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martedì 15 settembre 2015

STD: INAUGURAZIONE MOSTRA DON'T FORGET NEPAL A MILANO


DON'T FORGET NEPAL – THE ESSENCE
Un viaggio per immagini tra la natura selvaggia dell'Himalaya e la tecnologia di un laboratorio scientifico sul tetto del mondo
(23 settembre – 25 ottobre 2015)
MARTEDÌ 22 SETTEMBRE  ORE 18, INAUGURAZIONE APERTA AL PUBBLICO
Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia

Via San Vittore 21, MilanoMilano, 15 settembre 2015. Gole, strapiombi e yak. Ma anche una avveniristica piramide che concilia ricerca scientifica, sostenibilità e tecnologie all'avanguardia. Questo, in sintesi, il Nepal che emerge dalla mostra fotografica Don't forget Nepal-the essence, organizzata da Cobat, il Consorzio Nazionale Raccolta e Riciclo, presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci a Milano.

La mostra, aperta al pubblico dal 23 settembre al 25 ottobre 2015, sarà inaugurata il 22 settembre 2015 alle ore 18 con una tavola rotonda a ingresso libero fino a esaurimento posti. Il programma prevede la partecipazione di Fiorenzo Galli, Direttore Generale del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia, Giancarlo Morandi, presidente di Cobat, Agostino Da Polenza, presidente del comitato EvK2-Cnr, Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente, Stefano Rodi, giornalista del Corriere della Sera, nonché dell'autore degli scatti, il fotografo Enrico De Santis

Durante la serata verrà proiettato il documentario "Top Recycling Mission", testimonianza video della missione di Cobat in Nepal, da cui origina la mostra fotografica che sarà presentata in anteprima, a seguire.

Attraverso una serie di scatti d'autore, il fotoreporter Enrico De Santis racconta il viaggio in Nepal avvenuto durante la spedizione "Top Recycling Mission". L'impresa, compiuta nel 2013, ha portato il team di Cobat e dell'EvK2-Cnr a oltre 5.000 metri di quota, per sostituire le 15 tonnellate di accumulatori al piombo e pannelli fotovoltaici che alimentano il Laboratorio-Osservatorio Piramide, nato nel 1987 ai piedi del versante nepalese dell'Everest, con l'obiettivo di studiare i cambiamenti climatici e ambientali.

La mostra vuole offrire il proprio contributo alla promozione della raccolta fondi lanciata dall'associazione EvK2-Cnr, insieme al CESVI, per la ricostruzione di Thame, un piccolo villaggio a 3800 metri di quota sulla sinistra di Namche Bazar, completamente devastato dal terremoto dello scorso 25 aprile in Nepal.

La mostra racconta com'era il Nepal prima del terremoto, da tre prospettive diverse: Katmandu Kaos and Gods, Himalaya Recycling Mission e The Pyramid in the rock.
Tre prospettive, come tre sono le pareti della Piramide e come tre saranno le pareti allestite nel secondo chiostro del Museo, che ospiteranno 50 fotografie di grande formato accompagnate da didascalie e pannelli informativi.


Katmandu, Kaos and Gods
La capitale del Nepal, i suoi templi e le tradizioni religiose. Gli uomini, le donne e le loro religioni principali: Induismo e Buddhismo.

Himalaya Recycling Mission
Il viaggio della spedizione ecologica Top Recycling Mission di Cobat per dare nuova energia al laboratorio scientifico più alto del mondo. Una carovana di Yak, Sherpa e Italiani tra piogge e nebbie, si è snodata tra ripidi pendii e sperduti monasteri buddisti, tra valli gelate e bandierine votive.

The Pyramid in the rock:
Il Laboratorio Piramide EvK2-CNR, una punta d'Italia nel Nepal a quota 5050 metri vicino al campo base dell'Everest. Un centro di ricerca internazionale da oltre 25 anni usato per studi sulla fisiologia umana, sull'ambiente e sul clima. In particolare per monitorare lo scioglimento dei ghiacciai, per controllare i fenomeni legati all'inquinamento atmosferico e ai mutamenti climatici.

