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martedì 14 luglio 2015

Giovedì 16 luglio "Ghost Walk" GRATUITA | 18/19 luglio ATTIVITA' GRATUITE per FAMIGLIE > mostra "Capolavori della Johannesburg Art Gallery. Da Degas a Picasso" > Pavia, Scuderie del Castello Visconteo

Capolavori della Johannesburg Art Gallery
da Degas a Picasso




Fino al 30 agosto 2015
Pavia, Scuderie del Castello Visconteo

























> SPECIALI GIOVEDI' IN MOSTRA: apertura fino alle 22.00 con visite guidate gratuite.

Giovedì 16 luglio, ore 21.00 Ghost Walk in lingua italiana: speciale passeggiata in notturna tra arte e fantasmi a Pavia, a cura dell'Associazione Culturale Il Mondo di TELS. 
Fantasmi di Pavia, dalla mostra "Capolavori della Johannesburg  Art Gallery. Da Degas a Picasso" al centro storico della città di Pavia. Dall'arte dei grandi pittori all'arte della narrazione. Un imperdibile tour dei fantasmi, da Lady Rossetti al Ponte del Diavolo. La Ghost Walk dura circa 60 minuti, è gratuita e si accede con il biglietto d'ingresso alla mostra. Non è necessaria la prenotazione e saranno ammesse al massimo 30 persone in ordine di arrivo entro le 20.45.



> WEEKEND IN FAMIGLIA: ogni sabato e domenica attività gratuite per le famiglie.

Sabato 18 luglio, ore 15.00 e domenica 19 luglio, ore 11.00: laboratorio didattico gratuito "Un bagaglio di emozioni".
Alle attività per le famiglie si accede con il biglietto d'ingresso alla mostra ed è necessaria la prenotazione al numero 0382 33676.




Roy Lichtenstein, "Crack!", 1964
Johannesburg Art Gallery, Johannesburg
©Estate of Roy Lichtenstein by SIAE 2015



















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Prosegue con successo la mostra "Capolavori della Johannesburg Art Gallery. Da Degas a Picasso", in corso alle Scuderie del Castello Visconteo di Pavia, fino al 30 agosto 2015

Fino al 19 luglio continuano gli "speciali giovedì in mostra" con apertura prolungata fino alle 22.00 e visite guidate gratuite. A partire dal 19 luglio fino al 30 agosto l'appuntamento con le visite guidate gratuite sarà ogni martedì alle ore 17.00.

Giovedì 16 luglio alle ore 21.00 tutti i visitatori avranno la possibilità di partecipare ad una coinvolgente ed originale Ghost walk per le strade di Pavia a cura dell'Associazione Culturale Il Mondo di TELS. Dopo aver visitato la mostra in autonomia, i partecipanti scopriranno che alcuni degli artisti presenti nelle sale delle Scuderie, dei modelli e delle modelle che posarono per loro furono protagonisti di una serie di misteri. Partendo da queste storie tormentate, un cantastorie 2.0 accompagnerà i visitatori in una passeggiata notturna dalle Scuderie al centro storico di Pavia, alla scoperta delle leggende dei fantasmi che ancora infestano la città.

La
 ghost walk dura circa 60 minuti, tutti i visitatori che avranno visitato l'esposizione nella giornata del 18 giugno avranno libero accesso alla passeggiata, presentandosi all'ingresso delle Scuderie con il biglietto della mostra entro le 20.45. Non è necessaria la prenotazione e saranno ammesse al massimo 30 persone in ordine di arrivo.























Per tutta la durata della mostra, ogni weekend le Scuderie del Castello Visconteo di Pavia propongono a tutte le famiglie una serie di laboratori didattici gratuiti pensati per trascorrere una giornata all'insegna dell'arte e della creatività insieme ai propri bambini.

