Giacomo di Tiepolo.

La mostra, promossa dal Comune di Milano - Cultura, è prodotta e organizzata da Palazzo Reale di Milano, Arthemisia Group e 24 ORE Cultura - Gruppo 24 ORE, in collaborazione con il Museo di Belle Arti di Budapest e il Museo Nazionale Ungherese, ed è curata da Stefano Zuffi.

"Dopo il grande successo dell'evento dello scorso Natale che ha visto il museo ungherese prestare eccezionalmente la Madonna Esterházy di Raffaello per il consueto appuntamento d'arte a Palazzo Marino, che propone ogni anno un focus su singoli capolavori di grandi artisti, la mostra conferma la collaborazione tra il Comune di Milano e il Museo di Budapest - ha dichiarato l'assessore alla Cultura Filippo Del Corno. Una prestigiosa collaborazione internazionale che contribuisce ad arricchire il palinsesto di ExpoinCittà,  offrendo a milanesi e visitatori un'occasione preziosa per conoscere la storia dell'arte europea e le radici della nostra cultura".

La mostra segue l'articolazione del grande museo ungherese e il corpus delle opere racconta, sala dopo sala, "la grande bellezza" dell'Arte, offrendo così al pubblico un museo "ideale", in cui ammirare le meraviglie del Cinquecento, Seicento e Settecento passando per l'Età barocca, il Simbolismo e l'Espressionismo, giungendo fino alle Avanguardie.

IL MUSEO DI BELLE ARTI DI BUDAPEST
Il Museo di Belle Arti di Budapest conserva una tra le più importanti collezioni di dipinti del mondo, con opere che coprono un arco di tempo che va dal Medioevo al Novecento e tutte le principali scuole europee.
Il Museo apre al pubblico nel 1906, grazie al primo nucleo di opere acquisito dalle donazioni e dai lasciti di nobili e prelati ungheresi tra Settecento e Ottocento.
Nel 1848, cessati i moti rivoluzionari indipendentisti, Lajos Kossuth (1802, Monok, Ungheria - 1894, Torino) eroe e padre della patria ungherese si prodiga per l'ampliamento della collezione. Il suo fine era creare un tesoro nazionale che certificasse la legittimità dell'Ungheria per stare sullo stesso piano delle grandi nazioni europee.
La politica di ampliamento, attraverso donazioni e acquisti, non ha sosta: l'innesto più importante avviene nel 1870, quando la famiglia dei principi Esterházy vende al governo la sua straordinaria raccolta di oltre 600 dipinti.
Bombardato e saccheggiato dalle truppe naziste durante la seconda guerra mondiale, ha successivamente recuperato nel dopoguerra le opere trafugate. L'ampliamento delle collezioni continua con il governo comunista del Paese: giungono così ad arricchire il Museo opere di Poussin, El Greco, Monet, Corot e altri ancora.

LA MOSTRA
La ratio del concetto espositivo del Museo di Belle Arti di Budapest - frutto del desiderio di definire un'identità culturale autonoma che mette in dialogo l'arte ungherese con le diverse tendenze internazionali grazie ad opere cariche di significato - è riproposta all'interno del percorso espositivo che vuole essere la sintesi di una parte della Collezione del Museo stesso.

La prima sala (dedicata all'Alto Rinascimento italiano) è irraggiata dalla luminosa bellezza della Madonna Esterhazy di Raffaello (ca. 1508), gioiello di armonia e purezza che torna quindi a Milano. Entusiasmante ed eloquente è il confronto con le incalzanti passioni di Leonardo da Vinci, espresse nei disegni - come Studio di testa per la battaglia di Anghiari (1503-1504) - e in un memorabile bronzetto con un cavallo impennato. Accanto, di assoluta suggestione, è il dipinto mitologico di Lorenzo Lotto Apollo dormiente e le Muse (ca. 1549).

La seconda sala dedicata alla pittura della Serenissima, celebra l'apogeo della scuola veneta nel corso del XVI Secolo. La Cena in Emmaus di Tintoretto (ca. 1542) - opera spettacolare e grandiosa per la coraggiosa e innovativa composizione, la luce e la stesura del colore - troneggia accanto ai tre ritratti virili dipinti da Tiziano, Veronese (Ritratto di uomo, ca. 1555) e Moroni (Ritratto di un ufficiale di Venezia, ca. 1570-78), per un confronto ravvicinato tra grandi dell'arte. Accanto, perché storicamente collegato alla scuola veneta, è il genio solitario di El Greco, presente con due tele di fosforescente luminosità quali Maddalena Penitente (1576-1577) e San Giacomo Minore (ca.1595-1600).

Nella terza sala (il Rinascimento in Europa) sono messi a confronto dipinti di diverse scuole: fiamminga, italiana e soprattutto tedesca, a cavallo della Riforma luterana. La bellissima Salomé di Lukas Cranach il vecchio (1530) - con il suo inconfondibile fascino sensuale e insidioso - risplende accanto al Ritratto di giovane di Albrecht Dürer (ca. 1500 - 1510), opere che segnano il cuore dell'arte europea del primo Cinquecento.
Una serie di dipinti di soggetto sacro di Altdorfer (Crocifissione, ca.1518), van Heemskerck (Compianto sul Cristo morto, ca. 1540-45), e Bronzino (Adorazione dei pastori, 1539-1540) illustrano in modo affascinante l'evoluzione del significato dell'arte sacra nell'Europa tra Riforma e Controriforma.