Enrico De Santis è uno dei più importanti fotogiornalisti italiani, impegnato in reportage coraggiosi e autore di mostre personali apprezzate per i contenuti sociali oltre che artistici. Nato a Roma nel 1970, ha studiato arte a Londra, New York e Milano, dove vive, e dopo essersi laureato in giurisprudenza alla Sapienza di Roma, ha avviato collaborazioni con vari magazine ai quali spediva le sue foto "dal mondo" mentre lavorava su una nave a vela d'epoca. La sua fotografia è divenuta mezzo per conoscere luoghi e persone e lui è diventato un narratore di storie. Ha continuato a realizzare reportage per agenzie fotografiche internazionali e, in Italia, per il Corriere della Sera. E' iscritto all'albo dei giornalisti, è membro Consultore dell'Associazione Nazionale Fotografi Italiani e tiene lezioni di fotogiornalismo all'Università Statale di Milano. Oggi lavora in Italia per Sette, Dove, Gentleman, Ladies, Capital.

 

Cobat – Consorzio Nazionale raccolta e Riciclo, una storia venticinquennale che parla di continua innovazione, professionalità e una spiccata vocazione ambientale. Forte di una leadership nella gestione di pile e di accumulatori esausti il consorzio ha rinnovato in questo lungo percorso la propria identità divenendo un sistema multifiliera in grado di mettere il proprio know-how al servizio dei RAEE (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettronica), inclusi i moduli fotovoltaici giunti a fine vita, e per la gestione indiretta degli pneumatici fuori uso

INFO
Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci" (2° Chiostro)
Via San Vittore, 21 - Milano
Dal 23 settembre al 25 ottobre 2015
martedì-venerdì 9.30 - 18 / sabato, domenica e festivi 9.30 - 19
Ingresso incluso nel biglietto del Museo
www.museoscienza.org | info@museoscienza.it | 02485551

Il tempo per non sapere è finito




Io 096 AP

Io sono uno 096 AP.
Io non valgo di più di quello 096 AP lì stampigliato.
Io mi vergogno e valgo meno di quello 096 AP lì stampigliato.
Io come lo 096 AP non ho fatto niente e come 096 AP continuerò a non fare nulla e per questo non solo me ne vergogno ma mi faccio schifo.
Io non ho visto come lo ha visto lo 096 AP ma io sono sicuro che lui ne sta soffrendo più di tanti esseri umani i cui commenti che ascolto mi fanno vomitare.
Io voglio dire a questi commentatori:
... ma prima voglio piangere e non potete impedirmelo.
Io voglio dire a questi commentatori ... si! si! si! Cazzo mandateli tutti a casa mia...
Io voglio dire a questi commentatori siamo in 5 in una casa popolare di 90 mq ma voglio voglio voglio che vengano tutti a casa mia 10, 100, 1000, un milione troveremo il modo di sistemarci e di vivere, sono sicuro di potercela fare.
Io voglio dire a questi commentatori si!
Sono idiota, voglio essere idiota, voglio morire da idiota.
Io voglio dire a questi commentatori "Commentatori! avete ragione... commentatori voi anche se avete un castello intero siete stretti e stritolati nella vostra aridità d'animo e per questo non troverete mai un angolo di pietà in qualsiasi luogo e men che mai dentro di voi, 
per questo... 
Io voglio dire a questi commentatori io valgo meno dello 096 AP, e per questo vi dico di stare tranquilli, voi non siete colpevoli ma voi...
voi siete quelle magliette blu
voi siete quei pantaloncini a strisce
voi siete quelle scarpe da ginnastica
voi siete quel braccio infangato
voi siete quell'orecchio orizzontale
voi siete quei pantaloncini con le tasche ai lati
voi siete quel pugno
voi siete quei capelli neri
voi siete quell'ultimo bacio
voi siete quell'ultimo bacio che si sono dato.
Ma voi non avete colpa, non avete colpa perché fino a quando non ho visto questa foto
non lo sapevo io,
non lo sapevate voi,
non lo sapeva nessuno.
Ma ora il tempo per non sapere è finito e
io voglio essere,
io voglio fare,
io voglio credere
io voglio mostrare la mia misera inutile pietà più di uno 096 AP.