Sabato 18 luglio alle ore 15.00 e domenica 19 luglio alle ore 11.00bambini e genitori potranno partecipare al laboratorio gratuito "Un bagaglio di emozioni"Dopo aver scoperto l'affascinante storia della Johannesburg Art Gallery e dei capolavori esposti alle Scuderie i piccoli visitatori daranno vita - attraverso colori, forme e fantasia - al proprio bagaglio di emozioni.
Le attività didattiche sono gratuite*, si accede con il biglietto d'ingresso alla mostra ed è necessaria la prenotazione al numero 0382 33676. La durata del laboratorio è di circa 60 minuti e per ogni attività saranno ammessi al massimo 30 bambini. (*Con l'intento di diffondere la cultura nella maniera più accessibile, l'Associazione ARTpiù creative project propone visite guidate e attività didattiche gratuite per le quali sono gradite libere donazioni che consentano di far fronte alle spese necessarie per l'attuazioni di tali attività).





















































Calendario completo laboratori didattici gratuiti per le famiglie: 

"Il filo del viaggio" | Date: 25-26/07, 29 - 30/08
Il filo unisce ciò che è separato e distante, lega e collega. E' capace di descrivere e raccontare. Usiamo il filo come una matita e creiamo un'immagine che racconti un viaggio della nostra vita, per collegare i ricordi del passato con la vita presente. 

"La foto-ricordo" | Date: 11-12/07, 01-02/08
Spesso le foto non si limitano a raccontare le immagini di ciò che abbiamo vissuto ma ricordano emozioni, sensazioni e affetti. Creiamo una foto alla nostra memoria per descrivere un ricordo che racconti il viaggio della nostra vita. 

"Un bagaglio di emozioni" | Date: 18-19/07, 8-9/08 
E se dovessimo partire verso una meta misteriosa e sconosciuta, cosa metteremmo dentro la valigia? Riempiamo con il colore, le forme e la fantasia la nostra valigia; mettiamo dentro il nostro bagaglio quelle emozioni che sono necessarie per non dimenticare i nostri ricordi. 

"Il souvenir" | Date: 22-23/08 
Quando viaggiamo amiamo legare i ricordi di quell'esperienza a tipici oggetti del luogo visitato. Spesso dimentichiamo che quegli stessi oggetti sono come uno specchio capace di riflettere le nostre stesse emozioni. Assembliamo oggetti di uso comune, colore e fantasia per creare il nostro personale souvenir che racconti le nostre emozioni. 
























Per informazioni
www.scuderiepavia.com | info@scuderiepavia.com


















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LA MOSTRA
Dal 21 marzo al 19 luglio 2015 (PROROGATA FINO AL 30 AGOSTO) le Scuderie del Castello Visconteo di Pavia presentano "Capolavori della Johannesburg Art Gallery. Da Degas a Picasso".
La mostra è ideata, prodotta, organizzata da ViDi in collaborazione con il Comune di Pavia e la Johannesburg Art Gallery, con il patrocinio del Consolato Generale del Sudafrica di Milano e realizzata con la consulenza scientifica di Simona Bartolena.

Aperta al pubblico nel 1910, la Johannesburg Art Gallery vanta una collezione di altissima qualità dal punto di vista del patrimonio artistico. Le sale delle Scuderie di Pavia avranno il privilegio di ospitare un nucleo importante di capolavori provenienti da uno dei più significativi musei d'arte del continente africano, offrendo al pubblico un'occasione unica per scoprire e conoscere da vicino una raccolta di opere difficilmente visibile in altre sedi.

L'esposizione presenta oltre sessanta opere, tra olii, acquerelli e grafiche, che portano le firme di alcuni dei principali protagonisti della scena artistica internazionale del XIX e del XX secolo: da Edgar Degas a Dante Gabriel Rossetti, da Jean Baptiste Corot a Alma Tadema, da Vincent Van Gogh a Paul Gauguin, da Antonio Mancini Paul Signac, da Pablo Picasso a Francis Bacon, da Roy Lichtenstein a Andy Warhol e molti altri.

Il percorso espositivo, diviso in sezioni cronologiche e tematiche, permetterà ai visitatori di percorrere un viaggio nella storia dell'arte dalla metà del XIX secolo fino al secondo Novecento, spaziando dall'Europa agli Stati Uniti fino al Sud Africa in un racconto che si sposta tra momenti storici, luoghi e linguaggi artistici diversi.