Con la quarta sala che narra del primo Seicento si entra nella spettacolare parte della mostra dedicata all'arte barocca. La scena ruota intorno alla realistica e umanissima Scena di osteria di un Velazquez ancora palesemente sotto l'influsso di Caravaggio. Siamo nel 1618 circa.
Importante poi il confronto ravvicinato con Rubens di cui sono esposte due opere: una grande tela ispirata alla storia romana (Muzio Scevola davanti a Lars Porsena, ca. 1618-20) e un'espressiva testa di uomo barbuto a testimoniare il suo talento debordante.
Sempre in questa sala il drammatico Giaele e Sisara di Artemisia Gentileschi (1620) - dove Sisara è rappresentato, come sempre nelle opere dell'artista di questo periodo, con il volto di Agostino Tassi - e l'affascinante Fanciulla addormentata (ca. 1610-20), il cui autore resta tuttora un mistero.

La quinta sala (L'età barocca) allarga lo sguardo ad altre scuole del Seicento europeo. La luminosità mediterranea di uno stupendo Villa nella campagna romana di Claude Lorrain (ca. 1646) è un saggio del solare classicismo francese, confrontato con la nordica franchezza dei ritratti di Frans Hals e di Anthony van Dyck quali Ritratto di uomo (1634) e Coppia di sposi (ca. 1620); la dolce Sacra Famiglia dello spagnolo Murillo propone un saggio importante di pittura devota e insieme di affetti domestici. In questo contesto, il tratto personalissimo dell'inarrivabile Rembrandt nel disegno Saskia van Uylenburgh seduta accanto a una finestra (tra il 1635 e il 1638) porta una nota di struggente intensità.

La sesta sala (Il Settecento) è dominata da un dipinto spettacolare: il San Giacomo Maggiore il vittorioso di Giambattista Tiepolo (1749-50), splendente di diffusa luminosità. La scuola veneziana, autentica dominatrice della scena artistica del Settecento europeo, è rappresentata ai massimi livelli dalle vedute di Canaletto e Bellotto (rispettivamente La chiusa di Dolo, 1763 e Piazza della Signoria a Firenze, 1740), e dalla sensuale Betsabea al bagno di Sebastiano Ricci (1724).
Sempre in questa sala sono messe a confronto tre opere di Goya: un brillante ritratto femminile (Ritratto di Manuela Ceán Bermúdez, ca. 1790-93) e due piccole e intensissime tele dedicate al lavoro quali la Portatrice d'acqua (ca. 1808-12) e L'arrotino tra 1808 e il 1812.
Al centro la presenza inconsueta e accattivante dello Sbadiglio di Franz Xaver Messerschmidt (1771-1783) racconta l'arte uno dei più bizzarri scultori di tutti i tempi.

Il Simbolismo internazionale è il tema conduttore della settima sala dove saranno esposti diversi protagonisti ungheresi, come Joszef Rippl-Ronai con il grande e bellissimo ritratto di Donna con gabbia di uccelli (1892), o Janos Vaszary, la cui Età dell'Oro del 1898 evoca le atmosfere sognanti della Secessione, condivise anche dal viennese Maximilian Lenz (Un Mondo, 1899). Appassionante il confronto tra le opere di tema classico di Armold Böcklin (Centauro, 1888), Franz von Stuck (Il bacio della Sfinge, 1895) e Auguste Rodin (Sirene, bronzo, 1888) accanto al riferimento al simbolismo italiano, con Segantini e il bozzetto per l'Angelo della vita (1894-95).

L'ultima sala (dall'Impressionismo alle Avanguardie) raccoglie una serie di opere di pittura e di grafica tra il secondo Ottocento e il primo Novecento. Spiccano due tele di grande importanza storica: la Donna con il ventaglio di Edoaurd Manet (1862, in cui è ritratta Camille, la moglie di Monet) e la meravigliosa Credenza (1877), esemplare natura morta di Paul Cézanne. Il Picnic in maggio di Pal Szinyei Merse (1873) affianca le opere di Monet (Tre pescherecci, 1886), Van Gogh (Giardino in inverno a Nuenen, 1884) e Gauguin (Maiali neri, 1891).

Uno straordinario acquarello di Egon Schiele Due donne che si abbracciano del 1915, carico di nervosa interiorità, conclude il percorso dell'esposizione a chiusa di cinque secoli di grandi opere.

Hanno sostenuto la mostra Canale Arte come sponsor tecnico, che è stata realizzata con il sostegno di La Rinascente e di Coop Lombardia, e con il supporto di Il Sole 24 ORE, Domenica 24 ORE, Radio24.
Evento consigliato da Sky Arte HD.
Il catalogo è edito da 24 ORE Cultura - Gruppo 24 ORE.



Lucas Cranach Il Vecchio (Kronach 1472 c a. - Weimar 1553), Salomè con la testa di San Giovanni Battista, 1526-1530 ca. Olio su tavola, cm 88,4x58,3, ©Museum of Fine Arts, Budapest 2015

"L'ANIMA E I SENSI" AL MUSEO PIANETA AZZURRO DI FREGENE, LA PITTURA DI DAVIDE FOSCHI DIALOGA CON LA SCULTURA DI ALBA GONZALES