Renata Maccaro, Percorsi: dall'Astratto alla Figurazione

Palazzo del Bargello, Gubbio (PG) 2 – 31 ottobre 2015   Si rinnova anche per il mese di ottobre l’appuntamento con l’arte contemporanea al Palazzo del Bargello di Gubbio. Sarà infatti inaugurata venerdì 2 ottobre alle ore 17,00 la mostra della pittrice romana Renata Maccaro, dal titolo “Percorsi: dall’Astratto alla Figurazione”.

Renata Maccaro nasce a Roma e nella capitale acquisisce una solida formazione culturale decisiva per i successivi orientamenti e scelte in ambito creativo. Di estrazione classica, ma aperta alle istanze del contemporaneo, laureata in Lettere moderne con il massimo dei voti, avvia da autodidatta il suo percorso artistico con una ricerca sull'astratto. E' con l'opera intitolata "Sera" che nel '94 è tra i vincitori del "Premio Arte Giorgio Mondadori". Negli anni successivi la sua indagine si incentra sulla figurazione, tale passaggio implica una pluralità di linguaggio e una comprensione della filosofia delle Ricerche assolutamente notevole.

Va sempre considerato che nella pittura, come in altre espressioni d’arte, la ricerca e le conoscenze restano l’aspetto fondamentale per l’innovazione e la definizione delle espressioni contemporanee. “In questo percorso di ricerca si inserisce l’esperienza artistica e personale della Maccaro - dichiara Elisa Polidori del Palazzo del Bargello che ne ha curato il testo critico - che intitola questa esposizione "Percorsi: dall'Astratto alla Figurazione", con una logica e raffinata selezione di opere datando solo uno dei primi lavori astratti, 1994 e l'ultimo dei figurativi del 2015. L'elemento fondante del lavoro di questa artista è l'accordo e la fusione tra elementi della percezione sensoriale ed elementi spirituali; il veicolo è una materia fortemente frammentata e incisa che solo apparentemente costituisce un terreno disorganico e destrutturato.” Complesso e forse riduttivo sarebbe inserirla in un contesto artistico riconoscibile ai più Renata Maccaro può essere più correttamente definita un ricercatore "in movimento", poiché dietro ad ogni pennellata, ad ogni assaggio cromatico ci racconta un nuovo cammino, un processo evolutivo. “E’ davvero un piacere ospitare un’artista così sensibile ed elevata – le parole di Catia Monacelli direttore del Palazzo del Bargello di Gubbio – che vede la sua massima espressione nella ricerca filosofica che la porta ad esiti formali davvero unici.” La mostra “Percorsi: dall’Astratto alla figurazione” di Renata Maccaro sarà aperta al pubblico fino al 31 ottobre.

 Renata Maccaro, Percorsi: dall'Astratto alla Figurazione
Mostra personale di pittura a cura di Catia Monacelli e Elisa Polidori

Inaugurazione: venerdì 2 ottobre ore 17.00 I Dal 2 al 31 ottobre 2015
Orari: venerdì, sabato e domenica 10:30 - 13:00 e 15:00 - 18:00

Palazzo del Bargello, Gubbio (PG) I Via dei Consoli, Largo del Bargello
Ingresso gratuito
 Per informazioni contattare la segreteria organizzativa del Palazzo del Bargello di Gubbio al numero 0759220339 o scrivere ad info@museogubbio.it

Museo Marino Marini. BETTY WOODMAN, a cura di Vincenzo de Bellis, 19 settembre - 28 novembre 2015


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Betty Woodman
a cura di Vincenzo de Bellis
19 settembre – 28 novembre 2015

inaugurazione sabato 19 settembre



Dal 19 settembre il Museo Marino Marini ospita una mostra personale di Betty Woodman a cura di Vincenzo de Bellis.
In oltre sessanta anni di carriera - 45 dei quali passati vivendo a metà tra New York e Antella, frazione di Bagno a Ripoli -Woodman ha esposto i propri lavori in alcuni dei musei e dei contesti più prestigiosi, dal Metropolitan di New York a Palazzo Pitti. Negli anni, attraverso un lavoro che invoca e al tempo stesso sfida gli elementi tradizionali dei ceramisti italiani, l'artista americana ha saputo reinventare fantasiosamente il concetto stesso di ceramica, trovandole collocazione personale e fortemente autoriale all'interno del panorama dell'arte contemporanea. Non a caso la sua produzione più recente - gli ultimi 15 anni di lavoro, finestra temporale su cui si concentra la mostra - ha svolto un ruolo fondamentale per almeno una generazione di giovani artisti, che ne ha colto l'approccio sperimentale seppur osservante della tradizione.