La mostra, oltre a presentare un'ottima selezione di opere di grandi Maestri, consentirà al pubblico di scoprire l'affascinante storia della Johannesburg Art Gallery. Principale protagonista della nascita e della formazione della collezione museale fu Lady Florence Phillips, moglie del magnate dell'industria mineraria Sir Lionel Phillips. Donna dal grande fascino, a sua volta collezionista, convinta che la sua città dovesse avere un museo d'arte, persuase il marito e alcuni magnati dell'industria a investire nel progetto.

Determinata a portare avanti la sua idea, Lady Phillips vende un diamante azzurro regalatole dal marito per acquistare i primi lavori. Hugh Lane, altra grande personalità della scena culturale anglosassone, la aiuta nell'impresa, suggerendole possibili acquisizioni. Sin dalla sua apertura il museo presenta una selezione di opere di straordinaria qualità e modernità, un nucleo arricchitosi poi negli anni grazie a nuove acquisizioni e donazioni.  

Per tutta la durata dell'esposizione una serie di attività didattiche e visite guidate per bambini e adulti permetteranno di approfondire le splendide opere esposte nelle sale delle Scuderie del Castello Visconteo.








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Titolo
Capolavori della Johannesburg Art Gallery
da Degas a Picasso

Date
21 marzo – 19 luglio 2015 > PROROGATA FINO AL 30 AGOSTO

Sede
Scuderie del Castello Visconteo
Viale XI Febbraio, 35
27100 Pavia

Orari fino al 19 luglio
Dal lunedì al venerdì: 10.00 – 19.00
Giovedì: 10.00 – 22.00
Sabato, domenica e festivi: 10.00 –  20.00





(La biglietteria chiude un'ora prima)

Orari dal 20 luglio al 30 agosto


Da martedì a venerdì 10.00-18.00

Sabato e Domenica 10.00-20.00
(Chiuso tutti i lunedì, 15 e 16 agosto)























Biglietti
Intero: 12,00 euro (Audioguida inclusa nel prezzo)
Ridotto: 10,00 euro (Audioguida inclusa nel prezzo)
over 65 anni, ragazzi dai 13 a 18 anni, gruppi (min 15 max 30 persone), Soci Touring Club Italiano muniti di tessera in corso di validità, Iscritti FAI muniti di tessera in corso di validità.
Ridotto speciale: 9,00 euro (Audioguida inclusa nel prezzo)
Studenti dell'Università di Pavia muniti della propria Ateneo Card o del documento d'iscrizione all'Università, Possessori della My Museum Card
Ridotto scuole e bambini: 5,00 euro Gruppi di scolaresche, bambini dai 6 ai 13 anni
Gratuito: disabili, accompagnatori disabili, giornalisti muniti di tesserino dell'Ordine dei Giornalisti con il bollino dell'anno in corso, accompagnatori gruppo adulti (uno per gruppo), accompagnatori scolaresche (due per gruppo), bambini under 6 anni, guide della Lombardia munite di patentino.






Con il biglietto della mostra puoi visitare anche i Musei Civici di Pavia a prezzo ridotto negli orari di apertura indicati sul sito www.museicivici.pavia.it






Informazioni e prenotazioni

Tel:+39 0382 33676
info@scuderiepavia.com





Informazioni e prenotazioni pacchetti promozionali e turistici



www.me-in-italy.com Tel: +39 0382 578706 | info@me-in-italy.com

A Firenze dal 19/09 la Mostra Spettacolare "Il Mondo che non c'era" con i Capolavori Mai Visiti della Collezione Ligabue e Opere delle Collezioni Medicee. Oltre 120 Opere d'arte per riscoprire le Culture del Meso e Sud America prima di Colombo

IL MONDO CHE NON C'ERA
FIRENZE, MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE
19 SETTEMBRE 2015 - 6 MARZO 2016
Vita, costumi e cosmogonie delle culture Meso e Sudamericane prima di Colombo, raccontati in oltre 120 opere d'arte. Una grande mostra ci fa conoscere Il mondo che non c'era.
Capolavori mai visti della Collezione Ligabue, preziose testimonianze delle antiche raccolte dei Medici e prestiti internazionali ci accompagnano in uno spettacolare viaggio nelle civiltà precolombiane.