Il pittore Davide Foschi e la scultrice Alba Gonzales

Dialoghi d'arte al Museo Pianeta Azzurro di Fregene

Si inaugura sabato 19 settembre, alle ore 18.30 presso il Museo Pianeta Azzurro di Fregene, "L'Anima e i Sensi", mostra a cura del critico Giammarco Puntelli, che vede protagonisti il pittore milanese Davide Foschi e la scultrice romana Alba Gonzales.
"L'Anima e i Sensi" è un evento coinvolgente, dove il dialogo tra arte pittorica e scultorea saranno un cammino inedito sull'arte contemporanea fino a sabato 3 ottobre, in quel Pianeta Azzurro tempio dell'arte scultorea di Alba Gonzales. Davide Foschi, che da anni si occupa di promuovere la condivisione artistica e culturale - anche quando si tratta di ambiti apparentemente separati – e che da febbraio scorso organizza a Milano importanti eventi nel Centro Leonardo da Vinci da lui fondato, non poteva che essere il compagno ideale per questo viaggio, che accompagna i sensi guidando l'anima.
La scultrice Alba Gonzales, è stata quest'anno protagonista di Expo in Città in Expo 2015, nel progetto ideato da Giulia Sillato e diretto dalla stessa e da Giammarco Puntelli, presso il Palazzo dei Giureconsulti in Piazza Duomo a Milano, dove è stata l'unico maestro selezionato per presentare l'Italia con due opere all'esterno della sede espositiva. Maestro di fama internazionale, quest'anno è stata scelta per due eventi di grande prestigio: le sue statue sono state collocate lungo Tevere a rappresentare lo spirito di una Roma che cambia pelle con i grandi eventi legati a Expo 2015, e nella grande mostra voluta e progettata da Carlos Julio Suarez Sassu a Villa Filippini a Besana in Brianza, esponendo le sue opere con quelle di Aligi Sassu.
Seguendo una lunga tradizione che la vede pluripremiata in prestigiosi eventi internazionali, Alba Gonzales riceve in questi giorni, in Umbria, un prestigioso premio dato per la sua arte dal mondo dell' imprenditoria. Con Davide Foschi rappresenterà in mostra quella parte di anima che si lega ai sensi.
Arte, scienza, cultura ed economia "Verso un Nuovo Rinascimento" è l'aspirazione che Foschi e l'avanguardia del Movimento del Metateismo portano avanti in Italia e all'estero, perché l'Uomo riscopra il suo essere profondamente Sacro. Foschi è anche il presidente del Centro Leonardo da Vinci di Milano, sede nazionale del Movimento e luogo celebrato dai mass media come nuovo polo culturale della città.
Lo scopo artistico è la ricerca del Sacro e dell'Origine di ogni essere umano attraverso una catarsi che solo l'Arte può raggiungere, essendo piena espressione di sé.
Un lavoro in prospettiva di un Nuovo Rinascimento Italiano, già presentato in occasione di Expo 2015, che da mesi continua a toccare i più importanti luoghi di cultura italiani. In questi giorni è uscita una "biografia narrativa" intitolata "Il segreto di Foschi - L'artista tra luce e mistero" (edito da Book Time) di Alberto Sacchetti.

Informazioni su Alba Gonzales
www.albagonzales.it - www.pianeta-azzurro.com
Informazioni su Davide Foschi - Manifesto del Metateismo - Centro Leonardo da Vinci
www.davidefoschi.it - www.davidefoschi.it/metateismo -www.centroleonardodavinci.com



Il pittore Giovanni Garrubba espone a Mont’Art e dipinge dal vivo




Domenica 20 settembre 2015 dalle 10.00 alle 19.00 si tiene a Montechiarugolo in provincia di Parma la seconda edizione di Mont’ArtArte nel Borgo – kermesse dedicata all'arte e suddivisa in quattro sezioni: pittura, scultura, illustrazioni e fotografia
Tra gli artisti in rassegna Giovanni Garrubba, pittore di origini crotonesi, ma parmigiano d’adozione, che non solo espone le sue opere, ma dipingerà un quadro olio su tela e regalerà alcuni ritratti a carboncino e matita fatti dal vivo

Veduta del Castello di Montechiarugolo (PR) del pittore Giovanni Garrubba - olio su tela - 2015

A fine giornata una giuria, formata da esperti e pubblico, premierà i due migliori artisti in esposizione, che come premio avranno l’opportunità di allestire una mostra personale nelle sale del Palazzo Civico

In caso di maltempo la manifestazione viene spostata a domenica 4 ottobre.


mercoledì 16 settembre 2015

Galilei censurato per la prima volta in mostra. Biennale dell'Eresia, Orvieto 25 - 27 settembre


 Galilei censurato per la prima volta in mostra a Orvieto per la Biennale dell'Eresia
25, 26, 27 settembre Orvieto, Biblioteca L. Fumi (P.zza Febei 1, Orvieto)
Il Sidereus Nuncius originale, esposto per la prima volta alla Biennale dell'Eresia #ereticofuturo
Presso la Biblioteca L. Fumi, visibile al pubblico l'originale di uno dei testi più rivoluzionari di tutti i tempi, messo all'indice dalla Chiesa Cattolica nel 1610
Il 25, 26 e 27 settembre 2015, in occasione della Biennale dell'Eresia #ereticofuturo - tre giorni di incontri e scambi a Orvieto per sensibilizzare istituzioni e governatori, intellettuali e produttori sul grande tema dell'Eresia come innovazione, con ospiti del calibro di Mariana Mazzuccato e Giulio Giorello -  sarà possibile vedere da vicino un'originale del Sidereus Nuncius di Galileo Galilei.
Un'opera rivoluzionaria e fondamentale alla scienza moderna, che fece aprire gli occhi sull'Universo rendendolo "visibile" per tutti.
Un testo che svelò al mondo l'esistenza dei 4 satelliti di Giove, i crateri lunari, confermando la teoria eliocentrica avversa alla Chiesa Cattolica, che impose la sua messa all'indice, censurando uno dei saggi più importanti dell'astronomia di tutti i tempi.
Oggi a distanza di oltre 400 anni dalla sua pubblicazione, la copia originale del Sidereus Nuncius di Galileo Galilei viene esposto al pubblico a Orvieto, dal 25 al 27 settembre 2015 presso la Biblioteca L. Fumi in occasione della Biennale dell'Eresia coordinata dal giornalista e intellettuale Michele Mezza.
Tra i massimi pensatori italiani di tutti i tempi, "eretico", innovatore e visionario, Galileo Galilei sarà lume, insieme alla figura rivoluzionaria di Giordano Bruno, della Biennale dell'Eresia #ereticofuturo: un grande melting pot di idee e proposte che vede protagonisti gli "eretici contemporanei" e mira ad aprire uno squarcio nella pratica di eresia per creare una vera scuola di  innovazione  creativa che parli al mondo concreto...per tentare l'impossibile.
Perché, come disse un altro grande pensatore come Alan Turing, padre del moderno computer ed eretico dei suoi tempi: "L'innovazione cresce lungo l'incerta linea che separa, l'iniziativa dalla disubbidienza".
Per info: www.biennaledelleresia.it



