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martedì 10 marzo 2015
Fino a domenica 15 marzo la mostra "Giorgio de Chirico e l'oggetto misterioso" > Reggia di Monza, Serrone della Villa Reale
IncastoNatura: opere d'arte e natura
Giovedì 19 marzo 2015, ore 19
IncastoNatura
personale di Roberto Sangineto
Musée du Croco
via privata Cascia 6 - MI
Siediti lungo la riva del fiume e aspetta… Roberto Sangineto ha fatto suo il proverbio cinese riscrivendone il finale e reinterpretandone gli scopi: è proprio in prossimità dei corsi d'acqua che accoglie dalla natura la materia prima per le sue sculture-gioiello.
Alcuni alberi, trascinati dalle intemperie nei fiumi con le loro radici potenti e con le evoluzioni dei loro rami, inglobano nelle loro anime legnose metalli, detriti, sassi: è in questo scenario ambientale che l'artista vicentino ritrova l'abbraccio universale dell'esistenza, il legame inevitabile ma talora instabile delle cose, l'inclinazione artistica degli elementi, vicina all'arte orafa, alla sua capacità di plasmare forme grezze e di impreziosire materiali già splendidi.
Sangineto imita, trasforma e completa l'opera della Natura, restituendo la vitalità ad elementi apparentemente inerti e creando sculture che sfidano le leggi della gravità e dell'equilibrio e che richiamano alla mente allegorie, simboli e suggestioni provenienti dalla storia, dalla mitologia e dall'immaginario popolare.
Giovedì 19 marzo 2015 dalle ore 19, nella cornice polivalente del Musée du Croco, prendono vita, con un evento di vernissage dedicato alla cittadinanza, le incastonature di Roberto Sangineto.
Roberto Sangineto deriva la sua ispirazione dalle due discipline che hanno caratterizzato la sua formazione personale e professionale, ovvero l'oreficeria ed il video. Della prima ha imparato da ragazzo le tecniche nella capitale mondiale dell'oro, la sua città, Vicenza, ed in particolare l'arte dell'incastonatura, l'inserimento di pietre nei gioielli; la seconda tecnica artistica gli ha consentito di guardare alla natura con occhio ammirato, ma soprattutto attento.
Musée du Croco è uno spazio espositivo inaugurato nel 2012 da Enzo Bollani a partire da un'idea di Lucio Dalla. Situato nello scenario avanguardista di via privata Cascia 6 (Milano), ospita artisti emergenti e idee innovative.
lunedì 9 marzo 2015
Giovedì 12 marzo, alle ore 19.30 Mostra di pittura a Nardò (Le)
particolare dell'opera "Piccolo notturno su S., K. 525", 2015
Tecnica: acrilici, pigmenti e oro su tela di cm. 116 x 166
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Varianza in trasparenza; la pittura è di scena!
Vedere, percepire, conoscere, non è forse 'attraversare' strati, patine, trasparenze?
Angelo Lupi Tarantino presenta a Nardò, nell'ambito della mostra dal titolo: "... della notte prima che fosse e dell'ultima notte, è l'urto della luce che lo dissolve", dal 12 al 31 marzo 2015, una serie di nuovi lavori.
Risultato vivifico della sua passionale ed intensa attività pittorica, sono delle figure che appaiono sempre in equilibrio tra un tempo storico (mitologico) e un senso dell'esistenza (concettuale), come d'altronde avviene alla forma, nel momento in cui si stacca visivamente dal fondo. Angelo Lupi Tarantino nei suoi ultimi lavori, ambisce a perseguire, proprio adottando una 'fenomenica' stratificazione di colore, impaginando superfici sovrapposte e differentemente rarefatte, un personale e colto 'principio di verità'. Una trasposizione poetica del pittore/cantore che, testimone diretto dell'immanente atto eroico, 'compone' un'ode, da consegnare al mito.