Agli albori del XVI secolo l'Europa viene scossa da una scoperta epocale: le "Indie", "Il mondo che non c'era". Un evento che scardina la visione culturale del tradizionale asse Roma - Grecia – Oriente; l'incontro di un nuovo continente è l'evento forse più importante nella storia dell'umanità secondo l'antropologo Claude Lévi-Strauss.

A "Il mondo che non c'era", alle tante e diverse civiltà precolombiane che avevano prosperato per migliaia di anni in quella terra è dedicata la spettacolare mostra che si terrà a Firenze, dal 19 settembre 2015 al 6 marzo 2016 al Museo Archeologico Nazionale, con un corpus di capolavori - quasi tutti mai visti prima d'ora - espressione delle grandi civiltà della cosiddetta Mesoamerica (gran parte del Messico, Guatemala, Belize, una parte dell'Honduras e del Salvador) e delle Ande (Panama, Colombia, Ecuador, Perù e Bolivia, fino a Cile e Argentina): dagli Olmechi ai Maya, agli Aztechi; dalla cultura Chavin, a quelle Tiahuanaco e Moche, fino agli Inca.

Fu un fiorentino del resto, Amerigo Vespucci, a comprendere per primo che leterre incontrate da Cristoforo Colombo nel 1492 non erano isole indiane al largo del Cipango (Giappone) e neppure le ricercate porte dell'Eden, ma un "Mundus Novus", un nuovo continente che pochi anni dopo alcuni geografi che lavoravano a Saint-Denis des Voges vollero chiamare, in suo onore, "America".


E i Medici, signori di Firenze, risultarono i primi governanti europei a decideredi preservare nelle loro collezioni alcuni degli affascinanti e spesso enigmatici manufatti arrivati dalle "Indie" come quelli dei Taino - gli indigeni incontrati da Colombo - che i conquistatores avevano portato in Europa. Tra i primi a considerare quegli oggetti vere opere d'arte fu Albert Dürer che, di fronte ai regali di Montezuma a Cortes, giunti a Bruxelles nel 1520, scrisse: "Queste cose son più belle che delle meraviglie […] Nella mia vita non ho mai visto cose che mi riempissero di gioia come questi oggetti".

Promossa dal Centro Studi e Ricerche Ligabue di Venezia e dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana-Museo Archeologico Nazionale, prodotta con atto di mecenatismo da Ligabue SpA, con il patrocinio della Regione Toscana e del Comune di Firenze, la mostra presenterà pezzi eccezionali e unici appartenuti proprio alle collezioni medicee, così come opere preziose del Musée du Quai Branly di Parigi e di prestigiose collezioni internazionali. Ma il nucleo centrale sarà costituito da una vasta selezione di opere delle antiche culture Americane – mai esposte prima d'ora – appartenenti alla Collezione Ligabue.

A pochi mesi dalla sua scomparsa, questa mostra vuole essere infatti anche un omaggio alla figura di Giancarlo Ligabue (1931- 2015) da parte del figlio Inti, che continua l'impegno nella ricerca culturale e scientifica e nella divulgazione, attraverso il Centro Studi fondato oltre 40 anni fa dal padre Giancarlo: paleontologo, studioso di archeologia e antropologia, esploratore, imprenditore illuminato, appassionato collezionista.

Oltre ad aver organizzato più di 130 spedizioni in tutti i continenti, partecipando personalmente agli scavi e alle esplorazioni - con ritrovamenti memorabili conservati ora nelle collezioni museali dei diversi paesi - Giancarlo Ligabue ha dato vita negli anni a un'importante collezione d'oggetti d'arte, provenienti da moltissime culture.

Una parte di questa collezione sarà il cuore della mostra, curata da Jacques Blazy (tra i membri del comitato scientifico, André Delpuech capo conservatore al Quai Branly e l'archeologo peruviano Federico Kauffmann Doig) specialista delle arti preispaniche della Mesoamerica e dell'America del Sud. Un'esposizione straordinaria che consentirà di scoprire, attraverso oltre 120 opere d'arte, le società, i miti, le divinità, i giochi, le scritture, le capacità tecniche e artistiche di quei popoli.  


Un vero evento, in particolare, sarà la presenza di diverse maschere in pietra di Teotihucan, la più grande città della Mesoamerica, e di un nucleo preziosissimo di vasi Maya d'epoca classica, preziosissime fonti d'informazione - con le loro decorazioni e iscrizioni - sulla civiltà e sulla scrittura Maya.