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martedì 15 settembre 2015

Il Padiglione Barcellona a Bologna. Una storia di disegni da Mies van der Rohe a Ruegenberg- dal 24/9 ad ABC


presenta
 
Il Padiglione Barcellona a Bologna.
Una storia di disegni da Mies van der Rohe a Ruegenberg


ABC – Bologna
Via Alessandrini, 11

24 settembre – 24 ottobre 2015

ABC, sempre vigile e capace nel riconoscere, accogliere e rielaborare le proposte provenienti dal tessuto creativo della città di Bologna, inaugurerà la stagione autunnale il prossimo 24 settembre, alle 18.30, con la mostra "Il Padiglione Barcellona a Bologna. Una storia di disegni da Mies van der Rohe a Ruegenberg", visitabile fino al 24 ottobre 2015.

Proprio in occasione della Bologna Design Week, settimana dedicata al Design, durante il CERSAIE, ABC sceglie di dare un contributo di grande qualità al racconto della storia dell'Architettura e del design presentando gli inediti disegni del Padiglione Barcellona, realizzato da Mies van der Rohe per rappresentare la Germania all'Esposizione Universale del 1929.

La volontà insita nel progetto è di raccontare l'affascinante storia di questi disegni, fatta di persone, di architettura, di passione e di "affari di stato internazionali".

"'C'era una volta...", si potrebbe cominciare in questo modo a narrare l'incredibile storia che inizia con la perdita dei disegni originali di Mies van der Rohe, a causa dei bombardamenti che nel 1945 hanno raso al suolo Berlino. "C'erano una volta" dunque, e i disegni non ci sarebbero più, se l'assistente di Mies van der Rohe alla fine della Seconda Guerra Mondiale non avesse pazientemente ridisegnato a memoria le tavole architettoniche.

Sergius Ruegenberg, l'assistente, è la figura chiave di questa storia, non solo perché grazie alle sua iniziativa oggi è possibile avere i prospetti architettonici prossimi agli originali, ma anche perché fu l'unica persona designata da Mies van der Rohe, come testimonia una missiva esposta in mostra, autorizzata ad essere Direttore dei lavori qualora ci fosse stata una ricostruzione del Padiglione.

Dopo l'inaugurazione, il 6 ottobre 1977, della ricostruzione del Padiglione L'Esprit Nouveau di Le Corbusier nel quartiere fieristico di Bologna, progetto pensato e realizzato in occasione della partecipazione della Francia al Salone internazionale dell'Edilizia (SAIE), l'ambizione di promuovere la città di Bologna come luogo di incontro delle culture e delle esperienze internazionali si consolida con l'intenzione di ricostruire anche il Padiglione Barcellona di Mies. 

Grazie alla volontà di Giorgio Trebbi capofila di OIKOS iniziano le ricerche e i viaggi verso la Germania di Mario Ciammitti, a cui fu affidata nel 1977 la ricerca dei materiali e dei documenti relativi al Padiglione originario; iniziano gli scambi con Hans Maria Wingler, all'epoca Direttore dell'archivio Bauhaus a Berlino; iniziano gli scambi epistolari con Ruegenberg e una grande stima reciproca tra i due che porta lo stesso Ruegenberg nel 1983 a donare all'Ingegner Ciammitti i propri disegni.

La rivoluzione architettonica di Mies van der Rohe, maestro del cosiddetto Movimento Moderno, che vede proprio nel Padiglione Barcellona una delle sue massime espressioni, si dirige nella direzione della funzionalità, dell'essenzialità, della riduzione ai minimi termini della struttura ossea delle costruzioni: "less is more", come recita un suo celebre motto.

Tuttavia il rigore formale di Mies van der Rohe non significa perdita di vivacità e luminosità, come ben dimostrano i quattro differenti marmi policromi, utilizzati nella realizzazione delle pareti, o la colorazione dei vetri, fino a giungere al dettaglio del grande tappeto nero che, con le tende rosse e il muro in onice giallo oro, rappresentano un omaggio alla provenienza geografica del Padiglione.

Oggi, nonostante il Padiglione non abbia visto la luce nella terra felsinea, a seguito della volontà dei Reali di Spagna di realizzarne una copia, tra il 1983 e il 1986, nella città di Barcellona, facendo riferimento al materiale fotografico d'archivio, il lavoro filologico di Mario Ciammitti e la sua devozione archivistica - che lo rendono depositario di una preziosa collezione - permettono di mostrare un pezzo di storia che inizia nel 1929, attraversa il Novecento, passando per la Seconda Guerra Mondiale, e giunge a Bologna nei primi anni Ottanta.

La mostra curata da Alice Zannoni, e con l'allestimento progettato da Fausto Savoretti, espone il materiale dell'archivio di Mario Ciammitti che si compone di:

24 disegni su lucido di dimensioni variabili, originali di Sergius Ruegenberg;
6 fotografie 24x18 cm del 1929, tra ritratti dei soggetti coinvolti e immagini del Padiglione;
corrispondenza epistolare tra Mario Ciammitti e Hans Maria Wingler, Fondatore e Direttore del Bauhaus Archive / Museum of Design fino al 1984;
corrispondenza epistolare tra Mario Ciammitti e Sergius Ruegenberg, per quel che concerne gli aspetti tecnici della realizzazione.