Quanta apparenza è necessaria perché si stabilisca il controllo del dispositivo che consegna trasparenza, al significato della sostanza? Per Angelo Lupi Tarantino si tratta di sperimentare, desiderare, sognare e, dunque, stratificare colore per produrre realtà; sono intinti nei pensieri, i pennelli con cui poter esprimere la vita.
Avvicinarsi al suo lavoro certo vorrebbe dire, attuare una ricognizione cromatica, nella sua ricerca pittorica, dove la variazione del blu al verde, gela immense profondità e indica tenui parvenze di spazi, appena percepibili. Dai neri, invece, ripartire per ricomporre passionali e vibranti gialli-rosa elargendo chiarori, scanditi secondo un fraseggio fantastico di arancioni e rossi che sentiamo proporsi con forza e, incredibilmente, ardere.
La serie di apparati simbolici che fanno parte della sua lunga esperienza figurativa, riabilita la varianza performativa, data dal dosaggio delle diverse densità di colore. Proprio il colore trattato con questa tecnica giunge a realizzare trasparenze che non lasciano vuoti, ma definiscono l'allestimento di un susseguirsi di quinte, secondo distanze ancora da sperimentare.
Altri luoghi, quindi, altri strati, altri mirabolanti fondi… altra coscienza di sé.
Ritengo, infatti, la pittura di Angelo Lupi Tarantino, capace di creare 'ambientazione', allude a scenografie immaginifiche, 'atti' in compimento.
Essa corrobora, apre confronti, racconta spazi, diventa scena.
Il manifestarsi di un'emozione, 'piega' secondo regole riconoscibili? Segue percorsi preordinati? Rilegge soggetti già scritti?
Nient'affatto, Tarantino scioglie i suoi apparenti profili classici fluidificandone la plasticità, sfiora senza intersecare mai, i riferimenti tardo-cubisti, anzi ne sfida le accezioni con forme taurine riferite a forze istintive e primigenie. Abbozza sinopie e segna tratti che delimitando campiture, solidificano incarnati. Angelo Lupi Tarantino non dissimula neanche l'eloquenza metafisica delle figure acefale che determinano maggiormente il concetto di attesa/assenza. Elenca con esperienza le colte 'disarticolazioni' che, prima di essere anatomiche, concedono alla composizione letture espressioniste, coinvolgendo interpretazioni e concetti pregevolmente informali. Un linearismo potente che ritaglia figure 'galleggianti' distinguendole da paesaggi tumultuosi emersi da scuri magmi.
Prestando attenzione ed 'ascoltando' queste opere, quindi la materia, i colori, le forme, si può percepire e davvero sentire l'antico racconto che si perde nella notte dei tempi, di imperscrutabili amanti, quali il nero e la luce, di cui, la varianza in trasparenza, diventa, per questa pittura, la condizione necessaria alla loro lunga, epica, storia d'amore.
di Paolo Marzano
Londra in Arte 2015. Mostra Internazionale d’Arte Contemporanea. Londra, 14-20 marzo 2015
Londra in Arte 2015
Mostra Internazionale d'Arte Contemporanea
Dal 14 al 20 marzo 2015
Vernissage Sabato 14 marzo dalle ore 17 alle 19
Presso Birla Art Gallery, Londra
Espongono gli artisti:
Pier Luca Bencini, Antonella Bucci, Lucia Calleri, Riccardo Dametti, Aldo Falchi, Luca Marchetti L M Art, Christiane Parmentier-Renoult, Roberto Re, Anselmo Rossanino (AnRo), Jeannette Rutsche Sperya, Carmela Scialò, Georgeta Stefanescu, Stefano Torrielli, Domenico Zora
Gli artisti della Galleria Sabrina Falzone di Milano approdano a Londra con una monumentale mostra d'arte contemporanea che sarà ospitata nella suggestiva Birla Art Gallery nel quartiere di lusso del Kensington.