Il viaggio, affascinante, nel cuore delle civiltà Mesoamericane prenderà dunque il via dalle testimonianze delle cultura Tlalica e Olmeca (dal 1200 al 400 circa a.C.), con esempi di quelle figurine antropomorfe di ceramica cava provenienti da necropoli - per lo più rappresentazioni femminili, con un evidente deformazione cranica, elaborate acconciature e il corpo appena abbozzato - che tanto affascinarono anche i pittori Diego Rivera, la moglie Frida Kahlo e diversi surrealisti. 


La cultura Olmeca si diffuse attraverso tutta la Mesoamerica fino alla Costa Rica, compresa la regione di Guerrero (Xochipala) famosa per le statuine di donne nude, giocatori della palla, coppie o danzatori dai corpi modellati e realistici e, in genere, per la produzione lapidea (tra il 500 a.C e il 500 d.C.), che si svilupperà anche nella cosiddetta scultura Mezcala. Una manifestazione artistica tanto enigmatica nella sua semplicità quanto misteriosa nelle origini, al punto che ne restarono profondamente suggestionati anche André Breton, Paul Eluard e lo scultore Henry Moore, artisti che diventarono anche collezionisti di quelle figure di pietra.

Tra il 300 a.C e il 250 d.C. l'Occidente del Messico si distinse per la realizzazione di tombe a pozzo collocate sotto le abitazioni. Il viatico funebre di queste tombe  – formato da ceramiche a forma di granchio, cane, armadillo, rospo - è eccezionale e offre importanti informazioni sulla vita quotidiana e la religione. 


Tra le varie culture associate a questa regione, quella di Chupicuaro (il cui apogeo si situa tra il 400 e il 100 a.C.) è conosciuta per le statuette policrome di ceramica cava, delle quali sono in mostra alcuni notevoli esemplari, come la Grande Venere con la mani congiunte sul ventre, la testa deformata e gli occhi aperti a mandorla appartenuta alla collezione Guy Joussemet e ora in quella Ligabue.

Quindi Teotihuacan: il primo vero centro urbano del Messico centrale, letteralmente "la città dove si fanno gli dei" e dove furono costruiti monumenti emblematici come la Piramide del Sole, quella della Luna e la Piramide del Serpente piumato.  


Leggendaria l'abilità dei tagliatori di pietra di Teotihuacan; l'arte lapidaria appare molto stilizzata, persino geometrizzata e ha prodotto pezzi monumentali ma anche le famose ed inconsuete maschere di Teotihuacan. Concepite secondo un modello standardizzato, con il volto a forma di un triangolo rovesciato, fronte e naso larghi, labbra spesse e sopracciglia marcate, le opere esposte in questa occasione (tra cui alcune provenienti dalle collezioni antiche di André Breton e di Paul Matisse) potrebbero essere servite come maschere funerarie.

Una di queste, La maschera in onice verde, conservata al Museo degli Argenti è appartenuta alla collezione dei Medici ed è un esemplare davvero notevole di quella produzione.

Interessanti per la perizia tecnica dell'ampia decorazione, sono i due punteruoli realizzati in ossa di giaguaro, animale emblematico del mondo mesoamericano associato alle più alte funzioni politiche e sacre. I due strumenti, originari di Michoacan - ma con un'iconografia tipica di Teotihuacan, glifi, testa di felino, fiamme - sono di probabile uso rituale, destinati per l'autosacrificio o a pratiche che implicavano la perforazione della carne: è incisa l'immagine del destinatario divino al quale il penitente offriva il suo sangue.

Della cultura Zapoteca - che si diffonde nel Centro del Messico nella regione di Oaxaca dal 500 a.C. al 700 d.C e vede il suo centro nella città di Monte Albàn - sono altresì in mostra alcune delle famose urne cinerarie che appaiono dal 200 a.C al 200 d.C (II fase). Con la loro effige spesso antropomorfa, rappresentante un personaggio seduto con le gambe incrociate e le mani sulle ginocchia – probabilmente Cocijo, dio zapoteco della pioggia, del fulmine e del tuono - sono state trovate in differenti inumazioni; e resta da chiarire ancora la loro funzione.