Grazie al prezioso contributo di Gianpaolo Gazziero e KNOLL, che hanno sposato il progetto espositivo, insieme a queste prestigiose testimonianze storiche, sarà possibile ammirare anche la celebre poltrona Barcellona e lo sgabello Barcellona, due icone storiche del mondo dell'interior design, sempre firmate dal maestro Mies van der Rohe. 

Elementi parte dell'arredo originale del Padiglione Barcellona, progettati proprio per quest'ultimo e concepiti come luogo di riposo per il Re e la Regina di Spagna: "la versione moderna di un trono regale", come ricorda Edward L. Glaeser, per la cui progettazione Mies si ispirò all'antica Roma. Un esempio di bellezza inversamente proporzionale all'asciutto rigore tecnico che la contraddistingue che, ancor oggi, ne decreta lo status di modello teorico inarrivabile.

Un'occasione unica e mai verificatasi in precedenza che ABC offre proprio alla città di Bologna: una mostra che, unitamente alla correttezza filologica delle fonti, riesce a far trapelare in maniera spontanea il fermento e l'eccitazione che in quegli anni connotavano il mondo dell'architettura a livello internazionale e le ambizioni di Bologna, già città metropolitana.


informazioni utili
Titolo mostra:
Il Padiglione Barcellona a Bologna.
Una storia di disegni da Mies van der Rohe a Ruegenberg

A cura di: Alice Zannoni

Progettazione allestimento: Fausto Savoretti

Materiale proveniente dall'archivio di: Mario Ciammitti - Responsabile della ricostruzione storica e archivistica del Padiglione Barcellona a Bologna


Con un contributo poetico di: Gabriele Via

Conferenza stampa e preview: martedì 22 settembre, ore 11

Inaugurazione ad invitio: Giovedì 24 settembre 2015, ore 18.30

Aperitivo e Presentazione della Mostra: 2 ottobre ore 18.30, presso ABC

Sede espositiva: ABC, Via Alessandrini 11 – Bologna

Periodo di apertura al pubblico: 24 settembre / 24 ottobre 2015

Orario di apertura: dal martedì al sabato - dalle 17.30 alle 19.30

Ingresso: gratuito

Contatti per il pubblico:
abc.bo@libero.it  Tel: 320 918 83 04

Link utili :
Sito web: www.abcbo.it/abc; Facebook: Abc.bo

Sponsor:
ILTEC DESIGN www.iltecdesign.it
LUCIFERO'S www.luciferos.it
GIANPAOLO GAZZIERO www.gazziero.com
KNOLL www.knoll.com

Promotore:

 


Con il Patrocinio di:
 
Sponsor tecnici:

           

ILTEC DESIGN (fornisce l'allestimento)
È un'azienda innovativa che offre la più estesa gamma esistente sul mercato di finiture per interni ed esterni, grazie a prodotti accuratamente selezionati, di alto livello estetico e
tecnologico, abbinati ad un servizio di qualità in grado di realizzare ambientazioni di forte impatto ed altamente funzionali. Partner ideale di quanti vogliano distinguere i loro progetti e le loro realizzazioni con una connotazione assolutamente unica, ILTECDESIGN è in grado di soddisfare al meglio le richieste più esigenti della committenza, dal residenziale agli appalti delle grandi superfici, alle realizzazioni di pregio.
Con grande passione ILTEC DESIGN si impegna nella ricerca e nell'applicazione di prodotti unici e di qualità, selezionando tecnologie sostenibili e all'avanguardia: l'attenzione per l'ambiente ci porta a scegliere materiali eco-compatibili certificati.

LUCIFERO'S (fornisce l'illuminazione, in particolare i led che sono inseriti nei tavoli)
È la storia di una famiglia che, con intuito e determinazione, ha portato una piccola azienda nata nel 1978 a Bologna, dove tuttora opera con uno stabilimento di 8.000 mq, ad essere, oggi, una realtà leader nella produzione di apparecchi per l'illuminazione architetturale di alta qualità e completamente "made in Italy".
La concezione del prodotto tende al preciso obiettivo di integrare con armonia il corpo illuminante con l'architettura. Nasce, fin dalle prime fasi del processo ideativo, un'attenta ricerca sia delle soluzioni illuminotecniche tecnologicamente più all'avanguardia sia dei materiali e delle finiture che possano risultare più interessanti per il progettista  nello svolgimento della sua attività creativa.   
Oggi esporta made in Italy in molti paesi del mondo; i prodotti, standard o su misura, vengono inseriti nei progetti più diversi: catene di negozi, università, centri commerciali, uffici, musei  e abitazioni private.

GAZZIERO + KNOLL MODERN ALWAYS (fornisce sedute e tavolo)
La poltrona e sgabello Barcellona sono state progettate da MIES VAN DER ROHE per il padiglione tedesco alla fiera di Barcellona nel 1929 ancor oggi sono esempio di precisione ed eleganza e sono considerati elemento fondamentale dell'architettura moderna.
Gli originali KNOLL, sono prodotti su licenza dell'ILLINOIS INSTITUTE of TECNOLOGY dal 1953 e sono un pezzo importante della collezione BAUHAUS. I prodotti della KNOLL sono inclusi nelle collezioni museali del MoMA e del COOPER HEWIT NATIONAL Design Museum.A Bologna  KNOLL si trova da GIANPAOLO GAZZIERO in via Marconi 26.

UPCOMING at Giò MARCONI | Nathalie DJURBERG & Hans BERG | 16.09.2015 at 7 pm


 
 

 


NathalieDJURBERG & HansBERG
A thief caught in the act


Inaugurazione mercoledì 16 settembre 2015 dalle 19 alle 21
Dal 17 settembre al 31 ottobre 2015
martedì – sabato, 11-19



Giò Marconi ha il piacere di annunciare "A Thief Caught in the Act", terza mostra personale di Nathalie Djurberg & Hans Berg in galleria.