Anche se la ceramica resta infatti l'alfa e l'omega del suo dizionario artistico, attraverso l'uso di colori accesi e forme eccentriche, le sue opere hanno progressivamente violato il confine delle arti decorative per entrare prepotentemente in quello delle arti visive, valicando spesso le frontiere della pittura: nelle mani della Woodman, un vaso può prendere le forme di corpi umani e figure animali, di cuscini o di fiori, confrontarsi con una cronologia di culture diverse - dalla Grecia alla Cina passando per riferimenti alla trazione azteca, etrusca, romana fino al Rinascimento italiano - o proiettare ombre di architetture classiche su oggetti illuminati dalla luce del Pop europeo (senza mai scordare il debito con la tradizione della pittura americana Anni 70).
Una commistione, quella tra ceramica e pittura, resa ancora più esplicita dall'integrazione in tempi recenti di tele ad elementi tridimensionali, e messa intenzionalmente in evidenza in questa mostra: le opere di Woodman si confrontano infatti qui in maniera diretta da un lato con l'opera  scultorea di Marino Marini  - attraverso un allestimento, nel mezzanino del museo, che ne esalta le sinergie - e dall'altro con l'eroica avventura pittorica del Quattrocento fiorentino, reiterato in particolare dal lavoro che apre il percorso espositivo "Of Botticelli" del 2013: una composizione che riempie la prima sala della mostra con frammenti di ceramica che alludono a colonne avvolte dalle vigne e vedute rinascimentali che si aprono su giardini immaginari.

Dopo il Museo Marino Marini, la mostra avrà una seconda tappa presso l'ICA (Institute of Contemporary Arts) di Londra, dal 2 Febbraio al 10 Aprile 2016, dove troverà nuova configurazione e allestimento, sempre a cura di Vincenzo de Bellis.

In occasione della doppia mostra è inoltre prevista una pubblicazione monografica sull'artista, finalizzata a rileggerne le evoluzioni e riscoprirne il ruolo all'interno della storia della pittura di matrice americana dalla seconda meta del Novecento ad oggi.

La mostra è realizzata con il supporto di OAC Ente Cassa di Risparmio di Firenze.
Si ringrazia inoltre per la collaborazione Antinori Art Project.


Betty Woodman (nata nel 1930), riconosciuta a livello internazionale come una delle più importanti artiste contemporanee, ha iniziato la sua carriera nel 1950 come ceramista con il proposito di creare degli oggetti che con la loro bellezza potessero arricchire la vita quotidiana.
Da allora la forma "vaso" è diventata per lei oggetto di studio, produzione e musa ispiratrice. Nel decostruire e ricostruire la sua forma ha creato un complesso ed esuberante corpo di scultura ceramica, il cui segno è il riflesso di una vasta gamma di influenze e tradizioni insieme a un creativo uso del colore. L'artista ha sperimentato in prima persona molte di queste tradizioni nei suoi numerosi viaggi, trovando ispirazione nelle varie culture di tutto il mondo.
Betty Woodman ha studiato ceramica al The School for American Craftsmen alla Alfred University di Alfred, New York, dal 1948 al 1950. Ha ricevuto molte onorificenze, fra cui nel 1995 la Rockefeller Foundation Fellowship del Centro Studi di Bellagio, Italia; nel 1980 e nel 1986 il National Endowment for the Arts Fellowships; nel 1966 il Fullbright-Hays Scholarship a Firenze. Ha cominciato ad insegnare all'Università del Colorado, a Boulder nel 1979 ed è stata riconosciuta "Professor Emeritus" nel 1998. Ha ricevuto la Laurea Honoris Causa in Lettere dalla Università del Colorado nel 2007 e la Laurea in Belle Arti dal Nova Scotia College of Art and Design nel 2006. Sposata con George Woodman, pittore e fotografo di fama internazionale, ha avuto da lui due figli, Charles, video-artist e Francesca, fotografa, morta nel 1981.
A partire dal 1968 le sue opere sono state incluse molto frequentemente in esposizioni collettive e fanno parte di più di 50 collezioni pubbliche, fra le quali: Boston Museum of Fine Arts, Massachusetts; Museo Internazionale di Ceramica di Faenza; Metropolitan Museum of Art di New York; Musée des Arts Decoratifs di Parigi; Museu Nacional do Azulejo di Lisbona; Museum of Modern Art di New York; National Gallery of Art di Washington, D.C.; Victoria and Albert Museum di Londra; World Ceramic Center di Ichon, Korea.
La critica ha sempre riconosciuto l'importante contributo del suo lavoro nel dialogo fra arte e ceramica. La sua monografia "Betty Woodman" (New York: The Monacelli Press, 2006) include saggi di Janet Koplos, Barry Schwabsky e Arthur Danto.
In Italia è rappresentata dalla Galleria Massimo Minini.