Singolari anche le statuette realistiche in ceramica della cultura classica della Costa del Golfo (o cultura di Veracruz) decorate con bitume dopo la cottura, come anche le repliche in pietra di accessori del gioco cerimoniale della palla e le statue che rappresentano personaggi sorridenti o ridenti, davvero eccezionali nell'arte mesoamericana che frequentemente propone esseri impersonali e inespressivi.

A introdurci nella cultura e nelle società dei Maya sono i sacerdoti, le divinità, gli animali addomesticati come i tacchini, i nobili riccamente adornati negli abiti e con bellissimi gioielli (spettacolare la collana di giada esposta) raffigurati in piatti, sculture o stele. Ma sono soprattutto i bellissimi e preziosi vasi Maya d'epoca classica, riccamente decorati, che forniscono informazioni sulla società e sulla scrittura di questa civiltà.  


Le divinità dell'inframondo, i giocatori della palla, i signori-cervidi e signori-avvoltoi, il drago celeste, il dio K'awiil o giovani signori dai copricapi piumati sono i protagonisti che popolano i vasellami in mostra.

Sono Aztechi invece gli importanti propulsori o atlati - utilizzati per lanciare frecce - provenienti dalle wunderkammer medicee e ora nel Museo di Antropologia di Firenze: sono tra i pochissimi strumenti di questo tipo decorati in oro.

Il viaggio continua con le testimonianze dal Sud America: dalla spettacolare produzione delle prime ceramiche delle Veneri ecuadoriane di Valdivia, agli oggetti degli Inca; dal mondo dell'antico Chavin, dai tessuti e vasi della regione di Nazca, all'affascinante cultura Moche.

 
Ma sarà l'oro – come quello dei Tairona (puro o in una lega con rame chiamata "tumbaga") – a spingere nelle Ande spagnoli ed avventurieri alla ricerca dell' "El Dorado", uno dei grandi miti, vero motore della Conquista.

L'America, che aveva stupito e affascinato con i suoi "strani" indigeni, la natura così diversa e le sue meravigliose opere, in breve viene considerata solo per le tonnellate d'oro e d'argento che giungono sui galeoni in Europa. E se i Medici a Firenze conservano nelle loro raccolte le testimonianze del Mondo che non c'era - tra i capolavori in mostra anche un collier Taino del XIV-XV secolo - gli Spagnoli fondono quegli oggetti in metallo prezioso per usarlo poi come moneta.

In pochi decenni dall'arrivo di Colombo (nessuno degli oggetti da lui riportati si è conservato) le culture degli Aztechi e degli Inca saranno annichilite con le armi e con la schiavitù e quella dei Taino praticamente annientata: già verso il 1530, secondo gli storici, non esisteva più un solo Taino vivente.

Milioni di indio moriranno anche a causa delle malattie arrivate dal Vecchio Mondo.

Dovranno passare almeno quattro secoli, prima che l'Europa prenda nuovamente coscienza della grandezza dell'arte dell'America antica e ancora oggi sfuggono molti aspetti delle culture precolombiane, di quella parte di umanità che, all'improvviso, nell'ottobre del 1492, comparve all'orizzonte dei navigatori in cerca delle Indie.

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Prezzo del biglietto
intero: € 4,00


ridotto: € 2,00 
per i cittadini dell'Unione Europea di età compresa tra 18 e 25 anni (con valido documento di identità)
 

gratuito:

fino all'età di 18 anni (con valido documento di identità)
per studenti universitari dell'Unione Europea di: Archeologia e Storia dell'Arte (Lettere), Conservazione dei Beni Culturali, Architettura, Scienza della Formazione, Accademia delle Belle Arti (con certificato di iscrizione)
per gli insegnanti delle scuole statali dell'Unione Europea (con documento attestante)per i cittadini dell'Unione Europea portatori di handicap e una persona accompagnante

PRENOTAZIONI E INFORMAZIONI
"Firenze Musei" - Tel. 055-294883

Orari apertura
Lunedì :                             8,30 - 14,00
da Martedì a Venerdì:       8,30 - 19,00
Sabato e Domenica:         8,30 - 14,00