Dieci anni dopo il loro debutto da Giò Marconi, Nathalie Djurberg e Hans Berg ritornano nello spazio della galleria, trasformandolo in un paesaggio misterioso, popolato da colorate sculture di uccelli posizionate su tavoli e da enigmatici film d'animazione a cascata in bianco e nero.
In questo nuovo nucleo di lavori, i due artisti portano avanti la loro ricerca su luce e oscurità con un impulso più teatrale.
Lo scenario è presentato da Giò Marconi con un'illuminazione particolarmente drammatica.
La sala espositiva completamente buia è abitata da 7 tavoli di legno, ognuno dei quali è accompagnato da un faro che svela la presenza di vari uccelli, differenti per colori e dimensioni, insieme a piccole pillole.
Queste luci si accendono e si spengono a intervalli variabili. Quando i fari sono accesi il visitatore diventa il testimone di un furto che si sta svolgendo proprio sotto i suoi occhi: tutti gli uccelli afferrano nei loro becchi le piccole pillole multicolori che hanno intenzione di rubare – tutti i ladri pennuti sono appena stati colti in flagrante: un corteo di 6 uccelli danzanti più piccoli appaiono sorpresi di essere stati scoperti e sembrano fuggire dalla scena del crimine; un grande pellicano blu corre via a larghi passi col suo bottino nel becco mentre un gufo marrone scuro sembra fermarsi e ripensare alle sue azioni; un uccello dal piumaggio rosso brillante e arancio, in equilibrio su un solo arto, sembra quasi cadere giù dal tavolo, mentre cerca di scappare…
Le espressioni dei loro volti sono molteplici ma le loro azioni sono sempre le stesse: scappare dallo sguardo curioso dell'osservatore che li ha smascherati e lasciarsi alle spalle il luogo del delitto.

In mostra, oltre alle bird sculptures, anche i nuovi video.
Entrando in galleria, il visitatore viene subito immerso nel mondo di Djurberg e Berg – 4 nuovi film d'animazione a carboncino, accompagnati da blocchi di colore e musica, sono proiettati sulla parete di ingresso.
Nei "Waterfall Variations", Djurberg usa la sua consueta tecnica dello stop motion per creare cascate fluenti e zampillanti, che scorrono attraverso paesaggi esotici popolati da palme lussureggianti, delicati bonsai o tetre conifere. I diversi blocchi di colore, che lentamente fluiscono sulle vedute, rendono le scene in bianco e nero un po' meno cupe, lasciando nello spettatore un senso di calma meditativa.
La musica di Hans Berg traduce perfettamente il movimento dell'acqua in un ampio spettro di suoni, dai ritmi vivaci, frizzanti e quasi nervosi alle parti gorgoglianti più cupe, intensamente malinconiche e solenni, fino agli intervalli molto zen.

"A Thief Caught in the Act" è un nucleo di lavori nato inizialmente per l'ARoS Museum in Aarhus, Danimarca. La mostra di Aarhus inaugurerà il 22 ottobre e in questa occasione sarà esposto presso il museo danese un secondo gruppo di bird sculptures.

La mostra da Giò Marconi inaugura in concomitanza con diverse mostre collettive, ospitate da sedi espositive milanesi, che presentano le opere di Nathalie Djurberg & Hans Berg: "La grande madre " a cura di Massimiliano Gioni per la Fondazione Trussardi; "Arts and Foods" alla Triennale e "An Introduction" alla Fondazione Prada, entrambe curate da Germano Celant.


Nathalie Djurberg & Hans Berg

Nathalie Djurberg (n. Lysekil, Svezia, 1978) e Hans Berg (n. 1978 Rättvik, Svezia) vivono e lavorano a Berlino.Nel 2009, hanno partecipato alla 53° Biennale di Venezia "Fare Mondi", a cura di Daniel Birnbaum, vincendo il Leone d'Argento per il più promettente giovane artista.

Tra le più recenti mostre personali: "Maybe this is a Dream", Koelnischer Kunstverein, Colonia (2014); "The Black Pot", Garage Center for Contemporary Culture, Mosca (2013); "The Parade: Nathalie Djurberg with Music by Hans Berg", New Museum, New York, (2012) and Walker Art Center, Minneapolis (2011); "A World of Glass", Camden Art Centre, Londra (2011); "Snakes know it's yoga", Museum Boijmans Van Beuningen, Rotterdam (2011) and Kestnergesellschaft, Hannover (2010); Kristianstad Konsthall, Kristianstad (2010).

Tra le più recenti mostre collettive: The great mother", Fondazione Trussardi – Palazzo Reale, Milano (2015); "An Introduction", Fondazione Prada, Milano (2015); "Arts and Foods", Triennale di Milano, Milano (2015); "sense (Un)Certainty:A Private Collection", Knsthaus Zurich, Zurigo (2015); "DlectriCITY - Nuit Blanche Detroit", Detroit Institute of Arts, Detroit (2014); "Inside", Palais de Tokyo, Parigi (2014); "Broken. Slapstick, Comedy und schwarzer Humor", Haus der Kunst, Monaco (2014); "In the Heart of the Country", Museum of Modern Art, Varsavia (2013).

Prossime mostre personali: ACCA - Australian Centre of Contemporary Art, Melbourne (2015); ARoS - Aarhus (2015); PICA, Perth Institute of Contemporary Art, Perth (2016); Wanås Konst - Sculpture Park - The Wanås Foundation, Vanås (2016).

Collezioni pubbliche: Hammer Museum, Los Angeles, CA; Kunsthaus Zuerich, Zurigo; Malmö Konstmuseum, Malmö; Moderna Museet, Stoccolma; Museum of Modern Art, New York; Queensland Art Gallery, Gallery of Modern Art, Brisbane; Borås Konstmuseum, Borås; Solomon R. Guggenheim Museum, New York, USA.