Museo associato
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Museo Marino Marini
Piazza San Pancrazio, Firenze
Orario: 10:00 - 17:00, chiuso il martedì e i giorni festivi - Biglietti: intero: € 6, ridotto € 4, studenti € 3
Tel. +39 055.219432 - e.mail: info@museomarinomarini.it - www.museomarinomarini.it

lunedì 14 settembre 2015

Inaugurata la mostra dell’artista Alfredo Maiorino a Postignano (PG)

Sabato 12 settembre 2015, alle ore 18, a Postignano (PG), presso Il Torchio, app. Sabbioneta, si è inaugurata una mostra dell'artista Alfredo Maiorino dal titolo "RI-VELARE".

L'esposizione, a cura dello Studio Trisorio, è nell'ambito della quarta edizione della manifestazione culturale "Un Castello all'orizzonte" che si sta tenendo al restaurato borgo medioevale.

Si potrà visitare fino all'8 novembre 2015  nei seguenti orari: 10.30 – 13 e 15 – 19.

Nell'ultimo triennio la ricerca artistica di Alfredo Maiorino è stata scandita da un attento processo di sintesi del linguaggio espressivo.
Prendendo le distanze dalla pittura intesa come rappresentazione, come allusione a una realtà concreta o a uno stato d'animo, Maiorino ha cominciato a indagare gli elementi primari del linguaggio pittorico, i materiali che compongono l'opera, le loro qualità tattili e visive.
Quest'operazione gli ha consentito di fare del colore una sostanza mentale, meno visibile e più interiore. Della pittura ha conservato gli elementi strutturali, la tela, la preparazione, il disegno, lasciando che gli oggetti misurino lo spazio bidimensionale dell'opera e si relazionino ad esso in modo funzionale, in un rapporto simile a quello dell'uomo nello spazio che abita.
In questo spazio purificato ha cominciato a inserire materiali come il vetro ed il feltro, che svolgono una funzione protettrice ed isolante. Il vetro opacizza e riflette lo spazio pittorico ma al contempo protegge la superficie, mentre il feltro, carico di energia animale, la isola e la riscalda.

Alfredo Maiorino è nato a Nocera Inferiore nel 1966. A partire dagli anni Ottanta, nel clima del "ritorno alla pittura" e della grande stagione dell'Informale, matura la sua personale linea espressiva. Nel 1990 vince il concorso nazionale per il ruolo di assistente alla cattedra di Pittura nelle Accademie di Belle Arti italiane. Il libro d'arte, hortusconclusus, e la grafica d'arte, insieme alla pittura, scandiranno negli anni il suo lavoro. Proprio con le opere grafiche parteciperà alle esposizioni The 13th Seoul-Space e International Print Biennal al Museo d'Arte di Seoul. Nel 2003 realizza la prima personale allo Studio Trisorio di Napoli e riceve l'invito alla XIV Quadriennale, Anteprima allestita a Palazzo Reale di Napoli. Nel 2005 lo Studio Trisorio cura la sua mostra Il cielo capovolto presso il Castel dell'Ovo di Napoli e la personale nello spazio di Roma. Nel 2010 riceve il Premio Pandosia per l'Arte Contemporanea e l'anno successivo l'invito alla 54° Biennale di Venezia.

Alla fine degli anni '60, l'architetto americano Norman F. Carver definì il Castello di Postignano come l'archetipo dei borghi collinari italiani, tanto da riprodurre le imponenti case-torri del borgo, aggettanti l'una sull'altra, nella copertina del suo libro fotografico "Italian Hilltowns".