Ivan Pili "L’essenziale è VISIBILE agli occhi" Mostra personale di pittura

L’essenziale è visibile agli occhi

opere di Ivan Pili

Mostra personale itinerante di pittura
a cura di Gina Affinito

Dal 24 luglio al 4 settembre 2015
Palazzo sant’Agostino 3° piano
Via Roma, 104 - Salerno

Dal lunedì al venerdì h 9.00 - 18.00. Gli altri giorni su appuntamento.
Ingresso gratuito

Inaugurazione Venerdì 24 luglio 2015 h 16.30
Sala Giunta

L’essenziale è VISIBILE agli occhi è la prima mostra personale dell’artista sardo Ivan Pili.
Già dal titolo, la mostra si presenta come una raccolta di opere pittoriche dove l’essenziale della vita quotidiana, i piccoli gesti, l’umiltà della gente semplice sono raffigurate in maniera predominante ma con una leggerezza e tenerezza unici.
L’esposizione racchiude la vera essenza dell’operato artistico di Ivan Pili: una suggestiva impronta della tecnica naturalistico-verista che rivoluziona l’immagine moderna.
Ivan Pili appartiene alla generazione che si è vista crescere nelle fotografie, che ha conosciuto un mondo rappresentabile non più attraverso i procedimenti tradizionali della pittura, ma soprattutto attraverso la fissazione automatica dell’impronta luminosa: la nuova dimensione del vero.
Lei, la forza e la vita - Olio su tela
Ma non solo. L’essenziale è VISIBILE agli occhi esprime in chiave romantica e armonica un differente realismo (ed a tratti un iperrealismo), un riferimento preciso dell’arte alla realtà concreta e visibile del mondo: i soggetti dipinti dall’artista, anche i più essenziali e dai gesti apparentemente irrilevanti, diventano un elemento in grado di qualificare l'opera d’arte.
L’esperienza visiva dell’osservatore è una fusione di emozioni, ricordi e semplicità in cui rispecchiarsi e sognare. L’artista riesce a trasporre sulla tela sentimenti e gestualità puri, in cui si ritrova l’innocenza, il coraggio, la saggezza, le privazioni e la memoria del passato.
Il percorso di crescita artistica è notevole e in continua evoluzione: ogni quadro è una scoperta, una sperimentazione, un “andare oltre”, perfezionando la maestria dell’utilizzo di ombre e luci.
La mostra itinerante vedrà la sua prima tappa al Palazzo sant’Agostino a Salerno, storico edificio costruito nel Trecento dai Frati Eremitani di Sant’Agostino, oggi sede dell’Amministrazione Provinciale.
L’inaugurazione si terrà venerdì 24 luglio 2015 alle ore 16.30 e sarà visitabile fino al 4 settembre 2015.
Interverranno:
Dott.ssa Barbara Cussino
Responsabile settore Musei e Biblioteche Provincia di Salerno
Prof. Elena Ostrica
Presidente Centro Artisti Salernitani
Dott. Diego Ciotola
CEO Founder ARTROOMS

Note sull’artista
Amore alla prima carezza - Olio su tela
Ivan Pili nasce a Cagliari nel 1976. Come tanti talenti, le sue doti artistiche emergono fin dalla tenera età, nei banchi della scuola materna prima per manifestarsi nelle sue prime opere ritrattistiche all'età di 9 anni.
Nonostante ancora giovanissimo, “assorbe" le peculiarità degli artisti incontrati, ma fa proprie le tecniche stilistiche osservate. Sono gli anni in cui è forte l'interesse per le luci del Caravaggio e la morbidezza del tocco di Renoir e Raffaello.
All'età di 12 anni inizia però la sua avventura musicale, settore in cui riceverà consensi immediati ed a respiro internazionale. La musica diventa la principale attività di Ivan Pili, tralasciando quindi la pittura per oltre 25 anni.
Nel 2014 riscopre, dopo questo lungo periodo, l’arte pittorica. Arte mai dimenticata, ripresentata in maniera prepotente e decisa, velata di una maturità artistica ancora in via di definizione.
I soggetti dei dipinti sono i più disparati: dai paesaggi alle nature morte, dai ritratti alle maschere, raffinando la tecnica di utilizzo di ombre e luci, fino ad arrivare alla trasposizione del figurativo realista.