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NathalieDJURBERG & HansBERG
A thief caught in the act


Opening Wednesday, September 16th 2015, from 7 to 9 PM
From September 17th till October 31st
From Tuesday to Saturday, 11-19



Giò Marconi is very pleased to announce, "A Thief Caught in the Act", Nathalie Djurberg & Hans Berg's third solo exhibition at the gallery.

Ten years after their debut at Giò Marconi, Nathalie Djurberg and Hans Berg have returned to the gallery space and have transformed it into a mysterious landscape inhabited by colourful bird sculptures on tables and enigmatic black and white waterfall animations.
In this new body of work the artists continue their play with light and shadow but with a more theatrical impetus. At Giò Marconi the scenery is lit very dramatically: the dark exhibition room is populated by 7 wooden tables that do all come with a spotlight which illuminates several differently sized and coloured birds with small pills. These spotlights do all switch on and off at varying intervals. When turned on, the visitor becomes a witness of the robbery that is taking place right in front of his eyes: all birds have multi-coloured little pills in their beaks which they are about to steal – they are all feathered thieves caught in the act: there is a parade of six seemingly dancing smaller birds that appear to be surprised by their discovery and that seem to run away from the crime scene; a big blue pelican strides away gingerly with his loot in his beak whereas a dark brownish owl seems to pause and reconsider her deed; a bright red and orange bird on one leg almost falls off the table while trying to escape the crime scene…
Their facial expressions are manifold but their actions are always the same: to flee their discovery and the nosy glance of the beholder and to leave their sites of crime behind.

Besides the bird sculptures several new videos are on display.
Upon entering the gallery space the visitor gets immediately dragged into Djurberg and Berg's world – 4 new charcoal animations with colour blocks and sound are being projected onto the entrance wall of the gallery. In these "Waterfall Variations", Djurberg applies her characteristic stop motion technique and has flowing and sputtering waterfalls running through exotic landscapes populated by lush palm trees, delicate bonsai trees or dark fir tree forests.
The various colour blocks that are slowly gliding over the landscapes make the black and white scenes less gloomy and leave the viewer with a sense of meditative calmness.
Hans Berg's music perfectly translates the movement of the water into sound and shows a broad spectrum from lively, sparkling and almost nervous cadences to darkly gurgling, intensely melancholic and solemn parts to very zen-like intervals.

"A Thief Caught in the Act" is a body of work that was initially developed for the ARoS Museum in Aarhus, Denmark. The exhibition in Aarhus will inaugurate on October 22nd and a second set of birds will be on display in the Danish museum.

The exhibition at Giò Marconi will run concurrently with several group exhibitions in Milan which showcase works by Nathalie Djurberg & Hans Berg:
"The Great Mother "curated by Massimiliano Gioni at the Fondazione Trussardi; "Arts and Foods" curated by Germano Celant at the Triennale Museum; "An Introduction" at the Fondazione Prada.


Nathalie Djurberg & Hans Berg

Nathalie Djurberg (b. Lysekil, Sweden, 1978) and Hans Berg (b. Rättvik, Sweden, 1978) live and work in Berlin.

In 2009, Nathalie Djurberg & Hans Berg participated in the 53rd Venice Biennial "Making Worlds" curated by Daniel Birnbaum wherefore they had been awarded the Silver Lion for Best Emerging Artists.

Most recent solo exhibitions: "Maybe this is a Dream", Koelnischer Kunstverein, Cologne (2014); "The Black Pot", Garage Center for Contemporary Culture, Moscow (2013); "The Parade: Nathalie Djurberg with Music by Hans Berg", New Museum, New York (2012) and Walker Art Center, Minneapolis (2011); "A World of Glass", Camden Arts Centre, London (2011); "Snakes know it's Yoga", Museum Boijmans Van Beuningen, Rotterdam (2011) and Kestnergesellschaft, Hannover (2010); Kristianstad Konsthall, Kristianstad (2010).

Most recent group exhibitions: "The great Mother", Fondazione Trussardi, Milan (2015); "An Introduction", Fondazione Prada, Milan (2015); "Arts and Foods", Triennale di Milano, Milan (2015); "sense (Un)Certainty: A Private Collection", Knsthaus Zurich, Zurich (2015); "DlectriCITY - Nuit Blanche Detroit", Detroit Institute of Arts, Detroit (2014); "Inside", Palais de Tokyo, Paris (2014); "Broken. Slapstick, Comedy und schwarzer Humor", Haus der Kunst, Munich (2014); "In the Heart of the Country", Museum of Modern Art, Warsaw (2013).

Upcoming solo shows: ACCA - Australian Centre of Contemporary Art, Melbourne (2015); ARoS - Aarhus (2015); PICA, Perth Institute of Contemporary Art, Perth (2016); Wanås Konst - Sculpture Park - The Wanås Foundation, Vanås (2016).

Public collections: Hammer Museum, Los Angeles; Kunsthaus Zurich, Zurich; Malmö Konstmuseum, Malmö; Moderna Museet, Stockholm; Museum of Modern Art, New York; Queensland Art Gallery, Gallery of Modern Art, Brisbane; Borås Konstmuseum, Borås; Solomon R. Guggenheim




With the contribution of
Giacomini Investimenti S.p.a.
Grandi Architetture & Partners




Giò Marconi
via Tadino, 20
20124 Milan
tel +39 02 2940 4373
fax +39 02 2940 5573
info@giomarconi.com
www.giomarconi.com


How to get there:

Underground:

Line 1 Red: stops Porta Venezia - Lima

Line 3 Yellow:  stop Centrale

Surface transport:
bus n. 60 – 81 stop B. Marcello



 
 

STD: INAUGURAZIONE MOSTRA DON'T FORGET NEPAL A MILANO


DON'T FORGET NEPAL – THE ESSENCE
Un viaggio per immagini tra la natura selvaggia dell'Himalaya e la tecnologia di un laboratorio scientifico sul tetto del mondo
(23 settembre – 25 ottobre 2015)
MARTEDÌ 22 SETTEMBRE  ORE 18, INAUGURAZIONE APERTA AL PUBBLICO
Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia

Via San Vittore 21, MilanoMilano, 15 settembre 2015. Gole, strapiombi e yak. Ma anche una avveniristica piramide che concilia ricerca scientifica, sostenibilità e tecnologie all'avanguardia. Questo, in sintesi, il Nepal che emerge dalla mostra fotografica Don't forget Nepal-the essence, organizzata da Cobat, il Consorzio Nazionale Raccolta e Riciclo, presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci a Milano.