Il Castello di Postignano offre un'esperienza di turismo e di vita sostenibili, fatti di sostanza e di emozioni: sessanta case perfettamente restaurate nel rispetto dell'impianto medievale delle architetture, ma caratterizzate da tutte le risorse di una vivibilità moderna - un albergo "diffuso" - un ristorante/trattoria dove, la cucina semplice, l'attenzione alle tradizioni e alla qualità delle materie prime sono la sua filosofia – un wine bar "Vini e Oli dell'Umbria" - un centro servizi - l'antica chiesa, oggi luogo di eventi culturali, artistici e di intrattenimento; qui i restauri hanno svelato affreschi di antica bellezza, tra i quali una Crocifissione del XV secolo apparsa dietro una parete crollata – una biblioteca – alcune botteghe artigiane - un centro benessere, la piscina, l'area all'aperto "Il giardino delle rose".



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info@castellodipostignano.it
www.castellodipostignano.it

Mostrami Factory | Invito all'opening di 'Gea - It's a (wo)man's world' - No.Body | Venerdì 18 settembre ore 19:00


In occasione della mostra Gea – It's a (wo)man's world presso la Fondazione Bracco dal 18 al 27 settembre si segnala l'installazione No.Body curata da Jay C. Lohmann e Ilaria Bochicchio, artisti diversi per cultura, generazione e origini che da un anno hanno iniziato un percorso di collaborazione.

Così racconta del loro incontro Ilaria Bochicchio:
"Ho conosciuto Jay nel 2014 a maggio, ero appena tornata da New York e dovevo intervistarlo. La rubrica della quale mi occupavo era uno speciale su New York: artisti di diverse generazioni e galleristi. Mi sembrava strano intervistarlo a Milano (Jay vive tra Milano e New York), lui molto cordiale al telefono mi ha invitato nel suo studio. Non è stata una semplice intervista, perché si è creata una sinergia strana sul nostro modo di amare l'arte, e nel rifiuto di certe "regole" imposte dal mercato e dal "sistema".

Jay è un artista vero e autentico, crede in quello che fa e non divide l'arte dalla vita.
Classe 62' ha un mondo creativo e un immaginario nel quale mi sono immersa e del quale mi nutro. Io sono nata nell'88' nel Sud del Sud dei Santi in un Paese di forse 1000 abitanti. Lui, l'immensa America, io la petit Italia: dal sud in Basilicata fino ai 18 anni, a Roma fino ad arrivare a Milano. Due mondi e due generazioni lontane che s'incontrano. Eppure la nostra energia si eguaglia nello stesso desiderio di fare arte, quell'arte che ci rende vivi. Io e Jay siamo legati da un silenzioso accordo d'intenti e da una complicità spontanea e unica."

Ilaria B


 


Vi aspettiamo per l'inaugurazione della nuova MostraEvento| "Gea - It's a (wo)man's world"

Il team di Mostrami è felice di informarVi che Venerdì 18 settembre alle ore 19.00 inaugureremo la nuova  MostraEvento presso Mostrami Factory @ Folli 50.0.
20 artisti -pittori, scultori, fotografi e video artist- esporranno le loro opere incentrate sul tema della Donna, intesa non solo come forza generatrice, ma come impulso vitale del pianeta, motore di crescita e spinta propulsiva alla creazione.
La serata sarà piena di eventi e suggestioni tra cui: una mostra parallela a cura della Molin Corvo Gallery di Parigi, un'installazione e performance artistiche live degli artisti Ilaria Bochicchio e Jay C. Lohmann e l'accompagnamento musicale del gruppo SoliSax del Conservatorio di Milano.

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Come raggiungerci?
Metro: MM2 Lambrate
Tram: 23, 33
Autobus: 54, 55, 75, 964
Clicca qui per ingrandire la mappa.