Curriculum artistico
  • Mostra collettiva “Ode to Food” – Milano
  • Rassegna “Capua abbraccia i suoi artisti” nell’ambito del Festival della Lingua - Capua (CE)
  • Guest Artist al vernissage del 1° Simposio di scultura “COETUS” con donazione dell’opera “Su boe” alla municipalità - Capua (CE)
  • Mostra collettiva Italian Soul - Contemporary Art in UAE 2^ Edizione - Dubai e Abu Dhabi (UAE)
  • Mostra collettiva ALTER-EGO: L’Io attraverso l’Ego – Pescara
  • Art Fair Cagliari
Riconoscimenti
  • 3° Classificato alla 17a Edizione 2015 del Premio Internazionale Letterario - Artistico “La Piazzetta” – Salerno
  • Il giorno 1 ottobre 2014, il Registro delle Eccellenze Italiane ha conferito alle opere di Ivan Pili il certificato di Eccellenza Italiana 2014/2015 per l’unicità della tecnica pittorica utilizzata.
Indirizzo web dell'artista: www.ivanpili.com

Variety: Mostra collettiva, Simultanea Spazi d'Arte (Firenze) a Milano presso Spazio Porpora



VARIETY

Mostra di pittura, fotografia, incisione e collage
a cura di Simultanea Spazi d'Arte - Firenze


Ornella Balbo / Massimo Barcariol / Luciano Borin / Roberto Celli / Giuseppe D'Auria / Rino Di Terlizzi / Simonetta Fontani / Anna Paola Gorozpe / Emiliana Lippi / Massimo Lomasto Franco Margari  / Ambretta Mari / Elena Montiani / Angiolo Pergolini / Piero Sani / Marta Sarti Andrea Simoncini / Gabriella Socci / Milvio Sodi / Giovanna Sparapani


30 luglio-8 agosto 2015

Milano
Galleria Spazio Porpora
Via Nicola Antonio Porpora, 16

Opening giovedì 30 luglio ore 17.00


Variety ci consente in questa rassegna di accoglierne il significato di molteplicità quanto di una ribalta di artisti, promossa dall'associazione culturale e spazio curatoriale fiorentino Simultanea-Spazi d'Arte, diretta da due storici e critici d'arte Roberta Fiorini e Daniela Pronestì: da sempre incline alla varietà dei linguaggi artistici per porli in dialogo fra loro, propone a Spazio Porpora nella sua sede a Milano una selezione di venti artisti che insieme compongono un significativo ventaglio del contemporaneo attraverso la singolarità delle rispettive esperienze.

Nelle tecniche si spazia dalla pittura ad olio, tecnica mista ed acquerello, alla fotografia, la fotoincisione ed il collage, quanto nelle declinazioni espressive si spazia dal realismo al surreale, dal new pop all'astrazione materica, geometrica, evocativa così come è "senza frontiere" il panorama degli autori, in gran parte provenienti dalla Toscana ma anche dalla stessa Milano, da Napoli, e con l'accento straniero di un'artista americana ed una messicana:  Ornella Balbo, Massimo Barcariol, Luciano Borin, Roberto Celli, Giuseppe D'Auria, Rino Di Terlizzi, Simonetta Fontani, Anna Paola Gorozpe, Emiliana Lippi, Massimo Lomasto, Franco Margari, Ambretta Mari, Elena Montiani, Angiolo Pergolini, Piero Sani, Marta Sarti, Andrea Simoncini, Gabriella Socci, Milvio Sodi, Giovanna Sparapani.

Una mostra che si colloca anche nella dimensione di scambio culturale: Spazio Porpora è stato protagonista di una sua rassegna di artisti a Firenze presso Simultanea nel mese di giugno ed ora è Simultanea che presenta la sua nelle vetrine della galleria milanese.

La mostra è visitabile fino all'8 agosto dal lunedì al sabato dalle 15.30-19.30.

Galleria Spazio Porpora, Via Nicola Antonio Porpora 16, Milano

Info:simultaneaspazidarte@gmail.com      you@spazioporpora.it

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