La mostra, aperta al pubblico dal 23 settembre al 25 ottobre 2015, sarà inaugurata il 22 settembre 2015 alle ore 18 con una tavola rotonda a ingresso libero fino a esaurimento posti. Il programma prevede la partecipazione di Fiorenzo Galli, Direttore Generale del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia, Giancarlo Morandi, presidente di Cobat, Agostino Da Polenza, presidente del comitato EvK2-Cnr, Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente, Stefano Rodi, giornalista del Corriere della Sera, nonché dell'autore degli scatti, il fotografo Enrico De Santis

Durante la serata verrà proiettato il documentario "Top Recycling Mission", testimonianza video della missione di Cobat in Nepal, da cui origina la mostra fotografica che sarà presentata in anteprima, a seguire.

Attraverso una serie di scatti d'autore, il fotoreporter Enrico De Santis racconta il viaggio in Nepal avvenuto durante la spedizione "Top Recycling Mission". L'impresa, compiuta nel 2013, ha portato il team di Cobat e dell'EvK2-Cnr a oltre 5.000 metri di quota, per sostituire le 15 tonnellate di accumulatori al piombo e pannelli fotovoltaici che alimentano il Laboratorio-Osservatorio Piramide, nato nel 1987 ai piedi del versante nepalese dell'Everest, con l'obiettivo di studiare i cambiamenti climatici e ambientali.

La mostra vuole offrire il proprio contributo alla promozione della raccolta fondi lanciata dall'associazione EvK2-Cnr, insieme al CESVI, per la ricostruzione di Thame, un piccolo villaggio a 3800 metri di quota sulla sinistra di Namche Bazar, completamente devastato dal terremoto dello scorso 25 aprile in Nepal.

La mostra racconta com'era il Nepal prima del terremoto, da tre prospettive diverse: Katmandu Kaos and Gods, Himalaya Recycling Mission e The Pyramid in the rock.
Tre prospettive, come tre sono le pareti della Piramide e come tre saranno le pareti allestite nel secondo chiostro del Museo, che ospiteranno 50 fotografie di grande formato accompagnate da didascalie e pannelli informativi.


Katmandu, Kaos and Gods
La capitale del Nepal, i suoi templi e le tradizioni religiose. Gli uomini, le donne e le loro religioni principali: Induismo e Buddhismo.

Himalaya Recycling Mission
Il viaggio della spedizione ecologica Top Recycling Mission di Cobat per dare nuova energia al laboratorio scientifico più alto del mondo. Una carovana di Yak, Sherpa e Italiani tra piogge e nebbie, si è snodata tra ripidi pendii e sperduti monasteri buddisti, tra valli gelate e bandierine votive.

The Pyramid in the rock:
Il Laboratorio Piramide EvK2-CNR, una punta d'Italia nel Nepal a quota 5050 metri vicino al campo base dell'Everest. Un centro di ricerca internazionale da oltre 25 anni usato per studi sulla fisiologia umana, sull'ambiente e sul clima. In particolare per monitorare lo scioglimento dei ghiacciai, per controllare i fenomeni legati all'inquinamento atmosferico e ai mutamenti climatici.

Enrico De Santis è uno dei più importanti fotogiornalisti italiani, impegnato in reportage coraggiosi e autore di mostre personali apprezzate per i contenuti sociali oltre che artistici. Nato a Roma nel 1970, ha studiato arte a Londra, New York e Milano, dove vive, e dopo essersi laureato in giurisprudenza alla Sapienza di Roma, ha avviato collaborazioni con vari magazine ai quali spediva le sue foto "dal mondo" mentre lavorava su una nave a vela d'epoca. La sua fotografia è divenuta mezzo per conoscere luoghi e persone e lui è diventato un narratore di storie. Ha continuato a realizzare reportage per agenzie fotografiche internazionali e, in Italia, per il Corriere della Sera. E' iscritto all'albo dei giornalisti, è membro Consultore dell'Associazione Nazionale Fotografi Italiani e tiene lezioni di fotogiornalismo all'Università Statale di Milano. Oggi lavora in Italia per Sette, Dove, Gentleman, Ladies, Capital.

 

Cobat – Consorzio Nazionale raccolta e Riciclo, una storia venticinquennale che parla di continua innovazione, professionalità e una spiccata vocazione ambientale. Forte di una leadership nella gestione di pile e di accumulatori esausti il consorzio ha rinnovato in questo lungo percorso la propria identità divenendo un sistema multifiliera in grado di mettere il proprio know-how al servizio dei RAEE (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettronica), inclusi i moduli fotovoltaici giunti a fine vita, e per la gestione indiretta degli pneumatici fuori uso

INFO
Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci" (2° Chiostro)
Via San Vittore, 21 - Milano
Dal 23 settembre al 25 ottobre 2015
martedì-venerdì 9.30 - 18 / sabato, domenica e festivi 9.30 - 19
Ingresso incluso nel biglietto del Museo
www.museoscienza.org | info@museoscienza.it | 02485551

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