Il progetto espositivo "Londra in Arte 2015", curato dal critico d'arte Sabrina Falzone con allestimenti artistici dell'ingegnere Giuseppe Di Salvo, sarà dedicato alla valorizzazione delle espressioni artistiche europee: dalla pittura alla fotografia fino alla scultura con novità tecniche e stilistiche.
Per la pittura figurativa il progetto-mostra annovera i nomi di Pier Luca Bencini da Milano, di Christiane Parmentier-Renoult dalla Costa Azzurra, di Carmela Scialò da Napoli e di Lucia Calleri da Genova.
Il medico-artista Pier Luca Bencini, nato a Firenze ma residente a Milano, è un affermato chirurgo specializzato in Dermatologia; in ambito artistico è stato allievo di William Congdom e le sue opere sono conservate presso il Monastero cistercense trappista di Valserena, presso l'Arcivescovado di Milano e di Ferrara.
Christiane Parmentier-Renoult, pittrice e scultrice francese che lavora nel proprio atelier di Mandelieu-La Napoule, ha studiato all'Accademia Belle Arti di Amiens e Havre e si è laureata in Arti Plastiche alla Sorbonne di Parigi.
Carmela Scialò, pittrice autodidatta ispirata ai grandi maestri italo-francesi dell'arte del XIX secolo, ha esposto nelle sale del Carrousel al Louvre di Parigi e in sedi di alto pregio per l'eccellenza esecutiva delle sue opere.
Lucia Calleri, artista di talento che ha lavorato in Versilia, ha dedicato gran parte della sua ricerca artistica alla raffigurazione di animali intesi come veri e propri autoritratti emozionali.
Nell'ambito dell'astrazione pittorica figurano i nomi degli artisti Georgeta Stefanescu dalla Svizzera, Stefano Torrielli da Genova e dalla provincia di Parma provengono Roberto Re e Riccardo Dametti.
Georgeta Stefanescu, innovativa artista concettuale di origine franco-romena, nata a Bucarest, dove si è laureata in Arti Plastiche e dove è stata professoressa di disegno all'Institut d'Arts Plastiques "N.Grigorescu"; dal 1992 si è affermata come artista a livello internazionale.
Stefano Torrielli, medico-artista che indaga i concetti di spazio, materia e colore; si distingue in ambito pittorico per uno stile tattile e particolarmente materico e un tono inaspettatamente ironico.
Roberto Re, pittore autodidatta residente a Casaltone, si è diplomato all'ITIS Leonardo Da Vinci, si dalla tenera età ha manifestato una particolare inclinazione per l'arte e la creatività.
Riccardo Dametti da Fidenza, si è formato all'Istituto d'Arte Paolo Toschi di Parma, ha esposto in sedi prestigiose nella Fondazione Renzo Cortina e Fondazione Radice a Milano, nella Fondazione Battaglia di Venezia, nel Museo G. Caproni di Trento, nel Museo d'Arte Contemporanea di Calice Ligure, nella Biblioteca Angelica di Roma e in molte altre città del mondo.
Una sezione della mostra "Londra in Arte 2015" è dedicata alla fotografia con gli scatti di Antonella Bucci da Roma e Luca Marchetti L M Art da Terni.
Antonella Bucci, nata in Belgio, ha studiato presso la Scuola Romana di Fotografia; il suo linguaggio visivo si arricchisce grazie ai numerosi viaggi e a un'accurata ricerca sull'immagine.
Luca Marchetti L M Art è un fotografo professionista, creativo e reporter dal curriculum internazionale; i suoi lavori fotografici, a tiratura limitata, sono contrassegnati dal marchio registrato L M Art.
In mostra saranno visionabili anche due bandiere nautiche di Jeannette Rutsche Sperya da Milano, nata a Zurigo in Svizzera, realizzate con la geometria frazionaria su foto digitale.
Si potranno ammirare nel percorso espositivo persino le sculture di Aldo Falchi e di Domenico Zora e le inedite pitto-sculture di Anselmo Rossanino (AnRo) da Torino.