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Prorogata fino al 4 ottobre la mostra Mario Vespasiani SIC LUCEAT LUX

Mario Vespasiani
SIC LUCEAT LUX 
opere 1998 - 2015


Dall'immaginazione deriva il pensiero,
dalla meraviglia viene la conoscenza,
dalla sensibilità giunge la visione,
dall'ispirazione la luce. MV

Dopo l'interesse suscitato nel suo primo mese di apertura, la mostra di Mario Vespasiani in corso a Palazzo Sepe Monti di Santa Vittoria in Matenano nelle Marche, che presenta una selezione di opere realizzate nel corso dei suoi diciassette anni di lavoro e che si ripropone nella città dove, appena diplomato venne invitato a tenere una delle sue primissime esposizioni, sarà prorogata fino a domenica 4 ottobre. In tale periodo continueranno le visite guidate, arricchite da laboratori d'arte visiva con i ragazzi delle scuole alla presenza dell'autore.

Sic luceat lux è la mostra che per la prima volta attraversa e rilegge le principali tematiche, gli stili e i materiali adottati da Mario Vespasiani (1978) dall'esordio appena ventenne ad oggi. Un percorso articolato all'interno della pittura e della sua trasformazione, naturale quando dovuta dalla maturazione artistica e sperimentale quando, in questi diciassette anni, una stagione dopo l'altra, si è confrontata con i più vari supporti e con progetti site specific.
Il suo campo di indagine si muove tra le componenti materiali e spirituali dell'opera mediante domande fondamentali sull'esistenza: nell'ottica del mistero e della trasformazione Vespasiani ci mostra il legame tra interno ed esterno, microcosmo e macrocosmo grazie a quella che può considerarsi una luce propria che collega le cose alle opere e che "illuminandole" si manifesta nei volti figurativi come nelle immagini astratte, nelle profondità del pensiero e nell'infinito della volta celeste.

Sic luceat lux è il luogo dove si attraversano i saperi, in cui si raccolgono e purificano gli oggetti ordinari che arrivano a toccare i confini di un'arte che richiede non tanto la razionalità quanto l'abbandono.

L'autore fin dalle prime opere identifica la sua cifra espressiva nei colori che lo circondano e che lo spingono verso quel sentimento di unità universale, in cui il pennello diventa il mezzo da cui scaturisce un'energia fatta più che di perfezione formale di inarrestabili bagliori. La sua pittura si basa sulla percezione di una forza che attraversa le cose, dall'uomo, alle piante e alle galassie, in grado di esprimere il sentire umano nella sua totalità.

Nel corso degli anni, le sue opere hanno toccato la fotografia e la performance, la scrittura e l'installazione ed è significativo notare come alle differenti tecniche abbia sempre impresso la sua cifra pittorica di un'arte intesa come rivelazione, che mette in relazione la vastità di quello che ci circonda con ciò che non si è ancora riusciti a comprendere; per questo non ci propone il quotidiano secondo il principio di causa-effetto, ma la creazione dell'immagine imprevista, che (a differenza di quella fantastica) è frutto non della pura inventiva ma di una profonda percezione del reale.

L'opera di Vespasiani va colta dunque nel suo gesto che, per generare l'irripetibile è in grado di fondersi al presente, ove la pittura - in una sorta di danza che abbraccia millenni - si mostra in grado di evocare la sospensione del tempo e la dilatazione dello spazio: in questo suo "inventario" le immagini si allineano al battito cardiaco e per questo oscillano, sfocano e s'infuocano nell'atto di prendere parte, in un dono di luce, al ritmo del mondo.


Disponibile la pubblicazione generale con i testi dell'orientalista Brunilde Neroni, del cantante Giovanni Lindo Ferretti e di Mara.



Giorni e orari di apertura: 
sabato e domenica dalle 17,30 alle 21,30

fino al 4 ottobre 2015
 su appuntamento chiamando il numero: 366.7345810 



Palazzo Gentilizio Sepe Monti
Corso Giacomo Matteotti 48
Santa Vittoria in Matenano (FM)


Info:
Responsabile Palazzo Monti: 366.7345810 

www.mariovespasiani.it



Speciale sulla mostra in onda su FM Tv: 
https://www.youtube.com/watch?v=uJ3yW6gidm4&feature=youtu.be


L'autore:
MARIO VESPASIANI nasce nel 1978 vive e lavora nelle Marche e nei luoghi che meglio si prestano a sviluppare i suoi progetti. E' uno dei talenti dell'arte italiana, con una ricerca che lo sta portando ad innovare il concetto di pittura nelle varie modalità espressive come nello studio delle luminosità del colore. Le sue opere adottano un linguaggio simbolico e si rivolgono ad un più vasto itinerario dell'anima, incentrandosi sul profondo mistero della creazione e sulla trasmissione dei moti dello spirito. Con la mostra Gemine Muse espone giovanissimo ai Musei Capitolini di Roma, a 27 anni vince il primo Premio Pagine Bianche d'Autore, nel 2011 viene invitato al Padiglione Italia della 45° Biennale di Venezia, figura nel libro Fragili eroi di Roberto Gramiccia dedicato ai più interessanti artisti italiani del futurismo ad oggi e sul Dizionario dell'Arte Italiana edito da Giancarlo Politi.