Aldo Falchi nasce il 30 November 1935 a Sabbioneta (MN). Scultore internazionale, ha studiato presso l'Accademia di Belle Arti a Brera, si distingue per uno stile figurativo.
Lo scultore siciliano Domenico Zora vanta una carriera ultra quarantennale internazionale, ha realizzato più di 400 opere, tra le quali di proprietà di Giovanni Paolo II e dell'ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Una novità assoluta è data dalla produzione artistica di Anselmo Rossanino, in arte AnRo, al confine tra pittura e scultura; l'autore acuto e ironico rappresenta una promessa del panorama artistico contemporaneo.
Info:
Vernissage: 14 marzo h.17:00/19:00
Indirizzo: 4a Castletown Road, London W14 9HE
Orari di apertura: h.11:00/15:00 sempre aperto (h.15:00/19:00 su appuntamento prenotabile almeno un giorno prima), chiuso mercoledì
Ingresso libero
www.galleriasabrinafalzone.com
Grande mostra > ESCHER > a cura di Marco Bussagli e Federico Giudiceandrea > 12 marzo – 19 luglio 2015, Palazzo Albergati - Art Experience, Via Saragozza 28, Bologna
a cura di Marco Bussagli e Federico Giudiceandrea
12 marzo – 19 luglio 2015
Palazzo Albergati - Art Experience, Bologna
Dal prossimo 12 marzo Bologna e l'Italia avranno una nuova e prestigiosa sede espositiva: Palazzo Albergati.
Nel capoluogo emiliano si respira aria di novità e di futuro e si scommette sul turismo culturale.
Lo splendido edificio cinquecentesco, nel cuore del centro storico bolognese, diventa un importante e moderno contenitore di mostre d'arte destinate al grande pubblico nazionale ed internazionale, ed apre le sue porte con la mostra di Escher, che a Roma ha battuto ogni record di visitatori.
A credere nell'impresa e a investire è Arthemisia Group, società leader in Italia e all'estero per la produzione di grandi mostre d'arte, artefice di tutte le esposizioni di maggior successo degli ultimi anni, incluse le recentissime Chagall e Van Gogh a Palazzo Reale a Milano, che hanno fatto scrivere ai maggiori media italiani che puntare sulla cultura e sul turismo è una carta vincente e che, nonostante la crisi, le esposizioni sono sempre più visitate da italiani e stranieri.
"Investire in proprio sull'apertura di un nuovo spazio espositivo in Italia può sembrare folle, e probabilmente lo è" – dice Iole Siena, a capo di Arthemisia Group – "ma senza coraggio, visione e un pizzico di sana follia, non si va avanti. Piuttosto che continuare a piangere su quello che non funziona in Italia, abbiamo deciso di fare il primo passo e di usare le nostre energie per creare un modello nuovo di fruizione dell'arte, che parte da Bologna e si svilupperà in tutto il mondo.
"Il nostro obiettivo – continua Iole Siena - è quello di far diventare Bologna una mèta culturale dell'immaginario collettivo, una di quelle città dove ogni anno torni perché sai che troverai qualcosa di bello e interessante".
L'INCENDIO E LA RINASCITA
Palazzo Albergati, la cui costruzione è attribuita all'architetto Baldassarre Peruzzi (1481-1536), nel 2008 fu gravemente e clamorosamente danneggiato da un incendio che causò la perdita d'ingenti parti della struttura, compresi gli affreschi del '600 e del '700 di Francesco Gessi, Andrea Sirani e Bartolomeo Cesi. Dopo lunghi di lavori di restauro, ricostruzione e riqualificazione, il palazzo è tornato a nuova vita nel 2014 ed oggi apre le sue porte a tutti.