Nel 2008 a dieci anni dalla prima personale realizza la mostra che avvia il progetto denominato "La quarta dimensione" attraverso il quale propone un dialogo con alcuni grandi maestri dell'arte italiana a lui particolarmente vicini in un determinato momento della ricerca. Il primo avvenne nel 2008 con Mario Schifano mettendo in risalto il colore e il gesto pittorico che contraddistingue il procedere istintivo dei due autori, per l'approccio grintoso, per la carica vitale e mai prevedibile della pittura. Nel 2010 presso la Galleria Comunale d'Arte Contemporanea di Ascoli Piceno le sue opere si affiancarono all'astrattismo lirico di Osvaldo Licini, in questo momento le tele di Vespasiani sempre meno figurative forniscono una panoramica del tratto pittorico che raggiunge soluzioni stilistiche più evanescenti ed essenziali. Sulla linea colorista, che scende lungo l'Adriatico, nel 2012 presenta il dialogo in tre sedi con i capolavori di Lorenzo Lotto, il quale oltre ad essere uno dei più autorevoli interpreti è anche colui che ha saputo rivoluzionare i codici del ritratto e la mostra ha focalizzato l'attenzione sull'interpretazione psicologica e formale del volto, dalle espressioni comuni alle tensioni umane più profonde. Nel 2015 il gallerista Pio Monti presenta la mostra La quarta dimensione nella fotografia di Mario Giacomelli e Mario Vespasiani dove per la prima volta le sue immagini fotografiche si specchiano nei riflessi comuni e nello sguardo appassionato di Giacomelli, uno dei fotografi più incisivi del '900. 

Tra i primissimi artisti italiani ad espandere l'impronta pittorica dai nuovi materiali alle tecnologie, viene inviato nel 2012 dall'Accademia di Belle Belle Arti di Macerata a tenere una conferenza dal titolo: L'essenza e il dono. Arte, relazione e condivisione, dalla tela all'iPad e nello stesso anno con le opere realizzate mediante l'iPad ed applicate su alluminio partecipa al Premio Termoli. Per tutto il 2014 si è dedicato al progetto Mara as Muse sottolineando, in piena controtendenza, il ruolo di una Musa quale figura ispiratrice dell'atto creativo e delle sue molteplici forme espressive. Nel 2015 realizza delle opere in pura seta intitolate Storie di viaggiatori, territori e bandiere che espone come fossero vessilli di un'arte che torna ed essere simbolo e immagine di un'identità ben precisa e che va oltre le classiche modalità espositive per mostrarsi in una performance nella Pinacoteca civica di Ascoli Piceno, in un happening con le opere disposte al vento sulla cima della Torre dei Gualtieri di San Benedetto del Tronto e al 48° Premio Vasto.  

Nel mese di maggio esce Planet Aurum il suo primo libro interamente dedicato agli scritti e nello stesso anno la città di Fermo lo invita a dipingere il Palio dell'Assunta dedicandogli contemporaneamente la personale in corso in questi giorni presso il complesso monumentale di San Domenico. La città di Santa Vittoria in Matenano gli riserva la presente mostra che raccoglie per la prima volta una selezione di opere dagli esordi ad oggi ed una importante pubblicazione generale.

Dal 1998 sono oltre trenta le mostre personali documentate con volumi prodotti in serie limitata, arricchiti da testi critici, interviste e da testimonianze trasversali. Contemporaneamente alla pittura, ha frequentato un workshop di fotografia con Ferdinando Scianna e di cinema con Lech Majewski. Del suo lavoro se ne sono occupati oltre agli storici e ai critici d'arte, anche filosofi, scrittori, antropologi e teologi.


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