LA MOSTRA DI ESCHER
Costruzioni impossibili, esplorazioni infinite, giochi di specchi, motivi e geometrie interconnesse: il meraviglioso mondo dell'artista che più di ogni altro trasforma l'ambiguità visiva in ambiguità di significato, che seduce e incanta con disegni e litografie che col passare del tempo sono entrate nell'immaginario quotidiano e collettivo e che hanno visto gli impieghi più disparati - copertine di famosi long playing, (33 giri), scatole da regalo, francobolli, biglietti d'auguri e piastrelle. Escher è ovunque.
La retrospettiva su Maurits Cornelis Escher, aperta dal 12 marzo al 19 luglio 2015, a Bologna, è stata arricchita e viene presentata in una forma inedita, ponendo l'accento su aspetti mai affrontati prima d'ora, con oltre 150 opere del famoso artista olandese.
Con il patrocinio del Comune di Bologna, la mostra e prodotta ed organizzata da Arthemisia Group ed è curata da Marco Bussagli e da Federico Giudiceandrea.
Realizzata in collaborazione con la M.C. Escher Foundation, si avvale del supporto di Sky Arte HD e ArteFiera.
Tra le opere esposte ci sono i suoi capolavori più noti come Mano con sfera riflettente, Giorno e notte, Nastro di Möbius II, Casa di scale (relatività), Altro mondo II, Vincolo d'unione, e la serie degli Emblemata.
Una sezione del tutto nuova sarà quella della Eschermania che racconta la vasta e molteplice influenza dell'artista.
Il percorso espositivo si articola in sei sezioni:
• La formazione: Escher, l'Italia e l'ispirazione Art Noveau
• Superfici riflettenti e metamorfiche
• Metamorfosi
• Dall'Alhambra alle tassellatura
• Paradossi geometrici: dal foglio allo spazio
• Economia escheriana ed Eschermania
ESCHERMANIA
Poco nota, ma qui approfondita in maniera illuminante, è l'influenza che Escher ha avuto ed ha ancora sull'editoria, sulla grafica, sull'oggettistica, per non parlare della pubblicità, della moda, dei fumetti e del cinema: il rigore delle sue straordinarie immagini inventate ben prima che fosse commercializzato il computer, nulla hanno da invidiare a quelle realizzate oggi con le più sofisticate tecniche digitali.
La grandezza di un genio si misura anche dalla capacità d'influire su altri artisti, come pure sulla società circostante. La lezione di Escher ha dimostrato che, sebbene non abbia avuto allievi diretti, questi due parametri sono stati del tutto soddisfatti.
La beat-generation s'innamorò presto delle creazioni di Escher che, soprattutto in America, "rubava" la sua arte per stamparla su magliette, sui poster tinteggiandole con i colori psichedelici allora di moda, suscitando le ire dell'artista che, per questo motivo, fondò la Escher Foundation alla quale, ancora oggi, si deve la tutela dei suoi diritti. Così, le sue incisioni finirono anche sulle copertine dei long playing, come si chiamavano a quell'epoca i 33 giri incisi dalle grandi band della musica pop, non sempre con il gradimento dell'artista.
È noto l'episodio di Mick Jagger che non riuscì a pubblicare Verbum sulla custodia dell'ultimo LP dei Rolling Stones che nei primi giorni del 1969 sarebbe stato lanciato sul mercato con il titolo di Let it Bleed. Tutto questo può ben essere definito "eschermania" a cui viene dedicata un'intera sezione che racconta come, ancora oggi, in maniera sempre crescente, persone di ogni estrazione sociale, dai curiosi ai matematici, dagli eccentrici ai trasgressivi, fino a tutti quegli artisti che, pur non avendolo mai conosciuto, a lui s'ispirano per le loro opere, siano profondamente affascinati dal mondo caleidoscopico di Escher. C'è infatti una lunga schiera d'imitatori che hanno "imparato" il "metodo-Escher" e hanno prodotto una serie di variazioni sul tema. Si va così da David Hop, pubblicitario e grafico statunitense, al francese Dominique Ribault che ultimamente ha utilizzato il metodo della tassellatura anche per le sue sculture.
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